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Corsi e ricorsi storici

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La foto di Robinson "Il Momento del Trapasso" del 1858 scandalizzo' immensamente il pubblico per la raffigurazione realistica di una scena di morte di una giovane.

Come ha scritto Francesca Alinovi(*)

"Eppure la foto di Robinson era truccatissima; era una messa in scena interamente costruita nello studio ... La foto era la combinazione di ben cinque differenti negativi ... i cinque negativi, a loro volta, erano il frutto di numerosi studi eseguiti prima di portare a termine la composizione finale...[la ragazza morente] fu cercata tra modelli "professionisti" della fotografia, tra persone cioe' esperte nella posa fotografica. La ragazza, come scrisse Robinson, aveva alle spalle ben tre anni di esercizio."


(*) Francesca Alinovi e Claudio Marra, La Fotografia. Illusione o Rivelazione, Editrice Quinlan, 2006, p. 50 - (Prima edizione 1981, Edizioni Il Mulino)

Inviato: 11/10/2007 22:03
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Re: Corsi e ricorsi storici

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Mxa ha scritto:
La foto di Robinson "Il Momento del Trapasso" del 1858 scandalizzo' immensamente il pubblico per la raffigurazione realistica di una scena di morte di una giovane.
Eppure la foto di Robinson era truccatissima; era una messa in scena interamente costruita nello studio ...


Eh, quando si dice che la storia si ripete... fa un po' di tristezza pensare che, a distanza di un secolo e mezzo, ci ritroviamo ancora a riempire paginate sugli stessi argomenti...
Cercando la fotografia incriminata mi sono imbattuto in siti "pittoreschi", roba da toccar subito ferro, o qualcos'altro, hehhe...

Per caso è questa l'immagine? Mi piacciono i Vittoriani...

Cià che mi stupisce della reazione "ottocentesca" è il fatto che la pittura, all'epoca, spesso e volentieri era ben più truculenta della fotografia, vedi le numerose scene di battaglie celebrative di Napoleone.
Oppure la "Zattera della Medusa" di Gericault, che in Inghilterra (ma anche in Francia) trovà enorme successo... Per la figura di uno dei cadaveri posà addirittura l'amico Delacroix, padre della pittura romantica francese.

Claudio

Inviato: 11/10/2007 22:50
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Re: Corsi e ricorsi storici

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C'e' la reazione un po' di tutti noi a dare una valenza ARTISTICA (stampatello voluto) ad operazioni manuali o procedurali particolarmente complesse.

Cosi' i grandi intarsi del Vietnam sono per molti ARTE, ma gli stessi identici fatti da una macchina a controllo numerico non lo sarebbero; il fotomontaggio fatto da Robinson e' arte ma lo stesso fatto con Photoshop non lo e'.

Io penso che si confondano i termini. Parlerei infatti di artigianato. L'intarsio fatto dal maestro vietnamita puo' essere artisticamente una porcheria ma un capolavoro di fattura artigianale. Cosi' come il valore ARTISTICO di una foto dovrebbe essere indipendente dal fatto che il fotomontaggio sia stato fatto in quindici giorni di lavoro in camera oscura o in quindici minuti con Photoshop.

Nel caso specifico della Fotografia c'e' una documentatissima tradizione - nata subito con il mezzo espressivo - di "complicare" il processo nella convinzione che cosi' lo si sarebbe potuto elevare a livello delle altre arti figurative. Questa attitudine - secondo me inconsciamente difensiva, perche' come sappiamo la fotografia fu attaccata immediatamente alla nascita come registrazione meccanica della realta' avulsa da qualunque pretesa artistica - rimane al giorno d'oggi, malgrado le decine di geni della fotografia che l'hanno elevata al rango di Arte Figurativa con un suo personale vocabolario espressivo e sdoganata al tempo stesso dal vincolo di essere proceduralmente "complessa".

So che quando dico questo non mi faccio molti amici, perche' viene subito interpretato (perche' non lo so) come una mia mancanza di rispetto verso i maestri della camera oscura o della camera chiara. Niente e' piu' lontano dal vero! Sto solo ragionando serenamente su quello che vuol dire fotografare oggi, mica che faccio editti. Pero' devo ammettere che quando leggo o sento di qualcuno (nessuno del forum in particolare in mente!) che passa il suo tempo a profilare carte per trovare quella con il punto di bianco giusto o che prova il trentesimo intruglio in camera oscura o che cambia il sesto obiettivo in un anno alla ricerca di quello con il bookeh "giusto" allora si mi chiedo che valenza ARTISTICA questo investimento di energie possa avere.

Questa domanda, lo ammetto, me la faccio.


Inviato: 11/10/2007 23:34
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Re: Corsi e ricorsi storici
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Mxa ha scritto:
C'e' la reazione un po' di tutti noi a dare una valenza ARTISTICA (stampatello voluto) ad operazioni manuali o procedurali particolarmente complesse.


Non di tutti "noi"!

quanto alla valenza artistica dell'artigianato, preferisco distinguere tra bravura (o capacità  artigianali) e genio. Capacità  queste che non si escludono, ma non rappresentano lo stesso oggetto. Per tale motivo, condivido alcune tue perplessità .
In altro modo, credo che avere un obiettivo da raggiungere e cercare il mezzo migliore per ottenerlo sia fondamentale, che si parli di artigianato o di opera d'arte.

P.S. Spero di non essere stato troppo palloso, e di non aver offeso nessuno

Inviato: 11/10/2007 23:56
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Re: Corsi e ricorsi storici
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Mxa ha scritto:

Nel caso specifico della Fotografia c'e' una documentatissima tradizione - nata subito con il mezzo espressivo - di "complicare" il processo nella convinzione che cosi' lo si sarebbe potuto elevare a livello delle altre arti figurative.


La convinzione che il "come" è stato fatto sia tanto fondamentale è profondamente radicata in fotografia. Non mi sorprende e sono abituato a questi discorsi che imperano nelle discussioni fotografiche. Quanto più (come tu hai detto) un procedimento artigianale e/o creativo è complicato tanto più si è portati a considerare il risultato finale come "elevato" dal punto di vista artistico. Questo indipendentemente dal fatto che si parli di argentico o digitale. Rilevo comunque una certa spocchia da parte di chi (qualcuno, per carità , non voglio fare di tutta l'erba un fascio) è dedito alla CO nei confronti della camera chiara, perchè chiaramente in quest'ultima manca la componente manuale che tanto pesantemente connota la CO. E con questa frase pure io mi sono attirato molte simpatie, ma non si puà negare che questo sia un dato di fatto. A mio giudizio se (e solo se) devo giudicare la valenza artistica di una fotografia la complessità  del processo, la manualità , l'artigianalità  NON CONTANO UN FICO SECCO. Partendo da questi presupposti allora vengono a cadere tutte le inutili disquisizioni su argentico e digitale, perchè il "come" diviene irrilevante. Non importa che tecnica si è usata, non importa quanto complessa, non importa se ho passato 45 ore davanti a PS o 27 ore in CO; Avere impiegato 30 ore oppure 35 secondi è irrilevante. Quello che diviene fondamentale è il "perchè" non il "come".
Se il punto di partenza è un'idea, un percorso artisticamente valido non me ne frega nulla se ottengo il risultato che voglio tramite un algoritmo che guida un macchinario elettronico capace di realizzare l'opera in 3 secondi o se la realizzo a mano in 50 ore di lavoro. Non è il tempo impiegato e la difficoltà  manuale che eleva un oggetto ad arte.
( e mi scuso per avere fondamentalmente ripetuto quanto detto prima da Mxa)

Marco

Inviato: 12/10/2007 0:02
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Re: Corsi e ricorsi storici
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Sono fondamentalmente d'accordo con te, Marco, nel distinguere fra arte ed artigianato, due concetti molto diversi che possono intersecarsi o essere ben lontani, a seconda delle opere e degli autori.

Il giudizio di valore è soggettivo e tante volte non è nemmeno tanto facile assegnare un opera all'arte od all'artigianato.

Per fare arte la tecnica è necessaria limitatamente alle esigenze del progetto artistico, ma va tuttavia detto che puà esserci arte senza tecnica, o con pochissima tecnica. Nell'artigianato, invece, la tecnica non puà che essere prevalente e fondante.

In questo forum, tuttavia, e non credo che sia un male, a volte si parla di tecnica sganciata da arte e di artgianato: credo che tanti discorsi siano fatti non tanto perché siano necessari per fare arte ed anche artigianato, ma per il gusto di farli, per la curiosità , perché a molti piace discuterne, senza quasi che vi sia una reale necessità  di farlo, sebbene tale necessità  rientri pesantemente nel soggettivo.


Andrea

Inviato: 12/10/2007 0:16
sono moderno, non contemporaneo
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Re: Corsi e ricorsi storici
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Ciao intervengo in questo interessante topic..
Per molte ragioni.
Già  Man Ray, come ho avuto modo di scrivere in altre occasioni, aveva rilevato che la gente era preoccupata più dall’interrogarsi sul “come” piuttosto che sul “cosa”…
In un certo senso, la tua riflessione e quella di altri (Marco e Andrea) va in questa direzione.
Personalmente credo anch’io che ciò che conta, alla fine, e ben oltre le complesse sovrastrutture intellettuali (spesso però più intellettualistiche…) sia “l’opera” (o il lavoro se si tratta di una rassegna tematica) “appesa”…
Tuttavia, voglio anche spezzare una lancia in favore di una cosa che mi sembra importante.
La fotografia, come molte altre arti o discipline artistiche, ha una sua fondante specificità : quella di essere legata ad una conoscenza tecnica che, per portare a risultati credibili (e soprattutto reiteraibili), deve essere davvero robusta. Il patrimonio di competenze tecniche, quindi, non puà essere considerato solo un “Mezzo” (e magari, troppo semplicisticamente, essere “liquidato”..), ma possiede una sua intrinseca valenza anche come “Fine”…
Cioè a dire che il metodo che porta alla di produzione di una stampa “fine-art” è anch’esso, in qualche modo, “patrimonio artistico” dell’autore e, in una accezione più ampia, dell’intera comunità  a cui l’autore si propone.
Ti dico questo perché, avendo la fortuna di conoscere molte persone con le mie attività  â€œformative”, osservo, in maniera allarmata, una incredibile (quanto forse ineluttabile) perdita di conoscenza (e quindi di competenza, intesa nel senso di “sapere come fare una cosa”) che sta portando all’azzeramento di una cultura (anzi, di un sapere) “artigianale” basato sull’esperienza, lo studio, la sperimentazione e la verifica.
E qui, l’assurdo “attacco” iconoclastico al digitale non c’entra nulla… Il digitale porta nuove complessità  e nuovi stimoli… Non “sostituisce” qualcosa, ma, semmai, diviene “complementare” a qualcosa…
Io credo, e mi scuso per la lunghezza di questo post, ma era tanto che non scrivevo sul forum, che il fotografo debba lavorare sempre su un doppio binario: da un lato l’accrescimento del proprio sapere tecnico (perché esso “è”, almeno in parte, anche “l’opera”) e, dall’altro, riflettere sempre sul significato del proprio linguaggio fotografico (rispetto ad un tema di indagine, quali sono le coordinate concettuali, narrative, espressive, simboliche che io mi rappresento per renderlo credibile sotto il profilo intellettuale??..)…
Non so se ho contribuito al dibattito…
Di sicuro il tuo topic mi ha fatto riflettere ancora una volta di più su questi aspetti..
Grazie,
Ciao,
Luca (Rollo Pyro)

Inviato: 12/10/2007 0:36
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Re: Corsi e ricorsi storici
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Tutto vero anche quello che dici tu Luca. Innegabile il fatto che bisogna conoscere la materia per poter arrivare ai fini espressivi che ci poniamo come meta. Il punto è però che molto molto spesso il procedimento, la manualità , la tecnica diventano il fine stesso di tutto invece che il tramite che conduce al fine vero e proprio.

Marco

Inviato: 12/10/2007 0:48
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Re: Corsi e ricorsi storici

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Citazione:

RolloPyro ha scritto:
Io credo che il fotografo debba lavorare sempre su un doppio binario: da un lato l’accrescimento del proprio sapere tecnico (perché esso “è”, almeno in parte, anche “l’opera”) e, dall’altro, riflettere sempre sul significato del proprio linguaggio fotografico (rispetto ad un tema di indagine, quali sono le coordinate concettuali, narrative, espressive, simboliche che io mi rappresento per renderlo credibile sotto il profilo intellettuale??..)


Concordo sull'affermazione che uno sdoppiamento tra tecnica e contenuto sia necessario per l'attività  artistica, e anzi mi spingo a dire che le due entità  dovrebbero riuscire a convivere quasi separatamente nell'artista, ognuna lavorando al suo meglio per creare il risultato finale. Suona male eh?
Eppure spesso la tecnica si trasforma in un'amante esigente e gelosa, in grado di distrarci da quel discorso che ci premeva esternare, e che fino ad un attimo prima era chiaro nella nostra testa. Quando la tecnica si trasforma in leziosità , è segno che ci stiamo perdendo qualcosa...

E ora, mano alla frusta!


Claudio


Inviato: 12/10/2007 0:53
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Re: Corsi e ricorsi storici

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Certo, passare il tempo a profilare carte e trovare il punto bianco perfetto ha un che di maniacale, a meno che si é un tecnico e come tale é doveroso e auspicabile, soprattutto per chi poi si rivolge al tecnico.
Nel tuo 3ad ad un certo punto però fai una domanda quando dici che ti interessa ragionare serenamente su quello che vuol dire fotografare oggi, ma fai anche un altra affermazione, che la fotografia é stata sdoganata dal vincolo di essere proceduralmente complessa.

Mi piacerebbe postare alcune foto di un laboratorio da poco finito con alcuni ragazzi, in particolare di uno. Nikon digitale ad ottica fissa, sviluppo del tema "le grate a terra nelle strade", tecnica usata, il macro, bianco e nero. Semplicissima tecnica e grande inventiva, risultato, a mio parere molto, ma molto interessante. Direi anche bello.
Ma qualche anno fa con le Polaroid si facevano cose analoghe, in termini di qualità . Una mia amica coreografa, grande capacità  di visione, faceva delle Polaroid da invidia, così, come se giocasse. E' questo che vuoi dire, che la fotografia ha dentro di se qualcosa di semplice e complicarla é in fondo solo uno dei modi di intenderla?
Te lo chiedo perchè in fondo nel tuo 3ad poni questioni centrali ma non so se ho capito quello che volevi dire.

Perchè in fondo mi rimangono costantemente dei dubbi. Con il digitale la questione non si é affatto semplificata, soprattutto se la si guarda dal punto di vista professionale. Ma allo stesso tempo si é anche semplificata...insomma é come se si continuasse a definire la fotografia come un oggetto con due anime, entrambe percorribili, ognuna delle quali ha le sue punte estreme, nell'assoluto della tecnica e nell'assoluto del gesto creativo.


Ma chissà  se sono in tema...
bs
marco

Aggiungo una cosa, mettersi da una parte o dall'altra é anche una questione di identità  che prima di essere fotografica é personale. Spingere molto la creatività  o la tecnica talvolta vuol dire anche non affrontare "l'altra parte" del sè fotografico, non affrontare definitivamente alcune proprie incapacità , o tecniche o creative.
Come anche scegliere i temi del proprio lavoro fotografico...ma questa é un altra questione

Inviato: 12/10/2007 13:26
La fotografia non si domina: corre da sola e l'uomo la segue in ritardo e mai come oggi.
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Re: Corsi e ricorsi storici

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Citazione:

samuel ha scritto:
E' questo che vuoi dire, che la fotografia ha dentro di se qualcosa di semplice e complicarla é in fondo solo uno dei modi di intenderla?

Esatto. Anzi, diro' di piu': senza chiederti neppure il permesso prendo questa tua affermazione e la faccio mia, perche' esprime con parole che io non avevo trovato quello che voglio dire: "La fotografia ha dentro di se qualcosa di semplice e complicarla é in fondo solo uno dei modi di intenderla". Bellisima frase, perche' esalta il concetto di semplicita' nella fotografia ma altrettanto chiaramente non dice che complicarla e' "sbagliato".

Se elimini la street photography - in cui la sua stessa natura la porta ad essere essenziale e immediata - la storia della fotografia artistica e' spesso stata anche quella dei procedimenti di sviluppo e stampa, con poche eccezioni (Stiegliz viene a mente) dove si e' andati controcorrente e esaltato con spudoratezza l'atto in se stesso. Nel mio lavoro con il 14x17 io mi rifaccio - piccino piccino - direttamente a Stiegliz.

Citazione:

samuel ha scritto:
Con il digitale la questione non si é affatto semplificata, soprattutto se la si guarda dal punto di vista professionale. Ma allo stesso tempo si é anche semplificata...insomma é come se si continuasse a definire la fotografia come un oggetto con due anime, entrambe percorribili, ognuna delle quali ha le sue punte estreme, nell'assoluto della tecnica e nell'assoluto del gesto creativo.



Ed infatti ci sono quelli che esaltano il digitale e quelli che lo denigrano sulla base di quanto - o quanto poco - "automatica" questo nuovo veicolo rende la fotografia. C'e' ancora questa reazione quasi organica a tutto cio' che ha a che fare con il processo. Trivializzando ci sono i fautori del digitale in quanto nuova magia nera che un gruppo di druidi (= artisti, nel loro inconscio) riuscira' a domare e piegare alle loro estetiche, ed i fautori della demonizzazione del digitale perche' - di nuovo trivializzando - "fa fare in quattro colpi di mouse che-sono-capaci-tutti quello che ci volevano tre giorni di camera oscura e 20 anni di apprendistato".

A mio modestissimo parere entrambi i comportamenti pagano lo scotto - ancora oggi, anno di grazia 2007 - di quella che io chiamo la "maledizione di Baudelaire" che in modo geniale e corrosivo relego' la fotografia ad un ruolo di strumento scientifico (e poi se ne penti', ma quando il frittatone era stato fatto, come possiamo testimoniare piu' di 150 anni dopo!!!!!!!!!!!).



Inviato: 12/10/2007 19:35
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Re: Corsi e ricorsi storici

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La fotografia é anche uno spazio aperto che consente di trattare il materiale fotografico, inteso nel suo insieme, in modi veramente diversi. Per ma la sua natura é e rimane la semplicità  e l'immediatezza - evviva Lazslo Moholy Nagy - ma capisco anche i tecnicismi, benchè non li frequenti più di tanto e la necessità  della tecnica (in altri topic lo abbiamo detto). Trovo che la fotografia nasce diversa dall'arte, non tanto perchè appartenente al campo della tecnica, ma piuttosto al campo dell'immediatezza. Ma quel percorso l'ha intrapreso solo nella sua accezione popolare, di strumento di comunicazione. E 'li che si esprime la sua natura. Nel settore professionale e in quello artistico (e ci metto dentro anche il settore amatoriale di qualità ) é stato necessario nobilitarla, come dici anche tu, attraverso la tecnica, il possesso del sapere in mano a pochi. Ma per me rimane un atto semplice e immmediato. E aggiungerei, per tutti. Purtroppo il digitale ripercorre, solo più velocemente, la stessa strada.
bs
marco

grazie per frase...

Inviato: 12/10/2007 20:20
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Re: Corsi e ricorsi storici
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Citazione:
Trovo che la fotografia nasce diversa dall'arte, non tanto perchè appartenente al campo della tecnica, ma piuttosto al campo dell'immediatezza. Ma quel percorso l'ha intrapreso solo nella sua accezione popolare, di strumento di comunicazione. E 'li che si esprime la sua natura. Nel settore professionale e in quello artistico (e ci metto dentro anche il settore amatoriale di qualità ) é stato necessario nobilitarla, come dici anche tu, attraverso la tecnica, il possesso del sapere in mano a pochi.

Ma non è stato così per ogni "tecnica" artistica?
olio, tempera, acquerello, affresco, scultura, senza escludere ogni altro mezzo espressivo.
Secoli di esperienze e di insegnamenti, tramandati di artigiano in artigiano, perchè di artigiani in fondo si tratta, dalle pitture rupestri all'arte contemporanea.
E penso a quanto sia difficile e complesso applicare certe tecniche (la pittura ad olio a stratificata, ad esempio), alla manualità  e all'esercizio necessari. Fattori che hanno portato alcuni ad emergere, certo non solo grazie alle capacità  tecniche ma anche grazie ad esse.
Credo che sia un percorso obbligato per ogni forma d'arte, ciascuna con i propri tempi di sviluppo, nel caso della fotografia rapidissimi.

Inviato: 12/10/2007 20:45
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Re: Corsi e ricorsi storici

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aph, non ho capito se ci siamo capiti. Le tecniche che citi hanno permesso di raggingere i livelli che vediamo nell'arte classica, sino a fine 800, certamente. Io dico che da queste cose la fotografia se ne distacca, o perlomeno aveva nel suo dna questa possibilità . Ma é successo solo in un campo applicativo, quello che ho chiamato popolare, mentre per tutto il resto la fotografia ha rincorso l'arte cercando di mettersi al suo livello anche attraverso un proprio apparato tecnico. Sto dicendo che la fotografia poteva non essere una forma d'arte e per alcuni aspetti non lo é. Insomma non credo alla fotografia come arte.
Quando la fotografia vuole essere arte, tradisce un pò se stessa.
Ma non pigliate ste cose come assolute...si discute.
bs
marco

Inviato: 12/10/2007 21:18
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Re: Corsi e ricorsi storici

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Citazione:

aph ha scritto:

Ma non è stato così per ogni "tecnica" artistica?
olio, tempera, acquerello, affresco, scultura, senza escludere ogni altro mezzo espressivo.
Secoli di esperienze e di insegnamenti, tramandati di artigiano in artigiano, perchè di artigiani in fondo si tratta, dalle pitture rupestri all'arte contemporanea.
E penso a quanto sia difficile e complesso applicare certe tecniche (la pittura ad olio a stratificata, ad esempio), alla manualità  e all'esercizio necessari. Fattori che hanno portato alcuni ad emergere, certo non solo grazie alle capacità  tecniche ma anche grazie ad esse.
Credo che sia un percorso obbligato per ogni forma d'arte, ciascuna con i propri tempi di sviluppo, nel caso della fotografia rapidissimi.


Forum in cui pittori si azzannano sui migliori pennelli, rivista "Lo scultore moderno" che dedica prove sul campo con tanto di graduatorie sui migliori scalpelli, giornalisti che intervistando il grande improvvisatore di jazz si sentono obbligati a chiedergli che marca di sassofono usa, acquarellisti che proponendo i loro lavori indicano nei dettagli la carta usata, come e' stata trattata, e le tecniche di incorniciatura.

L'equivalente di tutto questo succede sempre E SOLO con la fotografia. Se vogliamo discutere di questo tema che e' lo scheletro nell'armadio dell'estetica fotografica - ed infatti se ne discute da 150 anni ed il digitale ha mischiato ulteriormente le carte in tavola - ben venga. Se vogliamo negare che questo genere di problematica sia mai esista, che la fotografia e' una arte come tutte le altre - beh, ciascuno ha il diritto alla sua opinione

In quel periodo Ed Ruscha era ambivalente sul posizionare la fotografia come una forma d'Arte. "Invece di andare in giro a chiamare la stazione di benzina 'arte' io chiamo 'arte' la sua fotografia. Ma la fotografia non e' l'arte. La fotografia in se non mi dice assolutamente nulla; e' la stazione di benzina la cosa importante.(*)


(*)Sylvia Wolf, "Ed Ruscha and Photography", Whitney Museum of American Art, New York, and Steidl Verlag, 2004, p.127.




Inviato: 13/10/2007 11:22
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Re: Corsi e ricorsi storici
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Ottime considerazioni, ma qui il discorso tende ad allungarsi di molto, cerco di essere breve e spero non impreciso.
X Samuel: riassumo il mio pensiero. La fotografia è una tecnica, un mezzo, non un fine. In quanto tale, subisce sviluppi e ricerche. Puà non essere arte? Sicuramente! Così come la pittura e le altre tecniche, da sempre. Voglio dire che non tutti i pittori dipingono con fini artistici, alcuni lo fanno per diletto o per "riproduzione" (spero che questo termine non venga frainteso).

X Mxa
Gli altri "artisti" non si scannano sulla tecnica? Non è vero, succede e spesso, e succedeva anche nel passato (penso alle diatribe sulla presunta superiorità  della scultura o della pittura).
Pennelli, scalpelli, etc.: Spesso gli "utenti" sono molto gelosi dei propri segreti anche in questo campo.
Secondo me nel mondo fotografico c'è molta più comunicazione (e molto più marketing), il che porta anche a pubbliche guerre di religione sui mezzi, troppe, e questo mi infastidisce. Sono convinto che ci siano cose più importanti a cui pensare.
Quanto al commento di Ruscha, secondo me si parla d'altro, ossia dell'identificazione del soggetto artistico in fotografia (cioè la "fotografia di", non il soggetto, non la fotografia in sè). Qui direi che nemmeno la fotografia della stazione di benzina è arte, quanto un modo di realizzarla (e non parlo di tecnica in sè, ma di visione, il plus che distingue un artista da un turista).

Personalmente non faccio guerre di pensiero. Come ha detto Samuel, si discute, e mi pare una bella discussione! Aperto ad ogni opinione e critica, come sempre, nel rispetto delle persone.

Inviato: 13/10/2007 12:01
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Re: Corsi e ricorsi storici

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Una risposta un po veloce...per aph, quello che voglio dire é che la fotografia ha nel suo dna, cioè nella su identità  originaria, la possibilità  di essere un grande mezzo di comunicazione, prima ancora che arte, come lo é stato e lo é. Soprattutto nella fase del suo sviluppo tra 800/900 raccoglie le istanze della modernità , delle nuove scoperte - l'inconscio, la relatività ...- dei movimenti che squassano i due secoli, diventa una straordinario occhio per guardare alle tendenze. Accoglie il significato delle avanguardie artistiche, ma senza per questo esere arte nel senso comune del termine. L.M.Naghy mostra una nuova grammatica visiva (anche qui non necessaramente artistica) che solo in parte é stata accolta. Diventa arte perchè qualcuno vuole farla diventare, dal mercato, agli stessi fotografi. Questa doppia anima é possibile, credo, perchè la fotografia ha in se anche una grande flessibilità  creativa e operativa. Poi il sottoscritto pensa che la fotografia sia quella di una macchinetta, di uno scatto, non mi interessa pellicola o digitale, e di una stampa, o di un sistema di visualizzzione finale. E il mio modo di fotografare non si discosta molto da questa rappresentazione.
Sognando, dovrebbe svincolarsi anche dalla tecnologia.
bs
marco

Inviato: 13/10/2007 12:34
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Re: Corsi e ricorsi storici

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aph ha scritto:

Qui direi che nemmeno la fotografia della stazione di benzina è arte, quanto un modo di realizzarla (e non parlo di tecnica in sè, ma di visione, il plus che distingue un artista da un turista).


E' esattamente quello che dice Ruscha. Solo che per lui 'arte' e' la stazione di benzina, non il modo di realizzare la foto (anche nel senso che intendi tu sopra): ma proprio FISICAMENTE la stazione di benzina! Quello e' l'oggetto artistico. La foto e' quello che lui defisce un 'readymade', una specie di prodotto da grande magazzino. Ruscha non si sente un artista, dice di voler essere "l'Henry Ford del libro fotografico": prodotto onesto, di buona qualita', a prezzo vantaggioso (3 dollari di allora).

Chiudo qui con Ruscha perche' non vorrei far diventare questo un thread su di lui, anche perche' il suo comportamento e' stato ondivago, alcune di queste posizioni le ha riconsiderate nel corso degli anni.

Il tema principale e' l'unicita' della fotografia rispetto alla altre arti visive tradizionali, perche' e' stata una forma di rappresentazione che all'inizio e' stata schiacciata da alcuni in una posizione di subalternita', utile solamente per rappresentazioni scientifiche del mondo che ci circonda. Non dimentichiamoci che per piu' di cento anni la mamma della fotografia, la camera oscura, era stato un mezzo - solamente un banalissimo strumento - usato dai pittori per fare con piu' fedelta' e velocemente uno schizzo del soggetto. Non c'e' da meravigliarsi quindi se la fotografia sia stata percepita da molti come l'evoluzione della camera oscura - pur sempre un pennello stupido, anche se un po' piu' sofisticato di prima.

Poi la fotografia, faticosamente, e' riuscita ad imporsi come veicolo artistico con una sua semantica. Senza pero' mai riuscire a liberarsi completamente - e' la mia tesi - da quella "maledizione" di cui dicevo prima. La discussione sarebbe accademica se non fosse che gli effetti di questa maledizione sono tutt'ora tra noi, e inquinano il rapporto del fotografo-artista con il fruitore dell'opera e veicolano troppe energie dell'artista sul 'come' a scapito di concentrarle sul 'cosa'.

Chiudo qui i miei interventi, rimanendo sempre in interessata lettura.

Inviato: 13/10/2007 13:16
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Re: Corsi e ricorsi storici
Utente non più registrato
X Samuel: Io credo che la comunicazione sia un forma d'arte, e che l'arte sia comunicazione (attento ai termini, non sono casuali). Sono daccordo sulla grande flessibilità  che le permette di stare in mondi diversi: da una parte l'osservazione (ad esempio il reportage, l'uso scentifico), dall'altra l'arte. Non sono daccordo sul fatto che sia stata "forzata" a diventare arte, per me è un processo naturale.
Quanto alla tecnologia, secondo me hai ragione. Sarebbe bello non doverci pensare, d'altro canto però costituisce una enorme risorsa creativa.
X Mxa: mi sono espresso male, e me ne rendo conto rileggendo. Per me l'arte sta nel modo, se vogliamo per un semplice fatto. Quando fotografiamo trasferiamo una parte del mondo tridimensionale in uno spazio bidimensionale, e si tratta di fare una scelta consapevole (punto di ripresa, inquadratura, prospettiva) sapendo che l'origine e la destinazione son cose diverse.
Spesso operiamo altre scelte che portano luci, colori, supporto di visualizzazione...
Insomma, è l' "uomo" a fare la differenza!
Estremizzando direi che l'arte è l'uomo: creatore, mezzo e fruitore.

P.S. bel topic, spunti interessanti.

Inviato: 13/10/2007 15:43
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Re: Corsi e ricorsi storici

Iscritto il:
8/10/2006 17:44
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x aph, appunto perchè sottolinei la non casualità  dei termini bisognerebbe perlomeno concordare sul significato di arte e di comunicazione. Nelle mia esperienza professionale comunicare vuol dire rispondere e delle necessità  siano esse sociali, commerciali, politiche. L'efficacia nel raggiungere i risultati é un metro per valutare la comunicazione. Che poi questa utilizzi alcuni registri che la facciano avvicinare ad alcune forme estetiche vicine all'arte é anche un fatto; penso a Carson, un grande grafico americano e a quanto ha influenzato con il suo stile l'estetica di molta comunicazione. Ma per quanto innnovativo non riesco a definirla arte. In Italia abbiamo avuto Munari, altro grande grafico, e i suoi lavori sono considerati arte, ma non sono i suoi lavori su commessa. Ma tra i due sistemi ci sono differenze di funzione sociale, di pratiche professionali, di ruoli dei professionisti. Che condividano talvolta estetiche simili a mio parere non basta. L'arte ha una funziona di perturbazione del sistema (o secondo me dovrebbe averla) che la comunicaizone si sogna, pensando soprattutto ad una delle sue manifestazione più rappresentative (questione discutibile...) come la pubblicità , luogo della "conservazione" dove fondamentale non é cambiare, ma "convincere di ciò che già  si é convinti". L'arte non fa questo, fa o dovrebbe far altro.
Altra faccenda é la funzione comunicativa dell'arte, come luogo di produzione del senso estetico e delle sue inevitabili conseguenze sociali. Ma é un altro discorso.
bs
marco

Inviato: 15/10/2007 0:45
La fotografia non si domina: corre da sola e l'uomo la segue in ritardo e mai come oggi.
A. Gilardi

www.mbphoto.it
www.flickr.com/photos/marcofluens

..................
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