La luce era semplicemente perfetta, il verde brillante dell'erba dorata dal sole era attenuato dalle innumerevoli margheritine e la scena era unica ed irripetibile.
Mio figlio Giulio, di quasi 8 anni, di profilo rispetto a me, era in ginocchio con la carne sfilata da uno spiedino - che avevo appena cotto alla brace - nella mano raccolta a conca. Dalla sua mano mangiava avidamente una volpe. La mia leica l'avevo al collo, pronta e con il 50 innastato: l'obiettivo giusto per la distanza a cui mi trovavo dalla scena.
Finito il primo spiedino è andato a prenderne altri due, e la scena si è ripetuta. Ho preso in mano la fotocamera, ho regolato fuoco ed esposizione e poi... ho deciso di limitarmi ad osservare, senza scattare, serbando quella foto solo per me, nel mio archivio mentale, quello dove ho le foto migliori: le foto viste ma mai scattate.
Mi ero improvvisamente reso conto che, talvolta, per la frenesia del dover avere un'immagine a tutti costi, perdiamo il gusto di osservare e di riempirci gli occhi ed il cuore con la vita che ci passa di fronte.
La volpe, poi, è tornata anche a cena, entrando in cucina direttamente dal giardino della villa di campagna di mio suocero. Giulio dormiva e di me era un po' diffidente, così dovevo stare un po' lontano, almeno un metro e mezzo. Allora l'ho fotografata con la compattina digitale di mia moglie, mentre divora delle fette di salame davanti al frigorifero. Maledette digitali economiche: hanno un tale ritardo nello scatto, che nella foto della volpe c'è solo la punta della coda che fugge.
Tanto vive lì, e prima poi tornerà .

Penso che la tua sia stata un'occasione più unica che rara.
So che in Inghilterra le volpi circolano comunemente di notte negli abitati.
Ho una casa con un piccolo giardino sulle colline sopra Castel san Giovanni, nell'appennino piacentino.
Le volpi sono frequenti, come le donnole e le faine.
So che di notte, prima dell'alba, ogni tanto circolano anche nei pressi della mia abitazione in caccia di topi.
Le sento più che altro, dal loro verso molto caratteristico.
Ma riuscire a vederle è quasi impossibile.
In val Luretta in una trattoria di campagna ne tenevano una, salvata da una cucciolata uccisa dai cacciatori.
Stava sempre al buio, rintanata in fondo alla cuccia di un cane, aveva paura degli uomini (a buon titolo) ed ogni tanto sporgeva solo con la punta del muso e probabilmente usciva solo di notte.
La povera bestia era diffidente e spaurita, ma questo non bastà a salvarla dalla cattiveria di qualcuno.
Gli uomini sanno essere inutilmente crudeli, mentre gli animali non lo sono quasi mai.

Il fatto che vi avvicini è un evento fuori dalla norma, deve avere molta fame.
Hai fatto bene così.

Non mi rammaricherei per quello che hai fatto. A volte anche io ricado spesso nell'errore che hai appena evitato. Non mi godo situazioni ed eventi che sto vivendo per la smania di portare a casa qualche scatto memorabile. Così alla fine per evitare, alcune volte decido di non portare nulla di attrezzatura fotografica con me. Come ho fatto nel viaggio in Cina fatto lo scorso ottobre. Deliberatamente non ho voluto portare nulla e ho fatto qualche scatto solo col cellulare Però ho appena preso una compattina digitale Fuji F30 che pare vada benino; così quando non ho voglia di stressarmi con i pesi, gli ingombri, gli esposimetri e gli obiettivi, al limite mi porto quella dietro per emergenza per qualche scatto imperdibile.

Bene, è così scopro che anche tuo foglio, come il mio, si chiama Giulio, beh si vede che abbiamo buon gusto ...

Grazie per questo bel racconto, secondo me hai fatto benissimo, sinceramente è un bel pò che ho smesso di scattare quando sono in vacanza, con mio figlio, con gli amici più cari, i momenti più intensi della mia vita...a volte la fotografia è uno straordinario "amplificatore" di emozioni, ci dà  la sensazione di vivere e vedere la vita in modo più autentico, intenso, ma spesso non è così, a volte è solo un filtro inutile, una distrazione dal flusso dell'emozione piena ed autentica vissuta nell'immediato, per me è così quando appunto scendiamo a livello intimo, quotidiano, personale, questi momenti li voglio vivere senza "protesi", sovrastrutture, li voglio vivere e basta, niente fotografia per me (senza considerare che le immagini che realizzo in queste occasioni generalmente mi annoiano mortalmente una volta viste/stampate, è un mio limite per carità !, ma per me è molto meglio la memoria "viva" e cangiante e sempre reinventata di un ricordo perso nel trascorrere del tempo)...anche se, ad onor del vero, ultimamente mi sono fatto "sedurre" da una compattina digitale che ogni tanto mi porto dietro, così, perchè non si sa mai ...

E una lezione che non riesco sempre a ricordare. Ma proprio domenica scorsa ero con tutta la famiglia in gita e volevo necessariamente fare qualche foto ma la cosa risultava assolutamente ingestibile... solo quando ho smesso sono riuscito a godermi quei momenti che rimangono pur sempre unici e indelebili nella mia memoria anche senza testimonianza fotografica.

Hai fatto bene anche secondo me!

Per fortuna l'esperienza del mondo non é riconducibile sempre alla fotografia, che di per sè é povera, é solo visiva.
Alcune volte vorrei una telecamera, altre volte si guarda e si respira e si evita quel mediatore/costruttore che é la tecnologia.

L'unico incontro ravvicinato con una volpe é stato, guarda caso, a Catelluccio, di notte. Voleva portami via la coperta. Dico, guarda caso, perchè trovo che Castelluccio, intendo il Piano Grande, sia difficile da fotografare. Ed é straordinariamente bello da guardare e respirare.

A proposito non ho mai visto foto di Castelluccio nel forum...
bs
marco

come ti capisco franzx...

per anni durante i nostri viaggetti mi sono sciroppato kg e kg di attrezzatura nello zaino sulle spalle e mi sono anche sciroppato la frenesia della foto ad ogni costo, ed a volte questo mi ha impedito di godere pienamente dei luoghi, ora quando ci muoviamo piccola digitale ed attrezzatura rigorosamente a...casa, a meno che non si vada per fari eheheheheheheheheh


a presto,ric
www.grandespirito.it

E' vero, troppe volte a fotografare si perde la meraviglia del momento.
Ed è anche vero che la pulsione a voler a tutti i costi documentare ogni attimo delle nostre vite ci porta spesso all'impossibilità  di gustarci quegli attimi.

Hai fatto bene a non scattare, Franz.


Andrea

Per me hai sbagliato. "Il ricordo come sai non consola"...però un'occasione così non ti ricapiterà  spesso. Io avrei goduto di tutte e due le cose: la foto e la vicinanza della volpe. Forse avrei tentato di parlarle, trattenerla. Avrei svegliato mio figlio (se ne avessi uno). Avrei insistito. La foto andava scattata perchè è bello rivivere momenti passati. E' questo il senso delle foto, no? Foto e poi silenzio a godersi l'incontro. Beato te che hai modo di viverti cose simili. Io in Abruzzo cerco sempre angoli sperduti. Un giorno forse ti farà vedere certe foto di un lupo amico mio...