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Romano Cagnoni
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Vorrei proporre questa fotografia di Romano Cagnoni.
Romano Cagnoni è un fotografo di reportage. Quello che desidero fare è proporre una sua fotografia singola, non il suo lavoro. Tale scatto mi ha sempre colpito e l'ho rivisto casualmente in rete. Mi ha rifatto lo stesso effetto di anni fà , quando lo vidi la prima volta. E'tratto da un lavoro intitolato Biafra (1968 circa), che parla e racconta l'omonima sfortunata regione.
Ecco il link all'immagine in questione.
http://thefreemanview.com/wp-content/ ... 09/07/008-biafra-1968.jpg

Marco

Inviato: 7/5/2010 23:24
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Re: Romano Cagnoni

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Ciao Marco, io non ho le capacità  per "analizzare" o criticare una foto di tale livello, ma consentimi semplicemente di dire che la trovo straordinariamente bella e di altissimo livello come tutto il lavoro di questo nostro, a mio avviso poco celebrato, fotografo.
Non posso che inchinarmi di fronte a questo gioiello bianconero.
Fabio

Inviato: 11/5/2010 11:11
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Re: Romano Cagnoni

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grazie della segnalazione, l'immagine proposta ha un valore altissimo legato, a mio avviso, anche alla levatura dei fotoreporter appartenenti a una genia che si credeva scomparsa (alcuni esempi di nuova generazione che trovo nelle pagine di Internazionale mi fanno sperare)e devo aggiungere che me la ricordavo avendola vista da piccolo,ma molto piccolo,probabilmente su Epoca o similia.

Inviato: 11/5/2010 13:20
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Re: Romano Cagnoni
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Scusate, ma la definite "bella" (anche se forse sarebbe più giusto definirla toccante, commovente, coinvolgente ecc.) perchè efficace, o perchè davvero la ritenete esteticamente bella?
Perchè a me, tecnicamente mi pare una schifezza. E se invece di rappresentare tre vittime di un autentico dramma umano, rappresentasse una normale ed allegra famiglia in vacanza, credo che quasi chiunque la cestinerebbe, ritenendola una foto mal riuscita, tante sono le sue manchevolezze formali.

Se poi mi si dice che nel fotoreportage l'aspetto comunicativo, informativo, di denuncia, di umano coinvolgimento, ecc, prevale e deve prevalere sugli aspetti formali, allora va tutto bene.

In effetti è uno dei motivi per cui mi interesso assai poco del fotoreportage. Non lo capisco e non mi appassiona, e mi obbliga a trangugiare rospi, spesso più grossi dei drammi illustrati.


Inviato: 11/5/2010 16:59
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Re: Romano Cagnoni

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Personalmente la trovo "bella" al di là  del valore strettamente reportagistico, "bella" perchè comunicativa in modo atemporale, ovvero ha sempre il suo valore,semmai accresciuto nel trascorrere del tempo.

Inviato: 11/5/2010 17:20
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Re: Romano Cagnoni

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L'uso di "bella" é sempre relativo a qualche presupposto (ma, Luciano, mi sembra che anche tu diverse volte lo hai evidenziato). E ciò vale per i tutti i generi fotografici.
Il termine si riempie di senso rispetto a cosa é bello per quel contesto (c'è un libro intitolato, "bello come una prigione che brucia") anche sulla base di elementi extrafotografici. A ben guardare spesso il bello non é solo legato ad elementi fotografici, molto spesso.
Ci sono molte foto "belle", perchè corrette tecnicamente e capaci di mettere in scena gli elementi base di uno stile, farlo molto bene, e per questo ritenute "belle", ma se viste da un altro punto di vista diventano stucchevoli.
Bello è perchè rimanda ad un idea, ad un sentimento, ad uno stato d'animo che fanno parte della persona che guarda e talvolta del fotografo allora significa che entrambi codividono lo stesso (più o meno) sistema di idee, sentimenti, stati d'animo. O che il fotografo é bravo a simularli. Bello é perchè emoziona, perchè coinvolge. Bello é perchè esteticamente bello. E come le cose dette prima, semmai la domanda é per chi e per che cosa.
Una foto dei Becher potrebbe rappresentare un elemento di un catalogo e niente di più (sono anche un "catalogo" ma gli si aggiunge un di più artistico/estetico), esattamente come questa potrebbe rappresentare un attimo di una festa.

Questa immagine però risponde ad alcuni criteri. Gli elementi cadono sui terzi, gli occhi della donna a sinistra come gli occhi dell'uomo a destra. Questi due elementi costruiscono una diagonale dando forza e tensione all'immagine. Le masse sono distribuite su piani diversi(la testa dell'uomo e le due donne), in modo da costruire profondità  all'immagine.
La fotografia é del 68 e Cagnoni dimostra un suo modo di interpretare il reportage con uno stile che precede di un bel po alcune tendenze ancor oggi molto presenti e mi riferisco allo sfocato messo in primissimo piano. Al quale si attribuisce peso e signifcato forti quanto gli altri elementi. (penso ad un grande reporter contemporaneo italiano come Zizola). C'è inoltre un gioco di sguardi all'interno della scena (tra le due donne) e all'esterno (l'uomo che guarda l'osservatore) che presuppone una messa in gioco, una chiamata in causa. Come se noi che guardiamo fossimo ospiti indesiderati (mia considerazione). Tutto ciò al di la del tema in questione, non so nemmeno a cosa si riferisca questa immagine. Aggiungiamo la grana, come espediente retorico (ad esempi usatissimo in quegli anni anche per le foto di spettacolo) e possiamo dire cheil tutto conferisce all'immagine un senso di "realtà ", di "essere nell'evento". A chi segue il reportage e lo "ama" ciò fa dire che é una bella foto.
Detto questo (si potrebbe aggiungere molto altro relativo sia al contesto in cui é stata fatta la fotografia sia relativo a quella serie di elementi extrafotografici di cui sopra) ritengo che ogni genere debba essere letto, compreso attraverso anche elementi espressivi tipici del genere, diremmo del suo linguaggio. A me certe foto di moda fanno assolutamente sbadigliare dalla noia mortale, dalla nullità  che esprimono, ma credo che qualche esperto di foto potrebbe illuminarmi sulla loro "bellezza". Poi vengono le mie idee a farmi separare i piani. Potrei dire che le riconosco come belle foto, continuando a sbadigliare.
Aggiungo che per reportage si intendono molte cose e non solo relative a fatti drammatici. Per fortuna.
bs
marco


Inviato: 11/5/2010 18:44
La fotografia non si domina: corre da sola e l'uomo la segue in ritardo e mai come oggi.
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Re: Romano Cagnoni

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"La fotografia é del 68 e Cagnoni dimostra un suo modo di interpretare il reportage con uno stile che precede di un bel po alcune tendenze ancor oggi molto presenti e mi riferisco allo sfocato messo in primissimo piano."
Non conosco Cagnoni, ma ho appena visto una foto del'66 di Lee Friedlander che mi ha riportato alla memoria alcune immagini di quel tipo (sfocato in primo piano) che potrebbero essere più o meno dello stesso periodo. Non vorrei togliere niente a Cagnoni, ma mi sembra che in quel periodo che ne sono state molte di immagini "famose" con quello "stampo".

Inviato: 11/5/2010 21:24
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Re: Romano Cagnoni

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A differenza di Luciano a me la foto di Cagnoni (poco celebrato, è vero) sembra non solo bella, ma di grande qualità  formale, e la tecnica mi pare del tutto appropriata alla forma (e, se vogliamo, al contenuto).
Non sono in grado di fare analisi troppo approfondite, ma le parole di Samuel mi paiono condivisibili.

Inviato: 11/5/2010 21:53
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Re: Romano Cagnoni

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ciao Roberto, non volevo certo dire che é stato il primo, pensa solo al lavoro di W.Klein e R.Frank diversi anni prima, ma sicuramente interpreta in modo pieno questo stile e non credo che all'epoca fossero così in tanti a farlo. Mi viene in mente Mulas, nella sua veste di reporter. Li era il grandangolo a farla da padrone, come in molti altri fotografi. Si potrebbe fare una piccola ricerca su qusti aspetti...
bs
marco

aggiungo poi una considrazione su Friedlander. E' vero che possiamo avvicinarlo al reportage, ma in realtà  gioca molto con alcuni meccanismi linguistici della fotografia, pensa all'uso dell'ombra, che lo fa avvicinare ad un approccio "artistico" e allora lo sfocato diventa uno di questi meccanismi, in fondo per poter parlare della e sulla fotografia. Cagnoni usa lo sfocato all'interno di un genere, il reportage di guerra e di catastrofi e in questo senso mi sembra che osi. Pensa al grandissimo McCullin e alle sue foto del Biafra. Di sfocati nemmeno l'ombra. Il reportage deve dire con chiarezza le cose, farle vedere senza interpretazioni. Questa foto di Cagnoni inizi ad operare su un diverso terreno e nello stesso tempo storico del, ripeto, grandissimo McCullin. Lo approfondiamo però qusto argomento.

Inviato: 12/5/2010 1:29
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Re: Romano Cagnoni
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Non sono per nulla un conoscitore e un esperto del reportage, come genere e come storia. Conosco per nome gli autori da voi citati, ma solamente per nome. Non posso pronunciarmi sulle considerazioni tecniche che avete fatto. Ci tengo per questo motivo a sottolineare che ho presentato non un autore in toto ed il suo lavoro, ma un singolo scatto di Romano Cagnoni. Come detto tale scatto mi ha sempre colpito e rivedendolo recentemente mi ha fatto lo stesso effetto. Perché? Non saprei dirlo, è probabilmente una questione di pelle. L’uso dello sfocato in primo piano ha un grande effetto secondo me. La posizione del soggetto, il suo decentramento ed il suo essere non a fuoco…….

Citazione:

luciano ha scritto:
…..davvero la ritenete esteticamente bella?
Perchè a me, tecnicamente mi pare una schifezza…..


Bella? Non saprei. Bella come? D’impatto certamente. Ha ragione chi ha detto che non è corretto usare i canoni di un genere per giudicarne un altro dal punto di vista della bellezza estetica. Tecnicamente una schifezza? In quale senso? Paragonata ad una foto di moda? Io Non penso che non sia valida tecnicamente. Anzi. Di sicuro è valida (per me) come impatto e contenuto, come “permanenza” nella mente. Io la vedo come ha detto samuel. Una fotografia di moda posso giudicarla dal lato tecnico…..ma dopo pochissimo l’ho dimenticata e rimossa. Non mi dice molto.
Mio gusto e visione personale ovviamente. Comunque contesto l’affermazione che tale scatto sia una schifezza dal lato estetico. Non mi pare…..ma a dire il vero non è il lato fondamentale di questo scatto. Sarebbe peggio se fosse “freddo” e non-amozionale.

Marco

Inviato: 12/5/2010 8:21
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Re: Romano Cagnoni

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Scusate, faccio forse una domanda idiota : secondo voi possiamo essere pressochè sicuri che l'uso dello sfocato in questa foto sia del tutto intenzionale e premedidato, quindi "suggeritogli" da sue precedenti esperienze (o dal lavoro di altri)?

Inviato: 12/5/2010 9:13
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Re: Romano Cagnoni

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Supponiamo anche che non se ne sia accorto durante lo scatto, il fatto è che l'ha scelta per la pubblicazione.
Alla fine conta questo, una scelta l'ha fatta, prima o poi.
bs
marco

Inviato: 12/5/2010 11:16
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Re: Romano Cagnoni

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@samuel
Marco, capisco quello che intendi, e in effetti mi riferivo anche alle foto di william klein, salvo che non ricordavo il nome del fotografo.. non sono un grande intenditore
Le foto che mi erano venute in mente sono queste due : una e due

Ho l'impressione, magari mi sbaglio, che tu ritenga improbabile -o almeno difficile- un "travaso di tecniche" tra un modo e l'altro di fare/usare la fotografia. Io credo che vedere una foto ottenuta con una determinata tecnica possa influenzarmi, indipendentemente dal fatto che la mia sia fotografia concettuale e che la foto che ho visto faccia parte di un reportage.
anzi, mi è appena venuta un'idea...

@pamar5
Marco, nemmeno io lo sono, infatti sono sempre in difficoltà  quando si tratta di citare l'autore di una foto.. magari ho ben presente la foto, mi ricordo perchè mi ha colpito, ma dell'autore non mi sono mai interessato un granchè..
Detto questo, trovo che la foto sia bella (!), nel senso che mi colpisce, mi dice qualcosa. La trovo notevole.
Uomo e donna sulla sinistra, palesemente portatori di una qualche sofferenza e di povertà , in atteggiamento "tenero"; l'uomo in primo piano che ci guarda, sopracciglia aggrottate, occhi che escono dalla foto (bianco su sfondo scuro e sgranato, con quelle ombre l'uomo sembra quasi avere una mascherina nera attorno agli occhi), quasi una presenza che dialoga con la coscienza dell'osservatore; coscienza che, se vogliamo, potrebbe essere la vera destinataria del messaggio.

A mio parere è esteticamente riuscitissima, voluta o non voluta mi interessa poco.

Non la metterei in soggiorno, ma questo è un discorso diverso

Inviato: 12/5/2010 13:54
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Re: Romano Cagnoni

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ciao Roberto,
da dove deduci che non sono per i travasi? in realtà  penso l'opposto, ed é proprio il reportage a dimostrarlo. Semmai apriamo un altro topic, ma se guardi la citata jean ackerman (in un altro 3ad) troverai commistioni di stili; non é più il reportage "classico" ma ci sono influnze ad esempio di una certa fotografia "artistica" (frontalità , effetto "distanza", ecc). Nalla rivista RVM trovi un reportage molto narativo e anche li ci sono stili che si influenzano.
Quello che ho detto é che se vuoi comprendere una foto, secondo me, bisogna far riferimento non solo ad aspetti generali della fotografia, ma anche, e spesso soprattutto, a quelli del genere a cui fa più riferimento, ed alle sue evoluzioni. E' come se un certo genere avesse un proprio linguaggio che si innesta su elementi generici della fotografia. Pensa al paesaggio, sia quello urbano che quello naturale, a come é cambiato nel 900.
Sullo sfocato, la foto di Klein permette anche di rispondere alla domanda di facavek se lo sfocato é casuale o meno. Gli esempi c'erano già  e credo che non fosse casuale, ne quello di Klein ne quello di Cagnoni.
Sempre opinioni personali.
bs
marco

Inviato: 12/5/2010 14:43
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Re: Romano Cagnoni

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Mi pare che Cagnoni, con quella fotografia, più che testimoniarci un qualcosa, volesse darci una sua interpretazione della situazione, volesse indurre l'osservatore ad intervenire.
In effetti, uno dei soggetti, quello che occupa buona parte dell'immagine, guarda diretto negli occhi noi che guardiamo la foto, tirandoci in ballo.
Costui ha le sopracciglia aggrottate, e lo sguardo si ferma molto sulle "minacce", piuttosto che sulle espressioni "serene".. inoltre il profilo è indistinto (sfocato), invitando, così, l'osservatore a metterci qualunque persona e, più genericamente, qualunque cosa. (Che significa metterci una rappresentazione di una nostra emozione, in questo caso suggerita dal fotografo, e qui mi piacerebbe che Andrea ci dicesse qualcosa).
E' una mia lettura di quella foto, magari anche errata..
Però mi porta a pensare che Cagnoni ci metta molto del suo, c'è molto "Cagnoni" in questa foto.
A me questo puà anche andare bene. E anzi, visto che la foto mi piace, va' benissimo

Fatta questa premessa, quando ho letto la tua frase "Il reportage deve dire con chiarezza le cose, farle vedere senza interpretazioni.", mi è sembrato che questa cosa non ti piacesse (quasi tornando sui tuoi passi rispetto a quanto avevi già  detto nel primo intervento).
Invece adesso mi viene da pensare che quella tua frase fosse riferita al reportage di quel periodo.
Ho capito bene?

..e grazie della pazienza
(il web non -sempre- aiuta)

Inviato: 12/5/2010 16:07
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Re: Romano Cagnoni

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Certo, mi riferivo soprattutto al lavoro di McCullin (che per me rimane uno dei più grandi), ma anche e più in generale ad un modo di intendere il fotogiornalismo. Non é necessariamente il mio pensiero. E qui si tocca (non con il mio pensiero ma con l'idea di fotogiornalismo) uno dei nodi di cosa deve e puà essere il fotogiornalismo e/o il reportage (che non sono sinonimi). Il fotografo di guerra tende e tendeva ad essere inserito all'interno del fotogiornalismo che per suo statuto richiede una certa chiarezza (della foto intendo) e una costruzione della fotografia che permetta di orientare di più al fatto e meno all'interpretazione. La costruzione della foto di Cagnoni sembra invece abbracciare una tendenza al racconto (reportage ?) fotografico dove il peso autoriale é più marcato. Per questo, datando il lavoro di Cagnoni, diventa più interessante ancora (poi facciamo attenzione perchè qui abbiamo solo una foto e non il suo lavoro), perchè sembra mettere all'interno del classico fotogiornalismo un modo di rappresentare legato anche alla propria lettura della realtà  e lo fa nel 68. Forse non a caso. (propria lettura che accade sempre ma che molti fotogiornalisti cercano di ammorbidire desaturando di senso la fotografia). Questo nodo oggi é più vivo che mai, basti pensare al lavoro di Paolo Pellegrin, criticato da molti che si ccupano di fotogiornalismo perchè spostato molto di più sulla propria dimensione autoriale, sebbene si tratti di immagini fatte in situazioni di guerra e di catastrofi.
Tutto questo mi porta a dire ancora che la valutazione di una foto dovrebbe essere fatta sia utilizzando categorie del visivo che sono generali, e al contempo entrando all'interno del genere che vive di presupposti specifici.
E lo ripeto, sono mie considerazioni, ad esempio Franx, noto reporter e anche altro, potrebbe dire molto su questa faccenda e non é detto che la pensi come me, anzi.
Concordo che sul web quando si vuole approfondire diventa un pò faticosetto...perchè bisogna scrivere, spiegarsi e leggere, e il tutto sempre con attenzione. E'la vita, infatti si approfondisce poco...
bs
marco


Inviato: 12/5/2010 17:41
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Re: Romano Cagnoni

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"E'la vita, infatti si approfondisce poco... "
finchè c'è gente interessata, c'è speranza
altrimenti arriverà  l'estinzione anche per noi; ma non credo.. molti, qui, hanno dei figli.
scusate l'OT.

"E se invece di rappresentare tre vittime di un autentico dramma umano, rappresentasse una normale ed allegra famiglia in vacanza, credo che quasi chiunque la cestinerebbe, ritenendola una foto mal riuscita, tante sono le sue manchevolezze formali."
..Luciano, proprio non le vedo.

Inviato: 12/5/2010 18:13
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Re: Romano Cagnoni
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Non fa niente. Non è importante che tutti abbiano lo stesso giudizio.

Io penso di vederle, ma perchè parto da stilemi che non hanno nulla a che vedere col fotogiornalismo.

Probabilmente ho fatto male ad interloquire su un genere che in fondo conosco poco e mi interessa ancora meno.
Più che altro ero curioso di sapere perchè veniva definita bella. Dopo i vari interventi, specie di samuel, adesso penso di averlo capito.
Ma questo non significa che sia diventata bella anche per me.


Inviato: 12/5/2010 20:06
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Re: Romano Cagnoni

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Mi permetto Luciano di dirti che però così non aiuti molto il confronto. Non sarebbe male spiegare perchè per te quella foto é una schifezza. Se poi non lo si vuole spiegare, sacrosanto diritto, si evita però di intervenire.
Sempre opinione personale e con il rispetto dovuto.
bs
marco

questo post l'ho scritto leggendo una tua risposta molto sintetica e poi ne ho letto un altra, nella quale spieghi il tuo punto di vista. Per cui di fatto non vale più.



Inviato: 12/5/2010 20:15
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