Un ultimo saluto a Ando Gilardi, fotografo, critico e storico della fotografia. Provocatore, spesso odiato, ha stimolato e continuerà a stimolare pensiero con le sue opere, che non dovrebbero mancare nella libreria di chi ama la fotografia, a cominciare da Storia sociale della fotografia.

Andrea

Oh, caspita. Mi dispiace davvero.
Tra le innumerevoli attività e meriti, era per esempio straordinaria la sua rubrica di critica fotografica su Progresso Fotografico: mi ha spessissimo insegnato qualche cosa di nuovo, a cominciare dal non fidarsi delle convinzioni più ovvie ed omologate.

Mi associo al saluto ad Ando Gilardi. Ho sempre letto i suoi scritti con molto interesse.

Anche io mi associo. Personaggio davvero interessante, con una visione assolutamente non scontata.

Un grande, davvero. Fu il primo (me lo fece conoscere e apprezzare mio padre attraverso la sua collezione di "Photo 13", la più originale e mai conformista rivista fotografica italiana) ad aprirmi gli occhi su molti aspetti e concezioni dell'interpretazione fotografica, delle tecniche creative e alternative: in una parola, il nume tutelare del mio modo di imparare a fotografare e a conoscere la fotografia, da adolescente e da giovane. Oltretutto, a parte le riviste e i libri, ricordo ancora molte sue straordinarie, e fertilmente provocatorie, lezioni e conferenze.

non se quanti giornali abbiano riportato la notizia, non molti mi pare. Il Manifesto. alcuni blog e siti personali.
neanche a pensare ad una notiziola in fondo all'ultimo telegiornale della più tarda notte. Telegiornali e giornali in questi giorni molto molto attenti agli artisti che lasciano un segno nella cultura.

Ando Gilardi scriveva, in risposta ad una polemica sollevata dal curatore, risentito, di un catalogo recensito:



"...leggo una recensione del signor Ando Gilardi su due volumi-catalogo di mostre fotografiche ...omissis intinti nel veleno, non meriterebbero neppure indignazione, tanto sono in malafede, se non li governasse una totale mancanza di intelligenza da dare i brividi...omissis Ma il recensore non ama tutto ciò..e non ha il senso della poesia. Sorry, cambi mestiere che è meglio...

risposta di Ando Gilardi:

"...non importa che... omissis abbia o meno ragione per quel che mi tocca; vale il fatto, ed è quello che conta, che la sua è senza saperlo una severa condanna proprio per la Fotografia.
L'opera di un incisore, o un poeta, o un liutaio, o scrittore, dopo mezzo secolo può anche venire biasimata durissimamente, però a nesuno potrebbe pssare per la testa che lui debba cambiare mestiere. Si dirà: ma ...omissis non ti conosce.
Peggio ancora un milione di volte! Perchè da come scrive intuisco che si interessa di fotografia, la quale risulta una attività per cui mezzo secolo ( ndr al 1986) di produzione, trenta libri, centinaia di saggi e migliaia di articoli e un milione di "scatti" non bastano a farti conoscere dagli interessati. Sono certo che...omissis non ha mai sentito parlare di me; così sono la cavia migliore che verifica quello che scrivo, e cioè: non esiste una "cultura" fotografica..."


Progresso Fotografico 1986.