Avrei dovuto fotografare la pasta, inserendola in un contesto di pomodori. Poi mi sono lasciato prendere la mano e la faccenda mi è sfuggita. Però al committente è piaciuta così.

Ci tengo a dire che la post produzione è solo in ACR e solo correzione di alcune luminosità zonali, peraltro molto leggere.

Allega:

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Come sai non sono un esperto del genere, le mie parole sono dettate solo da questioni di gusto personale.
Devo dire molto ben fatta. Ci trovo un punto positivo (fra i molti) ed uno che cambierei. Io toglierei la parte destra, quella con le verdure poste su una cassetta. Troppa roba forse; piu’ lineare e comunque completa con i pomodori, aglio e pasta. Non saprei, ma mi pare di troppo la parte destra. Invece trovo buoni colori ed atmosfera. E poi reputo FANTASTICO il riflesso dei pomodori ed aglio nelle mezzaluna.

Marco

In trealtà le cipolle sulla destra giustificano la mezzaluna che, solitamente, non si usa ne' con l'aglio ne', tantomeno, con i pomodori. Li ho dovuti alzare per riempire un vuoto, con quello che avevo sottomano. Però reistro l'osservazione per il futuro.
Grazie.

Citazione:

Giusto. Vedi? Io non ci ero arrivato....

Marco

Ciao Franz,
tanta abbondanza di pomodori, cipolle ed aglio non trovano riscontro in quelle 7 (di numero) penne rigate ... o le togli del tutto o ne metti un bel mucchietto.

Così mi resta la fame ...

A presto

Citazione:
Il fatto è che mi sono messo a dieta..

Complimenti vivissimi. Questa è LA fotografia del cibo, come lo vede un italiano!

Ormai nel genere (come diceva un critico l'altra sera si RAI 5), siamo arrivati alla "pornografia del cibo". Un cibo nudo, spoglio, solitario, pornografico nelle sue intimità esplorate dall'obiettivo. Sempre su stoviglie bianche, niente di più respingente secondo me!

Il cibo invece, e noi italiano lo sappiamo bene, è convivialità, sapori, gusto e consumo dello steso, poesia di aromi, accoglienza e calore di ambienti affollati.

E allora uno scatto di orgoglio nazionale, non abbiamo niente di meno nelle nostre tradizioni di ciò che hanno le sterili e asettiche culture gastronomiche nordiche e anglosassoni che vogliono imporci pure una estetica del cibo da salma.

Vai con questo tipo di immagini, qui c'è il calore, l'appetibilità di sapori noti, il ricordo della nonna in cucina con le sue stoviglie, e un po' di rassicurante disordine, i colori caldi delle case rustiche e del passato che è tradizione, e la luce che sembra venire da una finestra o da una porta aperta, non da un bank a 360 gradi.

Però metti una ventina di pennette rigate in più

bella sa di light painting..

Citazione:

Purtroppo il mercato vuole questo bianco, dove la pietanza è unico sogetto e deve farti dimenticare tuttoil resto. Però io preferisco (quando posso) il sapore della convivialità, anche se un po' barocca.

Niente light painting: una picola striplight da 90 cm a destra, un controluce con un nido d'ape da 6 mm per concentrare solo sui pomodori e sul tagliere, un pannellino riflettente 8x15 cm sul manico del tagliere e la mia camicia bianca che ha ammortizzato alcune luci dure. Postproduzione solo sulle penne (esposizione +35 e +5 di giallo), e sulla lama della mezzaluna (esposizione +35 e chiarezza +17), oltre a qualche leggera schiarita di ombre sulla destra.

Per quanto riguarda l'esiguità della pasta, ecco dei validi sostituti. La prima è il tentativo è quello di riprodurre una casa della nonna di campagna, con 'illuminazione del solo lampadario della cucina. Nido 'ape perpendicolare, snoot sullo sfondo e flashatina riflessa da un pannello bianco 70x100 sulla sinistra. Unico intervento in post produzione è stato l'aumento della vignettatura, per scurire l'angolo in basso a sinistra.

La pasta, invece, non l'ho ancora postprodotta.

Infine la cascata. L'idea non mi dispiace, ma non ho una pentola nuova.... scattata con un solo speedlight nudo ed un riflesso sulla pentola.

Allega:

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  La-Rustichella_MG_7227.jpg (196.69 KB)


  La-Rustichella-LumaconiUlisse_Vivarelli_7673_F_Gustincich2016_04_27.jpg (333.30 KB)

Bellissime anche queste, soprattutto la prima, masse, luci e colori perfettamente bilanciati nella disposizione spaziale, perchè anche luce e colore hanno un loro peso specifico.
Sembrano quadri fiamminghi e secondo me, se rimani su questo stile, diventi riconoscibile.
Anche l'uso degli strumenti lo è, e dà l'idea di uno scatto spontaneo, di passaggio. L'uso di strumenti molto più sofisticati (dalle luci alla definizione) darebbe la sensazione di una bellezza formale ottenuta con grande maestria e precisione in uno studio. Il pane è perfetto perchè si vede che è fresco e croccante.
Comprati anche un paio di pignatte e scodelle di coccio e maltrattale un po'.

Non voglio insegnarti niente ovviamente, sto solo dalla parte di chi guarda.

Riguardo al bianco delle stoviglie su superfici bianche in un ambiente bianco con luci bianche dove il cibo è uno schitto di uccello sempre segnato da un rivoletto di salsa che sembra diarrea... lo aborro, è orribile.
Credo che ci si siano messi anche i francesi su questa "pornografia del cibo". Anche sulla nostra tavola le stoviglie sono bianche, ma il bianco è coperto dal rosso del ragù o delle salsicce in umido con la polenta!

Come pure è sconvolgente vedere certe trasmissioni televisive dove il capocuoco è un aguzzino che trasmette ansia e preoccupazione ai cuochi. Da noi, nelle trattorie e ristoranti tradizionali, specie in centro e sud Italia, se vai in cucina, ci trovi una nonna o una zia, con il mattarello in mano mentre stirano la pasta per le tagliatelle che parlano della figlia o nipote che sta per sposarsi!

E' forse ancora l'unico elemento di italianità che ci è rimasto. Allora facciamola noi la tendenza, ricordiamolo noi ai becchini del cibo, cosa è tradizione e cultura gastronomica, con queste immagini.

Ti ringrazio delle belle parole e dei suggerimenti.

Solitamente è dificile mettere insieme un set di questo tipo, perché lavoro sul posto, e mi devo arrangiare con quello c'è e che fa già parte di uno stile altrui (chef o ristorante o architetto che ha imposto il proprio).

Queste sono realizzate in studio, ma a cento metri dalla mia cucina. Portarmi dietro troppi oggetti è quasi impossibile: solo con luci, modificatori, stativi, cavi e fondali, riempio il portabagagli di una station wagon.

Quando devo lavorare in centro a Roma poi, e prendo la metropolitana e la mia assistente è uno scricciolo...

Per quanto riguarda le cucine italiane, ce ne sono di due tipi: quelle improntate alla collaborazione, dove lo chef si ferma ad ascoltare i suoi collaboratori, e quelle, di ristoranti anche importanti, dove lo chef usa una metaforica frusta e considera tutti gli altri operai che devono esegure pedissequamente gli ordini. Quest ultime, per inciso, sono abitate prevalentemente da extracomunitari e sono di ristoranti dove la proprietà e lo chef non coincidono.

Se mi entra un lavoro in campagna, tra qualche giorno, voglio adottare proprio questo stile, ma è il luogo e gli oggetti che hanno che lo permette e, non secondario, il tempo: il mio prezzo è a foto, quanto ci metto è affar mio. In altri casi sono pagato a giornata, e allora garantisco almeno 8 foto al giorno. Queste richiedono dei tempi morti di riflessione e un certo numero di prove.

Grazie ancora.