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Fotografia concettuale

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21/6/2005 23:27
Da Al pais dlà ceramica
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Gradirei che qualcuno mi spiegasse in modo completo cosa si intende per fotografia concettuale.
Link a siti di autori che sono attivi in questa branca della fotografia sarebbero di aiuto.

Grazie.


Inviato: 4/2/2008 6:40
www.artmajeur.com/gianlucafaletti
...
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Re: Fotografia concettuale

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13/9/2006 9:55
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da google:

"Quando si fa esprimere a oggetti reali e concreti un concetto lontano dalla loro fisicità  e dal loro senso quotidiano. Quando "si allude visivamente senza dire nel titolo, o viceversa, o si rappresenta una parte per il tutto, o si rappresenta un concetto in modo metaforico trasferendo il suo significato su qualcos'altro" (Carla Rho)."

Inviato: 4/2/2008 8:54
Tessera C.F.A.O. n°27......
G.F. n°78
...............
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Re: Fotografia concettuale
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Un bel calderone nel quale vanno a finire generi anche diversissimi fra di loro. Tendenzialmente la definizione che ti ha dato Umberto è appropriata.
Quello che rende affini forme artistiche anche molto diverse fra di loro, nel "gruppo" concettuale è la tendenza a porsi come arte anti-oggetto, privilegiando invece la parte filosofica, teorica o processuale/creativa.
Praticamente non vi è pi༠l'oggetto come tale a protagonista, dell'opera visto in modo tradizionale, e in modo figurativo ma il concetto dell'oggetto stesso.
Allora per quanto riguarda la fotografia ci si sposta dai suoi ambiti "tradizionali" di rappresentazione del reale, di narrazione e figurazione, verso ambiti di analisi.

Marco

Inviato: 4/2/2008 13:56
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"I'm not a photographer the moment I pick up the camera.
When I pick one up, the hard work's already been done"

“To photograph reality is to photograph nothing.”

Duane Michals


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Re: Fotografia concettuale
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Un altro "flash", giusto per prendere le misure di un argomento veramente vastissimo e sfaccettato in mille rivoli, poi magari torniamo su alcuni aspetti più particolari.

Tratto da una intervista a Massimo Vitali, a ribadire la priorità  del concetto, dell'idea, del progetto, sul contenuto e sulla sua realizzazione formale:

"Cosa mi puà dire riguardo al contenuto di queste immagini?

Il contenuto è poco interessante. E’ vero, potrebbe essere la parte migliore, ma in effetti io vedo che il contenuto si va sempre più assottigliando. La cosa importante è il modo in cui è fatta la foto.
La foto segue una specie di rituale, prevede l’utilizzo di certe cose, come questo cavalletto su una piattaforma a cinque metri e mezzo, per avere sempre la visione dall’alto. C’è poi la messa in opera del cavalletto, la scelta di un certo tipo di macchina.
A monte della fotografia c’è già  tutto un progetto, come anche a valle: c’è il progetto, che prende le immagini e le fa diventare oggetto.
A monte della fotografia c’è un certo tipo d’immagine fotografica, una certa posizione, la ricerca di un certo tipo di luogo, per cui alla fine la fotografia - l’immagine in sé stessa - ha un’importanza limitatissima.
Anche perché, secondo me, nella fotografia contemporanea - che è stata investita dall’arte contemporanea - ha sempre meno importanza lo scatto, cioè come e quando avviene, mentre sono invece importanti tutte le cose a monte e a valle.

Il processo fotografico, dunque.

Il processo fotografico; che si è dilatato e quindi il momento in cui viene fatta la foto è una cosa così… L’inquadratura della foto potrebbe essere un po’ più a destra un po’ più a sinistra, e cambia pochissimo. Difatti, nelle foto a volte faccio piccoli spostamenti, ma non cambia nulla.
Quello che conta per me è il progetto."


Qui il link all'intervista completa.


Ti consiglio poi questo testo di Claudio Marra, "Fotografia e pittura nel Novecento", in cui l'autore cerca di dimostrare come la fotografia abbia ben poco a che spartire con la pittura, ed invece si dimostra più vicina a tutte quelle ricerche che al quadro e alla relativa idea di arte si sono contrapposte: dal Ready Made alla Body Art, dalla Performance all'Arte Concettuale...


Tra gli italiani ti consiglio di approfondire anche il lavoro di Franco Vaccari in cui la forte componente concettuale è molto evidente...





Inviato: 4/2/2008 16:19
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Re: Fotografia concettuale
Utente non più registrato
Altri spunti: John Baldessarri, Illa e Berndt Becher, si trova un libricino divulgativo della Taschen sull'arte concettuale (con più fotografi) ed il sito della galleria parigina Marion Goodman.
er

Inviato: 4/2/2008 20:32
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Re: Fotografia concettuale
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Citazione:

Marco ha scritto:
"Cosa mi puà dire riguardo al contenuto di queste immagini?

Il contenuto è poco interessante. E’ vero, potrebbe essere la parte migliore, ma in effetti io vedo che il contenuto si va sempre più assottigliando. La cosa importante è il modo in cui è fatta la foto.
La foto segue una specie di rituale, prevede l’utilizzo di certe cose, come questo cavalletto su una piattaforma a cinque metri e mezzo, per avere sempre la visione dall’alto. C’è poi la messa in opera del cavalletto, la scelta di un certo tipo di macchina.
A monte della fotografia c’è già  tutto un progetto, come anche a valle: c’è il progetto, che prende le immagini e le fa diventare oggetto.
A monte della fotografia c’è un certo tipo d’immagine fotografica, una certa posizione, la ricerca di un certo tipo di luogo, per cui alla fine la fotografia - l’immagine in sé stessa - ha un’importanza limitatissima.
Anche perché, secondo me, nella fotografia contemporanea - che è stata investita dall’arte contemporanea - ha sempre meno importanza lo scatto, cioè come e quando avviene, mentre sono invece importanti tutte le cose a monte e a valle.



Queste parole di Vitali tuttavia a mio giudizio segnano il passo. Si riferiscono ad un ideale di arte concettuale forse un poco datato, dove l'importanza del gesto trascende l'opera. Magari sbaglio ma mi viene in mente una certa forma di arte legata agli anni '50 - '60, come per esempio l'Action Painting di Pollock, dove il gesto, più dell'opera era parte essenziale del tutto, dove l'operare dell'artista è arte, la sua gestualità , il suo agire. Non dico che tutto questo sia il passato e non sia sdesso attuale e vero, ma probabilmente gli anni seguenti hanno in parte affiancato a questa "rottura" anche altri elementi.

Marco

Inviato: 4/2/2008 20:47
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Re: Fotografia concettuale
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Concordo, anzi più in generale direi che l'arte concettuale viva oramai da anni un momento di "ristagno", come se fosse incapace di disancorarsi da alcune, eclatanti!, scoperte fatte in passato e percorrere con lucidità  nuovi territori...non so, troppo spesso vedo riproporre cosa già  esplorate (ed anche bene) in passato, senza nessuna vera innovazione...


Per tornare a Vaccari, ed ad uno dei suoi lavori più concettuali (giusto per focalizzare sempre di più le tematiche legate alla fotografia), dobbiamo parlare necessariamente di “Lascia una traccia fotografica del tuo passaggio”, presentata alla Biennale di Venezia del 1972.

In pratica Vaccari colloca una cabina per fototessere nella sala che gli viene assegnata all'interno del Padiglione Italia. Su una delle pareti dello spazio espositivo, l’artista inserisce una grande scritta in quattro lingue che recita "Lascia sulle pareti una traccia fotografica del tuo passaggio”. La cabina Photomatic, un oggetto di strada e di uso quotidiano destinato alla produzione di immagini multiple, standard e di poco costo, viene spostata all'interno di un prestigioso spazio espositivo.
Con questa operazione, finalizzata alla critica al sistema dell'arte e ai canoni estetici ad esso legati, il mezzo di produzione meccanica - che contrasta e combatte fortemente anche la dimensione autoriale - di ritratti formato francobollo, diviene fonte di una serie eterogenea di immagini che si accumulano sulle pareti espositive tradizionalmente destinate ad accogliere opere uniche di grandi autori.

Di certo una operazione concettuale e fotografica emblematica, che è stata ripresa altre volte (anche in anni recenti) da altri fotografi/artisti, ma non era necessario, troppa rindondanza (per tornare alla critica dell'arte concettuale attuale) ci si doveva fermare a Vaccari, così come dopo gli Azionisti Viennesi tanta Body Art è stata assolutamente irrilevante...






Inviato: 5/2/2008 15:45
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Re: Fotografia concettuale
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Citazione:

Marco ha scritto:

Per tornare a Vaccari, ed ad uno dei suoi lavori più concettuali (giusto per focalizzare sempre di più le tematiche legate alla fotografia), dobbiamo parlare necessariamente di “Lascia una traccia fotografica del tuo passaggio”, presentata alla Biennale di Venezia del 1972.

In pratica Vaccari colloca una cabina per fototessere nella sala che gli viene assegnata all'interno del Padiglione Italia. Su una delle pareti dello spazio espositivo, l’artista inserisce una grande scritta in quattro lingue che recita "Lascia sulle pareti una traccia fotografica del tuo passaggio”. La cabina Photomatic, un oggetto di strada e di uso quotidiano destinato alla produzione di immagini multiple, standard e di poco costo, viene spostata all'interno di un prestigioso spazio espositivo.
Con questa operazione, finalizzata alla critica al sistema dell'arte e ai canoni estetici ad esso legati, il mezzo di produzione meccanica - che contrasta e combatte fortemente anche la dimensione autoriale - di ritratti formato francobollo, diviene fonte di una serie eterogenea di immagini che si accumulano sulle pareti espositive tradizionalmente destinate ad accogliere opere uniche di grandi autori.

Di certo una operazione concettuale e fotografica emblematica, che è stata ripresa altre volte (anche in anni recenti) da altri fotografi/artisti, ma non era necessario, troppa rindondanza (per tornare alla critica dell'arte concettuale attuale) ci si doveva fermare a Vaccari, così come dopo gli Azionisti Viennesi tanta Body Art è stata assolutamente irrilevante...


Arriva il bastian contrario
Personalmente reputo il lavoro di Vaccari una grandissima ripetizione concettuale, fatta nel 72, di tematiche affrontate e abusate un decennio prima, e parlo degli anni '60 e della pop art, sebbene non in ambito strettamente fotografico. Se infatti è vero che l'operazione di Vaccari si pone come contraltare della autorialità  ed unicità  dell'arte è altrettanto vero che queste tematiche sono state affrontate un buon decennio prima. Vedi pop art, arte povera europea o quant'altro di quel periodo. La volontà  di frattura nei riguardi dei canoni classici dell'espressione artistica si traduce in serialità  e riproducibilità  ricercate oltre che nell'uso di materiali e tecniche non abitualmente legati alla produzione artistica tradizionale (stampa litografica, tipografica, materiali poveri). Vaccari a mio avviso non crea nulla di concettualmente nuovo sotto questi aspetti.
Concordo poi totalmente con te nel giudizio sulla Body Art. Dopo i capifila nulla di nuovo e, anzi, una degenerazione progressiva nel sensazionalistico e shoccante a tutti i costi ma vuoto di innovazione e contenuto. Tra l'altro è emblematico come l'intento principale di pop art e body art sia andato completamente disatteso e addirittura ritorto contro le intenzioni. Se la pop art da un lato con l'uso di materiali e tematiche popolari e dall'altro con la riproducibilità  seriale si prefisse l'uscita dalle gallerie e la non mercificazione delle opere si sono invece viste le quotazioni di alcuni esponenti e le loro opere raggiungere cifre inaudite e lo sbocciare di un mercato impensabile. Idem per la body art o prima per le performances. Non esiste opera "fisica" e concreta da vendere, visto che parliamo di rappresentazioni (passatemi il termine) teatrali..........peccato che fotografie e filmati delle rappresentazioni siano stati fatti e che la vendita non sia stata certamente gratuita.

Marco

Inviato: 5/2/2008 17:40
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