Trovo finalmente un attimo per scrivere qualche nota sul mio viaggio a Berlino. L'argomento e' quello fotografico, non temete

Premetto che siamo stati ospiti di Berlinesi doc e che mia moglie e' di madrelingua tedesca e ha studiato germanistica, quindi e' stata una visita "intensa".

Berlino e' tutt'ora una citta' alla ricerca --- difficile --- di una sua identita'. E molto surreale sotto certi aspetti. Da la sensazione di essere poco popolata, non e' ancora riuscita a diventare centro industriale e/o finanziario, e' per ora sicuramente un centro culturale molto interessante, quasi che si ricollegasse alla sua identita' "sfrontata" di prima del nazismo. Mi facevano notare amici e conoscenti locali, infatti, che da sempre i tedeschi dicono ad uno straniero "io sono tedesco", mentre i berlinesi dicono "io sono di Berlino". Interessante osservazione...

E' innegabile che Berlino porti con se un bagaglio emotivo recente di un peso incredibile. Dal Monumento alle Vittime dell'Olocausto, alla porta di Brandeburgo, il Reichstag, i fori di pallottole che si vedono ancora sui muri delle case di Potsdam, accanto alle nuovisime architetture, agli splendidi musei di arte moderna e antica, ad una vita molto alternativa di una citta' dove l'arte --- piu' o meno mercantile, piu' o meno vissuta veramente --- ha un ruolo di primo piano.

Sono partito, non chiedetemi perche', con una Contax TVS, caricata con Neopan 1600 ed un filtro rosso scuro. Lasciato a casa tutto il resto. Non essendomi ancora sistemato avrei fatto sviluppare i film da un negozio al ritorno a Milano. Il negozio che me le ha sviluppate me le ha completamente macellate: graffi nel negativo, macchie qua e la per un incompleto lavaggio., etc. Ho scansionato alcuni negativi e mi sono trovato davanti una Berlino cupa, la grana delle immagini era grossa, quasi da fotografia degli anni trenta, le foto sembravano vecchie, violate dal tempo, graffiate, il cielo incombeva in certi casi tremendo. <i> Era la mia Berlino. Era quello che volevo. Era quello che sentivo. </i> Avrei voluto tornare nel negozio a ringraziarli dei graffi e delle macchie. Infatti li ho lasciati tutti, e stampero' le foto con i graffi, le rigate, le macchie di chimica di sviluppo ancora aggrappate al negativo. Nessun intervento con Photshop, questa volta, va bene cosi'.

Tornato a casa ho preso il libro di Gabriele Basilico "Berlin" (Thames & Hudson, ISBN 0-500-54258-9) e sono stato a guardare la SUA Berlino. Lo avevo comprato prima di partire ma non lo avevo voluto guardare, di proposito.

Che enorme differenza! Innanzi tutto si vede un attenzione incredibile alle forme e ai rapporti di volumi. Il cielo poi, cosi' come per i Becher, non e' un importante elemento come lo e' per noi fotografari di natura, ma un elemento di profondo assoluto disturbo, infatti in 138 fotografie non si vede (cosi' come in centinaia di fotografie dei Becher) una singola nuvola, neanche piccina piccina. Un marziano che volesse conoscere la Terra dalle foto di Basilico e dei Becher non saprebbe dell'esistenza delle nuvole, ma penserebbe che il cielo e' questa spalmata di grigio 60-60-60 (RGB) assolutamente omogeneo. Le foto di Basilico di Berlino, come tantissime sue foto, escludono la presenza umana, nel senso di pagine e pagine di foto di quartieri assolutamente deserti, il che nel caso specifico di Berlino coglie anche una delle caratteristiche peculiari del posto. In molti casi, tipo quando fotografa l'angolo di un condominio, stai davanti alla foto per qualche minuto chiedendoti cosa c'era da fotografare li'. Non vedi assolutamente nulla che valga la pena di essere fotografato, e con questo intendo anche da un punto di vista puramente astratto, o addirittura di scala dei grigi. Ma il dubbio che ti viene e' che in lui, come nei Becher, la singola foto conti ben poco, <i> e' la massificazione visuale che crea l'impatto </i>. Sono le 138 foto di Berlino che ti parlano di Berlino, non quella singola. Non siamo in presenza di un HCB che con una pennellata di otturatore ti trasmetteva l'essenza di un luogo. Qui e' la ripetitivita' ossessiva, con minime variazioni (e i cultori di musica d'avanguardia a questo punto dovrebbero essersi seduti sulla punta della sedia...), che crea il singolo messaggio estetico.

Il bianco e nero di Basilico (foto fatte nel 2001) rifugge anche dal raccontare la vita di questa citta' che faticosamente sta cercando di risollevarsi e ritrovare una propria identita'. E' una presenza mummificata. Infatti proprio in quegli anni i tanti soldi del governo tedesco venivano spesi per il rilancio architettonico della citta' Ma nulla di questo traspare: gli edifici di Basilico sono nudi, desolati, quasi DeChirichiani (scusatemi il termine).

Passiamo ora alla Berlino di Florschuetz. Stessi anni. Gigantografie a colori con una <i> orgia </i> di gru che quasi oscurano il cielo. Foto su foto di cantieri in costruzione, immagini di scavatrici, molte dall'alto. Colori vivacissimi, sbattuti in faccia, lucidissimi. Il senso di grande spazio, di rinascita.

Non mi metto certo a far paragoni tra le mie foto e le loro (!!!) ma il contronto tra la Berlino di Florschuetz e quella di Basilico e' sconvolgente. Due mondi completamente diversi. Per quanto mi riguarda il poter guardare come io ho sviluppato il tema e come loro lo hanno interpretato e' stato un workshop gratuito di incredibile utilita'. Una esperienza che mi ha insegnato tantissime cose.

Se siete arrivati a leggere fin qui, congratulazioni ...spero di aver almeno trasmesso qualche argomento di riflessione.

Eccome,Marco.
Di Basilico ho visto la mostra su Beirut che coglie, nella sequenza narrativa, l'architettura distrutta dalla guerra. Quasi un tentativo di catalogazione, senza concedere null'altro , nemmeno un segno di distrazione.
E' proprio nella sequenza che, credo, vada letto il percorso espressivo di questo grande fotografo-architetto.
Anche in alcuni lavori di Salbitani penso si possa riconoscere questo percorso, o almeno qualcosa di analogo.
Forse si potrebbe dire che qui la fotografia si fa "concetto" e, per questo, scardina il modo col quale tendenzialmente siamo abituati a pensarla.
Mi piacerebbe vedere quella di Berlino. Sai dove si sposterà  dopo Berlino? Certo, se potessi andare a vederla là ...


Giuseppe

Molto molto interessanti riflessioni.

Sono convinto che il modo migliore per vedere e rappresentare una città  sia quello di andarci con un'idea, una sensazione, un'ipotesi, una scommessa. andarci con una fotocamera e un obiettivo aiuta molto a concretizzare, a materializzare la visione, senza perdersi a cambiare ottica. Per me questo è stato New York e il 35 mm, Budapest e il 15 mm, Venezia e il 150 mm. in sintesi: hai fatto benissimo!

Vorrei proprio vedere le tue immagini di Berlino, città  che 'immagino' -perché non l'ho mai vista- mettendo insieme foto altrui, spezzoni di film, visioni evocate da romanzi. In ogni caso è una delle mete in previsione, mi attira molto questa ricerca di identità  così convinta della propria identità  che mi pare di capire sia Berlino.

Condivido la tua analisi sulla necessità  di considerare il lavoro di Basilico come insieme che impatta e non come singola immagine che parla; in effetti questo è frequente nella sua opera; solo nelle immagini di 6 per Torino ho visto immagini che avevano una forza concettuale ed estetica tale da poter perfettamente stare da sole.


Andrea

Citazione:
Questa mi sarebbe proprio piaciuto vederla. A Berlino, considerato il suo stile fotografico, giocava 'in casa'. A Beirut no.

Citazione:
Di che mostra stai parlando? Le foto di Florschuetz a cui mi riferisco sono in libri ed alcune alla Neue Nationalgalerie, penso permanentemente.

Molto interessante questa tua riflessione.

Sono stato a Berlino due anni fa, e ho cercato di svolgere un tema, quello magari banale ma per me importante della nuova anima che prima affiancava, poi sostituiva le vecchie: quelle della Berlino pre-Hitler, della guerra e della Cortina di Ferro.

Non sono soddisfatto di quello che ho scattato. Complice anche un ritmo di viaggio piuttosto sostenuto e l'esigenza di non pesare troppo su Paola con la storia delle foto , mi pare di aver fatto qualcosina di buono dal punto di vista del tema (ma troppo poco) ma senza la qualità  che avrei voluto e che sarebbe stata necessaria.

Mi piacerebbe vedere le tue foto, magari potremmo confrontarle... anche con qualcun altro che è stato a Berlino in questi anni.

Fer

Berlino la conosco abbastanza.
I fotografi citati molto meno, rimedierà.
La città  mi ha sempre colpito, come dicono loro "Berlin ist spitze".
E' larga, ampia, distesa, con il respiro di una capitale.
I berlinesi sono dei tedeschi sui generis, buona parte di origine orientale,Prussia, Pomerania, Slesia, Polonia, paesi baltici, e considerano gli altri tedeschi con un distacco critico.
La città  è da sempre un cantiere; nel senso che nulla è stabile.
La Berlino guglielmina è stata distrutta dalla guerra, tranne forse pochi monumenti come la cattedrale, il reichstag, l'isola dei musei ancora crivellata dai fori delle pallottole.
Io l'ho vista est ed ovest con il muro nel 1988.
Faceva impressione. Una parte moderna, ma isterica, assediata, piena di truppe, viva di negozi, commerci, contrabbando e puttane.
Al di là  del muro i casermoni prefabbricati, squallidi ed uniformi, il silenzio, i negozi vuoti dalle vetrine sporche, le ferite della guerra aperte ed immote, la gente sfuggente, le pattuglie dei vopos.
Poi l'inverno dell'89, ci sono tornato apposta.
Il crollo del muro, l'ubriacatura generale, un saltellare continuo di qua e di là , quasi non credendo che fosse finito, l'apparato poliziesco scomparso improvvisamente quasi non fosse mai esistito, solo le croci sulla Sprea.
I soldati russi con lo sguardo sperso, senza saper più che fare.
Finalmente ho attraversato il ponte di Glienicke ed ho visto le meraviglie del Sans Soucis di Potsdam, le porcellane cinesi, la piccola tomba di Federico il grande fra i suoi cani.
Nel 2004 una città  completamente mutata, sparite le vecchie ferite, i prati completamente curati al posto delle macerie, il nuovo quartiere al posto delle macerie su cui sorgeva la vecchia cancelleria, l'autobus 100 che la percorre tutta dal Ku'dam sino ad Alexander Platz, neppure un vigile ed un militare, molti negozi chiusi, un'aria tranquilla e rilassata, quasi sonnacchiosa, di qualcuno che stesse aspettando che debba attendere qualcosa di nuovo, senza sapere esattamente cosa.
Aveva perso il suo ruolo di fortezza assediata, ed attendeva di riassumere quello di capitale; una capitale che sarà  monca per sempre, decentrata, senza più i territori dell'est.
Queste sono state le mie impressioni su Berlino.
Nei prossimi anni cercherà di trasferirle in immagini

Fra una settimana torno sulla malga e potro' mettere in linea qualcuna delle foto di Berlino che ho fatto. Lo faccio volentierissimo, anche se con il passare del tempo faccio sempre piu' fatica ad accettare il Web come modo di vedere le foto. Semplicemente si perde talmente tanto che il gioco non vale la candela.

Opinione personalissima, come e' ovvio.

Scusami Marco. Avevo capito che a Berlino hai visitato una mostra di Basilico.
Giuseppe

Bellissimo thread. Mi ha fatto venire una gran nostalgia di Berlino, a mio avviso la capitale più affascinante d'Europa. Avendola frequentata assiduamente negli ultimi sei anni per lavoro, non ho mai avuto il tempo per un'appagante ricognizione fotografica. Magari adesso che ci tornerà da turista, chissà ...Caro Marco/Mxa, siccome mi pare che il soggiorno berlinese ti abbia molto toccato, ti consiglio la lettura di un libro notevole, "The future of nostalgia", della slavista Svetlana Boym (ed. Basic Books) anche se il capitolo dedicato a Berlino è soltanto uno, Berlin the virtual capital.

Uscendo un pò dal thread di Marco, non me ne voglia, Berlino ha una fornidabile attrattiva anche su di me.
Prima o poi spero di andarci per occuparmi fotograficamente, fra i tanti temi possibili, delle "caserme d'affitto". Edifici la cui costruzione è iniziata con gli Hoenzollern. Oggi in parte recuperati.
Giuseppe

Citazione:
Grazie per queste interessantissime riflessioni. personalmente Basilico è un mito per me , ho diversi suoi libri e costantemente torno a sfogliarli.
nel tempo mi sono fatto un'idea di alcuni luoghi attraverso le sue fotografie, un esempio su tutti: la costa nord della francia, che non ho ancora avuto il piacere di visitare, diversamente da te io vorrei trovare quei luoghi, visti attraverso le sue immagini e scoprire come sono oggi!

grazie di nuovo e... aspettiamo di vederla questa tua Berlino (anche se condivido le tue riflessioni sulle immagini via web!!!)

marcello

Marco, ti ringrazio per questo bellissimo 3ad, è stato un vero piacere leggere il tuo intervento e quello degli altri amici del forum (btw, ciao Attilio!!! ).

Berlino è una città  che mi ha sempre attratto come una calamita ma che non ho mai avuto l'occasione di visitare.
Le ragioni sono tante, alcune molto "prosaiche", uno dei miei miti, Bowie, ha vissuto a Berlino parecchi anni e proprio qui ha prodotto una trilogia di dischi che personalmente considero tra i suoi lavori migliori e più innovativi (anche se non è proprio così, viene chiamata "trilogia berlinese" ma l'unico disco realmente realizzato tutto a Berlino, negli studi Hansa, è Heroes), avvalendosi tra l'altro della collaborazione di Eno...altre ragioni sono più legate alla attuale scena artistica e fotografica, penso che Berlino sia al momento la capitale europea più viva ed eccitante da questo punto di vista...

Sarà  perchè non ci sono mai stato che faccio fatica ad esprimere un commento al tuo 3ad, anche se conosco il lavoro di Basilico sulla città  (mentre invece non conosco quello di Florschuetz), quindi mi limito a gustare di nuov il tuo 3ad e a sperare di poter fare presto un viaggio in questa città ...

Solo una "provocazione" in relazione alla "coerenza" fotografica di Basilico, ma anche dei dei Becher (e sapete che di entrambi ammiro il lavoro!), quella ripetitiva e monolitica omogemeità  delle loro immagini e che è la base, come giustamente dite voi, per giudicare la loro opera: ma non è che alla fine è solo un modo per giustificare una mancanza di nuove idee, di coraggio esplorare e mettersi in gioco su nuovi orizzonti così come accade con maggiore frequenza in altre discipline artistiche in cui si cambiano spesso soggetti, linguaggi, temi, tecniche, cioè non è che questo è ancora l'ultimo retaggio di una tradizione tutta e solo fotografica e di cui la fotografia deve sbarazzarsi se vuole correre di fianco all'arte contemporanea?

Citazione:

io penso che sia lo stile che rende unico e grande un autore e sinceramente un Basilico, ma come lui anche altri, non riesco proprio ad immaginarmelo diverso da come lo conosco attraverso "quelle" immagini.

marcello

Qualcuno di voi mi ha chiesto di vedere alcune foto che ho fatto a Berlino, eccole.

Berlino1, Berlino2.

Porta di Brandeburgo.

Kaiser-Wilhelm-Gedà¤chtniskirche1, Kaiser-Wilhelm-Gedà¤chtniskirche2.

Memoriale dell'Olocausto.

Reichstag1, Reichstag2.

Mi piace moltissimo lo stile delle tue foto dove il cielo è padrone...in esse non posso fare a meno di cogliere delle citazioni se non fotografiche almeno cinematografiche.
Queste immagini 'granulose' mi ricordano tanto 'il cielo sopra Berlino' di Wim Wenders [che preferisco quasi più come fotografo che come regista].
Non ti sembri quindi questo accostamento uno 'sminuire' l'originalità  della TUA Berlino.

Drammatica ................ mi piace berlino 2 su tutte, Berlino non l'ho mai vista ma me la immagino così cupa e geometrica forse perchè "inquadro" i tedeschi in questa maniera, naturalmente in senso "generalista".
Ciao
Stefano

Ciao Marco,
la Kaiser....1 e' quella che preferisco. Molto bello lo slancio verso il cielo. Il tuo eliminare i dettagli dalle parti in ombra mi lascia un po' perplesso, cosi' come i vistosi punti bianchi di polvere penso lasciati intenzionalmente. Stasera pero' ho la cervicale e non posso impegnarmi piu' di tanto...
Ciao,
Renzo

La foto che preferisco è quella che raffigura la "porta di brandeburgo".....molto drammatica....le nubi che si delieano all'orizzonte sembrano quasi uno strascico dell'imponente corsa del carro!!! Bella!
...a seguire trovo molto significativa e iconografica quella sul memoriale dell'olocauso.

La peggiore invece "berlino 1"....secondo me piatta e dispersiva. La parte in ombra non dice nulla e l'enorme porzione di cielo non è significativa (IMHO ovviamente...).

Questa scelta eccessivamente "granulosa" e "pelosa" la trovo azzeccata per le due foto che ho citato all'inizio ma non mi piace in generale...però fa molto "artista", questo si....a parte tutto complimenti!

kaiser 1 e kaiser 2 veramente penetranti e coinvolgenti, porta di brandeburgo subito dopo.

Uno stile particolare il tuo che non mi dispiace affatto, l'immanenza dei cieli e gli edifici a volte appena disegnati a volte preponderatamente entranti nella scena, rendo no le immagini molto piacevoli alla vista.

Mi sembra che la scansione non sia stata delle migliori o sbaglio?

Bravo marco, proprio bravo.

a presto,ric
www.grandespirito.it

Citazione:
bene così! hai visto una Berlino drammatica e così ti è rimasta appiccicata sulla pellicola!
giustamente bandito photoshop...

marcello