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I peperoni di Weston

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25/8/2005 8:38
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La serie dei peperoni di Weston e' molto famosa, e vi rimando a Google per un search "pepper Weston" se volete vedere alcune delle immagini.

Weston impiego' in alcuni casi fino a quattro giorni di lavoro e ricerca prima di trovare la combinazione di luce, l'angolazione, etc che potesse mettere in evidenza "l'essenza" del peperone. Le foto sono ovviamente cariche di significati simbolici, non ultima una evidente sensualita'/sessualita'. Quello che piu' mi ha interessato e' il concetto di fotografare l'essenza di un soggetto, uno dei cardini della filosofia estetica di Weston.

C'e' molta contraddizione --- fatta notare subito dai critici --- nella ricerca della essenza di un soggetto da fotografare, in quanto l'essenza stessa, per sua natura, non dovrebbe essere fotografabile. A me preme invece discutere di un aspetto che non ho visto trattato (magari perche' non ho trovato il libro giusto ancora) e che e' molto importante per la mia ricerca al momento, che e' orientata ad un estetica dell'immagine assolutamente minimalista. Ma che e' ancora alla ricerca di se stessa. All'interno di questo minimalismo non posso non includere l'essenza stessa di quello che fotografo, sarebbe come svuotare tutto. Mi devo percio', volente o nolente, confrontare con il concetto di "essenza" dell'oggetto.

Il mio problema e' che "essenza" evoca due sensazioni e posizioni artistiche antitetiche. Una e' se vogliamo molto circolare, molto orientale, relativa al raffinamento progressivo della rappresentazione fino al punto in cui ci si riesce ad avvicinare il piu' possibile a, appunto, l'essenza del soggetto. Senza mai coglierla completamente pero', in quanto si contraddirrebbe il concetto circolare della ricerca. Si lascia spazio quindi a nuove forme, nuove generazioni, che riprendono il percorso e lo affinano. Questa interpretazione mi mette a mio agio, mi trova in sintonia, potrebbe essere le fondamenta su cui costruire il mio alfabeto fotografico.

La seconda e' diametralmente opposta. Cogliere l'essenza e' un atto fondamentalmente imperialistico sull'immagine. Se uno ci pensa, ricercare l'essenza di un oggetto e proclamare di averla catturata ESCLUDE questo oggetto stesso dalla serie di oggetti su cui generazioni successive possono raffinare la loro estetica. Urla "e' mio!" e ci mette i cavalli di frisia attorno. E' una postura aggressiva, conquistatrice, imperialista, appunto. Lasciamo stare le ovvie assonanze con Weston (americano=imperialista) perche' sono molto sciocche, o il fatto che Weston, di sua natura, fosse il meno portato ad un approccio filosoficamente violento all'immagine. Magari si applica a lui, magari no. La sua estetica ed i suoi peperoni hanno pero' stimolato in me questa riflessione, ecco perche' ho introdotto l'argomento con il titolo "I peperoni di Weston": semplicemente perche' hanno stimolato queste riflessioni.

Ma oggi qualcuno avrebbe il coraggio di rifotografare i peperoni? Ne dubito, l'effetto citazione sarebbe devastante. Allora verrebbe da concludere che Weston (involontariamente o no mi e' di scarso interesse) ha colto l'essenza e ha conquistato il soggetto. Per sempre.

C'e' modo allora di avvicinarsi all'essenza del soggetto all'interno di una visione minimalistica con un processo estetico circolare come dicevo sopra, oppure e' solo una illusione, cioe' l'essenza la si coglie oppure no e quando succede la prima cosa si e' fatto conquista ed imperialismo estetico?

Mxa/Marco

Inviato: 31/3/2006 9:51
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Re: I peperoni di Weston
Moderatore
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8/2/2005 19:08
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Marco, felicissimo che tu abbia finalmente iniziato una discussione che avevi già  fatto intravedere !

E' un discorso veramente interessante, merita una riflessione attenta, adesso posso solo dire qualcosa a caldo, mi riprometto di tornarci sopra.

Io penso che non sia possibile cogliere l'essenza di alcunché, né con la fotografia, né con quantaltro. Credo invece che sia possibile mostrare la nostra essenza di un oggetto, che non necessariamente sarà  del tutto comprensibile ad altri, e nemmeno condivisibile.

Sì, forse è un atto violento quello di assumere un punto di vista su qualcosa, e volerlo in qualche modo esporlo all'attenzione degli altri, ma credo che sia molto di più un mettere in evidenza un nostro agire sul mondo delle rappresentazioni, che deriva necessariamente da una nostra scoperta del mondo, che non necessariamente è un'azione, ma puà derivare dall'aver subito una epifania, un disvelamento di un significato dell'oggetto. Non so se questo è attivo o passivo, sicuramente è un'azione mostrarne agli altri l'esito.
E' anche un processo che inevitabilmente parla di noi, del nostro mondo interiore ed è quindi un processo estremamente intimo.

Spero di essere stato abbastanza chiaro...


Andrea

p. s. I peperoni di Weston sono fantastici, in ogni caso!
Qui si puà vedere la camera oscura di Weston e qualche negativo, fra cui un Pepper : che emozione!

Inviato: 31/3/2006 13:24
sono moderno, non contemporaneo
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Re: I peperoni di Weston
Utente non più registrato
Oibohh!
Interessante riflessione. Per prima cosa però dovresti chiarire cosa intendi per "essenza".
Sospetto che tu ti riferisca a qualcosa che assomiglia all' "anima". Se fosse così non posso seguirti. Con la comparsa sulla scena di Galileo Galilei e con lui del pensiero scientifico moderno (legato quindi indissolubilmente alla sperimentabiltà ) non ha più alcun senso parlare di "essenza" delle cose reali e dei fenomeni.
Se invece usi il termine "essenza" in buona sostanza come sinonimo di "forma base,primigenia, senza fronzoli" allora sarebbe diverso.
La mia opinione è che ogni peperone è unico e in nessun caso lo si potrà  far assurgere a rappresentante della categoria dei "peperoni".
Chiarisco, se applicassimo all'uomo il medesimo ragionamento potremmo a ragione sostenere che l'ex ministro Calderoli in quanto uomo è il rappresentante dell'umanità : dubito che in molti concorderebbero!
Se ancora ed invece concordassimo che i peperoni non hanno valore individuale ma quel che conta è L'IDEA di peperone avremmo uno scenario ancora diverso.
Comunque, sempre a mio parere per carità , sia in un caso che nell'altro (individuo o concetto) lo spazio per la ricerca individuale è garantito e sicuramente interessante.
Ogni peperone sarebbe diverso dall'altro e l'idea di peperone diversa a seconda del fotografo.
Se l'immaginario collettivo riconduce al peperone di Weston la colpa/merito non è di Weston ma della scarsa attività  cerebrale dei singoli che sono poi parte del collettivo.
Ad maiora!
Cordialità  Mario

Inviato: 31/3/2006 13:42
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Re: I peperoni di Weston
Moderatore
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8/2/2005 19:08
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Scusami, Marco, noto adesso il tuo nuovo avatar... Presidente di cosa?


Andrea

Inviato: 31/3/2006 14:19
sono moderno, non contemporaneo
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Re: I peperoni di Weston

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25/8/2005 8:38
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Citazione:

Hologon ha scritto:
Scusami, Marco, noto adesso il tuo nuovo avatar... Presidente di cosa?


Andrea


Il governo italiano non e' riuscito a trasferire la mia residenza elettorale da San Francisco in Italia in 3 mesi e mezzo. Quindi per votare sono costretto ad andare in consolato a San Francisco. Quindi non voto.

Visto che mi e' negato il votare, mi candido. Alla presidenza. Non so di che cosa.

(Mi sono scandidato qualche giorno dopo questo messaggio, preferendo qualcuno piu' qualificato di me, altri candidati seguiranno...)

Tranquilli, il 10 aprile lo tolgo

Mxa/Marco


P.S. Andiamo avanti a parlare di estetica, per carita'.

Inviato: 31/3/2006 14:27
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Re: I peperoni di Weston
Utente non più registrato
Credo che Marco sia entrato in clima pre-elettorale...poco importa chi vince tanto siamo entrati in un clima fiabesco....

Dunque riflessione serie e "pesanti" prima di dire la mia credo pero´ che noi tutti ci dobbiamo dare delle specie di "regole" nel senso che certi argomenti vanno affrontati ho in maniera "seria" ed approfondita e quindi necessitano di molto tempo e di documentazioni oppure in maniera piu´ leggera basata su un proprio vissuto cognitivo emozionale e quindi risposte piu´ immediate ma invitabilmente aperte e meno profonde.

La prima cosa che mi viene in mente sull´essenza generale delle cose e´ che dal mio punto di visto la rappresentazione dell´essenza e´ possibile ma in qualsiasi procedimento (artistico, descrittivo, deduttivo....)e´ sempre una interpretazione soggettivita basato sulle proprie emozionalita´ e sul proprio vissuto.
I pubblicitari in questo sono bravissimi nella rappresentazione di essenza a categorie ben definite di persone, pensate come lo stesso linguaggio pubblicitario stimoli sensazioni ed emozioni diverse a categorie diverse mentre a specifiche categorie (i potenziali acquirenti consumatori) il messaggio o essenza arrivi simile a per tutti.
Un procedimento artistico ha delle logiche tutte sue e la rappresentazione dell´essenza e´ a mio avviso molto ma molto soggettiva.
Weston passo´ dei giorni nel fotografare i peperoni e noi a postumi cerchiamo ed indaghiamo sull´essenza di queste immagini....stando poi il fatto che ognuno di noi trova e scopre infiniti percorsi, il dubbio che a me viene e´ che l´essenza sia proprio questa.....ed allora credo che ci avviciniamo a quella che Marco definisce un interpretazione circolare.....

(vado un attimo a meditare e poi vedo se integrare...)


Roberto

Inviato: 31/3/2006 14:39
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Re: I peperoni di Weston
Utente non più registrato
Caro Presidente,
spero proprio che tu possa diventare almeno ministro della fotografia, ma intanto che aspettiamo volevo esternarti una mia perplessità  per quando dici nei due ultimi capoversi del tuo intervento.
Secondo me, ripeto secondo me, sono proprio i "peperoni" il punto di partenza per incominciare una interessante sperimentazione: 1-Weston e i suoi peperoni sono la più importante sfida dell'ultimo decennio della tua vita; 2-mettiti nelle sue stesse condizioni operative (Weston era molto parco in attrezzature e sobrio in tecnica); 3-prova fino a quando i due peperoni marciscono facendo, in semplice set casalingo, una ripresa 20x25 ogni ora per tutto il tempo che serve; 4-intanto pensi alle cose che ti capitano in mente sull'argomento e le scrivi (un po' come quando si stampa nel silenzio assoluto della camera oscura); 5-alla fine delle riprese stampa a contatto (scannerizza) al meglio le immagini che ti sembrano migliori; 6-alla fine uscirà  la "tua" foto sui peperoni.
Scusami la sequela di stupide battute dette sopra, ma quello che ti ho descritto è, più o meno quello che ha fatto Weston, fino a quando ha ragginto la consonanza, l'essenza, di quello che "lui" riteneva essere una "fotografia". E' nell'imitazione che si trova la chiave per la propria originalità .
Ciao Candidus,

Inviato: 1/4/2006 21:50
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Re: I peperoni di Weston
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x Mxa:

Io non credo che Weston abbia catturato "l'essenza" dei peperoni, nel senso che:

"Non credo che abbia fotografato i peperoni in un modo tale che non ci sia più nulla da dire sull'argomento in quanto già  totalmente sviscerato."

Credo che abbia fornito una interessante sintesi di questo soggetto, senz'altro un riferimento tecnico ed estetico, senz'altro entrato a far parte del bagaglio culturale e, perché no, dell'immaginario collettivo di moltissimi fotografi. Però il modello da lui estratto non è completo.
Banalmente, manca il cromatismo, su cui c'è da "raccontare" fotograficamente tantissimo.
Mancano le "interiora" del peperone, il cui interno è almeno altrettanto suggestivo; e così via...

E la penso così per tutti gli altri soggetti iconizzati da grandi maestri: lo stesso Yellowstone Park ha tantissimo da offrire a chi non si limiti a scimmottiare AA imitandone tempi, modi, orari, attrezzatura, inquadratura etc.; imitazione che sicuramente puà essere inizialmente preziosa per farsi le ossa e trovare la propria via, ma che deve evolversi; AA non ha catturato l'essenza dello Yellowstone, che come tutti i soggetti del mondo ha tante anime, tutte da esplorare, sviscerare, raccontare a modo nostro.

Fer

Inviato: 1/4/2006 22:26
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Re: I peperoni di Weston

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Ciao
Per me la cosa è molto più semplice, Weston avevo visto nel peperone un ottimo soggetto per la sua "idea fotografica" e l'ha messo su negativo, per quel che riguarda l'originalità  della foto penso sia relativa, il peperone puà essere ri-ripresentato da altri in forme e luci differenti e magari dare emozioni-pensieri diversi.
Ciao
Stefano

Inviato: 2/4/2006 20:38

.....................
In un mondo dove tutto cambia rapidamente dedicatevi qualcosa in grado di fermare il tempo........... ...
Tessera C.F.A.O n°1 .........
...
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Re: I peperoni di Weston

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Ciao,
ormai lo sapete, io sono un po' ostico a recepire certe forme di arte, pero' sono pieno di buona volonta', perche' se ci sono degli estimatori significa che loro vedono qualcosa che io non vedo. E' ovvio che la penso come fer e phstef, pero' mi piacerebbe sapere perche' questi peperoni sono diventati tanto famosi. Intendiamoci, conoscevo Weston in quanto in passato avevo tentato di imitare un suo famoso nudo, e non volendolo ovviamente fare uguale avevo in mente alcune modifice alla posa ma non avevo avuto la fortuna di avere una modella sufficientemente dinoccolata.
I peperoni li avevo visti ma non avevo dato loro molto peso. Ora me li ritrovo davanti come una specie di pietra miliare.
Cosa c'e' che nella mia miopia culturale non riesco a vedere?
E' vero, c'e' una grande somiglianza, nelle linee scure e lucide con una schiena umana rattrappita e contorta, forse si puo' intravedere, volendo, una sofferenza. Ma non mi si accappona la pelle, ci vedo solo un esercizio fotografico.
Cosa non riesco a vedere? Probabilmente qualcuno inorridira' sentendomi parlare cosi', ma vi assicuro, non e' una provocazione, e solo la curiosita' di uno che si sente tagliato fuori.
Ciao,
Renzo

Inviato: 2/4/2006 22:47
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Re: I peperoni di Weston
Utente non più registrato
Oh Renzo!!
perche´ i peperoni di Weston sono famosi? la risposta e´ al limite del banale.....se avrai l´occasione di vedere le stampe vintage anche tu proverai una emozione, anzi la tua emozione.
In fine dei conti fare arte e´ suscitare emozioni, piu´ forti o meno forti, svegliare ricordi, suggerire percorsi o idee.....se ci pensi anche la Gioconda non e´ che sia chissa´ che soggetto eppure vista dal vivo.....
Essenza, emozioni, sensazione, ricordo, desiderio......sono parte del linguaggio di chi produce arte.



Roberto

Inviato: 3/4/2006 10:07
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Re: I peperoni di Weston

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Ciao
intanto volevo ringraziarvi per queste discussioni splendide, purtroppo ho pochissimo tempo e non riesco quasi mai a partecipare. ma veniamo a noi.

in primo luogo mi pare che ci sia una certa confusione su quella che è l'essenza delle cose e su cio' che si vuole ottenere. marco per favore ci puoi spiegare meglio? altrimenti rischiamo di parlare tutti di una cosa diversa e non ci si capisce più niente. cosa vuoi ottenere nella tua ricerca?

per me la domanda dell'essenza è imbarazzante. da bravo fisico direi che è una domanda non scientifica. quando in mq dai una funzione di probabilità  della posizione e dell'impulso di una particella viene naturale chiedersi "va bene, per il principio di indeterminazione non posso conoscere posizione e impulso con precisione infinita, ma la particella si trovava per davvero in un punto preciso con impulso preciso? siamo noi che non ne abbiamo accesso all'informazione ma questa di fatto esiste?".
in questo io appartengo a quella scuola che dice che la domanda è non scientifica e che non ci sarà  modo di darne risposta.
mi pare che lo stesso ragionamento si possa applicare a filosofia, estetica e vita.
di fatto uno deve uscire dall'ottica duale soggetto e oggetto e pensare la realtà  al di là  di questa rigida dicotomia. il mu invece del si e del no, giusto per fare l'occhiolino alle filosofie orientali.
insomma, per me non esiste un'essenza delle cose, ma solo una rappresentazione, ovvero un'entità  che sovrappone oggetto (il peperone) e soggetto (io che lo fotografo) in un'unico tutto.
quindi per me il probema dell'essenza non si pone.

diverso il fatto che non possa fotografare peperoni. per quanto sia vero che possa continuare la ricerca sui peperoni, sul cromatismo, l'interno, etc ci sarà  sempre l'effetto citazione o negazione. non perche' weston abbia colto una presunta essenza del peperone, ma perche' volenti o nolenti di fronte ad una foto di peperoni ci verranno sempre in mente quelli di weston, perche' per citazione o negazione i suoi peperoni saranno sempre li' nella testa di tutti.
la soluzione per me è cercare la peculiarità  della nostra rappresentazione in una forma diversa, visto che per quanto io sappia anche per weston il peperone era solo una scusa per mostrare la voluttà  del mondo, la bellezza, armonia, sensualità  che la realtà  è capace di creare. sia poi una conchiglia, un culo o un peperone.

ciao
f

Inviato: 3/4/2006 10:45
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Re: I peperoni di Weston

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Da Toscana
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Ciao Roberto,
in effetti mi era venuto in mente che se non si vede l'opera dal vivo o perlomeno una sua riproduzione abbastanza fedele si perdono per strada i motivi di molti argomenti di discussione.
Cerchero' di trovare qualche riproduzione attendibile....
Alla caccia dei peperoni di Weston...
Ciao,
Renzo

Inviato: 3/4/2006 11:20
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Re: I peperoni di Weston

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25/8/2005 8:38
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Siete tutti di grandissimo aiuto, rispondo un po alla rinfusa.

Roberto, nel tuo commento hai messo a fuoco un tema che avevo gia' in mente, cioe' di come strutturare questa sezione. E' evidente che non sono interessato al cazzeggio dilettantesco. In teoria mi piacerebbe che si parlasse portando citazioni di altri, libri di riferimento etc. In pratica alcuni di noi ne sono capaci, altri (io, per esempio) stanno imparando e non ce la fanno ancora. Dato pero' che io ho una robusta allergia ai cazzeggiamenti, posso solo promettere che ce la mettero' tutta per mantenere la discussione al livello piu' elevato che la mia (scarsa, per ora) cultura estetica fotografica mi permette.

Floriano, il tuo discorso sull'imitazione mi coglie di sorpresa. Lo trovo affascinante e ci devo ragionare su. D'altronde non era Picasso che aveva detto qualcosa tipo "I bravi artisti copiano, i grandi artisti rubano?" Comunque, capisco dove stai andando a parare.

Fer, la tua posizione sulla disponibilita' dei peperoni a nuove riscoperte mi sente molto in sintonia.

Andrea, Fer, Fabiano: il problema dell'essenza. Per non entrare in discussioni da fumati fricchettoni ("vedo gente e faccio cose") cerco di solidificare il mio pensiero attorno ad una discussiona "seria", usando un termine di Roberto. Chiaramente le mie muse ispiratrici non sono la estetica fotografica (causa la mia ignoranza) ma il mio essere, la musica, e la filosofia.

Io sono di natura una persona iterativa, quindi a suo agio nel raffinare l'atto creativo ed incapace di generare di primo acchito un risultato che mi convinca. Ho anche una moglie intensamente dedita all'ikebana con tutto il bagaglio di scintoismo che si trascina dietro. Su tutto questo una passione di lunga data per Bergson ed il suo elan vital da una parte e la musica minimalista dall'altra. All'interno di questo contesto (che non esclude una ricerca che mi porti in luoghi diversi, pero') l'essenza di un oggetto, di una immagine, di una situazione esiste eccome. Ma non e' raggiungibile, per definizione. E' pero' infinitamente avvicinabile, in un miglioramento (del prodotto artistico, ma soprattutto di se stessi) continuo. La mia domanda iniziale era percio' se per caso io non ho torto e c'e' un modo per arrivare all'essenza, conquistarla, e sottrarla al resto del mondo.

Non so se ho aggiunto qualcosa di significativo alla discussione o sto solo "cazzeggiando". Ma quello che sto leggendo in questo thread mi e' immensamente utile.

Mxa/Marco

Inviato: 3/4/2006 17:29
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Re: I peperoni di Weston
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Caro Marco,
la mia grande preoccupazione è che si perda tempo a disquisire senza agire, anche perché le soluzioni arrivano sperimentando. Il massimo sarebbe discuterne mentre si fotografa, ma io non ci riuscirei, sarei distratto dalle parole (quando riprendo e/o stampo lavoro nel più assoluto silenzio). Se ci pensi, vista la delicata passione di tua moglie per l'ikebana o l'esperienza di Herrigel per imparare il tiro con l'arco, il metodo che ti suggerisco, propone gli stessi percorsi. Non si tratta solamente di riferirsi ad esperienze orientali, ma più semplicemente all'azione dei nostri grandi artisti del Rinascimento: di giorno scolpisco, dipingo, progettano, di sera recitano poesie da Lorenzo, al Giardino de' Boboli. Cultura e artigianato = geni a non finire: perché non provare nel nostro piccolo. Il discorso andrebbe approfondito ulteriormente, ma se pensi a Weston quando ha fotografato i suoi peperoni ha fatto un po' come Duchamp con la scolabottiglie o l'orinatoio, solo che Weston è stato fra i primi a provarci, dopo la staccionata di Strand. Dietro a questi giovanotti c'era Stieglitz che conosceva tutti cominciando proprio da Duchamp. Finisco quì per il momento, ma ne parleremo ancora. Ciao Candidus, (3 volte felice)

Inviato: 3/4/2006 18:50
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Re: I peperoni di Weston

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Ciao a tutti,
Beh, debbo ringraziare Candidus che mi ha aperto un po' gli occhi tracciandomi una via da seguire. Via difficile, dovendo andare a cercare dietro gli alberi del bosco di internet, comunque da qualche parte conduce.
Voi avete tutti o parecchi di voi l'hanno, una preparazione culturale di cui la fotografia, l'arte fotografica, e' uno e soltanto uno dei punti di riferimento. Sicuramente la lente attraverso cui voi vedete la fotografia e' piu' luminosa e piu' corretta della mia. Potrei incominciare a fare delle ricerche e a studiare non dico per mettermi in pari, ma perlomeno per capirci qualcosa, ma il tempo e' tiranno.
Eppure le due righe di Floriano mi sono state senz'altro di aiuto.
Perche' al lato di questa discussione ( ..a scuola con....) qualche baldo volontario non fa un riassuntino sommario dei personaggi e degli avvenimenti della storia della fotografia in modo da creare una traccia, magari anche segnalando i testi migliori per una profiqua ricerca?
Molti di voi in effetti ogni tanto segnalano dei libri, ma questo viene fatto non in modo organico, e senz'altro non in un contesto cronologico, per cui rimane utile come approfondimento su un autore, ma per chi non ha una preparazione sono flash isolati.
Comunque cerchero' di seguire i vostri ragionamenti, il riferimento di Floriano agli artisti del rinascimento mi piace.
Ciao,
Renzo

Inviato: 3/4/2006 20:47
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Re: I peperoni di Weston

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Citazione:

Candidus ha scritto:
Caro Marco,
la mia grande preoccupazione è che si perda tempo a disquisire senza agire, anche perché le soluzioni arrivano sperimentando....


Sono d'accordo con te, in generale. Nel mio caso specifico negli ultimi anni ho fotografato moltissimo e ragionato di fotografia troppo poco. Sento adesso molto piu' il bisogno di ragionare di fotografia che di fotografare. Poi arrivera' il momento di ricominciare a fare 'clic', magari in modo meno bulimico e spero con un retroterra piu' strutturato.



Mxa/Marco

Inviato: 4/4/2006 4:41
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Re: I peperoni di Weston

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Falcopardo ha scritto:

Perche' al lato di questa discussione ( ..a scuola con....) qualche baldo volontario non fa un riassuntino sommario dei personaggi e degli avvenimenti della storia della fotografia in modo da creare una traccia, magari anche segnalando i testi migliori per una profiqua ricerca?


Renzo,
quello che posso contribuire io e' solo in inglese, per cui mi piacerebbe sapere di libri in italiano <i>di italiani</i>.

Ti elenco sotto qualche titolo:

<i>The History of Photography</i>, Beaumont Newhall, The Museum of Modern Art, New York. Questo e' forse uno dei due o tre classici testi di riferimento sulla storia della fotografia in lingua inglese.

<i>On Photography</i>, Susan Sontag, Picador

<i>Camera Lucida. Reflections on Photography</i>, Roland Barthes, Hill&Wang (ma se puoi, leggilo in francese).

Di tipo tecnico:

<i>The Manual of Photography</i>, Ralph Jacobson, Sidney Ray, Geoffrey Attridge, Norman Raxford, Focal Press. Il libro piu' bello di tecnica fotografica che mi sia capitato di leggere. Ha anche una storia affascinante perche' la prima edizione (io ho la nona) e' del 1890!

<i> Applied Photographic Optics </i>, Sidney Ray, Focal Press. Tomo scientifico di 650 pagine. Se avevi qualche curiosita' su ottica, lenti ed obiettivi questo te le toglie tutte, ma proprio tutte

Mxa/Marco

Inviato: 4/4/2006 8:47
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Re: I peperoni di Weston

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Grazie Marco,
Anch'io preferirei testi in italiano, anche perche' certi termini non si trovano neppure sui vocabolari o se si trovano hanno significato diverso, e nello sforzo di tradurre, spesso, almeno io che ho un inglese scolastico-commerciale, si perde il senso del discorso. Poi non credo che questi libri siano di facile reperimento, almeno in Italia.
Comunque mi interessa questo intreccio tra pittura, scultura e fotografia alle prime armi.
Comunque ti ringrazio per l'interessamento e i consigli.
Ciao,
Renzo

Inviato: 4/4/2006 9:02
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Re: I peperoni di Weston
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Mi inserisco con imperdonabile ritardo sin questo magnifico 3ad, scusate ma come dicevo in un'altro post l'influenza ma mi spezzato le gambe negli ultimi 3 giorni!

Allora, prima una premessa sull'essenza...da persona che ha una formazione umanistica, in particolare filosofia ed antropologia, posso capire sia Marco/Mxa quando parla di "essenza", essendo uno dei grandi "concetti" che hanno sostenuto l'ontologia (cioè la disciplina filosofica che studia l'"essere") e non solo, in tempi più recenti penso infatti ad Heidegger e anche ad una parte della Fenomenologia (anche se l'essenza è trattata in termini completamente diversi rispetto alla tradizione ontologica), così come capisco Fabiano quando giudica il problema dell'essenza come non scientifico, come un qualcosa che appartiene appunto ad un pensiero filosofico che appartiene al passato, pensiero le cui tematiche sono state spazzate via sia dalla scienza che da alcune correnti della filosofia contemporanea, e penso al Circolo di Vienna ma soprattutto a Wittgestein che con i suoi giochi linguistici ha inflitto severe ferite allo statuto dei problemi ontologici.
Però questo non basta e non ci deve indurre a sottrarci al compito interessantissimo a cui ci chiama Marco, perchè checchè ne dica la filosofia o la scienza, sappiamo tutti che esistono e sono esperibili stati psicologici, emozionali, percettivi, sensisti, nei confronti di un'opera d'arte, che evidentemente non possono rientrare ed essere descritti dal linguaggio e dal metodo scientifico (che giustamente si deve occupare d'altro) così come da quelle correnti filosofiche che hanno escluso dal loro campo di indagine una serie di aspetti del nostro esperire quotidiano (si, perchè buona parte della filosofia moderna sta diventando un pò come la scienza, cioè "settoriale", ed aggiungo un bell'ahimè!)...

Non appena ho letto il 3ad di Marco mi è subito venuto in mente Cezanne, cioè il fatto che fosse l'unico ad aver colto nei suoi dipinti l'"essere meloso di una mela", che in un certo senso è come dire che ha colto l'essenza della mela...mi sono andato a rinfrescare la memoria questa mattina, ed ho trovato due testi di riferimento in relazione a questo tema, cioè "Logica della sensazione" di Gilles Deleuze (libro però dedicato a Bacon) ed un testo di Lawrence, inserito in “Scritti sull’arte” edito da Tema Celeste…partirei proprio da una citazione di Lawrence:

“Dopo aver lottato accanitamente per quaranta anni, riuscì a conoscere a pieno una mela, ed anche, ma non proprio allo stesso modo, una o due brocche. Questo è tutto ciò che ottenne. Sembra niente, e difatti lui morì amareggiato. Ma è il primo passo che conta, e la mela di Cezanne rappresenta tantissimo, più dell’idea di Platone…Cezanne si avventà contro il suo clichè, vi strappò via la forma ed il contenuto…la lotta contro iul clichè è la cosa più evidente nei suoi quadri…ma io sono convinto che ciò che Cezanne voleva era la rappresentazione, quella verosimile; solo che la voleva più verosimile, ed ora, esistendo la fotografia, è molto difficile avere una rappresentazione più verosimile…Solo in alcune nature morte Cezanne è riuscito qualche volta a sfuggire ai clichè e a dare una interpretazione intuitiva degli oggetti reali…Ed in questo egli è inimitabile. I suoi imitatori non copiano le brocche e le mele, perché non ne sono capaci. Si tratta della vera essenza della mela, e non puà essere imitata. Ogni uomo la deve ricreare, nuova e diversa. Dal momento in cui “somiglia” a quella di Cezanne, allora è come se non esistesse.”

Ora, in questi brani di Lawrencer già  si delieano alcune delle risposte che Marco/Mxa sta cercando, però rimangono ancora iscuri alcuni passaggi, alcune definizioni, alcune pulsioni…intanto come è possibile, come ha fatto Cezanne a dipingere l’essenza di una mela…e poi. Cosa sono i clichè…e, soprattutto, come è possibile rapportare l’esperienza di Cezanne, la ricerca di Cezanne, alla fotografia?

Io vorrei subito rispondere all’ultima domanda: si, è possibile fare in fotografia quello che Cezanne ha fatto in pittura per le sue mele, e dico che è possibile perché credo profondamente nella celebre formula di Klee, “non rendere il visibile, ma rendere visibile” (sottintendendo “rendere visibili forze che non sono visibili”), questo per me si applica a tutte le forme d’arte, compresa la fotografia, per cui non esiste un’arte propriamente figurativa (e quand’anche lo fosse non sarebbe più arte), e questo vale anche per la fotografia, anche se per lei riuscire a sottrarsi alla “condanna” della figurazione è impresa ben più ardua rispetto alla pittura per via della natura stessa del mezzo fotografico, ma il fatto che sia più difficile e che richieda un impegno ed una dedizione maggiore da parte del fotografo non significa che non sia possibile, così come Bacon ci ha dimostrato che si puà tranquillamente fare a meno della figurazione, ed anzi smantellarla con maggiore efficacia, senza per questo necessariamente ricorrere alla pittura astratta…

Altro passo indietro, alle radici del problema, e a questo punto devo citare direttamente Deleuze …”ci sono due modi di superare la figurazione (cioè l’insieme dell’illustrativo e del narrativo): in direzione della forma astratta, oppure verso quella che Deleuze chiamava la Figura.
Questa direzione verso la Figura Cezanne la chiamava molto semplicemente: la sensazione.
Certo, non è Cezanne ad avere inventato questa via della sensazione in pittura, è stato lui però a conferirle uno statuto senza precedenti. La sensazione non è solo tutto il contrario del facile, del definito, del clichè, ma anche del “sensazionale”, dello spontaneo ecc….la sensazione è soggetto ed oggetto fusi indissolubilmente, è, come dicono i fenomenologi, l’essere-nel-mondo: io divengo nella sensazione e, al tempo stesso, qualcosa accade attraverso la sensazione, l’uno per l’altro, l’uno nell’altro…e, al limite, è il corpo stesso a dare e ricevere la sensazione, a essere insieme soggetto e oggetto…la lezione di Cezanne, al di là  degli impressionisti: la Sensazione non sta nel gioco “libero” e disincarnato della luce e del colore, ma, al contrario, nel corpo, fosse anche il corpo di una mela…la sensazione è ciò che viene dipinto. Cià che viene dipinto sulla tela è il corpo, non in quanto rappresentato come oggetto, bensì in quanto vissuto come affetto da quella particolare sensazione…”

Cioè dipingere la sensazione, cioè fotografare la sensazione, questa è la strada maestra per accedere alla Figura sottraendosi alla figurazione, per accedere all’essere melesco della mela, o all’essere peperonesco del peperone (detto così fa ridere però!!!), così come forse ha fatto Weston, ammesso che sia riuscito a fotografare un corpo/peperone affetto da una particolare sensazione…qui siamo noi arbitri assoluti, nel senso che è solo lo spettatore che, entrando nel quadro, entrando nella fotografia, accedendo a quella unità  del senziente e del sentito, puà provare la sensazione…così come vedo in queste righe che ho trascritto degli apparentamenti “pericolosi” ed interessanti sia con il percorso di ricerca tracciato da Floriano/Candidus, e sia con alcune “tentazioni” orientali menzionate da Fabiano, ma qui se vorrano intervenire lo faranno loro…io rimarrei ancora legato invece al mio percorso teoretico: quindi, fotografare la Figura (quindi la sensazione) rifuggendo il figurativo, cioè fotografare un corpo in quanto vissuto come affetto da quella particolare sensazione, facendo così applichiamo alla lettera la formula di Klee, “non rendere il visibile, ma rendere visibile”, quindi con la fotografia possiamo rendere visibili forze invisibili ed arrivare così all”essere meloso della mela” (con la consapevolezza però che “non puà essere imitata. Ogni uomo la deve ricreare, nuova e diversa”)…rimane però ancora la questione dei clichè, questione che qualsiasi pittore o fotografo interessato ad una forma personale di espressione artistica si deve porre…possiamo dire che esiste una fotografia prima del fotografare: è un errore credere che affrontiamo lo scatto con la pellicola non impressionata o la memoria della nostra reflex digitale vuota…in realtà  tutto quello che abbiamo nella testa, attorno a noi, più o meno virtualmente, più o meno attualmente, sono già  impressionate sulla pellicola come immagini virtuali, “latenti”…quindi prima di effettuare lo scatto, è necessario svuotare, sgomberare, ripulire la pellicola da tutte queste immagini, che per il fotografo sono perlopiù i dati figurativi che arrivano dalle illustrazioni di giornali, immagini-foto, immagini-tv, immagini che sono anche delle vere e proprie narrazioni.
Esistono clichè sioa psichici che fisici, percezioni già  pronte, ricordi fantasma…capite come la lotta alla figurazione ed ai clichè sia un compito molto arduo già  in pittura, figuriamoco poi in fotografia, ma la domanda di Marco mi ha scatenato tutta una serie di “collegamenti” letterari, pittorici e filosofici che io consodero fondamentali, non solo in relazione alla domanda posta da Marco e per dare il mio piccolissimo contributo alla sua riflessione, ma le considero fondamentali per il futuro della fotografia stessa come forma d’arte e come spunto di riflessione sulla fotografia stessa come mezzo di espressione artistica…



Inviato: 4/4/2006 15:33
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