Ciao a tutti.
Vi giro una domanda che mi è stata posta da un amico fotoamatore "analogico", neofita come me.
Possibile che in una giungla di pellicole che fanno a gara a chi tira fuori i colori più "super" (parlo delle varie Velvia, Astia, Elitechrome...) non ce ne sia una che possa essere usata, magari con qualche espediente (e.g. lieve sovraesposizione), per ottenere colori POCO saturi?
Cercando in giro pare che ogni singola pellicola vanti un'estrema saturazione, un po' come gli sviluppi che si dichiarano tutti "finegranulanti".

In particolare il mio amico cercava una palette simile a quella di <a href="http://img42.photobucket.com/albums/v ... pg">"Salvate il soldato Ryan"</a>, di cui dice di aver letto che per certe scene sia stata usata una pellicola apposita per ottere l'effetto in questione.

Se mi trovate una risposta mi levate una curiosità  e mi fate pure fare la figura di quello che fa i compiti a casa =)

Ciao, non definirei la Fuji Astia una pellicola particolarmente satura, anzi, credo proprio che sia la soluzione migliore, se il tuo amico intende usare diapositive.
Il ricorso alla sovraesposizione aiuta a desaturare qualunque dispositiva, ma va fatto con attenzione, perché le alte luci fanno in fretta a bruciarsi...


Andrea

(Non sono enciclopedico, per carita', e' il buon internet che arriva in aiuto...)

Il processo di desaturazione a cui ti riferisci si chiama Technicolor ENR, e' proprietario, ed e' stato inventato da un italiano --- Ernesto Novelli Rimo --- che lavorava alla Technicolor di Roma e ha lavorato anche per Vittorio Storaro. E' stato usato da altri prima di Spielberg che lo ha anche usato di nuovo nella Guerra dei Mondi. Riporto verbatim da internet:

<i> "ENR is a proprietary color-positive developing technique which utilizes an additional black-and-white developing bath inserted at an appropriate stage of a print's processing in order to retain silver. After the film has been bleached, but prior to the silver being fixed out of the film, this extra bath allows for a controlled amount of silver to be redeveloped, adding density in the areas with the most exposure — primarily the blacks. By retaining silver density in the image, you will increase the contrast by making the blacks blacker, and, since you have increased contrast in the shadows, you can see more detail. The images will appear slightly sharper because of the increased contrast and, because there is silver in the film physically, it gives you a little bit of an edge-effect around the image. Finally, by virtue of having silver in the print, it will slightly desaturate the colors, depending upon the level of ENR used." </i>

Mi mancano un po'di termini in italiano, ma quello che dice sopra e' che il processo si applica alla pellicola positiva e ha lo scopo di mantenere comunque una piccola quantita' di argento che viene risviluppata. L'effetto e' di vedere piu' dettagli nelle ombre, ottenere un effetto bordo (?) piu' marcato e di desaturare i colori leggermente.

Dato che Spielberg in Ryan voleva mantenere pero' il colore del sangue molto vivo, e' stato usato sulla scena un sangue finto con un colore che compensasse l'effetto di ENR e mantenessa saturazione e vivacita'.

Al di la' di tecniche complicate come questa, la Astia con leggera sovraesposizione come consigliava Hologon e' la strada giusta. A questo aggiungi che se riesci ad adoperare lenti con single coating o addirittura senza coating questo ti diminuisce sensibilmente il contrasto e contribuisce a saturare meno i colori. (Perdi' un po' in risoluzione, ma potrebbe non essere un problema a seconda del soggetto e fattore di ingrandimento.)

Ciao

Mxa/Marco

A parte le notizie tecniche descritte da Marco (grazie per le interessanti informazioni, Marco !), che però non mi pare una soluzione alla portata del singolo fotoamatore (comunque se credi, prova ad andare a tirare di notte i piedi a Storaro: magari gli fai vincere un'altro Oscar, questa volta per gli effetti speciali !!), altre due strede che credo preticabili sono:
1) l'utilizzo di negativo colore, stampato ad hoc (e qui, per esperienza personale, posso dirti che non ci sono limti di sorta).
2) la digitalizzazione della diapositiva (passata ad un buon scanner) con successiva desaturazione controllata in PS (o altro programma di fotoritocco).

Anche io non amo i colori supersaturi che (pare) vadano per la maggiore oggi. Mi trovo molto ben con la Astia 100F per i ritratti, ma la uso abitualmente anche per foto di viaggio e paesaggio.

Quando, innumerevoli anni fa, ancora quasi bambino cominciai ad occuparmi di fotografia (sia pure, per moltissimi anni, in maniera del tutto superficiale ed amatoriale) esisteva ancora una pellicola Agfa che mi pare si chiamasse CT18 e che era famosa per i suoi bellissimi colori pastello.
A quanto pare i gusti sono notevolmente cambiati da quei tempi. Eppure ancora adesso, quando mi capita di vedere un'immagine con quei tipi di colori, mi pare infinitamente più suggestiva dei colori "urlati" .

Ciao Luciano
Riflettevo anch'io con un amico qualche giorno fa su questo, trovo personalmente un fatto di moda anche questo, ricordo i tempi dell'agfa pastello scalzata dal mitico kodakcrome 64 molto più saturo, penso che anche in questo dipenda molto da quello che si deve fotografare, un ritratto magari troppo saturo non va bene, una foto industriale per qualche pubblicità  potrebbe servire, per quel che riguarda il paesaggio .............. dipende dal paesaggio, praticamente è bello ciò che piace
Ciao
Stefano

Grazie per a tutti per i consigli! Lo scivolone a proposito della Astia (che si è rivelata essere il nodo della faccenda) è conseguenza del fatto che sono un principiante e molte delle informazioni mi vengono da fugaci letture sul web, che poi si mischiano, confondo, arricciolano... e generano svarioni =)

A proposito della desaturazione in photoshop: quella era la soluzione che volevo evitare perché mi sembra di "barare". E poi già  faccio l'informatico di mio, se lascio che le cifre contagino anche la fotografia, divento un monomaniaco!

Citazione:

Tranquillo, non preoccuparti, nessuno nasce "imparato", anzi siamo tutti principianti di qualcosa, e da queste parti c'è sempre qualcuno che è già  incorso in determinate problematiche e puà dare una mano.


Andrea