felinux ha scritto:

Mi ha colpito (non lo sapevo) l'ingresso "tardivo" di Gardin nel mondo della fotografia.

Hologon ha scritto:
Non so, mi sembra che sia un'affermazione molto generalistica, che puà funzionare come potrebbe benissimo non farlo.

Ci sono immagini e lavori che necessitano di essere pensati per un tempo che puà tranquillamente eccedere le due ore e puà essere di giorni mesi anni, mentre, di contro, alcune immagini e lavori possono richiedere un immediato riconoscimento di una situazione che richiama un processo ampiamente consolidato in noi perché già  sufficientemente pensato: in quest'ultimo caso non serve pensare, lo si è già  fatto, basta riconoscere quello che si sta cercando e scattare.


Andrea

Pensate un po cosa vuol dire pensare. Non è detto assolutamente che pensare sia l'anticamera di fotografare, il suo passo precedente. Siamo molto legati al pensiero come atto che riempie di senso le nostre azioni, ma spesso le nostre azioni hanno un pensiero implicito al loro interno e non necessariamente si esprimono perchè hanno prima un pensiero logico-razionale. Credo che diverso reportage si sviluppi anche sulla base di quell'istinto, articolato, complesso, che nasce certo dalla conoscenza, ma che non ha bisogno per esprimersi di un atto di pensiero che lo preceda.

La stessa fotografia che lui cita, e per me Gardin é un grande sia chiaro, quella dei bambini che giocano a calcio nel parcheggio, credo l'abbia fatta non certo dopo due ore di pensiero. A meno che lui stesso accetti l'idea di perdere un immagine perchè quel momento dove le cose stanno tra loro in relazione significativa, e per questo fotografabile, é passato e non ci sarà . Ce ne sarà  un altro, ma chissà .