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Il futuro della fotografia chimica

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25/8/2005 8:38
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Un mio amico molto impegnato nella musica classica ha deciso qualche anno fa di non comprare mai piu' dischi registrati in studio. La sua argomentazione e' che le registrazioni in studio sono cosi' "perfette" che l'ascoltatore si e' completamente dimenticato non dico la stecca, ma la leggera incertezza ritmica, la nota leggermente sporca, il trillo leggermente irregolare, l'inspirazione un pochino rumorosa, etc etc. Lui sostiene che sono queste "imperfezioni" che rendono la musica quella cosa meravigliosa che e'. Le registrazioni in studio sono asettiche, disumanizzate, impersonali.

Veniamo a noi. Con l'avvento del digitale abbiamo a disposizione un workflow che permette di generare stampe "perfette". Mi chiedo: chi guarda le foto per godersele (e magari comprarle...) si abituera' in fretta a questa perfezione formale e considerera' il pelucchino dimenticato, il graffietto coperto non perfettamente dalla spuntinatura, etc delle foto chimiche come un modo un po' approssimativo e non professionale di stampare e sviluppare del fotografo? Invece di ricordarsi e quindi dare valore al fatto che sono il graffietto ed il pelucchino che per quasi 150 anni hanno dato umanita' ad una stampa chimica?


Inviato: 5/9/2006 0:00
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Re: Il futuro della fotografia chimica

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9/12/2004 21:10
Da Toscana
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Ciao Marco,
in studio si corregge anche la voce dei cantanti, gli si fanno raggiungere note dove non arriverebbero mai, tonalita' che non hanno. Accade la stessa cosa anche in fotografia.
Molte delle foto, molte non tutte, di grandi artisti attuali sono taroccate anche in modo massiccio. Altro che peluzzo e puntino di polvere....Mi e' stato detto nel Forum che il valore dell'immagine e' nel riuscire a rappresentare quello che l'autore aveva in testa indipendentemente dal modo usato per arrivarci....mi sa che siamo rimasti in pochi a farci delle menate mentali, chi non si pone di questi problemi fa carriera. E' evidente che alla gente non gliene importa proprio niente di come uno arriva a ottenere una bella immagine. L'immagine e' bella e basta. E la compra .
Ciao,
Renzo

Inviato: 5/9/2006 0:20
.........

......
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Re: Il futuro della fotografia chimica

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15/6/2006 10:29
Da Roma, Aversa,Aversa,Roma
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Citazione:

Falcopardo ha scritto:
Ciao Marco,
in studio si corregge anche la voce dei cantanti, gli si fanno raggiungere note dove non arriverebbero mai, tonalita' che non hanno. Accade la stessa cosa anche in fotografia.
Molte delle foto, molte non tutte, di grandi artisti attuali sono taroccate anche in modo massiccio. Altro che peluzzo e puntino di polvere....Mi e' stato detto nel Forum che il valore dell'immagine e' nel riuscire a rappresentare quello che l'autore aveva in testa indipendentemente dal modo usato per arrivarci....mi sa che siamo rimasti in pochi a farci delle menate mentali, chi non si pone di questi problemi fa carriera. E' evidente che alla gente non gliene importa proprio niente di come uno arriva a ottenere una bella immagine. L'immagine e' bella e basta. E la compra .
Ciao,
Renzo


Applauso!!
Doppio applauso

Gianluca

Inviato: 5/9/2006 0:28
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Re: Il futuro della fotografia chimica
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4/11/2005 13:12
Da Roma
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Citazione:
Molte delle foto, molte non tutte, di grandi artisti attuali sono taroccate anche in modo massiccio.


Ma perché "taroccate"...?!?
Lavorate per ottenere ciò che il fotografo sentiva o sente rispetto a ciò che aveva/ha davanti.
Cambia qualcosa se si sceglie una Velvia anziché la più neutrale Astia, o la fredda Agfa rispetto alla più calda Kodak? Non è sempre una modifica rispetto alla "scena originale", che poi è originale rispetto a che, non si sa, visto che due persone difficilmente "vedranno" la stessa scena pur stando nello stesso posto allo stesso momento?
Usare un filtro polarizzatore va bene?
E un UV?
E bilanciare il bianco, che il nostro cervello fa automaticamente e a volte in modo curiosissimo?

Mi spiace che non foste presenti ad un corso di Color Management che ho fatto qualche mese fa, facevo vedere una tavoletta Gretag MacBeth ColorChecker ripresa in un ambiente naturale caratterizzato però da varie situazioni di luce... il cervello di tutti i presenti, vedendo le immagini, stravolgeva completamente i colori "veri" che dimostravo con il colorimetro.

Allora cos'è vero e cos'è taroccato?

La fotografia in bianco/nero è vera o "taroccata", dato che vediamo a colori e che le varie pellicole BN rispondono in modo alquanto diverso allo spettro cromatico? Per tacere dei filtri gialli, blu e rossi?
Mi spiace ma per me questi sono preconcetti belli e buoni, che esistono solo in quanto qualcuno ha usato per decenni un certo strumento e si rifiuta di studiarne altri... come "strumento" intendo anche l'uso opportuno di Photoshop.

Fer

Inviato: 5/9/2006 0:37
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Re: Il futuro della fotografia chimica

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25/8/2005 8:38
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Scusate, mi saro' spiegato male io, ma il thread ha subito preso una piega che non e' quella che intendevo.

Non me ne frega niente di discussioni di photoshop ed altro, foto taroccate etc.

Sto parlando di persone che si ABITUANO A VEDERE FOTO SENZA ALCUN DIFETTO COSMETICO, cosa che invece era normalissima fino all'avvento del digitale, e che interpretano la cosa come scadente professionalita'.

Se poi volete parlare di altro, fate pure.

Inviato: 5/9/2006 0:44
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Re: Il futuro della fotografia chimica

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21/12/2005 19:54
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Non è detto che l'evoluzione del gusto sia la stessa per tutto: mi vengono in mente diversi esempi di opere in cui l'imperfezione è prova dell'impegno manuale che le ha create.
I tappeti, ad esempio, ma anche i pellami: la pelle smerigliata (e quindi quasi priva di quelle cicatrici e irregolarità  che segnano la pur poco avventurosa vita del bestiame da pascolo) è più perfetta di quella semplicemente selezionata a mano, ma vale meno perché la texture che la ricopre è stampata sopra dopo la smerigliatura: perfetta ma svalutata.

Non credo però che siano "il graffietto o il pelucchino ad aver "dato umanità  ad una stampa chimica" per 150 anni, come non è la cicatrice sul retro della poltrona in pelle a farne un lavoro di pregio. Sono segni presenti su un'opera dell'impegno diretto che hanno valore solo se interpretati da una testa che capisce la differenza fra un lavoro manuale ed uno automatizzato.
Non solo: perché apprezzi questa ipotetica opera della mano bisogna anche che questa testa, una volta attuato il discernimento, decida che il mezzo manuale ha un valore in sè, anche se il risultato finale è esteticamente inferiore al corrispondente risultato automatizzato.

Mi rendo conto ora che non ho concluso nulla, sono solo considerazioni messe lì

Inviato: 5/9/2006 0:52
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Re: Il futuro della fotografia chimica
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4/11/2005 13:12
Da Roma
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Ma perché dici che le persone si abituavano a vedere le foto con difetti cosmetici?
Io ancora ricordo benissimo un mio parente che, guardando le foto di un matrimonio 20 anni fa, si incavolà col fotografo perché c'erano alcuni puntini su diverse stampe e il tessuto dell'abito della sposa (molto bello) non si vedeva bene (in gergo noi diciamo "bruciato"... ma il mio parente non era un fotografo).
E forse a qualcuno qui piace ascoltare un 33 giri che scrocchia per la polvere o i graffi, o distorce gli acuti perché la puntina ha raccolto pelucchi?
A me no davvero, grazie tante. Non mi è mai piaciuto sentire dei difetti nelle cose che mi piacciono, e riguardo alla musica ho abbracciato felice i CD che mi consentivano un ascolto senza hiss e pop (accettando in cambio qualche piccola distorsione "digitale", ma questa è un'altra storia).

Comunque secondo me il paragone tra musica in studio e workflow fotografico digitale non calza appieno.
Un conto è l'esecuzione più o meno perfetta, un conto è la qualità  del supporto e la rifinitura del prodotto finale.
Un conto è sentire i Dire Straits dal vivo con tutte le piccole imprecisioni (ma soprattutto interpretazioni improvvisate) che danno calore al pezzo, un conto è sentire un disco dei Dire Straits che sibila e scrocchia.

Fer

Inviato: 5/9/2006 0:53
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Re: Il futuro della fotografia chimica
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8/2/2005 19:08
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Interessante quesito.
Credo che l'assuefazione provocata dal vedere stampe sempre perfette produca proprio l'effetto, in molte persone, di non sopportare quell'imperfezione, spesso minima, che contraddistingue più facilmente una stampa chimica. Sarà desueto, ma a me il pelucco o il graffietto mi hanno sempre dato ben poco fastidio, rispetto alla mia pecezione globale della qualità  dell'immagine, che va ben al di là  del suo mero 'confezionamento'.
Del resto qualcosa di simile è capitato con l'avvento del CD. Quando si usavano i dischi di vinile, non dava fastidio a nessuno il lieve gracchiare dello stilo nei solchi, oggi fare ascoltare un disco a chi non ne sente più da lustri significa farsi dire "Come ca--o fai ad ascoltare quella roba!".


Andrea

Inviato: 5/9/2006 0:59
sono moderno, non contemporaneo
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Re: Il futuro della fotografia chimica
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8/2/2005 19:08
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Fer, stavo scrivendo la mia risposta e non ho letto la tua!
Personalmente non ho mai avuto problemi coi difettucci dei dischi, anche se ho sempre apprezzato la comodità  del CD, del quale invece non ho mai -e continuo tutt'ora- a non apprezzare la resa dei bassi, che trovo migliore nei vecchi vinile, chiaramente in un confronto fra stessa incisione.
Scusate l'OT.


Andrea

Inviato: 5/9/2006 1:05
sono moderno, non contemporaneo
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Re: Il futuro della fotografia chimica
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13/5/2004 17:25
Da lombardia
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Tornando all'origine della domanda, quel tuo amico certamente non ha torto nel preferire l'ascolto della musica originale rispetto a qualsiasi riproduzione in studio. Perfetta o meno dal punto di vista dell'esecuzione, siamo lontanissimi dal disporre di strumenti che riproducano la musica (specie quella classica) con lo stesso coinvolgimento emotivo , la stesssa dinamica, la stessa coloritura timbrica che si ha ascoltandola in un auditorium o al teatro della Scala.

Ed analogamente, il digitale permette certamente di correggere tutte le imperfezioni di ripresa, i toni ed i colori, ripulire la scena da particolari non desiderati, cambiare profondamente l'atmosfera dell'immagine in modo molto più semplice e radicale rispetto alle tecniche tradizionali. Però nessun sistema di riproduzine riuscirà  neppure lontanamente a ridarci le stesse emozioni della realtà . Cià che vediamo e ciò che sentiamo nella vita reale, di fronte ad un bel panorama, per esempio, o di fronte ad una bella ragazza, non è certo uguale all'emozione che proviamo quando ne osserviamo l'immagine riprodotta su carta stampata.

In questo senso entrambe le situazioni, il CD per sentire musica o l'immagine stampata che riproduce un oggetto o persona, sono dei semplici surrogati. Vanno benissimo quando non possiamo materialmente andare a teatro o recarci in quel posto o vedere quella persona.

Che poi siano più o meno "oggettivi", che cerchino o meno di eliminare quelle imperfezioni che sono in un certo senso l'essenza stessa del reale (come tutti gli sforzi che i fotografi di glamour/beauty fanno per eliminare le minime imperfezioni di pelle di ragazze già  bellissime), secondo me sono la conseguenza di un malinteso senso di perfezione che fa parte dei gusti estetici contemporanei . Ma non ne farei colpa ai mezzi che abbiamo a disposizione. Quei mezzi sono stati creati , perchè avevamo quell'esigenza estetica. Se non avessimo il gusto di correggere il reale, un programma come Photoshop non avrebbe ragione di esistere. Non è che correggiamo il reale perchè abbiamo PS, ma al contrario, abbiamo PS perchè vogliamo correggere il reale (cosa che facevamo già  con l'analogico, come giustamente ha sottolineato Fer). Se poi, una volta posti questi obbiettivi, l'industria ci mette oggi a disposizione strumenti più potenti, perchè dovremmo lamentarcene ? E per "reale" ci possiamo anche mettere i pelucchi ed i graffiettini delle stampe chimiche di cui parlava Mxa che, come dice lui, danno umanità  alle stampe tradizionali e però erano visti come "difetti", magari ineliminabili, da sempre, ben prima che il digitale facesse la sua comparsa. Venivano accettati come inevitabili, e magari si finiva per affezionarci anche a queste caratteristiche delle stampe, ma sempre difetti erano. Il problema non sono gli strumenti, ma quello che abbiamo in testa, e che ci porta a considerare non vendibile e fuori mercato e ci impedisce di accettare il piccolo neo sulla pelle di una ragazza meravigliosa...

Inviato: 5/9/2006 7:43
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Re: Il futuro della fotografia chimica

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25/8/2005 8:38
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Luciano,

ottime riflessioni, tutto molto saggio. Grazie mille!

Inviato: 5/9/2006 9:17
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Re: Il futuro della fotografia chimica
Utente non più registrato
Esposizione molto chiara, Luciano.

Io nel mio piccolo, ivece non mi abituerà mai a lavori come quelli di Eolo Perfido ed altri pionieri del digitale, perchè non esiste la perfezione portata dall'uomo ed è una qualità  che non ci appartiene.

Per secoli sono state proprio le imperfezioni ad accompagnare l'uomo in tutte le arti, e sono proprio il numero minore di queste imperfezioni unite alla grande capacità  espressiva a comporre i capolavori. Ma come si puà definire un capolavoro quando la qualità  e la mancanza di imperfezioni è decisa da un ingegnere elettronico, da un programmatore e, come nel caso della musica, da un sintetizzatore.

io mi tengo i miei pelucchi, ed i miei vinili che sono ancora li con i loro rumori di fondo, mentre un casino di cd li ho dovuti buttare e non per incuria.

Inviato: 5/9/2006 9:22
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Re: Il futuro della fotografia chimica

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23/2/2006 10:05
Da Ruda (UD) - Trieste
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Citazione:

Mxa ha scritto:
Invece di ricordarsi e quindi dare valore al fatto che sono il graffietto ed il pelucchino che per quasi 150 anni hanno dato umanita' ad una stampa chimica?




Ciao Marco
Al giorno d'oggi,in una società  che si basa principalmente sull'immagine,che deve essere la migliore e la più perfetta possibile...pensi veramente che qualcuno si ponga questo problema?

Paolo

Inviato: 5/9/2006 10:04
Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre,ma nell'avere nuovi occhi.
[F.Voltaire]............

Tessera "argento" C.F.A.O. n°9......
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Re: Il futuro della fotografia chimica

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21/5/2005 16:44
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Ciao Marco,
Io penso che nella stampa chimica fatta a mano sia passabile il fatto di trovare il pelucchino anche se lo stampatore non lo fa con l'intenzione, è questa una differenza tra un'immagine elaborata al computer e una manuale.
Cercare la perfezione in CO è molto ma molto più complicato che al computer, forse per questo un'imperfezione su una stampa "digitalizzata" risulta più di disturbo rispetto al pelucco su una stampa chimica.
Sono altrettanto convinto che il pelucco viene "capito" molto più da chi in CO c'è stato che non da coloro che conoscono sola la camera chiara e questo ahime diventerà  sempre più remoto..........................
Ciao
Stefano

Inviato: 5/9/2006 11:27

.....................
In un mondo dove tutto cambia rapidamente dedicatevi qualcosa in grado di fermare il tempo........... ...
Tessera C.F.A.O n°1 .........
...
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Re: Il futuro della fotografia chimica
Utente non più registrato
Approvo appieno quanto detto da Luciano che trovo coerente con quanto stavo pensando.
A mio avviso un tempo i pelucchi e le leggere imperfezioni erano visti come difetti e ce ne si voleva sbarazzare ma non era possibile con i mezzi a disposizione e allora bisognava tollerarli.
Ora, che i mezzi permettono facilemente la correzione di queste cose, quelle imperfezioni non sono più viste come difetti.
Ora che possono essere "scelti" dall'autore dell'imagine la cosa assume una valenza estetica.
Forse si guardano anche con una sorta di affetto dovuto alla nostalgia, ma, per me, vale solo se sono cercati, se la cosa esce imperfetta senza che uno lo volesse la cosa diventa di nuovo un problema.


Inviato: 5/9/2006 11:55
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Re: Il futuro della fotografia chimica
Utente non più registrato
beh...io come cantante e fotografa amatoriale posso dire solo questo:
in ogni tipo di arte amo la spontaneità , l'immediatezza, la semplicità .
Infatti in studio di registrazione prendo al massimo 2 takes di voce..e poi scelgo le migliori. Normalmente per me è buona la prima, con le sue imperfezioni ma anche la naturalezza e l'emozione di quel preciso istante.
mi sono appena comprata una polaroid 600 se proprio per continuare con questo principio: è difficile ricreare la stessa fotografia perchè la sua resa finale è soggetta a tantissimi fattori..questo è ciò che in questo momento cerco nell'arte.

Inviato: 5/9/2006 11:57
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Re: Il futuro della fotografia chimica
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Eccellente riflessione Luciano, grazie!

Sono d'accordissimo con te e con Ostrega...

Fer

Inviato: 5/9/2006 12:02
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Re: Il futuro della fotografia chimica
Utente non più registrato
Scusate... Mi autocito per far notare una cosa che forse casca a fagiolo:
Citazione:

Ostrega ha scritto:
Ora, che i mezzi permettono facilemente la correzione di queste ...



Questo è un errore ... Sinceramente non lo volevo .
Se rende più bello il testo la lascio scegliere agli altri ma fosse stata una licenza poetica sarebbe stata un'altra cosa.


Inviato: 5/9/2006 12:17
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Re: Il futuro della fotografia chimica
Utente non più registrato
da sempre viviamo in un mondo di plastica e di cose artefatte....pensate alle fotografie delle divine degli anni 40 con la pelle perfetta ad una Marylin con un corpo da Canova ....andave a vedervi i provini e vi renderete conto dei pesantissimi taroccamenti.....poi è arrivata la televisione, la tecnologia e tutto il resto e la richiesta di "plasticosità " è cambiata in peggio (o in meglio dipende)...una volta la Marylin era stampa in B&W o a coloracci in rotative primitive e con una qualità  scarsissima rispetto ad una stampa in rotativa di oggi.....

Poi c'è un discorso filologico per cui uno fà  delle scelte, compera solo i dischi live, buona la prima incisione....io ad esempio tolgo il 95% delle imperfezioni delle pelle....lascio quel 5% sia per mio sfizio, sia per manifestare il fatto che fosse per me avrei lasciato anche un altro 80%.....


Insomma io sono convinto che la imperfezione od il pelucco allora non era visto e l'insieme era visto come perfezione....la perfezione di oggi si è molto evoluta e quindi il pelucco non passa più o viene visto come imperfezione.

L'imperfezione è un valore aggiunto? secondo me no se lasciata per imperizia, dubito fortemente se lasciata volontariamente.

Da sempre l'uomo ha ambito alla perfezione.....andate a vedere e palpare emotivamente le statue del Canova o i paesaggi delCanaleto o.......


Inviato: 5/9/2006 20:48
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Re: Il futuro della fotografia chimica

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9/12/2004 21:10
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Citazione:

luciano ha scritto:


Ed analogamente, il digitale permette certamente di correggere tutte le imperfezioni di ripresa, i toni ed i colori, ripulire la scena da particolari non desiderati, cambiare profondamente l'atmosfera dell'immagine in modo molto più semplice e radicale rispetto alle tecniche tradizionali. Però nessun sistema di riproduzine riuscirà  neppure lontanamente a ridarci le stesse emozioni della realtà . Cià che vediamo e ciò che sentiamo nella vita reale, di fronte ad un bel panorama, per esempio, o di fronte ad una bella ragazza, non è certo uguale all'emozione che proviamo quando ne osserviamo l'immagine riprodotta su carta stampata.



E siamo talmente abituati alla perfezione che non ci basta piu' la modella bellissima, che comunque ha sempre qualche piccolo difetto ineliminabile se non stravolgendone l'immagine. Stanno nascendo le modelle virtuali, che sono un cocktail delle piu' belle ( almeno nelle intenzioni )ed hanno seni bellissimi e gambe perfette. Non importa piu' la realta', l'emozione se c'e' nasce direttamente dall'immagine che non ha che pochi elementi di contatto con il soggetto iniziale.
Basta guardare le ragazze delle foto pubblicitarie e dei calendari e poi vedere le stesse durante le partecipazioni al Grande Fratello e rendersi conto di quante cose vengono mascherate o sostenute dal trucco digitale. Poche si salvano. Bisogna incominciare a rendersi conto che in fotografia la realta' oggi non esiste e non esistera' piu', e semplicemente perche' non ha piu' interesse.
Ciao,
Renzo

Inviato: 5/9/2006 22:25
.........

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