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Privacy, Fotografia e nuove tecnologie

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Buongiorno a tutti,

vorrei condividere con voi alcune riflessioni. Negli ultimi anni abbiamo assistito al boom degli smartphone, oggetti ormai dotati di fotocamere da 25-30 Megapixel che possono scattare silenziosamente e caricare direttamente la foto in internet e nei social network(Instagram, Facebook, Flickr, Google+...)

Di recente è comparso un nuovo prodotto, i Google Glass (http://www.google.com/glass/start/). Sono occhiali che riprendono quello che vedi e che poi possono caricarlo in internet. Al momento le authority per la privacy di mezzo mondo sono preoccupate proprio per la suddetta privacy e sempre le stesse sono almeno per ora riuscite a limitare Google nell'implementare la capacità di riconoscimento facciale.

Ora un po' provocatoriamente domando: è forse questo il futuro della street photography? E' cambiata la percezione dell'essere fotografati con l'avvento di queste tecnologie?

Se ci si pensa di è passati da un Cartier-bresson che fotografava chiunque senza nessun problema di privacy o di tutela dell'immagine, ad una sorta di fobia nei confronti di qualcuno che ci fotografa(va) per strada con una reflex o una medioformato ad una sorta di apatia a causa dell'impossibilità di riconoscere (immediatamente e con certezza) chi sta scattando da chi sta semplicemente telefonando o scrivendo una mail per strada.

Dovremo adattare il concetto di privacy per strada alle nuove tecnologie? Andremo a vedere mostre di street photography dove se prima di usavano supergrandangolari per fingere di fotografare altro adesso il fotografo fingerà di telefonare? O molto più semplicemente nulla di tutto ciò perchè la legge viene prima di qualunque cosa e quindi sia i fotografi che i "fotografati" continueranno, i primi a tormentarsi, i secondi ad incazzarsi?

Forse in merito a quest'ultimo punto bisognerebbe fare un'ulteriore riflessione: una volta (ai tempi del negativo) questo poteva essere "distrutto" o messo in un cassetto e quindi la questione di te ritratto poteva finire lì. Ora, nel 2013, questo non è possibile perchè il secondo dopo in cui io ho "postato" un'immagine su un social network questa può essere condivisa, salvata, ri-condivisa e di fatto fermarne la diffusione sarà impossibile (vedasi alcuni casi del c.d. cyber-bullismo o alcuni articoli sulle immagini pedo-pornografiche on-line)

Secondo me il tema di come la gente percepisce oggigiorno l'essere fotografata, la tutela della propria immagine nel 2013 e soprattutto il rapporto tra fotografo e street photography con l'avvento di queste nuove tecnologie potrebbero essere fertile terreno di discussione e dibattito.

Inviato: 19/6/2013 12:32
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Re: Privacy, Fotografia e nuove tecnologie
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La questione è ovviamente molto complicata e non per nulla viene dibattuta un po' ovunque.

Personalmente però faccio un po' fatica ad accettare il concetto giuridico di base, secondo il quale chi se ne va su una pubblica via o spiaggia o altro luogo pubblico, esposto agli sguardi e se vogliamo anche ai giudizi di chiunque passi o sia presente, abbia da vantare una qualche tutela della privacy se lo sguardo, invece di essere più o meno fuggevole,, si sofferma e si concretizza in una immagine. Se mi guardi mentre do' una leccata ad un cono gelato, fa niente; ma se mi fotografi mentre lo faccio , allora c'è una violazione della mia privacy. Ma perché? Che razza di concetto logico sarebbe?
Cioè, capisco benissimo che gli avvocati ci sguazzino su una trovata del genere, ed in effetti penso che più o meno sia stata l'invenzione (geniale, se vogliamo) di qualcuno di loro, in cerca più o meno affannosa di nuovi clienti.
Ma che le esigenze di campare degli avvocati debbano essere inquadrate in una fattispecie giuridica secondo cui non è lesivo della privacy ciò che in pubblico si vede, ma lo diventa se anziché solo guardarlo, lo fotografo... bah, a me non convince.
Dice: "ma ci può essere un corrispettivo economico, se vendi la foto"...embè? Se temi questa possibilità, stattene chiuso in casa, dove nessuno senza il tuo permesso verrà a violare la tua privacy.
Ma sarebbe un Mondo troppo semplice e troppo logico, per poter davvero funzionare così. E la street photography si è ridotta più o meno a fotografare gente sempre più miserabile e sempre più in capo al Mondo per pensare che possa ragionevolmente accampare diritti d'immagine.
Bel risultato.


Inviato: 19/6/2013 13:40

Modificato da luciano su 19/6/2013 13:57:31
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"Tempo fa ero indeciso, ma ora non ne sono più così sicuro" Boscoe Pertwee

https://500px.com/lucinio

http://www.flickr.com/photos/15773975@N00
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Re: Privacy, Fotografia e nuove tecnologie
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Sono totalmente d'accordo con Luciano.
E' tutto così paradossale! E sì che basterebbe definire chiaramente e una volta per tutte cosa si intende con privacy e cos'è il diritto di immagine.

Fer

Inviato: 19/6/2013 16:50
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** Si ricorda di leggere bene il REGOLAMENTO ** ....
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Re: Privacy, Fotografia e nuove tecnologie

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Sono abbastanza d'accordo con te, ma credo sia una battaglia persa in partenza. Mi piacerebbe peraltro capire come si sia arrivata a questa fobia, a livelli direi quasi patologici, partendo da una situazione in cui la gente era addirittura contenta di farsi fotografare, fino ad un paio di decenni fa.

Inoltre, per un povero fotoamatore all'antica, che è interessato più che altro a fare foto "per sè", c'è anche da fare i conti con l'equivoco fra "scatto" e "pubblicazione" del medesimo che, se è irrilevante per il professionista (nel senso che lui campa pubblicando le foto, se non può pubblicarle è inutile che le faccia), fa invece una bella differenza per il citato fotoamatore poverocristo (leggi il sottoscritto, per fare un esempio a caso ), che si vede talora preso a male parole sventolando leggi inesistenti sulla necessità di autorizzazione, richiesta appunto per pubblicare le foto, non per scattarle.

Federico

Inviato: 19/6/2013 16:55
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Re: Privacy, Fotografia e nuove tecnologie
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Vi segnalo questo interessante articolo (intervista ad un esperto in giurisprudenza), completo di podcast dell'intervista completa:

http://www.fotografidigitali.it/artic ... -di-giurisprudenza_2.html

Fer

Inviato: 26/6/2013 20:15
Tessera C.F.A.O. n°14
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** Si ricorda di leggere bene il REGOLAMENTO ** ....
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Re: Privacy, Fotografia e nuove tecnologie

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Dopo aver letto, permettetemi la battuta. Ecco perchè la gente ha smesso di fotografare e riprendere le persone e ha iniziato a fotografare i gatti. Loro non possono firmare la liberatoria.

Inviato: 27/6/2013 0:20
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Re: Privacy, Fotografia e nuove tecnologie

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E' un tema interessante a avere le giuste conoscenze legali è utile per evitare rogne. Stavo pensando al paradosso di tutta questa privacy sbandierata magari dalle stesse persone che poi ti pubblicano su FB foto private figli minori compresi!...ciao oscar

Inviato: 27/6/2013 9:46
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Re: Privacy, Fotografia e nuove tecnologie

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Quando si nparla di provacy e fotografia, si parla di fobia a livello patologico e no di giurisprudenza, perchè la legge è abastanza chiara. Posso fotografare tutto ciò che mi pare - se è in luogo pubblico - e farne una mostra o pubblicarle su una testata registrata. Non posso in nessun caso utilizzare per fini commerciali l'immagine della persona ritratta senza il suo consenso. Leggete bene: "l'immagine della persona ritratta". Non si tratta della fotografia ma di ciò che in essa vi è rappresentato, ed è differenza non da poco. Mi hanno chiesto recentemente delle foto per la copetina di un libro, specificando che volevano una foto stile reportage, street per intenderci, e non con modelli in posa. L'assenza della liberatoria è bypassata dal "mosso creativo".

Ciò non toglie che è mio diritto fotografare tutto ciò che mi garba. Il problema si pone a livello psicologico: io (soggetto casuale) non sono ciò che appaio, e la fotografia mi fa apparire ciò che non voglio essere.

L'enorme diffusione che una foto può avere nel'era contemporanea ha acuito questa sensazione di impotenza e la percezione del rischio che una tale foto possa essere vista da chi mi conosce, rappresentandomi come non voglio essere.

In altri casi c'è, sempre da pate del soggetto, la consapevolezza di essere ritratto in un'azione o atteggiamento o in luogo sconveniente, illegale, o che può rappresentare un problema per le proprie relazioni sociali o professionali. UUn esempio è quello delle fotografie fatte sul bordo della strada con automobile ferma a contrattare con un trans: diritto a scattare, diritto a pubblicare su testata registrata, ma la giurisprudenza ritiene che il riconoscimento del soggetto possa ledere la sua dignità, pertanto è costume cancellare i numeri della targa.

Se fai una cosa "vergognosa" puoi avere il riconoscimento dei tui diritti lesi in caso di pubblicazione, ma almeno in teoria se tu ritieni di voler scattare quella foto, potresti chiamare le autorità per proteggerti contro chi te lo impedisce.

Nella street propriamente detta, non c'è tutto questo, ma solo la fobia da parte di qualcuno che non ha capitò che la propria privacy viene violata ogni volta che acende il PC e non quando viene fotografato per strada.

In conclusione non credo che sia cambiato molto dai tempi di HCB, salvo la velocità di diffusione e la percezione del concetto di privacy. E' su questi che bisogna innescare un dibattito.


Inviato: 28/6/2013 11:51
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Re: Privacy, Fotografia e nuove tecnologie

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P.S. Per fini commerciali si intende vendere la foto ad alta tiratura, farne soggetto per pubblicità, utilizzare quell'immagine su un prodoto commerciale (etichetta di un barattolo, T-shirt ecc..) e non la vendita della fotografia originale come opera d'arte.

Inviato: 28/6/2013 11:59
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Re: Privacy, Fotografia e nuove tecnologie

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utile la specificazione dei "fini commerciali" che non sempre appare chiara!

Inviato: 28/6/2013 12:08
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Re: Privacy, Fotografia e nuove tecnologie

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Ma quindi il presunto "diritto alla cancellazione" è solo nella testa dell' "esperto di giurisprudenza"? (oltreché eventualmente nella cortesia e sensibilità del fotografo, ma quello è un altro paio di maniche...)

F.

Inviato: 28/6/2013 19:32
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Re: Privacy, Fotografia e nuove tecnologie

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Il diritto alla cancellazione si conquista solo se un giudice stabilisce che si possono ravvisare offese alla dignita del soggetto ritratto. Altra facenda è il diritto all'oblìo, di concezione molto più attuale, applicabile (credo) alla difusione di ritratti non autorizzati via internet e non a scopo di lucro.

Tieni presente che in un paese di civil law come il nostro, l'interpretazione è soggetta in via esclusiva all'autorità del giudice. In Inghilterra, dove vige il principio della common law, sebbene non siano messi meglio di noi, la prima sentenza o il numero maggiore di sentenze più omeno allineate, costituiscono l'interpretazione della legge. Da noi questo potere lo ha solo la Cassazione, ed ora non ho sottomano alcuna sentenza di cassazione in materia. La troverò.

Resta valido il principio che se ti fotografo a piazza di Spagna mentre frughi nelle tue narici, io ho il diritto di fotografarti, tu te la prendi a male, il giudice interpreta sulla diffusione dell'immagine incriminata. Se non è diffusa al di fuori del mio circolo di amici, ciccia.

Inviato: 29/6/2013 22:16
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Re: Privacy, Fotografia e nuove tecnologie

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Considerate le durate medie dei processi in sede civile e penale, mi viene da ridere.

Inviato: 29/6/2013 22:39
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Re: Privacy, Fotografia e nuove tecnologie

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Questo è uno dei motivi per il quale per avere giustizia si preferisce riempire di botte il fotografo

Inviato: 30/6/2013 7:18
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Re: Privacy, Fotografia e nuove tecnologie

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Citazione:

FranzX ha scritto:
Il diritto alla cancellazione si conquista solo se un giudice stabilisce che si possono ravvisare offese alla dignita del soggetto ritratto. Altra facenda è il diritto all'oblìo, di concezione molto più attuale, applicabile (credo) alla difusione di ritratti non autorizzati via internet e non a scopo di lucro.

Tieni presente che in un paese di civil law come il nostro, l'interpretazione è soggetta in via esclusiva all'autorità del giudice. In Inghilterra, dove vige il principio della common law, sebbene non siano messi meglio di noi, la prima sentenza o il numero maggiore di sentenze più omeno allineate, costituiscono l'interpretazione della legge. Da noi questo potere lo ha solo la Cassazione, ed ora non ho sottomano alcuna sentenza di cassazione in materia. La troverò.

Resta valido il principio che se ti fotografo a piazza di Spagna mentre frughi nelle tue narici, io ho il diritto di fotografarti, tu te la prendi a male, il giudice interpreta sulla diffusione dell'immagine incriminata. Se non è diffusa al di fuori del mio circolo di amici, ciccia.


Conosco la differenza fra il nostro ordinamento e lo stare decisis anglosassone, ma in sostanza tu confermi quello che ho sempre saputo, cioè che io sono nel pieno diritto di fotografare una persona in luogo pubblico, e poi sarà eventualmente costui a farmi causa per la diffusione dell'immagine lesiva e compagnia bella?

Perché dall'articoletto linkato sopra, l' "esperto" sostiene in sostanza che 1) non posso scattare senza permesso 2) sono tenuto a cancellare la foto sul posto a semplice richiesta. Per me sono concetti dell'altro mondo e che non avevo mai sentito prima...

F.

Inviato: 1/7/2013 0:14
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Re: Privacy, Fotografia e nuove tecnologie

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Franz, non è del tutto vero che puoi fotografare tutto ciò che ti garba; esistono anche limiti e divieti, a volte assai risalenti nel tempo, imposti dalla necessità di tutelare interessi pubblici, per cui non è consentita neppure la semplice ripresa (ad es. presso le caserme).
Per il resto e, in particolare, per quanto riguarda la fotografia di strada, tenuto conto che la gente si espone volontariamente al pubblico, il legislatore ha pensato bene che la ripresa della loro immagine è consentita liberamente.
Peraltro, esporre il proprio volto in una strada è cosa diversa che acconsentire all'utilizzo della propria immagine su giornali o in TV o in mostre ecc., magari a scopi commerciali. In questi casi esiste una serie di regole che tenta di conciliare il diritto del privato alla riservatezza e quello del giornalista o dell'artista a far conoscere certe realtà o a comunicare determinate percezioni; nel che entra anche in gioco il diritto del cittadino ad una corretta informazione e/o al godimento di prodotti artistici. La regola aurea è ovviamente quella del consenso della persona ritratta e/o comunque riconoscibile, ma esiste tutto un complesso di deroghe e, ciliegina sulla torta, di eccezioni alle deroghe. Trattandosi in sintesi di una contrasto tra opposti interessi, tutti di rango costituzionale, l'argomento si appalesa come piuttosto complesso e richiederebbe un approfondimento che per forza di cose va oltre quanto consentito dal topic.
Proprio l'esistenza di un complesso tessuto normativo, peraltro, comporta che la facoltà di interpretazione del giudice italiano (e di tanti altri paesi) sia per forza di cose limitata alla verifica della corrispondenza del caso in esame ai canoni dettati dal legislatore, che costituiscono un perimetro oltre il quale non è consentito legittimamente muoversi. Per fare un esempio, il giudice potrà giudicare legittimo il comportamento del fotografo che abbia pubblicato l'immagine di una persona non famosa catturata in un luogo pubblico anche in assenza del suo consenso allorquando possa logicamente dedursi che la stessa persona abbia tacitamente consentito alla ripresa nella fondata presunzione, emergente dalle circostanze di luogo e di tempo, di una successiva pubblicazione.
Fabio

Inviato: 1/7/2013 15:15
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Re: Privacy, Fotografia e nuove tecnologie

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Citazione:
federico ha scritto
dall'articoletto linkato sopra, l' "esperto" sostiene in sostanza che 1) non posso scattare senza permesso 2) sono tenuto a cancellare la foto sul posto a semplice richiesta. Per me sono concetti dell'altro mondo e che non avevo mai sentito prima...


Nego decisamente che tu non possa scattare senza permesso. Altra cosa è la richiesta esplicita di non scattare, alla quale bisogna adeguarsi. In mancanza di detta richiesta ( o di divieto esplicitato in qualsiasi forma, preventivamente) resta fermo il tuo diritto di scattare la foto.
Per quanto riguarda la cancellazione, io ho scattato su pellicola, quindi si innesca un meccanismo per il quale è impossibile cancellare senza perdere tutto il lavoro pregresso. Come la mettiamo? La cancellazione di un'immagine, indipendentemente dal supporto, è soggetta alla richiesta di un magistrato, salvo i casi previsti dalla legge (come le caserme, ad esempio), dove è sufficiente un ufficiale di Polizia Giudiziaria.
Ora pongo un quesito su un fatto che mi è accaduto:

Manifestazione di piazza. Carica dei carabinieri. Un carabiniere riesce a far cadere un fotografo (non un profesionista, ma un manifestante con la fotocamera). Questo gli urla varie ingiurie su sua madre. Il carabiniere reagisce sproporzionatamente colpendolo ripetutamente dall'alto verso il basso sui denti, che cominciano a schizare fuori dalla bocca. Un suo collega mi punta la pistola e mi intima di non fotografare. io faccio 3 scatti in rapida sequenza e comincio a correre inseguito dalla forze dell'ordine. Riesco a fuggire, ma sono una faccia nota, e pertanto mi aspetto da un momento all'altro un mandato di sequestro, per cui sviluppo, stampo e cedo stampe e negativi ad un deputato. Il giudice incaricato di esaminare la faccenda risponde ala richiesta di sequestro ed incriminazione del fotografo perché non aveva obbedito all'ordine di non fotografare, non per il diritto di cronaca (ancora non si sapeva chi aveva scattato), ma perché le foto erano riprese in un luogo pubblico, ad un pubblico ufficiale, pertanto non esistevano permessi da richiedere o ordini ai quali obbedire.

Citazione:

fabio ha scritto:

Proprio l'esistenza di un complesso tessuto normativo, peraltro, comporta che la facoltà di interpretazione del giudice italiano (e di tanti altri paesi) sia per forza di cose limitata alla verifica della corrispondenza del caso in esame ai canoni dettati dal legislatore, che costituiscono un perimetro oltre il quale non è consentito legittimamente muoversi. Per fare un esempio, il giudice potrà giudicare legittimo il comportamento del fotografo che abbia pubblicato l'immagine di una persona non famosa catturata in un luogo pubblico anche in assenza del suo consenso allorquando possa logicamente dedursi che la stessa persona abbia tacitamente consentito alla ripresa nella fondata presunzione, emergente dalle circostanze di luogo e di tempo, di una successiva pubblicazione.
Fabio


Perfettamente d'acordo sulle limitazioni tipo caserme ed obiettivi sensibili, molti dei quali, peraltro, non sono segnalati. Una ripresa video alla residenza dell'ambasciatore dell'Arabia Saudita (effetuata per provare una telecamera appena riparata), mi ha comportato un fermo temporaneo da parte della polizia. Gentilmente hanno ciesto, a me e all'operatore, se potevano cancellare dalla cassetta solo le parti incriminate, senza complicazioni, o se ritenevamo, come era nostro diritto, chiedere l'intervento di un magistrato. Oviamente cancella quel che ti pare e lasciami in pace. Purtroppo avevo anche la borsa con le macchine fotografiche e dei rulli scattati (stavo andando a farli sviluppare). Poiché avrebbero voluto cancellare abche quelli, ho richiesto l'intervento del giudice per un verbale di sequestro e per garantirmi la restituzione del materiale sviluppato, offrendomi di pagare lo sviluppo. Il giudice ha stabilito che, poiché non mi avevano visto estrarre la macchina fotografica, era del tutto superfluo un sequestro.

Anche in tribunale, però, la discrezionalità del giudice è enorme. E' per questo che abbiamo tre gradi di giudizio anziché due.

Appena ho un attimo di tempo farò un salto nello studio di mio suocero, un giuristanoto e di chiara fama, per consultare l'archivio delle sentenze. Poi vi saprò dire di più. Al momento l'unica cosa certa è che in assenza di richiesta esplicita e comprovabile di non essere fotografati, la foto si può fare. E che l'onere della prova di un'eventuale violazione a detto divieto, spetta al querelante, salvo pochi casi che ora non ricordo (me li ha spiegati jeri)

Inviato: 2/7/2013 1:05
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Re: Privacy, Fotografia e nuove tecnologie

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FranzX io posso anche darti ragione sulla teoria, e per i più preparati, anche per la parte pratica.

Io ti ringrazio moltissimo per questi tuoi contributi, dei quali ero completamente all'oscuro, ma mi paiono di difficile "applicazione" nel quotidiano o perlomeno nell'ambito amatoriale.

Alla fine se io fotografo un negoziante davanti una bancarella di quelle che si trovano per le città:

1) Mi insegue mi riempie di botte e passa dalla parte del torto. Eh vabbè.
2) Chiama i carabinieri. Delle 2 una: o il poliziotto è per puro caso edotto delle norme che tu ci hai illustrato e in cinque minuti è tutto finito, o mi passo mezza giornata in commissariato a spiegare al tutote della leggere (ammettendo di conoscerli e di poter avere ragione) quali sono i miei doveri, e la mia libertà.

Ora, da persona che non esercita la professione di fotografo, posso capire passare una giornata in ambasciata a Beirut sotto le bombe, ma perdere una giornata per una foto ad una cretinissima bancarella...questo no.

Quindi torniamo al discorso iniziale. Come comportarsi?

Inviato: 2/7/2013 1:32
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Re: Privacy, Fotografia e nuove tecnologie

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Citazione:

FranzX ha scritto:
Nego decisamente che tu non possa scattare senza permesso. Altra cosa è la richiesta esplicita di non scattare, alla quale bisogna adeguarsi. In mancanza di detta richiesta ( o di divieto esplicitato in qualsiasi forma, preventivamente) resta fermo il tuo diritto di scattare la foto.
Per quanto riguarda la cancellazione, io ho scattato su pellicola, quindi si innesca un meccanismo per il quale è impossibile cancellare senza perdere tutto il lavoro pregresso. Come la mettiamo? La cancellazione di un'immagine, indipendentemente dal supporto, è soggetta alla richiesta di un magistrato, salvo i casi previsti dalla legge (come le caserme, ad esempio), dove è sufficiente un ufficiale di Polizia Giudiziaria.


Ma infatti usando la pellicola non mi è mai passata per l'anticamera del cervello una cosa simile. E' che oggi, col digitale, tutti sanno che si può cancellare la singola foto e qualcuno te lo chiede. Ho l'obbligo legale di farlo, come sostiene l' "esperto"?

Citazione:
Manifestazione di piazza. Carica dei carabinieri. Un carabiniere riesce a far cadere un fotografo (non un profesionista, ma un manifestante con la fotocamera). Questo gli urla varie ingiurie su sua madre. Il carabiniere reagisce sproporzionatamente colpendolo ripetutamente dall'alto verso il basso sui denti, che cominciano a schizare fuori dalla bocca. Un suo collega mi punta la pistola e mi intima di non fotografare. io faccio 3 scatti in rapida sequenza e comincio a correre inseguito dalla forze dell'ordine. Riesco a fuggire, ma sono una faccia nota, e pertanto mi aspetto da un momento all'altro un mandato di sequestro, per cui sviluppo, stampo e cedo stampe e negativi ad un deputato. Il giudice incaricato di esaminare la faccenda risponde ala richiesta di sequestro ed incriminazione del fotografo perché non aveva obbedito all'ordine di non fotografare, non per il diritto di cronaca (ancora non si sapeva chi aveva scattato), ma perché le foto erano riprese in un luogo pubblico, ad un pubblico ufficiale, pertanto non esistevano permessi da richiedere o ordini ai quali obbedire.


Non ho capito bene com'è finita la vicenda...

Citazione:

Appena ho un attimo di tempo farò un salto nello studio di mio suocero, un giuristanoto e di chiara fama, per consultare l'archivio delle sentenze. Poi vi saprò dire di più. Al momento l'unica cosa certa è che in assenza di richiesta esplicita e comprovabile di non essere fotografati, la foto si può fare. E che l'onere della prova di un'eventuale violazione a detto divieto, spetta al querelante, salvo pochi casi che ora non ricordo (me li ha spiegati jeri)


Siamo tutti abbastanza interessati all'argomento, credo, quindi aspettiamo con ansia

F.

Inviato: 2/7/2013 1:40
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Re: Privacy, Fotografia e nuove tecnologie

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Come comportarsi? Con il buon senso

1. ti dice che non vuole essere fotografato e non lo fotografi
2.ti chiede di essere cancellato e lo cancelli
3 non ti dice niente e lo fotografi e non lo cancelli.

Mi è successo di fotografare nella ex ambasciata somala a Roma, occupata dai richiedenti asilo, una anziana signora. In pellicola e con un 90. Subito si è alzata agitata e mi ha spiegato che lei era solo in visuita ad un'amica e che se il figlio avesse visto quella foto sarebbe scoppiato un putiferio. Ho prontamente alzato la compattina digitale e le ho fato vedere che la foto non la avevo scattata. Naturalmente non l'ho nemmeno pubblicata, sebbene fosse una bella foto. Questo perché il problema non è il digitale, ma il far capire che scatti in pellicola ad un'anziana somala è impresa impossibile.

Inviato: 2/7/2013 23:46
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