Salve a tutti... un po che non ci si sentiva.... mi rifaccio vivo postando delle foto che mi son piaciute e che voglio condividere con voi..... poi a voi l'ardua sentenza.....

Immagini eseguite al carnevale di Lula (OT)

allego la descrizione della maschera direttamente dalle parole del figurante che impersona "Su battiledhu"



Circa l’origine della maschera molte sono le supposizioni, diverse le teorie e poche le certezze. D'altronde, quando si ha a che fare con argomenti di questo genere, è quantomeno doveroso usare le dovute cautele. Secondo la etnologa e studiosa di tradizioni popolari Dolores Turchi, che alla fine degli anni ottanta del secolo scorso ha personalmente curato una ricerca sul campo, successivamente approfondita da altre persone del luogo, la derivazione parrebbe legata ai riti agrari arcaici collegati alla fecondazione della terra con il sangue. Una parodia di quella che un tempo doveva essere la commemorazione della passione e della morte di Dioniso Mainoles (in Sardegna chiamato Maimone) e considerato il dio della vegetazione.
La certezza è che la maschera fu praticamente abbandonata intorno agli anni trenta del novecento, per fare sporadiche apparizioni fino al 1946, quando, probabilmente a causa dei lutti e della miseria portati dalla guerra, la maschera fu trascurata fino quasi a cadere nell’oblio.
Sull’onda di vari paesi della Sardegna che hanno voluto far rivivere le antiche maschere locali, grazie alla perseveranza di alcuni appassionati, anche Lula lo ha fatto nel 2001 con grandi risultati. Su Battiledhu, per alcune sue peculiarità, è infatti attualmente, fra le maschere che gode di maggiore considerazione ed è oggetto di interesse scientifico ed antropologico da parte di diversi studiosi provenienti dal territorio nazionale ed estero


BREVE DESCRIZIONE DEI FIGURANTI

Su Battiledhu (Vittima) è la figura principale della esibizione della maschera. Veste di pelli nere e porta un copricapo con corna caprine, bovine o di cervo, tenuto da un fazzoletto nero del costume femminile. Sulla testa, attorno alle corna, porta il rumine capovolto di un capro. Ha il volto in parte tinto di fuliggine, in parte di sangue. Seminascosto da alcuni campanacci che gli pendono sul petto, porta un omaso (quarto stomaco dei ruminanti) riempito di sangue misto ad acqua. Durante il “rito”, vaga da solo o rincorso dagli altri figuranti che a volte lo legano alla vita con delle funi tenute all’estremità dai Massajos.



Battiledhos (Massajos) vestono da contadini e sono in qualche modo i “padroni del gioco” e custodi del “rito”. Si imbrattano il viso di nero con la fuliggine e portano appresso pungoli e Sas Socas (funi ottenute dal cuoio dei bovini), con le quali, in alcuni momenti, tengono la vittima legata, per poi percuoterla ripetutamente, strattonarla, trascinarla per terra, fino a farla rinvenire ed infine portarla alla morte. Due di questi vengono aggiogati come buoi e tirano il carro durante la processione



Battiledhos (Gattias) sono uomini vestiti da vedove e formavano un piccolo corteo. Seguono la vittima ed interagiscono con il pubblico mostrando una bambola di pezza smembrata e rivolgendo battute umoristiche e grottesche, accompagnate da gesti scomposti. Piangono improvvisando degli “attitos” e sono gli artefici del gioco del pitzliica e non ride



buona visione...

Allega:

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Complimenti, inquadrature e dettagli colti mai banali. Molto particolari e che "colpiscono". Un appunto: era una giornata uggiosa? Te lo chiedo perchè trovo che gli scatti siano (molto) penalizzati da un'illuminazione poco felice.

Marco

velo grigio ha anche gocciolato.... ma non mi è dispiaciuto...
già il "rito" è abbastanza crudo, una luce dura forse non ci stava bene..... ma non ci è dato saperlo...

Complimenti, bel lavoro!
Bello nel suo insieme per la continuità narrativa di questa sorta di sarabanda misterica; bello perchè rende una atmosfera da rito sacrificale; bello nelle sue singole immagini di formidabili espressioni e gesti rituali ripresi con coerenza stilistica; bello nella cupa luce in cui si muovono arti, visi, corpi, trasfigurati in una rappresentazione che in questa sequenza diventa tragedia fuori dal tempo attuale, isola temporale in cui è stato, è o forse sarà un accadimento!
Pino

COmplimenti, le composizioni sono davvero eccezionali, soprattutto se penso che tu le abbia composte in un momento alquanto "concitato".

Bravissimo!!!

Gran bel lavoro! Di solito i reportage folcloristici mi appaiono soporiferi, ma questo l'ho veramente apprezzato. Al di là della coerenza del tutto trovo bellissima la 30.

Andrea

Una meglio dell'altra, in qualsiasi ordine si guardino ...
Colplimenti Nico!

Appena arrivato a lula la voglia di andarmene era tanta.. mi sono trovato davanti questa scena...

Allega:

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Citazione:

Bravo, restare era d'obbligo e hai saputo lavorare bene nonostante la folla di gitanti.

Le situazioni nelle quali si deve sgomitare per fare una foto hanno il pregio di tirare fuori tutta la capacità del fotografo, che deve lavorare concentrato, come se fosse da solo.

Prima ancora di complimentarmi per le foto, lo faccio perché hai saputo farle in quella situazione, una situazione che - ahimé - conosco bene, ottenendo comunque il risultato di sembrare da solo e invisibile.

Una domanda:
hai lavorato molto bene sui dettagli, ma se fossi stato l'unico con una fotocamera, avresti fatto lo stesso o avresti ceduto alla tentazione dei totali sgrandangolati?

E un reportage fatto con solo tre ottiche.... 135, 24, e 15 fisheye, lavoro sempre così....in un racconto ci vuole sempre la totalità, ma non devono mancare i particolari... col 15mm ed il 24 ho optato per il mosso cosi da togliere la massa di gente che anzi è diventata una quinta carina...

Grandissimo Nico, un reportage riuscitissimo!!!

Non ho grande simpatia per quel tipo di mosso "a rotazione", ma si capisce il motivo per cui vi hai fatto ricorso, quindi è un male minore dal mio punto di vista.

Fer

Che belle Nico! Davvero fuori dal comune. Spero di vedere qualche stampa appena vengo a Santadi.

Bellissima serie. Ero di fretta ma mi sono fermato volentieri a guardarla e riguardarla. Veramente onore al merito anche per aver saputo dribblare la folla di fotografi.
E' molto interessante anche la riesumazione di questo rito pagano che viene presentato con grande serieta' e partecipazione. Il racconto basato pricipalmente sui particolari e a toni cupi lascia immaginare tutta la scena meglio che se l'avessi descritta con dovizia di immagini dettagliate.
Bravo Niko,
Renzo

rispulciando la selezione sono saltate queste due che forse non meritavano l'esclusione...
Ringrazio tutti per i commenti lusinghieri..... piu tardi vi sottopongo un'altro progetto ....

Allega:

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