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Re: Chi puo' rimuovere il filtro IR dalla Canon Rebel XT in Italia/EU?

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25/8/2005 8:38
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Per tanti anni ho fatto fotografia all'infrarosso (analogica) e poi ho cominciato a farla con una Coolpix, che in effetti aveva un filtro IR molto debole. Sono passato a Canon sapendo che avevano un filtro IR molto forte, ma non e' che uno faccia solo IR, giusto?

Data la forza del filtro IR con la Canon e' obbligo il cavalletto e comunque (anche sulla 1DsMkII) il rumore non scherza: 4 secondi a 800 ASA e f/5.6 e' normale (aprire il draframma non si puo', vedi sotto). Ma ci sono altri problemi con le Canon "standard" (20D, 1DsMkII, e Rebel XT) che saltano fuori solo se uno fa IR sul serio, anziche' giocarci un po' e poi mettersi a pontificare sui forum (dpreview su tutti): (1) hot spots: ci sono obiettivi (purtroppo quelli piu' luminosi sono sulla lista nera) che lasciano una bella impronta sul fotogramma (a forma di diaframma, tipicamente) che e' un grosso, grosso casino da togliere con Photoshop; (2) messa a fuoco: molti obiettivi Canon (almeno tutti quelli che ho io, e pensare che sono quelli della serie L...) non hanno la buona vecchia tacca rossa che si usava una volta per compensare la messa a fuoco. Va be' che e' comunque una approssimazione, data la dipendenza con la specifica lunghezza d'onda, ma almeno era utile. Controllare la messa a fuoco sullo schermino striminzito, anche ingrandendo, e' un po' un casino.

Comunque, togliendo il filtro IR si puo' fotografare all'infrarosso a mano libera, il problema degli hot spots diminuisce, la messa a fuoco risulta essere un po' piu' semplice. Avrei dovuto fare la modifica alla XT quando ero ancora negli USA ma avevo troppi casini e non ce l'ho fatta. Adesso e' li' che prende la polvere, l'avevo comprata apposta per dedicarla all'infrarosso...

Mxa/Marco

Inviato: 9/4/2006 20:53
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Chi puo' rimuovere il filtro IR dalla Canon Rebel XT in Italia/EU?

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25/8/2005 8:38
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Qualcuno conosce un posto in Italia o nella EU che tolga il filtro IR dalla Canon Rebel XT per rimpiazzarlo con un vetro ottico cosi' come fanno in

www.sciencecenter.net/hutech/canon/

oppure in

http://maxmax.com/aXRayIRCameras.htm

Spedire la camera negli USA, al di la' del costo della operazione, mi creerebbe casini di dogana da far paura. Magari la Canon Italia stessa lo puo' fare?

Mxa/Marco

Inviato: 9/4/2006 20:18
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Re: Chi non gradisce, non entri

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Roberto,

sono d'accordo con tutto quello che dici, magari mi sono espresso male io. Il mio "fa cadere le braccia" si applicava solo alla decisione di usare l'erotismo come veicolo di sberleffo alla vita (e magari su questo non sei d'accordo, that's ok), non facevo nessun appunto alla qualita' dell'immagine visto che da tempo mi rifiuto per principio di discutere di queste cose davanti ad uno striminzito francobollo sul video con una gestione del colore da far schifo (browser su Windows) etc.

Sono assolutamente al tuo fianco quando affermi che l'erotismo ha la stessa dignita' del silos nel cementificio dei Becher. <b>Ma ci mancherebbe altro!!!!!!</b>

Mxa/Marco

Inviato: 9/4/2006 11:51
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Re: Chi non gradisce, non entri

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Luciano,

quello che dici mi ha incuriosito perche' sviluppa un tema sul quale sto lavorando da qualche tempo, e spero di poter far vedere al forum qualcosa fra un due mesi (motivi pratici non mi permettono di fare prima). Ovviamente quello che segue sono considerazioni puramente personali.

Le foto in questione sono foto di <i> vita </i>, non di morte. E io trovo che si possa trattare la vita in due modi, se vogliamo antitetici (ma chi non ha un dark side ed un light side?): il primo e' un astrarsi completamente da essa, fotografare l'atarassia; il secondo e' tuffarcisi dentro. Rimanere sulla riva del fiume ad osservarla non fa parte del mio alfabeto, quindi.

Il buttarsi dentro mi vede molto dalla parte dello sberleffo, cioe' la vita come <i> la piu' sublime forma di presa per i fondelli che una Entita' abbia mai concepito </i>. Penso che (in parte) e' anche questo che questa strana coppia vuole ottenere (tu parli di un rutto di birra), ma <i> il sesso e' il veicolo piu' sbagliato a questo scopo </i>: solo apparentemente provocatorio, che strizza l'occhio al mercato, ipocritamente desideroso di apparire "fuori legge". C'e' ben altro di provocatorio che si puo' usare, e spero che appena vi faro' vedere il risultato della mia ricerca si capira' quello che intendo.

Quindi sottoscrivo la filosofia generale (se e' questa che loro hanno), ma l'esecuzione artistica fa francamente cadere le braccia e vanifica tutto quello che possono cercare di trasmettere. Nota bene che la mia critica non e' a 360 gradi su sesso ed erotismo in fotografia, ci mancherebbe, ma solo che secondo me, all'interno del "messaggio" che vogliono mandare, il sesso e l'erotismo sono il veicolo sbagliato.

Mxa/Marco



Inviato: 8/4/2006 11:45
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Re: LINHOF SUPER TECHNIKA IV formato 6x9

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Al di la' delle condizioni in cui si puo' trovare, e' una macchina un po' di nicchia...all'interno di una nicchia...all'interno di una nicchia.

Il 6x9 e' comodo perche' ti trovi immediatamente a tuo agio se arrivi dal 35mm. Il problema e' che tutto il traffico che una macchina del genere ti richiede (leggi: GF) non e' poi compensato da un negativo di dimensioni importanti. Tenuto anche conto che la PDC nel 6x9 e' ancora accettabile e la necessita' di movimenti ovviamente molto comoda ma non indispensabile. Gli obiettivi poi sono buoni ma non dei fulmini di guerra, cosa importante visto che la necessita' di ingrandimenti significativi c'e' eccome.

Grazie per la segnalazione pero', il giocattolaio che c'e in me si diverte sempre a guardare queste belle cose

Mxa/Marco

Inviato: 7/4/2006 13:21
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Re: buste per presentazioni stampe

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Io proverei in Via Brera. Sullo stesso lato della Pinacoteca, uno prima prima e uno dopo, ci sono due negozi di belle arti. In quello dopo (andando verso Piazza della Scala) ho comprato dei bustoni per foto A3+ con i buchi, di quelli che metti nei porta portfolio fotografici insomma. Non so pero' se sono del tipo che tu preferisci e se il costo sia ragionevole oppure no (probabilmente no, essendo zona centro).

Puoi scendere alla fermata del metro Moscova (linea 2) e fare quattro passi.

Mxa/Marco

P.S. Non avevano la buccia di arancia, questo me lo ricordo.

Inviato: 6/4/2006 8:47
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Re: Post conclusivo per cavalletto e testa a sfera ...

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Alessio,

Io ho il 1348 con la testa B1. Sarai contentissimo, ne sono convinto. Con delle 8x10 da trekking (non una Sinar P2, per intendersi) la combinazione va che e' una meraviglia, cosi' come il tuo 1325 con la B1.

Certo, con questa scelta ti sei esclusa la possibilita' di passare al 12x20, il 1325 e la B1 non ce la farebbero...peccato



Mxa/Marco

Inviato: 5/4/2006 21:36
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La sinestesia

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Una sera il neuroscienziato Richard Cytowic era a cena da un conoscente e mentre era in cucina che lo osservava cucinare il pollo lo senti' dire, mentre lo assaggiava: "....questo pollo ha troppi punti...". Quando la persona si accorse che Cytowic aveva sentito la frase mostro' qualche imbarazzo, ma alle insistenza di Cytowic confesso' di essere un sinestetico.

Cytowic ha scritto due libri fondamentali sull'argomento della sinestesia, una malattia neurologica molto rara. La sinestesia e' una forma estrema di quello che molti di noi hanno provato talvolta, cioe' di fronte ad un impulso sensorio (tipo gusto) si associa automaticamente un altro (tipo olfattivo). Nel caso dei sinestetici puri al gusto o al suono si associa la vista, per esempio. Quando nella vita quotidiana vengono stimolati da sensazioni olfattive o uditive vedono il formarsi di immagini che si sovrappongono a quelle che stavano vedendo. La dinamica e' deterministica, nel senso che di fronte allo stesso stimolo compare la stessa immagine. Questo quindi crea una stabilita' psicologica fondamentale, per cui i sinestetici possono in generale condurre una vita regolare e hanno deficienze solitamente di poco conto. Quindi "vedono" suoni o "sentono" colori.

Esperimenti con anti-depressivi sono riusciti ad eliminare il fenomeno sinestetico in chi ne soffriva creando pero' turbe psichiche molto severe, in quanto, essendo cosi' dalla nascita, veniva loro a mancare la "loro" realta'. Persone "normali" sottoposte a coktail specifici di allucinogeni sono riuscite a provare effetti sinestetici.

La teoria di Cytowic, alquanto discussa fin dall'inizio ma suggestiva nonostante tutto, e' che una volta l'essere umano aveva i cinque sensi perfettamente fusi e solo con l'evoluzione c'e' stata una separazione netta tra loro. Nei sinestetici il nostro pregresso primordiale (ri)salta fuori.

Una delle varie leggende metropolitane e' che Mozart fosse affetto da sinestesia, in molti suoi scritti accomuna chiavi a colori specifici, per sempio.

Il libro introduttivo alla sinestesia di Cytowic, quello storico, e' "The Man Who Tasted Shapes" del 1993, MIT Press. Criticato da alcuni, adorato da altri, ha introdotto al grande pubblico il tema della sinestesia e una presentazione di questa malattia neurologica in cui i malati non sono pero' particolarmente ... "malati". E' un libro a tratti anche divertente, perche' la malattia in se non crea tipicamente dei deficit sociali, fisici, o psicologici particolarmente drammatici nei soggetti che la portano.

Potete trovare qualche utile informazione in

http://labstudenti.unicatt.it/psicolo ... Gambirasio/sinestesia.htm

Come fotografi possiamo solo stimolare un senso in chi fruisce del nostro prodotto. Ma quando fotografiamo condensiamo almeno tre sensi (vista, udito e olfatto) in uno. Vorremmo con l'immagine trasmettere il suono, ma non possiamo (o no?), vorremmo con l'immagine trasmettere l'odore, ma non possiamo (o no?).

C'e' qualche lezione che possiamo imparare dalla sinestesia?

Tutto questo e' solo un pensare ad alta voce, solo un ... "cyberquadernetto" di appunti.

Ciao

Mxa/Marco

Inviato: 4/4/2006 14:57
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Re: I peperoni di Weston

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Falcopardo ha scritto:

Perche' al lato di questa discussione ( ..a scuola con....) qualche baldo volontario non fa un riassuntino sommario dei personaggi e degli avvenimenti della storia della fotografia in modo da creare una traccia, magari anche segnalando i testi migliori per una profiqua ricerca?


Renzo,
quello che posso contribuire io e' solo in inglese, per cui mi piacerebbe sapere di libri in italiano <i>di italiani</i>.

Ti elenco sotto qualche titolo:

<i>The History of Photography</i>, Beaumont Newhall, The Museum of Modern Art, New York. Questo e' forse uno dei due o tre classici testi di riferimento sulla storia della fotografia in lingua inglese.

<i>On Photography</i>, Susan Sontag, Picador

<i>Camera Lucida. Reflections on Photography</i>, Roland Barthes, Hill&Wang (ma se puoi, leggilo in francese).

Di tipo tecnico:

<i>The Manual of Photography</i>, Ralph Jacobson, Sidney Ray, Geoffrey Attridge, Norman Raxford, Focal Press. Il libro piu' bello di tecnica fotografica che mi sia capitato di leggere. Ha anche una storia affascinante perche' la prima edizione (io ho la nona) e' del 1890!

<i> Applied Photographic Optics </i>, Sidney Ray, Focal Press. Tomo scientifico di 650 pagine. Se avevi qualche curiosita' su ottica, lenti ed obiettivi questo te le toglie tutte, ma proprio tutte

Mxa/Marco

Inviato: 4/4/2006 8:47
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Re: I peperoni di Weston

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Candidus ha scritto:
Caro Marco,
la mia grande preoccupazione è che si perda tempo a disquisire senza agire, anche perché le soluzioni arrivano sperimentando....


Sono d'accordo con te, in generale. Nel mio caso specifico negli ultimi anni ho fotografato moltissimo e ragionato di fotografia troppo poco. Sento adesso molto piu' il bisogno di ragionare di fotografia che di fotografare. Poi arrivera' il momento di ricominciare a fare 'clic', magari in modo meno bulimico e spero con un retroterra piu' strutturato.



Mxa/Marco

Inviato: 4/4/2006 4:41
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Re: I peperoni di Weston

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Siete tutti di grandissimo aiuto, rispondo un po alla rinfusa.

Roberto, nel tuo commento hai messo a fuoco un tema che avevo gia' in mente, cioe' di come strutturare questa sezione. E' evidente che non sono interessato al cazzeggio dilettantesco. In teoria mi piacerebbe che si parlasse portando citazioni di altri, libri di riferimento etc. In pratica alcuni di noi ne sono capaci, altri (io, per esempio) stanno imparando e non ce la fanno ancora. Dato pero' che io ho una robusta allergia ai cazzeggiamenti, posso solo promettere che ce la mettero' tutta per mantenere la discussione al livello piu' elevato che la mia (scarsa, per ora) cultura estetica fotografica mi permette.

Floriano, il tuo discorso sull'imitazione mi coglie di sorpresa. Lo trovo affascinante e ci devo ragionare su. D'altronde non era Picasso che aveva detto qualcosa tipo "I bravi artisti copiano, i grandi artisti rubano?" Comunque, capisco dove stai andando a parare.

Fer, la tua posizione sulla disponibilita' dei peperoni a nuove riscoperte mi sente molto in sintonia.

Andrea, Fer, Fabiano: il problema dell'essenza. Per non entrare in discussioni da fumati fricchettoni ("vedo gente e faccio cose") cerco di solidificare il mio pensiero attorno ad una discussiona "seria", usando un termine di Roberto. Chiaramente le mie muse ispiratrici non sono la estetica fotografica (causa la mia ignoranza) ma il mio essere, la musica, e la filosofia.

Io sono di natura una persona iterativa, quindi a suo agio nel raffinare l'atto creativo ed incapace di generare di primo acchito un risultato che mi convinca. Ho anche una moglie intensamente dedita all'ikebana con tutto il bagaglio di scintoismo che si trascina dietro. Su tutto questo una passione di lunga data per Bergson ed il suo elan vital da una parte e la musica minimalista dall'altra. All'interno di questo contesto (che non esclude una ricerca che mi porti in luoghi diversi, pero') l'essenza di un oggetto, di una immagine, di una situazione esiste eccome. Ma non e' raggiungibile, per definizione. E' pero' infinitamente avvicinabile, in un miglioramento (del prodotto artistico, ma soprattutto di se stessi) continuo. La mia domanda iniziale era percio' se per caso io non ho torto e c'e' un modo per arrivare all'essenza, conquistarla, e sottrarla al resto del mondo.

Non so se ho aggiunto qualcosa di significativo alla discussione o sto solo "cazzeggiando". Ma quello che sto leggendo in questo thread mi e' immensamente utile.

Mxa/Marco

Inviato: 3/4/2006 17:29
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Re: I peperoni di Weston

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Citazione:

Hologon ha scritto:
Scusami, Marco, noto adesso il tuo nuovo avatar... Presidente di cosa?


Andrea


Il governo italiano non e' riuscito a trasferire la mia residenza elettorale da San Francisco in Italia in 3 mesi e mezzo. Quindi per votare sono costretto ad andare in consolato a San Francisco. Quindi non voto.

Visto che mi e' negato il votare, mi candido. Alla presidenza. Non so di che cosa.

(Mi sono scandidato qualche giorno dopo questo messaggio, preferendo qualcuno piu' qualificato di me, altri candidati seguiranno...)

Tranquilli, il 10 aprile lo tolgo

Mxa/Marco


P.S. Andiamo avanti a parlare di estetica, per carita'.

Inviato: 31/3/2006 14:27
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I peperoni di Weston

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La serie dei peperoni di Weston e' molto famosa, e vi rimando a Google per un search "pepper Weston" se volete vedere alcune delle immagini.

Weston impiego' in alcuni casi fino a quattro giorni di lavoro e ricerca prima di trovare la combinazione di luce, l'angolazione, etc che potesse mettere in evidenza "l'essenza" del peperone. Le foto sono ovviamente cariche di significati simbolici, non ultima una evidente sensualita'/sessualita'. Quello che piu' mi ha interessato e' il concetto di fotografare l'essenza di un soggetto, uno dei cardini della filosofia estetica di Weston.

C'e' molta contraddizione --- fatta notare subito dai critici --- nella ricerca della essenza di un soggetto da fotografare, in quanto l'essenza stessa, per sua natura, non dovrebbe essere fotografabile. A me preme invece discutere di un aspetto che non ho visto trattato (magari perche' non ho trovato il libro giusto ancora) e che e' molto importante per la mia ricerca al momento, che e' orientata ad un estetica dell'immagine assolutamente minimalista. Ma che e' ancora alla ricerca di se stessa. All'interno di questo minimalismo non posso non includere l'essenza stessa di quello che fotografo, sarebbe come svuotare tutto. Mi devo percio', volente o nolente, confrontare con il concetto di "essenza" dell'oggetto.

Il mio problema e' che "essenza" evoca due sensazioni e posizioni artistiche antitetiche. Una e' se vogliamo molto circolare, molto orientale, relativa al raffinamento progressivo della rappresentazione fino al punto in cui ci si riesce ad avvicinare il piu' possibile a, appunto, l'essenza del soggetto. Senza mai coglierla completamente pero', in quanto si contraddirrebbe il concetto circolare della ricerca. Si lascia spazio quindi a nuove forme, nuove generazioni, che riprendono il percorso e lo affinano. Questa interpretazione mi mette a mio agio, mi trova in sintonia, potrebbe essere le fondamenta su cui costruire il mio alfabeto fotografico.

La seconda e' diametralmente opposta. Cogliere l'essenza e' un atto fondamentalmente imperialistico sull'immagine. Se uno ci pensa, ricercare l'essenza di un oggetto e proclamare di averla catturata ESCLUDE questo oggetto stesso dalla serie di oggetti su cui generazioni successive possono raffinare la loro estetica. Urla "e' mio!" e ci mette i cavalli di frisia attorno. E' una postura aggressiva, conquistatrice, imperialista, appunto. Lasciamo stare le ovvie assonanze con Weston (americano=imperialista) perche' sono molto sciocche, o il fatto che Weston, di sua natura, fosse il meno portato ad un approccio filosoficamente violento all'immagine. Magari si applica a lui, magari no. La sua estetica ed i suoi peperoni hanno pero' stimolato in me questa riflessione, ecco perche' ho introdotto l'argomento con il titolo "I peperoni di Weston": semplicemente perche' hanno stimolato queste riflessioni.

Ma oggi qualcuno avrebbe il coraggio di rifotografare i peperoni? Ne dubito, l'effetto citazione sarebbe devastante. Allora verrebbe da concludere che Weston (involontariamente o no mi e' di scarso interesse) ha colto l'essenza e ha conquistato il soggetto. Per sempre.

C'e' modo allora di avvicinarsi all'essenza del soggetto all'interno di una visione minimalistica con un processo estetico circolare come dicevo sopra, oppure e' solo una illusione, cioe' l'essenza la si coglie oppure no e quando succede la prima cosa si e' fatto conquista ed imperialismo estetico?

Mxa/Marco

Inviato: 31/3/2006 9:51
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Re: Costruire una macchina fotografica panoramica

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Opinione molto personale: il mondo delle foto panoramiche di paesaggi (non di azione) e' quello del digitale+stitching. Si possono fare cose egregie, con risultati sensazionali dal punto di vista tecnico e qualita' dell'immagine. La cosa non e' molto difficile (ma neanche banalotta come sembrerebbe, perche' ci sono parecchi trucchi da imparare) ed ha alcune limitazioni. Il caso classico e' quello di foto marine dove il mare e' visibile facilmente, e fare delle giunte perfette alle onde e' in pratica impossibile. Oppure gestire le scie di motoscafi, etc.

Ma per il resto --- al massimo della paranoia tecnologica --- una discreta digitale che permette la messa a fuoco manuale e l'esposizione completamente manuale, un moderato tele, un cavalletto, una testa panoramica e magari uno o due filtri degradanti neutri e' tutt quello di cui hai bisogno. Piu' qualche ora su uno dei programmi di stitching e Photoshop.

Il mio record e' tutt'ora una stampa a 250dpi del gruppo dell'Ortles da 2.5 x 1.5 metri fatta partendo da una Nikon Coolpix 5600. Nessun valore artistico, ma certamente interessante per la locale azienda del turismo.

Ottimi articoli a riguardo li trovi su

www.photoactivity.com

Mxa/Marco

Inviato: 30/3/2006 9:18
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Indirizzo interessante per libri di fotografia

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Per coloro che vivono in ed attorno a Milano segnalo la Milano Libri in Via Verdi, quasi all'angolo con Piazza della Scala. Al primo piano c'e' una sezione dedicata alla fotografia che supera alla grande quella della Hoepli nella via omonima. Francamente devo dire che e' veramente di ottimo livello. Tre o quattro Sugimoto, tre o quattro Struth, etc, etc. Molta attenzione ai contemporanei, molto meno ai classici (niente Weston, Adams, Stiegliz, Bresson, per intendersi, ma invece Struth, Sugimoto, ...)

Mxa/Marco

P.S. Un volume di Joyce Tenneson costo 50USD e' venduto a 70 euro, per esempio.

Inviato: 29/3/2006 21:09
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Re: Anello flangia per un Copal 3

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La flangia l'ho ordinata da SK Grimes otto giorni fa e oggi me la sono trovata nella posta a Milano. Dato il costo non ho pagato nulla di dogana.

Mxa/Marco

Inviato: 28/3/2006 1:53
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Re: Ritratti dei sette nani, trademark o copyright

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Esatto, i nani li devo portare in studio. Ma se ci sono problemi nel fotografare i nani (Disney?) come sono stati risolti da quelli che fanno le statuine?

Mxa/Marco

Inviato: 27/3/2006 8:18
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Ritratti dei sette nani, trademark o copyright

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Come parte di un progetto a cui sto lavorando da qualche tempo ho bisogno di fare dei ritratti (solamente il viso) dei sette nani. Al di la' di andare nei posti appositi a comprare le statuette (quelle che si mettono nei giardini), c'e' qualcuno che mi puo' dare una idea altrettanto valida ma piu' economica?

Altra domanda: che problemi ci potrebbero essere nell'utilizzare le facce dei sette nani (anche se sono riproduzioni di statuine per esempio in terracotta) ed i loro nomi inglesi per foto che sono parte di una operazione commerciale? E se fosse *non* for profit (tutti i proventi della vendita foto devoluti a ONLUS, per esempio)?

Grazie

Mxa/Marco

Inviato: 26/3/2006 18:33
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Re: Sito dedicato all'Ultra Large Format

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Marco,

Galago ha ragione, io volevo dire che la composizione su un vetro cosi' grande e' "diversa" e non necessariamente "migliore". Hai ragione quando parli del senso di "sentirsi perso" quando si visualizza su formati superiori all'8x10. La mia introduzione all'ULF e' stata al workshop di tre giorni a Monterey organizzato da View Camera nel 2004. C'erano gli ULF-isti americani che contano, a cominciare da Sandy King. Nel workshop dedicato all'ULF tutti, ma proprio tutti condividevano le tue osservazioni sulla visualizzazione, ovviamente stressando il "diverso" invece del "sentirsi perso" (della serie "Cicero pro domo sua..."). Dick Arentz (quello del libro sulla stampa in platino e palladio) parlava della difficolta' nell'8x20 ad abbracciare tutto il campo visivo in un colpo solo, costringendo a continui "guardo la destra"-"guardo il centro"-"guardo la sinistra"-"guardo il centro"-...e cosi' via. Loro ne fecevano un problema semplicemente operativo/metodologico, ma come dici tu, non e' chiaro se in realta' non ci sia ben altro sotto. Anzi, mi sembra tu dica che infatti c'e' dell'altro sotto!

Mxa/Marco

Inviato: 23/3/2006 19:05
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Re: Sito dedicato all'Ultra Large Format

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Attilio,

e' evidente che uno che si firma "less is more" sia la persona meno qualificata per discutere dell'argomento ULF

Ma per pura coincidenza hai ragione: e' tutta invidia. L'idea di fare una foto a mezzo busto ad una persona, che e' pure una macrofotografia (rapporto riproduzione 1:1), mi genera titillazioni incontenibili.

Va be', basta, la pianto li'...

Mxa/Marco

"much more is more than just more"

Inviato: 23/3/2006 18:56
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