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Muri - rassegna fotografica a Trento
Utente non più registrato
Cari amici,
vi segnalo che nell’ambito delle manifestazioni cosiddette “Parallels” di | Manifesta 7 |(Biennale Europea di Arte Contemporanea che ha luogo ogni due anni in una città  diversa), a Trento è stato organizzato un esteso progetto dal titolo: “Città  al muro”, il quale, oltre a proporre una serie di eventi piuttosto eterogenei e complementari fra loro (un seminario di carattere sociologico, “live perfomaces” di writers di fama internazionale, installazioni, video, ecc..) , prevede la realizzazione di una rassegna fotografica dal titolo: “Muri”. Si tratta di un’indagine, circoscritta ad alcune zone della città  di Trento, che io e Michele Vettorazzi abbiamo condotto impiegando attrezzature MF e GF (rispettivamente in b/w per me e colore per Michele).
La rassegna è collocata in tre diversi spazi espositivi della cità : la Biblioteca comunale di Trento (via Roma), lo spazio Foyer della Facoltà  di Giurisprudenza (Via Rosmini) e la Galleria Pretto (Galleria Tirrena). Quest’ultima contiene “un’installazione” con sole 4 immagini, ed ha la funzione, stante la posizione baricentrica nella città , di supportare informativamente le altre aree espositive.

Senza tediarvi più di quanto non abbia già  fatto, rinvio ai seguenti links, qualora interessati, o di passaggio a Trento, per ulteriori approfondimenti:

| "Città  al muro" | – PDF dell’intero evento
| "Muri" | – web galleries, presentazione della rassegna, annotazioni tecniche sulle immagini.

Segnalo, a margine due ultime cose:

- Le rassegne sono visitabili con orario continuato fino alle 20.oo tutti i giorni della settimana escluso(purtroppo) sabato pomeriggio e domenica;
- Se qualcuno avesse piacere di visitare le rassegne scambiare due chiacchiere sarà  per me un vero piacere incontravi per discutere sul lavoro e bere un caffè (o una birra.. dipende dal caldo..)..

Ciao a tutti,

Luca – Rollo Pyro & Michele – Miky

Inviato: 6/7/2008 21:17
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Re: Muri - rassegna fotografica a Trento
Moderatore
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8/1/2005 22:33
Da Varese
Messaggi: 4735
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Ciao Luca,
è un piacere sentirti e sapere di questa bella iniziativa.
Io partirà per le ferie venerdì e non potrà essere presente, ma ti faccio un grande in bocca al lupo

Marco

Inviato: 6/7/2008 22:36
Il mio sito

"I'm not a photographer the moment I pick up the camera.
When I pick one up, the hard work's already been done"

“To photograph reality is to photograph nothing.”

Duane Michals


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Re: Muri - rassegna fotografica a Trento
Moderatore
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13/2/2004 9:11
Da Tse' Bii' Ndzisgaii
Messaggi: 2055
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Ciao Luca,
ottima iniziativa...
Ci si vede presto!


Inviato: 7/7/2008 21:51
Sito personale www.robertomanderioli.com
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Re: Muri - rassegna fotografica a Trento
Moderatore
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8/2/2005 19:08
Messaggi: 5349
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Congratulazioni e augurissimi !


Andrea

Inviato: 8/7/2008 0:33
sono moderno, non contemporaneo
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Re: Muri - rassegna fotografica a Trento

Iscritto il:
21/5/2005 16:44
Da Riviera del Brenta
Messaggi: 1969
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Augurissimi per la vostra mostra
Sicuramente una visitina la faccio.
Ciao
Stefano

Inviato: 8/7/2008 9:53

.....................
In un mondo dove tutto cambia rapidamente dedicatevi qualcosa in grado di fermare il tempo........... ...
Tessera C.F.A.O n°1 .........
...
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Re: Muri - rassegna fotografica a Trento

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23/2/2006 10:05
Da Ruda (UD) - Trieste
Messaggi: 1085
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Auguri per l'iniziativa.

Paolo

Inviato: 8/7/2008 10:08
Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre,ma nell'avere nuovi occhi.
[F.Voltaire]............

Tessera "argento" C.F.A.O. n°9......
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Re: Muri - rassegna fotografica a Trento
Utente non più registrato
Caro Luca

torno a Trento dopo parecchio tempo di mia assenza, ormai Thomas (il mio scimpanzè) è morto da parecchi mesi [polmonite fulminante] e quindi sono senza il mio alter-ego/guru artistico.....arrivo in piazza Duomo dove per Manifesta la nota performer trentina Anna Scalfi ha avuto la geniale idea per ricordare una roggia (rivolo d'acqua) che passava nella piazza anticamente e per ricordare il lavoro delle massaie/lavandaie di mettere 22 lavatrici funzionanti (coperte da celophane buttato alla remenga causa nubifragi vari) che qualcuno dovrebbe usare per lavarsi i panni......perplesso mi grattugio la crapa...mi girano un pò le ba-lle pensando a dove l'amministrazione pubblica "investe"....

Vado a vedere il tuo lavoro e non capendo, vorrei capire, ...tolta l'enfasi (per me superflua) di una continua declamazione tecnica [ma chi se ne frega se sono stati fatti in 4x5 e 6x7 Mamiya 7II e scansionati a 3.200dpi e 4.200dpi da pellicola ....e il nome e cognome di chi ha scansionato...]leggo dal manifesto di manifesta:

.........Gli autori Luca Chisté e Michele Vettorazzi indagano, attraverso la loro duplicità  calligrafica del bianco/nero e del colore, la
stratigrafia muraria di alcune zone della città  di Trento. Obiettivo della mostra,........è quello di interpretare le trasformazioni che avvengono nel paesaggio urbano attraverso uno degli elementi che più immediatamente di altri è ingrado di connotarlo: il muro. ......

bene dico io....da architetto mi preparo a gustarmi il tutto....vado a vedere....e....ti giuro non capisco....conoscendo bene la città  non riesco a trovare un percorso logico, filologico, per tipologie....si passa dai muri della caserma al muro interno di un palazzetto dello sport alla facciata a muro di un palazzo....si passa dal centro storico alla prima periferia per poi finire sulle arterie viabilistiche principali....si passa dai muri in cemento armato ai muri ricoperti in marmo ai muri scrostati di mattoni ricoperti di edera...ai muri scritti, ai muri pittati, ai muri intonsi e ai muri lisci...e ai muri vandalizzati....mi sembrano evidenti le molte citazioni dai graffiti di Brassai alle città  di G.Basilico con lirismi di Mimmo Jodice...si passa dai close up a sguardi di interi quartieri...

Sono perplesso, non capisco....cerco tue righe rassicuranti ma tolta la parte dei virtuosismi tecnici [per altro notevoli e di sicuro impatto] non ne trovo....mi potresti indicare la via e il percorso della tua operazione?

Ad ora di questa Manifesta non mi sono fatto una gran bella idea.....

P.S. onde evitare fraintendimenti il mio intervento non ha alcuna volonta di flame ne di altro che non sia proprio il voler capire una operazione artistica che non riesco proprio a capire e a leggere...

grazie

Inviato: 8/7/2008 14:29
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Re: Muri - rassegna fotografica a Trento

Iscritto il:
20/7/2005 21:55
Da lombardia - salò
Messaggi: 283
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Roberto, bentornato.

Da molti anni ho smesso di leggere presentazioni e prefazioni prima di aver visionato le mostre. Guardo e mi faccio la mia idea; poi leggo, e dopo riguardo. Se del caso rileggo.
Sempre diffido di paroloni e di concetti esposti in maniera pomposa.
Detto questo, rinvieri ogni giudizio alla visione dell'intera mostra, dato che anche tu, come me, avrai visto solo le 4 foto esposte da Luca e da Miche (2 a testa) nello spazio ridotto.
Comunque, secondo me e salvo un ripensamento alla luce di quanto appena sopra detto, sia Luca che Marco hanno svolto ciascuno il proprio lavoro seguendo un'idea propria, nata quando ancora la manifestazione in cui si sono inseriti doveva essere concepita. Di qui la discrepranza tra i paroloni del programma e la pulizia calligrafica e formale degli scatti.
Ma non escludo di sbagliarmi.
Quanto alla tecnica di ripresa e di stampa non condivido la tua idea di "fregarsene".
Penso che la tecnica sia sempre funzionale all'idea e che la sua padronanza sia tanto importante quanto il cuore e la mente di chi la usa; quindi il renderla nota non puà che aiutare a comprendere il risultato (tanto quello cercato quanto quello ottenuto).
Stammi bene.
Fabio

Inviato: 8/7/2008 15:10
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Re: Muri - rassegna fotografica a Trento
Utente non più registrato
Ciao Fabio

evidentemente mi sono male espresso....il mio concetto di fregarsene è che quando guardo una fotografia la scheda tecnica è l'ultima cosa che forse leggo. La tecnica è fondamentale per l'autore ma tu credi che tutti coloro che vedono/leggono una fotografia siano interessati alla tecnica? io no. E' come se vado a vedere un quadro esposto in pinacoteca e pretendo di voler essere informato sul tipo di tela, marca dei pennelli, marca dei colori, video didattico sulla tecnica.....non sà a te ma a me non interessa. Resto invece d'accordo con te la tecnica sia fondamentale per esprimersi.

Mio padre non sà  che cosa sia uno sviluppo al pirogallolo, non sà  che cosa sia un 4x5 e non sà  che cosa voglia dire una scansione a 4.200dpi....con questo vuol dire che mio padre è tonto e non puà andare a vedere e commentare una mostra fotografica? che non la puà apprezzare? Mi stai dicendo che per apprezzare una fotografia sia necessario essere fotografi?....mah?!?!?


Vedo le fotografie di Luca nella sua pagina web (ben 26 immagini sufficenti a farsi un'idea) e come prefazione leggo la marca delle macchine, la marca delle lenti, la marca delle pellicole, gli sviluppi usati, le dimensioni dei files, la marca della carta su cui sono stampati e le dimensioni.....NULLA circa l'idea creativa o la chiave di lettura sull'opera....evidentemente quello che io mi aspetto da un autore è diverso da quello di altri.

Io a Luca non ho chiesto i paroloni ma una semplice indicazione di lettura....avrà  avuto un'idea di progetto o è andato in giro a fotografare i muri che gli piacevano e stop?...fosse anche così sarebbe comunque interessante la casualità  della genesi dell'opera....

Io poi ho fatto quello che tu fai, ho guardato le foto prima...e sono rimasto spiazzato da quanto visto [Luca non mi sembra uno che fà  le cose a caso]...vado a leggere e non riesco a trovare nulla che mi illumini....visto che Luca ha presentato qui in questo spazio trovo corretto chiedergli informazioni nel medesimo spazio, diversamente avrei chiesto a lui di persona.

Sono d'accordo sul fatto che le foto vadano viste SEMPRE dal vero...ma visto che dalla presentazione mi è parso di capire che si trattasse di una specie di indagine storico/sociologica/urbanistica mi sembrava logico capirci qualche cosa anche dalle semplici 26 (ventisei non quattro) immagini presentate. La visione poi delle stampe dal vivo è un'altra cosa....

Troverei comunque triste(questo per qualsiasi autore)vedere stampe che come unica "artisticità " abbiano il fatto di essere realizzate in modo perfetto e siano prive di qualsiasi senso/valore espressivo artistico....fotografo una cosa qualsiasi ma la realizzo al meglio...mi sembra molto basso come valore. Luca Chistè è un autore che sà per certo che non agisce in questo modo, e per questo ho chiesto gentilmente spiegazioni e informazioni che sono certo fornirà  con chiarezza, sintesi e semplicità ....

tutto qui....

Inviato: 8/7/2008 15:33
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Re: Muri - rassegna fotografica a Trento

Iscritto il:
28/3/2007 16:40
Da nord Sardegna
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Devo dire che concordo con le osservazioni di Roberto riguardo alla presentazione: senza entrare nel merito dell'opera, mi pare che manchi proprio quel primo approccio con il fruitore che io vado subito a cercare per "orientarmi". Le note tecniche e i credits vanno benissimo, ma alla fine della galleria, mentre trovarle subito a bomba come presentazione del lavoro mi disorienta un po'. Messa così, pare un semplice esercizio di tecnicismo, e probabilmente non rende merito all'impegno profuso dai due fotografi.

Vorrei che nell' introduzione si parlasse della tematica, delle motivazioni che stanno alla base di tale progetto fotografico, finalmente presentato al pubblico (e quindi verosimilmente con l'intento di voler comunicare con esso).

(edit: oops, come non detto, mi ero perso questa pagina... ma bisognava cercarla un po'. Qui invece s'intuisce meglio l'intero contesto in cui la mostra s'inserisce).

Claudio


Inviato: 8/7/2008 17:42
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Re: Muri - rassegna fotografica a Trento
Utente non più registrato
Dalla presentazione di Eva Lavinia Maffei:

"Le opere fotografiche "Muri” si pongono all’interno dell’evento come lenti d’ingrandimento che riescono, per un attimo, a fermare il tempo che scorre sulle pareti della città  di Trento, rendendo evidenti i segni di una comunicazione quotidiana talvolta effimera, marginale, spesso in contrasto con il tutto, che trova il suo supporto ideale nel muro pubblico, privato, antico o moderno che sia, come se nella relazione con le persone esso diventasse a tratti proprietà  di tutti e di nessuno, e inevitabilmente registra il vissuto conservandone le tracce. "

Questo a "paroloni" se poi vado a vedere ho la sensazione che qualsiasi muro puà andare bene purchè sia in qualche modo imbrattato o vi ci si appeso un cartello....non un percorso, una zona specifica, una tipologia specifica di messaggio....si parla di comunicazione quotidiana ....quale? un manifesto' un editto?....boh?!?!
Scusate ma a mio modo di vedere la cosa mi sembra banaletta...prendo un bimbo (lo scimpanzè è morto) e lo mando a fare foto casuali di muri ottengo comunque un risultato....allora la super tecnica e il mezzo espressivo diventano predominati, foto banalizzanti fatte in modo ipertecnico....una specie di annullamento formale banalizzato attraverso un esercizio tecnico importante.

"Ed ecco che dietro le screpolature per le intemperie, riusciamo ad individuare il messaggio, come uno stato d’animo rimasto impresso nella calce; la materia, quasi palpabile, grazie a un’elevata definizione, sembra a volte sgretolarsi davanti ai nostri occhi. L’aspetto del paesaggio urbano è in continua trasformazione e le immagini restituiscono all’attenzione del visitatore quello che, ormai metabolizzato alla visione, forse, non riusciva più a percepire.".....

Considerando Trento una città  con una storia importante poteva essere interessante il tema delle mura. Le mura della città  viste come elemento socializzante...un dentro e un fuori la città  e lo spazio chiuso...le mura difensive, protettrici...poi vedo muri in cemento armato anonimi e con non sono in dialogo con nulla [a tal riguardo un maestro in questo era l'architetto Carlo Scarpa]

Non sà....boh se questa e la spiegazione del lavoro resto un pò deluso...le parole scritte (peraltro banalotte e Luca avrebbe scritto molto meglio a mio avviso)mi dicono una cosa e le fotografie altro. Io sono certo che Luca nella sua testa aveva un progetto ben preciso e un'idea che lo ha spinto nel realizzare detto lavoro....visto così a me personalmente non mi dice un granchè ed anzi trovo banalizzante l'esposizione scolastica della Maffei.

Nella parte finale di nuovo si chiarisce:
"Le immagini, frutto di una ricerca condotta dagli autori nell’arco di due anni, sono state realizzate tutte con equipaggiamenti in grande e medio formato (4x5”/10x12 cm e 6x7 cm) e le stampe, ricavate con l’impiego del sistema c.d. “Ibrido” (digitalizzazione del negativo e post-produzione in “camera chiara”) sono state stampate, anch’esse in grande formato (60x80 cm), sulla prestigiosa carta Hahnemà¼hle fine-art; una scelta, questa, dettata dalla volontà  di garantire un’elevata qualità  di dettaglio alle textures murarie."

Che a me suona malissimo è come se mi volesse far capire la fatica tecnica svolta fosse il cardine di tutto....

Ma così non è (ne sono certo)....e allora aspetto sempre due parole di spiegazione da parte di Luca...

Inviato: 8/7/2008 19:10
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Re: Muri - rassegna fotografica a Trento
Utente non più registrato
Recupero il topic per esprimere alcune cose lasciate, volutamente, in sospeso, ringraziando coloro che sono intervenuti.<br />Ho atteso che l’evento si chiudesse (il 25) prima di postare queste note perché così abbiamo deciso di fare con Michele vettorazzi (l’altro autore della rassegna) ed Eva Maffei, curatrice della rassegna.<br />Circa il progetto, prima di argomentare sulle diverse istanze emerse all’interno del topic, segnalo che l’esperienza è stata molto positiva: per i contatti che si sono creati (possibilità  future in merito a questo ed altri progetti) e, soprattutto, per averci consentito di stabilire intensi e appaganti contatti umani con le persone che hanno visitato gli spazi espositivi.<br />Un altro aspetto, che serve già  ad un primo “chiarimento”: grazie al workflow sviluppato per la realizzazione delle immagini, ho incontrato due persone (chi ha digitalizzato le immagini e chi le ha stampate – che qui non cito per evidenti ragioni–) che mi hanno fatto apprezzare le qualità  professionali ed il “mestiere” della gente che ama ciò che fa con grande passione. Li ringrazio per tutto quello che hanno saputo ricavare dalla “materia” del nostro lavoro e per quello che, direttamente o indirettamente, ci hanno insegnato.<br /><br />Per quanto concerne le osservazioni emerse, ecco quanto segue. <br /><br />Cerco di proporre, in un pensiero lineare, le diverse “riflessioni” di Vacis.<br /><br /><b>Osservazione n.ro 1: tecnicismo (versus metodologia..)</b><br /><br />Qui si è quasi certamente confuso l’approccio metodologico con il tecnicismo. <br />Quando io riferisco, intenzionalmente, delle variabili tecniche impiegate nel mio processo di costruzione dell’immagine (ripresa, sviluppo, post-produzione, ecc..) lo faccio con un significato ben preciso: quello di assegnare, così come puntualmente osservato da Fabio (ciao!..), alla fotografia, una sua specifica connotazione. Che non è, come ingenuamente indicato, un tecnicismo fine a se stesso, ma è un’informazione costruita per uno specifico scopo. Dal mio punto di vista, ovviamente opinabile, la fotografia necessità  di un pre-requisito tecnico ed operativo (basato sull’impiego di un preciso processo) che la rende, proprio per questo (ma certo NON SOLO per questo, dai, non siamo così banali…), peculiare rispetto ad altre espressioni “artistiche”. E qui, come ben discettano alcune persone molto preparate sul forum, il materiale su cui discutere è immenso…<br />Fin da quando, avendo avuto la fortuna di laurearmi con una tesi dedicata in massima parte alla fotografia e all’antropologia visuale, ho assunto l’ipotesi che la fotografia potesse possedere una propria ed autonoma valenza metodologica nel campo delle scienze sociali e, anche per questo (ma non sono solo le variabili tecniche che qualificato lo statuto di “autonomia metodologica” ad un metodo di indagine) ho ritenuto “etico”, oltreché necessario, assegnare al mio lavoro una paternità  metodologica (operativa e tecnica).<br /><br />L’indicazione delle variabili tecniche con cui è stata ottenuta un’immagine (esposta alla visione, non sul web!..) è funzionale a due importanti “istanze”: in primo luogo rendere “funzionale” il risultato ottenuto al valore espressivo dell’immagine <br />Da ciò si coglie, a meno di non voler rendere sterile questo contributo, che la qualità  tecnica di un’immagine non è un dato “accessorio” o una variabile indipendente dell’opera. La qualità  tecnica di un’immagine “E’ ANCHE” l’immagine in sé. Definire il “processo di produzione” di un’immagine, quindi, piaccia o meno, è importante tanto quanto “pensarla” (che è cosa oggettivamente più difficile) e registrarla sul supporto sensibile (relativamente più semplice). E questo è vero anche per altre ragioni: per rendere il giusto rispetto alla fotografia e alla sua genesi e, in secondo luogo, in un momento storico di grande turbolenza sulla fotografia, stabilire dei “connotati” chiari, al proprio lavoro. L’ipotesi di correlare un output (l’immagine fotografica) ad un processo mentale, operativo e razionale, rende infine evidenti ai fruitori dell’immagine qual è il “valore” (a questo livello, e per ora, solamente tecnico) dell’oggetto che essi stanno osservando. Un processo, se vogliamo, “formativo” e “dialettico”.<br />Se qualcuno di coloro che leggono le note tecniche che accompagnano le immagini le rifiuta aprioristicamente, o per superficialità  di osservazione (non credo sia il caso di Vacis) o, per aver abbondantemente metabolizzato l’argomento (credo sia il caso di Vacis), è affar suo e ci puà stare. Le rassegne, però, sono pensate per un plurarità  di fruitori (per fortuna..) che, in più di una circostanza, mi sono sempre parsi interessati a questo tipo di indicazioni “operative” (nel senso più riduttivo del termine..).<br />A me, come autore, preme evidenziarlo. Così ho sempre fatto fin da quando ho esposto o pubblicato i miei lavori, e così seguiterà a fare.<br /><br /><b>Osservazione n. 2: i “contenuti” della ricerca</b><br /><br />Il mio/nostro lavoro è esposto, criticabile, discutibile, certo puà piacere o non piacere (ci mancherebbe!..), puà essere condiviso o rifiutato, ma, grazie al cielo, la fotografia, come linguaggio in sé (altrimenti uno scriverebbe interi romanzi sulle proprie immagini – cosa che, talvolta, mi capita peraltro di osservare..) possiede una propria autonomia espressiva, dotata di una precisa sintassi, di un sistema strutturale basato sull’uso di significati e significanti stabilmente in relazione fra di loro. <br />La presentazione di Eva Maffei, sia in relazione al progetto più ampio in cui si collocava questa rassegna, sia per la sua esperienza come curatrice, è stata ritenuta adeguata per offrire all’intero percorso espositivo un valore compiuto sul suo significato.<br /><br />Il progetto “Muri”, per quanto mi concerne, nasce da un’idea le cui suggestioni sono maturate, come ben intuito da Fabio, ben prima di “Città  al muro” (è stata la coincidenza degli eventi a rendere possibile questa interessante e poliedrica partnership), ancora diversi anni fa, dalla lettura dei lavori di Koudelka, Jodice e Basilico e, per la parte più propriamente astratta della visione sui muri, dello straordinario Aaron Siskind. Fortunatamente per me, ho potuto riflettere su queste “suggestioni”, rimanendone affascinato, osservando non immagini sul web, ma immagini “vere”.. <br />Stampe fotografiche insomma, sempre e comunque d’autore..<br />Dalla lettura di quelle opere e dalla passione/desiderio di fare un lavoro sul “territorio” (che da molto tempo connota le mie ricerche), è nata l’idea di indagare le superfici murarie e di offrire, attraverso di esse, una lettura della città  di Trento che fosse capace, nell’output atteso dalla ricerca, di “superare” un’interpretazione fin troppo stereotipata (e spesso assecondata a fini turistici), o limitatamente storiografica, di questo luogo.<br /><br />Questo percorso, con amore ed entusiasmo, è stato condiviso dal mio grande amico Michele Vettorazzi che, a differenza di me, impiega una “calligrafia” espressiva basata sull’uso del colore.<br /><br />Nel vasto “corpus” urbano fotografabile, sia in relazione agli spazi usufruibili all’esposizione (Biblioteca e Giurisprudenza), sia in relazione alla vastità  dei temi affrontabili, si è intenzionalmente scelto di focalizzare la proposta dei lavori in alcuni precisi ambiti tematici.<br />Vediamo quali, osservando, prima di ciò, un macro-dato di natura sociologica ed urbanistica, senza il quale non si comprende, almeno in parte, la genesi del lavoro: Trento, (forse ai lettori del forum non è noto), è stata connotata nell’ultimo decennio da una forte ridefinizione degli spazi urbani che hanno visto, da un lato, il mantenersi del nucleo storico cittadino e, dall’altro, una forte crescita di quartieri ad insediamento abitativo (residenziale e popolare) e commerciale.<br />Per quanto meno interessata di altre città  del Nord-Est ed Ovest dai flussi migratori, Trento è comunque diventata, in alcune aree urbane, un territorio, per intere comunità , di “marginalità â€. Infine, cosa estremamente importante, Trento si appresta a diventare un immenso cantiere con intere aree (alcune assegnate al “disegno” dell’architetto/urbanista Renzo Piano) che la cambieranno, nel proprio tessuto connettivo, radicalmente: l’ex-area Michelin, l’ex-area Sloi, tutta la vastissima area delle ex-caserme (solo per citare i luoghi più importanti delle mutazioni prossime a venire).<br />Per definire le coordinate spazio/temporali dell’indagine (cosa fotografare, quando fotografare e per quanto tempo far durare l’indagine), era quindi necessario, con i vincoli sopra definiti, individuare delle linee-guida al lavoro.<br />Per quanto mi concerne, l’indagine ha visto la realizzazione di circa 500 scatti, in prevalenza eseguiti in 4x5” e una quota parte in 6x7.<br />Le immagini sono sempre state organizzate o in “insiemi coerenti” (4 o più immagini di un luogo o un’area ritenuta interessante) o in “unità  visive” "primarie" e "secondarie" (due immagini dello stesso muro, di cui una, solitamente, di avvicinamento e di investigazione alla “materia”).<br />In ogni caso, nella varietà  delle situazioni rilevate, il principio è stato sempre quello di garantire un preciso legame filologico che, ovviamente, puà essere compreso osservando la rassegna esposta con una lettura sincronica (nel caso di questa esposizione, occorre ammettere, e con grande onestà , questa operazione è stat resa più difficile dal fatto che sono coesiste due – tre se si considera il piccolo spazio espositivo Pretto – diverse aree espositive) .<br />Per questa ragione, ipotizzando di seguire un’immaginaria linea di lettura della città  , il mio approccio concettuale ha interessato “l’area muri” nelle seguenti prospettive: <br />- le zone in corso di trasformazione dai recenti processi di urbanizzazione (un sottotitolo possibile: “la nuova città ..”), aree che hanno connotato in maniera forte e per lunghi periodi di tempo (qui sì, segnalo a Vacis, con un “al di qua” e un “al di là â€ del muro di forte valenza simbolica..), interi quartieri della città  (e mi riferisco, con gli “ingombranti” muri, densi di segnali visivi: “Non oltrepassare..” alla vastissima zona delle caserme di Trento)<br />- muri ripresi in relazione a nuovi insediamenti abitativi dove un tempo sorgevano antichi “luoghi di produzione” (Via Brennero, nella zona del nuovo polo dove un tempo c’era l’ex-ferriera – che ho fotografato ancora nel 1992 per l’indagine: “La fabbrica tradita”). Sono muri “asciutti”, razionali e “minimalisti”. Impenetrabili, ad eccezione dei “buchi”, vasti e profondi, che un dilagante disagio sociale di quei quartieri, quasi con violenza, cerca di aprirsi;<br />- alcuni muri del centro storico (Via Carlo Esterle, p.zza Verzieri e, purtroppo, molti altri non potuti inserire nel percorso, tra cui “le Mura” da te citate) che, posti in relazione ai luoghi dove sorgono, rappresentano bene il rapporto “dialettico” di un muro trasformato nella sua componente “dermatologica” (una accezione con cui, alcuni sociologi connotano i muri della città ) e quindi di impatto, con le strutture ad essi relazionate;<br />- muri che rappresentassero bene i tipici “luoghi della marginalità â€ cittadina e, quindi, un equivalente simbolico dell’incomunicabilità  (i “muri simbolo” dell’area del Palazzetto delle Ghiaie, dove, negli immensi piazzali, e proprio a ridosso dei muri, sono soliti giocare tra di loro, i “Pakistani” la domenica mattina..). Muri privi di vita umana… Alti e soffocanti… Solo una bicicletta, con un conducente fantasma…<br />- i muri come richiesta di uno spazio per la comunicazione, spesso “urlata”, anch’essa marginale o underground (con le scritte dei writers e di coloro che usano il muro come “nuovo” o “ritrovato” luogo, con cui rappresentare la propria esistenza o la propria identità  culturale). <br />- muri che possedessero una loro intrinseca valenza segnica: superfici che divengono luogo delle memoria e delle sopravvivenze (tracce residuali di comunicazione effimera – manifesti, scritti, dipinti) che si scolorano e si staccano… <br />- muri che, con la crescita delle piante, tese a cercare un improbabile spazio per la propria esistenza, fossero metafora, per l’osservatore non distratto, di ciò che, in maniera simmetrica alla nostra esistenza, nasce e muore… In questa prospettiva, il muro, quindi, è rappresentazione simbolica, astratta, di un intero “ciclo di vita”.<br />- muri, bellissimi e “densi”, dove, per dirla alla Prevert, coloro che si amano si inseguono, si cercano e si scambiano messaggi d’amore per darsi una speranza..<br /><br />E le analisi potrebbero continuare… <br /><br />L’ipotesi di lavoro, con tale percorso, quindi, è stata quella di offrire l’opportunità  di una visione “inedita”, capace di scuotere il quotidiano torpore visivo degli indaffarati e pragmatici cittadini che abitano Trento e la sua provincia..<br /><br />Però, e me ne scuso, ho scritto troppo…<br /><br />Tuttavia, aldilà  di queste osservazioni, condivisibili o meno esse siano (e, mi verrebbe da dire, con grande onestà  intellettuale, rinvenibili o meno esse siano anche nelle immagini), ciò che crea dispiacere e lascia perplessi è constatare altro.<br />E qui, lo si creda o meno, NON MI RIFERISCO a ciò che ha espresso Vacis, anche se dal suo intervento prendo spunto.<br />Mi riferisco invece a certi progetti dell’arte contemporanea e alla sconcertante superficialità  con cui si liquidano talvolta alcuni risultati…<br />L’incapacità  di sforzarsi per comprendere il significato concettuale di un lavoro (in questo caso un’installazione), operato da parte di una persona come Anna Scalfi, apprezzata artista trentina di assoluta e riconosciuta fama internazionale (ospite tra l’altro anche del MART), che, provocatoriamente, ha installato una serie di lavatrici sull’antico percorso, ora interrato (in Piazza Duomo), di una importante roggia cittadina. Si legge dal curatore:<br />Citazione:<div class="xoopsQuote"><blockquote> “… Intorno al 1860 la rete stradale cittadina vedeva ancora affiorare in molti suoi punti i corsi d’acqua delle rogge, preziosa risorsa di acqua corrente nella quale le donne facevano bucato inginocchiate a terra, con le mani nell’acqua fredda di tutte le stagioni. In piazza Duomo, esattamente sulla traccia dell’antica roggia ora ricoperta da lastre di pietra rosa, una fila di lavatrici funzionanti consente di lavare i propri panni in pubblico. Nel luogo che un tempo ospitava il fare più che il transitare, si compia un gesto che omaggia, senza statue o medaglie, una memoria di fatica quotidiana…</blockquote></div><br />Qui, al di là  dell’effetto (ai più ovviamente incomprensibile..), ciò che vale è il primato dell’idea… L’intuizione… <br />Questo è un interessante esempio di come un artista possa interpretare il rapporto con il proprio territorio e, attraverso di esso, con l’arcaico e prezioso tessuto sociale.<br />Passando fra queste lavatrici, funzionanti, per consentire al pubblico di “relazionarsi”, con un salto temporale di oltre mezzo secolo, alle nuove ed improbabili lavandaie, grazie alla fruibilità  â€œdell’opera”, ho trovato il biglietto di un osservatore con scritto: “Arte da 4 soldi..”… <br />Non giudico, ma rifletto..<br />Cià che mi addolora, è ancora una volta questa disarmante superficialità â€¦ <br />Manca l’empatia, non per comprendere (che certo è difficile), ma almeno (quello si!..) per “sforzarsi” di comprendere ciò che si è voluto comunicare... <br />Troppo preoccupati dal bisogno di esprimere rapidamente, in una sorta di incontrollato “acting out”, le proprie narcisistiche espressioni di disgusto su ciò che si è osservato, alcuni “consumatori” di questo lavoro non hanno colto la lunga e bellissima linea blu tracciata al di sotto delle lavatrici, giusto sulla mezzeria delle lastre di marmo rosa, che “celano” (da cui il titolo del lavoro), non solo il lento fluire di una roggia interrata, ma, sapendole ascoltare, le urla di gioia, di dolore, rabbia e preoccupazione di tutte le donne trentine che, per decenni, hanno “lavato in piazza” i propri panni…
Per sentire questi sussurri, però, occorre fermarsi ed ascoltare…<br /><br />Questo è il nostro tempo, nel quale, purtroppo, la madre della fruizione vorace e bulimica di ciò che si osserva, è sempre gravida e pronta nel dare alla luce nuove creature… <br /><br />La verità , forse, come qualcuno a me caro mi ha fatto osservare, è che i veri muri sono quelli che, ben mimetizzati, conserviamo solidi e robusti, talvolta di gomma, nella nostra mente.<br /><br />Scusate se mi sono così lungamente dilungato..<br /><br />Mi sembrava importante in relazione a questo progetto (costato moltissimo lavoro, impegno, energie e “risorse” sottratte, spesso egoisticamente, a coloro che amo) ed in seguito a quanto emerso nel 3d, trascrivere le mie idee..<br /><br />Ciao a tutti..<br /><br />Luca Chistè <img src="http://www.fotoavventure.it/uploads/smil40a6855250949.gif" alt="" />

Inviato: 27/7/2008 8:04
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Re: Muri - rassegna fotografica a Trento

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Ciao Luca.
Ho visto anche il resto della mostra, purtroppo nei giorni successivi all'inaugurazione alla quale non ho purtroppo potuto partecipare per i motivi che ti avevo detto.
Come sai i muri e le superfici in genere sono un tema che mi ha sempre emozionato e che ho praticato per anni (nel 1980 a Bologna esposi "L'altra faccia del reale", cioè una serie fotografie di dettagli di muri e di altre superfici, assolutamente reali, ma che erano anche dei "quadri astratti"). La mia ricerca aveva, evidentemente, motivazioni diverse dalla tua indagine, ricca di significati sociali.
Tuttavia nelle tue fotografie io, ma forse sono di parte, ho goduto di più l'aspetto formale, la riuscitissima composizione di masse e segni, di luci e ombre. Il tutto evidenziato dal dominio del mezzo tecnico, sia in ripresa che in stampa (ma se ti mettessi a stampare da solo non te ne pentiresti). Pur abitando a Trento, ma da straniero, non ho riconosciuto i luoghi, di cui neppure conosco le problematiche che hai illustrato, sicché la chiave di lettura, per me, è stata forzatamente diversa. Anche perché, per la verità , i muri di periferia delle nostre città  si somigliano un po' tutti.
Resta il fatto che lo scimpanzé o il bimbo a cui Roberto Vacis avrebbe dato la macchina fotografica non avrebbero portato a casa quelle fotografie che hai esposto, proprio perché sarebbe mancato un progetto e, affidato al caso, il risultato sarebbe stato inutile o perlomeno diverso.
L'unica nota stonata, quindi, dal mio punto di vista è stata la presentazione, troppo infarcita di paroloni e discorsi pomposi, atti ad allontanare il pubblico piuttosto che a chiarire: insomma, un discorso di un intellettuale per una cerchia ristretta di intellettuali, cioè il contrario della comunicazione.
Sulle lavatrici esposte, poi, tutto sta nel dare una definizione dell'arte. I filosofi si sono scontrati con questo problema dai tempi di Platone e ognuno ha pensato di dare una risposta definitiva, ma i fatti hanno sempre dimostrato il contrario. Ma questo è un discorso troppo lungo e difficile. Se vorrai, ci potremmo vedere a Trento, anche per discutere un po' sulla questione stampa digitale.
Ancora complimenti (anche a Michele).
Fabio

Inviato: 27/7/2008 14:32
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Re: Muri - rassegna fotografica a Trento

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ciao Luca, <br />scivolo un attimo sul bordo dell'OT...non ho visto la mostra, ma volevo riprendere la questione del bigliettino "arte da 4 soldi".<br />Proprio perchè qualcuno, un artista, un curatore, cerca di dire qualcosa, di comunicare un senso, allora bisogna mettersi sul piano della comunicazione, che é anche e spesso un luogo di "condivisione del senso". No, Luca? e tu lo sai bene lavorando anche da formatore.<br />Non so se per quell'installazione (le lavatrici) si é pensato a qualcosa che aiutasse a condividere il senso, banalmente qualcosa di scritto, perchè se non lo si é fatto allora diventa difficile dire che le persone non vogliono capire. <br />Diversamente si presenta l'opera e si accetta tutto, senza aspettarsi che la gente capisca. Perchè anche solo per cogliere un livello sensibile, al di al delle concettualizzazioni, ci vuole una mente sensibile, aperta, minimamente curiosa che chiunque puà avere, ma che non tutti hanno. <br />Chi sta scrivendo gestisce, insieme ad altri, un festival di danza e musica contemporanea e la scelta di non spiegare nulla, soprattutto rispetto alla danza, ha prodotto di tutto, le reazioni più disparate, curiose, inaspettate, violente e appassionate. Persone "colte" incapaci di cogliere, persone "semplici" capaci di capire.<br />Allora che strada si vuole battere? quella di un minimo di costruzione di un "luogo della condivisione" (non della didattica, per carità ...) o quella della costruzione di un "luogo delle soggettvità ", dove si esalta l'apporto soggettivo, perchè volutamente si lascia questo spazio.<br />Occupandomi di anche di arte, in questi anni mi sono anche venute un po in coppa, alcune forme di un certo manicheismo per cui c'è un mondo dell'arte che intuisce, coglie, elabora, ecc e un altro mondo che non sa, non colgie, non elabora. Il mi punto di partenza non é della serie "è tutto una m---a", ma é della serie "cosa si fa perchè non tutto diventi una m---a"?.<br />Spero di essermi spiegato<br />a presto, <br />bs<br />marco<br /> <br /><br />

Inviato: 27/7/2008 15:14
La fotografia non si domina: corre da sola e l'uomo la segue in ritardo e mai come oggi.
A. Gilardi

www.mbphoto.it
www.flickr.com/photos/marcofluens

..................
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Re: Muri - rassegna fotografica a Trento
Utente non più registrato
Fabio tu dici:

"Resta il fatto che lo scimpanzé o il bimbo a cui Roberto Vacis avrebbe dato la macchina fotografica non avrebbero portato a casa quelle fotografie che hai esposto, proprio perché sarebbe mancato un progetto e, affidato al caso, il risultato sarebbe stato inutile o perlomeno diverso."

su questo non sono d'accordo da architetto urbanista ho letto quanto scrive il Chistè e conoscendo BENE (avendoci fatti parecchi esami universitari) il tessuto urbano della mia città , Trento, continuo a non trovarci un progetto che sia completamente sostenibile. Io ho chiesto lumi al Chistè proprio perchè mi aspettavo un approccio progettuale diverso....il Chistè stesso scrive che era uno studio iniziato diversi anni primi e da qui l'occasione di proporlo. In questo nulla di male, anzi. Sulle fotografie in quanto tali nulla da ri-dire.
Che poi l'esposizione frazionata abbia in parte infaciato gli sforzi del Chistè questo non posso saperlo, io mi sono limitato ad osservare quello che è stato porposto.

poi Fabio dici:
"L'unica nota stonata, quindi, dal mio punto di vista è stata la presentazione, troppo infarcita di paroloni e discorsi pomposi, atti ad allontanare il pubblico piuttosto che a chiarire: insomma, un discorso di un intellettuale per una cerchia ristretta di intellettuali, cioè il contrario della comunicazione."

Pensiero condiviso e che personalmente non mi sono fidato a pubblicare per non offendere in alcun modo il Chistè. A si tanta esposizione d'intelletto mi sarei aspettato qualche cosa di diverso...e volutamente uso il termine diverso.

Io comunque, se ben si legge, non ho liquidato la performance intelletuale (ma è ancora arte così come comunemente intesa?) di Anna Scalfi che peraltro conosco...sono rimasto sconcertato "da turista" nel vedermi buttate in mezzo ad una piazza 24 lavatrici funzionanti, certo che sapevo che là  c'era una roggia (corso d'acqua) e che ci lavavano i panni...ma sarebbe stata interessante una performance più "dialogante" con il popolino che scrive e parla come mangia...e questa necessità  è manifesta sin dai tempi del principe vescovo Bernardo Clesio....

Riguardo l'importanza del dominio tecnico "necessario" in questo lavoro, come giustamente indica Fabio, non lo discuto, anzi.
Chistè tu parli di metodologia e su questo posso anche essere d'accordo, peccato che nel leggere lo statment io (e parecchie altre persone) non siamo riusciti a parcepire che per te fosse una necessità  metodologica ma quanto piuttosto quella che pare essere mera informazione tecnica.
Qualora poi questa necessità  metodologica fosse così importante nella progettualità  mi sarebbe piaciuta leggerla questa necessità  metodologica....illuminante a tal riguardo il breve saggio, anche metodologico, del papò  dei "fotomuratori" dal Brassai con i suoi straordinari graffiti.

Comunque ti ringrazio per la disponibilità  dimostratami nel cercare di spiegarmi ciò che umilmente chiedevo.

Buona luce a tutti



Inviato: 27/7/2008 16:11
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Re: Muri - rassegna fotografica a Trento
Utente non più registrato
Ciao Marco

"Proprio perchè qualcuno, un artista, un curatore, cerca di dire qualcosa, di comunicare un senso, allora bisogna mettersi sul piano della comunicazione, che é anche e spesso un luogo di "condivisione del senso". No, Luca? e tu lo sai bene lavorando anche da formatore.
Non so se per quell'installazione (le lavatrici) si é pensato a qualcosa che aiutasse a condividere il senso, banalmente qualcosa di scritto, perchè se non lo si é fatto allora diventa difficile dire che le persone non vogliono capire."

Io sono passato parecchie volte e non ci ho trovato nulla di ciò, ovvio che andando alla ricerca di documentazione ed ascoltando le interviste sulle varie emittenti si venga a sapere qualche cosa.
Ma il comunicare non dovrebbe essere un qualche cosa di immediato e istintuale? O meglio l'arte non dovrebbe essere comunicazione? Ma l'arte ha necessità  di dover per forza essere decriptata?

Il Chistè passa in una piazza che non conosce, vede delle lavatrici ed immediatamente coglie
"la lunga e bellissima linea blu tracciata al di sotto delle lavatrici, giusto sulla mezzeria delle lastre di marmo rosa, che “celano” (da cui il titolo del lavoro), non solo il lento fluire di una roggia interrata, ma, sapendole ascoltare, le urla di gioia, di dolore, rabbia e preoccupazione di tutte le donne trentine che, per decenni, hanno “lavato in piazza” i propri panni…
Per sentire questi sussurri, però, occorre fermarsi ed ascoltare"
beato lui e la sua finezza d'orecchio...
Dai non prendiamoci in giro, cogli e senti perchè ti hanno dato le informazioni per poterlo fare....ma senza informazioni? l'arte figurativa ha necessità  del manuale applicativo?


Sono perfettamente d'accordo su quanto tu scrivi Marco.




Inviato: 27/7/2008 16:32
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Re: Muri - rassegna fotografica a Trento
Utente non più registrato
Ciao a grazie a tutti per gli interessanti interventi.
Sono necessariamente sintetico (stavolta sul serio!..) perché devo partire per Roma per alcuni giorni e sono di corsa.
Fabio:
grazie per le tue parole e per la chiarezza di analisi del mio lavoro. Conoscevo la tua ricerca per averla vista (non tutto, ma insomma delle bellissime cose) a casa tua.. Capisco quindi, dato il piano di similitudine esistente la tua “condivisione” alla parte più prettamente formale del lavoro.
Accetto anche la tua osservazione sulla parte che riguarda le modalità , da tuo punto di vista troppo concettuali, con cui ho cercato di chiarire il progetto. C’è stato un momento (in questo topic) che, sollecitato da alcune riflessioni, mi sono sentito di farlo per cercare di chiarire la genesi del mio percorso e di ciò che ho pensato (a lungo, spesso anche scrivendo intere pagine di appunti…) su questa ricerca fotografica.
Grazie, spero sia possibile incontrarsi di persona per continuare a ragionare sulle cose e visionare delle immagini.
Samuel:
Le tue riflessioni mi piacciono molto perché sono chiare e offrono sempre un’opportunità  di confronto e, cosa ancor più importante, nel tentativo di cercare delle risposte, poni sempre nuove e stimolanti domande. La tua riflessione sull’arte contemporanea è di grandissima attualità . Se avessi occasione di farlo, ti invito a visitare gli ultimi lavori proposti al Mart e in particolare il percorso/progetto, dal titolo “Eurasia” proposto da Achille Bonito Oliva. In quasi tutti i lavori, alcuni iper concettuali, altri di più facile “accesso”, sono ridotte al minimo le chiavi di lettura (a livello espositivo..). Mi sono chiesot anch’io se questo corrisponda all’idea che, un’opera d’arte (presumiamo sia tale visto che è esposta in uno spazio museale come quello del Mart..) , sia essa stessa capace di auto-sostenersi senza una “chiave di lettura”, necessariamente aprioristica e, forse, che toglie spazio a quella soggettività  interpretativa a cui si è riferito Fabio leggendo i miei “Muri”. Il tema è stimolante e, in questa prospettiva, potrebbe essere utile aprire un topic (e concordo con te sul fatto che se è troppo “intelletuallistico” va bene lo stesso.. Il forum è uno spazio libero..) dedicato…
Vacis:
Tu chiedi spiegazioni. Io cerco di spiegare. Tu non cogli e (probabilmente), sostieni che io non riesco a spiegarmi.
Lo accetto... Mi sembra normale che possa essere così..
Direi quindi che il canale comunicativo è cortocircuitato. Forse è per questo che Ernesto de Martino, in molti lavori di ricerca etnografica ha sempre chiesto di avere equipe multidisciplinari (nello studio fatto in Lucania, De Martino, nello spirito della missione interdisciplinare aveva con sé la propria compagna, Vittoria De Palma, l’etnomusicologo Diego Carpitella, l’antropologa Amalia Signorelli, gli psichiatri Giovanni Jervis e Letizia Comba...)…
Non dubito della tua "competenza" e della tua abilità , stante la tua formazione di architetto, di lettura della città  di Trento, ma non è detto, grazie al cielo, che esista una sola possibilità  con cui guardare la città .
Le possibilità  sono infinite...
Io e Michele abbiamo cercato di offrire una chiave di lettura...
A te non piace e non convince??..
Perfetto.. Lo registriamo come un dato di realtà â€¦
La rassegna ha suscitato interesse, discussioni ed apprezzamenti (mi pare da diverse e qualificate persone).
Ci sono ipotesi di lavoro che, fortunatamente, in controtendenza alla tua opinione lasciano ben sperare...
Come tutte i progetti, anche "Muri" ha ampi margini di miglioramento e l’esperienza compiuta potrà  utilmente essere capitalizzata in altre future ricerche…
Sulla Scalfi, la nostra distanza è ancor più evidente..
Ti segnalo solo, per precisione, che ho avuto il piacere (e la gioia) di frequentare Piazza Duomo fin da piccolo poiché vi abitavo a due passi…
Quindi, “per caso”, quel giorno io non ho trovato proprio nulla... Ho trovato 22 lavatrici, tutte funzionanti: sono una “m__da” o un’opera d’arte??…
Non lo so... Io la definisco un'installazione...
Però, con qualunque cosa la si voglia etichettare, di certo è un’impresa… Questo si. Utile alla città  e al suo patrimonio di identità  sociale…
Con un’artista (sociologa), la Scalfi, sempre presente e sempre disponibile ad offrire a chiunque glielo avesse chiesto, le sue spiegazioni e il suo perché (ed anche a riceversi molti, più o meno velati, “improperi”)…
Pronta a registrare, dal "campo", quello che la gente raccontava (anche registrando i commenti se autorizzato). Riprendeva filmati dell'interazione fra il suo "lavoro" e la gente che "usava" quest'opera... Fotografava...
Un concentrato di energia, creatività  ed intelligenza..
Considero la sua idea (che, come da lei stessa definita, è di “archeologia contemporanea”) assolutamente geniale per questa città â€¦
Credo, senza polemica, che la nostra diversità  di visione sui temi di questo topic renda inutile e privo di interesse qualsiasi altro ragionamento...
Grazie, comunque, per ciò che hai scritto e per quello su cui mi hai fatto riflettere.
Ciao a tutti,
Luca

Inviato: 27/7/2008 22:12
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