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L. Scalabroni - Per una semiotica della fotografia
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Un interessante punto di partenza per riflessioni, considerazioni o semplicemente un'occasione di "conoscere" meglio un modo di porsi verso l'immagine, sia per chi vi trova affinità  sia per chi no.

http://www.arcojournal.unipa.it/pdf/s ... roni_per_19_06_03.doc.pdf

Marco(pamar5)

Inviato: 8/1/2007 21:37
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When I pick one up, the hard work's already been done"

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Re: L. Scalabroni - Per una semiotica della fotografia

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Ciao Marco,
ti ringrazio della per l'utile segnalazione. Solo che non riesco ad aprire la pagina. Ho provato a fare una ricerca direttamente su internet ed ho trovato l'articolo, ma riesco a leggere soltanto la prima pagina. Questo PC e' da piallare....
Ciao,
Renzo

Inviato: 9/1/2007 0:30
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Re: L. Scalabroni - Per una semiotica della fotografia
Moderatore
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Inviato: 9/1/2007 0:41
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Re: L. Scalabroni - Per una semiotica della fotografia
Utente non più registrato
Ciao Marco,grazie della segnalazione.

Giorgio

Inviato: 9/1/2007 8:02
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Re: L. Scalabroni - Per una semiotica della fotografia
Utente non più registrato
pamar se hai letto "le idee della fotografia" di Marra, questi concept esegetici sono esposti in maniera molto più argomentata.
Le mie riserve su Barthes si elevano ogni giorno al quadrato, pur riconoscendo le basi portanti con la dualità  semantica DENOTAZIONE - CONNOTAZIONE che in molti hanno brutalmente attinto senza nemmeno aver remora o l'accortezza di aver sotto braccio un manuale di semiologia.

Potrei dilungarmi, ma non voglio.

Inviato: 9/1/2007 8:46
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Re: L. Scalabroni - Per una semiotica della fotografia
Moderatore
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Citazione:

syn ha scritto:
pamar se hai letto "le idee della fotografia" di Marra.....


Cosa ne dici?
http://www.fotoavventure.it/modules/n ... 5&forum=14#forumpost20220

Marco

Inviato: 9/1/2007 9:14
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Re: L. Scalabroni - Per una semiotica della fotografia

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Da Toscana
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Ciao Marco,
ora funziona, ma ho anche aggiornato un paio di cosette.
Ora mi acculturo...
Ciao e grazie,
Renzo

Inviato: 9/1/2007 13:31
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Re: L. Scalabroni - Per una semiotica della fotografia

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8/10/2006 17:44
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syn, per curiosità , non conoscendo quel libro, Marra argomenta anche il lavoro di Fontanille ?
grazie
bs
marco

Inviato: 9/1/2007 14:03
La fotografia non si domina: corre da sola e l'uomo la segue in ritardo e mai come oggi.
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Re: L. Scalabroni - Per una semiotica della fotografia
Utente non più registrato
No, sono dei saggi incollati pedissequamente con un'incipit+chiosa ad ogni capitolo. Non c'è Fontanille.

Inviato: 9/1/2007 15:33
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Re: L. Scalabroni - Per una semiotica della fotografia
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Caro Marco,
grazie dell'utile segnalazione che mi ha anche permesso di constatare ancora una volta, se mai ce ne fosse stato bisogno, l'attitudine peculiare dei "Maà®tres à  penser" d'Oltralpe, e di Roland Barthes in particolare, di affrontare questioni complicate, "spiegarle" e, alla fine del loro intervento, renderle più complicate di quanto non fossero in origine: lascio ad altri di giudicare l'utilità  di questi Intellettuali...

Come dice il grande Woody Allen alla fine mi pare di "Hollywood ending" girato, nella finzione cinematografica, letteralmente alla cieca e pertanto incomprensibile e sbilenco: " Meno male che esistono i Francesi! Se qui sei un cretino, per loro sei un genio "


Inviato: 9/1/2007 15:59
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Re: L. Scalabroni - Per una semiotica della fotografia

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8/10/2006 17:44
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Syn, allora non capisco, come mai dici che Marra argomenta...Almeno nel breve saggio di L.Scalabroni, Fontanille c'è e se vogliamo dare l'idea di cosa si dice oggi sulla fotografia...il quadro diventa a più ampio raggio. Leggo male i tuoi 3ad o c'è qualche implicito che non capisco ?

luciano
mi incuriosisce un affermazione come la tua, spietata quanto basta per mandare in vacca qualunque cosa. Queste cose le dici a ragion veduta, riferendoti al pensiero di qualcuno o lo pensi tu, che é più che sufficiente sia chiaro, sulla base di tue riflessioni ?
bs
marco

Inviato: 9/1/2007 18:00
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Re: L. Scalabroni - Per una semiotica della fotografia
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Da lombardia
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Citazione:

samuel ha scritto:
luciano
mi incuriosisce un affermazione come la tua, spietata quanto basta per mandare in vacca qualunque cosa. Queste cose le dici a ragion veduta, riferendoti al pensiero di qualcuno o lo pensi tu, che é più che sufficiente sia chiaro, sulla base di tue riflessioni ?
bs
marco



ehehehe... è chiaro che c'è molto di esagerato e paradossale in quanto ho scritto.
Però effettivamente penso che certa cultura francese mostri talvolta una spiccata attitudine ad elucubrazioni, anche assai sofisticate e ingegnose, che però alla fine, più che illuminare le questioni, le rendono ancor più oscure e contorte.

Io personalmente diffido parecchio di tale tipo di cultura.

Ovviamente è solo una mia personale opinione, quindi criticabilisima. Ma sembrerebbe che, almeno a giudicare dalla fulminante battuta di Woody Allen, non sia il solo a pensarlo.

Poi, non posso negare che i Francesi, almeno dai tempi di De Gaulle, mi stanno simpaticamente sulle p..le


Inviato: 9/1/2007 18:13
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Re: L. Scalabroni - Per una semiotica della fotografia

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Mah, che dirti, al mondo saranno in qualche milione a pensarla male dei francesi....molti delle ex colonie, diversi vietnamiti, tantissimi nel centroafrica - in particolare nel ruanda - un bel po di operatori delle ong, sicuramente quelli di Greenpeace, certamente gli americani, visto che si pestano continuamente i piedi fuori di casa loro, alcuni francesi...insomma sei in buona compagnia. Aggiungerei per una serie di cose anche il sottoscritto. (scusate l'Ot anche un po politico...)
Poi se la pensi così, va più che bene. Salvi qualcuno fuori dalla Francia ? sulla fotografia in particolare ? (provo a riprendere il tema...)
bs
marco

Inviato: 9/1/2007 18:40
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Re: L. Scalabroni - Per una semiotica della fotografia

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Ciao,
mi sono letto velocemente e inciampando sui paroloni l'articolo per ora fino alla fine del paragrafo su Barthes.
Quello che dice Luciano non e' poi tanto lontano da quello che penso e ho sempre pensato io nella mia ignoranza. Ma piu' leggo il pensiero di artisti e pensatori piu' mi convinco che almeno inizialmente nella fotografia non ci avessero capito un granche'.
Invece Barthes alla fine dei suoi giorni secondo me aveva fatto delle considerazioni interessanti, pero' sono considerazione che oggi sono scontate e le conoscono praticamente tutti e in modo molto semplice perche' riguardano il concetto odierno di fotografia. Capisco d'altronde che quando ha incominciato a farsi largo nel campo della riproduzione del reale la fotografia debba avere causato non poco scompiglio tra i pittori e che questi abbiano cercato di analizzare in tutti i modi questa novita' aliena senza capire che questa avrebbe seguito una sua strada senza interferire troppo con la pittura.
Trovo comunque molto interessante, anche se difficile in certi momenti, seguire le argomentazioni dell'epoca, e mi incuriosiscono le affermazioni di Baudalaire che in certi passaggi collimano con il mio modo di pensare e di vedere l'arte come un flusso che deve uscire dalle mani dell'artista.
Conoscenze molto utili che meritano comunque approfondimenti.
Ciao,
Renzo

Inviato: 9/1/2007 19:11
.........

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Re: L. Scalabroni - Per una semiotica della fotografia
Utente non più registrato
Samuel vedi che stavo parlando del libro di marra non del testo di Scalabroni ;)

Inviato: 9/1/2007 22:07
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Re: L. Scalabroni - Per una semiotica della fotografia
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Barthes 'la camera chiara' l'ho trovato un libro molto leggibile, forse più poesia che saggistica.
Il testo di Scalabroni citato nel 3ad, che avevo letto qualche tempo fa, credo sia molto meno leggibile e ricco di terminlogia specifica e per questo meno poetico.
Detto questo, credo sia evidente che nessuno dei testi citati tratta del come fare fotografia.
Nel libro di Barthes per esempio, all'inizio mi pare, c'è una digressione molto poetica sulla fotografia del ritratto del fratello di Napoleone : " “vedo gli occhi che videro l’Imperatore” dice Barthes.
Ecco credo che l'enunciato di Barthes sia opera d'arte non tanto la fotografia di cui si parla.
Sfido chiunque a presentare la fotografia del fratello di chichessia a qualunque critico di questo pianeta.

Ed ancora è emozionante la descrizione di ciò che Barthes pensa a proposito della foto di sua madre da bambina.
Non per questo fatto crediamo veramente che quella foto fosse un capolavoro.
La fotografia tutta (cioè tutte le fotografie) recano la forza degli enunciati di Barthes ..potenzialmente, ma da li a dire che tutte le fotografie sono opere d'arte ce ne passa.

Inviato: 9/1/2007 22:33
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Re: L. Scalabroni - Per una semiotica della fotografia

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syn, infatti, avevo capito che parlavi del libro di Marra...semmai ne riparliamo un alta volta.

Xerces, i due testi quello di Barthes e quello della Scalboni non sono a mi parere confrontabili perchè il primo é uno studioso che parla della fotografia con il suo stile che lo ha caratterizzato in molti lavori (pensa solo a "Frammenti di un discorso amoroso" o a "L'impero dei segni" Barthes non ha mai fondato un metodo, ma era uno che coglieva laddove altri non ci arrivano...opinione mia e non solo), Scalabroni é uno studioso che fa una ricognizione delle diverse teorie sulla fotografia cercando di evidenziarne lo sviluppo, le differenze, ecc.
bs
marco

Inviato: 10/1/2007 13:06
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Re: L. Scalabroni - Per una semiotica della fotografia
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Si certo non sono autori che possono essere paragonati.
In realtà  ciò che non sono riuscito ad esprimere è una considerazione un po' banale ma che ritengo molto affascinante : chi produce una immagine e chi osserva la stessa immagine (il pubblico, il destinatario) spesso non ragiona secondo gli stessi principi, e non cataloga con gli stessi criteri.
Chi ha scattatto la fotografia del fratello di Napoleone non credo che pensasse :'Sto scattando la fotografia agli occhi che videro l'imperatore', mentre Barthes ha pensato 'Sto vedendo gli occhi che videro l'imperatore'.
Dietro questo 'disallineamento' di competenze, di percezione e di sapere si nasconde il grande mistero della fotografia.
Un po' come quando attorno un tavolo si fa il gioco del telefono senza fili : si sussurra qualcosa nell'orecchio del vicino, il quale sussurra a sua volta il messaggio nell'orecchio di chi gli sta a fianco ...e così via.
Il bello è vedere cosa succede al messaggio quando si arriva alla fine della catena.

Inviato: 10/1/2007 18:34
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Re: L. Scalabroni - Per una semiotica della fotografia

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Forse con la fotografia questo scarto, questo disallineamento é più evidente, immediato e inoltre coinvolge nell'istante le emozioni. Il meccanismo in se é tipico dei processi comunicativi dove costantemente trovi diversi livelli di scarto. Al di la dell'importanza di studioso - sul quale abbiamo già  detto qua e la - Barthes aveva una grande capacità  di cogliere la dimensione sottile e meno evidente delle cose.
Non a caso ad una rilettura attente dei suoi ultimi lavori Barthes é in qualche modo un iniziatore degli studi sulla dimensione passionale.
Personalmente preferisco questo Barthes a quello usato da altri teorici come riferimento sulla fotografia - in questo lo ritengo meno "utile" - ma la sua capacità  di cogliere l'anima delle cose del mondo lo pone come uno delle menti più interessanti che ancor oggi possiamo leggere e trarne beneficio. Per questo mi spiace leggere a volte commenti su questo autore, come su altri autori, che trovo un po troppo leggeri, senza che in fondo se ne sia capito il senso.
Concordo con te Xerces che in fondo questo aspetto sia uno dei più affascinanti della fotografia.
bs
marco

Inviato: 10/1/2007 19:22
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Re: L. Scalabroni - Per una semiotica della fotografia
Utente non più registrato
L'articolo ricordato mi pare un buon riassunto.
Però riassunto di un abbaglio che prese una classe intellettuale abituata a ragionare solo in termini liguistici, a pensare un mondo fatto solo di ragionamento sequenziale.
Non posso dimenticare le parole di David quando disse che i francesi potevano portare in Francia tutte le opere d'arte che riuscivano, ma mai avrebbero capito la pittura.
Tra letteratura e cucina, mi pare i francesi, egemonia culturale per 50 anni, non si siano mai mossi da lì.

Ciao, Claudio.

Inviato: 30/1/2007 13:25
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