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B/N...quale?

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14/9/2004 23:43
Da acqua aria terra
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Ciao a tutti

azz avete tolto i titoli onorifici...ed ora come faccio...qua mi chiamavano tutti maestro

Dunque veniamo alle cose serie o semiserie.
Elisabetta, ovvero mia moglie, mi sta massacrando perchè vuole cominciare a stampare in B/N, ed allora visto che per la buona convivenza le mogli vanno accontentate, comincio a rompere le palle a voi.

1) Partire da negativi B/N (ho rispolverato ed usato la mia vecchia paterson), scansionati.

2) Partire da DIA scansionate trasformate con photoshop in monocromatico (Miscelatore canale, Russel Brown, etc.).
Quale metodo usate voi?

3) Come comportarsi con i profili ICC? Usare il software della R2400 è meglio?

4) Al B/N si puà applicare lo stesso workflow di editing delle immagini a colori?

5) Perchè qualcuno...se volete faccio anche i nomi , non scrive un mini tutorial sul workflow e la stampa B/N in digitale.

Certo di avervi rotto le palle già  di prima mattina, vi saluto, ora vado al lavoro.

a presto,ric
www.grandespirito.it


Inviato: 24/2/2006 7:50
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Re: B/N...quale?

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25/2/2004 15:54
Da Roma
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Sei proprio deciso a stamparlo in digitale ? Da un punto di vista qualitativo, come discusso anche in altri thread, la soluzione migliore ad oggi e' pellicola B/N, ingranditore e baritata.

Inviato: 24/2/2006 8:28
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Re: B/N...quale?
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mmmmmmmhhhh, io concordo con Raf...pur avendo visto stampe b&w magnifiche ottenute con la 2400 e la 4800, però per quello che è il mio personale metro di giudizio non hanno avuto su di me l'impatto visivo ed emotivo di una b&w tradizionale, secondo me ancora non ci siamo...ovviamente dipende sempre da quello che vuoi ottenere e dal tipo di "investimento" che ci vuoi mettere, essere consapevoli che il b&w digitale è diverso da quello argentico, e che conseguentemente porta a risultati visivi diversi, ed essere sicuri di voler sperimentare su questa strada, la ritengo una posizione assolutamente accettabile, interessante e condivisibile...in questo caso secondo me potrebbe avere senso lavorare con materiale invertibile colore e poi renderlo monocromatico in PS, oramai è una pratica diffusissima, ciò vi staccherebbe ancora di più dalla tradizione b&w classica ma forse a tutto vantaggio della originalità  e della ricerca di una vostra voce autentica...

E poi un mio messaggio personale ad Elisabetta, sempre pronta a sperimentare e a cadere senza rete (anche se mi sembra che anche tu Ric non ti tiri certo indietro!! ): sei una grande!!!!



Inviato: 24/2/2006 10:08
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Re: B/N...quale?

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Da Toscana
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Veramente Riccardo,
perche' non stampate in chimico? Io ho l'intenzione di fare parecchi lavori in BW e ho comprato un po' di lastre 4x5 per farlo, ma non mi salta neppure per la testa di digitalizzarle.
Appena ho qualche lastra pronta ritiro fuori tutto e ricomincio con l'analogico-chimico. Anche perche' e' una filosofia diversa e a volte puo' essere utile per disintossicarsi delle manipolazioni digitali. Per di piu' attualmente lavori con formati che ti consentono di procurarti il necessario sul mercato dell'usato ( se non ce l'hai di gia' ) con una spesa modesta.
Forza ragazzi!!!
Renzo

Inviato: 24/2/2006 10:18
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Re: B/N...quale?

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21/5/2005 16:44
Da Riviera del Brenta
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Ciao Ric
Una volta ogni tanto anche le donne hanno ragione con la 2400 stampi molto bene il bn, ma vuoi mettere una stampa bn chimica, magari ti devi rompere le palle un pò di più ma i risultati ...............
A parte gli scherzi, io stavo iniziando a pensare a digitalizzare le mie lastre 8x10 ma visti i risultati sono alla ricerca continua di un ingranditore 8x10 e anche a realizzare stampe a contatto magari al platino.................. ma questa è un'altra storia.
Ciao
Stefano

Inviato: 24/2/2006 21:24

.....................
In un mondo dove tutto cambia rapidamente dedicatevi qualcosa in grado di fermare il tempo........... ...
Tessera C.F.A.O n°1 .........
...
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Re: B/N...quale?
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8/1/2005 22:33
Da Varese
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La penso anche io come gli altri. Se sei interessato al B&W ad oggi la strada che garantisce il meglio è la camera oscura: Anche se la curva di apprendimento per ottenere risultati ottimali e l'esperienza richiesta sono rilevanti.

Marco(pamar5)

Inviato: 24/2/2006 23:47
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"I'm not a photographer the moment I pick up the camera.
When I pick one up, the hard work's already been done"

“To photograph reality is to photograph nothing.”

Duane Michals


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Re: B/N...quale?

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20/7/2005 21:55
Da lombardia - salò
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Io invece la penso diversamente,e dopo 35 anni si stampa in C.O. mi sono buttato sul digitale. Certo, la stampa tradizionale del B&W su carta baritata in fatto di qualità  finale non si discute e rappresenta ancora il punto di riferimento con cui gli inks devono necessariamente confrontarsi.
D’altra parte la chimica fotografica ha alle spalle oltre 100 anni di esperienza e con la stampa digitale in B&W si è ancora agli inizi; ma non vi è dubbio che, in prospettiva, il tempo giochi in favore del digitale.
Peraltro vi sono già  molte circostanze che, a prescindere dal discorso attinente alla qualità  del risultato finale, già  ora fanno preferire il sistema digitale: questo, infatti, è alla portata di tutti, senza necessità  di una camera oscura (chi ha stampato nel bagno di casa o in un angolo della cucina ne sa qualcosa); si puà essere molto più precisi nelle bruciature e nella mascherature e nel controllo dei toni utilizzando i comodi strumenti di photoshop (e programmi simili); si lavora alla luce controllando passo passo a video il risultato voluto; non c’è bisogno di trafficare con acidi e chimici vari; non si sporca alcunché e non c’è bisogni di ripulire la C.O. lottando continuamente contro la polvere; non è necessario svolgere noiose e difficili operazioni di spuntinatura; i risultati sono ripetibili senza difficoltà  (problema enorme quando sotto l’ingranditore si sono effettuate diverse esposizioni, mascherature ecc.); si puà stampare la foto in BW partendo anche da un originale colori.
Non è poco, mi pare.
Resta il discorso qualità .
Ma anche su questo punto direi che in questo momento, nel campo del digitale, si è registrato un grosso passo in avanti rispetto a pochi anni fa. E sono certo che molti altri se ne faranno.
Comunque, in sintesi, mi pare che anche nel digitale si stia creando quella dicotomia che ormai si era affermata nel trattamento tradizionale; mi riferisco alle due vie, quella del B&W di qualità  medio-buona ottenibile con facilità  e rapidità ; e quello definito fine art, di cui si è pure discusso in questo forum.
Alla prima via corrisponde in campo analogico la stampa su carta politenata e in digitale quella oggi consentita da HP con le sue 4750 e 4450 su carta Premium plus satin da 283 grammi e da Epson con la R 2400 sulla sua semiglossy. Con questi materiali siamo decisamente alla pari con una buona politenata tradizionale e, infatti, ho potuto mostrare in diversi fotoclubs stampe analogiche e digitali mescolate insieme e nessuno si è accorto delle differenze (ravvisabili solo toccando le stampe perché quelle HP hanno una sorta di tela sul retro).
La seconda via, quella dei volenterosi alla ricerca della qualità  massima, fornisce dei risultati effettivamente “diversi”, ma non in termini di qualità  "migliore o peggiore" inquanto questa è ormai molto alta anche col digitale (ma vi sono ancora grandi spazi di miglioramento). Occorre però ricercare, sperimentare e usare i prodotti giusti che, al momento, sono gli inks al carbone e le carte pregiate (e costose, purtroppo) di produttori come Innova, Hahnemhule, Entrada, Bradford, Condor, e anche l’italiana Aristea Warein con la sua Ultrajet 290T.
In parole povere se stampo, e io l’ho fatto, un 30x40 in digitale con tutti i crismi e un 30x40 su carta baritata, sempre impegnandosi al massimo, sono certamente in grado di distinguerne l’origine, ma in tutt’onestà , quanto allo stabilire quale delle due sia più bella, è difficile dirlo e, infine, puà essere semplicemente una questione di gusti. Ma, per chiudere, vorrei anche ricordare le carte in B&W di una volta, quelle al cloruro d’argento e al clorobromuro, con toni vagamente caldi e base giallo paglierino e gradazione unica. Beh! Le stampe con gli inks NK7 su carta Innova od Aristea mi ricordano proprio la vecchia Kodak Panalure, con le sue infinite sfumature di grigi e così vellutate al tatto!
Ciao a tutti e buon B&W, digitale o analogico che sia.
Fabio

Inviato: 25/2/2006 9:48
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Re: B/N...quale?
Utente non più registrato
Ciao Fabio
leggendoti sento di poterti dare in parte ragione ma in parte non condivido il tuo ragionamento.
Premetto che in stampa in CO ho dedicato molto tempo ed investito un sacco di denari posso fregiarmi di essere un´ottimo stampatore tant´e´ che avendo lavorato per un certo periodo da quello che e´ ritenuto uno dei migliori stampatori non solo a Milano ma in Europa, ed ho stampato foto di grandi nomi.
Le mascherature e le bruciature pesanti e "massicce" fanno quasi esclusivamente parte della fotografia di reportage o di cronaca dove obbiettivamente e´ piu´ importante portare a casa l´immagine che non rischiare di perderla per cercare le migliori luci/ombre, e comunque non si va´ (o meglio andava) quasi mai oltre la stampa 30x40.
Gli altri fotografi (ritratti, paesaggi, architettura....) praticando un genere di fotografia "meditata" hanno delle fotografie pressoche´ perfette per quanto riguarda luci/ombre, trovo personalmente infatti da pirla portarsi in giro MF o GF e poi scattare alla cazzo senza aspettare la giusta luce o senza sistemare bene le luci, per cui i lavori di bruciatura/mascheratura sono sempre ridotti al minimo e banali.

Concordo con te il fatto che forse una stampina veloce 30x40 su politenata o digitale siano la stessa cosa, anche il fatto che reportage e fotografia di azione (sport, cronaca...) siano ormai esclusivo appannaggio del digitale.

Pero´ credo che il digitale sia diventato anche il mondo di molti mediocri, si insomma gente che scatta alla cazzo e dopo in photoshop compie il miracolo....io personalmente ho visto letteralmente delle merde di ritratti resi apppena appena guardabili da ore e ore di interventi in PH, ovvio che le stesse stampate in CO sarebbero solo state della vaccate pazzesche (per divino possa essere uno stampatore). Poi a me personalmente piace anche una naturalezza nella immagini, ha volte in PH vengono troppo taroccate con il risultato di un qualche cosa di plastico, finto, irreale.
CO vuole dire applicazione, cocciutaggine, impegno e tanta pazienza per arrivare a risultato, beni preziosi che oggi pare non vadano piu´ di moda. Sembrerebbe molto piu´ semplice l´approccio digitale che secondo me ha il solo grande vantaggio che mette chiunque nelle condizioni di avere un risultato accettabile, e qui si rientra nell´universo della mediocrita´.....e non mi si venga a dire che la CO e´ costosa rispetto al digitale sono palle, pensiamo a quello che costa "realmente" il digitale e poi facciomo il confronto con quello che costa "realmente" la CO....certo ognuno poi si crea le sue giustificazioni, e quiio non ci metto becco.

Concludendo il digitale non va´ demonizzato. e´ una straordinarà­a tecnologia che ci permette di fare molto ma non e´ il panecebo della fotografia.
Il B&W e la CO sono una cosa a parte, esattamente come la camera digitale e il GF....hanno le loro ragioni di esistere e pur essendo strumenti per fare immagini sono tra loro lontanissimi.


Roberto

Inviato: 25/2/2006 14:11
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Re: B/N...quale?
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Fabio, anche io sono d'accordo su gran parte delle cose che dici...però non pensi che questa tua affermazione:

Citazione:

fabio ha scritto:
i risultati sono ripetibili senza difficoltà  (problema enorme quando sotto l’ingranditore si sono effettuate diverse esposizioni, mascherature ecco


in ambito fine art, ma anche in ambito "artistico" in generale (cioè sia da un punto di vista espressivo, di creatività  personale, che "commerciale", cioè gallerie, in cui il concetto di unicità , di irripetibilità , ma anche di indeterminatezza, sono fattori importantissimi), sia invece un punto debole delle stampe digitali?...e te lo dice uno stampatore digitale e ben felice di esserlo, però ti dico altrettanto sinceramente che trovo molto noiosa e poco interessante da un punto di vista creativo e di sperimentazione questa infinita ed esattisima riproducibilità  dei risultati...



Inviato: 27/2/2006 10:34
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Re: B/N...quale?

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Per me invece il problema della camera oscura esiste ed e' enorme. Saro' sfortunato, ma non ho a disposizione a casa uno spazio da dedicare alla camera oscura e la mia unica alternativa sarebbe quella di affittare un locale. E non un locale qualunque, ovviamente, ma uno adatto allo scopo (accesso all'acqua, dimensioni del piano di lavoro, il rendere l'ambiente veramente buio, etc). Alla faccia dei costi. E di raccontare balle al proprietario sull'uso del locale altrimenti col cavolo che te lo affitta.

L'alternativa casereccia per me non c'e': se CO significa investire mezz'ora per mettere in piedi una camera oscura di fortuna in un bagnetto, lavorare in condizioni precarie (polvere, poco spazio, etc) per tre ore, e smontare il tutto in un'altra mezz'ora, beh, la mia passione non arriva a sopportare questi livelli di inefficienza.

Viva la stampa digitale, con tutte le sue limitazioni, quindi. Certo, continuo a cercare una soluzione per la CO, capisco i ragionamenti di Roberto sul digitale vs analogico, ma questa "facilita'" nel parlare di CO e' --- nel mio caso, purtroppo --- totalmente inapplicabile.

Mxa/Marco

Inviato: 27/2/2006 11:14
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Re: B/N...quale?
Utente non più registrato
Ma guarda Marco non ti credo nella maniera piu´ assoluta!!!
Secondo me stai gia´ costruendo un tepee da organizzare come CO....e poi di voglio vedere sviluppare le lastre lenzuolo di cui ti sento invaghito....

....arriva la CO, arriva.....lo sento!!

Peccato che siamo tutti sparpagliati perche´ la CO quella si che si potrebbe organizzare in piu´ persone.
A Milano nel mio studio mi ero organizzato con altri 3 fotografi per la CO nel mio studio e non ci sono mai stati problemi.....tranne qualche volta in cui il mio alano entrava in CO e manifestava la sua gioia con puzzette varie.....al confronto l´odore degli acidi era profumo delicatissimo.


Roberto

Inviato: 27/2/2006 14:13
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Re: B/N...quale?

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Era un alano...a reazione?

Inviato: 27/2/2006 18:12
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Re: B/N...quale?
Utente non più registrato
No era la reincarnazione di un qualcuno a cui nella mia precedente vita devo aver rotto i marroni a manetta....
In compenso poi quando vedeva culetti nudi....non ti dico l´imbarazzo!!!!


Inviato: 27/2/2006 20:39
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Re: B/N...quale?

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Povero Roberto....
ti faceva sfigurare.....

Inviato: 27/2/2006 22:36
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Re: B/N...quale?
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8/2/2005 19:08
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Attualmente non posso avere una CO fissa; montarla significa, oltre che mobilitare l'ambiente famigliare, impiegare almeno un ora a preparare tutto, per poter poi produrre stampe solo fino al 18X24 perché non posso impiegare nello spazio disponibile bacinelle più grandi, per stampare il 4x5" dovrei comprare un altro ingranditore... troppo, decisamente troppo...
Ho valutato alcune possibilità  di fare la CO in altri luoghi, ma entrano in gioco fattori che mi portano se non ad escludere, per lo meno a ponderare attentamente la faccenda.
Alcuni miei lavori li vorrei stampare molto grandi, e, nell'impossibilità  di provvedere direttamente, e non volendo investire cifre che sarebbero enormi, vedo nella stampa ad inchiostri una possibilità  da indagare seriamente.


Andrea

Inviato: 28/2/2006 2:28
sono moderno, non contemporaneo
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Re: B/N...quale?

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Vorrei tornare sull'argomento per fare alcune precisazioni che si rendono necessarie soprattutto alla luce delle osservazioni fatte da Roberto, giustamente autodefinitosi esperto della C.O. analogica.
Senza dubbio è vero, come lui ha scritto, "che il digitale sia diventato anche il mondo di molti mediocri"; ma questa affermazione è valida in ogni campo e non vi è dubbio che una volta, quando i fotoamatori scattavano solo in BW, molti di essi stampavano in malo modo.
Non tutti infatti si applicavano , sempre per usare le parole di Roberto, con "cocciutaggine, impegno e tanta pazienza" alla ricerca dell'eccellenza.
Ma, e qui Roberto mostra di parlare di cose che non conosce bene, le stesse qualità  occorrono anche per diventare un bravo stampatore in B&W digitale. Le cose infatti non sono affatto semplici come crede Roberto e non basta certo impostare la stampante con pochi clic e dare il via alla stampa.
Esiste una approfondita ricerca, nata in America una decina di anni or sono, volta ad ottenere col sistema digitale stampe di grande qualità . Si è visto, ad es., che occorre considerare una filiera di fattori, ciascuno ugualmente essenziale per il risultato finale, così come avviene in analogico (esposizione e controllo delle luminosità , sviluppo del negativo, stampa).
Per quanto riguarda in particolare la stampa si è constatato che solo gli inchiostri ai pigmenti di carbone sono in grado di assicurare la massima neutralità  dei toni. Quanto sono in Italia coloro i quali stampano con questi inchiostri? Quanti usano il R.I.P. per pilotare la propria stampante? Quanti coloro che usano colorimetro e spettrofotometro? Chi conosce le pregiate carte Innova, Condor, Bradford, Hahnemuehle? Quanti si preoccupano di ottenere un profilo personalizzato di stampa per ciascuna carta usata? Quanto sanno cosa sia la linearizzazione della curva del proprio profilo di stampa? Chi conosce cosa sia l'overlap tra le varie risposte dei diversi inchiostri usati?
No, caro Roberto. L'approccio al digitale non è affatto semplice. Ma proprio per questo è stimolante e, ora che la ricerca comincia a dare i suoi frutti, anche entusiasmante.
Ma deve essere stato così anche per chi dalle antiche tecniche di stampa è passato tra i primi a stampare nel modo che tu tuttora pratichi, ed io fino a poco tempo fa e per 35 anni ho praticato.
Da ultimo devo una risposta al nostro moderatore circa la facile ripetitività  della stampa digitale, cosa da lui ritenuta noiosa e poco interessante dal punto di vista creativo; eppure la faccenda di fare più stampe identiche dallo stesso negativo ha sempre costituito un punto di orgoglio per gli stampatori professionisti, richiedendo grande bravura. Oggi è più semplice, tutto qui. La creatività , poi, non c'entra nulla, giacché il digitale ti consente anche di uscire dagli schemi e se vuoi fare 100 stampe l'una leggermente diversa dall'altra sei libero di farlo e di essere creativo, ammesso che la creatività  stia in questo. Quanto alla noia è questione di gusti: io per esempio continuo a ritenere la stampa analogica comunque più affascinante e divertente, mentre un mio amico è di avviso contrario.
Concludo allo stesso modo del mio primo scritto: buon B&W a tutti, analogico o digitale che sia.
Fabio Maione




Inviato: 28/2/2006 7:47
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Re: B/N...quale?

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Ciao Fabio,
Io non ho la costanza e lo spirito di fare i salti mortali per procurarmi inchiostri e carte particolari e trovare profili specifici per ottenere stampe che al meglio che vada sono uguali ad una stampa amalogica. Ho fatto qualche stampa digitale in BW, non mi sono piaciute: chiuso, stampo solo a colori. Quando decido di farlo in BW rimetto su la CO, io per fortuna il posto ce l'ho per poterlo fare. La differenza tra i due sistemi emerge anche da quanto hai detto tu: Con il procedimento analogico i componenti base erano pochi e facilmente reperibili: bagni chimici e carta. Poi la differenza la faceva l'esperienza, la costanza, le capacita' personali. Il "manico" si vedeva.
Con il digitale ci vuole la stampante piu' cara, la carta e gli inchiostri piu' difficili da trovare e piu' cari...e poi anche qui ci vuole ovviamente il "manico", con le caratteristiche di cui sopra, ma non e' un sistema...democratico perche' per prima cosa ci vuole dell'ottimo materiale, che non e' alla portata di tutti e spesso non e' di facile reperibilita'.
L'analogico e' piu' divertente perche' e' come essere tutti con delle biciclette simili: chi ha piu' gambe e fiato si vede. Puo' arrivare primo anche uno con una bicicletta da donna....
Ciao,
Renzo

Inviato: 28/2/2006 9:48
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Re: B/N...quale?
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Citazione:

fabio ha scritto:
Da ultimo devo una risposta al nostro moderatore circa la facile ripetitività  della stampa digitale, cosa da lui ritenuta noiosa e poco interessante dal punto di vista creativo; eppure la faccenda di fare più stampe identiche dallo stesso negativo ha sempre costituito un punto di orgoglio per gli stampatori professionisti, richiedendo grande bravura. Oggi è più semplice, tutto qui. La creatività , poi, non c'entra nulla, giacché il digitale ti consente anche di uscire dagli schemi e se vuoi fare 100 stampe l'una leggermente diversa dall'altra sei libero di farlo e di essere creativo, ammesso che la creatività  stia in questo. Quanto alla noia è questione di gusti: io per esempio continuo a ritenere la stampa analogica comunque più affascinante e divertente, mentre un mio amico è di avviso contrario.
Concludo allo stesso modo del mio primo scritto: buon B&W a tutti, analogico o digitale che sia.
Fabio Maione





Fabio, approfondisco il mio pensiero perchè probabilmente non sono stato chiaro, colpa mia, a volte non ci capisco niente nemmeno io in quello che dico...


Partiamo dalla tua risposta alla mia domanda, risposta di cui ti ringrazio.
Tu parli dell'orgoglio degli stampatori professionisti nel fare più stampe identiche, del fatto che ciò richiedesse, ed ancora richieda, grande bravura, e questo non lo metto in dubbio, però per me questo significa poco, la figura dello stampatore professionista e le sue "conquiste", così come sono normalmente intese nel mondo della fotografia, non sono un punto riferimento per me, e dico questo con il massimo rispetto per una attività  che richiede tanta dedizione, passione e capacità  non comuni ...oggi, e sottolineo oggi (fino a solo un anno fa poteva essere diverso), i riferimenti "fotografici" miei e di Cristina sono: un poeta (Arthur Rimbaud); uno scrittore (James Joyce); un pittore (Francis Bacon); due uomini di teatro (Antonin Artaud e Carmelo Bene); due musicisti (Brian Eno e Miles Davis)...come vedi nemmeno un fotografo, tutti che vengono da altre discipline, ed è proprio questo il punto...nel mio primo intervento parlavo di unicità  ed irriproducibilità  della stampa, e questi concetti per me derivano direttamente più dall'arte moderna che non dalla tradizione fotografica: se la fotografia è una forma d'arte, come io sono convinto che sia, allora essa deve assumere si di se tutte le pulsioni, le scoperte, le problematiche dell'arte contemporanea, e nell'arte contemporanea il concetto di unicità  ed irriproducibilità , ma anche di irrapresentabilità , hanno dato origine a forme estremamente interessanti, come quella delle performances, in cui un gesto, un atto, un perfomer si dà  una volta per tutte...detto in altro modo: come è possibile portare nella fotografia l'equivalente dell'improvvisazione nel jazz, dello "stream of consciusness" nella letteratura, della stesura casuale del colore nelle tele di Bacon, tutte azioni legate ad un concetto di indeterminatezza, caos, unicità  ed irriproducibilità ?
Solo in un modo, secondo me, abbandonandosi ad una serie di "incidenti" nel corso dei processi di ripresa e di stampa, ricercando e pianificando l'errore o l'imprevisto in modo da far nascere una reazione sorprendente ed inattesa, unica ed mai più riproducibile, e questo è tanto più facile e possibile quanto più c'è un rapporto fisico, materico, tattile, olfattivo con il materiale di lavoro, cosa che nel mondo del digitale manca completamente, tutte le azioni sono dettate dall'analisi mentre io invece vorrei l'oblio, dalla conoscenza là  dove invece io vorrei smarrirmi, dalla possibilità  di rimediare al cosidetto errore dove invece io vorrei "onorare l'errore come una intenzione nascosta"...come vedi la questione che mi pongo non c'entra niente con il fatto che anche "con il digitale puoi fare 100 stampe leggermente diverse una dall'altra" e con la creatività , anche perchè concordo con te, quella non è mica creatività , qualasiasi cosa questa parola così "abusata" voglia dire...io invece parlavo di stabilire un legame diretto tra la fotografia e le correnti e le teorizzazioni più interessanti dell'arte contemporanea, quindi con il sogno personale neanche poi tanto segreto di smetterla di fare fotografia con la fotografia, e per quello che è il mio personalissimo punto di vista, e per la mia personalissima esperienza, nella stampa inkjet non ho trovato, o non sono stato capace di trovare, quei concetti di irriproducibilità  ed unicità  intesi nel senso che ho cercato di chiarire, anche se devo anche dire che in questi giorni sto approntando dei metodi per "sabotare" il plotter, vedremo cosa succede...dicendoti che questa è la mia ricerca ed il mio punto di vista ti sto dicendo anche, ovviamente, che non ha nessuna pretesa di essere un punto di vista condiviso o compreso, e che io comprendo benissimo ed incoraggio chi invece dedica e focalizza la sua ricerca espressiva nelle infinite gradazioni di grigi di una magnifica stampa b&w riproducibile allo stesso identico modo per infinite volte, o che nelle stampe inkjet b&w ha trovato un potentissimo strumento per tradurre la propria visione, ed è per questo che concludo anche io come te, buon B&W a tutti, analogico o digitale che sia...



Inviato: 28/2/2006 14:59
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