Sto ravanando in vari dischi rigidi, e sto portando alla luce un mucchio di vecchie scansioni che pubblicherò su un sito che sto preparando.

La storia che vi propongo questa volta è del 1990. Una piccola cittadina romena non molto distante da Sibiu che ha avuto la sventura di ospitare uno dei quattro impianti per la produzione di nerofumo esistenti al mondo. L'impianto di Copsa Mica, però, lavora a cielo aperto e non in un reattore più o meno stagno. La città era nera a causa dell'ininterrotta ricaduta di polveri nere. Il prodotto della sua principale azienda, il nerofumo, è una polvere impalpabile nera che è la base del colorante nero per qualsiasi applicazione, a partire dai pneumatici.

La seconda industria locale produceva batterie e rilasciava nell'ambiente acido solforico, cadmio, piombo, mercurio ecc...

E' considerata la città più inquinata d'Europa. E' un luogo dove le ferite faticavano a rimarginarsi e si infettavano facilmente, portando spesso all'amputazione degli arti. Un luogo privo di qualsiasi svago all'infuori della birra, con una speranza di vita, allora, di appena 42 anni.

Si camminava su uno strato di polvere nera e la pioggia, quando scendeva, corrodeva a vista i binari della ferrovia.

12 foto per questo racconto di archeologia industriale "contemporanea"

Allega:

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Caso da Terzo Mondo....allucinante. Splendide foto.

Storia agghiacciante (l'industria si alimenta grazie al sacrificio imposto dall'alto alle masse...), foto splendidamente riuscite.

Spero tu avessi mascherina e k-way (anche per la macchina!).

Fer

Toccante documentazione, i fotogrammi rendono perfettamente l'effetto della polvere nera che copre ogni cosa e le persone, la si riconosce dalla tonalità che è diversa dai toni dello sviluppo ed opaca, sempre la stessa, quindi anche tecnicamente sono impeccabili.
Una peste nera in cui tutto è immerso e soffoca, anche i sorrisi. Belle foto e bello il reportage che rende con grande efficacia la tragica condanna dei luoghi e dei loro abitanti già spenti.
Ci si chiede se siamo nell'800 ma le automobili ci dicono che è un crimine recente.

gran lavoro

CHAPEAU FranzX! chapeau e ancora chapeau.

Reportage molto intenso e coinvolgente; e se possibile, ancora di più lo sono le tue parole.

Che vita questi poveretti!

Se i tuoi lavori sono di tale livello, allora continua PF a ravanare nei tuoi vari dischi.

Complimenti eh!

Joe

La polvere quasi si tocca.

notevole e toccante.

Marco

Un lavoro intenso che mi ha fatto gelare il sangue e mi ha fatto ricordare un episodio: a metà degli anni '90, vicino a dove allora lavoravo, mendicavano una ragazzina dagli occhioni giganti e un bimbetto, forse fratelli. Ricordo il bambino che tendeva il moncherino ai passanti e la cantilena continua dei due che allora non capivo: Copsa Mica, Copsa Mica, Copsa Mica... Dopo una settimana sono spariti, sostituiti dal racket dei marciapiedi da un silenzioso venditore di chincaglieria che è durato parecchi mesi.

Andrea

Uno dei reportage più reali e toccanti che abbia visto recentemente; descrive in modo inimmaginabile ciò che si provava nei kombinat ex sovietici, dalla DDR, alla Cecoslovacchia, all'Ungheria impestata dagli stabilimenti di raffinazione dell'allumina.
Il più grande spegio che si potesse fare a degli esseri umani.

Sono rimasto basito, ignoravo del tutto questa storia e credo che il tuo veramente ottimo lavoro andrebbe pubblicizzato di più, cercando di non fare in modo che possa essere strumentalizzato per basse finalità politiche di campanile connesse ai partiti nostrani (sarebbe una assurdità).
Ogni volta che scopro livelli di sfruttamento dell'uomo sull'uomo superiori a un determinato livello, penso di aver visto il peggio, poi l'asticella viene spostata ancora un po' la volta successiva.
Ma in una città simile non esistevano politici locali, grigi (di nome e di fatto, direi) funzionari di partito che vi risiedevano? Non si respiravano quella roba anche loro?
I miei complimenti per averlo documentato, è un lavoro davvero serio, io sono inorridito.

Valerio

Mi sono accorto solo ora, riguardando, che manca la foto di chiusura, quella sulla birra.
Rimedio subito. Poi, con più calma, vi darò qualche altro particolare della storia.

Allega:

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A volte un'immagine vale piu' di mille parole. E questo reportage vale un milione di parole. La quotidianita' delle vite senza diritti e senza speranza. Il sorriso sghembo del ragazzino sul ponte riassume tutto e ti spacca in due..

Grazie a tutti delle belle parole. Questa storia era una porzione di un reportage più ampio sull'inquinamento nei paesi dell'est all'indomani della caduta del muro, ma non ebbe molto successo in Italia. lo pubblicai in spagna, in inghilterra, in germani, negli USA, in Corea ed in qualche altro posto, e nella sua versione a colori, che a mio avviso non rende altrettanto bene al di fuori delle schiume colorate di qualche fiume.

Una delle cose più drammatiche, ma infotografabile, di quella cittadina me la raccontò il medico condotto locale (non c'erano ospedali ma solo un medico e due infermiere): il luogo dove era installato il gabinetto medico era stato per anni la palazzina della securitate, la temibile polizia segreta rumena. Era una villetta con stanze raggiungibili da pareti girevoli, celle ed un laboratorio. Quest'ultimo mi è apparso come una stanza vuota, ma con un livello di radioattività decisamente eccessivo secondo il contatore geiger. Il dottore mi spiegò che lì, molto probabilmente, uccidevano gli oppositori dell'intera regione con dosi massicce di esposizioni radioattive, ma non vi era la certezza di nulla, salvo che questa stanza era l'unica con una pseudo porta blindata, oltre alle radiazioni.

Mi raccontò anche che una volta al mese veniva una vecchina a depositare un mazzo di fiori davanti alla porta.

Ma che bella la foto delle birre!

L'uomo a sinistra ha uno sguardo di rassegnazione, l'uomo che si gusta la birra ha uno sguardo intrigante, quasi di sfida.

Non mio stancherei mai di ammirare questo genere di fotografie; fanno bene allo spirito ed alla mente.

Ancora complimenti.

Joe

E' comunque un lavoro importantissimo, quando tutto ciò sarà passato senza immagini come le tue passerà non troppo tempo e qualcuno negherà la realtà di quanto hai documentato.
E' qualcosa di veramente grave quel che ci hai fatto vedere.
Veramente grave. Confermo: sono inorridito.