ciao Desert
non ce l'ho con nessuno in particolare e vorrei fosse chiaro, perchè comunque certi commenti si ritrovano e non di rado. E' che ogni tanto arriva un commento che di per se non pone nessun problema, ma fa cumulo e se becchi pure la luna storta, un po ci si resta male. I miei 3ad dimostrano come di solito rispondo e come entro nei topic sui quali ho ben poca competenza.
Se qualcuno c'è rimasto male chiedo scusa, e non é un problema di contrappossizione.
bs
marco

Colgo l'occasione per allinearmi anch'io a Samuel/Marco, facendo la considerazione generale che negli ultimi mesi ho notato una frequenza accentuata rispetto al passato di interventi tipo "io so come gira il mondo". I motivi possono essere tanti, ad incominciare da un uso infelice del forum magari fatto con le migliori intenzioni.

Proporrei anche una bella pausa estiva sul riproporre il tema "l'arte moderna e' tutta una presa in giro", argomento che ritorna con puntualita' ogni tre-quattro mesi. Anzi, ancora meglio, fatemi proporre una pausa di, che so, dieci anni???????

Buon weekend a tutti!

Ciao Marco,
la mia non era una critica alla tua reazione o al tuo messaggio, era più che altro una presa di distanza dal provocatorio messaggio che ha resuscitato questa discussione, con annesso l'auspicio si trattasse meramente dell'opera di un troll e non di una vera e propria tendenza.

ciao Desert, ho capito bene. Ho approfittato del tuo intervento per rispondere in generaleee ti ringrazio.
bs
marco

io sto studiando arte contemporanea(1990-2007)....è per questo che giudico...non era una sentenza sparata a caso.

Ho letto molto di questo di questo chilometrico Topic (secondo me quando i topic superano un tot di pagine andrebbero quanto meno condensati per non perdersi) e mi allineo al pensiero di Samuel/Marco.

A volta nel leggere i commenti di artisti e di arte mi sembra di sentire le svariate milioni di commisari tecnici della nazionale di calcio....uno tira quattro calci ad un pallone è chissà  perchè si sente in dovere di dover far presente che il giocatore tale dei tali o tutti non sanno giocare e prendono i soldi per nulla, e che ovviamente tutti gli allenatori, dirigenti, tecnici professionisti o tali in realtà  sono dei boriosi disoccupati che si sono inventati dei lavori....

Secondo il mio modesto e umile pensiero il parlare genericamente di mercato dell'arte e di artisti non ha senso, in questo periodo (fino a novembre) c'è la Biennale a Venezia, manifestazione visitata da centinaia di migliaia di persone appassionate ed interessate.....saranno mica tutti dei cretinetti?? Io comunque ci sono andato e ci riandrà....probabilmente cretinetti anch'io....boh?!?!

Il fatto è che il topic si è allargato molto più di quanto non fosse in origine, anche se molto probabilmente ho le mie colpe in questo, per come ho impostato il discorso: si era partiti da qualche considerazione su un certo modo di intendere e presentare la Foto di Paesaggio che in Italia aveva trovato il suo viatico e riconoscimento principale in una mostra di circa 20 anni fa organizzata da Costantini. Punto.

Allargare il discorso all'universo mondo artistico è effettivamente impossibile, fuorviante ed anche necessariamente fonte di banalizzazioni anche un pò ridicole.

Anche io andrà alla Biennale, e spero di non uscirne sentendomi un cretinetti. Certo non ci andrà con l'idea che ogni cosa che mi propongono sia per ciò stesso geniale. I geni erano alquanto rari in passato: non capisco perchè mai adesso dovrebbero essere una specie diffusa.

beh perchè, anche io ci andrà appena sono libero da esami..ho anche il posto per dormire e ci andrà per due giorni penso...ma cercherà di farmi un idea almeno di quello che vedo...

uno dei più importanti contributi per capire l'arte contemporanea, marco/webmaster capirà  la provenienza e
ci vuole pò di pazienza per arrivare alla fine...
bye
bs
marco

http://www.thankyouandywarhol.com/

........la fotografia commerciale e pubblicitaria ha la sua ragione di essere se fosse fatta piu' seriamente di come spesso viene realizzata, e anche qui gli esempi non mancano.

......quando ho parlato di barzellette intendevo dire semplicemente che se una foto non mi COMUNICA nulla, non vedo perche' ne devo per forza parlare, trovare delle motivazioni, dei concetti, non dico per farmela piacere per forza ma semplicemente per capire cosa volesse dire l'autore. Esempio la mostra che ho visto a Roma sul paesaggio laziale all'ex GIL, su sette fotografi, cinque non mi comunicavano assolutamente nulla, anzi li trovavo piuttosto banali, l'inglese poi al limite del pittoresco e lo spagnolo una vera presa per il c... .....ma non ci ho scritto un libro, semplicemente non mi piace e passo oltre, se qualcuno gli vuole dare 5 20 o 100000 euro per la foto che a me non piace padronissimo. Ma padronissimo io di pensare, anche sbagliando, che tra dieci anni di quel nome si sara' persa memoria.

Chiedo scusa ai moderatori e ai fotoavventori, non volevo dare o sottintendere dello stupido a nessuno, leggersi quindici pagine di commenti su un argomento non sempre e' possibile e diverse pagine le ho saltate credendo si continuasse a parlare di tapparelle..... Ho riletto tutto e mi sono accorto che si davano consigli anche su come installarle...

Potremmo cambiare topic e parlare di fotografia di paesaggio, perché mi sembra che da li nasca questa discussione.
Runtu, ovvio che puoi pensarla come vuoi e di fronte a molte fotografie contemporanee si rischia pure di essere d'accordo.
Detto questo mi rompo anche di fronte a molte fotografie di paesaggio, diciamo tradizionali, tecnicamente ineccepibli, ma piatte dal punto di vista espressivo, perchè rimettono in gioco lo stesso clichè, sia compositivo che tecnico.
Ecco, se prendessi quelle foto per parlare della fotografia di paesaggio sputacchiandoci sopra e dicendo che tutto é così prenderei una cantonata, perché c'è dell'altro...
Detto questo, ora non saprei come aprirlo - cioè che dire - ma se qualcuno apre un topic sulla fotografia di paesaggio bene venga. Se mi viene nei prossimi giorni ci provo, sia chiaro...ma ora proprio...
bs
marco

Citazione:


Ma grandissimo Milton!!!, e grande Marco!!!, dì la verità  che sei arrivato anche tu in fondo fino al milionesimo thank you ...

Per chi non lo sapesse, Milton Manetas è uno dei fondatori del movimento Neen, che personalmente considero una delle cose più interessanti ed innovative che stiano accadendo nell'arte contemporanea, al momento gli "artisti" neen si pongono un pò ai margini del mercato dell'arte e teorizzano posizioni volte alla disgregazione della figura dell'artista e del sistema-arte, questa non è una novità , è già  accaduto in passato, speriamo che non accada anche a loro quello che è successo ad altri, che vengano poi comunque "digeriti" ed inglobati da quello stesso sistema, non solo commerciale, ma anche culturale e simbolico, che vogliono combattere...

Volevo tornare un attimo indietro alla questione del violare le regole compositive, che secondo la spiegazione comunemente accettata presuppone tutto un livello di consapevolezza da parte del fotografo o dell'artista, quando invece secondo me non è così, io non penso che nessuno si metta lì a pensare "adesso violo la regola dei terzi", oppure "adesso scrivo una poesia in cui inverto i soggetti con i complementi oggetto", questa mi è sempre sembrata una spiegazione troppo semplicistica, che non rende giustizia della complessità  dei processi compositivi, si compone vedendo dispiegarsi davanti un reticolo molto complesso di strade e flussi, tra cui anche le regole della composizione ed il loro contrario, ma questa è solo una piccola parte di quello che abbiamo a disposizione, e poi si segue una strada, o si fa rizoma da un punto all'altro, seguendo ragione, istinto, passione, cecità , consapevolezza, inconsapevolezza, insomma si compone o si scrive così perchè alla fine era necessario farlo...secondo me più che alla questione delle regole, chi compone è più sensibile, è più consapevole, alle questione dei clichè...è capitato anche a me questa mattina, scendevo da una scalinata, ed ecco davanti a me una vetrata con una luce diffusa bianca e alltiginosa, e davanti una serie di sefie colorate allineate, e subito, nel mio cervello, è scattato istintivamente il pensiero che quella era una scena da immortalare in una foto, e questo pensiero è scattato così repentino perchè questa stessa immagine è un clichè, è una immagine che ho visto centinaia di volte ed a cui sono abituato, che so interpretare, appartiene ad un universo di senso coniosciuto bene, che mi rassicura, che mi mette a mio agio, che mi fa dire che è una bella immagine perchè l'assuefazione a centinaia di immagini simili me la rende cara, me la rende bella, me la rende accettata e consolatoria al mio senso estetico...non so, ma penso che a tanti sia successa, ed accada, la stessa cosa...però appunto, è importante avere la consapevolezza che stiamo realizzando una immagine - clichè, perchè questa è una questione che qualsiasi pittore o fotografo interessato ad una forma personale di espressione artistica si deve porre…secondo me quindi possiamo dire che esiste una fotografia prima del fotografare: è un errore credere che affrontiamo lo scatto con la pellicola non impressionata o la memoria della nostra reflex digitale vuota, in realtà  nella testa abbiamo migliaia di immagini già  impressionate, già  fotografate, sono immagini e pulsioni che ci arrivano dalla tv, dai libri, dalle mostre, e sono immagini che, più o meno virtualmente, più o meno attualmente, sono già  impressionate sulla pellicola come immagini virtuali, "latenti"…quindi prima di effettuare lo scatto, è necessario svuotare, sgomberare, ripulire la pellicola da tutte queste immagini, che per il fotografo ripeto, sono perlopiù i dati figurativi che arrivano dalle illustrazioni di giornali, immagini-foto, immagini-tv, immagini - clichè...

E visto che ha accennato alla cosa Marco, quello che ho appena detto non solo ci fornisce una strada molto chiara da seguire, ovviamente da unire ad altre (come ad esempio strutturare un progetto completo), per trovare una propria "voce" pesonale, un proprio ed unico percorso espressivo, ma anche ci dice che la possibilità  di sottrarsi al clichè è valida per ogni genere fotografico ed è sempre possibile, anche alla tanto spesso criticata fotografia di paesaggio (ma anche quanti clichè nei reportage e nella stessa fotografia concettuale)...

ciao Marco,
neen ha diverse cose interessanti...vorrà  dire che ogni tanto ne si posta qualcuna.
Sul clichè...direi che é l'ombra di ogni fotografo, di qualunque razza. Impossibile sfuggirgli, spesso é una manna, altrettanto spesso, se si cerca qualcosa, diventa una trappola.
Nel reportage poi, come dici giustamente, abbonda. Per contro direi che in questo genere di fotografia in questi ultimi dieci anni c'è stato un fermento interessante e anche l'esplosione di una certa libertà  interpretativa ha giovato, ma allo stesso tempo é straordinario quanto veloce sia l'imposizione di nuovi modelli, che siano già  clichè non saprei, ma modelli di riferimento si.
Se penso, per quanto riguarda più il nostro paese, a fotografi come Majoli, Zizola e Pellegrin e a come il loro modo di fotografare abbia e stia influenzando una generazione di fotografi, dove "tagli sospesi", sfocati, mossi sono ormai diventati parte del loro linguaggio fotografico e narrativo.
Rodcenko, Moholy Naghy e compagnia, secondo me, sarebbero contenti.
Aggiungerei che però proprio nel reportage la diversità  degli approcci evidenzia la qualità  complessiva.
Certo, il cliché é li...dietro l'angolo.
bs
marco

Citazione:



E' assolutamente vero, quoto in toto, la velocità  con cui oggi si arriva alla diffusione di un nuovo modello di riferimento, e la velocità  con cui diventa anche clichè, è impressionante se la valutiamo rispetto ai tempi del passato, dirà ovviamente una cosa banale ma mi sembra scontato che una delle cause principale sia dovuto alla rete ed alle nuove forme di comunicazione...ecco perchè, a maggior ragione, guardare con molta attenzione e molto interesse ad un gruppo come Neen, ma anche a uno come Delappe che fa delle delle performances nei mondi virtuali della rete, tutti artisti che fanno di Internet, e su Internet, il luogo della loro ricerca artistica, come si diceva in un'altro topic pensare che l'arte contemporanea non si debba prima di tutto occupare di questi temi, modificarsi attraverso questi temi e questi nuovi mezzi, è come dire che dovremmo vivere in un mondo in cui eliminiamo il tostapane o il forno a microonde...