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Stampe "digitali" al platino/palladio - Dick Arentz |
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25/8/2005 8:38 Messaggi:
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Dick Arentz, famoso per i suoi libri sulla stampa al platino/palladio, utilizzatore di equipaggiamento ULF, etc etc ha scritto questo interessante articolo sul suo passaggio alla Leica M8 come piattaforma per generare grandi negativi digitali alla Dan Burkholder che poi stampa convenzionalmente (convenzionalmente per lui, cioe' al Pt/Pd).
Lo potete leggere qui. Una testimonianza interessante sui benefici che si ottengono nel mischiare insieme il "nuovo" ed il "vecchio".
Inviato: 3/3/2008 8:49
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Re: Stampe "digitali" al platino/palladio - Dick Arentz |
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26/5/2005 15:12 Da Orsay (Parigi)
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Grazie per l'articolo, lettura interessante. Mi ha particolarmente fatto ridere questo passaggio:
Citazione: When converted to 360 ppi (my preferred resolution to feed to the printer), the 10.5-megapixel file gave me a 7.3 x 10.9-inch image at true resolution. For the final print, I set my limit at 12 x 18 inches, an upsampling of approximately 160%. Using Photoshop CS2, bicubic smoother resampling and judicious sharpening, I found that I could essentially duplicate the qualities of a 12 x 20 print made from an in-camera negative. In pratica una persona che ha passato la vita a fotografare in grande formato, stampare per contatto con una delle tecniche più pregiate della storia della fotografia, inseguire toni, resa, dettaglio delle stampe, ci sta dicendo che con una digitale, manco full frame per altro, ottiene la stessa qualità che con un negativo analogico 30x50cm! io gli credo, è uno dei più grandi stampatori del mondo. meditate gente, meditate. ciao f
Inviato: 3/3/2008 9:16
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http://photo.busdraghi.net La gente crede nella realtà della fotografia ma non a quella della pittura; il chè dà un enorme vantaggio ai fotografi. Sfortunatamente, però, anche i fotografi credono nella realtà della fotografia. D. Michals, 1976... |
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Re: Stampe "digitali" al platino/palladio - Dick Arentz |
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13/5/2004 17:25 Da lombardia
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Citazione:
Hai ragione Fabiano, è un punto che ha colpito anche me. Ed anche io gli credo. Un articolo molto interessante.
Inviato: 3/3/2008 10:04
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Tessera C.F.A.O n. 3 "Tempo fa ero indeciso, ma ora non ne sono più così sicuro" Boscoe Pertwee https://500px.com/lucinio http://www.flickr.com/photos/15773975@N00 |
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Re: Stampe "digitali" al platino/palladio - Dick Arentz |
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Utente non più registrato
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Ehhhh....caro Fabiano, Ho l'impressione che si continui a confondere il mezzo con il fine. Ed anche essere abbagliati dal concetto di qualità . Qual'è lo scopo della fotografia PER TE? Per me è testimonianza attraverso il processo fotografico. La "fotograficità ", per me, va "garantita" attraverso l'uso di un processo integralmente fotografico che diventa estensione temporale di una combinazione visiva piuttosto che riproduzione e ricostruzione. Il processo digitale ricostruisce le immagini, le acquisisce tramite dei sensori calibrati e le ricostruisce punto per punto su un supporto che ha la stessa fisicità delle immagini catturate. Non fissa. Non immortala. Al contrario quando i processi sono fotografici si passa attraverso una serie di proiezioni che riflettono la realtà in maniera diretta e la fissano senza decomposizione in elementi primi e ricostruzione. Sembrerà una sottigliezza ma per me è tanto. Da quando l'ho capito ho difficoltà a prendere in mano "la digitale" se non per foto che non considero parte del processo di testimonianza. E per finire ti chiedo un'ultima cosa perchè mi ha incuriosito la tua affermazione: ma cosa c'entra il "full frame" con "la qualità " ? Forse dipende dal fatto che abbiamo una diversa idea di qualità , sono curioso. Un saluto, Alessandro
Inviato: 3/3/2008 10:07
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Re: Stampe "digitali" al platino/palladio - Dick Arentz |
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26/5/2005 15:12 Da Orsay (Parigi)
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Citazione:
Ehhhh....caro Fabiano, intanto se rileggi il passaggio di DA vedi che nella frase "qualità " è sinonimo di "caratteristiche" senza nessun riferimento a pregio o no. lui dice che con questo nuovo metodo ottiene risultati comparabili a quello vecchio. per quanto riguarda la tua domanda no, per quanto mi riguarda le caratteristiche tecniche e la qualità ortodossa hanno perso significato già da molto tempo. quando le caratteristiche formali sono funzionali al messaggio le applico, quando non lo sono faccio come mi pare. pero' esiste ancora tanta gente, non che insegue la qualità , ma che sceglie un mezzo piuttosto che un altro sulla base di (posso dirlo?) pregiudizi, oppure maschera la propria inefficenza dietro scelte formali. fa una foto di un albero che è una ca*$%$ta pazzesca, ma visto che è fatta con una macchian grande formato 70x100 e poi stampata alla gomma bicromata con 25 strati indipendenti diventa un'opera d'arte. quello che mi sembrava notevole è che un personaggio come DA, che ha passato la vita a cercare tutta una serie di certe caratteristiche delle stampe, riesce ad essere contento con una digitalina, ok di lusso, ma rispetto a quello che usa resta una digitalina. la lezione da trarne è che: a) il digitale è sufficientemente sufficientemente sviluppato da dare risultati che passano i criteri di qualità di uno dei migliori stampatori del mondo. b) se non abbiamo risultati decenti col digitale è più probabile che sia perché non lo sappiamo usare bene c) solita tiritera: conta il fine e non i mezzi Citazione: Qual'è lo scopo della fotografia PER TE? posso glissare per il momento? è una domanda difficile e ci devo pensare. magari apriamo un 3d dedicato. già qui si andrà nel OT più puro. dobbiamo aprire un altro 3d anche per il resto della conversazione? Citazione: Per me è testimonianza attraverso il processo fotografico. La "fotograficità ", per me, va "garantita" attraverso l'uso di un processo integralmente fotografico che diventa estensione temporale di una combinazione visiva piuttosto che riproduzione e ricostruzione. per me non è assolutamente testimonianza, non esiste la testimonianza e la documentazione, manco so se esiste la realtà , come posso pretendere di documentarla con un mezzo poi infinitamente ibrido e distorsivo come la fotografia. nessun processo poi è integralmente fotografico, salvo le immagini esposte e non sviluppate. Citazione: Il processo digitale ricostruisce le immagini, le acquisisce tramite dei sensori calibrati e le ricostruisce punto per punto su un supporto che ha la stessa fisicità delle immagini catturate. Non fissa. Non immortala. Al contrario quando i processi sono fotografici si passa attraverso una serie di proiezioni che riflettono la realtà in maniera diretta e la fissano senza decomposizione in elementi primi e ricostruzione. interessante. Se non sbaglio a interpretare il tuo pensiero mi ricorda la tesi di Dubois in "L'acte photographique". Si diceva infatti che una caratteristica costituente della fotografia è la sua sincronicità . l'autore diceva in fatti che l'immagine della televisione è profondamente diversa perché l'immagine viene costruita punto per punto spazzando lo schermo. se non sbaglio dici che la grossa differenza rispetto col digitale è questa. fermo restando che dal punto di vista pratico queste questioni filosofiche per me non hanno la ben minima importanza, dal punto di vista teorico rifiuto comunque questa tesi. l'otturatore di fatto scorre sulla pellicola impressionando, quindi si ha un processo di ricostruzione-decostruzione dell'immagine. la sola differenza è che con l'otturatore si ha una somma continua per sovrapposizione, mentre nel digitale è quantizzato. ma ripeto, per mia personale scelta, sono discussioni colte senza alcun interesse fotografico reale. ai fini pratici, una foto scattata da un giornalista in analogico i in digitale ha esattamente lo stesso valore di testimonianza intesa nel senso pratico del termine. Citazione: E per finire ti chiedo un'ultima cosa perchè mi ha incuriosito la tua affermazione: ma cosa c'entra il "full frame" con "la qualità " ? Forse dipende dal fatto che abbiamo una diversa idea di qualità , sono curioso. per quanto mi riguarda niente. a parte la difficoltà stessa di definire qualità , per quanto mi riguarda non la cerco nei parametri standard come nitidezza, assenza di rumore e compagnia. la frasè solo dovuta al fatto che le macchine digitali professionali sono full frame, e spesso si sente dire con un certo disprezzo che con un captore che non compre nemeno la superficie di un 35mm non si riescono a ottenere stampe di qualità decente che superino il 10x15cm. insomma, stavo facendo dell'ironia. ciao f
Inviato: 3/3/2008 11:23
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http://photo.busdraghi.net La gente crede nella realtà della fotografia ma non a quella della pittura; il chè dà un enorme vantaggio ai fotografi. Sfortunatamente, però, anche i fotografi credono nella realtà della fotografia. D. Michals, 1976... |
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Re: Stampe "digitali" al platino/palladio - Dick Arentz |
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27/4/2006 13:48 Da Roma
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Non capisco la differenza concettuale tra digitale e chimico. Mi ripeto - come ho fatto più volte nel corso degli anni - per dire che il digitale non è digitale fino a quando l'immagine non viene codificat e, quindi registrata.
pur non amnado il termine analogico, lo userà per spiegarmi meglio. La realtà è analogica e viene filtrata da un obiettivo che è analogico anch'esso. Il sensore registra punti analogici e li converte in elettrictà di diversa intensità , anche qui siamo nell'analogico. Il segnale elettrico/analogico viene codificato e diventa digitale. Altrimenti non avremmo avuto alcuna differenza tra tv analogica e digitale. La testimonianza, come dici tu, ha meno valore se è archiviata in pixel anziché in grani d'argento? allora anche lo scanner diventa eretico, e così tutte le testimonianze in video che non utilizzando pellicola rientrano nella tua categoria. In queste settimane sto tenendo un corso di sociologia visuale per dottorandi in scienze della comunicazione e sociologia. Praticamente tutti dispongono solo di apparecchi digitali. Come gli spiegheresti che le immagini che riprendono durante le lore ricerche non hanno valore di testimonianza?
Inviato: 3/3/2008 12:29
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Franz ...Tessera "Bromuro d'argento" C.F.A.O. n. AgBr 31...... -------------------------------------- www.franzgustincich.it - Empirici di tutto il mondo, unitevi!...... |
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Re: Stampe "digitali" al platino/palladio - Dick Arentz |
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Sì, questo è in effetti un punto che fa capire che la tecnologia si sta evolvendo bene a quanto pare. Rimane ancora il problema della stampa che lui infatti risolve con la stampa di "provini a contatto" da digitale. Citazione:
hihi verissimo, o almeno questo traspare da come parlano di certe foto... Citazione:
I mezzi contano se, come hai già detto, sono funzionali al messaggio o all'intento. Citazione:
no problem, è solo che è una domanda che mi viene fuori spontaneamente ogni volta che qualche fotografo parla di caratteristiche tecniche Citazione:
se penso che lo stracitato e strarinvangato HCB non sviluppava le sue foto, le faceva e spediva via le pellicole, il suo lavoro era finito lì sarà per questo motivo? Citazione:
Questa è una delle profonde differenze, sì. Ma c'è anche l'essere poco fisico, quasi effimero della fotografia digitale che impiega più passi per concretizzarsi, per esistere, mentre con la pellicola è il supporto impresso il primo prodotto reale e tangibile. Citazione:
La cattura dell'immagine è uguale sia con il digitale con la pellicola ma con i sensori questa viene subito ed automaticamente decomposta. L'immagine esiste in quanto codifica, serie di numeri. In questo senso non è impressione ma decomposizione e successiva ricostruzione. La foto-grafia, il disegno, il segno lasciato con la luce non esiste più. Quello che c'è è un tentativo di riproduzione del visibile calibrato sulla nostra visione e riprodotto con tante piccole unità . Mi viene quasi da dire che non è foto-grafia bensì de-frammentazione e ri-costruzione, è un altro processo. Citazione:
Dici di non saper definire il reale eppure mi sembra che ti sia molto chiaro... ;) Ciao e scusa per l'OT. Per ritornare in tema perchè questo grande stampatore non prova anche con "digitaline" di bassa fascia anzicchè quel giocattolo da collezionisti che regalano alla modica cifra di 5k€? Ciao! Alessandro
Inviato: 3/3/2008 12:41
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Re: Stampe "digitali" al platino/palladio - Dick Arentz |
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Utente non più registrato
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Argh, io pensavo di aver capito almeno "la differenza concettuale tra digitale e chimico": e cioè che la fotografia chimica "è" un oggetto fisico-materiale, sempre, in tutte le sue forme: luce, carta, sostanze chimiche, vetro...
Il discorso comunque, almeno per me, è apertissimo (tocca studiare...) thanks
Inviato: 3/3/2008 12:41
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Re: Stampe "digitali" al platino/palladio - Dick Arentz |
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Utente non più registrato
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E' semplice: non ne hanno finchè rimangono pixel e file. Lo diventano quando sono stampe, testi, materiale tangibile e "immortale", non alterabile, non modificabile e testimonianza se non tramite la sua eliminazione. L'informazione digitale è effimera e pertanto succube del potere in maniera più totalitaria dell'informazione. La prova la vediamo tutti i giorni quando ci sono modifiche nelle voci di wikipedia, quando cambiano i comunicati stampa informatici dei governi, quando scompaiono gli articoli e le discussioni dalla rete per la chiusura di un sito. Internet ed i computer producono materiale modificabile facilmente, questo è un vantaggio ma ha anche un drawback enorme: smette di avere valenza storica perchè puà sparire da un momento all'altro senza possibilità di ritorno. Esisteva il tempo in cui i governi totalitari bruciavano i libri. Nell'era digitale bastano delle modifiche al codice ed il gioco è fatto, niente distruzione, solo alterazione, modifica, controllo puro. Ciao! Alessandro
Inviato: 3/3/2008 12:50
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Re: Stampe "digitali" al platino/palladio - Dick Arentz |
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Chi controlla l'Enel controlla l'informazione digitale. si scherza eh...
Inviato: 3/3/2008 12:54
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Re: Stampe "digitali" al platino/palladio - Dick Arentz |
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Occorre a mio avviso contestualizzare, l'autore ottiene la stessa qualità nella stampa a contatto di dimensioni pari al negativo. Qualcuno potrebbe pensare che le informazioni contenute nel file digitale della M8 siano le stesse che in un negativo 8x10". Ovviamente non è così, un negativo 8x10 contiene molte più informazioni ma che evidentemente sono inutili in una stampa di quelle dimensioni.
Inviato: 3/3/2008 12:56
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Re: Stampe "digitali" al platino/palladio - Dick Arentz |
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Al di la' dell'essere in sintonia con Fabiano e condividere i suoi commenti, aggiungo solo che l'articolo -riflettendoci un poco - e' sorprendente ma fino a un certo punto. Ho visto dal vivo durante un workshop tre anni fa in California le stampe a contatto dei vari mostri sacri dell'ULF - da Arentz a Butcher a King, etc etc - e quello che colpisce non e' la risoluzione da paura (che non c'e' proprio, anzi) ma l'estesissima gamma tonale della stampe. Merito certamente della loro abilita' ma - cosi' dicono loro, mica io - anche del contributo dell'ULF e della stampa a contatto.
Appunto, la risoluzione e' abbastanza deludente, e tra i negativoni che si incurvano dentro gli chassis, i micromossi causati dalle focali chilometriche, e l'uso di obiettivi (vecchi vecchi) con cerchi di confusione patetici, senza multicoating oltretutto (alcuni senza coating del tutto!) non ci si puo' aspettare stampe tagliate al rasoio. Quindi che da una Leica M8 si possano tirare fuori come risoluzione pura negativi che fanno concorrenza a quelli ULF mi soprende ma non piu' di tanto. Il contributo di Arentz e' invece per me veramente sorprendente quando afferma che questo suo workflow "M8" conserva l'estensione della gamma tonale del tradizionale ULF-contatto-Pt/Pd (o argentico). Dato il personaggio "tutto di un pezzo" e la sua storia professionale, mi fido - come Fabiano - di quello che dice. Eh si, meditiamo gente, meditiamo ...
Inviato: 3/3/2008 13:05
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Re: Stampe "digitali" al platino/palladio - Dick Arentz |
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Credo che il processo digitale non porti ad una "foto" ma ad una serie di dati che con i mezzi adeguati si possa riprodurre in un'immagine. Se poi si utilizza il processo digitale come mezzo per arrivare ad una ricomposizione del visible e lo si fissa nel tempo su un supporto, allora diventa anche testimonianza. Il risultato finale è lo stesso solo se si compie anche l'ultimo passo.... Ciao! Alessandro
Inviato: 3/3/2008 13:19
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Re: Stampe "digitali" al platino/palladio - Dick Arentz |
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Dagli e ridagli, in salse diverse, rigirato in questo o quel modo, salta sempre fuori il solito vecchio, trito ed obsoleto discorso.
Marco
Inviato: 3/3/2008 13:35
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Il mio sito "I'm not a photographer the moment I pick up the camera. When I pick one up, the hard work's already been done" “To photograph reality is to photograph nothing.” Duane Michals |
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Re: Stampe "digitali" al platino/palladio - Dick Arentz |
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Ciao Fabiano Quanto dici potrebbe essere letto come "il fine giustifica i mezzi". Di solito è una affermazione "pericolosa" che non mi trova d'accordo, neanche in ambito fotografico. Tutto qui Ciao Ferruccio
Inviato: 3/3/2008 14:06
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Re: Stampe "digitali" al platino/palladio - Dick Arentz |
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Si, ma adesso se estrapoliamo una frase dal contesto del discorso e non rimaniamo collegati all'argomento, finisce che perdiamo la misura delle cose. Un conto è dire che per ottenere un determinato risultato fotografico, che è lo scopo finale, non conta che tipo di tecnica viene usata, come ha fatto Fabiano, un altro paio di maniche è allargare la questione arrivando a dire "il fine giustifica i mezzi", frase che ha ben altra valenza. Marco
Inviato: 3/3/2008 14:32
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la frase di Fabiano penso sia da interpretare come:
"i mezzi devono essere funzionali al fine e non fini a sè stessi" che è tutt'altra cosa dal dire "il fine giustifica i mezzi" ciao daniele
Inviato: 3/3/2008 14:46
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FineArtClub* - Training School www.danielepennati.com Milano Citta Aperta - Journal of Urban Photography Tessera C.F.A.O. n°57... |
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è si, sarà meglio la stampa digitale o la stampa analogica......... mah, forse la stampa digitale è meglio ?.... o forse no ?, ma il fatto che sia digitale limita il mio processo creativo, in altre parole è importante fare quello che ci piace.
Per quanto riguarda il commento dell'esperto ........ convinto lui, convinti tutti, ci posso anche credere magari altri la vedono diversamente. Io amo ascoltare chi ha raggiunto livelli di eccellenza in entrambi i sistemi (e sono pochi). Saluti Stefano
Inviato: 3/3/2008 14:54
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..................... In un mondo dove tutto cambia rapidamente dedicatevi qualcosa in grado di fermare il tempo........... ... Tessera C.F.A.O n°1 ......... ... |
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Si, ma adesso se estrapoliamo una frase dal contesto del discorso e non rimaniamo collegati all'argomento, finisce che perdiamo la misura delle cose. Un conto è dire che per ottenere un determinato risultato fotografico, che è lo scopo finale, non conta che tipo di tecnica viene usata, come ha fatto Fabiano, un altro paio di maniche è allargare la questione arrivando a dire "il fine giustifica i mezzi", frase che ha ben altra valenza. Marco Ciao Marco Grazie per la precisazione che darei quasi per scontata vista la sua logicità . E' ovvio che estrarre una frase da un contesto è sempre un arbitrio. Per me lo scopo finale, cioè "la foto", non è disgiunta ne più importante del mezzo impiegato per ottenerla. Detta in maniera più spiccia non me ne frega niente di una bella foto se i mezzi per ottenerla non sono "consoni" (chiedo scusa ma non ho trovato un termine migliore, ma penso che il senso sia comprensibile). Ovviamente questo è solo un mio "misero" parere e fuori da me l'idea di innescare una qualsiasi polemica con altri che hanno giustamente opinioni diverse e che pienamente rispetto. Resto della mia idea che il fine non giustifica i mezzi nemmeno in campo fotografico. Spero che questo mio limite intellettivo non offenda nessuno. Ciao e buon lavoro Ferruccio
Inviato: 4/3/2008 9:52
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Re: Stampe "digitali" al platino/palladio - Dick Arentz |
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Ferruccio ha scritto: ...Resto della mia idea che il fine non giustifica i mezzi nemmeno in campo fotografico. Ciao a tutti. Direi che dipende dall'intento fotografico: -documentaristico puro: d'accordo. -reportage: d'accordo con riserve (in ripresa ad esempio). -artistico: disaccordo. Just my 2 cents... Ciao.
Inviato: 4/3/2008 10:56
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