Che tipo di esposizione e sviluppo preferite per le vostra lastre, ovviamente a seconda del tipo di pellicola e di soggetto? Sistema zonale, esposizione per le luci, media, ecc...Le risposte possono essere mille lo so, ma sicuramente una preferenza è predominante.

io le espongo a capocchia (per non dir peggio)

Citazione:

Non ci credo

Ciao, io per ora sul 4x5 ho scelto di fare solo dia (Velvia 50, Provia, Astia)di architettura e paesaggio, x cui l'esposizione è un pò più "semplificata"... Per non dover piangere cinese cerco di scegliermi dei soggetti negli orari giusti, in modo di non dover pelare le luci o chiudere le ombre, e soprattutto cambiando la pellicola a seconda della situazione. Se mi trovo una bella scena eccessivamente contrastata in genere non scatto o lo faccio col 35 mm.
In attesa del Sekonic misuro la luce con la Canon Eos 1N in spot col 135 mm. Un pò scomodo ma funziona benone. Ti inquadri le varie zone dell'immagine e valuti se lo scarto totale è accettabile, ovviamente ogni tanto qualche ombra si chiude un pò, meglio fare due scatti per avere il risultato voluto. Spesso anche 1/3 di stop puà fare la differenza fra un'immagine buona e una "perfetta"(dal lato tecnico...), in particolar modo in situazioni di contrasto al limite.
Ciao ciao.

Giorgio

Citazione:

...eppure. Adesso per esempio, ho alcune TMax 400 formato 8x10" da sviluppare e non mi decido a iniziare, perchè non riesco assolutamente a ricordare come le ho esposte e di conseguenza che tipo e tempo di sviluppo sarebbe corretto. Se non è operare a capocchia questo...

Citazione:

Allora qualche scatto faccelo vedere..

Ciao,
Il sistema zonale nella maniera più precisa che posso, trovo essere l'unico sistema per far saltare fuori quello che voglio.
Ciao
Stefano

Non ho ancora cominciato il BN sul 4x5" (sto aspettando le Acros dal Giappone). Le dia le espongo usando una misurazione in luce incidente, affiancata da uno scatto con la digitale che uso tipo Polaroid (dopo aver verificato che si avvicina a sufficienza alla risposta delle mie dia da 100).

Fer

Ciao Galeno
Pur sostenendo con convinzione la assoluta validità  del SZ,e avendo a disposizione gli strumenti necessari per poter eseguire i vari tipi di lettura,ultimamente eseguo quest'ultima in luce incidente,trattando poi la piana con lo sviluppo D76 in due bagni,
http://xoomer.alice.it/morebacc/
che dovrebbe garantirmi un negativo con buone informazioni sia nelle luci che nelle ombre,magari ottimizzando la sensibilità .
Con questa procedura ultimamente mi sono trovato bene,tenendo conto che il fine ultimo è la scansione,con tutte le facilitazioni sul controllo dei vari parametri che ne derivano.

Paolo

Ovviamente la metodologia cambia molto se si parla di b&w o colore (ed in questo ultimo caso ci sono ulteriori differenze tra dia e negativo colore), però dal momento che la nostra esperienza nel b&w è minima, e negli ultimi anni abbiamo sempre e solo utilizzato diapositive colore, mi "limito" a questo supporto ...

Utilizzo sempre e solo un esposimetro a spot a 1°.
Se la scena è illuminata in modo uniforme e con pochi contrasti, o addirittura siamo in situazione overcast, non faccio altro che puntare l'esposimetro su una zona che l'esperienza mi ha insegnato poter essere un grigio medio, verifico magari per sicurezza la lettura in eventuali altre parti della scena, ed espongo per la coppia tempo/diaframma indicata dall'esposimetro.

Se invece la scena ha una illuminazione irregolare e forti contrasti, e sapendo della limitata latitudine di posa del materiale invertibile, individuo le aree di alte luci e basse ombre in cui mi interessa che ci siano dei particolari leggibili, esamino poi con cura il resto della scena per capire gli "scostamenti" rispetto alle alte luci ed alle base ombre, se le differenze delle letture rimangono all'interno di un range di 2,5 - 3 stop allora decido di scattare e decido la coppia tempo/diaframma in base agli elementi della scena che voglio privilegiare, in caso invece eccedano tale range allora rinuncio ad effettuare lo scatto.
Tutto dipende comq da quello che io e Cristina abbiamo in mente come immagine finale, quindi non c'è una regola rigida: nella serie realizzata all'interno dei capannoni, ad esempio, non ci interessava affatto "bruciare" le alte luci perchè secondo noi sarebbe anzi stato meglio da un punto di vista espressivo e visivo, quindi nelle mie rilevazioni esposimetriche mi concentravo quasi eslusivamente sulle basse ombre ed i toni "medi"...

1) appoggio un foglio di carta da lucido sul vetro smerigliato e faccio uno schizzo della scena davanti a me
2) con un esposimetro spot a 1° misuro la luminosità  delle varie parti della scena e ne segno i valori sullo schizzo fatto in precedenza
3) studio con calma lo schizzo per stabilire l'esposizione corretta ed eventuali variazioni dello sviluppo
4) ricomincio dal punto 1 perchè ora che ho deciso come esporre la lastra la luminosità  della scena è cambiata

Con l'esposimetro spot 1° faccio cinque letture una sul mio grigio medio, una sulle alte luci ,una sulle ombre e le altre due su valori tonali intermedi.Poi scelta la zona dove voglio far cadere il mio grigio medio di riferimento sposto i valori trovati sulla scala delle zone e compenso l'esposizione cercando di far rientrare entro sette lumen di differenza i due setremi della scala.cerco se possibile di non scostarmi troppo dalla sensibilità  nominale e cerco in fase di sviluppo di modulare il contrasto originale della scena inquadrata.