dai dai mi sono fatto convincere dal fatto che quello che conta è quello che riesci ad esprimere con il tuo lavoro e lo strumento è soltanto il mezzo con il quale arrivi ad un determinato risultato. Sembrerà  banale ma non è affatto così nel mondo della fotografia (digitalisti, argenteisti, polariodisti isti isti isti che allontanano le discussioni dalla tela concentrandosi sul pennello).

Bene.

Oggi leggo questo su repubblica, il tipo si vanta di fare dei bellissimi b/n, quindi si parla di tecnica non di estetica della fotografia. Mi chiedo: ma dove li vedono questi bei b/n???
Da un punto di vista di lettura del dettaglio e dell'estensione della gamma tonale (al di la della composizione della foto, i b/n si dovrebbero leggere così giusti?) la n°1 mi ha fatto aggrovigliare le budella, la 9 è orribile, la 12 fa pena (la bocca del protagonista è completamente bruciata), nella 15 vi piace quell'alone intorno al bambino sulla sx?, ditemi cos'è a 16.

ribadisco: sono scemo io?

grazie delle risposte

E' di Senigallia... magari è influenzato da Giacomelli

Ciao Samuele,
in effetti un po' di Giacomelli ce lo vedo, ma poi non hai letto il nome dell'agenzia?
Ciao,
Renzo

Una prima risposta.
E' che ci sono troppi impliciti. Cos'è un buon bianco e nero? O parto da un criterio (e faccio solo un esempio, sia chiaro) prendo AA e inizio a parlare apputo di gamma tonale, ecc, ecc. Ma poi non è mica detto che il bianco e nero sia solo quello...In sostanza, a secondo delle estetiche che si hanno cambiano i criteri di valutazione. (per inciso, questo vale anche in altri campi, come nelle scienze umane...ad esempio, a secondo del modello che usi puoi leggere le cose in modi diversi). Per cui quando parla di bellissimi b/n puà parlare di estetica e non di tecnica. Personalmente ho delle foto di danza nelle quali alcuni bianchi sono bruciati, anche sul corpo del danzatore, ma fotografi e critici di un certo peso non hanno avuto niente da ridire e onestamente se un adepto di AA mi dice che non vanno bene, non me ne frega un granchè. Ma allo stesso tempo quando faccio alcun paesaggi, mi piacerebbe farli alla AA.
Una seconda cosa, quel portfolio é vario, nella sua articolazione. Cose molto diverse tra loro e dunque facilmente alcune possono piacere e altre no.
Terza cosa, hai toccato il tema della relazione tra espressione e tecnica. In altre occasioni l'ho già  detto, su questo forum (quando postavo di più) ma anche in altri forum. Ma sembra che in questo paese, costantemente diviso, sia impossibile parlare di creatività , espressività , arte e contemporaneamente parlare di tecnica e tecnologia. Dal mio punto di vista sono talmente legate queste due cose (il che vuo dire che si puà fotografare anche in assenza di un bagaglio tencico sia chiaro, puà essere una scelta, leggere cosa dice AA a proposito di Weston), soprattutto nella fotografia che mi sembra normale parlane di entrambe. Ma anche qui, in questo forum ci sono le fazioni, più sfumate, certo. E più in genrale risulta difficile fare un discorso che le comprenda contemporaneamente.
Oltretutto, é nella miglior tradizione dell'arte e dell'espressività , assumere una visione globale dove dentro ci stanno tutte e due i livelli. Un saggio di critica d'arte assume la tecnica come componente fondamentale. Nella fotografa contemporanea no, ma pensa!
spero di averti un pò risposto.
marco

Pur io essendo un maledetto quasi "classico anselmiano", ti dirà che in queste foto ci trovo anche delle cose interessanti. E anche il bianco e nero non mi infastidice anche se estremizzato, potrebbe essere una ricerca di stile che a mio parere ci stà .
Come è presentato il lavoro mi lascia un po' perplesso.
Ultimamente sto digerendo fotografie che non pensavo di digerire e questo aiuta ad aprire un po' gli orizzonti.
Ultimo commento, non farei un lavoro così ......

Anche se non amo particolarmente immagini,con contrasti violenti come questi, anche se lo posso accettare per un progetto fotografico uniforme, non accetterei un portfolio con un mix di immagini estremizzate e altre a gamma tonale intera, lo troverei zoppo.
Personalmente non amo neppure troppo gli estremi tecnici alla AA,mi trovo molto più a mio agio con la tecnica "westoniana", che molti pensano semplice, e lo era, ma aveva un bagaglio tecnico enorme, che veniva poi unita ad una visione creativa personale.

Stefano

non mi paiono malaccio.
Il punto è ciò che dice Samuel: ci sono diverse estetiche, c'è Adams e Giacomelli, ma l'importante è essere coerenti e determinati nelle scelte tecniche ed espressive una volta che si imbocca una certa strada. Sarei più sorpreso che questi contrasti quasi assoluti fossero applicati a composizioni classiche alla Adams. Chissà , magari sarebbe anche interessante.

è vero che c'è adams e c'è giacomelli... ma questo è solo un "vorrei tanto essere giacomelli"...

alcune belle altre meno... però tutte mi trasmettono una sensazione di forzato e voluto che le foto di giacomelli certo non trasmettono!

ciao
daniele

Nella domanda di ruunz ci sono alcune aspetti che possono essere generalizzati ad alcune tematiche tipiche della fotografia. E alcune risposte si sono concentrate su quelli. Poi se si vuole fare un commento a queste foto si puà anche fare - continuo a trovare il porfolio non equilibrato, sia come qualità  delle singole immagini, sia come discorso complessivo - . Diciamo che la sensazione di "forzato e di voluto", é comunque cosa diversa dalla bruciatura, o dalla gamma tonale a cui si rifà  ruunz.
Alcune foto sono anche interessanti, ma Giacomelli era talmente unico nella sua estetica che il solo provare a fare qualcosa come lui rende l'operazione in se problematica. A mio parere non bisognerebbe nemmeno provarci.
Alla prossima,
bs
marco