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Wildlife Photographer of the Year 2008

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Da Campi Bisenzio
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Questo concorso mi stupisce ogni anno! Quest'anno ci sono degli scatti fra i Vinvitori/selezionati davvero molto poetici. C'é una buona selezione del corriere della sera QUI o altrimenti potete vedere tutto sul sito uffciale QUI


Io sono rimasto molto colito dalla foto vincitrice(con il ghepardo), da quella del leone accanto alla giraffa e dalla macro con il serpente e la rana.



Inviato: 1/11/2008 13:06
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Re: Wildlife Photographer of the Year 2008

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Da nord Sardegna
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Ciao Carpe, ho visto le immagini ieri sera. Qui forse sono un tantino più grandi...

La foto vincitrice sinceramente è una di quelle che mi piace meno, del resto è uno scatto semi-casuale che spunta fuori da una trappola fotografica... è vero che a volte con questa tecnica si ottengono grandi risultati, ma ho visto immagini migliori. Nel merito, la trovo troppo simile nell'atmosfera a quella delle aquile, che però mi coinvolge di più.

Incredibile leggere la categoria a cui ha concorso la bella fotografia con leonessa, giraffa e antilopi: riservata ai fotografi tra i 15 e i 17 anni!

Divertentissimo il ritratto del macaco proposto dal nostro Stefano Unterthiner, paurosa "Polar sunrise" e impeccabile quella della rana che combatte con il serpente.

Pareri personali, ovviamente...

Claudio

Inviato: 1/11/2008 13:28
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Re: Wildlife Photographer of the Year 2008

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25/8/2005 8:38
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In quella vincitrice il soggetto mi sembra troppo rigido, quasi impettito. Anche l'angolo di ripresa e' discutibile: io gli avrei chiesto di posare piu' rivolto verso il fotografo. Va bene che lo sguardo non punta dentro alla fotocamera, ma gli occhi spalancati (diciamolo pure, un po' forzatamente!) non sono il massimo dal punto di vista estetico. Anche il non essere al centro del fotogramma puo' essere ok ma senza quella macchia buia sulla sinistra pero', che sbilancia la composizione. Poteva mettere un flash aggiuntivo, o almeno chiedere ad un assistente di mettersi con un pannello riflettore per dare un bel colpo di luce. Insomma, sembra quasi che sia notte profonda.

L'indossare poi una pelliccia di leopardo da montagna - una razza superprotetta! - mi sembra come minimo mooooolto fuori luogo.

Le logiche di vincita dei concorsi non le capiro' mai...va be'.

Inviato: 1/11/2008 13:41
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Re: Wildlife Photographer of the Year 2008

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28/3/2007 16:40
Da nord Sardegna
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Citazione:

Mxa ha scritto:
In quella vincitrice il soggetto mi sembra troppo rigido, quasi impettito. Anche l'angolo di ripresa e' discutibile: io gli avrei chiesto di posare piu' rivolto verso il fotografo. Va bene che lo sguardo non punta dentro alla fotocamera, ma gli occhi spalancati (diciamolo pure, un po' forzatamente!) non sono il massimo dal punto di vista estetico. Anche il non essere al centro del fotogramma puo' essere ok ma senza quella macchia buia sulla sinistra pero', che sbilancia la composizione. Poteva mettere un flash aggiuntivo, o almeno chiedere ad un assistente di mettersi con un pannello riflettore per dare un bel colpo di luce. Insomma, sembra quasi che sia notte profonda.

L'indossare poi una pelliccia di leopardo da montagna - una razza superprotetta! - mi sembra come minimo mooooolto fuori luogo.

Le logiche di vincita dei concorsi non le capiro' mai...va be'.

Beh, capisco il sarcasmo e in parte lo condivido: ho espresso qualche perplessità  per quel che riguarda il mio gusto personale, ma riguardo alla rarità  dell'incontro e al conseguente valore documentativo dell'immagine non discuto. Devo però anche ammettere che forse la resa web non rende giustizia a questo scatto, con la sua atmosfera sospesa. Mi piacerebbe vederne una buona stampa, e probabilmente ne avrà l'occasione al festival di Lucca fra poco meno di un mese.

Ad ogni modo, è un tipo d'immagine che trovo frequentemente tra le pagine del National Geographic, e non mi sembra "brillare" in modo particolare sulle altre...

Claudio

Inviato: 1/11/2008 15:24
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Re: Wildlife Photographer of the Year 2008

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A dir la verita' stavo solo cercando di fare dell'innocente umorismo da sabato pomeriggio autunnale magari un po' surreale ...per carita', nessuna intenzione critica o sarcastica ... il micione e' talmente bello...

Inviato: 1/11/2008 19:03
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Re: Wildlife Photographer of the Year 2008
Utente non più registrato
Un breve spunto di riflessione, tratto dal testo "Sul guardare", di John Berger.
Dal primo capitolo, "Perchè guardare gli animali"?

A Natale, nelle vetrine delle librerie, un terzo dei volumi in esposizione sono libri fotografici di animali.Che siano piccoli di gufo o giraffe, la macchina fotografica li fissa in un teritorio che, per quanto interamente visibile all'occhio dell'obiettivo, non sarà  mai accessibile allo spettatore.
Tutti gli animali sembrano pesci visti attraverso la lastra di vetro di un acquario.Le ragioni di questo fenomeno sono tecniche ed ideologiche: tecnicamente i dispositivi usati per ottenere immagini sempre più straordinarie - apparecchi dissimulati, lenti telescopiche, flash, comandi a distanza e così via - concorrono a produrre fotografie che portano con sè varie indicazioni della loro normale invisibilità .
Nella prefazione a un recente e accurato libro fotografico sugli animali si annuncia: "Ogni fotografia durava un tempo reale di meno di tre centesimi di secondo: queste immagini sono molto al di sopra delle capacità  dell'occhio umano. Cià che si vede in queste pagine è qualcosa che non si era mai visto, perchè è totalmente invisibile".
L'ideologia sottesa è chiara: ad essere osservati sono sempre gli animali. Il fatto che essi possano osservare noi ha perso ogni importanza.
Gli animali sono oggetto del nostro sapere in costante ampliamento. Cià che scopriamo di loro è un indice del nostro potere, e dunque indice di ciò che ci separa da loro.
Più li conosciamo, più sono distanti.


etc,etc...

Tutto questo lo riporto da prossimo laureando in Sc. Naturali, che non ne puà più di certa fotografia naturalistica da almanacco, e della fotografia di "wildlife" in generale.


Un saluto

Inviato: 2/11/2008 11:13
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Re: Wildlife Photographer of the Year 2008

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Uno spunto su una fotografia dell'Africa "wildlife" certo non da almanacco, che forse potrà  piacere di più a Giorgio80.

http://www.antoniogesmundo.com/

Se ne parla su FotoCult di questo mese.

Concordo anch'io per altro sulla noia di molte immagini di fotografia naturalistica, tecnicamente perfette (ma con le reflex digitali e con la post post-produzione di oggi ... non è poi un gran vanto), ma "fotograficamente" sterili.

ciao

Inviato: 2/11/2008 11:36
...
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Re: Wildlife Photographer of the Year 2008
Utente non più registrato
Ciao, di certo è un "approccio" diverso.
Comunque non mi interessano dal punto di vista formale/estetico, che personalmente trovo stucchevole, e tanto meno concettuale: persiste questo desiderio retorico di approssimarsi agli animali, di cercarne la fiducia.

Direi vicine a queste altre

http://www.nickbrandt.com/popup.html

Come sempre IMHO!

Giorgio

Inviato: 2/11/2008 14:16
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Re: Wildlife Photographer of the Year 2008

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Sì, i punti di contatto sono molti tra i due: cercano entrambi più la composizione che la foto del "momento irripetibile(?)" che spesso si vede nella fotografia naturalistica.
In questo li preferisco.
Stimolante il tuo appunto sul "esiderio retorico di approssimarsi agli animali, di cercarne la fiducia", che fa pensare ad un altro modo, forse più rispettoso, di relazionarsi con essi.
Hai qualche riferimento per questo tipi di fotografia?

grazie
Aurelio

Inviato: 2/11/2008 15:39
...
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Re: Wildlife Photographer of the Year 2008

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E di questo che ne dite?

www.timflach.com

il lavoro equus, mi semra perlomeno interessante, per quanto molto formale.
Poi con la fotografia si estetizza sempre , in un modo e nell'altro e varrebbe la pena di capire un po meglio quando dici che persiste il desiderio di cercare la fiducia dell'animale.
C'è una fotografa sudamericana, mi sembra, che ha fatto diversi lavori sugli animali, usando un punto di vista assolutamente originale, l'abbiamo postata un pò di tempo fa, ma non ricordo, ne ho con me il link...se lo trovo lo mando.
bs
marco

Inviato: 2/11/2008 20:32
La fotografia non si domina: corre da sola e l'uomo la segue in ritardo e mai come oggi.
A. Gilardi

www.mbphoto.it
www.flickr.com/photos/marcofluens

..................
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Re: Wildlife Photographer of the Year 2008
Moderatore
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Citazione:

samuel ha scritto:
E di questo che ne dite?

www.timflach.com

...


Parafrasando una vecchissima pubblicità : "Pensavo che le modelle fossero rifatte (con PS) , finchè non ho visto come lo sono i cavalli!!!"

Ci dà  dentro col fotoritocco, il buon Tim Non un crine fuori posto in quelle code e criniere. Acconciature degne dei migliori hair stylist del mondo fashion

Mah... non so se la foto deve esssere formalmente bella fino ad arrivare allo smaccatamente artificioso.

E' venuto fuori un post interessante. Io non ho mai fotografato gli animali, se non occasionalmente. E non mi ponevo tanto il problema di "come" si dovesse fotografarli, anche se inconsciamente qualche cosa della stessa insofferenza di Giorgio80 dovevo provarla, perchè è tanto tempo che non mi viene più neppure la voglia di sfogliare una delle varie riviste di "natura" che trovo in edicola.
Però effettivamente, non è mica facile inventarsi un approcio nuovo al tema. Che non sia estetizzante come le immagini di Flach o come quelle di Gesmundo e di Nick Brandt che comunque, personalmente mi piacciono di più. Cioè: non è che non apprezzi e non mi piacciano quelle di Flach; solo che le trovo troppo fashion. Magari non è un difetto.
Forse, ma potrei sbagliare, il problema è che, quanto più si riesce a svelare i segreti anche più intimi della vita degli animali, immediatamente se ne banalizza l'impatto e se ne distrugge il fascino ed il mistero : forse la Natura ha bisogno di un po’ di mistero per essere davvero apprezzata.


Inviato: 2/11/2008 21:23
Tessera C.F.A.O n. 3

"Tempo fa ero indeciso, ma ora non ne sono più così sicuro" Boscoe Pertwee

https://500px.com/lucinio

http://www.flickr.com/photos/15773975@N00
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Re: Wildlife Photographer of the Year 2008
Utente non più registrato
Ciao, nominando l'aggettivo "retorico" mi riferivo a quell'atto di avvicinarsi ad animali "pericolosi" e di scoprirli stranamente fiduciosi, argomento cui accenna A.Gesmundo in uno dei testi presenti nel sito.
Personalmente mi lascia perplesso questo richiamo alla fiducia fra uomo e animale. Fiducia rimanda ad un aver fede in qualcosa.
Così facendo si proietta un certo sentire umano sull'animale, il cui sentire io non potrà mai penetrare, o decifrare.
Dal nostro punto di vista possiamo immaginare come vadano le cose, ma pensare di capire un sentimento, per di più "animale", è, secondo me, il modo migliore per farlo evaporare in un codice.

Ho guardato la galleria "cavallina" di Tim Flach ed ho notato un'abbondante eterogeneità  formale.
Non trovo molto stimolanti i meccanismi su cui lavorano queste immagini. Per esempio nel testo si trova:
"Instead of predominantly negative image of the bat, seen as hanging intimations of evil with leathery wings folded like sinister dark capes, when Flach inverts his picture of fruit-bats, we discern another, altogether inexpected side: an emotional quality that plays our simpathies."

Grazie Tim per aver rieducato i miei barbari sentimenti nei confronti dei pipistrelli, ma abbiamo a che fare con immagini, non con animali.
Di fronte ad un'immagine vorrei andare oltre la sola rottura di una convenzione, peraltro banale, come la repulsione per i pipistrelli.

E ancora:
"Bringing the viewer into close-up proximity with their animal subjects, painstakingly it, carefully cropped for maximum graphic impact and animated by telling gestures, these photographs place us in an intimate relationship with their protagonist".

Quindi l'intimità  corrisponde ad una questione di vicinanza fisica, è una questione di close-up ed impatto grafico?

E di nuovo:
"Althought drawn from different animal species, Tim bring his subjects into such close focus that we begin to read their poses and gestures as we would the body language of a human figure, face or hand."

Quindi ciò che ci mostri degli animali è una tavola codificata, un simbolo che si interpreta, sbaglio io?
E' così stimolante capire, avere a tutti i costi una versione condivisibile del significato di un fenomeno tratta dalla presunta intelligibilità  dell'immagine?

Ciao.

Inviato: 3/11/2008 1:09
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Re: Wildlife Photographer of the Year 2008

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Giusto per mettere in campo un po di materiale fotografico

http://alessandrasanguinetti.com/

il lavoro é "On the Sixth day".
Le questioni che sollevi, Giorgio80, mi sembra che appartengano non solo alla fotografia di animali ma, credo proprio, alla fotografia nel suo insieme e per questo di grande interesse. Il nocciolo della questioni però non é fotografico, ma ancora una volta culturale (che idea si ha delle cose e dl mondo) e la fotografia diventa uno strumento di rappresentazione di questa cultura (non degli animali).
Ma esistono esempi interessanti su questo fronte, oltre a quello citato?
bs
marco

Inviato: 3/11/2008 9:41
La fotografia non si domina: corre da sola e l'uomo la segue in ritardo e mai come oggi.
A. Gilardi

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Re: Wildlife Photographer of the Year 2008
Utente non più registrato
Il problema di relazione col soggetto credo sia davvero più diffuso che solo riguardo agli animali. Sia che si faccia street photography o reportage ci si trova comunque di fronte a situazioni in cui lo stereotipo è sempre in agguato e si rischia costantemente di proiettare noi stessi nella immagine che stiamo scattando, anzi cioè è praticamente inevitabile.

Inviato: 3/11/2008 10:01
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Re: Wildlife Photographer of the Year 2008

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La fotografia è interpretazione della realtà , la realtà  oggettiva non esiste.

ciao

Inviato: 3/11/2008 10:05
Giovanni
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Re: Wildlife Photographer of the Year 2008

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8/10/2006 17:44
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ancora un po di materiale

www.giacomobrunelli.com

bs
marco

Inviato: 3/11/2008 10:22
La fotografia non si domina: corre da sola e l'uomo la segue in ritardo e mai come oggi.
A. Gilardi

www.mbphoto.it
www.flickr.com/photos/marcofluens

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Re: Wildlife Photographer of the Year 2008
Utente non più registrato
Ciao Marco (Samuel), direi che hai individuato il nervo scoperto a cui mi riferivo.
Avevo già  visto tempo fa le immagini di A. Sanguinetti, ma non mi avevano coinvolto particolarmente.
Credo sia essenzialmente dovuto ad un'esperienza "fotografica" che ho avuto in passato. Ebbi l'opportunità  di assistere ad un'autopsia su un uomo durante il corso di Antropologia, ed in seguito vidi pubblicate alcune fotografie scattate nell'occasione da un medico.
Mentre durante l'esame autoptico mi ritrovai - con stupore -privo di disagio, le immagini rivelarono una distorsione totale.
Mi sembrà di essere di fronte ad una negazione dei fatti, era una versione riformata.
In quel momento scattà qualcosa che mi fece cominciare a pensare in modo diverso la fotografia.
Persi completamente di vista racconto e descrizione, che già  non mi intrigavano, per concentrarmi sull'immagine come "muta" presenza nella vicenda del fotografo, del singolo.

Ora, leggendo i testi a commento delle fotografie di A.Sanguinetti si trova:

"Most of the Photos are shot from ground level, mimicking an animal point of view".

Questo assegnare un punto di vista all'animale sulla base del punto di ripresa non lo condivido.
Credo che fotografare comporti essenzialmente segregarsi in un punto di vista determinato dal fotografo.
Segregazione che si puà più o meno celare, mitigare con visioni atmosferiche (come diceva Ghirri), ma comunque ineludibile.
Non posso pretendere di approssimarmi nemmeno lontanamente al "punto di vista di un cane". Ho mai sentito il mondo come un quadrupede?
E' cosa fuori da me, posso fantasticare sul suo modo di vedere, oppure formulare una teoria. Ma la sua dimensione intima resta sua e sua soltanto. Posso solo provare un disagio nel non condividerla, o un gran sollievo nel saperla preservata.
Dargli una forma intelligibile lo trovo una forzatura.
Torna anche in questo lavoro la vicinanza, la distanza di ripresa. Ma fotografando, se pur avvicinandoci il più possibile, non determiniamo comunque una messa a distanza?
Siamo vicini all'immagine, ma non alle "cose" nella loro immediatezza.
Poi, personalmente, questo aspetto della vita in fattoria, del quotidiano rapporto con la morte degli animali, mi sembra ricalcare il solito rapporto testo/fotografie da cartella stampa. Forse anche questo aspetto andrebbe ripensato, ma limitiamo la carne al fuoco...

Direi che ciò che mi interessa maggiormente è un'immagine del fotografo, di una coscienza.
E quindi quella cultura di cui tu mi suggerivi, ma anche il suo silenzio.
Per questo non sono attratto dai simbolismi. In essi c'è sempre una codifica - un concetto - che facendo da passepartout all'interpretazione azzera la contemplazione.

Citando A.Tarkovskij:

Mentre nel caso del simbolo è possibile decodificare ed estrapolare il suo preciso significato, la sua esatta formula, l'immagine siamo in grado di riceverla, di percepirla. Essa possiede una quantità  illimitata di legami con il mondo, con l'assoluto, con l'infinito".
Tratto da "L'Apocalisse" A.Tarkovskij Edizioni della Meridiana

E questi legami mi piace pensarli come ciò che sedimenta in ognuno di noi di fronte a certe immagini, non come quel che resta dell'interpretazione.
Questo chiaramente è solo il mio parere personale.
Ciao.

P.S.Non sono riuscito a guardare con attenzione le immagini dell'altro fotografo.

Inviato: 3/11/2008 15:04
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Re: Wildlife Photographer of the Year 2008

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28/3/2007 16:40
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Sulle prime sono stato piuttosto combattuto se proporre un nuovo spunto di discussione un po' OT, ma visto che l'abbiamo presa larga sulla "wildlife photography" ci sta pure un'incursione sulla correttezza di alcuni professionisti del settore, di livello internazionale...

Ho sempre ammirato i lavori di George Steinmetz, uno dei grandi nomi del National Geographic USA, ma nel numero di luglio del magazine mi sono imbattutto in una sua immagine che non avrei mai voluto vedere: la terza in questa pagina. Chiaramente un fake grossolano: è l'angolo di un filtro in gelatina davanti all'obbiettivo? è un pessimo intervento di postproduzione? Nessuno puà darmi a bere che un'ombra naturale possa proiettarsi in modo perfettamente lineare ben oltre la terra ferma: nell'aria (!) e sovrapporsi alle ombre già  naturalmente presenti sul terreno.

Ora mi/vi chiedo: perché un ottimo professionista qual'è il buon Steinmetz, con un portfolio impeccabile, si fa tentare dai bassi espedienti? cosa è questa deriva? posso capire l'operato "discutibile" di una giuria italiana che sceglie le immagini vincitrici di un concorso per i lettori, ma quando a taroccare è un veterano cosa devo pensare?

Stranamente sul web non ho trovato un minimo accenno a quest'immagine, pare che l'abbiano digerita tutti senza far storie. Sarà io che ho il pancino delicato?

Claudio

Inviato: 3/11/2008 18:38
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Re: Wildlife Photographer of the Year 2008

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Maestrale, non sà che dire....
il fake mi sembra talmente grossolano che mi viene da pensare che possa essere uno strano effetto ottico.
e non perchè penso che i fotografi di NG siano verginelli, semplicemente penso che non avrebbero mai taroccato una foto in un modo così palesemente falso.

forse sono ingenuo....

Inviato: 3/11/2008 22:30
-----------------------
Tessera C.F.A.O. n°15...
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Re: Wildlife Photographer of the Year 2008

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28/3/2007 16:40
Da nord Sardegna
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Citazione:

giannic ha scritto:
Maestrale, non sà che dire....
il fake mi sembra talmente grossolano che mi viene da pensare che possa essere uno strano effetto ottico.
e non perchè penso che i fotografi di NG siano verginelli, semplicemente penso che non avrebbero mai taroccato una foto in un modo così palesemente falso.

forse sono ingenuo....

Mah, quell'ombra fredda e triangolare sovrapposta ad altra ombra più calda mi sa tanto, troppo, di un "moltiplica" su Photoshop... Tra l'altro, il monte è questo. Potrebbe mai proiettare quell'ombra?

Vorrei cercare di non vedere, però alla fine me lo chiedo: è mai possibile che il National non abbia più uno straccio di picture editor con le palle? fino a poco tempo fa vantavano, a loro dire, una selettività  spietata, mentre ora pubblicano di tutto. Per non parlare poi dei servizi italiani, spesso e volentieri "imbarazzanti".
E dire che nella "wildlife photography" la society ha sempre visto la punta di diamante del magazine.

Ad ogni modo, il resto del servizio di Steinmetz (a parte questo singolare "crollo") è a mio avviso decisamente notevole. Che sia stato un esperimento per vedere se eravamo attenti? Picture editor compreso? pesce d'aprile pubblicato con due mesi di ritardo?

Sarei curioso di sentire l'opinione del buon Gerry...

Claudio

Inviato: 3/11/2008 23:58
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