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ma se io dicessi....

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28/10/2006 14:37
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... che la foto di reportage ancora oggi costituisce la punta di diamante della ricerca, sia visiva che di senso, della fotografia, ancor più che la foto di paesaggio o il ritratto, cosa mi rispondereste? Così, tanto per discutere un po'.

Inviato: 2/12/2008 9:48
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Re: ma se io dicessi....
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13/5/2004 17:25
Da lombardia
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Che la tua passione per il reportage ti rende poco obbiettivo...il che, per un reportagista, è abbastanza grave

Inviato: 2/12/2008 10:03
Tessera C.F.A.O n. 3

"Tempo fa ero indeciso, ma ora non ne sono più così sicuro" Boscoe Pertwee

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Re: ma se io dicessi....
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11/3/2004 9:36
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Beh, sarà  anche tanto per discutere un pò però la domanda è "tosta" ed interessante ...scusa, giusto per capire meglio o mettere qualche paletto: quando parli di fotografia ti riferisci solo alla fotografia "pura" oppure anche a quella fotografia che è "imparentata" con alcune pulsioni dell'arte contemporanea? (scusa la grossolanità  della distinzione ma giusto per capirci)...no anche perchè effettivamente uno dei fenomeni sempre più frequenti è che la fotografia di reportage "moderno" entra con maggiore facilità  nelle gallerie d'arte contemporanea, questo qualcosa significherà  al di là  delle mere considerazioni commerciali...


Ciao!!


Marco

Inviato: 2/12/2008 10:29
Il mio sito

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Re: ma se io dicessi....

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8/10/2006 17:44
Da Torino
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Concordo sull'interesse della questione. Con Marco/webmaster ne abbiamo parlato alcune volte. Sicuramente oggi ci sono reporter che lavorano ai confini, sia estetici che di impianto più generale, anche nella loro diversità .
Alcuni nomi li abbiamo fatti più volte all'interno di FA...da Pellegrin, a Zizola, a Mayoli, al gruppo di Noor, in particolare Grarup, ai "giovani" della Magnum, sino ad arrivare alla due americane di cui mi sfugge sempre il nome!...che avevo postato diverso tempo fa. Insomma ci sono diversi esempi di come il reportage oggi sia molto diverso da vent'anni fa, soprattutto nella sua dimensione stilistica.
Ma non credo che sia l'unico luogo fotografico dove si faccia ricerca. Secondo me c'è tutta una rappresentanza di fotografi ancora poco conosciuti, ad esempio nell'est, che presentano lavori e modi di fotografare assolutamente interessanti, anche a scavalco dei generi. Da sondare, assolutamente.
bs
marco

Inviato: 2/12/2008 12:19
La fotografia non si domina: corre da sola e l'uomo la segue in ritardo e mai come oggi.
A. Gilardi

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Re: ma se io dicessi....

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più o meno mi pare di essere riuscito ad esprimere quello che, confusamente, volevo dire, anche usando un termine fin troppo generico come reportage. Alludevo proprio a Pellegrin, Zizola, i giovani Magnum.
Non voglio dire che il r. sia l'unico luogo dove si fa ricerca, ma vale la pena ricordare che rappresenta ancora oggi una avanguardia, in un momento in cui il r. non se la passa più tanto bene, come la fotografia in genere (ci sarà  un nesso?)

Inviato: 2/12/2008 14:22
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Re: ma se io dicessi....
Utente non più registrato
Personalmente penso che il reportage ha monopolizzato il 'fare fotografia'.
In genere quando si parla di Fotografia con la F maiuscola l'equazione che la fa da padrona è Foto=Reportage e giù a seguire le solite immagini di 'miserabilismo fotografico' dove si vede sempre la stessa tipologia di immagine di sofferenza, morte e distruzione. Al di là  dell'impianto compostivo che cambia( ma non di molto) la sostanza è sempre la stessa. La matrice da cui si genera è sempre in bilico tra Capa e Bresson. Nei luoghi comuni e con tale termine includo i mass media, le chiacchiere da solotto, gallerie,circoli fotografici, riviste più o meno intellighente, Reportage è sempre sinonimo di FOTOGRAFIA se poi è in bianco e nero e un pò sgranata allora è proprio FANTASTICA. Sarebbe ora che i fotoreporter, compresi quelli blasonati, smettessero di avere pruriti artistici facendo semplicemente il lavoro per i quali sono pagati: produrre immagini di effetto a corredo di articoli che incrementano la vendita dei giornali. La Fotografia che si eleva a forma d'Arte è un'altra cosa e fortunatamente non vivacchia sulle disgrazie altrui. Voglio fare un esempio per meglio esprimere quello che penso: un giornalista per quanto bravo vuole essere non è uno scrittore o un poeta.

Inviato: 2/12/2008 18:08
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Re: ma se io dicessi....

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quello che dici è vero, ma siccome oggi è "troppo" vero, siccome oggi è quasi una banalità  parlar male del reportage, allora mi chiedevo se questo presunto primato c'è ancora e in che modo, o se invece non sia necessario ri-considerare il r.

Inviato: 2/12/2008 18:15
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Re: ma se io dicessi....
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Sono del parere che questa consacrazione del Reportage derivi unicamente da ignoranza fotografica intesa nel senso che si ignora l'esistenza di un'altra Fotografia e se me lo consenti associo a ciò anche una certa pigrizia visiva a volersi educare a guardare altre immagini, altre tematiche e più in là  altre poetiche.

Inviato: 2/12/2008 18:29
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Re: ma se io dicessi....

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28/10/2006 14:37
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quindi sono tutti ignoranti?

Inviato: 2/12/2008 18:45
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Re: ma se io dicessi....

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9/12/2004 21:10
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Ciao,
esprimo il mio modesto parere sull'argomento. Sono stato alla mostra a Lucca dove esponeva Pellegrin ed e' stato pure premiato. Belle foto, piene di angoscia per manipoli di soldati e la polopazione che e' in mezzo, raccontano un guerra come tante altre guerre sono state raccontate e che anche attraverso le immagini sono piu' vive nel ricordo e nella storia. Secondo me appunto il reportage e' un racconto storico.
Il bravo fotografo puo' ricavarci anche delle fotografie artistiche, pero' penso sarebbe un po' cinico che uno parta, sia pure a rischio della vita, per andare su un campo di battaglia solo per fare "belle" fotografie.
Si puo' avere occasionalmente un punto di contatto con l'Arte, ma la finalita' primaria e' diversa, e' raccontare, documentare, mostrare quello che spesso la televisione non fa vedere.
Puo' interessarmi umanamente vedere le condizioni di vita, la realta' che inchioda tanta gente alla sofferenza, alle privazioni e alla paura, ma non ho mai amato "artisticamente" vedere foto premiatissime come quelle di un bimbo malnutrito con un avvoltoio in attesa.
Ciao,
Renzo

Inviato: 2/12/2008 18:50
.........

......
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Re: ma se io dicessi....

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8/10/2006 17:44
Da Torino
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weston, fammi capire, e fammi uno straccio di esempio perchè sono parole che girano un po a vuoto quelle che usi.

“Sono del parere che questa consacrazione del Reportage derivi unicamente da ignoranza fotografica intesa nel senso che si ignora l'esistenza di un'altra Fotografia e se me lo consenti associo a ciò anche una certa pigrizia visiva a volersi educare a guardare altre immagini, altre tematiche e più in là  altre poetiche.“

E cioè, quale sarebbe questa altra Fotografia?
Ne ho presente un po, ma non sono cosi sicuro di capire quello che intendi, male non fa dire con chiarezza a cosa ci si riferisce. Dato che l'ho fato poco sopra te lo chiederei...
Non devo difendere il reportage, che lo fa da solo, ma affermare che oggi il reportage non si discosta molto da Capa e Bresson vuol dire non aver chiaro cos'è oggi il reportage.
Vedi sempre gli esempi fatti sopra.

Fotografia e arte; ma se ne uscisse un po da questa logica...
bs
marco

Inviato: 2/12/2008 23:09
La fotografia non si domina: corre da sola e l'uomo la segue in ritardo e mai come oggi.
A. Gilardi

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Re: ma se io dicessi....

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mi piacerebbe approfondire l'ultima frase di Samuel...

Inviato: 3/12/2008 10:05
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Re: ma se io dicessi....

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Una precisazione, con il rischio di semplificare. La fotografia d'arte non é che una delle possibili manifestazioni della fotografia, che é straordinaria perchè sa essere contemporaneamente un grande mezzo di comunicazione di massa e un potente strumento di espressione e di costruzione dell'identità  dell'individuo (basti pensare alla fotografia ricordo, a quella degli album di famiglia o di viaggio). La fotografia che vuole essere arte é solo uno dei modi d'essere. L'altro aspetto affascinante é che i confini della fotografia e dei suoi generi sono molto più laschi dei quello che si pensi, da sempre. La fotografia d'arte prende dalla fotografia di reportage, così come quella di reportage prende da quella di arte, cosi come la fotografia di moda prende da quella di reportage e da quella di arte, ecc, ecc. La frase che uso di Gilardi la credo profondamente vera.

Se si continua a guardare solo alla fotografia d'arte, si arriva a non capire più la fotografia, perchè é come guardare una stanza di una casa e pensare di capire la casa. Ti mancano tutte le altre stanze. Ci si vuole occupare di fotografia d'arte? ma per carità  liberi di farlo, ma non si spacci questo come l'essenza della fotografia. Siamo lontani dall'essenza se si parte da li.

Per intenderci, per me AA non é un artista, é uno straordinario paesaggista e supremo artigiano. I Becher sono artisti? Si, perchè lo vogliono essere, perchè vogliono appartenere a quel sistema, perchè lavorano con la fotografia implementando una nuova visione (nel loro tempo, ovvio)e un linguaggio che ridefinisce i confini della fotografia. E con questo dico che essere artisti dipende anche dal volerlo essere, oltre che dall'essere riconosciuto come tale da qualcuno. Altri non sanno di esserlo, non vogliono esserlo, ma potrebbero esserlo. Gli emuli dei Becher sono artisti, mah...non credo, sono degli emuli. Pellegrin é un artista? no è uno straordinario reporter che afferma il suo punto di vista sulle cose anche e soprattutto attraverso l'uso di un linguaggio nuovo per il reportage, non credo che voglia essere un artista, per quanto ho capito vuole ancora essere un testimone che produce un'estetica della propria testimonianza. Da questo punto di vista paradossalmente non é diverso da tutti i reporter che hanno voluto dire la loro, con una loro estetica, (e qui posso recuperare le cose dette da weston, se però intendeva questo, ma mi sembra che si riferisse al reportage in genere e non ad un autore specifico) compresi quelli del passato. Il fatto é che con la sua visione é in grado di raccontare il mondo di oggi. Se si vuole andamo avanti così...
bs
marco

Inviato: 3/12/2008 12:06
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Re: ma se io dicessi....

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Personalmente sono d'accordo con quanto scrive Samuel.
Quello che mi sfugge è una cosa: "reportage" e "fotografia d'arte" sono due cose diverse e separate, e non puà che essere così, al di là  di tutte le possibili contaminazioni e le reciproche interferenze. Ma non dovrebbero essere cose contrapposte, con i fautori dell'una o dell'altra fazione che reclamano il primato. Se io l'ho fatto provocatoriamente all'inizio della discussione è per un fatto affettivo da una parte e per il discredito che aleggia sempre più consistente sulla fotografia di reportage, anche a causa dei bravissimi Pellegrin, Zizola ecc. che hanno portato a una estetizzazione a volte esasperata di questo tipo di fotografia.

Inviato: 3/12/2008 12:35
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Re: ma se io dicessi....
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Cominciamo dal primo post.... uhm diciamo che si tratta di una affermazione non sbagliata, ma tagliata con l'accetta, frutto in buona parte di una profonda ignoranza della storia della fotografia e di una visone partigiana. Il reportage non è mai stato la punta di diamante della ricerca visiva... se non per sporadiche azioni momentanee di singolo autori. In questo senso mi richiamo per esempio al mio saggio su W. Klein e sulle relazioni tra illustrazione e reportage dove per una nota rivista di teoria dell'immagine evidenziavo quel nesso macchinico citato in apertura di post. Di queste relazioni ne me sovvengono diverse ma sempre del tutto estemporanee e frutto più della frattura tra reale ed immaginario collettivo, che vero oggetto di una ricerca cosciente. Ma questo da solo come argomento meriterebbe un saggio più che un post.

La fotografia pura mi sfugge davvero, sia come concetto, che come possibile oggetto di una qualche discussione teorica. Qualsiasi processo artistico è frutto di una contaminazione intellettuale, di un melange complesso di sentire e farsi, e già  la parola pura che per esser tale esiste e deve esitere in opposizione al concetto/parola spuria uhmm mi mette in stato di agitazione intellettuale, in primis per la pochezza di questo pensiero dicotomico, poi perchè introduce nell'arte la necessità  di un telos o fine come elemendo fondante, ontologicamente fondante e francamente non me ne voglia Marco, questo è un concetto che racconta una visione infantile, nel senso deteriore del termine, del processo artistico. Punto secondo anche questo da sviluppare. La fotografia pura se esistesse sarebbe il nesso macchinico tra reale e sua riproduzione, ma tra un reale non mediato dall'agire umano e una riproduzione dello stesso, fatta per se stessa in quanto tale, come atto compiuto in se, quindi scevro della necessità /possibilità  di essere visto. Uhmm qui ci infiliamo in un discorso sull'essere che uhmm sono certo hanno già  fatto, nella Germania degli anni trenta del ventesimo secolo.

Parliamo poi di Francesco e di Paolo che sono amici cari, non me ne vogliano... anche perché se leggessero questo post sarebbero loro i primi a sorriderne, sono forse l'esempio peggiore possibile da prendere per rappresentare una rottura rispetto al visual del reportage loro contemporaneo. Paolo e Francesco hanno scelto con cura i loro maestri putativi, e nel solco stretto di una grande tradizione di reprotage esteticamente operano, innovando, forse più Paolo, ma un minimo. Essi sono figli di autori classici, grandi, grandi autori a loro volta, ma assolutamente non di rottura. Per Alessandro la cosa è certamente più vera, Alex fa di cognome Majoli, non si scrive con la y, sarebbe come dire Paolo Pellegrini, che è pure un fotografo ma un altro tizio.
Ma anche Alex si rifà  a dei maestri di rottura, che però sono già  passati scuola, diciamo è più di confine, ma ancora dentro il confine. Inutile dire che dovendo citarne uno, di italiano il nome giusto sarebbe stato quello di Franco Paggetti, lui si che quando cominciò la sua carriera di fotoreporter, non quella di fotografo, operò una certa innovazione, ma come al solito figurati se qualcuno su un forum italiano lo cita, vista l'ignoranza media di estetica e storia della fotografia.

Ora salvo che nella provincia dell'impero - Italia - l'equazione grande fotografia=reportage non è stata mai cosi vera.
Per due principi il primo e più pregnante è il confondere tra fotografia di reportage ed illustrazione.... molti confondoni e mistificano solo per banale ignoranza. Secondo poi si parla di ciò che si conosce, di cio che si puà vedere delle immagini e degli autori che si possono incontrare. Ovvio che chi vive lontano dalle grandi metropoli ove di si dà  cultura in modo sistemico, Parigi, Berlino, Londra, New York. Chi non frequenta un consesso informatico, ma sceglie frequentazioni autoreferenziali, chi si illude che una fotografia possa essere gustata da un sito internet........ e non ultima una certa ristrettezza di tasca, visto il continuo sindacare del costo eccessivo di questo o quello sui forum di fotografia, quando una modesta biblioteca di fotografia, non una cosa spaventosa da 20.000 volumi, ma da 4.000 libretti che coprono a malapena la storia della fotografia, la tecnica, e gli autori equivale al corredo di un 70/80 fotoamatori ricchi, non ho dubbi che si possa credere a questa visione della fotografia.

Poi dopo vi perdete, insomma comincia il vaneggio, e ognuno dice la sua senza neppure sapere il significato delle parole che usa.

Fotografia e arte... la visione di Samuel è un tantinello asfittica, non tiene conto di un secolo di pensiero e di riflessione teorica, quasi impossibile rispondergli perchè si dovrebba fare un lavoro enorme ed aggiornarlo su quanto si è detto nel mondo nel secolo scorso. Se non si aggiorna da solo, poco si puà fare.

Il povero Adams non è un artista, i Becher si. Uhhh ma davvero. E chi lo dice, , anzi nà non frega nulla di chi lo dice, su quali basi teoriche... rispetto al frutto di quale analisi, mi piacerebbe davvero sentirla questa. Ma in cuor mio so già  che è una frase butta lì. Pensato forse neppure un minuto. Intanto i Becher non sarebbero d'accordo sulla prima della parte della frase...... questo lo posso dire con certezza, direbbero all'incauto ostensore di tanta tracotanza estetica : allora di quello che abbiamo fatto, figlio mio,nulla hai capito.
Dopo di che abbiamo la separazione tra reportage e fotografia d'arte... ma sta separazione chi se la è inventata, soprattutto la categoria della fotografia d'arte dove nasce, quando, è frutto di un parto senza padri madri e gravidanza. E me sembra una categoria inventata da chi non capisce ciò di cui parla per parcheggiarvi appunto quello che non capisce.
Terribile. Siamo all'invezione creativa, fatta sistema, non che non sia potente strumento di genesi, ma fosse geniale almeno, quando invece è guasta, sordida e gretta, rifuggire.
Finito di sparare a zero su un po di autori storici i nostri raffinati critici, si concentrano anche sugli epigoni della scuola di Bernd e Hilla Becher. rigorasamente senza fare nomi, perchè le stupidaggini è meglio scriverle per accenni, come la Guzzanti fa parlare il premier italiano in carica, così che poi si possa smentire, un attimo dopo. Ora chi si occupa di fotografia sa, e chi ne scrive con tanta sicumera su di un forum altresì dovrebbe saperne, che gli studenti di Bernd e Hilla Becher all'accademia di Dussendorlf, cominciarono ad esplorare dei formati ben diversi dalle tipologie dei Becher, e anche dalle combinazioni di fotografie individuali, che della poetica dei Becher era un elemento narrativo fondante. Thomas Ruff, Thomas Struth, Axel Hatte and Andreas Gursky tutti scelsero allo stesso tempo di avvalersi di formati di stampa oversize, cominciarono a confrontarsi con delle immagini realizzate per essere montate su pannelli di vaste dimensioni, si confrontarono con le dimensioni della parete espositiva come un artista rinascimentale con la volta di una chiesa da affrescare. tutto questo avvenne quando agli inizi degli anni '80 cominciò a profilarsi la possibilità  di realizzare stampe a colori di grandi e grandissime dimensione, sulla scia del lavoro del canadese Jeff Wall.
Adesso sarebbe da capire ci sono gli emuli dei Becher, perchè questi che sono i loro allievi hanno fatto davvero altro, e sono andati assai lontano nel loro percorso di ricerca.

In sintesi se si vuole parlare di storia della fotografia e di estetica della fotografia, un pochino di studio prima di spararle grosse sarebbe opportuno.
Una cosa questo post ce la dice... quanto la cultura dell'immagine in certi consessi non sia ancora penetrata, che rimane il limite di molte attività  culturali italiane sulla fotografia, cominciando dai grandi festival, dalle esposizioni e finendo nei fotocircoli, veri o virtuali.

Inviato: 3/12/2008 14:06

Modificato da ellemme su 3/12/2008 14:22:01
Modificato da ellemme su 3/12/2008 14:22:57
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Re: ma se io dicessi....

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mi fa piacere che la discussione si animi.
Leggo con piacere quanto scrive Ellemme, anzi mi aspetto ulteriori contributi.

Inviato: 3/12/2008 14:20
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Re: ma se io dicessi....

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Un solo e breve commento:
L'arte la fa l'artista? o è una categoria a se stante, per cui domani posso decidere di fare fotografie artistiche anziché guidare un taxi?
Qui mi sembra si stia confondendo l'arte con l'estetica.
Per quanto riguarda la fotografia in senso strettamente tecnico, voglio ricordare che Ando Gilardi nel suo "Storia sociale della fotografia" dimostra come la maggior parte delle applicazioni di questa tcnica sono tipografiche ed industriali, e non richiedono la fotocamera intesa come lo strumento con cui uscite la domenica.
Allora, cerchiamo di ricondurre al'ovile i due termini fotografia ed arte, poiché un artista puà usare il mezzo fotografico, un fotografo puà diventare un artista, ma le due cose non si intersecano quasi mai.

Cartier Bresson? (solo per fare un nome) a mio giudizio non era un artista, ma un abile esteta della documentazione e della narrazione fotografica.

Inviato: 3/12/2008 14:47
Franz ...Tessera "Bromuro d'argento" C.F.A.O. n. AgBr 31......
--------------------------------------
www.franzgustincich.it - Empirici di tutto il mondo, unitevi!......
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Re: ma se io dicessi....
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Citazione:

ellemme ha scritto:

La fotografia pura mi sfugge davvero, sia come concetto, che come possibile oggetto di una qualche discussione teorica



Ed infatti nel mio intervento ho chiesto scusa per la grossolanità  della distinzione, però penso che, dal momento che il post originale tirava in ballo anche la fotografia di paesaggio, molti avrano capito benissimo cosa intendevo dire, forse invece che pura avrei potuto utilizzare tradizionale, però appunto non sono andato troppo per il sottile dal momento che non era mio interesse aprire una "discussione teorica", come dici tu, ma solo chiarire qualche ambiguità ...

Tra l'altro non capisco da dove tu desuma che io sostenga che nell'arte ci deve essere un fine come elemento ontologicamente fondante, mah!, se sono riuscito ad esprimere questo in una semplice richiesta di spiegazioni sulla domanda del topic allora devo essere una specie di fenomeno, o di imbecille (cioè nemmeno so quello che scrivo, oh l'abbandono!)...anche perchè basta che tu abbia letto qualche mio intervento per sapere che sono lontanissimo da quella concezione dell'arte, anzi a dirla tutta sono proprio lontanissimo dall'arte...

Vabbè, che dire, "merdra Padre Ubu", adesso corro a meditare sui pensieri inconsapevoli, sull'inesprimibile, sul magma, sui golfi, su su su, però solo se di fianco a me non ci saranno nè uomini, nè donne, ma solo un mostro, fedele e muto, perchè a questo punto non si interrompa più il flusso dei miei sublimi pensieri, oibà (oh ellemme, un pò sto scherzando, questo ultimo passaggio è tratto liberamente da Jarry, giusto per introdurre un pò di leggerezza ai pensieri "pesantissimi" ed ontologicissimi che mi hai attribuito , e comunque dell'ontologia non ne vuole sapere neppure mia zia, o yeah, se di ontologia vuoi parlare, dal Professor Heidegger devi andare, oh yeah).


Ciao!!


Marco

Inviato: 3/12/2008 15:29

Modificato da Marco su 3/12/2008 16:26:25
Modificato da Marco su 3/12/2008 16:27:12
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Re: ma se io dicessi....
Utente non più registrato
Insomma Baumgarten, Kant, Heiddeger, tutti dei cretini, per citarne alcuni, tra i più noti.... perchè alla fine arriva Franx, con la monolettura Gilardi, e manda tutti a cagare, senza sapere che quello che il buon Ando dice, e non lo dice nel senso di Franx ma in quello opposto, non è di Ando, ma di un tale che scrisse
"Das Kunstwerk im Zeitalter seiner technischen Reproduzierbarkeit" nel 1937 e si chiamava Walter Benjamin.

Titolo de "L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità  tecnica"

------
Tut tut tut questo è un tipico esempio delle discussioni che non si possono fare su di un forum che mette di fronte persone con monoletture, e persone che si interrogano del perchè delle cose, cercando di comprendere il mondo che si dispiega altre il proprio naso.

Per Marco le parole o si usano a caso, e allora uno lo dice, manipolo concetti che non conosco con termini che non capisco, ma ci provo, oppure se introduci il concetto di purezza , non dico che tu debba avere fresco F. Schelling "System des traszendentalen Idealismus" ( 1800 - "Il sistema dell'idealismo trascendente") o il precedente "A Philosophical Enquiry into the Origin of Our Ideas of the Sublime and Beautiful" di Burke del 1757
o "Vorlesungen à¼ber die à„sthetik" di Hegel, ma almeno sapere dove stanno di casa è necessario. Se no siamo nei fantaragionamenti, allora è meglio ricondursi a cose conosciute, ho mettere in piazza concetti meno tagliati con l'accetta e affermazioni meno sicure.

Concludendo mi piglio sta frase come stimolo.... sarà  il prossimo esercizio per i miei studenti.... all'uni...

"Allora, cerchiamo di ricondurre al'ovile i due termini fotografia ed arte, poiché un artista puà usare il mezzo fotografico, un fotografo puà diventare un artista, ma le due cose non si intersecano quasi mai"
Tema poi tradotto in:
Implicazioni sociologiche della deriva macchinica nelle tecniche artistiche contemporanee.

Die Welt als Wille und Vorstellung, A Schopenhaur (Il mondo come volontà  e rappresentazione)... malgrado due secoli ancora non abbiamo fatto tempo a a leggerlo è Franx. Naturalmente tralascio tutto il recente, vista la mancaza crassa di basi.
Ma possibile che a nessuno venga mai il sospetto che le propria visione personale non sia il frutto di un genio smisurato, epifanico e quindi universale, e venga lui voglia quindi di documentarsi se qualcosa in merito è stato detto, scritto, discusso.

Credo che potrei prendere 20 nomi e con questi coprire i tre quarti del conosciuto della fotografia, in Italia/ Misera miseria davvero. Desolatamente.

Ps
Se qualcuno risponderà , per cortesia risponda nel merito, non saltando di palo in frasca.
Le citazioni non vogliono essere attacchi alla persona, altrimenti si discuta con soggetti astratti.

Inviato: 3/12/2008 16:54
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Re: ma se io dicessi....
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Guarda, ti rispondo subito nel merito:

MA LOL!!!! , veramente, sarà  che oggi mi sento molto ubuesco, comunque mi hai messo tantissimo tantissimo di buon umore, grazie!

Se le citazioni, come dici, non sono attacchi alla persona allora a mio parere lo è questa frase: "vista la mancaza crassa di basi", così come l'hai espressa e nel contesto in cui l'hai espressa...A chi ti rivolgi? Cosa vorresti dire? Ma che ne sai?...

Tra l'altro i testi che citi non sono per quanto mi riguarda dei testi di riferimento, semplicemente non mi hanno suscitato alcun tremito intellettuale (fatto salvo Schopenhauer, quello si, e molto!), "colpa" mia di sicuro (ma non me ne cruccio), e penso sia lo stesso per moltri altri utenti del forum, quindi a mio parere ci sta che questi testi non siano la base fondante del nostro pensare, del nostro articolare, il che ci porta distanti distanti, inevitabilmente, secondo me è tutto qui, nessuna volontà  di sostenere che "le propria visione personale non sia il frutto di un genio smisurato, epifanico e quindi universale"...

Vabbè, un ciao ubuesco, per la mia candela verde! (oddio no!! ho citato!!)...


Ciao!!


Marco

Inviato: 3/12/2008 17:43
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