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Carte baritate per inkjet
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ciao a tutti,
pongo una domanda particolare. Quale è secondo voi la migliore carta baritata per stampa inkjet?
So bene quale è la prima considerazione che segue ad un quesito del genere: è una domanda che non ha una risposta univoca e certa. Troppe tipologie diverse, troppo legata al tipo di soggetto, troppo dipendente da preferenze personali legate al tipo di superficie e lucentezza, grado di texture ecc.
Sono ben conscio di tali innumerevoli sfaccettature. e poi potreste dirmi che in rete si trovano mille e più review….basta cercare. Tuttavia io vi pongo ugualmente la domanda. Perché? Semplicemente perché vorrei conoscere ugualmente le vostre considerazioni legate all’uso “reale”. Considerazioni libere da dati numerici quantitativi che, a onore del vero, portano a diversità non sempre traducibili in caratteristiche rilevabili guardando dal vero una stampa. Vorrei dei pareri e giudizi personali che sottolineino i lati positivi e negativi di un supporto ed il motivo che ve lo rende ottimale. Insomma delle motivazioni legate all’uso “reale”. Una cosa del tipo “uso la carta x perché mi piace la sua texture/liscezza/lucidità, perché rende ottimamente le ombre, perché offre molto per il prezzo, perché rende bene i dettagli fini….Chiedo troppo?
Da parte mia dico che attualmente uso la Illford Fibre Silk. E’ una carta lucida ma non tanto quanto una glossy. Visivamente, da stampata, appare come una semiglossy con superficie liscia senza texture, ma fittissimamente puntinata se osservata da una certa angolazione; un effetto che richiama la Epson semigloss ma con puntinatura ancora più fitta e minuta. La stampa, come detto, appare ben definita ed incisa, con ottima resa dei dettagli e ottimo effetto nelle zone di colore uniforme. La resa delle stampe si differenzia notevolmente rispetto ad una matte ed è quasi identica ad una glossy con tutti i risvolti (su toni, resa, profondità dei neri) che questo comporta. Una stampa sulla fibre silk messa a fianco con una identica su matte si distingue al volo. Buonissimo il prezzo che è davvero contenuto per una baritata. dicono che soffra un pochino di gloss differential…sarà ma io non l’ho mai percepito come evidente o simili. Non di nuovissima concezione, cede il passo (dicono) a prodotti di piu’ recente concezione. Io questo non sono in grado di confermarlo. Punti negativi ? Ne ha uno solo ma di peso estremo. Non posso dire se sia capitato solo a me, tuttavia a volte (una stampa su una decina) mi capita che una piccolissima porzione (di 1 mm circa o simile) di inchiostro non aderisca al foglio, si presenti in leggero rilievo e toccato don le dita si “appallottoli” staccandosi rivelando il bianco del foglio. Non è proprio come lo scuffing che capita sulle matte dove si staccano scagliette di inchiostro, ma appare come se l’inchiostro abbia sotto di se un qualcosa, tipo una bolla che lo porta a non aderire al foglio. La conseguenza è tuttavia identica: l’inchiostro va via in modo totale lasciando una piccola zona di bianco che, specie su zone uniformi, salta all’occhio immancabilmente e rende la stampa rovinata. Non posso affermare con certezza che il problema dipenda solo dalla carta o che c’entrino anche gli inchiostri a pigmenti. Quanto posso dire ü che il fenomeno non si presenta con carte lucide diverse come la epson semigloss o sulla Fine Art Barita della Hahnemuhle (per la verità ne ho provati solo 4 fogli prestatimi) o altre lucide che ho provato.

Marco

Inviato: 31/10/2019 15:36
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Re: Carte baritate per inkjet

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Ho usato con piacere sia quella della hahnemuhle che quella della canson...
Propendo più per la prima personalmente proprio per la texture.
L'unico consiglio e prendere i test e provarla oppure prendere un pacco di 2/3 in piccolo formato e provarla... Anche perché a mio avviso cambia molto la resa tra BN e colore.

Inviato: 31/10/2019 21:38
boh! e chi ci capisce niente.........
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Re: Carte baritate per inkjet

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22/6/2009 11:34
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Sto iniziando ora a stampare seriamente, e non sono certo un esperto di carte. Come già scritto nell'altra discussione, per me (e anche per Wing) il top delle baritate è la Canson Baryta Prestige.
Per l'uso che ne faccio io (incollaggio su album) è però troppo spessa (340g) e non la posso usare.
Per cui uso la più modesta Canson Baryta Photographique, oppure la Felix Baryta, o ancora la Innova Exhibition Photo Baryta. Tre carte da 310g assolutamente indistinguibili, almeno sulla stampa BN.

Inviato: 31/10/2019 22:04
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Re: Carte baritate per inkjet

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A mio parere le baritate per ink hanno solo il nome in comune con le carte baritate per il bianco e nero da camera oscura. Dico questo perchè (l'ho già detto ma mi ripeto come i vecchi) compro spesso stampe che hanno cent'anni e sembrano nuove dopo avere passato chissà quante mani ed esposte nei modi peggiori dal punto di vista della conservazione, sono su carta baritata quando non su albumina. Questo perchè le fotografie di cent'anni fa erano fatte per passare di mano in mano senza deteriorarsi troppo. La mia esperienza con le baritate ink riguarda la harman-hahnemule che oggi non è più prodotta e la canson baryta. La prima si segna solo a guardarla, la seconda un po' più resistente ma se la si usa senza troppi riguardi si segna e immagino che tale utilizzo nel tempo potrebbe degradarla completamente. In sostanza la resa visiva delle due carte sopra citate è perfetta, la canson un pelo più calda e la preferisco, ma sono carte che devi chiudere in scatola o montare sottovetro. Certo oggi la fotografia se non la si fruisce dai monitor la si fruisce sottovetro e quindi vanno bene ma non le amo troppo.

Inviato: 2/11/2019 9:39
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Re: Carte baritate per inkjet
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Vero, alcune stampe inkjet sono delicatine. Concordo pienamente circa quanto dici della Harman che ho usato anni fa. Bellissimo supporto ma troppo propenso a rigature varie. Anche altri supporti sono soggetti a riportare facilmente danni, e questo non arrivando a trattarli male ma solamente maneggiandole normalmente. Penso chenon siano tanto passibili di perdita d’inchiostrazione o danni a quest’ultima ma che molto facciano piccoli granellini di polvere che “rigano” immancabilmente i supporti piu’ lucidi.
Ma non è sempre così. Supporti quali la Epson Semigloss, credetemi, una volta stampati si possono maltrattare alla grande e non mostrano segni. Andando sulle carte matte la Epson Archival è ben resistente e non richiede cura od altro. Insomma queste due carte si possono usare come presine da cucina e rimangono come nuove. Certo, sono supporti con i loro limiti se paragonati alle nuove pearl, baritate, hot press, velvet ecc…….ma se serve un supporto resistente ad oltranza non hanno pecche. E poi, per esempio, a me la Epson semigloss non dispiace proprio anche come resa.

Marco

Inviato: 4/11/2019 12:51
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Re: Carte baritate per inkjet

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archifoto ha scritto:
A mio parere le baritate per ink hanno solo il nome in comune con le carte baritate per il bianco e nero da camera oscura.

Molto probabilmente lo strato superficiale protettivo, in un caso sopra l'emulsione fotografica e nell'altro caso sopra lo strato poroso che deve assorbire gli ink, può essere più robusto nel primo caso, e più sottile/debole nel secondo, dove deve essere attraversato dagli ink. Questo spiegherebbe la maggior robustezza delle carte fotografiche chimiche rispetto alle inkjet.
Tra le inkjet, le baritate e le semiglossy in genere sono le più resistenti e si rigano meno delle lucide e delle matte.

Rimane il fatto di volerle maneggiare... molte foto vecchie/antiche venivano incollate su un cartoncino più grande, magari recante inciso il nome dello studio fotografico, o comunque stampate con ampi margini bianchi (cosa che si può fare anche con l'inkjet) proprio per permettere di prenderle in mano senza passare le dita sull'immagine.
Io non sopporto i guanti..., non li metto né a cambiare l'olio alla macchina, né a vangare l'orto, né a impastare cemento, né a tagliare legna..., solo a potare le rose e a maneggiare le stampe inkjet!

Inviato: 5/11/2019 9:06
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Re: Carte baritate per inkjet
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Per esperienza d’uso personale e maneggiamento vario delle stampe ho notato che (smentitemi se avete esperienze diverse):
il momento più “critico” per le stampe è quando escono dalla stampante. Va detto che gli inchiostri moderni all’uscita della stampa dalla stampante sono già tendenzialmente asciutti. Ho provato di persona a passare un dito su una stampa fresca appena fatta (sia lucida che matte) e non rimane il minimo segno (non è che non ho niente da fare e mi piace buttare soldi e rischiare per niente…..quelle stampe andavano cestinate). dicevo che gli inchiostri sono belli asciutti ma sono comunque passibili di inglobare particelle e soffrire di scuffing o mancate aderenze in alcuni punti dell’inchiostro.
Per minimizzare problemi di scuffing e particelle o pelucchi o polvere sul supporto sono solito “passarlo” con un panno morbido e che non lascia pelucchi (ideale la microfibra) sul foglio prima di introdurlo nella stampante. Adesso non inorridite ma secondo me la prassi più efficace è passare il foglio con il palmo di una mano aperta (mano chiaramente pulita e perfettamente asciutta). Attualmente faccio così e trovo la prassi efficace e senza conseguenze negative.
Poi solitamente lascio la stampa una giornata a fissarsi senza toccarla.
Le mie stampe sono immancabilmente con un bordino bianco di 1/2 cm o più. Questo fondamentalmente per ragioni estetiche perché così mi piacciono maggiormente. Poi, il bordo bianco ha pure una sua ragione pratica: consente un migliore maneggiamento del foglio e dovesse capitare un inconveniente, tipo usura (agli angoli) o danno al margine del foglio esso non coinvolgerebbe direttamente la zona stampata.
Infine queste benedette stampe vanno archiviate. Buste trasparenti o scatole di cartone o simili. Immancabilmente ho notato che una volta asciutte e finite le stampe, specie se su carte lucide, semilucide, perla e simili, insomma tutti i supporti con un coating soffrono non tanto i traumi, ma piuttosto le rigature; quei segni fini che appaiono all’improvviso e magari sono ben visibili solo angolando il foglio. Sinceramente le stampe inkjet non sono poi cosi’ delicate da subire rovinature da un semplice maneggiamento anche se fatto non con la massima cura. Ma alcuni supporti sono poi particolarmente soggetti al fenomeno graffi, altri mano, alcuni per niente. Tendenzialmente quelli perfettamente lisci ne sono più soggetti rispetto a quelli con leggera texture, puntinati o a buccia d’uovo. Come detto da archifoto per esempio la Harman baritata si riga per un nonnulla; altri supporti come la Epson semigloss non li righi nemmeno con un punteruolo. Ma da cosa derivano tali rigature che sono sottilissime, quasi sfrisetti ? Non da traumi fisici ma penso da corpuscoli vari che si interpongono fra un foglio e l’altro o fra foglio e contenitore. Ne sono convinto. La cosa più critica è per esempio riporre le stampe (quelle soggette al fenomeno) in buste (tipo favorit) di PP. Questo è un metodo che io ho deciso di utilizzare. Se le stampe rimangono nella busta tutto OK, ma se fanno dentro e fuori bisogna farlo con attenzione perché tali buste sono soggette ad una certa tendenza ad aderire sia al foglio contenuto che con le due facciate che le formano per (penso) elettricità statica. Se un granellino invisibile finisce dentro la busta esso li rimane come adeso e hai voglia a levarlo con un semplice scuotimento. Stessa cosa se si ripongono le stampe in scatole a contatto l’una con l’altra. Niente elettricità statica ma vi è comunque la possibilità di un corpuscolo nel mezzo.
Poi per maneggiarle io non ho mai usato guanti o accortezze simili….in fondo non sono mica fatte di cristallo. E’ vero che l’uso dei guanti viene fatto per evitare depositi di grasso delle mani e simili…..tanto io passo i fogli con la mano prima di stamparlo e finora non ho avuto problemi. Dovesse capitarmi le ristampo, e poi quando dovesse succedere magari sarò già defunto e comunque non sarebbe una perdita che privi il mondo di chissà quale irripetibile capolavoro.
Alla fine della fiera e concludendo la “resistenza” delle vecchie stampe chimiche rimane ineguagliata. Le inkjet sono poi meno delicate di quanto si pensi ma vanno trattate con maggiore cura. Il momento critico è subito dopo la stampa. Le lucide e simili possono essere sensibili alle rigature. E per finire, in rete alcuni se la menano troppo con accorgimenti vari per toccare le stampe…..io mica possiedo una camera sterile a prova di lieviti e batteri.

Marco

Inviato: 5/11/2019 12:16
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Re: Carte baritate per inkjet

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29/5/2009 11:05
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pamar5 ha scritto ; altri supporti come la Epson semigloss non li righi nemmeno con un punteruolo.
Marco


Ma questa non è baritata giusto? Che sia proprio lo strato di bario ad essere così delicato e soggetto alle rigature di cui sopra? Fatto sta che non gireranno mai stampe ink tra mani cassetti e banchi di mercatini per cui non avremo mai una vera prova di durata, con buona pace di Wilhelm Imaging Research.

Inviato: 6/11/2019 10:42
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Re: Carte baritate per inkjet

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archifoto ha scritto:
Che sia proprio lo strato di bario ad essere così delicato e soggetto alle rigature di cui sopra?

No, lo strato di solfato di bario sta sotto a quello che assorbe gli ink, cioè è sotto l'immagine. Per rigarlo bisognerebbe grattar via prima l'immagine.

Inviato: 6/11/2019 13:49
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