Un imprinting difficilmente dimenticabile, che credo d'aver già  raccontato. Comunque, a 15 anni mio padre, con indubbio sprezzo del pericolo, mi mette in mano la sua Leica M3 e la sua Rolleiflex 3,5F, con in più un buon Weston Master V, e mi insegna sul campo i fondamentali della fotografia! Due anni dopo mi compro la prima reflex 35mm (una mitica Fujica ST705W, che ancora uso ogni tanto), e inizio a sviluppare e stampare il bn in casa con un amico.
Poi, dopo qualche anno di intensa attività , un po' come è successo a Marco-Pamar, una sorta di lungo blackout, interrotto solo sporadicamente e accompagnato da normali foto vacanziere.
Poi, improvvisamente, quasi due anni fa una nuova folgorazione: ho ripreso a far sul serio, a sviluppare, e non sembra che abbia l'intenzione di fermarmi presto... Sto lavorando in particolare sul medio formato, e sono abbastanza terrorizzato dall'escalation... A quando il GF?

Dopo i ventanni...di preciso non me lo ricordo.
Prima scattavo qualche foto, ma senza capire nulla e senza avere voglia di farlo.
Poi mi ricordo che un pomeriggio, il marito di una collega di mio padre incominciava a parlarmi di fotografia con entusiasmo spiegandomi strane parole (panning, per esempio) e come attuarle.
Ho visto che nella libreria di mio padre c' erano due volumi che trattavano la fotografia (che probabilmente non avrà  mai letto) ed ecco i primi esperimenti con la Praktica Bc1, la mia prima reflex.
Da lì è incominciata la curiosità  e la passione...

A 11 anni, nel 1954, mio padre ebbe due gentili e pessime idee: mi regalà una Agfa Silette ed una carabina Beretta cal.22.
Mia madre per la carabina (che allora era in vendita libera- circolava ben altro) fece un botto, ma mio padre si giustificà che non l'avrei neppure saputa usare.
Infatti presi la scatola di cartucce, andai in giardino con una candela, caricai l'arma e centrai la candela a 30 passi.

Con l'Agfa Silette la cosa fu più tribolata.
Del primo rullo in b/n riuscirono stampabili solo 2 fotogrammi; poi pian piano passai a 5, 12, ed infine il mio record 20 su 36.
poi cominciai a pasticciare, imparando veramente qualcosa, con la Rolleicord Va paterna.
e via cantando fino all'esame di maturità , quando chiesi di poter andare in Inghilterra con la ragazza.
la risposta fu un bel NO (erano altri tempi), ma in cambio arrivà una Zeiss Contax IIIa.

Dopo la prima comunione con la Kodak Instamatic sono diventato il fotografo di casa, poi nel 1981, quando avevo 17 anni, ho acquistato la prima reflex (Pentax ME Super), nel 1982 ho messo su la camera oscura e nell’84 la prima MF (Pentax 6x7).

La passione non l’ho ereditata da un genitore ma è venuta da sola, forse stimolata da un capitolo dedicato alla fotografica sul libro di Applicazioni Tecniche alle scuole medie.

Ho avuto diverse passioni ma quella per la fotografia è l’unica che non ha mai subìto interruzioni; purtroppo questo non trova alcun riscontro nella qualità  della mia produzione .

Mio figlio invece sembra sulla buona strada … bello di papò  .





A presto.

Fabio

Tutti precocissimi! Io invece ho iniziato a 24 circa (con risultati di cui mi vergogno amaramente), ora ne ho 27 e ci lavoro anche. Prima facevo tutt'altro: ero infossato in una facoltà  di Fisica che non finiva mai e suonavo il basso in un gruppo psichedelico. Appena conosciuta la fotografia ho mollato tutto per lei.

Giorgio

A 9 anni ho ricevuto in regalo una kodak instamatic, ma solo a 11 ho capito che era un oggetto tra il mistico e l'alchemico, così a 12 ho allestito una camera oscura nello sgabuzzino di un metro per un metro, dotata di UPA5, lampadina rossa e tre piatti fondi da minestra per stampare l'allora chiamato formato cartolina. era il 1976, e smaltavo le foto sullo specchio del bagno con il ferro da stiro...con qualche bollicina...
Son figlio delle annate dal 1968 al 1977 (che coincidenza di date, eh?) di Fotopratica.

Quella che sarebbe poi diventata mia moglie mi chiese una macchinetta in regalo per fare qualche foto ricordo. La fotografia era l'ultima cosa che mi interessasse. Per farla contenta le comprai una Pentax MX.

Lei non fece mai una singola fotografia con la MX (giuro), dato che dopo avergliela regalata ci cominciai a giocare io ("fammi capire come funziona e dopo te lo spiego"). Cosi' inizio' la storia. Meno di un anno dopo la MX era sparita e smanettavo con una Rolleiflex. Da allora in avanti fu sempre e solo MF. Solo pochi anni fa mi sono comprato la mia prima 35mm. Mi e' sempre venuto molto comodo pero' ricordare a mia moglie che questa mia passione - economicamente disastrosa per la famiglia - origina in effetti da un SUO desiderio.

Per tanti anni feci foto mediocri senza rendermene conto. Erano gli anni felici. Negli ultimi tempi sono pero' cresciuto molto dal punto di vista fotografico: adesso faccio foto mediocri ma ne sono assolutamente conscio.

Citazione:

formidabile !

sono sempre stato incuriosito dagli apparecchi fotografici, ancora di più del processo che trasformava l'azione di scatto con una scatoletta trasformandola successivamente in una immagine. Non vi dico le polaroid che sputavano fuori la foto appena ripresa.....affascinanti e inspiegabili.

Così ho sempre chiesto a mio padre di farmi fare qualche scatto con la sua kodak durante le vacanze ed alla prima comunione una instamatic anche per me; con i primi guadagni a 16 anni una reflex usatissima ( ma siamo fatti in serie ?? ) era una nikon ma non mi ricordo nemmeno che modello fosse e poi una fujica e la prima macchina seria solo a 24 anni: una konica 3T per la quale cominciai a comprare via via altre ottiche.
Posso dire di avere sempre avuto passione per la fotografia, ma sopratutto il piacere di VEDERE una bella fotografia stampata, che fosse semplicemente su una rivista o su un cartellone pubblicitario.
Il resto è storia recente e devo imputare agli amici di fotoavventure il mio continuo dissesto finanziario !


P.S. per Fabio
tuo figlio mostra un piglio così deciso che ti farà  le scarpe in capo a qualche anno !

Ciao a tutti.Tutto ebbe inizio nel 78,avevo 9 anni,cominciai a giocare con la kodak instamatic di famiglia,ma ci giocavo soltanto mica scattavo!!.In quello stesso anno feci acquistare da mio padre i primi fascicoli dell'enciclopedia pratica per fotografare della Fabbri Editore, e da questa lettura avvenne la conoscenza di autori come Antonio Leoni,meravigliosi i suoi paesaggi padani immersi nella nebbia, e Giovanni Pezzani e i suoi paesaggi all'infrarosso.Il contatto con la fotografia praticata l'ebbi nel 1982 con l'acquisto della mia prima reflex 35mm la mitica Cosina CT10 solo automatica con la quale non imparai mai a fotografare,perchè non compresi mai che vi era un'intima connessione tra diaframma,profondità  di campo, tempo di scatto,sensibilità  della pellicola,A quel tempo cominciai a leggere la rivista Fotografare.Agli inizi degli anni 90 il mio incontro con il sistema Nikon e la Nikon FM2 che è e rimane la "MIA"macchina fotografica che uso ancora adesso e con enorme soddisfazione.Credo che con gli anni pian pianino abbiamo cominciato a somigliarci.

i miei 16 anni hanno segnato l'inizio della fotografia come scelta, ma credo che da un paio d'anni avessi già  iniziato a sbirciare dentro qualche macchina. Tengo ancora una fotografia, sicuramente una delle prime. OM1 è stata la prima macchina seria e dopo 32 anni é ancora li che scatta (le vacanza di quest'anno fatte con quella). Dai 26 ai 28 faccio il fotografo, reportage turistici/culturali, insieme ad un giornalista/antropologo...ma mi fregano tutto a Ferrara, alla fine di un lavoro. Proseguo a scattare, non più per lavoro, ma la meta non é chiara, sino a quando un bel giorno Stefano, mio figlio, che nel frattempo stava diventando perito fotografico, porta a casa una ventina di foto della sua classe, scattate durante le lezioni. Folgorante. Oltre che belle, mi riaprono gli occhi sulla fotografia. E inizio di nuovo.
F100 e Hasselblad 500 c/m sono le macchine che uso. Digitale, vedremo.
bs
marco

però la chitarra non la suono più, ma é un'altra storia.

Età  del liceo, quando tutti i miei amici smaniavano per il motorino ed io invece per avere la prima reflex (Konika Autoreflex T).
Poi, dopo forse un 3-4 anni di banali foto di famiglia,viaggi e cani (che erano la mia grande passione di allora), un lungo periodo di inattività . Fino alla fine degli anni '80, inizi '90, quando ho ripreso con una particolare passione per le apparecchiature professionali (all'epoca per me alquanto inavvicinabili) e per gli aspetti tecnici, più che artistici o estetici.
Da allora continuo a fotografare, con immutata passione ed immutabili mediocri risultati.

A quanto pare ci sono molte affinità  tra noi fotoavventurieri.

Per quanto mi riguarda, Comet Bencini a 8 anni. A 12 ho passato le mie intere vacanze estive nel negozio di un fotografo di paese, soprattutto nella sua C.O. a stampare le foto in BW. A 18 anni, per la maturità , niene moto, ma la prima reflex (Asahi Pentax Spotmatic con Super Takuma 50mm f. 1,4) e un Durst M300 con Iscorit 50mm.
Non ho più smesso di occuparmi di fotografia, né penso di farlo fino al momento in cui sarà padrone delle mie azioni.
Ciao a tutti.
Fabio Maione

kodak instamatic dall'età  di sette anni e mai abbandonata, in effetti fa un grande effetto sui miei clienti presentarmi con quella fotocamera come strumento di lavoro...

Io iniziai con una kodak instamatic a circa 10 anni, poi iniziai ad usare la Bencini Comet di mio papò  che ho ancora oggi e a 15 anni acqustai la mia prima reflex una Ricoh KR-10 baionetta K Pentax... Da allora con alterne vicende mi sono sempre occupato di fotografia e spero di potermene occupare ancora a lungo...

Anche se con po’ di imbarazzo, non mi voglio sottrarre a questo amarcord collettivo. Forse sono il decano del forum. Ho cominciato a fotografare a tre quattro anni, nel 1942 (la data è certa, prima dello sfollamento). Usavo una macchina a lastre senza lastre, un vecchio arnese di dimensioni enormi, per la mia stazza di allora, che mi aveva regalato il mio papò , probabilmente perchè era di uno di quei formati strambi per cui non si trovava più materiale sensibile. Passavo ore a contemplare quelle misteriose immagini capovolte, dai colori intensi, scuri e strani. Mi stupivano le fantasmagorie che si ottenevano variando la messa fuoco e maneggiando il diaframma. I miei soggetti preferiti erano nature morte di stoviglie, soprattutto vetri, frutta e verdura, il giardino della signora Erminia e la gabbia del canarino in contro luce (fuoco selettivo sulle sbarre e sul pennuto). Se avessi avuto le lastre sarei stato un altro Lartigue. Ho iniziato dunque come fotografo virtuale. Ritornato in città  a guerra finita non ho trovato la macchina fotografica, ma non è stata quella la sola perdita patita. Tra calcinacci e sporcizia c’era parecchio materiale da camera oscura, di cui ero diventato erede, e tante negative, su vetro e su film. Dalla lettura di un manuale Hoepli di inizio secolo avevo appreso che la stampa positiva si ottiene esponendo al sole, negli appositi torchietti, la carta fotografica ed osservando a vista il procedere dell’annerimento. Venivano fuori delle immagini di color violetto, che però sparivano subito perchè non le sapevo fissare. La gentile signora Mariuccia del vicino negozio “Foto Alpina” mi avrebbe spiegato poi che le carte che usavo non erano quelle antiche ad annerimento diretto di cui parlava il manuale, ma da sviluppare e fissare. Avevo ormai rovinato pacchi di preziose “Brovira”, “Selo”, Guillelminot”, “Lumière”, “Cappelli Ferrania”, “Tensi”. Qualcosa però si era salvato, e mi ha permesso di fare esperienza di camera oscura, cominciando cioè dalla coda (ma se dovessi fare scuola di fotografia, comincerei ancora di lì; senza disastri, naturalmente). Da allora non ho mai dato foto a laboratori, se non in casi eccezionali. Il brillante esito dell’esame di ammissione mi portà in dono una squisita Comet Bencini, che mi consentì di padroneggiare tutta la filiera. Da allora ho sempre praticato la fotografia, riservandole le ore notturne che il lavoro “serio” mi lasciava libere; ed è a questa pratica notturna che si riferisce il mio avatar, citazione autoironica di terza mano da una satira di Persio. Il resto è storia recente.
Umberto

Direi che seriamente ho iniziato a 17 anni, a 23 ero gia nel "business" ..... minilab, stampa a colori e bn ad ingranditore ecc ma principalmente per professione.
Poi 12 anni fa AA, sistema zonale che mi ha portato a respirare chimica quasi 24 su 24 perche dopo le 10 ore di lavoro me ne sparo anche nella CO di casa per passione.
Ciao
Stefano