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addio a un attento osservatore del kitsch

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18/10/2007 15:59
Da Torino
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e anche Martin Parr ci lascia. La notizia mi ha rattristato perchè si viene a perdere un autore capace di osservazione profonda e ironia corrosiva, intensamente realistico e al tempo stesso quasi astratto. Lo "conobbi" durante un soggiorno in Scozia nel lontano 1981 andando per puro caso a vedere una mostra, fui davvero folgorato da quelle fotografie che mi provocarono un effetto strano perchè, guardandomi attorno, non mi sembrava di uscirne fuori nè capivo quando e come ci fossi entrato dentro da come quello che mi circondava si rifletteva in esse e le "riproduceva". Ho faticato un poco a digerire il suo passaggio al colore ma poi ne sono rimasto ammaliato. Voi che opinione ne avete?

Inviato: Ieri alle 16:12
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Re: addio a un attento osservatore del kitsch

Iscritto il:
29/5/2009 11:05
Da Bologna
Messaggi: 1105
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Mi è dispiaciuto che se ne sia andato, più per la persona che per il fotografo. Ho amato il suo lavoro in passato trovandolo geniale, ho alcuni suoi libri ma da qualche anno mi aveva stancato rivedere la stessa foto ripetuta all'infinito. Non vedevo più alcuna ricerca nelle sue immagini più recenti, era sempre lo stesso modo sicuro e collaudato, Martin Parr che fa Martin Parr! Sarà un problema mio ma mi annoiano gli artisti che ripetono lo stesso gesto per 40 anni. Poi lo so che c'è la cifra stilistica, il linguaggioio riconoscibile e tutto il resto che richiede il mercato, ma vedo il suo modo di fare fotografie così forte e concluso che difficilmente troverà eredi. Forse sono troppo critico col giudizio ma di fatto non riesco più a sfogliare i suoi libri.

Inviato: Ieri alle 18:20
www.oscarferrari.com
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Re: addio a un attento osservatore del kitsch
Moderatore
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13/5/2004 17:25
Da lombardia
Messaggi: 6703
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Naturalmente un sincero dispiacere per una vita che si è conclusa piuttosto precocemente per quelli che sono gli attuali standard.

Come gli altri che mi hanno preceduto, anch'io rimasi molto impressionato dalle sue immagini quando le vidi le prime volte, ormai diversi anni fa. E' stato certamente un acutissimo osservatore della vita che lo circondava, dotato di grandissima ironia.

Interessante quello che scrive archifoto : "Non vedevo più alcuna ricerca nelle sue immagini più recenti, era sempre lo stesso modo sicuro e collaudato, Martin Parr che fa Martin Parr! Sarà un problema mio ma mi annoiano gli artisti che ripetono lo stesso gesto per 40 anni."

Trovo questa annotazione interessante, perchè mi fa venire in mente quello che in diversei occasioni ho sentito dire dal grande Franco Fontana e che più o meno suonava così: "ancora oggi molti mi chiedono, perchè ho abbandonato le foto di paesaggio ed ho fatto altre cose assai diverse (credo si riferisse per esempio alle serie sulle piscine, sulle ombre americane, ecc). Il fatto è che i paesaggi "alla Fontana" ormai li ho fatti, so come si fanno, li potrei rifare mille volte. ma non è questo che conta" Infatti per Fontana quello che conta è rinnovarsi sempre. E' questo che mantiene giovani. Non si è più giovani col corpo, ma lo si può ancora essere col cervello e col cuore.

Inviato: Oggi alle 19:03
Tessera C.F.A.O n. 3

"Tempo fa ero indeciso, ma ora non ne sono più così sicuro" Boscoe Pertwee

https://500px.com/lucinio

http://www.flickr.com/photos/15773975@N00
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Re: addio a un attento osservatore del kitsch

Iscritto il:
10/1/2010 10:42
Da Roma
Messaggi: 397
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Come ho scritto anche altrove, se posso fare un parallelo che spero non scandalizzerà sotto certi aspetti Martin Parr mi ha sempre prodotto sensazioni e veicolato stimoli - in fotografia - paralleli a quelli che mi suscitava Jacques Tati nel cinema. - Mi è sembrato osservare il mondo - o, meglio, l' umanità - con uno sguardo molto, molto affine a quello del geniale attore e cineasta francese.

In certe foto par quasi di immaginare Mr. Hulot al fianco di Parr che, dopo uno sguardo d'intesa fotografa; mentre il primo annuisce appena, compiaciuto. Stesso sguardo analitico ma affettuoso, spietato nel descrivere la realtà della vita - nei dettagli un po' assurda e fantozziana - della "gente comune" ...senza idealizzazioni ma con intima simpatia.

La gente ordinaria e i posti qualunque ispirano in me la stessa passione che porta altri fotografi a raccontare guerre, carestie ed epidemie: io, però, preferisco andare nel supermarket della mia città” (M.P.)

La poetica di Tati ha avuto un vero erede sul piano dello stile? Forse no, perché quel che voleva dire l'ha detto. E poi... è morto.
Parr forse ha proseguito troppo reiterando un filone che in fondo aveva eviscerato abbastanza, diventando prevedibile.
Ma il buono che ha lasciato resta.

Inviato: Oggi alle 23:17
...io non vorrei mai far parte di un club che accettasse uno come me come socio... (Valerio, lib. tratto da Groucho Marx)
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