La notizia forse l'avete già letta.
Il prossimo 20 Aprile ci sarà l'asta fallimentare che riguarderà la DHW Fototechnik, attuale proprietaria del marchio Rolleiflex.
Se ed in che modo il glorioso Marchio potrà continuare ad essere presente con suoi prodotti (e quali? ) è difficile dire.
Probabilmente si tratta dunque della fine di una agonia economica piuttosto lunga, che si trascinava da alcuni anni, ed in particolare da quando il modello progettato assieme a Sinar, di medio formato digitale, non è riuscito a riscuotere il successo sperato, a dispetto delle sue ottime caratteristiche e qualità generali.
QUI , la notizia in italiano.

E' davvero cambiato il mondo, e anche più in fretta di quanto ci si aspettasse. Chi avrebbe scommesso una lira quindici anni fa che certi miti sarebbero crollati? Davvero non ci sono certezze! scusate le ovvietà.

Sono consapevole che con queste mie parole mi attirerò le antipatie di molti…se non moltissimi del forum. Le scrivo ugualmente, prendetele per quello che sono. Ci tengo a premettere che sono dispiaciutissimo per questo evento. Possiedo io stesso una biottica Rolleiflex e la considero un pezzo con un fascino unico e non eguagliabile dagli apparecchi moderni. Tuttavia, ragionando con un’ottica di stampo capitalista o meglio commerciale, le cose cambiano. Se ben ci pensate il marchio Rolleiflex ha subito negli ultimi anni errori ed approssimazioni di gestione abbastanza pesanti. Più che errori direi un’assenza totale di prospettiva industriale. Parliamoci chiaro: alla fine stiamo parlando di aziende che non producono per la gloria ma per un ritorno economico. Basta pensare agli anni d’oro; non mi sembra che macchine ed accessori Rolleiflex siano mai stati regalati…anzi, avevano prezzi mica male. Sì, cura estrema costruttiva ecc., ma nulla è mai stato prodotto per essere regalato o come opera di bene. Il mondo capitalista ed il libero mercato è fatto così. Negli ultimi anni il mercato è cambiato con ritmi impensabili anni orsono. C’è chi ha saputo evolversi e seguirlo e chi non è stato capace di farlo. Non voglio entrare nuovamente nella diatriba analogico si/no/ecc. Non è bello che per sopravvivere occorra snaturare sé stessi rinunciando ad un bagaglio di anni ed anni. Tale bagagli non deve sparire ma dovrebbe essere usato per proporre nuove cose (magari a fianco di pezzi storici), non rimanere intoccabile ed inviolabile. Se ci pensiamo anche altre aziende storiche sul mercato da anni hanno saputo cavalcare i tempi. Alcune con più successo, altre con meno…ma ci hanno provato.

MVA

Per me, sono assolutamente d'accordo.

Le nostalgie possono anche rimanere, ma è assolutamente normale che alcune realtà industriali scompaiano, ed altre le sostituiscano.

Se è per questo, ho in mente almeno un altro paio di Marchi , gloriosi quanto si vuole, ma da cui mi attendo da un momento all'altro un annuncio simile.

Anch'io sono d'accordo.
Tradizione non significa immobilismo. Per dire, Rolls Royce sta sviluppando un SUV!

Fer

Le vostre considerazioni sono sicuramente corrette, ma provo comunque un grande dispiacere per la fine di un marchio come la Rolleiflex.
Avrei preferito che qualcuno salvasse la salvasse così come è stato fatto anche per la Rols Royce.

Gianluigi

L'esempio di RR è calzante (ma nel campo automotive ci sono anche i casi Bugatti, Bentley e altri), meglio che un marchio, una tradizione di progetti e di realizzazioni sparisca, piuttosto di venire stravolti da "salvatori pelosi" che mirano solo a sfruttare il valore storico del marchio.
Sono convinto che Rolls, Royce e Bugatti si stiano rivoltando nella tomba. Lasciamo che Francke e Heideke riposino tranquilli ...

Ma non è così.
Una RR è sempre una RR, non è peggiorata; ed è sopravvissuta.
Idem per Bugatti, che continua a fare automobili incredibili e (soggettivamente) bellissime per una ristrettissima schiera di appassionati.

In campo HiFi, senza andare sull'hi-end, marchi rispettabili come Denon si sono ottimamente adeguati alla produzione di Home Theatre, con buona qualità al giusto prezzo e senza "marciarci".

Tornando alle foto, Pentax ha saputo sfornare una macchina interessante come la 645Z, ottima erede di una lunga tradizione ma a suo modo molto innovativa.

Su Leica ci sarebbe da discutere, perché lì un peggioramento della qualità l'ho visto; però non lo imputo ad una ricerca di risparmio sui materiali e quindi di maggior margine, quanto ad un volume di produzione ormai eccessivo rispetto alla capacità di dedicare la giusta attenzione al singolo pezzo.

Comunque innovare nel rispetto della storia del marchio, quella è la strada.

Certo, se si pretende di continuare a costruire modelli del 1990 con prezzi rapportati a quelli del 1990, ci si estingue.

Fer