Come sapete i tempi odierni offrono la possibilità di vedere un numero enormemente superiore di fotografie rispetto a qualche anno addietro. Fotografie anche e soprattutto di fotoamatori di vari livelli e capacità. Questo bazzicando per i vari forum in rete, community fotografiche ecc. Lasciando perdere il colore e le sue odierne tendenze (alcune “mostruose) e l’architettonica (da maniaco alcune “manie”), trovo notevolmente e profondamente cambiato il B&N. Cambiato nel modo di gestirlo e proporlo. Cambiato nel modo di essere giudicato e gestito. Cambiato nel modo di essere interpretato e ricercato.
Premetto che io non sono mai stato un patito e super fan del sistema zonale; colpevole in alcuni casi con la sua rigorosa applicazione di produrre risultati troppo piatti e privi di “spunto”. Tuttavia oggi le cose si sono profondamente sbilanciate. A tutto c’è un limite. Il B&N che vedo in giro vuole contrasto + contrasto + contrasto e ancora contrasto. Quasi solo bianchi e neri e qualche grigetto qui’ e là. Se qualcuno si azzarda a postare uno scatto in B&N con qualche gradazione di grigio sopra la media arriva l’immancabile frase: “carino ma io lo contrasterei maggiormente”. Dove sono spariti i passaggi tonali ed i grigi intermedi? In alcune immagini questo trend è anche ottimale, ma io lo vedo applicato ovunque e comunque…anche dove non c’entra un bel niente.
Cosa ne pensate? E’ solo una mia impressione?

Marco

Non sono mai stato un maestro del bianco e nero e certamente Condivido quello che dici, anche se non ho mai postato foto in cerca di giudizi. Ma quello che vedo -o che mi sembra di vedere- è che c'è una grande ignoranza fotografica, bn o colore che sia. Si pubblicano miliardi di foto ma quante ne salveresti di quelle che vedi? Non voglio fare discorsi da vecchio, anche se di fatto lo sono, ma se ti dovevi sbattere tre ore in camera oscura prima di avere una stampa passabile, avevi idea di quello che stavi facendo, di quello che si poteva ottenere da un dato negativo con data carta etc... oggi aumentare o diminuire il contrasto lo fai in mezzo secondo e più è strong più buca la rete...ti fai notare anche se è una schifezza. un caro saluto.

il mio barista, fotoamatore, ha predisposto una parete del suo locale per ospitare mostre di dilettanti e professionisti che frequentano il bar numerosi. Qualche mese fa ho esposto di vecchi cibachrome 50x70 ricavati da diapositive Velvia. Un tempo si trattava di una combinazione considerata ad alto contrasto. I commenti ricevuti un po' da tutti quelli con i quali mi sono intrattenuto riguardava proprio il contrasto, ritenuto basso sia in senso positivo che negativo, a seconda dell'interlocutore.

Il super contrasto, in definitiva, è l'ultima frontiera della moda, che deve però essere unito ad una super incisione.

Se ricordate lo stile in voga negli anni settanta, ricorderete anche le fotografie altrettanto contrastate ma spesso poco nitide.

E' una moda, solo che un tempo tutti seguivano il fotografo del momento, oggi si seguono le indicazioni di qualche tecnologo.

Mai come adesso le mode sono imposte dal marketing. Passerà anche questa, quando decideranno che dovremo cambiare smartphone, ci convinceranno che le immagini morbide che dà il nuovo IoTelefono 9 saranno le migliori.

La fotografia, per fortuna, è un'altra cosa.

E' lo stesso concetto dei colori supersaturi e della gamma dinamica superampia delle foto a colori.
Più duro del diamante, più vero del vero, più realista del re.

Se avete visto SinCity e 300, saprete che un certo "look" va di gran moda anche in campo cinematografico.

Per me fa il paio con i seni rinforzati al silicone e gli addominali modellati con l'elettroscultura: è il XXI secolo, baby.

Fer

Citazione:

Verissimo.

E pure i film a cartoni animati per i bambini direi.....ma ve lo ricordate Bamby o Biancaneve di una volta confrontati con i prodotti odierni?

Marco

Forse SinCity e 300 sono due esempi poco significativi essendo entrambe trasposizioni dei fumetti di Frank Miller e devono essere considerati dei veri e propri "fumetti" cinematografici riportando, secondo me in maniera efficace, il "mood" e il "look" delle tavole di Miller sul grande schermo.

L'ipertrofia visuale delle immagini, come avete già riportato, è figlia dei tempi e oltre al fattore moda io ci metterei anche un fattore fisiologico; è come il panino del fast-food che riempie così tanto ogni percettore sensoriale che dopo qualsiasi altro piatto sembra insipido e banale.

L'altro lato è il "famolo strano" hipsteriano, l'equivalente del cardamomo, coriandolo, cumino, curcuma e chi più ne ha più ne metta, che una semplice insalta coi pomodori è un'immangiabile banalità da sfigati.

Viviamo un periodo di "super size me" visuale, forse solo uno sforzo di recupero culturale riuscirà a riportare coi piedi per terra il modo di "alimentare" i nostri occhi.

Per me l'estetica fotografica è normale che si evolva. Non si può rimanere ancorati ai canoni estetici di 60 anni fa sul BN.
La fotografia, ormai da tempo, non è rappresentazione della realtà ma una sua interpretazione. Per quanto mi riguarda a me piace complessivamente una PP accattivante e bella da vedere, anche se è chiaro che non si tratta della rappresentazione fedele della realtà. Nel colore per esempio mi piace una PP molto contrastata e satura, ma d'altronde anche la Velvia offriva ciò. L'importante è che non si vada troppo oltre la verosimiglianza della scena.

Citazione:

Direi che nella maggioranza dei casi l'abbiamo superata.

Però noto anche una necessità di fotografa documentativa più tradizionale. Con una certa soddisfazione sto riscuotendo molto successo in un ambiente che credevo legato alle immagini pulitissime e leccate, con le mie foto da reportage: quello dei cuochi stellati Michelin.

Ne metto qualcuno in altro thread, così per condividere.

Citazione:
Bazzicando ben poco su forum di fotoamatori e per niente nelle community fotografiche (di fotoamatori), non posso dire niente al riguardo.
Bazzicando invece parecchio nelle mostre fotografiche, posso dirti che in quell’ambiente il trend non è affatto quello che descrivi. Per fortuna.

E' il mio primo msg e quindi rompo il ghiaccio... elucubro un pò ma per amor di chiarezza e di arricchimento
(spero!).
Mi piace che ci ponga la questione di osservare l'evoluzione culturale della fotografia in b/n. La trovo intrigante, ma credo - ed emerge chiaramente dai vari interventi - serve adotatre un metodo per analizzarla.
Ci sono tanti punti di osservazione e tutti interessanti e messi lì in ordine sparso arrivano a dare l'idea di essere pure in contrasto tra loro. Invece sono tutte sfaccettature della complessa questione. Ma qual è la questione in realta?
Alcuni spunti di approfondimento: si può parlare di fotografia a colori e di bianco e nero come "cose" distinte? Vanno approcciati differentemente o in realtà sono due declinazioni della Fotografia tout court?
Mi vien subito da aggiungere: che differenza c'è tra essere/sentirsi fotografo e usare/perseguire la fotografia intesa come arte o disciplina espressiva?
Di conseguenza: tra fotografo (di professione) o fotoamatore?
Tra fotografo professionista o artista professionista che usa la fotografia come mezzo espressivo?
Gianluke dice una cosa per me bellissima "Per me l'estetica fotografica è normale che si evolva. Non si può rimanere ancorati ai canoni estetici di 60 anni fa sul BN."
Il problema nasce quando si pretende che il nuovo sia meglio del vecchio. Diciamo che è diverso. A me piace personalmente il "vecchio" ma sono sicuro che è un feeling personale e non universale.
Siamo immersi nelle immagini ben oltre che 20 anni fa.
Mi chiedo quindi non è forse importante che ognuno più che giudicare continui nel proprio cammino e cerchi di migliorarsi, usando come esempi quelli più stimolanti e non solo quelli reputati simili ai suoi?

Che ne pensate? Mancan pezzi - certo che si - ?
Ok.. sembro maledettamente serio ma ci tengo a sottolineare innanzittutto che non posseggo verità e quindi vedo, per me in primis, la possibilità di sviscerare piccoli aspetti con la ricchezza dei punti di vista diversi dal mio e con ben maggiori esperienze.

Carlo