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Re: profili ICC
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Fer ha scritto:
............
- Prima di abbandonarsi al Percettivo, per immagini dove i colori carichi sono importanti varrebbe la pena fare una stampa di prova con Colorimetrico Relativo. Se riuscite ad ottenere colori e luminosità  in qualche modo simili alla dia originale, e non c'è visibile posterizzazione sulla stampa (dovuta al clipping dei colori più saturi rispetto al gamut di stampa), otterrete in questo modo il massimo che la stampante/carta puà darvi (gli avrete "tirato fuori i pistoni" )

Fer


Questa differenza dici che si nota anche su una sampa 20x30 o 30x40...........devo provare

Inviato: 10/12/2005 10:50
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Re: profili ICC
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Questa differenza dici che si nota anche su una sampa 20x30 o 30x40...........devo provare


Se la foto ha colori carichi, si nota anche di più in stampe grandi, dove le differenze cromatiche originali tendono a disperdersi. Il problema è che con il Col. Rel. si puà avere banding/clipping sui colori fuori gamut ed è (ancora) più difficile matchare il monitor.

In questi casi in genere faccio una (o più...) stampina 20x15 e la controllo bene, poi se tutto è OK passo al 30x45.

Fer

Inviato: 10/12/2005 11:22
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Re: profili ICC
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Se PS non segnala colori fuori Gamma però non dovrebbero essereci problemi.......vero? o falso?




Inviato: 10/12/2005 11:46
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Re: profili ICC

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Ciao fer,
grazie per la precisazione.
Avevo fatto anche un'altra domanda: una stampa analogica, riesce a riprodurre tutti i colori di una Velvia? Cioe', in ultima analisi, restituisce piu' tonalita' di una digitale?
Ciao,
Renzo

Inviato: 10/12/2005 12:59
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Re: profili ICC
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Gerry: se PS non segnala nulla fuori gamut, il Colorimetrico Relativo *dovrebbe* andare meglio.
Il condizionale è d'obbligo perché molto dipende da come sono stati creati i profili... non è detto che diano risultati corretti con Colorimetrico Relativo. Inoltre, per motivi che ancora mi sfuggono, a volte con il Colorimetrico Relativo si ottengono risultati migliori *non* attivando la Compensazione del Punto di Nero.

Renzo: la mia personalissima opinione è che una Cibachrome stampata veramente bene (a me ne avranno stampate veramente bene sì e no una su quattro, nel periodo in cui le facevo) abbia una maggiore ricchezza (ampiezza) cromatica di una stampa digitale, e quindi sia potenzialmente in grado di matchare meglio una dia. Però io non sono mai riuscito a ricevere una Ciba che fosse davvero fedele alla dia di partenza.
Quelle stampate bene erano molto ricche, spettacolari, ma comunque non del tutto fedeli alla dia originale.
Per cui alla fine...

Fer

Inviato: 11/12/2005 23:18
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Re: profili ICC
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Falcopardo ha scritto:
Avevo fatto anche un'altra domanda: una stampa analogica, riesce a riprodurre tutti i colori di una Velvia? Cioe', in ultima analisi, restituisce piu' tonalita' di una digitale?



Renzo, mi ero fatto esattamente la stessa domanda qualche anno fa, quando mi ero trovato ad un "bivio", cominciare a stampare da solo le cibachrome oppure passare alle stampe inkjet.
Mi ero anche attivato presso la Ilford per reperire tutte le informazioni necessarie relativamente al cibachrome (per le stampe inkjet non avevo problemi, la rete era ed è piena di info), e grazie alla gentilezza ed alla disponibilità  di Massimo (Max sul forum), al tempo dirigente Ilford, che mi aveva procurato un pò di materiale "didattico", mi ero fatto una discreta cultura.
Per rispondere alla tua domanda: si, una cibachrome bene eseguita ha un gamut colore superiore ad una stampa inkjet, quindi sicuramente riesce a riprodurre meglio i colori di una diapositiva come la Velvia.
Non solo.
I colori di una cibachrome sono più puri rispetto a quelli di una stampa inkjet, cioè il Cyan è molto vicino al Cyan puro, il Yellow al Yellow puro e così via, e questo dona una "profondità ", una "ricchezza" alle stampe ad oggi forse ineguagliata (in questo senso solo le stampe realizzate con la tecnica del Dye Transfer sono superiori ad una cibachrome bene eseguita).
Va da se che di cibachrome bene eseguite nella mia vita ne ho viste veramente pochissime, rari sono gli stampatori che hanno raggiunto un livello di conoscenza del mezzo e di perfezione tecnica e che possono essere chiamati "maestri", arrivare a certi livelli di perfezione richiede anni e anni di esperienza, studio, talento personale e ore infinite in camera oscura, certo che quando arrivi a certi livelli è veramente difficile "superare" una cibachrome se quello che cerchiamo in una stampa sono i colori saturi, brillanti, purissimi ed una certa accentuazione dei contrasti (finchè non avete visto una stampa di Fatali di persona diventa difficile capire quello che sto dicendo, ma chi le ha viste sa cosa intendo).
Detto questo però ci sono degli altri aspetti che non possiamo non tenere in considerazione.
Secondo i dati forniti dal Wilhelm Institute l'archiviabilità  di una cibachrome in normali condizioni di esposizione è di circa 29 anni, mentre quella di una stampa inkjet realizzata utilizzando inchiostri a pigmenti è di 75/100 anni (a seconda del supporto utilizzato), quindi in ambito commerciale/fine art questo è un fattore da tenere in enorme considerazione.
Le stampe inkjet sono più nitide rispetto a qualsiasi stampa tradizionale, cibachrome comprese, anche questo è un fattore che viene spesso tenuto in enorme considerazione, soprattutto tra i fotografi di paesaggio.
Il controllo creativo, e la relativa "facilità " dello stesso, che si ha con il fotoritocco digitale, è molto più potente, duttile e versatile rispetto a quello che si puà ottenere con il cibachrome, senza considerare i tempi e la fatica di quest'ultimo e di cui parlavo prima, tanto che il minore gamut colore delle stampe inkjet secondo me passa decisamente in secondo piano.
Per tutti questi motivi alla fine ho deciso di intraprendere la strada delle stampe inkjet, e ti dico sinceramente che non me ne sono pentito, così come ti dico altrettanto sinceramente che invece il digitale in fase di ripresa non mi interessa affatto e sia io che Cristina rimaniamo ben fermi nel grande formato, 8x10" e domani chissà , se saltasse fuori una 11x14" di occasione non avrei nessuna esitazione ad acquistarla ...



Inviato: 12/12/2005 13:42
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Re: profili ICC
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Alle importantissime considerazioni di Marco vorrei ancora aggiungerne un paio:

1. Ogni stampa Ciba, specie se "stato dell'arte", è un'opera a sé, non banalmente riproducibile.
E se vuoi altre stampe di quella dia? Saranno tutte diverse, più o meno visibilmente. Puà essere OK, ma puà anche essere un problema. Stesso discorso un po' per tutte le tradizionali stampe chimiche a colori (che non partano da un file digitale).
2. La tecnologia inkjet è in continuo miglioramento: tecnologie di stampa, testine, carte e inchiostri danno gamut sempre più ampi. Probabilmente non arriveranno mai al gamut di una Cibachrome allo stato dell'arte o di un dye transfer magari, ma ci si avvicinano sempre di più, grazie all'aumento dei primari e a dithering sempre più sofisticati. Già  confrontando il gamut di una 2400 con quello di una 1280 vediamo differenze significative, e si tratta di prodotti mica tanto distanti cronologicamente.

Fer

Inviato: 12/12/2005 14:28
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Re: profili ICC
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Marco ha scritto:

............. (finchè non avete visto una stampa di Fatali di persona diventa difficile capire quello che sto dicendo, ma chi le ha viste sa cosa intendo)................


Come ti capisco

Cqe è verissimo.....vedi le foto su intenet di FAtali e dici....belle splendide ecc ecc ........ visiti la sua Gallery e ci rimani proprio di Mer....da (scusate il termine )

Citazione:

Marco ha scritto:
..........l'archiviabilità  di una cibachrome in normali condizioni di esposizione è di circa 29 anni, mentre quella di una stampa inkjet realizzata utilizzando inchiostri a pigmenti è di 75/100 anni ....


Cosi poco un ciba!!!! io pensavo durasse molto di + e cqe di + di una stampa inkjet (se tenute con le dovute cure)

Citazione:

Marco ha scritto:

.........Per tutti questi motivi alla fine ho deciso di intraprendere la strada delle stampe inkjet, e ti dico sinceramente che non me ne sono pentito, così come ti dico altrettanto sinceramente che invece il digitale in fase di ripresa non mi interessa affatto e sia io che Cristina rimaniamo ben fermi nel grande formato, 8x10" e domani chissà , se saltasse fuori una 11x14" di occasione non avrei nessuna esitazione ad acquistarla ...


A mio avviso anche se il digitale raggiungesse la qualita del grande formato ciò che manca al file è la poesia

Provo a spiegarmi....ciò che mi attira verso il GF non è tanto la qualita assoluta (anche perche praticamente non interessa piu a nssuno....a parte noi stessi) ma il suo modo di vedere e concepire un immagine......il ragionamento che sta necessariamente dietro ad ogni scatto
(prima o poi arrivo ..... prima o poi )



Gerry

Inviato: 12/12/2005 14:52
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Re: profili ICC
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Gerry ha scritto:


Cosi poco un ciba!!!! io pensavo durasse molto di + e cqe di + di una stampa inkjet (se tenute con le dovute cure)




Questo secondo il Wilhelm, che effettua dei test accelerati di invecchiamento che hanno come parametri standard la simulazione ad una esposizione ad una intensità  luminosa di 450 Lux per 12 ore al giorno.
Secondo il direttore del Metropolitan Museum questa esposizione è eccessiva, secondo lui una intensità  di 80/90 Lux è più aderente alla realtà  museale.
Questo per farti capire l'arbitrarietà  di questi test e che i dati del Wilhelm tutto sommato non sono neanche in contraddizione con quelli forniti da Ilford, che parlano di 200 anni per le cibachrome, dipende tutto da quali parametri base si è partiti per determinare il valore di "invecchiamento".
Però un dato inequivocabile si evince dagli esperimenti del Wilhelm: a parità  di esposizione ad una fonte di luce di uguale intensità , le stampe inkjet durano più delle cibachrome, poi se parliamo di 450 Lux per 12 ore al giorno le ciba dureranno 29 anni contro i 75 delle inkjet, se invece parliamo di 80 Lux allora se le ciba durano 200 anni le inkjet dureranno 500.
Per chiunque sia interessato a vendere le proprie immagini la scelta è abbastanza ovvia, anche perchè è difficile stabilire a priori dove e come verrà  esposta la stampa (pensiamo al Sig. Brambilla che la mette in salotto direttamente illuminata da un bel sole intenso per 3 ore, allora altro che 450 Lux!!!), e quindi nel dubbio io preferisco prediligere il metodo di stampa che mi darà  le maggiori garanzie, a meno che stampare delle cibachrome sia una ineludibile necessità  espressiva, legata alla natura artistica dei nostri lavori o della nostra visione fotografica (cosa possibilissima, vedi Fatali), ma questo è un altro discorso...
Cmq le stampe cibachrome sono tra le più stabili in assoluto al buio ed in ambiente con temperatura/umidità  controllate...



Inviato: 12/12/2005 16:14
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Re: profili ICC
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Uno dei fattori di invecchiamento delle stampe fotografiche che secondo me è spesso trascurato ma ha un peso molto molto rilevante è l'umidità  atmosferica dell'ambiente dove si conservano le stampe. Oltre all'illuminazione infatti una delle cause di deterioramento è la scarsa o eccessiva umidità . Su questo parametro i dati sono scarsi o inesistenti, mentre secondo me questo aspetto meriterebbe un attento studio ed approfondimento.

Marco(pamar5)

Inviato: 12/12/2005 16:41
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"I'm not a photographer the moment I pick up the camera.
When I pick one up, the hard work's already been done"

“To photograph reality is to photograph nothing.”

Duane Michals


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Re: profili ICC
Utente non più registrato
Grazie Marco.....come sempre sei fonte inesauribile di notizie

_____________________________

Per il discorso umidita/secco

Credo sia piu l'eccesso di umidita a dare problemi che l'ambiente secco......

è praticamente impensabile per una persona normale pensare di avere un locale con umidita controllota a puntino per le stampe ma una cosa è tenerle in casa e un altra in una soffitta uminda.

Al giorno d'oggi sicuramente l'aria delle nostre case si puà definire secca mentre una volta cerano sicuramente piu ambienti umidi (credo anche piu salutari da un certo punto di vista) in quanto il riscaldamento molte volte era a legna e sul fornello di casa cera sempre il contenitore dell'acuqa pieno che emanava vapore per non parlare dei panni stesi ad asciugare.

Ciao

Gerry

Inviato: 12/12/2005 18:11
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