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La musica dell'estate
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11/3/2004 9:36
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Ok, lo so, non gliene frega niente a nessuno , però visto che qui sul forum ci sono tanti appassionati di musica e musicisti, e visto che le oramai vicinissime vacanze estive, ed il conseguente clima più "rilassato", portano nel forum anche la voglia di parlare di argomenti più "frivoli" e magari poco attinenti alla fotografia, vi racconto un pò di alcune mie recenti "scoperte" musicali che mi stanno tenendo compagnia durante questi mesi estivi, magari potrebbe essere un gradito "consiglio per l'acquisto" per alcuni di voi.

La prima è Cibelle, cantautrice brasiliana, voce magnifica dalle inflessioni molto "jazz", che con il suo relativamente recente "The shine of the dried electric leaves" (luglio 2006), ha realizzato veramente una rara gemma di originalità , emozione, innovazione, capacità  compositiva, capacità  di rilettura, riuscendo ad unire con raro equilibrio e classe la tradizione della bossa brasiliana con il jazz, il folk, l'elettroglitch, l'elettronica minimalista, insomma questo disco è un vero piccolo miracolo.

Poi, cambiamo fronte e spostiamoci negli USA (anche se questo artista duetta nel disco di Cibelle), e parliamo di Devendra Banhart, che con il suo "Rejoicing the Hands" realizza un vero e proprio capolavoro.
Canzoni folk-blues, molte solo voce e chitarra, ma un folk-blues spleenetico ed angoscioso, tutto brume e nebbie, a volte irrespirabile, con lampi di visionarietà  esasperata da quella voce liquida e metallica, un folk-blues ancestrale, primitivo, che non ha alcun legame con la tradizione folk "bianca" ma puzza e trasuda di piantagioni di cotone, di Luoisiana, di bayou, di medicine men, di derelitti.
Ripeto, un capolavoro, e ve lo dice uno che per gusti personali è lontanissimissimo da tutto quanto è folk e blues, quindi...

Poi, una perla ritrovata dopo anni e anni e anni e anni che la cercavo, e quindi ve lo dico solo per condividere la gioia del ritrovamento , dal momento che appunto è un disco rarissimo e difficilissimo da trovare (si ha qualche chances solo alle fiere del disco).
Sto parlando del primo disco dei Krisma, che ai tempi si chiamavano ancora Chrisma, coppia marito/moglie italianissima (ma trasferita a Londra), che nel 1975 registra "Chinese restaurant" (distribuito però poi nel 1977), straordinario connubio di pulsioni punk ed elettronica tra Neu! e Kraftwerk, con brani veramente memorabili come Lola e Black silk stocking, sentire una coppia di italiani che anticipa di almeno 4 anni il sound che sarà  poi della new wave inglese e che farà  gridare al miracolo tanti di noi, mi fa ancora venire i brividi sulla schiena.
Peraltro, a parte qualche "ingenuità ", il disco e le sue sperimentazioni sono ancora oggi attualissime, non mi è sembrato affatto "datato".
Ed adesso mi butto alla caccia del loro secondo "capitolo", quell' "Hibernation" che probabilmente è il loro capolavoro (anzi se qualcuno puà "aiutare" ben venga )...






Inviato: 25/7/2007 14:04
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Re: La musica dell'estate

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21/12/2005 19:54
Da Eindhoven, NL
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Citazione:

Marco ha scritto:
Ok, lo so, non gliene frega niente a nessuno


Ci frega, ci frega. Vado subito ad ascoltare =)

Inviato: 25/7/2007 16:10
Matteo

Granum Salis (Argenti)

Tessera C.F.A.O. n°10.........
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Re: La musica dell'estate

Iscritto il:
13/6/2006 7:14
Da Santadi - Sardegna del sud
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Da parte mia mi permetto di suggerirvi due titoli, tratti dal vasto repertorio jazz. Si tratta di due performance dal vivo che ho selezionato negli anni e che sono due gemme assolute.
Il primo è edito da una piccola casa discografica italiana, la Red Records, ed è "Pumpkins Delight", stupefacente cd registrato negli anni '80 ad Umbria Jazz, in cui un quartetto, che ci ha deliziato per alcuni anni, improvvisa autentici capolavori. Al sax tenore c'è un certo Charlie Rouse, enorme talento che ha militato per tanto tempo nel gruppo di Thelonious Monk (ed è tutto dire), vero musicista simbionte che è stato forse il più grande partner del geniale pianista e che ha tratto dalla collaborazione risultati forse perfino superiori a quelli di gente come Coltrane e Rollins. Il cd è assolutamente fantastico e ci permette di incantarci anche per lo straordinario talento artistico di quello che è forse il più grande pianista jazz vivente, tale Kenny Barron. Il cd è facilissimamente reperibile (anche direttamente presso la stessa Red R.) e per pochi euro vi regalerà  tantissime emozioni; è il disco da portarsi nell'ipotetica isola deserta senza paura di cadere nella noia d'ascolto.
Il secondo, "People Time", rappresenta il testamento artistico di Stan Getz, tenorsassofonista ormai consegnato all'olimpo dei più grandi del jazz di sempre, che da lì a qualche mese morirà . La performance (1990 se non ricordo male) in terra scandinava vede Getz interagire a livelli allucinanti col pianoforte di Kenny Barron (ancora lui, non è un caso...). I due cd sono un'autentica collezione di gemme di valore assoluto, in cui si respira l'Arte, quella con la maiuscola davanti, vero vaso di Pandora dal quale sgorgano emozioni ed espressività , intenso lirismo, drammatiche linee improvvisative capaci di travolgervi letteralmente. Vi è un brano in particolare, il primo del secondo disco, composizione di Charlie Haden dedicata alla moglie, in cui il duo tocca forse uno dei vertici espressivi di sempre; Stan conduce un assolo che non è più nemmeno musica,è una trasfigurazione della sua voce nascosta, una voce che parla, sussurra, poi piange e urla, si dispera e si riappacifica col mondo, forse rassegnata all'inevitabile, triste silenzio eterno. Ma non basta: Barron lo segue dappresso, con un assolo che è un capolavoro nel capolavoro, che riesce nella quasi impossibile impresa di raggiungere la stessa intensità  e di essere, al contempo, spalla decisiva e spettatore ammirato, di un evento irripetibile. Ma non basta perchè il finale è ancora un assolo di Getz che è di un'intensità  quasi paurosa, un assolo che si smorza piano, in una magica scala cromatica ascendente/discendente che finisce per morire in poche note soffiate che racchiudono... tutto. Angoscia? Disperazione? Premonizione? Lucida testimonianza di ciò che non sarà  più? Credo un po' di tutto ciò, fatto sta che qualche mese dopo Stan ci ha lasciati consegnandoci una carriera artistica immensa e luminosa, sicuramente consapevole che la voce magica del suo sax non è morta e che, ogni volta che si riascolta la sua Musica, anche lui è ancora ben vivo.
LO stesso Haden, ammirato per tale straordinaria interpretazione ebbe a dichiarare che "... non avrei potuto avere maggior onore di sentire di questa mia composizione una maggior interpretazione..."; e se lo dice lui che proprio l'ultimo arrivato non è...
Davvero vi consiglio di trovarlo (e non sarà  un'impresa facile, ve l'assicuro) perchè vi porterete a casa un Jazz cos' emozionante che, credetemi, mai nessuna foto riuscirà  ad eguagliare.

Ciao,
Osvi.

Inviato: 25/7/2007 16:19
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Re: La musica dell'estate

Iscritto il:
5/5/2006 15:40
Messaggi: 107
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non posso non consigliare di ascoltare un paio di album degli WILCO primo fra tutti "Yankee Hotel Foxtrot".

non essendo un buon recensore =) rimando a google per una breve ricerca.. non posso dirvi altro che ascoltarli.

la settimana scorsa hanno tenuto un concerto a torino (fantastico) e posso dire che sono l'unico gruppo rock che ho sentito che suona meglio dal vivo che sul disco.. e questo la dice lunga..


Inviato: 25/7/2007 17:47
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Re: La musica dell'estate
Utente non più registrato
Citazione:

osvi ha scritto:
...
Il secondo, "People Time", rappresenta il testamento artistico di Stan Getz, tenorsassofonista ormai consegnato all'olimpo dei più grandi del jazz di sempre, che da lì a qualche mese morirà . La performance (1990 se non ricordo male) in terra scandinava vede Getz interagire a livelli allucinanti col pianoforte di Kenny Barron (ancora lui, non è un caso...). I due cd sono un'autentica collezione di gemme di valore assoluto, in cui si respira l'Arte, quella con la maiuscola davanti, vero vaso di Pandora dal quale sgorgano emozioni ed espressività , intenso lirismo, drammatiche linee improvvisative capaci di travolgervi letteralmente. Vi è un brano in particolare, il primo del secondo disco, composizione di Charlie Haden dedicata alla moglie, in cui il duo tocca forse uno dei vertici espressivi di sempre; Stan conduce un assolo che non è più nemmeno musica,è una trasfigurazione della sua voce nascosta, una voce che parla, sussurra, poi piange e urla, si dispera e si riappacifica col mondo, forse rassegnata all'inevitabile, triste silenzio eterno. Ma non basta: Barron lo segue dappresso, con un assolo che è un capolavoro nel capolavoro, che riesce nella quasi impossibile impresa di raggiungere la stessa intensità  e di essere, al contempo, spalla decisiva e spettatore ammirato, di un evento irripetibile. Ma non basta perchè il finale è ancora un assolo di Getz che è di un'intensità  quasi paurosa, un assolo che si smorza piano, in una magica scala cromatica ascendente/discendente che finisce per morire in poche note soffiate che racchiudono... tutto. Angoscia? Disperazione? Premonizione? Lucida testimonianza di ciò che non sarà  più? Credo un po' di tutto ciò, fatto sta che qualche mese dopo Stan ci ha lasciati consegnandoci una carriera artistica immensa e luminosa, sicuramente consapevole che la voce magica del suo sax non è morta e che, ogni volta che si riascolta la sua Musica, anche lui è ancora ben vivo.
LO stesso Haden, ammirato per tale straordinaria interpretazione ebbe a dichiarare che "... non avrei potuto avere maggior onore di sentire di questa mia composizione una maggior interpretazione..."; e se lo dice lui che proprio l'ultimo arrivato non è...
Davvero vi consiglio di trovarlo (e non sarà  un'impresa facile, ve l'assicuro) perchè vi porterete a casa un Jazz cos' emozionante che, credetemi, mai nessuna foto riuscirà  ad eguagliare.

Ciao,
Osvi.


Beh, insomma, non potevi descrivere meglio questo doppio album registrato dal vivo tra il 3 e il 6 marzo del 1991 al Cafe' Montmartre a Copenhagen che ha un posto speciale nella mia discografia jazz. Spero non sia difficile da trovare per chi lo cerca (se non lo avete cercatelo!) ad ogni modo e' stato pubblicato con l'etichetta "Gitanes Jazz" (Verve) da Polygram nel 1992.


Alberto

Inviato: 25/7/2007 22:51
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Re: La musica dell'estate

Iscritto il:
23/2/2006 10:05
Da Ruda (UD) - Trieste
Messaggi: 1085
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Citazione:

Marco ha scritto:

Devendra Banhart , che con il suo "Rejoicing the Hands" realizza un vero e proprio capolavoro.





Il Folk-Blues è da sempre uno dei miei generi preferiti,devo assolutamente ascoltarla!

Paolo

Inviato: 26/7/2007 9:13
Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre,ma nell'avere nuovi occhi.
[F.Voltaire]............

Tessera "argento" C.F.A.O. n°9......
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