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Serie "Smorfie in grigio"
Utente non più registrato
Un'idea sulla smorfia.

Allega:



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Inviato: 8/2/2009 12:58
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Re: Serie "Smorfie in grigio"

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21/6/2006 9:48
Da Pomarolo - Rovereto (TN)
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L'idea è anche buona sicuramente divertente, ma la smorfia occupa tutto il viso, non solo la lingua. Potrebbe essere inquadrata anche una parte della situazione che la comprende ....

Non so così come è messa mi sembra un po' superficiale .....

Inviato: 8/2/2009 13:33
...
Luca
.......
http://www.lucacazzanelli.it ...
L'essenziale è invisibile agli occhi....................
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Re: Serie "Smorfie in grigio"
Utente non più registrato
Possiamo dire, con criterio, esattamente il contrario di Luca76... anzi certamente di più....

L'idea non è nuova, ma ben impostata, saprai condurla in porto non ascoltando consigli al ribassi, questo lo vedremo...

Non so perchè ma il primo collegamente mi è venuto con l'ATLAS, ovviamente alludo al loavoro di Richter... c'entra niente lo so, ma un sapore lontano in qualche modo v'avvicina.

Continua con questo tono e soprattutto con queste inquadrature... senza ascoltare le tentazioni contestualizzanti e didaliscaliche di chi non colgie il senso del perchè oggi si faccia illustrazione e non fotografia.... ma soprattutto prosegui nella serie.

Serie con occhi/serie senza occhi
Uomini/Donne
Vecchi/Bambini
Gioioso/Provocante

allestisci i singoli soggetti su di un'unica stampa di medio-grande o grande formato, diciamo dal 50X60 all'A0, con multipli di questo soggetto organizzato per categorie o disorganizzato. Mantieni il medesimo tono fotografico tra ongi soggetto, realizza diverse serie... impaginale su fondo nero, leggermente distanziate una dall'altra con ampio bordo ai lati, monta il risultato su pannello ad alto spessore...
Non te ne pentirai... in bocca al lupo....

E mi raccomando non cogliere suggerimenti al ribasso, rimani sopra le righe con il tuo intento.

Inviato: 8/2/2009 15:42
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Re: Serie "Smorfie in grigio"
Utente non più registrato
Grazie di tutti i preziosi consigli ellemme, hai capito a pieno, la lingua e' un elemento forte, personale ma allo stesso tempo comune.
Condivido anche i suggeriemti sulla presentazione del lavoro misura delle stampe fondo nero e quant'altro.
Un consiglio sul tipo di supporto di stampa?

Ringrazio comunque luca per la critica forse la smorfia e' vero interessa anche il resto del volto ma non corrisponde alla mia idea.

Inviato: 8/2/2009 16:00
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Re: Serie "Smorfie in grigio"

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9/12/2004 21:10
Da Toscana
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Ciao,
i suggerimenti di ellemme mi sembrano azzeccati, gia' sarebbe un tema interessantissimo la serie vecchi-bambini.
Bravo,
Renzo

Inviato: 8/2/2009 16:04
.........

......
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Re: Serie "Smorfie in grigio"
Moderatore
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13/5/2004 17:25
Da lombardia
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Io, quando si tratta di Arte ed Estetica della Fotografia (o di altre forme d'arte in genere) faccio rispettosamente un passo indietro e cerco di stare zitto, perchè ci capisco poco di questi argomenti e quindi vorrei evitare di dire sciocchezze.
Tuttavia mi piacerebbe cercare almeno di capire che cosa intendono e vogliono dire coloro che intervengono.
Di conseguenza, mentre non ho nulla da aggiungere o da consigliare di meglio o di più di quanto già  fatto da ellemme, mi piacerebbe però capire meglio il significato di questo suo passaggio:

Citazione:

Continua ... senza ascoltare le tentazioni contestualizzanti e didaliscaliche di chi non colgie il senso del perchè oggi si faccia illustrazione e non fotografia....


in tutta serietà  - nel senso che non ho alcun intento ironico o di altro tipo, tranne un genuino desiderio di capire - ho cercato di trarre un senso dall'affermazione che oggi si fa illustrazione e non fotografia, ma senza riuscirci. Ellemme stesso o qualcun altro, più addentro di me in queste problematiche, potrebbbe aiutarmi?



PS: a me le foto , o meglio la serie, piace parecchio.Più in potenza che in atto, nel senso che ritengo si presti a sviluppi ulteriori ed interessanti, di cui questi esempi sono solo un possibile inizio. Ma non saprei dare una spiegazione estetica precisa dei perchè.

Inviato: 8/2/2009 18:31
Tessera C.F.A.O n. 3

"Tempo fa ero indeciso, ma ora non ne sono più così sicuro" Boscoe Pertwee

https://500px.com/lucinio

http://www.flickr.com/photos/15773975@N00
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Re: Serie "Smorfie in grigio"
Utente non più registrato
Da quando la fotografia si è affrancata dal suo rapporto dicotomico con il reale ed il macchinico (traduco non c'è una relazione troppo stretta o di necessità  tra la realtà  ripresa, il reale come concetto, e l'immagine catturata - ed il macchinico, ovvero una sorta di nesso causale, di connessione causa effetto, deterministica quindi determinata, anzi peggio predeterminata, tra il mezzo meccanico della riproduzione - il fare fotografie - ed il suo farsi espressione del proprio se - sto concetto non mi viene di semplificarlo ulteriormente magari ci riprovo) si accetta come anche una apparente riproduzione del reale meccanica, meccanicistica (pensa ad una serie di scatti fatti con una Lomo Action Sampler... niente di più meccanico/bruto) sia soggetto passibile di una interpretazione fortemente allegorica quando non si raggiunge l'oltre...
Ad esempio in "Piss Christ" di Serrano l'ottuso trova la blasfemia, il curioso non puà non scorgervi l'anagogia.

http://en.wikipedia.org/wiki/File:Piss_Christ_by_Serrano_Andres_(1987).jpg

Ritorniamo al nostro Superbura... E' evidente che il Super coglie un sovrasenso... lo coglie e lo fa suo di stomaco magari, ma se ne appropria. E' ancora fotografia, ma ecco l'idea della serie, ecco che dall'epifania dell'icona (epifania comprensiene di una idea generale partendo dalla comprensione di un suo particolare) - mi traduco ecco dalla visione di una smorfia, bellissima che puà essere posta ad immagine non solo di quella smorfia specifica, ma della smorfia come concetto generale - (questo sarebbe in pratica nel nostro caso l'epifania dell'icona) e per questo ad esempio vi rimando a delle immagini che della smorfia sono principe... guardatevi Close Encounters di Irving Penn -
ecco allora dicevo partendo dalla fotografia Super approda alla serie, che in quanto tale non è più solo discorso sulla smorfia ma anche sul senso della smorfia, su ciò che alla smorfia attiene ed anche per necessità  di sinolo, necessita insita nel passaggio ad illustrazione, anche discorso su ciò che alla smorfia non attiene.
Ri-traduco, il passaggio da fotografia ad illustrazione è l'ampiamento dell'asse del discorso che riconosce all'opera fotografica tutte le caretterstice del moderno concetto di OPERA. In questo senso è d'aiuto la lettura di un testo facile "Opera aperta" di U. ECO edito da Bompiani.

Purtroppo non riesco ad addentrarmi nel concetto oltre, poss circoscriverlo, ma enuclearlo senza tecnicismi e senza citare quanto scritto da altri diventa impresa titanica.

In realta la comprensione di come avviene questo slittamente nel linguaggio per molti artisti è istintiva, Super la coglie senza conoscerla ad esempio. Come scavare più a fondo vediamo.... uhmm ecco prendete la voce classica di illustrazione, non quella di wikipedia che fa cagare... in cui si evidenzia il suo rapporto con il vero attraverso il verosimile, notate quanto del discorso intorno alla fotografia c'è già ... ecco possiamo dire, anche se si tratta di una grossolana semplificazione che manipolando il vero l'illustrazione costruisce il verosimile, che si sostituisce mimeticamente al vero in una babele linguistica, in una continua allegoria di se, metamorfosi mimetica che schiude se stesse al rapporto con l'alienazione e l'altro da se, con l'economia del desiderio... e qui credo che ci perdiamo... visto che abbiamo già  raggiunto Felix à  La borde - La révolution moléculaire, Editions Recherches, Paris, 1977 F.Guattari in italiano per i tipi di Einaudi in Saggi.

Boh ci ho provato... perdonami Luciano di aver fallito temo... avrai bisongo di te presente dei miei libri di qualche ora, e alla fine troveresti agio con la manipolazione di tutti questi concetti, magari con qualche lettura affibbiata sul groppone ma benefica.

Per dovere di lettere comunque concludo esplicitando, con complessità  e profondità  il concetto che Luciano chiedeva.

L'illustrazione risolve il rapporto schizoanalitco della produzione macchinica dell'opera d'arte rispetto alla sua riproducibilità  e nello specifico fotografico rielaobora ed integra il rapporto tra vero e verosimile, tra il reale e la simiglianza, attrverso l'elaborato linguistico della transcodificazione dell'icona in solo segno. Siamo chiaramente di fronte ad un atto metapoietico, focalizzata l'opposizione tra arte / pensiero / tecnica che trova convinti sostenitori in molti altri oltre i già  citati,a partire da Heidegger per arrivare al nostro Severino, rilancia superandola la relazione Techne/fotografia/arte/realtà /produzione macchinica (scusate l'epanodo ripetuto, lo faccio per brevità ) non è soltanto una manipolazione, e non è neppure una poiesis, che lega all'etimo "poiein" ("fare, plasmare") sia l'arte del vasaio sia quella del poeta. Ma anche l'accettazione che essendo la techne non solo una 'forza' tra le atre nelle disponibilità  dell'uomo, è anche una forma della conoscenza che dall'azione di questa nel mondo ne deriva, la fotografia evolutasi da semplice forma delle rappresentazione a linguaggio, in quanto tale non puà più darsi o ridursi alla sua forma macchinica di discalizzazione visiva di un presento reale o di un presunto vero.

Insomma questo è il succo. La complessificazione del discorso diventa necessaria non perchè non si possa dare a braccio un concetto, ma perchè su questo concetto hanno operato i pensieri di cosi tanti uomini ed artisti che se ne deve necessariamente darne conto.


Un esempio pratico e conclusivo.... Super vede nella smorfia e nel suo ripertsi/compiersi/ nell'atto della sua serialità  l'occasione per epifanicamente illustrare se stesso e il suo mondo. Quindi accetta una contaminazione tra il linguaggio della smorfia e della fotografia, dandone appunto illustrazione di entrambi... epifanicamente.

Luca, non me ne voglia, non foss'altro per l'omonimia, gli risponde :
"Potrebbe essere inquadrata anche una parte della situazione che la comprende ....

Non so così come è messa mi sembra un po' superficiale ....."

offrendogli di nuovo la sponda della didascalia, ovvero riporta il discorso dalla SMORFIA a quella smorfia, dal piano dell'astrazione a quello di un reale presunto e riconocibile, quella smorfia che nasce appunto dalla situazione che la comprende. Questo non solo è superficiale, ma è anche un crimine... del pensiero certo.E' volonta di techne, è un atto religioso, ma di oltranzismo religioso, della religione di chi crede nelle cose che hanno una origine, che si possono vedere e toccare... che hanno un rapporto non dicotomico con la realtà . Ecco francamente a noi questa visione della fotografia non ci interessa, è già  stata discussa, analizzata e penetrata ogni dove, ed è superficiale nel senso più trivio del termine. Questa si.

Fa quindi benissimo Superbero a censurare visi, contorni, storie, per pulizia, per focalizzare sull'atto della smorfia la propria riflessione. Che se ne discuta in astrazione, senza il peso del presunto reale o del presunto vero, che dal vero presumibile si dia appunto illustrazione non del fatto macchinico (sia della smorfia che della fotografia) ma della narrazione, dell'operazione che la smorfia compie in qunto SMORFIA e la fotografia compie in quanto illustrazione.

Saluti

Inviato: 8/2/2009 19:51
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Re: Serie "Smorfie in grigio"
Utente non più registrato
Ammetto che ad una prima lettura ero del parere di Luca76, lo vedevo solo come un giocare con la macchina. Però dopo gli interventi di ellemme e di superbura stesso mi sono immaginato una serie di inquadrature della "smorfia" di persone di sesso, età  e aspetto diverse e ho capito molto meglio le potenzialità  dell'idea. Complimenti.

Per quanto riguarda il contrasto tra illustrazione e fotografia rimango sempre del mio parere che è una questione vecchia quanto il mondo che parte dall'icona magica dei primi graffiti umani, alla rappresentazione dell'universo secondo la filosofia platonica e aristotelica, il divieto delle rappresentazioni sacre (iconoclastia) o umane (islam) fino alla irrisolta questione del nominalismo. Peccato solo che i miei studi siano un po' vecchi e che oramai mi sono rassegnato ad essere un fotografo "aristotelico".

E questo nonostante la mia passione pluriennale per l'arte medievale dove invece il reale, sempre piegato alle esigenze dell'illustrazione dell'idea, vera realtà  presente nella città  divina, è solo "l'ombra" percepibile nella caduca città  terrena.

Inviato: 8/2/2009 21:54
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Re: Serie "Smorfie in grigio"

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Enbhe... vista dalla spiegazione ci sta anche ....
Chiedo venia per il mio "diretto" approccio .....


Inviato: 8/2/2009 23:26
...
Luca
.......
http://www.lucacazzanelli.it ...
L'essenziale è invisibile agli occhi....................
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Re: Serie "Smorfie in grigio"
Utente non più registrato
La capacità  di 'vedere' oltre il guardare risiede appunto nell'aver elaborato una propria personale posizione sulla fotografia...

Per questo si necessita della frequentazione attiva anche di apparati collaterali della produzione artistica...

Nulla di che scusarsi se persona non ha ancora elaborato la propria. Diremo che già  l'importante è cercarsi, e continuare a farlo anche una volta trovatesi...

Saluti

PS
Per AG, ti rimando sempre che tu ne abbia voglia, alla riduzione del mio articolo per la stampa, tema "Il milizioano di Capa" che ho messo nel nostro forum.

Inviato: 9/2/2009 10:38
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Re: Serie "Smorfie in grigio"
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Concordo sull'incoraggiarti a proseguire la serie e a farci vedere i risultati!

Io le vedo molto legate al concetto di amplificazione eccessiva, specie la terza (la mia preferita)...l'amplificazione eccessiva, in musica, alla fine è, se ci pensi, un non udire più niente, superare la soglia dell'udibilità /discernibilità ...nelle arti visive invece è come se tu avvicinassi sempre di più e sempre di più agli occhi l'immagine, anche qui alla fine non vedresti più niente, quindi la smorfia non è più, l'hai trapassata, sei cieco come Tiresia, sei sulla strada giusta , ma a mio parere ci devi lavorare ancora un pò ...


Ciao!!

Marco

Inviato: 9/2/2009 10:38

Modificato da Marco su 9/2/2009 11:27:31
Il mio sito

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Re: Serie "Smorfie in grigio"

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Superbura, scusa la franchezza: al di là  di tutti i discorsi posso apprezzare l'idea, ma anche in un'ottica "seriale" -che praticamente ti stanno consigliando tutti- non mi sembra che le tre foto che vedo abbiano ancora raggiunto un'efficacia tale da reggere un progetto del genere.
Inoltre sarà vecchio stampo ma credo che una cosa così va stampata grande -anche per una questione di moda- o quanto meno non minuscola, e non sono affatto certo che una reflex digitale aps-c sia sufficiente alla bisogna.
In ogni caso c'è da insistere!

Inviato: 9/2/2009 11:12
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Re: Serie "Smorfie in grigio"
Utente non più registrato
Infatti Palomar la serie e' il progetto sono ancora in una fase preembrionale, solo che l'idea mi interessa e mi appassiona e volevo avere qualche consiglio (che ho avuto), la strada e' lunga e complessa ma la volonta' e l'entusiasmo non mancano..
Per il discorso inerente alle dimensioni di stampa, credo che fino al 120x80 si possa arrivare senza grossi problemi e lo considero un formato piu' che sufficiente per l'esigenze del caso, semmai pensavo comunque , appena ritorna dalla revisione di fare anche qualcosa con la Spotmatic e il takumar 50 f1,4, vediamo dai.
grazie per i suggerimenti a tutti appena ci saranno sviluppi li condividero' con voi.

Inviato: 9/2/2009 11:47
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Re: Serie "Smorfie in grigio"
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Citazione:

superbura ha scritto:
...
Per il discorso inerente alle dimensioni di stampa, credo che fino al 120x80 si possa arrivare senza grossi problemi
...


con una digitale aps???
a parte i discorsi estetici credo che se parti dal presupposto che un lavoro così possa essere stampato in queste dimensioni partendo da un file da aps sei un poco fuoristrada...
come minimo ti servirebbe una medioformato

ciao
daniele

Inviato: 9/2/2009 11:59
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Re: Serie "Smorfie in grigio"
Utente non più registrato
Daniele, al massimo con l'aps fino a dove posso arrivare senza perdere troppo? secondo te?
Pensavo all'A1.. ce la faccio senza grossi problemi?

Inviato: 9/2/2009 12:30
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Re: Serie "Smorfie in grigio"
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sinceramente ho fatto stampe dalla canon 5d in 30x40 e già  non c'era confronto con il medio formato...
poi si puà arrivare dove vuoi, ho stampanto anche dei 30x60 da canon 350d, ma bisogna essere consapevoli di cosa sarebbe una stampa di qualità  nello stesso formato

per il 6x7 ad esempio ritengo che regga ottimamente fino al 40*50 e dia buoni risultati fino al 60x70 e poco più...
poi però dipende tantissimo dai soggetti e queste tue foto vivono anche della texture della pelle che sarebbe la prima a soffrire di una stampa tirata (io faccio paesaggi e architettura e anche li il dettaglio è fondamentale)

scusa se però ho deviato il discorso

comunque le vedrei benissimo in grande formato soprattutto per le possibilità  che i moventi ti darebbero nella gestione del piano di messa a fuoco e quindi di delle aree di sfuocato che mi sembrano centrali in queste tue foto

ciao
daniele

Inviato: 9/2/2009 12:44
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Re: Serie "Smorfie in grigio"
Utente non più registrato
Ok grazie daniele per i consigli.. faro' delle prove e dei test poi vediamo un po', tanto qua la strada e' lunga..

Inviato: 9/2/2009 12:46
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Re: Serie "Smorfie in grigio"
Utente non più registrato
Palomar, nessuno a detto che ci siamo ancora con le immagini... ma abbiamo una tavolozza di colori, usiamoli poi giudichiamo... quindi basta con la serie delle recriminazioni. Questo è un POST COTRUTTIVO, ne bietolose strocnature, ne inutili quanto falsi complimenti... sul concetto ci siamo.

Per il formato sono poi super d'accordo con te, qui il formato ci vuole e grande. Lo vedremo.

Per altro è questione di nostro gusto... i Becher ti direbbero l'esatto contrario... Richter ti direbbe l'esatto contrario.

Insomma qui siamo di fronte a due letture possibili... le vorrei sostenere entrambe.


Scorporiamo Danipen...

Premetto che il mio formato piccolo è il 4X5" l'8x10" il medio ed adesso mi sono lanciato anche nel 16X20".... ma aimè ciò che dice Danipen è di una spanna incauto.

In realtà  dice due cose... una rispetto al formato di ripresa, dalla quale ovviamente dissentiamo in quanto parte di una visione settaria e masturbatoria... ed una secondo riuspetto al tipo di formato/camera invece intelligente con riferimento all'uso del banco. Ma forse è volo pindarico, volo che vorrei fare anche io con lui, ma troppa carne al fuoco.

Ritorniamo al tema del formato di ripresa, Boltansky al sentire una cosa del genere ci manderebbe a cagare tutti.. lo dico a Danipen come lo dico a tutti... apri Kaddish, guardalo, e poi dimmi se condivi ancora il tuo ragionamento.

Questo come principio generale... niente ti vieta di dare un sapore di poco definito, di artefatto digitale, addirttura di introdurli tu nella stampa, niente ti vieta di usare carte diazo, di stampare su cartaccia di scarsa grammatura con plotteracci industriali a solvente, sovraddimensionando a dismisura quanto vuoi...

Quello che trovo deludente nell'approccio di Danipen è che sia fatto da Danipen. E mi spiego... di solito quando qualcuno commenta una foto altrui vado a vedere le sue... ora vagando per tutto fotoavventure ci sono solo tre autori e cinque progetti originali, il resto è copia di copia... di copia di copia... insomma fiera del gia visto... il che non vuol dire che siano tutte cose brutte, solo non sono originali, nuove, personali.

Danipen è l'autore di uno di quei progetti...

http://www.danielepennati.com/webgallery/category.php?cat=28

per non dimenticare l'approccio non nuovo ma forte di Trilogia di New York, insomma mica schifezza, fotografia ed illustrazione... perchè poi avrà  scritto sta cosa ancora me lo domando ma...

( Inciso per Daniele - Certo, personalmente il 40X40 per me è il limite massimo del 6x6, ma per il resto del mondo non è così... Sto stampando ottimi 100x150 in questi giorni da files di 5D per un cliente fortunato, che si è ritrovato solo con quella a scattare cose che lo interessano. Insomma è pure vero ma noi non lo possiamo dire, sappiamo troppo per sparar fregnaccie )

Per altro Daniele avendo nella prima parte del suo post TORTO MARCIO ha anche RAGIONE ASSOLUTA.

Come è possibile direte voi.... ehhh qui ci vuole Lacan, Deluze e ancora Guattarì, questo purtroppo non si esemplifica... Kant anche volendo fare il contrario ha messo una pietra tombale e per fortuna sul razionalismo settecentesco che dominio della techne non accetta il superamento del principio aristotelico di non contraddizione, e qui rimando a Logica di Armando Plebe, per una veloce lettura, il cui superamento diventa invece elemento fondante per l'arte del novecento.

TORTO MARCIO non lo motivo oltre... basta il lungo buuuuuuu di Boltansky.

RAGIONE ASSOLUTA e beh ve lo spiego con una epifania....
vi pigliate Portraits di Richard Avedon, nell'edizione quella di lusso, quindi quella pieghevole, non quella rilegata a libro, lo guardate ed avete capito.

Tornado a Super

Dunque ancora una volta niente paranoie.... soprattutto non dare retta a chi vuole porre a monte della tua idea il possesso di una qualche attrezzatura... è ovviamente un errore... linguistico, non estico, ecco perchè è compresente la sua verità  d'errore e la sua falsità  di verità . Attenzione siamo nell'illustrazione delle fotografia non nella fotografia d'illustrazione oppure per farla semplice siamo nella fotografia d'illustrazione dell'illustrazione.

Hai una aps-c è una chiavica ma è quello che hai... intanto scatta, fai, esplora e stampa... insomma produci e fai vedere.. se l'idea saprai condurla anche in porto bene allora puoi sempre ritornare sul tema con una apparecchiatura di ripresa che supporti il tuo pensiero.

Io personalmente, nel campo delle ricerca artistica rifuggo da tutti i paletti... ti faccio un esempio, quando ero molto giovane già  stampavo nel formato 180X240 che viravo a tamponecon il COLORVIR... era già  la mia chiave... poi un periodo per mancanza di soldini mi dovetti reprimere e comincia a fare un album con centinaia di idee ma solo in 13X18. Appena ho potuto ho duplicato tutti quei 13X18 li ho riprodotti in film 8X10" cercando il giusto modo per renderli stampabili in grande formato ed oggi ne ho tirato delle belle copie 100X150, certo sono stampe DYE TRANSFER, non sono viraggi originali a mano... ma adesso che padroneggio altre tecniche sto pensando a delle grandi autocromie... chi lo sà .

Dunque niente preconcetti, pregiudizi o preclusioni di mezzo... insomma niente masturbazioni da fotoamatore con la sua attrezzatura... che non c'è niente di peggio... anche perchè se conduci in porto la tua ricerca con mezzi modesti ma grandi risultati c'è sempre la possibilità  di coinvolgere qualcuno nel tuo progetto, trovare dei soldini, automotivarti, motivare i tuoi soggetti.
Se ti fermi prima.... ovviamente sarà  solo un nulla di fatto.

Rilancio la palla a Daniele nella speranza di averlo provocato/stimolato abbastanza vediamo che ne viene fuori.

Inviato: 9/2/2009 13:37
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Re: Serie "Smorfie in grigio"
Utente non più registrato
a parte il fatto che dipende anche chi stampa e come viene fatta l'interpolazione del file....di certo un 80x120 fatto con una aps è tirato per i capelli...

ma mi sembrano anche delle informazioni non corrette quelle date da Daniele

con una 5D io ho visto stampe in formato 80x120 da leccarsi i baffi, ovvio non interpolate alla vigliacca e non stampate con la stampantina della Rinascente

per il 6x7 ad esempio ritengo che regga ottimamente fino al 40*50 e dia buoni risultati fino al 60x70 e poco più... cavolata gigantesca con il 6x7 scandito a tamburo stampi TRANQUILLAMENTE anche il 100x140....e alcuni di questi forum hanno visto le mie stampe di 100x140 fatte da 6x7....chiaro che se scansioni con lo scanner di nonna papera non vai lontano...ma allora và  specificato....non credi?

Inviato: 9/2/2009 13:44
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Re: Serie "Smorfie in grigio"
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14/4/2007 23:27
Da Milano
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o mamma...
non scriverà mai più un post "frettoloso" in cui non esplicito per filo e per segno tutto quello che ho sottointeso nei due post precedenti
lo so dovevo essere più preciso dall'inizio, ma mi sarei perso i (parziali) complimenti di ellemme al mio lavoro che fanno certamente mooolto piacere eheheh

comunque per tornare in topic e rispondere alle questioni emerse e, soprattutto, spiegare meglio (specialmente a superbura) cosa intendevo ecco qui i miei due cents:

Non ho assulutamente detto ne sottointeso che ci sia un formato "giusto" o "migliore" scattare queste fotografie. Il mio consiglio era puramente destinato alla parte finale del lavoro, le stampe, e non a quella iniziale, la ripresa.

Sono profondamente convinto che un PROGETTO fotografico si componga di tutto il processo, dall'idea di fondo alla realizzazione dell'oggetto fisico "fotografia" (montata e appesa). Da questo viene la mia "malformazione" a cercare di capire subito, prima ancora di scattare, come vorrei che fossero le stampe, che impatto vorrei che dessero e (di conseguenza) che formato e "qualità " (anche intesa come quantità  di dettaglio) debbano contenere.
Questo però non vuole assolutamente dire che penso che tutti i miei progetti o quelli di altri debbano finire stampati grandi su baritate iperincise (se no ad esempio le mie foto stenopeiche o quelle di "trilogia di ny" non avrebbe ragione d'essere).
Premesso ciò forse diventa più chiaro perchè ho detto a superbura (come ti chiami?) che stampe grandi dall'aps era forse ottimistico. Non sono io che ho detto che doveva stampare grande. Io mi sono solamente immaginato come avrei voluto vedere quelle foto stampate in grandi dimensioni: dettagli molto incisi e sfumati pastosi e ricchi di tenui passaggi tonali, più in formato 4/3 che 3/2 e magari con un piacevole tono caldo... tutto ciò era solo nel mio cervello e ho sbagliato a non dirlo... Comunque questa visione che mi ha susciatato la dimensione citata da superbura mi ha fatto pensare: "mmm però se si parte dall'aps queste stampe in quelle dimensioni non saranno affatto molto dettagliate nelle parti a fuoco, forse sarebbe il caso di ricorrerre alemeno al medioformato per avere stampe meggiormente incise... mmm però con il grande formato che controllo potrebbe ottenere sul fuoco/fuorifuoco e che gradualità  di toni avrebbero delle stampone baritate!!!"
Da questo pensiero è nata la mia frasetta:
Citazione:

come minimo ti servirebbe una medioformato

MEA CULPA!!!

poi per la qualità  ottenibile coi diversi formati è ovviamente questione personale e soggetta ad infinite variabili! e c'ha ragione anche Roberto! Anche qui sono risultato inutilmente lapidario e assolutamente fraintendibile... vediamo di spiegarci meglio:
La questione della "qualità " di stampa massima è assolutamente compessa e soggetta al proprio criterio di qualità ... e soprattutto e soggetta al confronto delle stampe prodotte con stampe prodotte con altre attrezzature/procedimenti, ma appese accanto... Non sarà  ilproblema di superbura che nel caso in un futuro appendere il progetto finito non sarà  certo accanto ad altre stampe, ma in una mostra personale, ma io quanto vedo una stampa la confronto con ciò che conosco e ho visto per esperienza diretta. Per cui posso dire che ho stampato dei 30x45 (con la epson 3800 su carta harman fb) partendo da file raw generato dalla 5d con il 24/70f2.8 e con il 70/200 f4 e devo dire che pur essendo ottimi erano comunque inferiori a quello che avrei potuto ottenere partendo da una pellicola medioformato. Questo certametne era colpa anche del soggetto (paesaggio naturale) e del tipo di stampa ricercato (molto dettagliata) e della carta che non perdona nulla, ma comunque erano ottime stampe, se non viste affianco a degli analoghi fatti in medio o grande formato (ma credo che sia ovvio e condiviso)
Ho visto dei 70x100 da nikon d200 fatti da un lab professionale di milano ed esposti in triennale, a me sembravano spappolati, a tutti (autore e visitatori) erano entusiasti, forse avevo negli occhi la mostra di avedon vista il giorno prima al forma...
Poi, usando il 6x7 stampato sia in 40x50 (sia in camera oscura tutto da me che scannerizzando col nikon 8000 e stamando con la epson 3800) che il 60x70 (scannerizzato da lab professionale con imacon e stampato lambda) e devo dire che (per il tipo di stampa che mi interessava, molto dettagliata) il 60x70 già  mostrava un poco il fianco rispetto al 40x50 che non mostrava nessun decadimento (il 60x70 scannerizzato da me col nikon invece era a pari di quello generato da imacon, per cui probabilmente centrava dell'imperizia del lab "professionale")
alla mostra di avedon c'erano dei 100x100 da 6x6 di ritratti ed erano magnifici, chi se ne frega se si vedeva un poco la grana, ma non erano foto dove la grana rubava dettaglio a soggetti fini...
Sempre al forma c'è stata una mostra di foto di architettura da 6x6 stampata anche in 150x150 a me non piacevano, si vedeva che erano stampate otre il limite, mooolto meglio le stampe 50x50 che era presenti nella stessa mostra
sono tutti pareri personali dipendenti da mille fattori e dal concetto di qualità  che si ricerca di volta in volta nelle proprie stampe.

Tornando al lavoro di superbura io, tra l'altro, me lo vedo stampato piccolo in 20x24 (o anche 17x20) in cornice grande con abbondante pass bianco per cui i miei consigli potrebbero essere utili solo dal punto di vista di un uso "creativo" del banco ottico e, invece, un aps sarebbe sufficiente dal punto di vista del dettaglio...

Per finire l'importante è scattare coi mezzi che si ha, però essendo consapevoli dei limiti e cercando di piegarli alle proprie esigenze! anche progettando un processo (idea-scatto-stampa) che non renda da subito inadatta la propria attrezzatura... in questo caso basterebbe anche solo decidere che non è il dettaglio che interessa in stampa e gestendo la mancaza di texture dovuta all'interpolazione con l'aggiunta di disturbo digitale come insegna il buon fabiano nei suoi ottimi articoli.

spero di essere stato un tantino più chiaro e di aver "rivalutato" i miei post frettolosi. poi se si resta in disacordo... meno male! la discussione è l'anima della crescita

ciao
daniele

Inviato: 9/2/2009 15:04
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