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Innaturalismo, depressione, scontentezze varie, manifesti ecc.

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30/10/2009 8:59
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Molte discussioni del -si puà dire nostro?- nostro forum hanno deviato verso argomenti che si scostano sensibilmente dall' "oggetto iniziale", e ho potuto constatare che uno degli argomenti che sta a cuore a molti è quella certa tendenza al decadimento del mondo della fotografia. Forse potremmo dire "arte" o "comunicazione" anziché "fotografia".

In ambienti (e forum) più vicini al mondo dell'arte genericamente definita, indipendentemente dal mezzo utilizzato per (tentare di) crearla, ho avvertito la stessa tendenza.

Ho avuto modo di incontrare persone che si dibattono come pesci fuor d'acqua, cercando di liberare le proprie creazioni (e il proprio "modo di porsi") dai soliti precostituiti predefiniti preconfezionati pre-pensati predigeriti cliché.

Qualcuno arriva a non vendere più le proprie opere, ma solo a regalarle in cambio di qualcosa di diverso dal denaro, convinto che "il denaro fa terra bruciata intorno a
sé". Altri non fanno più un tubo e si incacchiano con i giovanotti digitalisti, "tirandosela" e motosegando qualsiasi loro iniziativa.

Si dice che c'è una grande concentrazione sui mezzi di realizzazione anziché sui progetti da realizzare con tali mezzi -forse perchè di progetti non ce n'è, dico io- auspicando un ritorno ai contenuti,

che c'è un abbassamento del livello culturale, voluto da politici e media (quando le "cose" non coincidono) e, perchè no, dal mercato,

che il microstock nuoce alla fotografia,
e chi dice che invece sia ossigeno per la fotografia,

che "La fotografia non si domina: corre da sola e l'uomo la segue in ritardo e mai come oggi. A. Gilardi"
e chi dice, invece, tutto è stato detto, e quindi tutto è fermo, e quindi anche quei 500milioni di persone che erano rimasti indietro ormai sono arrivati a raggiungerla.

che qualsiasi cosa ormai "e' un settore inflazionato, di belle foto ce ne sono tante in giro, e' difficilissimo emergere o trovare qualcosa di nuovo".


Credo ci si debba sforzare di fare qualcosa di diverso, mettendo assieme le idee di più persone, darsi una mossa e una scossa, senza aver paura di restare fulminati, o che qualcuno "ci freghi la firma e l'idea", creare un movimento di più persone che vanno nella stessa direzione, con la speranza che quegli altri seguano come "cocà i", come si dice dalle mie parti riferendosi a certi uccelli che "quando si muove uno, si muovono tutti" ma non necessariamente nella stessa direzione. Ma almeno si muovono e non stanno lì fermi a lagnarsi.

Prima si deve fare qualcosa, poi se questa cosa non funziona si tenterà  con una deviazione.

Basta lagnarsi ragazzi.

Qualcuno prova a muoversi, o -secondo alcuni- almeno fa finta di muoversi. Magari solo per vendere, chi lo sa?
il primo che mi viene in mente
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Inviato: 24/3/2010 10:33
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Re: Innaturalismo, depressione, scontentezze varie, manifesti ecc.

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9/6/2009 21:25
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Serve poco lagnarsi, effettivamente.
Però perché preoccuparsi di fare "Arte" con le nostre fotografie?
E se volessimo fare cultura, perché invece parliamo e ci deprimiamo con aspetti meramente tecnici, intendo quelli legati allo strumento e/o fotoritocco?

Abbiamo le nostre (io per prima) responsabilità .

Difficile cambiare la testa alla massa che ormai non sembra più capace di uscire da questo torpore culturale che i media ci regalano.

Se la massa trova più importante un reality dove poter solo giudicare i concorrenti di turno...la vedo dura.

Inviato: 24/3/2010 11:57
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Re: Innaturalismo, depressione, scontentezze varie, manifesti ecc.
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Da lombardia
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Mah, forse sono io a vedere il bicchiere mezzo pieno, ma non mi ero davvero accorto di tutta questa aria di depressione/smarrimento che descrivi.

Vedo le mostre di fotografia prese d'assalto da un pubblico piuttosto interessato e competente, i prezzi delle foto che tengono abbastanza bene (crisi permettendo: ma questo è discorso generale, non certo solo della Fotografia), nei vari generi vedo un bel numero di magnifiche immagini di altissima qualità  (certo, io me ne impipo che ci sia di mezzo PS, non soffro le pene del purista ), molti fotografi professionisti che stanno facendo in questi anni i migliori fatturati della loro carriera, molti giovani pieni di talento che si affacciano alla professione e portano ventate di aria nuova e di nuove visioni (ovviamente è anche vero che altri falliscono, ma è sempre stato così).
Personalmente - parlando da NON professionista - trovo che si sono di molto dilatate le mie possibilità  espressive: vivo serenamente il passaggio al digitale, cerco di imparare quel che mi serve di PS; se mi gira di seguire la tradizione, trovo un bel pò di ottimo materiale analogico con cui realizzare tutte le foto che voglio ed anche di più, ed a prezzi per di più abbordabilissimi (prima di Natale ho trovato una Contax RTS III, apparecchio su cui avevo sbavato per anni, in condizioni quasi pari al nuovo, con uno Zeiss Makro Planar 60mm ancora inscatolato, al prezzo complessivo inferiore a quello una digireflex entry level).
La qualità  generale dei miei lavori non mi pare peggiorata, anzi avrei l'immodestia di ritenere che sia anche migliorata.
E' vero che la maggior parte delle immagini rimangono a monitor, ma le centinaia di diapositive che, proiettate un paio di volte, poi rimanevano a fare i vermi nei loro scatolini di plastica, erano forse una soluzione migliore? Mi occupavano un gran spazio, e l'idea di ricavare da ognuna una stampa ciba era del tutto teorica, visti i costi.
Potrei continuare di questo passo ancora a lungo, descrivendo le arrabbiature con i laboratori, le pellicole rovinate, i tempi passati al buio in CO e tante altre cose. Sapendo perfettamente che altri potrebbero invece rinfacciarmi le attuali incomprensioni con i profili colore, la rapida obsolescenza delle attrezzature, il pericolo di perdere i files, il mercato un pò drogato e tante altre cose.
Su queste basi, sarebbe evidentemente un dialogo tra sordi.
Ma tutto considerato, in definitiva, di che cappero mai dovrei o dovremmo lamentarci?


Inviato: 24/3/2010 11:58
Tessera C.F.A.O n. 3

"Tempo fa ero indeciso, ma ora non ne sono più così sicuro" Boscoe Pertwee

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Re: Innaturalismo, depressione, scontentezze varie, manifesti ecc.

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9/6/2009 21:25
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Io del digitale non mi lamento, anzi.

Ma quando un cliente non nota che il palo dietro la testa in suo ritratto spunta magicamente od in un locale chiuso il fotografo usi solo il flash frontale regalando foto piatte con sfondo scuro ed ombra del soggetto....tanto al cliente (così mi ha detto un mio collega) interessa solo che si veda bene in foto...un pochino mi deprimo.

Inoltre basterebbe sfogliare qualche rivista, non importa se di viaggi, reportage o naturalistica per rendermi conto che gli editori preferiscono servirsi del microstock...o dei fotoamatori che regalano le foto pur di essere pubblicati.

Questo appiattimento culturale io noto.

Il digitale non c' entra nulla, anzi, a me piace per le potenzialità  e le libertà  che mi offre.

Inviato: 24/3/2010 12:03
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Re: Innaturalismo, depressione, scontentezze varie, manifesti ecc.

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30/10/2009 8:59
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Il problema non sta nello strumento, ma nel suo utilizzo..
analogico, digitale, misto.. bottega d'arte, megafiera consumistica, microstock.. che importanza ha?
La vera domanda che dovremmo porci è : cosa c'è di nuovo da dire? o meglio, come si puà dire/descrivere/rappresentare qualcosa in un modo diverso da quello utilizzato sinora?
L'idea di "corrente", "manifesto", "progetto comune" andrebbe intesa in questo senso.

Luciano, mi piacerebbe essere contagiato dal tuo sano e consapevole ottimismo

"Vedo le mostre di fotografia prese d'assalto da un pubblico piuttosto interessato e competente" io vedo mostre di fotografi piuttosto noti andare relativamente deserte, e carrettate di visitatori gnurà nti, è evidente che frequentiamo città  diverse

"molti giovani pieni di talento che si affacciano alla professione e portano ventate di aria nuova e di nuove visioni" sono in disaccordo solo sulle nuove visioni, che non ho avuto modo di trovare, salvo forse un paio di personaggi equamente suddivisi tra casi di successo e non.
Una rondine non fa primavera, e devo vederne almeno una ventina per fare il cambio di stagione in armadio

..e poi in un'altra discussione, un mesetto fa, affermavi che si stanno producendo tante cose "gratuite" fatte per dimostrare come siano carini i nuovi mezzi, ma con poche idee realmente nuove.. Per dovere di cronaca, dicevi pure che questa situazione sarebbe durata poco.
Speriamo.

"Inoltre basterebbe sfogliare qualche rivista, non importa se di viaggi, reportage o naturalistica per rendermi conto che gli editori preferiscono servirsi del microstock...o dei fotoamatori che regalano le foto pur di essere pubblicati."
Ci sono degli editori che usano bene il microstock, e ci sono pubblicazioni del national geographic con foto che andrebbero cestinate perchè il fotografo che le ha scattate non ha previsto condizioni di luce scarsa e/o una corretta preparazione della situazione di scatto.
E poi ci sono fotoamatori che PAGANO per essere pubblicati, altro che regalare le foto

Si sono molto dilatate le possibilità  espressive, verissimo, ottimo. Si tratterebbe di tirarci fuori qualcosa.
Forse sapremo riconoscere solo a posteriori i "grandi" di questo secolo.. ma dove sono i "movimenti"?
E dove sono i "nostri" Kandinsky, Klimt, Pollock, Mondrian, Picasso, A.Adams, H.C.Bresson, H.Newton, R.Capa, Modigliani, de Chirico, Warhol?

Inviato: 24/3/2010 13:29
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Re: Innaturalismo, depressione, scontentezze varie, manifesti ecc.
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Citazione:

luciano ha scritto:
....non mi ero davvero accorto di tutta questa aria di depressione/smarrimento che descrivi.



Sottoscrivo al 100%

Marco

Inviato: 24/3/2010 13:38
Il mio sito

"I'm not a photographer the moment I pick up the camera.
When I pick one up, the hard work's already been done"

“To photograph reality is to photograph nothing.”

Duane Michals


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Re: Innaturalismo, depressione, scontentezze varie, manifesti ecc.

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Una mail di questo tipo l'ho già  scritta qualche tempo fa...ma é interesante riscriverla aggiungendo altri elementi. Vi faccio due piccoli, ma signifiativi esempi. Da poco tempo é nata RVM (www.rearviewmirror.it) nuova rivista italiana sulla fotografia narrativa. Fresca, mobile, con un approccio alla fotografia che guarda fuori da alcune paludi. Da poco é finito il Festival della Fotografia, nuova iniziativa di un circolo fotgrafico di Lodi. Bell'iniziativa, da mettere a posto, ma lodevole negli intenti e nei risultati (a parte l'ultima serata che gudico quasi patetica, ma proprio perchè gestita dai baroni della lamentela e della critica a tutti i costi). Alcune presentazioni e i dibattiti hanno visto il pieno, soprattutto di giovani. Esiste il bisogno, qualcuno sta iniziando a soddisfarlo. Sono due inziative, ma segnali di una volontà  che guarda avanti. E se valgono i segnali negativi valgono anche quelli positivi. Potremmo citare le tante iniziative festivaliere nate in questi ultimi tre anni, le numerose pubblicazioni, saggistica e monografie, la quantità  di workshop, ecc, ecc. Certo lo sguardo per capire queste dinamiche deve essere globale, altrimenti sfuggono troppe cose. Poi ci sono i cambiamenti epocali. Tecnologici ed economici innanzi tutto. La fotografia sta cambiando e forse non ci sarà  una fotografia come la conoscevamo. Pazienza, nemmeno le auto sono quelle di quando ero piccolo, nemmeno i giocattoli, nemmeno i telefoni, nemmeno i libri,nemmeno la televisione. Scusate e perchè la fotografia deve essere la stessa per sempre, cosa vi aspettavate? La fotografia é la vostra cuccia morbida dove accoccolarsi per tutta la vita, la vostra casetta sull'albero da cui non scendere mai? Ovvvio che ci sono problemi, per chi lavora soprattutto. Non vengo da Saturno e lo vedo tutti i giorni, dato che nel lavoro utilizzo tanta fotografia, di altri.
Ma allora é necessaro interrogarsi se i modi di lavorare vanno ancora bene. Il fotografo solo che fa solo fotografie, forse risponde solo in parte alle necessità  di un mercato complicato. Tempo fa nacquero i collettivi di fotografi per affrontare un altra crisi. Oggi credo che dovranno nascere nuove forme di lavoro, ma nella comuncazione visiva, dove le diverse professionalità  interagiscono. Fotografo, web designer, grafico, operatore multimediale e video. Professioni che stanno convergendo e che dovranno dialogare sempre di più.
E in ultima la dimensione culturale. Solo un invito che nasce da una constatazione. Lascerei perdere questo vizio di guardare alle masse che non capiscono, che sono inculturate, che guardano solo il Grande Fratello, ecc, ecc. Certo, ci sono pezzi di popolazione che lo fanno, come l'hanno sempre fatto (qualcuno mi indica quell'epoca del bengodi dove l'italia era la culla della cultura e intendo in un epoca a noi vicina, diciamo nel 900). L'involuzione percepita come pervasiva é figlia di un modello culturale che c'è, questo é sicuro, ma é anche figlia di un modello culturale che non c'è, o quantomeno ha perso non sapendo confrontarsi con le trasformazioni sociali. E, scusate l'OT, ma valga come esempio una per tutte, che ha preceduto gli anni 90 e ha tratteggiato l'emergere di una nuova classe sociale che dicharava il bisogno di essere rappresentata. La marcia dei 40.000 a Torino nel 1980. Chi ne sa qualcosa di politica se la ricorda. Quella non fu solo l'emergere di una classe lavoratrice, mai prima di allora scesa in piazza, ma fu l'emergere di un modello culturale che alcuni politici cercarono negli anni successivi di cavalcare. All'epoca qualcuno capì e molti altri non capirono. Molte cose sono iniziate a cambiare da allora. E allora, é tempo di iniziare a pensare al futuro in modo serio, costruttivo, visionario, per alcuni versi anche distruttivo. Detto questo, concordo con la citazione di A.Gilardi che penso non cambierà per ancora molto tempo.
bs
marco

Inviato: 24/3/2010 15:22
La fotografia non si domina: corre da sola e l'uomo la segue in ritardo e mai come oggi.
A. Gilardi

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Re: Innaturalismo, depressione, scontentezze varie, manifesti ecc.

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Lasciamo perdere il solito confronto analogico-digitale e "i bei tempi andati" e -consentitemi la definizione- altre boiate del genere.. A me, che il media sia cambiato, o sia cambiato il mezzo fotografico, va benissimo : maggiori possibilità  di scelta =uguale= minori limiti alla creatività . Fantastico, bellissimo. Dalla mostra di paese, alla galleria virtuale, alle riviste on-line : ottimo, più semplice, più veloce, meno costoso, più pubblico. Fantastico, bellissimo.

Parliamo di immagini e altre cose però, altrimenti si torna a megapixel e processi di produzione. Ne abbiamo già  parlato diffusamente "stimolati" da Berengo Gardin (a qualcosa è servita quella sua affermazione.. un pungolo notevole, no?).

Ho appena finito di dire che ci sono editori che utilizzano foto di microstock e che lo fanno benissimo, quindi il mio non è un "problema del digitale perchè l'analogico è meglio", me ne frego proprio di come l'hanno fatta l'immagine e di quali siano le figure professionali coinvolte nella sua creazione fino alla pubblicazione, purchè quell'immagine mi dica qualcosa.

________________


"Esiste il bisogno, qualcuno sta iniziando a soddisfarlo."

Una cosa è soddisfare il bisogno informativo e formativo, altra cosa è avere grandi fotografi (meglio dire grandi Artisti) e importanti movimenti artistici e manifesti.
Dei "fari" che facciano da guida, insiemi di fotografi (o artisti di qualsiasi tipo) che spingono nella stessa direzione uniti da un progetto comune.
Non sono un critico d'arte, né pretendo di avere chissà  quale formazione artistica, quindi ammetto una certa ignoranza di fondo.. quindi vi pregherei -sinceramente- di informarmi : quali sono i grandi fotografi (ma va bene anche artisti in senso più ampio), o movimenti artistici, nati negli ultimi vent'anni? trent'anni?
Ci sarà  -certamente- qualcuno più formato e informato di me che potrà  darmi una risposta.

"Oggi credo che dovranno nascere nuove forme di lavoro, ma nella comuncazione visiva, dove le diverse professionalità  interagiscono."
"E allora, é tempo di iniziare a pensare al futuro in modo serio, costruttivo, visionario, per alcuni versi anche distruttivo."
Magari mi sbaglio, ma questo parlare al futuro mi porta a pensare che nemmeno tu veda molte di queste cose nel momento presente. Ma potrei anche aver interpretato male il tuo pensiero.
Ci sarebbe anche da dire che se "l'uomo insegue la fotografia in ritardo e mai come oggi", o la fotografia ha accelerato bruscamente, o chi pratica la fotografia non corre più come prima.

Inviato: 24/3/2010 16:40
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Re: Innaturalismo, depressione, scontentezze varie, manifesti ecc.

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Marco,

anche tu recentemente, in un'altra discussione, dicevi che l'unica evoluzione che si riesce ad immaginare è quella della tecnica.
cito :
"L'unica ideologia che si riesce ad immaginare. Vero. L'unica che si riesce ad IMMAGINARE. Non l'unica che verrà .
I veri cambiamenti non possono essere immaginati, sono sempre imprevedibili, oppure non sarebbero cambiamenti."

L'unica che verrà . Mi porta a pensare che adesso non ci sia.

Riguardo lo smarrimento che -a quanto pare- vedo solo io (forse perchè riguarda me , quindi mandatemi a casa una cassa di birra)

non vorrei "citarmi addosso", ma anche sì.. quindi riporto l'ultima parte del post con cui ho inziato questo thread (troppo inglese qui..) che -spero sia chiaro- vuole essere assolutamente e completamente esortativa..
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Credo ci si debba sforzare di fare qualcosa di diverso, mettendo assieme le idee di più persone, darsi una mossa e una scossa, senza aver paura di restare fulminati, o che qualcuno "ci freghi la firma e l'idea", creare un movimento di più persone che vanno nella stessa direzione, con la speranza che quegli altri seguano come "cocà i", come si dice dalle mie parti riferendosi a certi uccelli che "quando si muove uno, si muovono tutti" ma non necessariamente nella stessa direzione. Ma almeno si muovono e non stanno lì fermi a lagnarsi.

Prima si deve fare qualcosa, poi se questa cosa non funziona si tenterà  con una deviazione.

Basta lagnarsi ragazzi.

Qualcuno prova a muoversi, o -secondo alcuni- almeno fa finta di muoversi. Magari solo per vendere, chi lo sa?
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Inviato: 24/3/2010 17:07
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Re: Innaturalismo, depressione, scontentezze varie, manifesti ecc.

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Acc... )
a parte le battute, non ricordo bene il contesto nel quale ho detto quelle cose, ma comunque mi sembra che l'affermazione non avesse un sapore così drastico. E in quella che citi mi sembra che dica che non é l'unica che verrà  e che i cambiamenti non si possono sapere quali saranno, perlomeno in modo così preciso. (mi piacerebbe rileggerla...)

Aggiungerei che in ogni caso lo smarrimento c'è perchè é vero che qualcosa sta cambiando. E per certe persone, legittimamente lo smarrimento puà essere tanto e in alcuni casi lacerante; la perdita del posto di lavoro che spesso si accompagna ad una perdita, o a una crisi, di identità , professionale e personale. E questo diventa, a quel punto, un problema di sostegno della persona perchè, ed é il caso di dirlo, quel lavoro spesso non tornerà . L'esempio non è peregrino, perchè credo che molti fotografi perderanno il lavoro. E allora che si fa? Personalmente tendo a guardare cosa si puà fare (il post precedente) e soprattutto tendo a non credere alle lamentele (se non sul piano personale che spesso sono anche una richiesta di aiuto), a chi si lega in modo rigido alle cose che sino all'altro ieri hanno funzionato. Oggi chi poteva difenderle non é più in grado di farlo, spesso anche per mancanza di visione. E poi diciamole. Diverse cose mostravano già  il loro volto problematico da diverso tempo. Ma molti sono stati li a guardare e dirsi, ma si tanto...non cambierà .
E invece sta cambiando e non per la crisi. Fotogiornalismo in testa, soprattutto quello italiano.
Alla fin fine lo dici anche tu, basta lagnarsi.
E allora, che fare?
Nel mercato dell'arte da quello che sento le cose non vanno male, anzi. Sul piano economico, naturalmente. Il sito da te citato vuol fare altro, vuol mettere un punto, dare un segno di cambiamento, ma culturale. Mi fa piacere che esista, anche per dire che mi irrita. Nel manifesto c'è la solita prosopopea della serie noi abbiamo capito tutto, e persino le menti sane sono impigrite, tutte. Meno la loro, ovviamente che invece é sveglia. Va tutto bene, per carità , e non scherzo. Almeno hanno un idea, la si puà contrastare e ciò ha una sua vitalità .
Mancano i grandi nomi, mancano le figure mitiche mi sembra che tu dica. Agli albori delle cose queste figure ci sono sempre. Pensa a Manuel Fangio, forse il grande Senna gli é stato vicino. Oggi c'è anche un numero maggiore di fotografi e accanto a grandissimi nomi che in realtà  ci sono (piaccia o meno ma ad esempio una personalità  come Salgado non nasce tutti i giorni) c'è anche la molteplicità  delle esperienze, una complessità  fatta di grandi numeri e differenze culturali che rendono anche difficile l'emergere e il riconoscere un grande. Ma poi, ci serve così urgentemente?
si puà andare avanti, ma chiuderei.
bs
marco

Inviato: 24/3/2010 19:55
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Re: Innaturalismo, depressione, scontentezze varie, manifesti ecc.

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Ah sìsì, irrita pure me. Ma almeno è un'idea. Irritante, abbozzata, migliorabile. Anche la sparata di GBG mi irritava, eppure a qualcosa è servita. Ha fatto parlare, inca**are, discutere. Però c'è qualcosa che si muove, ci sono alcuni sparuti GRUPPI (e non singoli) che non solo hanno capito l'importanza dell'idea-progetto comune, ma ne hanno pensata una e si sono "mostrati al mondo".

Bene, facciamo dei nomi, qualcuno ce n'è.
Salgado è un grande (e siamo ad "1"). Rude, ruspido, solitamente di poche parole. Ma quel che conta : grande.
Bellissimo anche il suo rapporto con le associazioni di volontariato, quelle vere (e non quelle che con i versamenti ricevuti ci pagano i fondi pensione dei c.d. volontari).

Il mercato dell'arte va bene? Ok, ma questo è solo uno dei lati dell'arte. Il fatto che pure un tacchino della mia levatura sia riuscito a vendere qualcosa non dimostra proprio nulla. O forse non mi piace ciò che dimostra.

Vedo un sacco di gente che corre da sola, e continuo a non vedere gruppi che corrono assieme, progetti comuni.
Tra quelle che conosco, la "cosa" che si avvicina di più ad un "gruppo"-"manifesto" di gente che "corre assieme" è renegade (link).

un altro manifesto-movimento :
MAI
(chissà  cosa ne pensa il triestino Dorfles..)

Inviato: 24/3/2010 22:39
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Re: Innaturalismo, depressione, scontentezze varie, manifesti ecc.

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(cito): "...il primo che mi viene in mente
http://www.innaturalismo.com"

...da quando uno che si proclama uomo sincero e disinteressato sceglie un dominio ".com"?

Inviato: 24/3/2010 23:04
...io non vorrei mai far parte di un club che accettasse uno come me come socio... (Groucho Marx)
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Re: Innaturalismo, depressione, scontentezze varie, manifesti ecc.

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Alt un attimo, al di la dell'irritazione, se si cercano gruppi che lavorano con una propria idea, anche fuori dall'arte, ce ne sono abbastanza. (riguardo all'arte ho uno scarso interesse a definire la fotografia arte, anzi non ce l'ho. E sui fatti artistici li seguo, frequentando l'ambiente seppur in modo discontinuo). Sono più interessato a gruppi di lavoro che vivono all'interno della sfera professionale ma dove la creatività  é il terreno di confronto. Un esempio storico per tutti; Studio Azzurro. Credo che le forme espressive e creative più interessnti non appartengano al campo artistico, ammesso che esista un arte che oggi non equivalga al mercato.
Il riferimento all'andamento del mercato dell'arte era proprio per dire che va bene solo quello. L'ho detto altre volte, é legittimo voler vendere e voler definire una propria posizione all'interno del mercato, ma questo con l'arte puà non c'entrare molto. So che diverse persone non saranno d'accordo. Pazienza.
Volendo correre. Insieme é un modo, da soli é un altro. Si fanno cose diverse nei due modi. Ma si fanno in entrambi i modi.
bs
marco

Inviato: 25/3/2010 0:41
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Re: Innaturalismo, depressione, scontentezze varie, manifesti ecc.
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Citazione:



... io vedo mostre di fotografi piuttosto noti andare relativamente deserte, e carrettate di visitatori gnurà nti, è evidente che frequentiamo città  diverse



Mah, che devo dire? Non voglio generalizzare, ma un paio di settimane fa ho visitato la mostra di Mc Curry qui a Milano: il biglietto costava attorno agli 8 o 9 euro ed ho dovuto fare mezz'ora di fila per entrare. E dentro c'era da sgomitare, quasi.

Circa le nuove visioni dei giovani, mi riferisco ai settori professionali di mio interesse: Moda, Beauty, Ritratto, Still Life pubblicitario. Non so nulla o quasi dello stato delle cose nel Paesaggio, Fotogiornalismo, Fotonaturalismo, e quindi non mi pronuncio in merito. Ma in quelli che ho citato prima, ti posso assicurare che la qualità  e l'innovazione esistono, eccome.

Quando affermavo un mese fa che si vedono in giro anche molte immagini gratuite, non penso di smentire quanto appena detto. I confini del "Mondo Fotografia" sono amplissimi e vanno sempre più dilatandosi, per tanti motivi: è comunque abbastanza naturale che dentro ci si possa trovare tutto ed il contrario di tutto.
Dipende anche da cosa si cerca e da cosa si vuole vedere. Per esempio, la qualità  media dei lavori presenti nel microstock, puà piacere o meno, ma è alquanto elevata: ovvio che ci sia la tendenza degli Editori ad accedere largamente a questa fonte. Significa che i meccanismi di mercato sono cambiati e probabilmente per il singolo è più difficile sbarcare il lunario solo con la fotografia. Ma se guardo al prodotto finito, cioè alla qualità  delle illustrazioni sulle riviste, mi pare mediamente non inferiore a quella del passato, anzi direi il contrario.

Citazione:


"E dove sono i "nostri" Kandinsky, Klimt, Pollock, Mondrian, Picasso, A.Adams, H.C.Bresson, H.Newton, R.Capa, Modigliani, de Chirico, Warhol?"



Ma li cerchiamo nei posti giusti? Sempre qui a Milano, si è chiusa da poco una Mostra al Palazzo Reale sui nuovi Artisti Cinesi (altra coda mica da ridere, per poter entrare): in molti casi li ho trovati molto interessanti, originali, attuali ed innovativi. Purtroppo dobbiamo imparare ad accettare l'idea che nè la Vecchia Europa e neppure gli Stati Uniti sono più l'ombelico del Mondo. Siamo ormai vecchi: culturalmente, socialmente e pure anagraficamente, non fosse che per i figli degli immigrati. Quindi non mi attendo, a meno di imprevedibili colpi di fortuna, che in questo particolare periodo storico, possano più nascere da noi dei Movimenti culturali ed artistici in grado di rinverdire i fasti di un passato neppure troppo remoto.
Ma questo non significa che altrove non ci siano invece fermenti in piena azione.


Inviato: 25/3/2010 1:12

Modificato da luciano su 25/3/2010 1:28:37
Modificato da luciano su 25/3/2010 8:32:28
Tessera C.F.A.O n. 3

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Re: Innaturalismo, depressione, scontentezze varie, manifesti ecc.
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Agnuno,vedo, dice la sua opinione. Ognuno compie ragionamenti sensati. Provo a dire anche io quello che penso. Perdonate la similitudine poco felice; penso che ogni cosa possa essere paragonata ad un mare ondoso. Se assimiliamo i momenti di innovazione, i periodi di creatività  ad un'onda, vediamo che fra un'onda e l'altra c'è sempre un avvallamento, ossia un momento "piatto". Io la vedo cosi'. Quando ci si trova dentro un periodo piatto, esso sembra essere eterno e non si "vede" al di fuori di esso. Fra l'altro molti artisti famosi ed innovativi lo sono diventati non nel loro immediato. Spesso sono divenuti e ritenuti innovativi e rivoluzionari dopo la loro morte.

Marco

Inviato: 25/3/2010 8:21
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Re: Innaturalismo, depressione, scontentezze varie, manifesti ecc.

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@samuel-marco
"gruppi di lavoro che vivono all'interno della sfera professionale ma dove la creatività  é il terreno di confronto"
questa descrizione mi pare si adatti bene alle azioni compiute da un gruppo di artisti che si muovono sotto un'unica -chiamiamola- bandiera.
"Un esempio storico per tutti; Studio Azzurro."
Appunto. o no?
Ecco come si definiscono quelli di Studio Azzurro.
"Studio Azzurro è un ambito di ricerca artistica, che si esprime con i linguaggi delle nuove tecnologie."

Inviato: 29/3/2010 9:00
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Re: Innaturalismo, depressione, scontentezze varie, manifesti ecc.

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ciao Roberto,
provo a spiegarmi meglio, benchè loro per primi in diverse situazioni non si sono presentati come artisti nel modo classico. Leggendo bene la loro presentazione, é vero che parlano di espressività  artistica ma parlano anche di comunicazione (che é cosa diversa)e di altro. E' vero hanno anche avuto retrospettive in musei, sono stati presenti in importanti mostre di arte tecnologica, video arte, ecc ma allo stesso tempo sono una societa che cura allestimentivideo per eventi, grandi e piccoli, in giro per il mondo e lo fanno per lavoro, si confrontano con commesse con lo spirito della ricerca. La loro visione dell'artisticità  é più diffusa e la loro presenza é in circuiti diversi e non solo artistici, anzi. E' questo che fa la differenza. Per fare un paragone, Fabrizio Plessi, tipico video artista si é occupato di arte e bon, scegliendo l'arte, i suoi circuiti, il rapporto con i critici, con il mercato. Studio Azzurro fa anche altro ed é in questa contaminazione che personalmente vedo cose più intressanti (non di Pessi, sia chiaro) e credo che sia un terreo più fecondo. Spero di aver chiarito.
bs
marco



Inviato: 29/3/2010 14:42
La fotografia non si domina: corre da sola e l'uomo la segue in ritardo e mai come oggi.
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Re: Innaturalismo, depressione, scontentezze varie, manifesti ecc.

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Si, ho capito quello che intendi.. è tutta mia la difficoltà  a definire "non-artistiche-ma-solo-creative" le loro creazioni, anche quelle fatte "per lavoro".
è un mio problema, ne parlerà al mio psicologo

Inviato: 29/3/2010 19:03
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Re: Innaturalismo, depressione, scontentezze varie, manifesti ecc.

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Non direi che é un tuo problema, anzi la questione é centrale rispetto alla definzione di cosa é arte e cosa non lo é. Personalmente, pur frequentando artisti e il mondo dell'arte da diverso tempo (io stesso considero un mio maestro un critico d'arte che ho avuto la fortuna di avere come docente e come amico di vita) ho diverse idiosincrasie a considerare arte qualunque cosa che dal punto di vista creativo, estetico, espressivo abbia certe qualità , anche grandi. Per essere chiari, sebbene si rischi la semplificazione, alcune pubblicità  della Nike hanno dietro tantissima creatività , innovazione in alcuni linguaggi, ma non la considero arte. La considero (o l'ho considerata) però un orizzonte di riferimento importante per alimentare i processi creativi. Quella di Studio Azzurro la considero una delle diverse frontiere del linguaggio visivo, narrativo, legati alla capacità  di scoprire come si racconta il sensibile, come si intercetta la dimensione emotiva e poetica, ma non necessariamente é arte. Vero é che mi frega talmente poco di definire cos'è arte e mi interessa di più capire le tante forme espressive e creative. Per il lavoro che faccio, per gli interessi che ho. Oggi mi sembra che l'arte, per ragioni di logiche di mercato, sia destinata a ripetere ciò che é commerciabile, ad enfatizzare le dinamiche finanziarie-economiche (lo ripeto, rispettabilissime le persone che ci vogliono entrare dentro, sia chiaro). So che anche questa é una semplificazione, ma ogni volta che apro le riviste d'arte é raro che rimanga a bocca aperta (ovvio, anche questioni di gusto). Se poi parliamo di fotografia, personalmente mi affascina di più le cose che una rivista come RVM sta publicando. Scoprono un altro modo di raccontare il mondo e le cose che viviamo. A me piace questo.
Se poi qualcuno di autorevole mi dice che la definzione data poco sopra corrisponde a quella di arte, bene, sono contento.
bs,
marco




Inviato: 29/3/2010 19:59
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