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Reportage

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27/4/2006 13:48
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Inizio questo nuovo topic, per rispndere a Marco senza finire OT.

Un reportage è semplicemente un racconto fotografico.
Cià che serve per fare un reportage fotografico è solamente un buon paio di scarpe e tanta curiosità .
Conoscenza del linguaggio e macchina fotografica sono accessori indispensabili ma secondari rispetto alla curiosità . E alla voglia di raccontare.
Il reportage come l’intendo io è fatica e sudore e studio.
Primo trovare il soggetto.
Secondo studiarlo approfonditamente
Terzo camminare per tradurre in immagini ciò che si è appreso e scoprire che ciò è solo una minima parte di quello che si ha di fronte.
Esplorare i dettagli, parlare con la gente, stabilire contatti e capire. Empatia. Osservazione partecipante. Immersione in storie particolari. Testimonianza privilegiata.
Ecco ciò che rappresenta per me il reportage.
.
Il primo libro che ho pubblicato era un reportage sulle consuetudini giuridiche dei montanari cattolici del nord dell’Albania. Sei mesi di ricerca tra Italia, Austria e Albania, un mese di organizzazione logistica, due mesi di trekking per la realizzazione, tra le alpi albanesi, montagne come potevano essere le nostre alpi 300 anni fa.
(un estratto del reportage potete vederlo quihttp://www.palatino.it/~polit/html/tropoja/index.htm)
Scopo: raccontare come il codice consuetudinario albanese, che è la radice della cultura dell’Albania, fosse sopravvissuto all’effetto del totalitarismo che aveva piegato(quasi) tutto, inseguendo una falsa modernità .
Risultato: un libro stampato in 10.000 copie, una mostra itinerante in Europa, partecipazione a convegni ecc.
Il reportage così non è morto: non rende più come prima, non mi permette di vivere.
Sono ormai rari i committenti disposti a spendere per un racconto o un indagine fotografica approfondita, che consenta al fotografo di spendere alcuni mesi a studiare, a reperire fonti, a stabilire un metodo.
Il lavoro che sto realizzando adesso insieme a Franco Ferrarotti (il padre della sociologia italiana), valente fotografo sociale, prende spunto dalle sue ricerche sulle periferie romane del 1965 -1975, per raccontare cosa è cambiato. Committente: il comune di Roma. Dieci mesi di lavoro (non continuativo). Ricavo netto previsto: 3.000 Euro. Poco più di un hobby.
Ferrarotti mi ha detto qualche giorno fa: “i sociologi italiani non hanno mai capito il valore della fotografie [era sottinteso il reportage]: leggere una fotografia è un’operazione che richiede lo stesso tempo che si impiega per un libro, e le informazioni che fornisce allo studioso sono spesso più valide perché l’immagine non concede spazio all’invenzione”.
Ecco cos’è un reportage


Nota tecnica: cookies attivati ma non funziona lo stesso.
Accedo, scrivo, invio ... e mi dice che non posso postare.
Intyanto uso il pc della persona con la quale divido lo studio, che dorme fino a tardi.


saluti

Inviato: 4/5/2006 11:23
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Re: Reportage

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27/3/2004 10:06
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Ciao, di che anno è il reportage sull'Albania ???

Foto impressionanti per quello che mostrano ...

alessio

Inviato: 4/5/2006 11:29
Skype: Disperso69

Tessera C.F.A.O. n°2

"il 35 mm urla, il grande formato è ... silenzio!"
......
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Re: Reportage

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25/2/2004 15:54
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Citazione:

FranzX ha scritto:

Nota tecnica: cookies attivati ma non funziona lo stesso.
Accedo, scrivo, invio ... e mi dice che non posso postare.


Allora quasi sicuramente il problema e' che lasci passare troppo tempo tra quando apri il post e quando lo invii. In quel caso il cookie scade, avendo un timeout (non so se di mezz'ora, un'ora o qualcosa del genere).

La soluzione e' salvarti il testo prima dell'invio.
Se l'invio non ha buon esito, devi riloggarti e rifare il post, inserendo il testo salvato in precedenza.

Inviato: 4/5/2006 11:37
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Re: Reportage

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27/4/2006 13:48
Da Roma
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Citazione:

Disperso ha scritto:
Ciao, di che anno è il reportage sull'Albania ???

Foto impressionanti per quello che mostrano ...

alessio


1992

P.S. Una 4x5 però prima o poi me la compro.

Inviato: 4/5/2006 11:43
Franz ...Tessera "Bromuro d'argento" C.F.A.O. n. AgBr 31......
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www.franzgustincich.it - Empirici di tutto il mondo, unitevi!......
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Re: Reportage

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9/12/2004 21:10
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Ciao FranzX,
Possibile che reportage del genere non vendano piu'?
Probabilemnte e' il BW che spiazza un po', la gente oggi e' abituata al colore, anche i reportages del National Geografic che presenta dei servizi tipo il tuo, mi sembra di averli visti sempre a colori e con una nitidezza maniacale.
Comunque se puo' rinfrancarti ti faccio i miei complimenti, anche se non potranno mai ripagarti dei sacrifici e delle spese sostenute per la realizzazione del servizio.
Ciao, ti aspetto presto con un 4x5,
Renzo

Inviato: 4/5/2006 12:30
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Re: Reportage
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11/3/2004 9:36
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Prima di tutto grazie per aver raccolto il mio invito ed averci raccontato cosa rappresenta per te il reportage, il tuo approccio, la tua metodologia di studio e di lavoro!!
E poi complimenti per le immagini, sono veramente stupende, personalmente ho una predilezione per quegli interni dai chiaro-scuro esasperati, mi hanno dato le emozioni di alcuni quadri espressionisti!!

Ho letto con interesse e curiosità  quello che hai scritto, e sono anche consapevole che ci sarebbe molto altro da scrivere e da dire e che hai dovuto sintetizzare milioni di parole e di pensieri in poche righe...mi piace la tua idea della fatica, del sudore e dello studio applicata al reportage, genere in cui troppo spesso si pensa solo ad affidarsi alle impressioni ed alle improvvisazioni del momento, che ci devono anche essere!, ma che però anche secondo me devono essere sostenute da un grosso studio alla base, così come mi piacciono i concetti di "osservazione partecipante", "testimonianza privilegiata", meno quello di empatia, ma solo perchè penso che sia sempre presente una "incommensurabilità " tra le culture ed i linguaggi, e che nel cercare l'empatia bisogna sempre tenere presente di questa "incommensurabilità " e che questo è cmq un limite ineludibile, ma sono certo che per te questo problema è ben presente e l'hai considerato nel tuo lavoro, lo si capisce dalle tue immagini...

Come già  ti dicevo ho sempre qualche difficoltà  davanti ai reportage, e questo per la forte componente narrativa (il raccontare, il narrare, l'illustrare) che è una caratteristica fondante del "genere" (passami la brutta parola), là  dove invece io penso che nell'arte il narrativo e l'illustrativo siano da evitare...però, però, però...se il reportage non è da considerarsi una forma espressiva appartenente alle categorie artistiche allora chi se ne frega, anche perchè la definizione comunemente accettata e fondante del reportage fa suoi proprio i concetti di narrazione ed illustrazione...però, però, però...secondo me il reportage puà essere una forma d'arte, lo si vede chiaramente ad esempio nelle immagini che Giacomelli ha realizzato nell'ospizio e che io considero, di base, un reportage, e nei reportage migliori noto sempre una componente di irrapresentabilità  che balza fuori con prepotenza, che si impone alla nostra attenzione, e che oserei dire si respira in modo quasi fisico, e l'irrapresentabile non ha niente a che fare con il narrativo e l'illustrativo...non so, sono pensieri così, un pò sparsi ed in libertà  che non so nemmeno io bene dove vogliono andare a parare, però mi rendo conto che rappresentabile ed irrapresentabile nel reportage sono come sempre in bilico ed in lotta tra di loro, come se la preponderanza dell'uno sull'altro potrebbe da una parte tradirne la vocazione artistica e dall'altra invece tradirne la consuetudine di senso accettata (cioè fare si che un reportage non sia più considerato tale), ed allora mi domando fino a che punto chi fa reportage di straordinaria qualità  come i tuoi si pone questa questione, o magari è solo una mia fissa, e fino a che punto ci si possa spingere, o come venga vissuto sul campo in fase di ripresa, questo equilibrio combattuto tra rappresentabile ed irrapresentabile...siccome potrebbero essere solo farneticazioni mie personali se vuoi puoi non rispondere alla mia domanda , lo dico sinceramente...



P.S.: per i tuoi problemi di connessione proverà a verificare con Roberto al suo rientro, la cosa è strana ...



Inviato: 5/5/2006 10:51
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Re: Reportage
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8/2/2005 19:08
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Veramente un bel lavoro, curato, esteticamente valido, senza quella patina di compiacimento, di pietismo estetizzante che tanto va di moda.
Non amo il reportage, per ragioni analoghe a qulle espresse da Marco che quindi non ripeto; tuttavia questo non mi impedisce certo di apprezzare un bel lavoro, complimenti.
Sono convinto che una buona dose di irrapresentabilità  sia ben presente, nei tuoi scatti.


Andrea

Inviato: 5/5/2006 11:36
sono moderno, non contemporaneo
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Re: Reportage

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27/4/2006 13:48
Da Roma
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Dovrei dare una lunga risposta, anche per ringraziare delle belle parole, ma sono all'Università , dove si divide una stanza di 25 m2 in 12 ed il computer è uno strumento particolarmente ambito.
Cerco di andare per ordine

Falcopardo:
quel lavoro fu ampiamente ripagato da sponsor, università  e fondi colaterali arrivati da conferenze, mostre ecc.
Non ho la pretesa maniacale della nitidezza, credo più nel valore della comunicazione attraverso il significato. In sintesi: l'immagine di JFK a bordo della chevrolet menre si becca una pallottola è sfocata e mossa. se fose stata realizzata in 8x10" a 1/500 f 64 e sviluppata in acufin (per dire) avrebbe lo stesso valore.
il reportage è stato realizzato contemporaneamente anche a colori. Quasi tutti gli scatti hano il loro omologo a colori.

Marco (e in parte Hologon):
Il più bel complimento che horicevuto, fu quando regalai una copia del secondo libro sull'Albania al nunzio apostolico di tirana. In copertina c'è un'immagine a colori della sere interni "chiaroscuri".
Lui disse: "che c'entra Caravaggio con l'Albania?"

Io non mi ritengo un'artista ma, per l'appunto, un narratore. Ritengo, inoltre, che l'arte in genere sia troppo dominata da critici e da un meccanismo molto simile alla politica. Con questo intendo dire che molta arte contemporanea è solo spacciata come tale. Ma a parte questa digressione, chiamo ancora in causa Ferrarotti (forse perché è l'unica persone con la quale discorro di fotografia ultimamente). Lui sostiene che la fotografia per avere valore - non parliamo di arte - non deve essere bella ma documentaria, anzi, le caratteristiche estetiche sono delle sovrastrutture che il fruitore deve imparare ad eliminare per raggiungere la vera essenza della fotografia.
Inutile dire che io non sono affatto d'accordo e che la "bellezza" è ,per me, un valore aggiunto.
Cià detto ritengo che in un reportage il valore artistico sia più simile a quello di un romanzo che non di un'immagine. E' una questione stilistica. Il reportage, in fondo, puà essere "scritto" bene o male, ma se coglie l'obiettivo, se riesce a comunicare quello che era nelle nostre intenzioni, allora è ben fatto.
Un reportage, per essere ben costruito, ha bisogno della stessa formula che si usa per la grammatica: soggetto-predicato-complemento. Su questi possiamo poi giocare. Poi c'è il fattore imprevedibilità , che ci altera gli schemi prefissati, e che bisogna imparare a dominare e piegare alla nostra comunicazione.
L'irrapresentabilità  è un concetto che ritengo fortemente irraziioanle ed emotivo, ma al quale ho dato una spiegazione banale e razionale. La fotografia coinvolge solo metà  e anche meno di uno dei cinque sensi.
Rappresentazione bidimensionale ( e magari monocromatica) di una reltà  tridimensionale nella quale siamo immersi con tutti i nostri cinque sensi. Ho insegnato fotografia, anni fa, in un corso di base. La prima cosa che spiegavo era che l'immagine di un bel tramonto trasposta su una cartolina 10x15, manca dell'odore delle zagare, del vento tiepido che ci asciuga il sudore, del sapore del bacio appena dato al nostro partner e dello sciabordio delle onde. L'unica cosa che possimao fare per portarci a casa un ricordo di quel momento magico è fare un grosso sforzo di concentrazione ed eliminare quattro sensi nel momento dello scatto. Una sorta di applicazione della filosofia zen. Tutto quello che eliminiamo in questo sforzo è l'irrapresentabilità , tutto quello che resta è un rettangolino di carta sul quale abbiamo concentrato qualche emozione, ma non sarà  mai un valido sostituto dell'esperienza diretta, dell'essere lì. in fondo io ho iniziato a fotografare giovanissimo, soprattutto per esserci, ancor prima che per l'immagine .

Continuo a tratti per evitare il time del cookie


In realtà  non mi pongo più di tanto il problema dell'irrapresentabilità , forse proprio per quell'osservazione partecipante che mi fa diventare parte dell'azione, e per quella frase che credo abbia detto...non ricordo più il nome...insomma, la fotografia è l'attimo che si fa passato nell'istante stesso in cui si impressiona la pellicola. E questo e tanto più vero quanto più dinamica è l'azione. Quello che non si puà rappresentare scivola via nello stesso istante.

voglio concludere mettendo a paragone una serie di foto che non nascono da un progetto, un non-reportage che ho messo insieme in sette mesi di vita tra i monti Nuba, dove mi trovavo come liaison officer per la missione di pace. il mio compito era vivere in una capanna di fango e assicurare i collegamenti tra la missione di pace ed il capo dei guerriglieri, oltre a risolvere quotidiani problemi relativi ai tentativi dei nomadi arabi di minare il cessate il fuoco. Fotografare, in quelle condizioni di lavoro e di vita, è diventato una faccenda secondaria e, se qualcosa di buono ne è uscito, lo devo solo al lungo tempo trascorso lassù, isolato fisicamente dal resto del mondo (ma avevo internet satellitare ed una linea sempre aperta con la mia famiglia, grazie alle celle fotovoltaiche che alimentavano computer, radio VHF e telefono).
Un lavoro analogo l'ho fatto in Afghanistan lo scorso anno in quattro mesi, ma credetemi, non ho ancora stampato una singola foto.


http://www.palatino.it/~polit/nuba/index.htm

Tra un po' mi cacciano e voglio leggere altre parti del forum.
grazie a tutti.

Inviato: 5/5/2006 12:33
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Re: Reportage
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Grazie ancora Franz per la bella ed esauriente risposta , ti dico sinceramente che questa tua frase:

Citazione:

FranzX ha scritto:

Cià detto ritengo che in un reportage il valore artistico sia più simile a quello di un romanzo che non di un'immagine. E' una questione stilistica. Il reportage, in fondo, puà essere "scritto" bene o male, ma se coglie l'obiettivo, se riesce a comunicare quello che era nelle nostre intenzioni, allora è ben fatto.
Un reportage, per essere ben costruito, ha bisogno della stessa formula che si usa per la grammatica: soggetto-predicato-complemento



mi ha spalancato nuovi scenari, non avevo mai pensato a valutare un reportage applicando questo punto di vista, tantopiù che essendomi formato io sulla antropologia culturale di Geertz ho una certa "sensibilità " verso l'idea di interpretare le le culture "altre" come si interpreterebbe un romanzo , , poter applicare questa cosa alla fotografia di reportage è una idea che mi appasiona, oggi ho imparato una cosa nuova e ne sono entusiasta!!, adesso ci voglio pensare un pò su, ma mi sa che il mio rapporto con il reportage un pò cambierà , in meglio ...




Inviato: 5/5/2006 14:44
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Re: Reportage

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Sicuramente il reportage puo' raggiungere livelli di arte.
Le stesse foto di FranzX sull'Albania lo stanno a dimostrare, ma quello che volevo dire su parecchi reportage che si vedono sulle riviste oggi e' che si basano piu' sulla foto ad effetto
( colore, nitidezza, situazione atmosferica particolare ) che sulla narrazione. Sono cioe' piu' basati sulla figura del fotografo che dell'antropologo.
Ciao,
Renzo

Inviato: 5/5/2006 19:48
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Re: Reportage

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Il reportage in 8x10 è certamente faticoso, ma potresti tentare...

Inviato: 5/5/2006 22:42
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Re: Reportage
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Citazione:

FranzX ha scritto:
Il reportage in 8x10 è certamente faticoso, ma potresti tentare...


Va bene che sono matto ma non sono COSI' matto ...no davvero, non penso che io e Cristina saremo mai capaci di affrontare il reportage, o meglio, il nostro lavoro sulla deindustrializzazione/Cina è il nostro modo di intendere il reportage , però sono felice perchè mi hai dato una strada per me nuova, un percorso da seguire inedito, che sono certo mi aiuterà  a maglio capire, interpretare e apprezzare i lavori di chi del reportage ha fatto il suo primario mezzo di espressione fotografica...



Inviato: 8/5/2006 14:39
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Re: Reportage
Utente non più registrato


Franz..........per strammatizzare per i tuoi scatti e il tuo BiancoNero.

Sono veramente rimasto impressionati da alcuni scatti tratti dal Reportage dell'Albania.

Ammiro chi riesce a guadagnarsi la fiducia delle persone, tanto da poter riprendere la loro vita quotidiana senza essere considerato un intruso.

Io quando ho la mia macchina fotografica in mano meno gente ho attorno e meglio mi sento ma daltronde il mio ramo è la Fotografia naturalistica e sto meglio tra gli orsi che tra gli uomini.

Ciao e ancora complimenti per la luce delle tue immagini

Gerry

Inviato: 8/5/2006 18:21
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