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1 Utenti anonimi
Re: La passione che dimostrate |
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23/2/2006 10:05 Da Ruda (UD) - Trieste
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Già ...... Paolo
Inviato: 13/6/2006 10:21
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Re: La passione che dimostrate |
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Sì, però guarda che con il GF si scatta di meno eh! Un po' per i costi associati ad ogni scatto specie per chi come me predilige le dia a colori; un po' per il tempo e l'attenzione che ogni singolo scatto richiede; un po' perché il controllo che hai sull'immagine è superiore (già dall'inquadratura) e hai meno bisogno di fare più scatti per averne uno "buono". Fer
Inviato: 13/6/2006 10:23
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Tessera C.F.A.O. n°14 Gallery (pBase) ** Si ricorda di leggere bene il REGOLAMENTO ** .... |
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Re: La passione che dimostrate |
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Si Giuseppe, l'approdo al grande formato è sempre frutto di un tragitto personale, di un percorso, ma non è detto che necessariamente debba passare attraverso la frequentazione dei formati minori, puà anche essere un tragitto-percorso di tipo espressivo, come è accaduto per me e Cristina, noi infatti nasciamo "fotograficamente" con il grande formato, inizialmente era il 4x5", senza avere avuto in precedenza alcuna esperienza significativa e duratura nè con il 135mm e nè con il medioformato...attraverso un percorso di ricerca personale su quali mezzi potessero essere idonei per esprimere in immagine quello che avevamo in mente (e qui internet ha giocato un ruolo cruciale nel reperimento delle informazioni), ed anche con l'incoscienza di chi non è un fotografo "puro" ma guarda alla fotografia solo come ad un mezzo attraverso cui esprimersi (trascurando così una miriade di sacrosantissime questioni tecniche), il giorno che abbiamo deciso di cominciare ad utilizzare il mezzo fotografico, essendo stati folgorati dalla scuola di fotografia di paesaggio americana, non ci siamo neppure posti il problema di con che cosa cominciare, era palese che sarebbe stato un banco ottico 4x5" perchè quella era la macchina fotografica che utilizzavano i nostri miti (e qualcuno pure l'8x10", ma il formato ai tempi ci sembrava eccessivo)...la prima volta che abbiamo messo la testa sotto il telo nero è stato amore a prima vista, che poca cosa ci sono subito sembrate le prime sperimenatzioni con il 6x6, è stato come un mondo meraviglioso ed ignoto che si rivelava ad ogni istante ai nostri occhi: l'immagine che si forma sul vetro smerigliato, capovolta e rovesciata, il ficcarsi sotto un telo nero, ti astrae e ti isola da tutte quelle suggestioni dalle "suggestioni" psicologiche e di natrura emotiva che sono delle vere e proprie "trappole" compositive nei formati minori, nel grande formato l'immagine sul vetro smerigliato è oserei dire una forma astratta, un susseguirsi di linee e cromatismi da cui l'occhio si lascia trasportare alla ricerca di un perfetto equilibrio, comporre è spesso un'avventura visionaria simile a quella di un pittore; comporre su un vetro smerigliato così grande permette poi un controllo totale sul risultato finale, ti rendi conto di quanto ogni singolo millimetro di scena inquadrata sia importanteai fini espressivi, ti abitui subito a ragionare sulle composizioni, ad essere riflessivo e paziente, a tutto vantaggio della espressività ; la libertà tecnica ed espressiva che ti danno i movimenti è impagabile, sei come un abile scultore che sotto il telo nero modifica proporzioni, corregge prospettive, decide il piano di maggiore nitidezza oppure opta per delle sfocature controllate, questi sono aspetti che più di altri avvicinano la fotografia effettuata con i corpi mobili alla pittura ed alla scultura, è ciò che la consegna all'immediato (svanire) ed all'atto (pensiero depensato), cioè la consegnano all'arte, e questa libertà creativa sul campo, in fase di ripresa, così come un pittore è libero mentre traccia la pennellata ed ancora non sa cosa accadrà sulla tela (così come noi non sapremo cosa accadrà sulla lastra), è qualcosa a cui non è più possibile rinunciare, tanto che, ne parlavamo proprio l'altra sera io e Cristina, oggi non possiamo concepire nessun altro modo di fotografare, lavorare con macchine a corpi fissi per noi è impensabile...poi c'è anche la possibilità di ottenere, partendo da un originale così grande, degli ingrandimenti con una nitidezza ed una "plasticità " che sono impossibili con i formati minori, ma per noi questo aspetto è subordinato a quelli che ho elencato sopra, a noi quello che primariamente interessa è la libertà ed il controllo creativo/compositivo sulle nostre immagini, e questo ci è possibile con un vetro smerigliato bello bello grande (da cui il nostro passaggio all'8x10") e con i movimenti di basculaggio e decentramento...
Inviato: 13/6/2006 14:27
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Re: La passione che dimostrate |
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23/2/2006 10:05 Da Ruda (UD) - Trieste
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Ohibà....confesso che non lo sapevo!! Questo spiega molte cose... Paolo
Inviato: 13/6/2006 16:22
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Re: La passione che dimostrate |
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26/5/2006 9:37 Messaggi:
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Marco, non potevo leggere niente di più chiaro ed esauriente.
Ho improvvisamente capito perché quello che hai scritto mi piace così tanto. Perché, come accade in altre esperienze, la tua descrizione "risuona" in me. Nel senso che ne riconosco perfettamente gli accordi, le coordinate generali. Quanto descrivi viene prima di qualunque aspetto tecnico. Ci leggo un'attenzione,una passione che ingloba l'aspetto tecnico, che lo eleva a nuovo rango. O meglio, lo rende parte di un intero percorso in cui ogni momento è "artistico". La fotografia qui, mi pare, non è più (o non è soltanto)il suo prodotto. Grazie, Giuseppe
Inviato: 13/6/2006 16:28
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Re: La passione che dimostrate |
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Guarda qui: http://www.fotoavventure.it/modules/n ... .php?topic_id=261&forum=9 Citazione:
Grazie a te Giuseppe per aver posto questa bella domanda, per aver dato a tutti gli amici del forum la possibilità di parlare della loro esperienza con il grande formato, e quello che scrivi poi sulle mie parole mi fa un enorme, immenso piacere!!!, è quando accadono questi "risuonamenti" e queste "affinità ", che io considero sempre dei piccoli miracoli, che sono felicissimo di aver fondato insieme a Roberto questo sito, solo per questi "incontri" di anime e di passioni vale la pena di dedicarci tempo ed energie...ora però non ti resta che pensare seriamente di passare al grande formato , senza fretta, prenditi i tuoi temopi, però sai che qui siamo tutti a tua completa disposizione sia per consigliarti e sia per mostrarti dal vivo le nostre attrezzature ...
Inviato: 13/6/2006 17:30
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Re: La passione che dimostrate |
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23/2/2006 10:05 Da Ruda (UD) - Trieste
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Ho capito......
Paolo
Inviato: 13/6/2006 17:59
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Re: La passione che dimostrate |
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13/5/2004 17:25 Da lombardia
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Un grande fotografo del passato, di cui però ora mi sfugge il nome, aveva dichiarato che secondo il suo parere, l'ideale per il principiante di fotografia sarebbe stato proprio iniziare dal GF.
La metodicità , la precisione, l'accuratezza e la lentezza operativa necessari nel Gf, avrebbero insegnato al principiante come gestire al meglio l'immagine. Il 35 mm, con la sua autonomia molto maggiore e con la possibilità di scattare in rapida successione, impediva o almeno rallentava lo svilupparsi della capacità di cogliere subito l'immagine "giusta", compositivamente e nei suoi parametri esatti di esposizione. Va da sè che si trattava più che altro di una provocazione. Ed all'epoca non esisteva ancora il digitale, che addirittura permette di visionare immediatamente i risultati, eliminando le immagini non riuscite ! Tuttavia c'è un fondo di verità in questo paradosso. E questi sono i motivi per cui molti continuano ad utilizzare dei formati, dal 4x5" all' 8x10" ed oltre, che possono sembrare, e nella dura realtà commerciale sono effettivamente, un controsenso. Venendo al caso personale, ho iniziato a fotografare in 4x5" diversi anni fa, quando mi interessavo di paesaggio ed architettura e volevo risultati ineccepibili. Poi i miei interessi si sono spostati sule foto di figura e ritratto, ed ho utilizzato molto il 35mm come pure il Medio Formato. Nel campo del ritratto mi sono poi orientato sempre di più verso una rivisitazione del ritratto in GF; così come si realizzava specialmente negli USA (ma non solo) nel periodo tra gli anni 30 e 50 del secolo scorso (il ritratto Hollywoodiano in particolare). E come ancora viene interpretato, essenzialmente nell'ambito della foto di moda, da pochi, ma grandi, fotografi attuali: ad esempio da Paolo Roversi e Giovanni Gastel. Da qui la scelta di voler provare il ritratto e la figura in 8x10". Ovvio che non ho abbandonato gli altri formati, ed anzi recentemente ho aggiunto la mia prima SRL digitale di cui sono molto soddisfatto. Ma certe cose si fanno meglio in GF, altre cose meglio con altri formati o in digitale.
Inviato: 13/6/2006 23:47
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Re: La passione che dimostrate |
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Posso chiederti che digitale hai comprato? Marco(pamar5)
Inviato: 14/6/2006 7:58
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Il mio sito "I'm not a photographer the moment I pick up the camera. When I pick one up, the hard work's already been done" “To photograph reality is to photograph nothing.” Duane Michals |
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Re: La passione che dimostrate |
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Appena si è diffusa la notizia che la Konika-Minolta era fallita ho messo le mani su una D7 che veniva offerta a 750 euro (fino a due settimane prima erano 1400 e rotti). L'ho corredata con lo zoom KM 28-75/2,8 di importazione parallela (che è poi la versione marchiata KM dell'omologo Tamron); ed in definitiva, con meno di 1200 euro mi sono ritrovato un attrezzo di tutto rispetto che mi era piaciuto alla sua presentazione per la presenza di ghiere e pulsanti come nelle vecchie analogiche di una volta e per il sistema di stabilizzazione incorporato che effettivamente è di grande aiuto in certe occasioni. Ed infatti mi ci sono trovato subito bene, anche se i soli 6 Mp impongono alcune limitazioni negli ingrandimenti. Ovviamente c'era il rischio di ritrovarsi con un sistema morto e sepolto, ma l'acquisto da parte di Sony mi lasciava fiducioso e il recente annuncio della prima digitale reflex Sony, di chiara inspirazione KM, e di tutta la serie di obbiettivi ed accessori compatibili, mi permette di affermare che ho fatto una buona scelta.
Inviato: 14/6/2006 11:43
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Re: La passione che dimostrate |
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26/5/2006 9:37 Messaggi:
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Colgo, in tutti voi che usate il GF, la fedeltà ad un metodo che predispone all'osservazione, all'attenzione per il dettaglio, alla cura compositiva, all'esercizio paziente del proprio sguardo... Tutto questo lo restituite nella forma di un piacere contagioso, in grado di superare le difficoltà e i limiti propri del metodo.
Mi domando, con preoccupazione, cosa rimarrà di questo "sapere" (proprio del vostro, quello della tecnica del GF) in un mondo che si muove inseguendo il mercato, la massa. Dove le implacabili leggi di mercato ignorano qualunque minoranza, qualunque poetica. Giuseppe
Inviato: 14/6/2006 14:27
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Re: La passione che dimostrate |
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Mi domando, con preoccupazione, cosa rimarrà di questo "sapere" (proprio del vostro, quello della tecnica del GF) in un mondo che si muove inseguendo il mercato, la massa. Dove le implacabili leggi di mercato ignorano qualunque minoranza, qualunque poetica. Io non mi preoccupo; e non solo perché scattare fotografie non è la cosa che mi fa mangiare, ma anche perché in definitiva il banco ottico è sopravvissuto a qualsiasi cosa... macchine a telemetro, biottiche, reflex, compatte, videotelefonini... è talmente peculiare e fa talmente bene il suo lavoro, che ancora per un bel po' di tempo (= finché le tecniche di intervento digitale sull'immagine e la risoluzione di partenza non saranno decisamente ma decisamente migliorate) continuerà a servire ottimamente allo scopo, e ad avere un mercato; magari con un dorso digitale attaccato dietro, e io non ci vedo particolari differenze, sempre banco ottico è e la metodologia non cambia: anche con un dorso digitale attaccato tutta quell'attenzione, quella cura e quel controllo sulle variabili dell'immagine che si esercita ora, si continuerà ad esercitare quando la pellicola sarà sparita dalla circolazione o sarà diventata troppo poco pratica da usare. Fer
Inviato: 14/6/2006 14:43
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Re: La passione che dimostrate |
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Io sono ottimista. Un sei mesi fa quando vivevo ancora a San Francisco incontro su una spiaggia tre tizi che, sentendomi parlare italiano, si avvicinano. Iniziamo a chiaccherare. Erano in visita a San Francisco pagati da un cliente americano per cui dovevano fare dei mosaici nella "casetta" dello stesso. Il giorno dopo sarebbero andati a casa del tizio a prendere le misure, controllare la curvatura dei muri etc etc. Uno era anziano, gli altri due giovani. Secondo me fanno pure una barca di soldi. Alla fine della guerra il Giappone ha buttato alle ortiche centinaia di anni di tradizione buttandosi in una occidentalizzazione selvaggia (non era la prima volta, tra parentesi). Da una quindicina di anni c'e' un recupero delle tradizioni molto sentito, dalla cerimonia del te all'ikebana. Non sono fenomeni di massa, certo, ma c'e' la voglia di non disperdere un patrimonio culturale creato nel corso dei secoli. E non sono ottantenni a portare avanti queste iniziaive ma gente giovane. La foto analogica vivra' a lungo, diventando sicuramente un fenomeno di altissimo artigianato, e forse di elite. Ma io sono ottimista. Certo, la ricerca e sviluppo sui materiali si fermera' completamente, ma se interpreti la fotografia come arte visiva e non come linee per millimetro, francamente non mi sembra un dramma.
Inviato: 14/6/2006 17:46
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Sono anch'io ottimista. All'evoluzione tecnologica, alle rivoluzioni comportamentali che essa comporta, si affiancano comportamenti che si rifanno all'uso di tecnologie del passato. Per convinzione, per abitudine, per vezzo... diversi quanto lo sono le persone possono essere le motivazioni.
In questo modo sppravvivono oggetti, tecniche, mestieri inattuali, ma non per questo inadeguati od inutili. Poi, per tornare al GF, come giustamente scrive Fer, ad un banco o ad una folding ci si puà mettere un dorso digitale senza problemi, il concetto di fondo che lo usi per via dei movimenti non cambia. Andrea
Inviato: 14/6/2006 18:16
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sono moderno, non contemporaneo | ||
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E' chiaro che ad una tecnica se ne sostituirà un'altra, alla quale ci adegueremo probabilmente senza traumi. Del resto il processo è già ampiamente in atto.
Credo però che per alcune particolarissime situazioni, molto caratterizzate, fini, di elevato contenuto metodologico, in fondo si tratti di una "perdita". Il GF mi pare una di queste situazioni. Applicare un dorso digitale al GF, (e mi fa piacere sentire che non è così da voi che lo usate), significa modificare tutto il percorso, pure ricco di contenuti tecnici, di saperi, di aspettative..., che riguarda l'immagine e la sua costituzione. Non credo che la fotografia, soprattutto se così lenta e meditata, si esaurisca nello scatto. Giuseppe
Inviato: 15/6/2006 0:15
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Re: La passione che dimostrate |
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Lo sai che io a volte dopo aver composto, scelto il piano focale, modificato forme e prospettive con basculaggi vari etc.etc., neanche metto lo chassis? Sto lì a guardarmi tutto contento l'immagine formata sul vetro smerigliato...!
Inviato: 15/6/2006 0:21
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Tessera C.F.A.O. n°14 Gallery (pBase) ** Si ricorda di leggere bene il REGOLAMENTO ** .... |
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Lo so, Fer. Anche questa è fotografia. Non ho dubbi.
Giuseppe
Inviato: 15/6/2006 0:32
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Anch'io molte volte mi infilo sotto il panno e gioco, guardo cosa cambia basculando un po' di più sulla base, poi sull'asse, poi col dorso, e via con altro, dipende cosa inquadro... poi non scatto, ma mi diverto comunque.
Trovo che sia utile, non solo con il mezzo, ma per velocizzare, rendere più fluido il processo, arrivare a vedere mentalmente quella cosa e poterci arrivare in fretta, con le mani sulle manopoline che si muovono come i pensieri... Andrea
Inviato: 15/6/2006 1:16
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Re: La passione che dimostrate |
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certo, lo capisco perfettamente. Spesso io lo faccio con la 67 (lo facevo, per la verità , e anche per questo mi manca!)
Non è proprio la stessa cosa, ma credo che le motivazioni siano identiche. Giuseppe
Inviato: 15/6/2006 7:48
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