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Al posto giusto e al momento giusto
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Da Varese
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Prendo spunto da una considerazione emersa in questa discussione:
http://www.effeunoequattro.net/htdocs ... id=124512#forumpost124512
sulla necessità di trovarsi nel posto giusto al momento giusto per “fare” un grande scatto.
Riporto le considerazioni di PinoKent:
“Il fotografo che ha fatto la foto del Che, mica lo sapeva che stava facendo una cosa unica al mondo. Faceva parte di una lunga sequenza scattata durante un comizio. Senza saperlo, però in virtù del suo mestiere, stava facendo nascere una foto che per l'angolo di ripresa, per l'espressione del personaggio, per come si sarebbe evoluta la sua storia, sarebbe diventata uno degli scatti più celebri nella storia della fotografia. In parte è stato merito suo, in parte del Che perchè se al suo posto ci fosse stato il Pierino dei film degli anni '70, con un basco in testa, non avrebbe avuto uguale fortuna!”
E quello di archifoto:
“questa è una grande verità e chi non vorrebbe trovarsi al posto giusto al momento giusto con di fronte la persona giusta? Renè Burri avrà fatto migliaia di foto ed è famoso per un solo scatto... oggi ci sono certamente più reporter che 50 anni fa ma credo anche che di icone fotografiche non ne nascano praticamente più. Scusate il fuori tema ma mi è venuta spontanea questa osservazione dalle parole di Pino.”

Sono fondamentalmente d’accordo con questi pensieri.
Mi chiedo allora se uno scatto veramente unico e sopra le righe abbia origine anche dal caso. Intendiamoci, non dico che la pianificazione, la competenza e la perizia, unite alle idee chiare non servano, ma forse da sole non sono sufficienti. Ci vuole anche un quid imponderabile, una componente casuale. Questo indipendentemente dal genere. Per esempio in uno scatto di paesaggio potrebbe risultare comune anche se perfetto, ma essere “diverso” se viene colto un fattore imponderabile ed imprevedibile.
Un lavoro concettuale, magari pianificato e supportato da un lavoro profondissimo, nato in un modo potrebbe prendere strade imprevedibili al momento dello scatto; strade che portano ad un qualcosa di diverso ed unico.
E ancora: spesso si sente dire (e fondamentalmente anche io lo penso) che una foto singola “racconta” meno e meno esaustivamente di un portfolio fatto in modo coerente che racchiude il tema. Ma non è forse vero che gli scatti che colpiscono che rimangono impressi sono unici? Si, magari sono scatti tratti da un lavoro articolato…ma fra 20 scatti ne spicca uno e uno solo (che poi trascina “ l’intero portfolio”.
E voi cosa pensate ?

Marco

Inviato: 1/6/2016 15:18
Il mio sito

"I'm not a photographer the moment I pick up the camera.
When I pick one up, the hard work's already been done"

“To photograph reality is to photograph nothing.”

Duane Michals


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Re: Al posto giusto e al momento giusto
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Da lombardia
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La dico in modo platealmente banale: come in tutte le cose, anche in fotografia un po' di cu...o non guasta . Sono però anche convinto che il suddetto colpo di deretano capiti più facilmente a chi ha "anche" programmato che possa capitare.
Se hai sistemato o colto bene le luci e l' ambientazione, scelto la focale giusta, messo bene a fuoco , esposto cone si deve, ecc. ecc. ecc. , ti sei messo nelle condizioni giuste per fare un buono scatto. Se poi a questo punto hai la fortuna di trovarti con Che Guevara che fa quell' espressione e quel movimento, allora la tua buona foto può diventare lo scatto memorabile.
In altre parole, il tram della fortuna può capitare una o due volte nella vita che ti passi accanto; ma tu , su quel tram devi essere pronto a fare il salto per salirci .
Non credo ohe sia mai solo fortuna .

Inviato: 1/6/2016 15:59
Tessera C.F.A.O n. 3

"Tempo fa ero indeciso, ma ora non ne sono più così sicuro" Boscoe Pertwee

https://500px.com/lucinio

http://www.flickr.com/photos/15773975@N00
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Re: Al posto giusto e al momento giusto

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29/5/2009 11:05
Da Bologna
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Come non essere d'accordo con Luciano, la fortuna è buona parte del discorso ma ci sono le componenti del "saper fare" dell'esserci, è chiaro che se fai cento servizi di livello hai più possibilità che se te ne vai in giro a fotografare tramonti e questo è ovvio. Non è ovvio invece che da questi servizi esca l'icona. Quello che volevo dire nel post parallelo è che oggi con tutta la "fortuna" e professionalità del mondo forse non crei più nulla che sia icona, fotografia che duri nel tempo che diventi immagine assoluta di un momento storico come la bambina che corre nuda in vietnam il miliziano morente etc.. Chi ricorda il vincitore di wordpress foto del 2013 o del 2012?
Credo che il flusso continuo cancelli, come un fiume in piena, ogni immagine prima che questa possa radicarsi depositandosi nella memoria collettiva. Non vorrei sembrarvi troppo pessimista...

Inviato: 1/6/2016 17:17
www.oscarferrari.com
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Re: Al posto giusto e al momento giusto
Utente non più registrato
(Avevo scritto questa cosa circa una settimana fa, poi non avevo più voglia di metterla. Riprendo oggi il discorso.)

La fortuna, soprattutto nella fotografia di strada o di reportage è spesso determinante, ma perchè ci sia ci vogliono le premesse.

Ci vuole l'attrezzatura pronta allo scatto, il fotografo già pronto allo scatto, vigile, attento a ciò che gli sta attorno, rapido, il pensiero ed il gesto quasi contemporanei.
Non a caso celebri fotografie sono nate nel contesto di un servizio fotografico. Tali sono quella citata del Che o la ragazza afgana di Mc Curry il quale stava già fotografando delle ragazze dentro ad una tenda di profughi. Quando ha inquadrato quella, l'aveva già notata, lei ha contribuito con quello sguardo incredibile che ha fatto storia.
Lo stesso vale per il miliziano colpito di R. Capa; è ovvio che lo stava già inquadrando quando è stato colpito, sarebbe stata comunque una foto notevole.
Idem per la foto dei bambini che scappano da un bombardamento lungo una strada in vietnam. Ecc.

Per questo celebri fotografie che colgono un istante sono quasi sempre fotografie di fotografi navigati, perchè chi non lo è non si è messo vigile e pronto nella situazione in cui la foto avrebbe potuto esserci, e se anche c'era non l'avrebbe vista e tantomeno fatta.

Inviato: 7/6/2016 21:06
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Re: Al posto giusto e al momento giusto

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27/4/2006 13:48
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Lo scatto memorabile il più delle volte non lo decide il fotografo ma il suo pubblico. Un'immagine diventa un'icona se c'é il terreno fertile perché ciò accada.
La mia immagine dell'abbattimento della statua del dittatore a Tirana è diventata un'icona in Albania, ma certamente non nel resto del mondo dove il muro di Berlino, simbologicamente identico, era già un'icona prima di essere abbattuto e, le mie foto del muro del 1989 sono identiche a tutte le altre.

Un'altra foto iconica, legata al personaggio e ai suoi aguzzini, alla sua fine al periodo storico e alla diffusione che ha avuto, è la polaroid di Aldo Moro con la stella delle BR. Non c'entra l'autore del segno, ma il significante, si direbbe in semiologia.

Possiamo poi parlare per ore della ricerca, della preparazione, della professionalità ecc. ma la realtà è ben diversa: se Capa non avesse fatto la foto del miliziano, l'icona della guerra di Spagna sarebbe stata un'altra, sic et simpliciter, perché il fotografo può fare una grande foto, ma non può in nessun caso lavorare per farla diventare un'icona. Quest'ultimo aspetto è solo la convergenza di una serie di fatti relativi alla comunicazione e alla società.

Inviato: 7/6/2016 23:20
Franz ...Tessera "Bromuro d'argento" C.F.A.O. n. AgBr 31......
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www.franzgustincich.it - Empirici di tutto il mondo, unitevi!......
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Re: Al posto giusto e al momento giusto
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4/11/2005 13:12
Da Roma
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E comunque: devi essere bravo, devi essere lì, devi avere un'attrezzatura adeguata... ma certe volte anche uno staff e una fama che ti consentano di "farti aiutare":

http://www.effeunoequattro.net/htdocs ... id=124575#forumpost124575

Fer

Inviato: 8/6/2016 9:13
Tessera C.F.A.O. n°14
Gallery (pBase)

** Si ricorda di leggere bene il REGOLAMENTO ** ....
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Re: Al posto giusto e al momento giusto

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Citazione:

FranzX ha scritto:

perché il fotografo può fare una grande foto, ma non può in nessun caso lavorare per farla diventare un'icona. Quest'ultimo aspetto è solo la convergenza di una serie di fatti relativi alla comunicazione e alla società.


è vero addirittura abbiamo foto di cui non sappiamo (almeno io non so ma credo quasi nessuno) il nome del fotografo.
La foto di Moro nella R4, quella di Falcone e Borsellino che parlano uno a fianco dell'altro... indiscutibili icone senza fotografo! Immagini tra l'altro, dalla tecnica inesistente.
Credo che per quanto ti impegni e certamente, come dice Pino, devi esserci e vederla la foto ma poi ti capita di scattarla e il tuo nome scompare sopraffatto dall'icona... C'è tutto un mondo da studiare, forse più da sociologi che da fotografi.

Inviato: 8/6/2016 9:29
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Re: Al posto giusto e al momento giusto
Utente non più registrato
Sono state dette da tutti cose verissime, che condivido, io comunque ho citato casi eclatanti e noti a tutti, ma non con l'intento specifico di citare fotografie che diventano icone, bensì per dire che anche nel mio piccolo la fotografia che ha una sua rilevanza nasce quando ci sono le premesse.

Per fare un esempio banale, è difficile avere nel proprio portfolio delle buone fotografie di strada, stando a casa!! Come diceva Paolo Monti (fondatore del circolo La Gondola e fotografo che è stato maestro di alcuni che sarebbero diventati grandi fotografi): - la fotografia si fa con i piedi-
Cioè la foto bisogna cercarla.
Solo se sei fotografo sai cogliere gli elementi di una scena che hanno un significato per te e per gli altri. La fortuna ti aiuta soltanto portandoti ciò che stai cercando e che devi essere pronto a cogliere.

Nella serie che ho postato tempo fa (Festa popolare veneziana) manca una foto che non ho fatto per colpa mia e ancora mi rammarico.
Sulla sinistra della chiesa avevano predisposto una fila di WC chimici addossata ad un muro, davanti a ciascuno c'era una piccola fila di persone di spalle, tra me e loro un piazzale vuoto.
Una contrapposizione fra la massa di fedeli davanti alla basilica e questi davanti ai WC.
Scena formidabile; ero sceso per primo dal battello della fermata posta per l'occasione (la festa) proprio davanti alla zona, quando l'ho vista, ma avevo ancora il tappo sull'obiettivo e la macchina spenta. Il tempo di accendere la macchina e togliere il tappo, e sono stato travolto dalla massa di persone che scendevano dopo di me. È stata tale la rabbia per essere stato impreparato che ho proseguito oltre, quella foto l'avevo persa, dopo c'era sempre qualcuno che passava davanti, qualcuno delle code che si girava, ecc. non era più la stessa foto.

Questa invece, in altra occasione, (ma potrei metterne decine, molte purtroppo per le mie remore sulla privacy non le pubblico) mi si è presentata davanti e non me la sono lasciata scappare. Fatta con una Rolleiflex con tempo e diaframma già impostati per quella luce, solo il tempo per impostare ad occhio l'iperfocale e scattare. La ricerca di un angolino privato dietro ad una colonna di una piazza piena di turisti! Più di qualche fotografo famoso l'avrebbe costruita mettendoci lì i due apposta, come si sa, questa invece è vera fotografia di strada.

CLICCARE SULLA FOTO


Allega:



jpg  Rollei_46a.jpg (333.41 KB)
2594_5757e59981089.jpg 1024X1025 px

Inviato: 8/6/2016 11:30

Modificato da PinoKent su 8/6/2016 11:53:48
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Re: Al posto giusto e al momento giusto

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Ci si può trovare anche nel posto sbagliato nel momento sbagliato ma diventare famosi ugualmente, faccio l'esempio assurdo ma non del tutto improbabile di un fotografo che si mette sotto una grande quercia durante un temporale, per ripararsi dalla pioggia...ma visto che c'è si mette a fotografare con tutta calma il paesaggio circostante che nell'occasione mostra dei bei nuvoloni belli carichi.

Alla fine della sessione, per chiudere in bellezza decide di farsi un selfie sotto la quercia, quindi nonostante la pioggia si allontana di dieci passi posiziona la macchina sul cavalletto girata verso di sé (tanto è tropicalizzata),

imposta l'autoscatto e torna velocemente sotto la grande quercia...cheese...e nel preciso istante in cui l'otturatore scatta, un fulmine lo coglie in pieno, la scena drammatica viene ripresa perfettamente nei minimi dettagli. Per quella foto il fotografo diventa celebre ma ormai è morto.Ecco questa dicesi sfiga...ma sfiga fortunata.

Ad ogni modo quello che ci ha rammentato PinoKent è grande verità, ovvero che la fotografia si fa con i piedi, nel senso che bisogna camminare per cercarla, poi un pizzico di fortuna non guasta...altrimenti può succedere come al fotografo sotto la quercia del mio fantasioso racconto.

Inviato: 22/6/2016 16:20
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Re: Al posto giusto e al momento giusto

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Mah non sono sicuro che il povero fotografo diventerebbe celebre nemmeno ritratto sotto la quercia che cade, sarebbe una notiziola un po'truce che ti farebbe dire caspita che sfigato! Ma il giorno dopo nessuno ricorderebbe più il povero fotografo schiacciato non solo dalla quercia ma dal mondo delle immagini e delle notizie che travolgono tutto. Credo che la "fama" (come si chiama?) la costruisci giorno per giorno e ci arrivi col tuo lavoro quotidiano, se ci arrivi, altrimenti amen non credo a colpi di fulmine, di fortuna o di sfiga particolari che una mattina ti fanno diventare famoso nè da vivo tantomeno da morto. La fotografia non è il superenalotto, anche se certamente la fortuna non guasta mai!

Inviato: 29/6/2016 8:28
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Re: Al posto giusto e al momento giusto

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Per un fotografo professionista,la fama,la reputazione e la professionalità, si costruiscono senza dubbio giorno per giorno ovvero con l'esperienza e su questo mi trovo d'accordo con te, aggiungo inoltre che occorre pertinacia, quest'ultima si coniuga perfettamente con ciò che diceva Pinokent:

ovvero che certi scatti che potrebbero diventar celebri te li devi andare a cercare, oltre che con pertinacia con grande pazienza, quest'ultima diventa ai nostri giorni improbabile visto il mondo che va molto velocemente, nessuno ha più pazienza per qualsiasi cosa figuriamoci per la fotografia.

Son passati i tempi dei grande formatisti che dopo aver montato con pazienza tutto l'ambaradan, dovevano trovare altra pazienza per previsualizzare l'immagine, per misurare l'esposizione ecc. e solo alla fine di lunghe sedute scattare, se anche i digitalisti di oggi avessero una minima dose di pazienza dei Gieffisti forse anche oggi non sarebbero rare le foto "particolari".

La tanto discussa "Fortuna" non viene mai da sola...va aiutata.

Il mio precedente intervento voleva solo porre l'attenzione su una questione che pare che a molti fotografi soprattutto non professionisti sfugge...ovvero fino a che punto è logico rischiare?

Mettersi sotto un quercia durante un temporale e poi mettersi pure a fotografare si dovrebbe sapere che non è proprio ideale, il mio era solo un esempio, ma cosa dire di quello studente che per fotografare una tigre da vicino è stato sbranato dalla stessa.

O quell'altro che rischia di farsi sbranare da un coccodrillo sempre per una foto troppo ravvicinata. Posso quasi capire un fotoreporter di guerra che muore colpito da un proiettile o bomba in zone di guerra, il suo è un mestiere...rischioso, ma un mestiere che permette di documentare con realismo ciò che accade davvero in quelle zone.

In conclusione a mio personale avviso non bisognerebbe mai mettere a repentaglio la propria vita o quella di altri per fare uno scatto memorabile...che potrebbe darti la notorietà, ma neanche per fare lo sborone con gli amici su facebook tentando di fotografare le fauci di un leone a 1 m di distanza.

Inviato: 29/6/2016 17:09
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Re: Al posto giusto e al momento giusto

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Credo che la Fama (chiamiamola così non mi piace ma non trovo sinonimi efficaci) la costruisci comunque giorno per giorno, che tu sia professionista o meno. L'unica differenza tra un professionista e un dilettante è la partita iva, non l'ambizione di emergere nel campo fotografico, grande o piccolo formato che si adoperi. Ogni attività richiede un certo sacrificio per emergere. Ovvio che un dilettante può avere meno tempo da dedicare all'attività ma è più libero mentalmente perchè non deve impazzire alla ricerca di clienti e può concedersi il grande lusso di divertirsi facendo foto che non necessariamente devono incontrare un mercato. Sull'affrontare i rischi sono perfettamente d'accordo e a mio parere non c'è nessuna foto che valga il rischio della vita perchè non è il rischio che ti dà la fama, al massimo ti fa portare a casa due lire a servizio venduto. Ricordi il nome di qualcuno dei tantissimi reporter morti in teatro di guerra? Invece quelli che rischiano la vita per farsi il selfie col coccodrillo li chiamo semplicemente pirla.
Prendi ad esempio Luigi Ghirri, è diventato noto a livello internazionale facendo foto letteralmente dietro casa rischiando meno di un pescatore al laghetto ma ha avuto il grande merito di avere raccontato un paesaggio ancora indedito e di avere incontrato sul suo percorso il grande Quintavalle...

Inviato: 29/6/2016 18:44
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Re: Al posto giusto e al momento giusto

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Oddio, per quanto riguarda i grandeformatisti, la pazienza non sempre si può avere, bisogna anche cogliere l'attimo.
Celeberrima è la storia di "Moonrise, Hernandez, New Mexico" di Adams, che ha frenato bruscamente la automobile, montato il tutto e senza avere il tempo di misurare l'esposizione, uno scatto al volo, per il secondo già il sole era andato a nanna.

Inviato: 30/6/2016 8:55
Intelligenti pauca
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Re: Al posto giusto e al momento giusto

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Citazione:

archifoto ha scritto:
(...)
Prendi ad esempio Luigi Ghirri, è diventato noto a livello internazionale facendo foto letteralmente dietro casa rischiando meno di un pescatore al laghetto ma ha avuto il grande merito di avere raccontato un paesaggio ancora indedito e di avere incontrato sul suo percorso il grande Quintavalle...


Ecco, è questo. Vale per qualsiasi passione o professione: non basta il livello qualitativo del tuo lavoro, e nemmeno la costruzione della reputazione giorno dopo giorno, se non incontri le persone giuste.

Sono le sinergie che contano: se trovi la giusta sinergia il tuo percorso sarà rapido.

Inviato: 1/7/2016 11:40
Franz ...Tessera "Bromuro d'argento" C.F.A.O. n. AgBr 31......
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