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It's all in the edit - Weegee, Arbus e la fotografia di strada

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21/12/2005 19:54
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Ciao a tutti i fotoavventurieri (avete mai notato che un fotoavventore con le fotoavventure non ha nulla a che fare? )!
Vorrei tirare in ballo una questione che potrei definire "operativa", ma che credo si rifletta anche sull'approccio estetico alla fotografia.
Di recente mi è capitato di leggere un thread di flickr in cui si parlava dell'abitudine di certi grandi (mi viene in mente Weegee, che credo fosse ai limiti dell'ossessivo-compulsivo) di scattare centinaia di rullini al mese per poi selezionare. In proposito un partecipante ha scritto: "[street photography:] it's all in the edit."

Questo mi ha fatto pensare. Se è tutto nella selezione (prendiamola anche con un po' di margine: diciamo che MOLTO è nella selezione) e si scatta puramente per istinto, che me lo leggo a fare "Arte e percezione visiva"? Perché riflettere su come comporre?
Di più: perché cercare "l'empatia con la strada", lo scatto ravvicinato con le focali corte (su cui molti giurano non solo per il vantaggio dell'uso dell'iperfocale) se poi provinerà fra mesi e mesi per osservare con cinico distacco le mie immagini come fossero altrui?

Mi sono sentito dire "come, non hai ancora finito quel rullino?" e la mia reazione è stata di presunta superiorità , ritenendo di avere "un approccio più ponderato". Ora mi viene il dubbio, dedicandomi in parte alla fotografia di strada, di poter avere migliori risultati con uno scatto più sciolto, per così dire. Penso però: sarebbero risultati migliori, ma non del tutto miei?

<a href="http://www.artphotogallery.org/artpho ... ne_arbus_03.jpg"> Questa pietra miliare</a> della fotografia non vi perde qualcosa sapendo che è frutto di <a href="http://faculty.lacitycollege.edu/auer ... ges/5.jpg">questo processo</a>?

Inviato: 10/12/2006 17:47
Matteo

Granum Salis (Argenti)

Tessera C.F.A.O. n°10.........
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Re: It's all in the edit - Wegee, Arbus e la fotografia di strada

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Stimoli l'apetito con certi discorsi...Non credo che perda, la Arbus aveva visto quel ragazzino e se lo immaginava in certo modo. Poi non é detto che sia sempre così, che ogni volta si scatti tanto.

Tra i cosiddetti grandi, diversi scattano molto, un Salgado so che scatta quantità  per noi inarrivabili (per questioni di costi), ma francamente non so altri quanto scattino. Alcuni provini di Kleim evidenziano pochi scatti allo stesso soggetto. Ho visto qualcosa di Frank e mi sembravano pochi anche quelli. Tra i contemporanei non ho riferimenti certi.

Ma non credo che una certa quantità  di scatti allo stesso soggetto sia di per se una cosa deprecabile, dipende. Per quanto riguarda l'editing trovo invece che abbia un valore in se, al di la della quantità  di scatti. Non è solo questione di scegliere quelli fatti allo stesso soggetto - quando gli scatti sono diversi - ma é anche di scegliere quale "discorso" fotografico fare.

L'altro giorno porto quindici provini (realizzati in formato 8x6 da 35 mm) per un totale di 540 scatti con dentro tutto, errori, foto buone, ecc ad una persona che di mestiere legge portfoli e aiuta a fare l'editing. Beh, era proprio curioso vedere come le sue scelte in diversi casi andavano a raccontare qualcosa di diverso dalle mie scelte, le quali corrispondevano si ad una mia sorta di previsione, ma l'incertezza della situazione fotografata ha fatto emergere anche dell'altro e lei vedeva "quest'altro". Le scelte stilistiche erano sempre quelle ma non in quel momento non erano quelle che vedevo io. Per me questo é editing. E lo differenzierei dalla questione della quantità  di scatti, anche se é parente stretto.

All'inizio della mia breve carriera fotografica, il giornalista con il quale lavoravo esigeva pochi scatti e al di la di tutto la trovo una buona scuola.

bs
marco

Inviato: 10/12/2006 18:49
La fotografia non si domina: corre da sola e l'uomo la segue in ritardo e mai come oggi.
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Re: It's all in the edit - Wegee, Arbus e la fotografia di strada
Utente non più registrato
Capisco il tuo pensiero ed in parte lo condivido, per anni ero ossessionato dallo "scatto perfetto"....guardavo scatti dei grandi maestri e soffrivo....finchè un giorno ho scoperto che Babbo Natale non esiste e ci sono in giro un sacco di millantatori.
Alla fine mi sono convinto che la macchina fotografica è un strumento così come lo sono gli strumenti per un costruttore di organi ...raggiungere la giusta armonia è frutto di prove, di montaggi e smontaggi di continue calibrazioni canna per canna con in mente un chiaro obiettivo di che cosa si vuole raggiungere.
Hai davanti a te un bimbo "interessante" senti che in lui c'è una luce diversa e particolare ed allora provi insieme a lui.....la grandezza stà  nel capire che questa luce esiste e nel riuscire a trovarla alla fine.
Poi altre cose di ordine più pratico e non determinanti....


Inviato: 10/12/2006 18:49
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Re: It's all in the edit - Wegee, Arbus e la fotografia di strada
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D'accordissimo con il Bavarese, chiaramente dal basso della mia minore esperienza.

Fer

Inviato: 10/12/2006 18:50
Tessera C.F.A.O. n°14
Gallery (pBase)

** Si ricorda di leggere bene il REGOLAMENTO ** ....
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Re: It's all in the edit - Wegee, Arbus e la fotografia di strada

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Citazione:

samuel ha scritto:
Stimoli l'apetito con certi discorsi...Non credo che perda, la Arbus aveva visto quel ragazzino e se lo immaginava in certo modo.


Non so se in questo modo di "cercare il soggetto" ci sia sempre una previsualizzazione: l'inguaribile romantico che c'è in me (ben nascosto ed imbavagliato) vuole credere che sia così. Lo str**zo ingegnere (che ha legato il romantico) è convinto di no.

Citazione:

Tra i cosiddetti grandi, diversi scattano molto, un Salgado so che scatta quantità  per noi inarrivabili (per questioni di costi), ma francamente non so altri quanto scattino. Alcuni provini di Kleim evidenziano pochi scatti allo stesso soggetto. Ho visto qualcosa di Frank e mi sembravano pochi anche quelli. Tra i contemporanei non ho riferimenti certi.


Nachtwey scatta così tanto che potrebbe portarsi una cinepresa invece di una EOS... i ftg/sec sono quelli
D'altra parte è un reporter. Sarebbe interessantissimo se qualche grande avesse il coraggio (l'ing. str**zo direbbe l'onestà  intelletuale) di fare una mostra di "B-Sides", scatti mancanti che hanno portato al fotogramma poi effettivamente pubblicato. Andrei di corsa.


Citazione:

Non è solo questione di scegliere quelli fatti allo stesso soggetto - quando gli scatti sono diversi - ma é anche di scegliere quale "discorso" fotografico fare.


Verissimo: l'intrecciarsi di progetti paralleli su un rullo non lo consideravo. In proposito posso raccontare un'aneddoto recentissimo (tre giorni fa): in seguito ad una rissa in un pub (un ubriaco mi voleva portare via il portfolio, scambiato per un menu'!) il proprietario mi ha chiesto di esporre qualcosa da lui (*dlin dlon* pubblicità !). Ero partito per scegliere una decina di immagini di strada che rappresentassero i miei sforzi degli ultimi mesi e dopo un paio di ore di selezione mi sono ritrovato con... una mostra di quasi astratti geometrici!

Racconto questo per chiarire che non credo che la selezione NON abbia/debba avere importanza (se esistesse il fotografo "one shot, one kill" sarebbe possibile metter su un libro con due rullini o 5/6 rulli). Scrivendo il mio primo post, però, pensavo più alle sequenze di molti scatti allo stesso soggetto: è così difficile "cogliere" il miglior momento, la migliore composizione, la miglior luce PRIMA di avere davanti un provino o di guardare l'LCD?

Qui sono curioso di sapere come si comportano i praticanti la previsualizzazione "alla Adams": fatevi sentire che la cosa si fa interessante. Andate a botta sicura, studiando il soggetto per ore/mesi/anni?

Inviato: 10/12/2006 19:28
Matteo

Granum Salis (Argenti)

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Re: It's all in the edit - Wegee, Arbus e la fotografia di strada

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Citazione:

ilbavarese ha scritto:
Capisco il tuo pensiero ed in parte lo condivido, per anni ero ossessionato dallo "scatto perfetto"....guardavo scatti dei grandi maestri e soffrivo....finchè un giorno ho scoperto che Babbo Natale non esiste e ci sono in giro un sacco di millantatori.


Mmmm... mi risulta di conforto pensare che ci sia una componente fortemente quantitativa dietro agli "scatti perfetti", ma non so quanto sia vero. Inoltre questo non ci esimerebbe dalla ricerca del SINGOLO scatto perfetto, no?

Inviato: 10/12/2006 19:31
Matteo

Granum Salis (Argenti)

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Re: It's all in the edit - Wegee, Arbus e la fotografia di strada

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Oh si, sono curioso anch'io.
E aggiungo una curiosità , mentre leggevo della tua speranza di vedere un libro con b-side degli scatti, mi stavo ascoltando b-side dei Morphine...loro l'han fatto (saranno poi veramente b-side?)
bs
marco

Inviato: 10/12/2006 19:33
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Re: It's all in the edit - Wegee, Arbus e la fotografia di strada

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Aggiungerei però che il singolo scatto esiste, perchè esiste quella situazione nella quale lo puoi fare, perchè esiste la voglia di farlo.
Se il tuo lato romantico ha voce, esiste anche lo scatto singolo. Non ne farei un problema fotografico, non lo é.

Personalmente scatto da reportage, ma lo scatto singolo lo faccio spesso (e qualcuno non sghignazzi...); immagino, guardo e scatto. Punto.

bs
marco

Inviato: 10/12/2006 19:41
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Re: It's all in the edit - Wegee, Arbus e la fotografia di strada
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Partendo dal presupposto che la perfezione esiste c'è una corrente filosofica convinta che comunque la si possa perfezionare illimitatamente. Quindi uno scatto perfetto è comunque migliorabile anche se infinitesimamente o in modo sostanziale.
Una volta previsualizzato il risultato non bisognerebbe limitarsi a vederlo come final target ma piuttosto come via.
Ad esempio quando io scatto (scusate la autocitazione semi-esibizionista) ho una idea precisa di cosa voglio...poi però sento la necessità  anche di possibili variazioni e questo per due ordini di motivi:
avere certezza che la mia idea iniziale era quella giusta
avere la flessibilità  di non pormi limiti nel rimettermi in discussione.

Uno scatto perfetto è fatto di infiniti particolari apparentemente irrilevanti e spesso è pressochè impossibile riuscire a coordinare tutto in modo perfetto.


Inviato: 10/12/2006 19:47
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Re: It's all in the edit - Wegee, Arbus e la fotografia di strada

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8/10/2006 17:44
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ilbavarese, quello che dici é condivisibile e forse si accorda bene con un modo di fotografare legato alla previsualizzazione o più in generale ad un progetto che sappia anche pensarsi aperto. Allo stesso tempo credo che esista la possibilità  di uno scatto totalmente libero, figlio di una situazione e dell'intuizione di chi fotografa, di chi vede una certa cosa. La vede in quel momento e scatta. E forse nella sua testa c'era già .
bs
marco

Inviato: 10/12/2006 19:53
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Re: It's all in the edit - Wegee, Arbus e la fotografia di strada
Utente non più registrato
Ecco perchè la base culturale è fondamentale...se lo zaino (testa) è pieno risulta facile attingere rapidamente anche senza grandi sforzi nel pensare....so che c'è e al momento utile lo prendo.

Inviato: 10/12/2006 19:58
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Re: It's all in the edit - Wegee, Arbus e la fotografia di strada

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Ciao,
io penso che i cervelli delle persone viaggino a velocita' diverse. E che c'entri parecchio il famoso zaino. Avete presente come agiscono le reflex con l'esposizione automatica?
Una volta scelta una esposizione media vanno a confrontare l'immagine inquadrata con molte altre simili che hanno in memoria, e si comportano di conseguenza.
Ci sono certe immagini che possono essere ripetute piu' volte, altre che invece debbono sfruttare l'attimo. Chi ha il cervello che gira piu' veloce ed ha memorizzate piu' immagini di riferimento e le relative scelte optate ( anche non proprie, anche mutuate da qualche grande della fotografia ) ha piu' chances nel caso dell'attimo fuggente.
Io purtroppo non sono tra questi fortunati, il mio livello di concentrazione e' limitato e spesso credo di aver realizzato uno scatto molto buono e invece mi accorgo successivamente di aver tralasciato molte, troppe cose. La previsualizzazione dell'immagine, quella veramente meditata, quella che non tralascia nessun punto della scena in fatto di vuoti e riempimenti, di luci e di ombre non fa parte del mio bagaglio, purtroppo. Spero che il GF mi serva da allenamento, pero' mi avvilisco quando vedo immagini fatte con la Leica, al volo, e tutto e' al posto dovuto.
Pero' ha anche ragione Roberto quando dice che Babbo Natale non esiste, e non sempre quella che appare un'istantanea lo e' veramente.
Ciao,
Renzo

Inviato: 10/12/2006 20:36
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Re: It's all in the edit - Wegee, Arbus e la fotografia di strada
Utente non più registrato
Parlando di street photography ho un amico che la pratica piuttosto "intensamente", per usare un eufemismo.
Anche lui mi ha confermato che l'editing è un processo fondamentale, e che in questo genere di fotografie, volenti oppure no, è necessario scattare parecchio, al limite del patologico...
Ho avuto modo di assistere ad una sua selezione: migliaia di dia x poi ritrovarsi sul visore una piccola parte di scatti "perfetti".
Mi trovo d'accordo con Roberto -bavarese- quando dice che ha un'idea precisa di quel che vuole.
Mi capita la stessa cosa con gli scatti effettuati in GF o in situazioni controllate.
Visualizzo ciò che mi interessa e pian piano inizio a fare piccole modifiche x capire se si puà migliorare o se va bene così com'è, e nella maggior parte dei casi arrivo al risultato voluto. Tutti i piccoli particolari assumono qui grande importanza, e purtroppo qualcosina ogni tanto sfugge... In questo frangente abbiamo però tutto il tempo di pensare, valutare, decidere...il che è spesso un vantaggio, mentre x strada si deve cercare di essere rapidi e di "non pensarci" troppo. Nel senso che nel dubbio è meglio scattare, e poi decidere a posteriori se ne valeva la pena o no.
Spesso e volentieri si ha appena il tempo di mettere la macchina all'occhio e scattare prima che la situazione giusta scompaia irrimediabilmente di fronte ai nostri occhi...
Purtroppo riuscire a condensare il nostro flusso di pensieri e visioni in un unico e rapido scatto è tanto affascinante quanto difficile...Ma basta essere determinati e perseveranti.
Ciao

Giorgio

Inviato: 10/12/2006 20:55
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Re: It's all in the edit - Wegee, Arbus e la fotografia di strada

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falcopardo, e prova a sparare qualche scatto, non necessariamente uno dopo l'altro, ma uno appena dopo l'altro, con quel breve tempo che serve proprio a fare una cosa un poco diversa. Ma a volte significativamente diversa.

D'altra parte quando mettiamo un mobile nuovo in casa si prova ad inquadrarlo bene nella parete (un grandissimo formato...!) con qualche tentativo, alcuni dei quali pure patetici, ma prima o poi va a posto.

bs
marco

Inviato: 10/12/2006 20:57
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Re: It's all in the edit - Wegee, Arbus e la fotografia di strada

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Ciao Samuel,
si, a volte ci provo, pero' lo faccio con scatti a forcella oppura cambiando completamente punto di ripresa.
Ho parecchie foto che debbo andare a "rifare", di cui ho memorizzato tutti gli accorgimenti necessari a migliorarle ma che spesso per mancanza di tempo rimangono a lungo lettera morta. Mi rendo conto che con una digitale scatterei molto di piu' anche perche' avrei la possibilita' di vedere subito le magagne del primo scatto. Indubbiamente il digitale aiuta parecchio, sotto questo punto di vista. Ci sarebbero anche gli scatti con Polaroid, ma non mi hanno mai entusiasmato, anche perche' costano. Il limite di chi fotografa per sola passione e' anche quello di non potersi vedere rimpinguare il badget e spesso per non spendere troppo gioca d'azzardo confidando nelle proprie capacita' e nella buona sorte.
Ciao,
Renzo

Inviato: 10/12/2006 21:47
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Re: It's all in the edit - Wegee, Arbus e la fotografia di strada

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Anni fa, Marco Durazzi, per i giovani fotografi che inoltrava alla professione con la sua agenzia di cronaca per i quotidiani (la Dufoto), vuoi per antico mestiere, vuoi per incredibile tirchieria, forniva 1 rullino di sei fotogrammi ed esigeva la copertura di tre avvenimenti. Da qui il detto “devo scattà  du’ foto” (E’ tutto vero, tra l’altro la pellicola era la cinematografica Kodak double x da 250 ASA).

Con queste du’foto ci hanno campato in molti. Certo, la qualità  forse lasciava a desiderare, si sarebbe potuto fare di meglio.

Quando fotografo cerco sempre la situazione migliore, e questa raramente si presenta al primo scatto, così mi capita di “inseguire” un soggetto, convinto ad ogni click che quello è il migliore, ma poi ne capita un altro ed un altro…

Quando iniziai il lavoro sulle periferie, c’era una incredibile carenza di Tri X, così, con solo due rulli in tasca, ho iniziato il primo giorno, che di solito è un giorno esplorativo. Ho centellinato ogni scatto. Street photography, appunto.
Durante la fase di editing di tutto il materiale (circa venti giorni effettivi di riprese per 130 rulli) ho selezionato ben sei, dico 6, immagini dal primo rullo.

La mia media naturale è di circa 4/500 scatti al giorno (il mio libro sul flamenco è una selezione di 85 scatti estratti da 190 rulli scattati in 26 giorni).

Il punto non è quanti scatti fai di uno stesso soggetto, ma con quale testa li fai. Poi l’insoddisfazione per ogni scatto appena eseguito fa il resto. Non è una questione di quantità  ma di quando pensi di avere in tasca la Foto. Se hai studiato e conosci l’argomento per il quale ti stai adoprando con la macchina fotografica,, allora anche gli scarti avranno un valore.

Per quanto mi riguarda, mostrerei i miei contatti solo al mio psicoanalista. I b-side sono, per l’appunto, parte di un processo che tende alla perfezione (e quasi mai ci arriva). Non intendo mostrare un prodotto incompiuto quando ho raggiunto il meglio che mi era possibile.

Bisogna inoltre considerare che nella cosiddetta “istantanea”, la foto presa al volo, cio che il cervello elabora della visione è solamente la gestalt dell’immagine, e che tantissimi dettagli non possono proprio essere “visti” se non al momento dell’editing, scoprendo magari un albero che fa le corna al nostro soggetto. Scattare se non tanto, almeno di più, limita i possibili disastri.

Con il trascinamento automatico scatto sempre due ftg in rapida successione di ogni inquadratura, anche per scongiurare danneggiamenti ad un fotogramma proprio sulla quasi perfezione, ma l’ho imparato da poco, sono sempre andato col pollice fino a un anno fa.
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Ho incontrato Nachtwey la prima volta a Bucarest nel 1990, durante lo sciopero dei minatori. Eravamo seduti di fianco l’uno all’altro, al tavolo degli accrediti del governo. Era appena arrivato e non aveva ancora preso l’albergo, pertanto era lì con tutti i suoi bagagli. Impressionante: uno zainetto di effetti personali e vestiti, una domke F301 fx con due corpi leica ed una Nikon FM2 con un 180/2.8. Poi un valigione di alluminio di quelli che io usavo per tenere i bowens, i generatori, i cavi e avanzava spazio per una modella. Lì teneva le pellicole. Tutto Kodachrome 64 e 200. Abbiamo lavorato vicini per qualche giorno e, in effetti, il winder della mia m4 non riusciva a stare al passo con il suo movimento pollice-indice.

L’ho rincontrato in Sud Africa nel 1994, in Bosnia nel 1995 e sempre con fotocamere diverse, ma stile usa e getta, cioè le meno costose del sistema canon o Nikon. Della serie “si rompe, ne prendo un’altra”. Poi l’ho rivisto a New york nel 1998, a casa del mio agente, e stava giocherellando con una digitale, lamentandosi della scarsa capacità  di sparare a raffica che avevano allora.

Prendete infine, ad esempio delle raffiche da venti scatti, i fotografi sportivi, magari quelli a bordo campo: per uno scatto ne sparano cento.

Inviato: 10/12/2006 22:37
Franz ...Tessera "Bromuro d'argento" C.F.A.O. n. AgBr 31......
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www.franzgustincich.it - Empirici di tutto il mondo, unitevi!......
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Re: It's all in the edit - Wegee, Arbus e la fotografia di strada

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Citazione:
L’ho rincontrato in Sud Africa nel 1994, in Bosnia nel 1995 e sempre con fotocamere diverse, ma stile usa e getta, cioè le meno costose del sistema canon o Nikon. Della serie “si rompe, ne prendo un’altra”.


Allora mi sa che per "War Photographer" (che è il mio più vicino contatto con Nachtwey ) si è fatto spingere un poco dagli uomini marketing della Canon... se non ricordo male non aveva proprio un corpo da pochi euro.
Che dite, magari se l'è fatto prestare per far bella figura? =)

Inviato: 10/12/2006 23:18
Matteo

Granum Salis (Argenti)

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Re: It's all in the edit - Wegee, Arbus e la fotografia di strada

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Il tema è di grande interesse ma, che cavolo!, non ho più voglia di scrivere!
Sono preoccupato!

Giuseppe

Inviato: 10/12/2006 23:18
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Re: It's all in the edit - Wegee, Arbus e la fotografia di strada
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...non so se il mio intervento è pertinente comunque vorrei far notare che un conto è fare fotografia di guerra, un conto è fare fotografia di strada.
E' chiaro che le modalità  operative non possono essere paragonabili...

Ritengo che, per altro, che si tratti di fotografia di strada , fotografia in studio, o altro l'editing è fondamentale...prima o poi si arriva a compiere delle scelte, poco importa se hai scattato 2 o 200 immagini se alla fine devi sceglierne solo UNA.

Inviato: 11/12/2006 11:42
http://www.carlocorradi.it
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Re: It's all in the edit - Wegee, Arbus e la fotografia di strada

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Xcerses, in effetti sono molto diversi e se parliamo di fotografia di strada secondo me ci puà stare benissimo "lo scatto istintivo". Aggiungerei che la fotografia di strada (c'è anche un forum dedicato a questo genere da qualche parte...) puà mischiare parecchio gli approcci in funzione del progetto che si puà avere in testa, uno dei quali è approcciare istintivamente.
Attenzione do un certo peso a questo modo di fotografare che si fonda sulle proprie risorse istintuali, che istintuali non sono più - li chiamiamo così per comodità  - e in sostanza sono quei meccanismi percettivi, compositivi, cognitivi che ogni fotografo, con un po di esperienza, ha nel suo bagaglio complessivo. Sono le proprie gestalt - come dice Franz - sono quegli automatismi che ci permettono di vedere la realtà  in un certo modo. E se ci fidiamo di loro, quasi fotografano per noi. Ma bisogna andare un po di getto, di guizzo...fidarsi, insomma.
Interessante la testimonianza di Franz su Natchwey.
bs
marco

Inviato: 11/12/2006 16:44
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