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William Eggleston, la fotografia a colori e The red ceiling...
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Nel 1976 un giovane fotografo americano sconvolse il mondo dell'arte con una esposizione di alcune immagini a colori al Museum of Modern Art a New York.
Fino ad allora la fotografia a colori veniva considerata un genere "minore" poichè risentiva del perentorio giudizio negativo di alcuni grandi "numi" del b&w, tra cui Walker Evans,ma dopo la mostra di Eggleston le cose non sarebbero più state le stesse, la fotografia a colori faceva finalmente il suo ingresso nel mondo dell'arte contemporanea e si guadagnava il rispetto e l'attenzione dei galleristi, dei musei, dei critici e dei collezionisti.
Voglio citare Egglestone perchè mi sembra strano che in quasi 3 anni di Fotoavventure sia stato citato così poco il lavoro di un fotografo influente come lui, stiamo parlando di colui che ha "inventato" la fotografia a colori fine art, un fotografo la cui influenza è ancora ben presente in tantissime immagini che si vedono oggi nelle varie rassegne fotografiche in giro per il mondo e che per alcuni versi non è stato ancora "superato".
In particolare vorrei segnalarvi quella che probabilmente è la sua immagine più famosa, The Red Ceiling, ardua prospettiva presa con gli occhi di una mosca che vola (nella definizione di Egglestone), e che potete vedere qui, il cui "marchio" stilistico è ancora rintracciabile nella produzione di tantissimi giovani fotografi:

http://www.getty.edu/art/gettyguide/artObjectDetails?artobj=134392

Qui invece c'è il sito ufficiale di Eggleston in cui potete vedere altre sue immagini:

http://www.egglestontrust.com/

E chi vorrà  commentare sarà  graditissimo interlocutore...




Inviato: 29/5/2006 10:07
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Re: William Eggleston, la fotografia a colori e The red ceiling...
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Conoscevo alcune immagini di Egglestone, ora naturalmente ne ho potute vedere di più grazie alla tua segnalazione.

Metto la mia tuta ignufuga e dico che secondo me, quelle immagini hanno avuto quella forza in quel periodo, perché erano di frontiera essendo a colori: si vede tutta la ricerca e la sperimentazione di scioccare con il cromatismo, di travolgere il mondo FineArt BN con colori che saltavano fuori dalla carta (la scelta del dye-tranfer credo la dica lunga).
Oggi però, sinceramente, le trovo immagini interessanti, ma nulla più, ci sono fotoamatori(!) che hanno spinto la ricerca su forme, colori e prospettive molto più in là ... tra l'altro trovo quelle flashate invadenti e fastidiose, mentre "lavorano" benissimo nella fotografia di Weegee dove fanno parte del gioco.

Fer

Inviato: 29/5/2006 11:01
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Re: William Eggleston, la fotografia a colori e The red ceiling...
Utente non più registrato
Concordo con quanto detto da Fer, io non ho avuto il "coraggio" di scrivere per primo, ho atteso che qualcuno mi facesse da ariete...
Penso che a quei tempi queste immagini ebbero la loro forza nello stridore che generarono con la tendenza fotografica dell'epoca.
Il loro vero valore è -secondo il mio modesto parere-rintracciabile nel contesto storico in cui furono scattate.
Ciao

Giorgio

Inviato: 29/5/2006 12:00
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Re: William Eggleston, la fotografia a colori e The red ceiling...
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Ragazzi, ma mi "liquidate" Eggleston così?!?! ...


Nulla da obiettare ai vostri commenti, anzi in parte li condivido, però questo mi riconferma ancora di più su quanto ho scritti nel mio post, cioè che Eggleston è stato, ed è ancora, così tanto "copiato" ed è così profondamente "presente" a livello di influenza nella fotografia contemporanea (soprattutto quella che si vede ai festival come Photo Espana o al Festival di Arles, cioè la fotografia meno "contaminata" dall'arte contemporanea), che la sua produzione originale non suscita più grosse reazioni, sembrano immagini viste e riviste milioni di volte, solo che che queste immagini le hanno però prodotte una fitta schiera di imitatori dopo di lui...prendete i suoi paesaggi "casuali" e non eclatanti, quei luoghi non luoghi che sembrano come fotografati per caso (il giardino di una casa, una siepe ed un segnale di stop nel mezzo del niente) e a quanto gli siano debitori gente come Misrach ma anche i tedeschi, o le sue figure umane, i suoi "reportage" della provincia americana che sembrano essere stati fotocopiati migliaia di volte da altri fotografi e potrfoli del genere si vedono ovunque e dappertutto ancora oggi, e poi ci aggiungo che ha fotografato animaletti di plastica, discariche di rifiuti in fiamme, cibo nei piatti, nei frigoriferi, particolari anatomici con l'uso di inquadrature estreme, ripeto, tutte cose che poi sono state rifotografate e riproposte in tutte le salse da altri fotografi, ancora oggi potrei fare decine di esempi...ecco, forse una critica che mi sentirei di fare ad Eggleston potrebbe essere quella della eccessiva "trasversalità ", di aver fotografato molto ed aver affrontato tantissimi temi senza però forse mai soffermarsi troppo ad approfondire alcune scoperte, fatto salvo però della sua ricerca sul colore che trovo invece coerentissima e profondissima e che, appunto, trascende i soggetti ritratti...




Inviato: 29/5/2006 15:42
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Re: William Eggleston, la fotografia a colori e The red ceiling...
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Non volevo essere sbrigativo, il problema è che ho un'otite orrenda che mi sta uccidendo, e mi rende faticoso stare al PC più di pochi minuti.

Di base, senz'altro nelle fotografie di Egglestone possiamo trovare tante tendenze che poi sono riprese da tantissimi fotografi, e tu le hai elencate tutte; però a parte questa forza di precursore, trovo personalmente che le sue immagini siano "invecchiate maluccio", rispetto ad altri grandi del suo periodo (o precedenti) che, pur avendo ispirato tantissimi fotografi, hanno però uno stile ancora oggi originale e riconoscibile, cioè le loro immagini sono ancora ben valide anche senza doverle collocare nella loro epoca (alcuni esempi a braccio, ovviamente frutto di opinioni personalissime e in realtà  abbastanza lontani come stile e soggetti, ma non è questo il punto: Doisneau, Weegee, Newton, Sander).
Mentre nelle foto di Egglestone, se si toglie il riferimento temporale e il carattere pioneristico, a mio parere non rimane molto che possa "fare breccia" ancora oggi.

Fer

Inviato: 29/5/2006 16:18
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Re: William Eggleston, la fotografia a colori e The red ceiling...

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Ciao,
saro' sbrigativo giocoforza, perche' siete diventati tanti e tanto chiaccheroni, e mi sono trovato 75 messaggi da leggere....
Allora, innanzitutto ringrazio Marco dei link, perche' nella mia consolidata ignoranza questo autore l'avevo sentito rammentare spesso ma non avevo mai potuto addirittura seguirne l'escursus fotografico nel tempo.
Le prime immagini sono chiaramente tipiche di chi ha il giocattolino in mano e lo prova sparando a raffica. Anche le scarpe sotto il divano e le statuine di plastica .....
Poi, fattaci la mano e studiatene le caratteristiche, il giocattolino incomincia a non essere piu' tale e viene usato per ricerche di composizione.
Considerando che e' tra i pionieri del colore non mi sento di banalizzare le sue foto. Alcuni ritratti ( il profilo della ragazza dai capelli lunghi) sono originali, e alcune inquadrature ambientate mi sembrano addirittura moderne.
Probabilmene merita una analisi piu' attenta, ma ora sono di corsa....
Ciao,
Renzo

Inviato: 29/5/2006 16:43
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Re: William Eggleston, la fotografia a colori e The red ceiling...

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25/8/2005 8:38
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Citazione:

Marco ha scritto:
Ragazzi, ma mi "liquidate" Eggleston così?!?! ...

Nulla da obiettare ai vostri commenti, ...



Taglio il tuo mail per motivi di spazio ma ti quoto in toto. Guardando le foto di Eggleston e' facile reagire con il "gia' visto" <i> ma proprio per i motivi che dici tu, nel senso che ha creato un tale effetto valanga che le sue foto hanno 'perso' di originalita' </i>

Ovviamente questa e' bestemmia Eggleston lavora con la luce <i> colorata </i> come pochi. Basta confrontare le sue foto con quelle di un altro grande del colore che si e' fatto un nome lui pure negli anni settanta, Stephen Shore, per vedere come Eggleston abbia una attenzione alla <i> temperatura di colore </i> della luce che Stephen Shore semplicemente non ha. Guardate con attenzione le foto che Marco ha segnalato e non ditemi che non e' cosi'. Ovviamente questo non significa che uno e' piu' bravo dell'altro...semplicemente sono due grandi artisti entrambi dedicati alla rappresentazione dell'Americana, cioe' di quella cultura di desolazione e speranza, omogeneizzazione estrema e bizzarria talvolta rivoltante, talvolta entusiasmante, che ha dominato il mondo occidentale --- nel bene e nel male, alcuni sostengono in modo imperialistico --- nella seconda meta' del ventesimo secolo. Sempre nello stesso periodo, cioe' gli anni settanta, segnalo il lavoro molto interessante di Robert Bechtle, un pittore che ha raffigurato in modo quasi iper realistico la societa' americana con un taglio ed una attenzione alla luce molto vicina a quella di Eggleston. Questo per dimostrare che --- come sempre --- non e' che Eggleston fosse una scheggia impazzita, ma si muoveva in un ecosistema estetico dove c'erano molti temi comuni tra gli artisti, fotografi e pittori insieme.

Se vogliamo, per me Eggleston e' il Cartier-Bresson del colore. E per i miei trascorsi personali mi sento emotivamente molto piu' vicino a Eggleston che a C-B, ovviamente, senza con questo fare alcuna graduatoria di merito che sarebbe veramente idiota.

Detto questo, se dovessi appendermi una sua foto in casa non sceglierei "The Red Ceiling". Ci sono altre sue foto che mi colpiscono e piacciono di piu'. Di questa mi convince poco il taglio, con quell'elemento in basso a destra che personalmente mi disturba. Diciamo che nel sito dell'Eggleston trust, nel portfolio di 14 foto ce ne e' una del cofano anteriore di una automobile quasi contro un muro di mattoni con la bocca di uno sfiato in alto a destra. Ecco, questa e' una foto che appenderei in casa con <i> immenso piacere </i>.

Inviato: 29/5/2006 17:04
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Re: William Eggleston, la fotografia a colori e The red ceiling...

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Non voglio scatenare un vespaio, ma vi dicono veramente qualcosa le foto di Egglestone che sono pubblicate nei books del sito ?
Le trovo abbastanza 'vuotine' come del resto trovo la stragrande maggioranza delle mie.

Inviato: 29/5/2006 18:00


Cla.
......
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Re: William Eggleston, la fotografia a colori e The red ceiling...
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Il punto e´ che per giudicare un autore per quello che e´ bisognerebbe cercare di calarsi nel preciso contesto storico....periodo pop art, il colore diventa protagonista del linguaggio, una arte allora considerata minore che con le sue esplosioni di colore sberleffa l´arte canonica fino ad allora B&W....in questo contesto e´relativamente importante il senso stesso della fotografia, del soggetto ma il significato della fotografia quanto tale....dice bene Marco/Mxa definendolo un HCB del colore...alla fine e´ la banale rappresentazione del quotidiano attraverso il colore urlato delle stampe in ciba.....

Poi che di fronte ad una lampadina appesa ad un soffitto rosso e´ normale che se non si va´ oltre rimane pur sempre una lampadina ed un soffitto rosso....idem per molti altri soggetti...


Roberto

Inviato: 29/5/2006 18:11
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Re: William Eggleston, la fotografia a colori e The red ceiling...
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Ragazzi,
grazie sempre a tutti,
sia a chi innesca la discussione, sia a chi la commenta.
Forse avrei bisogno di un "libro di storia" , però vi assicuro che è veramente interessante conoscere un autore, guardarne qualcosa e poi riguardarla dopo qualche commento, cercando di capire i diversi punti di vista


Gaia

Inviato: 30/5/2006 10:37
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Re: William Eggleston, la fotografia a colori e The red ceiling...
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Quoto in toto Marco/Mxa, ed aggiungo anche che non solo l'influenza di Eggleston su schiere di fotografi dopo di lui è stata profondissima ed arriva fino ai giorni nostri, da cui anche l'effetto "già  visto" e quello che le sue immagini appaiono datate, molto "anni '70", così come dice Fer manifestando una idea diffusa e condivisa da molti, ma che la sua influenza è profondissima anche sul cinema, e penso immediatamente a David Lynch che nei suoi film ha attinto a piene mani da Eggleston, ma anche a Gus Van Sant...per toranare al post di Marco, sarebbe bello un giorno approfondire il concetto di "ecosistema estetico", i "concatenamenti" tra le varie discipline in un particolare momento storico, è così che, come dice giustamente Roberto, si ha la possibilità  di comprendere meglio la produzione di un artista...The red ceiling non è la mia immagine preferita di Eggleston, però ho avuto la fortuna di vedere la stampa originale, una dye transfer dai colori crudeli e purissimi, e quel muro lì è una pozza di sangue liquido e raggrumato insieme, un bicchiere senza pareti che si inclina su prospettive sbilenche, e quei fili lì sono arterie disossate di candeggina e neon, ed è tutto lì il pulsare del mondo, lo scorrere ed il ritrarsi dei fludi, sangue che cola, sangue che raggruma...



Inviato: 30/5/2006 15:38
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Re: William Eggleston, la fotografia a colori e The red ceiling...
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Citazione:
The red ceiling non è la mia immagine preferita di Eggleston, però ho avuto la fortuna di vedere la stampa originale, una dye transfer dai colori crudeli e purissimi, e quel muro lì è una pozza di sangue liquido e raggrumato insieme, un bicchiere senza pareti che si inclina su prospettive sbilenche, e quei fili lì sono arterie disossate di candeggina e neon, ed è tutto lì il pulsare del mondo, lo scorrere ed il ritrarsi dei fludi, sangue che cola, sangue che raggruma...


Due domande:

Quanto di questa sensazione ti è causata dal periodo artistico che stai vivendo, con le suggestioni del "Corpo Senza Organi"?

Quali e quante delle influenze rintracciabili nella fotografia dopo-Eggleston sono effettivamente dovute alla suggestione delle sue opere, anziché di un cammino quasi "naturale" di questi fotografi che si trovano tra le mani un nuovo, potente strumento in grande evoluzione e appena "sdoganato"?



Fer

Inviato: 30/5/2006 15:44
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Re: William Eggleston, la fotografia a colori e The red ceiling...
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Citazione:

Quanto di questa sensazione ti è causata dal periodo artistico che stai vivendo, con le suggestioni del "Corpo Senza Organi"?



Guarda, la mia ammirazione per il lavoro di Eggleston risale oramai a parecchi anni fa, al momento in cui ho scoperto i fotografi cosidetti "New Topographics", un gruppo di artisti che si "opponeva" alla tradizione fotografica americana che faceva riferimento ad Ansel Adams (tu Stefano non leggere queste sono bestemmie per te!!! ),ho subito riconosciuto il suo genio e la sua influenza sulla fotografia a colori moderna ed ho subito ammirato i suoi lavori, ai tempi fotografavo in modo molto classico e stereotipato i deserti del Sud Ovest con Cristina quindi la mia ammirazione non ha nessun riferimento al CsO ed ai nostri interessi attuali (certo che però le ultime righe che ho scritto nel post precedente sembrano proprio attinenti al tema, però se vedi la stampa dal "vero" è impossibile non pensare al sangue :;), diciamo che il mio giudizio critico ed estetico su Eggleston è sempre stato "appiattito" su quello della critica ufficiale, fin dal primo incontro con l'autore...molto semplicemente l'altro giorno pensavo ad Eggleston, a quanto poco se ne parli, io per primo!!, nonostante sia considerato il padre della fotografia a colori, che i suoi lavori siano oggi come in una specie di limbo temporale lontano e distante, ed allora ho deciso di scrivere due righe...


Citazione:

Quali e quante delle influenze rintracciabili nella fotografia dopo-Eggleston sono effettivamente dovute alla suggestione delle sue opere, anziché di un cammino quasi "naturale" di questi fotografi che si trovano tra le mani un nuovo, potente strumento in grande evoluzione e appena "sdoganato"?



Qui è più difficile risponderti, il discorso è parecchio complesso, non ultimo per quell'"ecosistema estetico" di cui parlavamo prima...però posso dire che Eggleston ha fissato in modo lucidissimo ed inequivocabile alcuni punti fermi, alcune "regole" a livello tematico, compositivo e cromatico, detto in altro modo ha scritto alcuni capitoli importantissimi della grammatica della "nuova" fotografia a colori americana, quella che si occupa dei temi così splendidamente descritti da Marco/Mxa, e da questa grammatica, da questi punti fermi, è veramente difficile prescindere se ci si riconosce in quella tradizione fotografica e si persegue quel tipo di ricerca, così come i fotografi di paesaggio della tradizione classica non possono, o non riescono, a prescindere da Ansel Adams, quindi diventa difficile separare i due livelli, quello dell'influenza di questi due grandi fotografi sulla loro generazione e la capacità /possibilità  di chi è venuto dopo di loro di perseguire un percorso autonomo di ricerca che li avrebbe portati a risultati affini...il fatto "storico" è che è arrivato Eggleston ed è come se fosse scoppiata una bomba, io non ho potuto partecipare alla famosa mostra del 1976, però leggendo i resoconti dell'epoca è stato considerato un evento rivoluzionario e scandaloso che ha sconvolto il mondo dell'arte e della fotografia...




Inviato: 30/5/2006 16:44
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Re: William Eggleston, la fotografia a colori e The red ceiling...
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Adesso ho un po' sonno, voglio riprendere l'analisi in un momento di maggior lucidità , anche se non so quando, visto che sono piuttosto indietro -ma quanto postate?- con la lettura del forum, anche a causa di qualche problema con la linea telefonica.

Capisco come si sente Stefano quando qualcuno gli tocca Adams!
Eggleston per me è molto vicino al mio personalissimo concetto di sublime...
Non so, non posso prescindere da un confronto estetico ed anche concettuale tra la fotografia di Eggleston e la fotografia contemporanea, perlomeno per quanto riguarda la fotografia di oggetti inanimati. Mi interessa molto meno la fotografia di flora e fauna, umana e non.


Andrea

Inviato: 31/5/2006 2:47
sono moderno, non contemporaneo
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Re: William Eggleston, la fotografia a colori e The red ceiling...
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Sono molto molto d'accordo con quanto detto in precedenza da Marco F. e da Marco/Mxa, per forza, mi chiamo anche io Marco . Comunque a parte le battute.
Eggleston penso possa essere considerato uno dei più innovativi esponenti della fotografia americana degli ultimi anni. Fondamentale il suo contributo a ribaltare un modo di vedere ed interpretare il mondo con la fotografia che si era fino a prima degli anni settanta forse un poco fossilizzato. Rivoluzione che tocca due aspetti fondamentalmente: l'introduzione del colore, o meglio, il suo sdoganamento ed ascesa nell'ambito fine art; la scelta di composizioni da angoli inusuali e di soggetti non comunemente "fotogenici", di dettagli e particolari quasi casuali. Questa combinazione è stata in grado di mettere a nudo e sviscerare l'essenza e le contraddizioni del sud degli Stati Uniti, miscela di rurale frammisto a moderno e consumistico, fattorie sovrapposte a fast food.
Giustissima poi l'osservazione di Marco corca la "spallata" nei confronti di un certo stile alla Ansel Adams: bianco e nero perfetto, curato, maniacale, così come le composizioni e naturalmente i soggetti. Con Eggleston il colore, è gridato, evidente, preponderante. I soggetti spesso sembrano casuali, comunque imperfetti, dettagli più che vedute d'insieme. Ripresi da angolazioni strane e deformanti, quasi a voler distorcere ciò che viene ritratto. Per comprendere la portata della rivoluzione non bisogna poi dimenticare che prima di Eggleston, la fotografia a colori era confinata al mondo della pubblicità  e dei cataloghi, ed è proprio sfogliando uno catalogo pubblicitario, secondo sua stessa ammissione, che venne folgorato da questo uso dei colori ipersaturi e violenti, e venne a conoscenza del metodo eye transfer.
Riguardo all'appunto che le sue fotografie e la sua rivoluzione sono invecchiate presto, forse per la schiera infinita di emuli ed imitatori bisogna considerare che la portata dei cambiamenti da lui introdotti nella fotografia moderna sono stati talmente importanti da creare appunto non solo una schiera di proseliti ma addirittura da imporre un nuovo modo di vedere che ha caratterizzato non solo l'ambito fotografico ma anche quello cinematografico (David lynch nel suo "Velluto Blù" per esempio si ispira dichiaratamente ai colori sovrassaturi di Eggleston per dipingere in modo surreale le cittadine Americane) e della grafica (Un disco dei Primal Screem ha per copertina un immagine di Eggleston). Ne deriva che siamo talmente circondati da queste conseguenze che sono per noi ora scontate, ma non bisogna dimenticare che negli anni '70 la presentazione al Moma di NY delle sue opere provocà una sorta di rivoluzione. Penso che nel caso di Eggleston sia giusto come non mai considerare e collocare la sua attività  nel suo contesto storico, per poterne valutare anche gli effetti oggi.

Marco(pamar5)

Inviato: 31/5/2006 21:55
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Re: William Eggleston, la fotografia a colori e The red ceiling...
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Dimenticavo: l'album dei Primal Screem con per copertina una fotografia di Egglestone si chiama "Give out but don't give up" e la copertina del CD potete vederla a questo link:
http://www.cduniverse.com/search/xx/m ... ut+Don't+Give+Up.htm

Marco(pamar5)

Inviato: 31/5/2006 22:02
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Re: William Eggleston, la fotografia a colori e The red ceiling...
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Che vi devo dire... se vi piace, vi piace!

Non ho mai messo in dubbio la sua importanza nello sviluppo della fotografia e della cinematografia; ma personalmente le sue fotografie, viste oggi, non mi "dicono" molto.
A differenza di quelle di altri grandi fotografi del passato, che ancora mi stupiscono e mi ispirano...

Fer

Inviato: 31/5/2006 22:09
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Re: William Eggleston, la fotografia a colori e The red ceiling...
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Citazione:

Fer ha scritto:
Che vi devo dire... se vi piace, vi piace!

Non ho mai messo in dubbio la sua importanza nello sviluppo della fotografia e della cinematografia; ma personalmente le sue fotografie, viste oggi, non mi "dicono" molto.
A differenza di quelle di altri grandi fotografi del passato, che ancora mi stupiscono e mi ispirano...

Fer


E non è forse questo il bello? L'arte ha mille interpretazioni, non saremo mai tutti d'accordo su certi temi

Marco(pamar5)

Inviato: 31/5/2006 22:12
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Re: William Eggleston, la fotografia a colori e The red ceiling...

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Mi e' appena capitato di vedere dopo tantissimi anni "The Morning After", un bel thriller di Sidney Lumet con Jane Fonda e Jeff Bridges.

C'e' una sequenza iniziale di almeno due o tre minuti quando una spaesata Jane Fonda cammina per una delle periferie di Los Angeles di primo mattino nel giorno del Ringraziamento (cioe' quindi completamente deserta), che conterra' almeno una decina di citazioni di Eggleston, o per lo meno dell'estetica che aveva lanciato dieci anni prima (il film e' del 1986). Per esempio, dall'alto in basso, un cielo azzurro solido senza nuvole, il muro coloratissimo (metti giallo violento) di un loft che prende in senso orizzontale tutto il fotogramma, il marciapiede con il basello appena visibile, ed una piccolissima figura ---il loft ha dimensioni enormi ed infatti non si riconosce nemmeno se e' un uomo o una donna --- che cammina da destra a sinistra (Fonda). La luce del mattino distribuisce un alone di leggero rosato su tutto.


Voglio dire, c'e' una decina di fotogrammi che mi stamperei per appenderli al muro...

Inviato: 2/6/2006 4:45
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Re: William Eggleston, la fotografia a colori e The red ceiling...
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Ciao a tutti, ho deciso di riesumare questa vecchia discussione per smentire in toto ciò che andavo affermando riguardo Eggleston un paio di anni fa...
Evidentemente non conoscevo a fondo l'autore ed ho dato un giudizio superficiale.
Da qualche mese mi sto infatti studiando il suo lavoro e lo trovo molto interessante...soprattutto dal punto di vista compositivo.
Spesso ha quast'aria accidentale, casuale, ma ad un'osservazione più attenta si rivela tutt'altro che banale,
al di là  degli oggetti ritratti e dell'americanità  cui rimandano di primo impatto.
Colgo l'occasione per risegnalare il link già  postato da Marco per quanti vogliano approfondire.

http://www.egglestontrust.com/



Inviato: 20/6/2008 16:41
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