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CONSERVAZIONE MATERIALE ARGENTICO
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Nel leggere il regesto degli utilizzatori del GF di Candidus mi e´ nato un pensiero:
noi tutti siamo piu´ o meno esperti nella conservazione dei nostri preziosissimi films e stampe, eppure il verbo di un esperto di conservazione museale farebbe secondo me´un gran bene.
Per esempio:
Quali sono le migliori "bustine" per il 35mm ed il MF? pergamino, acetato, pvc o che? e per il GF?
Colore e b&W stessi sistemi di archiviazione?
Quali le temperature migliori, e l´umidita´?
Ci sono dei sistemi alternativi ai raccoglitori per conservare i films? Molti maestri della fotografia conservavano tutto nelle scatole delle pellicole GF, i negativi sono giunti sino a noi integri ma e´ un giusto sistema?
..........
CANDIDUS sarebbe un tutorial utilissimo, questo infatti dal mio punto di vista e´ un settore in cui tutti narrano e scrivono e ci sono troppe informazioni diverse.


Roberto

Inviato: 4/2/2006 21:10
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Re: CONSERVAZIONE MATERIALE ARGENTICO
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8/2/2005 19:08
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Mi associo a questa richiesta; penso sia veramente utile conoscere il parere di un esperto di conservazione.
Oltre ai temi già  indicati, mi piacerebbe sapere se esistono tecniche particolari di fissaggio e lavaggio finale specificamente indicate per una migliore conservazione del negativo b/n.

Candidus, attendiamo il tuo autorevole parere!


Inviato: 5/2/2006 2:27
sono moderno, non contemporaneo
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Re: CONSERVAZIONE MATERIALE ARGENTICO
Utente non più registrato
Cari amici,
le problematiche per la conservazione e catalogazione delle fotografie sono una materia complessa e regolamentata con circolari ministeriali e normative internazionali che dettano i parametri per tutti gli archivi pubblici dove sono depositate. Solitamente negli archivi pubblici (Fototeca Nazionale) o in alcuni privati (Alinari) i numeri sono enormi ed enormi sono i costi di gestione, gli impegni di personale specializzato e di utilizzo di spazi adattati alle normative vigenti: su questo argomento esiste una discreta bibliografia.
Al nostro caso possono servire alcune indicazioni di “buon senso fotografico” visto che la produzione di immagini su pellicola, anche se professionale, non è enorme ora che siamo entrati nell’era del digitale (qui si dovrebbe aprire un capitolo a parte molto delicato sull’incerto futuro dell’archiviazione).
1 - Locale di conservazione: con scarsi sbalzi di calore e umidità  ( umidità  35/50 %, temperatura ottimale 18/22°), poco frequentato da persone, con buon ricambio d’aria possibilmente filtrata, lontano da caloriferi, condizionatori, finestre soleggiate, piante o fiori, ecc..
2 – Contenitori metallici: in acciaio, alluminio o, se in materia plastica, purché privi di collanti a solventi (non utilizzate mai legno resinoso). Le fotografie possono essere appese in schedari o contenute in album. I materiali di grandi dimensioni non si “autoreggono”: meglio tenerli in piano raccolti in album e, ogni tanto, far prendere loro aria.
3 – Contenitori per negative possibilmente della stessa materia del negativo stesso. Il vero nemico della pellicola sono i solventi, i collanti vinilici e le materie plastiche non traspiranti (nylon), oltre all’umidità  e le muffe. Esistono materiali cosiddetti da “archivio” che sono testati e devono portare le specifiche e i riferimenti alla normativa internazionale (non basta una dichiarazione generica). Questo vale anche per i cosiddetti “pergamini”. Ci sono varie marche quali la Panodia che propone una serie di prodotti di buona qualità  in acetato (evitate il vinile). Passando a criteri di conservazione più raffinati ci sono i materiali della Secol, inglesi, produttori del Milar che, altri non è che il supporto della pellicola Ilford. Super trasparenti, tanto che per essere riprodotti non occorre toglierli dalla bustina, incollati a caldo, ma soprattutto fatti in modo per far traspirare la pellicola o la lastra con delle aperture strategiche: infatti il vero nemico della pellicola è l’asfissia e la “cottura” in un contenitore ermetico. Infine c’è il pergamino, che è più economico e che se fornito da una buona ditta (le buone ditte sono quelle che dichiarano i componenti) garantisce una discreta conservazione. Dove trovarli? I prodotti Panodia si trovano da Fotomatica a Treviso ( www.fotomatica.it). I Secol sono rappresentati e anche confezionati su misura dalla CE.PA.C di Forlì (www.cepac.it).
4 – Contenitori di carta, cartoncino, per stampe o negative di grande formato. Nelle cartolerie si cercano quelli privi di acidi, che non siano troppo lisci (per acquerello) e si piegano a cartella. Questi sono ottimi per negative/dia grandi o stampe baritate. La Fabriano ha ottimi prodotti.
5 – I “passepartout” in cartoncino in cotone privi di acidi. Gli adesivi devono essere con collanti naturali (gomma arabica, colla di pesce solo se purissima: no cocoine, vinavil, nastri adesivi industriali o da disegnatori, tanto meno il nastro da carrozzieri).
I costi sono significativi quando si vuole ricostruire l’archivio: poi si prosegue con la metodica quotidiana.
Come faccio io: ho più di 30.000 negativi di vario formato scattati dal 1968 in ottime condizioni. Sono raccolti in album ad anelli dentro fogli di pergamino e, da poco tempo, in Secol, suddivisi per formato e ordinati per annate. Con Access ho elaborato, secondo le mie esigenze, una schedatura suddivisa per rotolo, o una sviluppata di 6/12 lastre), con le indicazioni di luogo, materiale, sviluppo epoca, ecc (esistono anche in questo campo delle metodiche e bibliografia). Bibliografia generale: I. Zannier, D. Tartaglia, La fotografia in archivio, Sansoni, Milano, 2000; S. Berselli, L. Gasparini, L’archivio fotografico, Zanichelli, Bologna, 2000. Poi c’è quella specialistica. Buon lavoro, Candidus.

Inviato: 6/2/2006 12:03
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Re: CONSERVAZIONE MATERIALE ARGENTICO
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GRAZIE!!!!!!



Inviato: 6/2/2006 13:19
Il mio sito

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Re: CONSERVAZIONE MATERIALE ARGENTICO
Utente non più registrato
Ti ringrazio Candidus
interessante il materiale della secol, il milar....mi era a me oscuro.
Ho scoperto un libro di Italo Zannier che non conoscevo, si vede che tutti quegli anni in Alinari gli avranno fatto crescere anche la passione per l´archiviazione.

Roberto

Inviato: 6/2/2006 14:25
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Re: CONSERVAZIONE MATERIALE ARGENTICO
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8/2/2005 19:08
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Grazie Candidus, chiarissimo ed efficace.
Dato che comincerà presto a lavorare in 4X5", fin dalle prime piane inizierà l'archiviazione con i prodotti Secal.


Andrea

Inviato: 6/2/2006 16:06
sono moderno, non contemporaneo
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Re: CONSERVAZIONE MATERIALE ARGENTICO

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9/12/2004 21:10
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Grazie Candidus,
quindi: usato senza dubbio collante inadatto ( c'era il Vinavil 30 anni fa? ) e archiviate le dia in armadietti e scatole di cartone dove il ricambio d'aria era pura utopia...
Ma ormai la frittata e' fatta. Ma non c'e' un sistema per lavare i negativi e bloccare la proliferazione dei funghi? L'acido acetico va bene?
Dammi una mano altrimenti ei negativi ci trovo gli champignon....
Ciao,
Renzo

Inviato: 6/2/2006 16:16
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Re: CONSERVAZIONE MATERIALE ARGENTICO

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25/2/2004 15:54
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Citazione:

Falcopardo ha scritto:

quindi: usato senza dubbio collante inadatto ( c'era il Vinavil 30 anni fa? )


Per esperienza diretta posso testimoniare che il vinavil c'era gia' negli anni '50 (forse c'e' perfino una foto che mi ritrae da piccolo mentre lo sniffo). Leggo comunque che e' stato commercializzato negli anni '30.

Inviato: 6/2/2006 17:33
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Re: CONSERVAZIONE MATERIALE ARGENTICO

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21/5/2005 16:44
Da Riviera del Brenta
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Ciao
Grazie Candidus
Devo dire che trovo molto interessante il prodotto Secol.
Ciao
Stefano

Inviato: 6/2/2006 18:16

.....................
In un mondo dove tutto cambia rapidamente dedicatevi qualcosa in grado di fermare il tempo........... ...
Tessera C.F.A.O n°1 .........
...
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Re: CONSERVAZIONE MATERIALE ARGENTICO

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Citazione:

galago ha scritto:

Per esperienza diretta posso testimoniare che il vinavil c'era gia' negli anni '50


In effetti "mi rivedo" mentre stendo dei sottili fili di una sostanza bianca liquida e densa su fogli di pergamino...quindi in effetti era Vinavil, il famigerato Vinavil, che fa...( che fa? ) ...i negativi. E pensare che credevo di avere fatto un capolavoro...
Ciao,
Renzo

Inviato: 6/2/2006 18:51
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Re: CONSERVAZIONE MATERIALE ARGENTICO
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Caro Falcopardo, cari amici,
PENSATECI CENTO VOLTE PRIMA DI TOCCARE UNA PELLICOLA.
Gli interventi possibili per la pulizia delle pellicole sono due: quello agli ultrasuoni o quello di passare leggermente, su entrambe i lati, un panno di cotone inumidito con "Kodak film cleaner" (tricloroetano: pulisce ed evapora immediatamente senza lasciare residui), attenzione, però, alle microabrasioni. Ma...!? chi trova più i prodotti Kodak? Negli ambienti dei restauratori e lì le cose divengono difficili e costose (Berselli a Milano, Cecchin a Roma; i laboratori delle istituzioni non sono accessibili).
Posso consigliare: 1) acquistate le buste adatte; 2)se la pellicola vi preme, prima della pulitura, riproducetela e ritoccate la copia. In digitale è più comodo, ma la risoluzione non è quella di una dia (o mi sbaglio). 3)pulite la parte non emulsionata con un pennello morbido (quelli da fondotinta da tenere sempre pulitissimo); 4) lasciate in pace la parte emulsionata o, al massimo passatela leggerissimamente con cotone per togliere solo le evidenze. Non mettete dita: le impronte digitali sono grasse e acide; non soffiate: l'alito vaporoso è simile all'acqua della pasta. NON usate prodotti "acquatici", acidi, saponi strani, non serve l'aspirapolvere. Piuttosto quando scattate fate sempre due esposizioni identiche da sviluppare assieme: una l'archiviate, l'altra è per l'uso corrente. Il sistema indicato prende atto della situazione e cerca di bloccarla, un po' come fanno le belle donne per togliersi le rughe, e, alla fine,...forse ai cento anni ci arrivano. Buon lavoro, Candidus

Inviato: 7/2/2006 8:51
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Re: CONSERVAZIONE MATERIALE ARGENTICO

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9/12/2004 21:10
Da Toscana
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Ciao Candidus,
grazie delle informazioni e dei consigli, utililissimi. Ma non c'e' niente per bloccare il proliferare dei funghi? Tu parli di pellicola con religiosita' perche' sei abituato a trattare materiale prezioso, ma molto materiale che mi si sta
deteriorando e' prezioso solo per me in quanto si tratta spesso di foto ricordo, avventure in montagna di quando avevo vent'anni. Molte dia si stanno ormai sbiadento o prendendo delle dominanti, e li' c'e' soltanto la possibilita' della riproduzione e ritocco digitale, ma i negativi in b/n hanno la stessa densita' originale, se non fosse per la proliferazione di porcini e champignon e qualche..( parecchi ) graffi dovuti alla mia frettolosa e inesperta manipolazione di quando ero alle prime armi sarebbero ancora stampabilissimi. Avevo sentito parlare di tenerli insieme alla naftalina o alla canfora, ma sono alquanto perplesso. Voglio guardare i negativi al microscopio per rendermi conto di come agiscono queste benedette proliferazioni fungine. Producono in scansione delle ramificazioni bianche, quindi sono opache. Non so pero' se si sovrappongono all'immagine e quindi togliendole in qualche modo questa bene o male torna fuori, o se la sono pappata tutta ed e' rimasto solo il tessuto del fungo. Mi sembra di ricordare che una volta avevo rilavato il negativo e le macchie erano diminuite, ma non ricordo bene. Posso sempre fare un tentativo su uno spezzone di poco conto. Praticamente di tratta di operare degli interventi disperati, perche' comunque in queste condizioni tra poco non si potranno piu' stampare.
Immagino che a sentire parlare di queste operazioni a te si rizzino i capelli, ma quando l'infezione e' grave non bastano gli antibiotici, ci vuole il bisturi...
Ciao e grazie di nuovo,
Renzo

Inviato: 7/2/2006 11:53
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Re: CONSERVAZIONE MATERIALE ARGENTICO

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Da acqua aria terra
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Citazione:

Candidus ha scritto:
Caro Falcopardo, cari amici,
PENSATECI CENTO VOLTE PRIMA DI TOCCARE UNA PELLICOLA.
Gli interventi possibili per la pulizia delle pellicole sono due: quello agli ultrasuoni o quello di passare leggermente, su entrambe i lati, un panno di cotone inumidito con "Kodak film cleaner" (tricloroetano: pulisce ed evapora immediatamente senza lasciare residui), attenzione, però, alle microabrasioni. Ma...!? chi trova più i prodotti Kodak?


Grazie Candidus della perfetta spiegazione.

Per quanto riguarda i prodotti chimici per la pulizia dei films,non so se il prodotto sia simile a quello da te citato, io per le DIA uso il PEC-12 (PHOTOGRAPHIC SOLUTIONS, INC.), distribuito in italia da Shades Direct.

Gli specifici ingredienti sono classificati come TRADE SECRET. Si tratta di un prodotto acqua privo, una miscela di solventi di idrocarburi organici con pH neutro e privi di clorofluorocarburi ed idrocarburi cloridrati.
Asciuga instantaneamente e non lascia residui. Nelle specifiche tecniche è classificato come prodotto "ideale" per l'archiviazione, in quanto non altera la composizione degli inchiostri.
Naturalmente rimuove solo le macchie che non contengono acqua, in particolare è indicato per impronte digitali, unto, residui di adesivo,muffa, fumo e fuliggine, inchiostri, cere.
Puà essere usato su films e stampe (leggere le specifiche in materia).

a presto,ric
www.grandespirito.it

Inviato: 7/2/2006 12:32
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Re: CONSERVAZIONE MATERIALE ARGENTICO
Utente non più registrato
Caro Falcopardo, non avventurarti in restauri, non usare naftalina (starei male io per te se la usassi). Io stesso che avevo a disposizione un bel laboratorio attrezzato non sono mai andato oltre la pulitura, duplicazione e qualche piccolo intervento. Se quelle pellicole sono fondamentali per la tua sopravvivenza chiedi un preventivo ad un laboratorio di restauro qualificato. Ci vogliono esperienza e professionalità  che inevitabilmente non si possono improvvisare. Piuttosto prova il prodotto indicato da Ric su pellicole di poco conto, ma prima sarebbe meglio essere sicuri dei componenti. Una soluzione potrebbe anche essere quella di riprodurre la pellicola così com'è, la si ritocca con cura e la si riproduce: si perde, se le cose sono fatte con le attrezzature giuste, un 5% ad ogni passaggio.
Caro Ric, ringrazio per l'indicazione. I solventi adatti per le pellicole sono a base di: 1,1,1-tricloroetano, dicloroetano, tetracloruro di carbonio, esano (ricavo queste indicazioni dalla manualistica tecnica in mio possesso). Forse internet ha qualche risposta anche se rimango dell'idea che meno si tocca meglio è.
Una raccomandazione: in questo caso dobbiamo superare l'entusiasmo del dilettante per non fate danni a noi stessi. Quando intuite che le vostre foto sono speciali fate almeno due scatti. Buone foto, Candidus

Inviato: 7/2/2006 21:19
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Re: CONSERVAZIONE MATERIALE ARGENTICO

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Da acqua aria terra
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Citazione:

Candidus ha scritto:
Quando intuite che le vostre foto sono speciali fate almeno due scatti. Buone foto, Candidus



Azz Candidus, le mie foto non sono speciali, ma di scatti ne faccio quasi sempre 3, azz lo avessi sempre fatto!

Uso il PEC-12 quando la dia è veramente "lercia" (tradotto dal Livornese all'italiano "sporca") e per fortuna, almeno per ora, mi capita raramente.

Le DIA rovinate sono quelle che ho mandato in giro nei vari laboratori per duplicati, stampe e roba varia. Ora per fortuna mi sono organizzato!

a presto,ric
www.grandespirito.it

Inviato: 7/2/2006 22:38
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Re: CONSERVAZIONE MATERIALE ARGENTICO

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9/12/2004 21:10
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Ciao Candidus,
di nuovo grazie. Allora continuero' come ho fatto fino ad ora, ma mi porta via un sacco di tempo scannerizzare le foto e ritoccarle al computer. A forza di ritoccare graffi e muffe sono diventato espertissimo nel trovare accorgimenti per fare prima, ma occorre ugualmente molto tempo, perche' lavorare sulle sfumature del cielo e della neve e' da paranoia...
Fare due scatti non mi sarebbe servito a niente: si e' rovinato l'intero negativo
Ciao e grazie,
Renzo

Inviato: 7/2/2006 23:08
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Re: CONSERVAZIONE MATERIALE ARGENTICO

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25/2/2004 15:54
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Citazione:

rictro ha scritto:
Uso il PEC-12 quando la dia è veramente "lercia" (tradotto dal Livornese all'italiano "sporca") e per fortuna, almeno per ora, mi capita raramente.



Ehm ehm..

In somma sappi che tutti fur cherci
e litterati grandi e di gran fama,
d'un peccato medesmo al mondo lerci.

Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno Canto XV (i bucaioli..)



Inviato: 8/2/2006 8:38
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Re: CONSERVAZIONE MATERIALE ARGENTICO

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1/9/2006 22:20
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Ripersco questa discussione per una domanda.
Ho comprato dei portanegativi della Secol, quelli di cui parla Candidus/Floriano nel suo intervento. Ora, con che cosa ci si puà scrivere sopra senza fare danni nel tempo?
I pennarelli coi quali si scrive sui cd hanno delle controindicazioni?

Grazie.
Claudio

P.S. Funzionare funzionano, in passato li ho usati un paio di volte anche direttamente sui negativi, ma vorrei evitare di spendere un capitale in buste apposite e poi vanificare tutto.

Inviato: 6/10/2007 23:11
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Re: CONSERVAZIONE MATERIALE ARGENTICO

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27/9/2006 3:01
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Io uso questo ma non credo che siano pennarelli particolari antiacido. Visto che scrivo solo in cima alla busta che contine i negativi non credo ci siano esalazioni particolari...magari si fa prima seccare l'inchiostro e poi si posa la busta nel contenitore.

Inviato: 7/10/2007 10:48
https://500px.com/gianlucapirro/galleries
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Re: CONSERVAZIONE MATERIALE ARGENTICO

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1/9/2006 22:20
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Oltre a quello di Gianluke, che ringrazio (scusa il ritardo: volevo lasciar passare qualche tempo prima di tirare su il 3d ma mi è scappata un po' la mano), ci sono altri consigli?

Inviato: 14/11/2007 8:32
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