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1 Utenti anonimi
Re: bettina rheims? |
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11/3/2004 9:36 Messaggi:
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A proposito del rapporto tra i mezzi e l'artista, ieri leggevo una bella intervista a Brian Eno, per chi non lo conoscesse è un non-musicista (è uno dei miei miti!!), l'intervista era della fine degli anni '70, e Eno diceva che lui preferiva utilizzare le tastiere ed i sintetizzatori che trovava di volta in volta nello studio di registrazione, macchine che di solito non conosceva e non aveva mai utilizzato, perchè grazie a questa non conoscenza, questa non confidenza con il mezzo utilizzato, riusciva sempre a fare cose per lui impreviste e soprendenti...unica eccezione un sintetizzatore portatile (tra l'altro senza tastiera) della EMS, il VCS3, che lui si portava sempre in giro, ed ha utilizzato in ogni singola registrazione, collaborazione o produzione fino ad anni recenti (insieme al fidatissimo DX7 che ha venduto solo l'anno scorso), questo a testimoniare quasi l'altra faccia della medaglia, cioè il rapporto invece di profonda conoscenza, di confidenza, con il mezzo utilizzato, che magari non permette di ottenere il risultato inatteso o soprendente, ma che, grazie alla approfondita conoscenza, permette di realizzare esattamente ciò che si ha in mente...in entrambi i casi la scelta dello strumento e l'approccio ad esso è cruciale rispetto agli esiti espressivi...
Non so se c'entra con la discussione ma mi è venuta così ...
Inviato: 4/5/2007 15:07
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Re: bettina rheims? |
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Moderatore
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4/11/2005 13:12 Da Roma
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Secondo me è ben a tema, perché appunto testimonia una scelta tecnica ben precisa.
E' anzi una doppia scelta: sceglie di usare ogni volta il synth che capita, e sceglie di portarsi sempre appresso il fido synth portatile e la Yam DX7. Fer
Inviato: 4/5/2007 15:25
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Tessera C.F.A.O. n°14 Gallery (pBase) ** Si ricorda di leggere bene il REGOLAMENTO ** .... |
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Re: bettina rheims? |
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Moderatore
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8/2/2005 19:08 Messaggi:
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La scelta di ogni componente del processo che permette un risultato artistico è fondamentale. Non è del tutto reale l'incuranza che alcuni autori esprimono quando parlano della loro tecnica: è comunque frutto di una scelta a priori che in qualche modo hanno fatto; è una scelta anche fingere di non scegliere, lasciare al caso.
Al di là degli aspetti feticistici, di cui abbiamo a lungo parlato, che spesso si possono inserire all'interno delle scelte tecniche effettuate, ridurre, minimizzare, scotomizzare il ruolo dell'apparecchiatura, della tekne, nel processo artistico è, secondo me e senza voler offendere nessuno, una vera e propria idiozia. Andrea
Inviato: 4/5/2007 15:47
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sono moderno, non contemporaneo | ||
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Re: bettina rheims? |
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Moderatore
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11/3/2004 9:36 Messaggi:
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Beh dai, allora mettiamolo il link a questa intervista di Eno, anche perchè quando lui parla, essendo un brillante ed innovativo teorico, non parla mia solo di musica, ma quello che dice puà essere applicato ad altre forme d'arte, penso potrebbe interessare molti del forum:
http://www.cyndustries.com/synapse/sy ... =39&folder=jan1979&pic=23 l'intervista è lunga, cliccare poi su "next page" nel menu in basso per visualizzare le altre pagine...
Inviato: 4/5/2007 15:52
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Re: bettina rheims? |
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8/2/2005 19:08 Messaggi:
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Grazie, stavo in effetti per chiederti lumi sull'intervista !
Andrea
Inviato: 4/5/2007 15:59
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sono moderno, non contemporaneo | ||
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Re: bettina rheims? |
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Utente non più registrato
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La parola "téchnai", di origine greca, è per i greci l'equivalente di "arte", cioè l'insieme delle attività umane che richiedono abilità tecniche finalizzate a produrre un'opera; "technités" era chi riuniva in sè il tecnico e l'artista, avendo conoscenza di principi generali, razionali ed organizzati ed essendo in grado di applicarli per creare un risultato di natura estetica. Cioè, per i greci, arte e tecnica sono sinonimi....
....ma vediamo un po' cosa ci dice Platone, nello "Ione", a proposito dell'arte/tekne: «non per arte, ma perché ispirati e invasati dalla divinità », «non per arte cantano e dicono molte cose belle», e ancora «non, dunque, per arte cantano, ma per quel certo potere divino, ché se per arte sapessero parlare bene di un solo argomento, ugualmente bene saprebbero parlare di tutti» e poi: «questi bei poemi non siano umani, non frutto di uomini, ma divini, frutto di dei, e come i poeti non siano altro che interpreti degli dei, invasati ciascuno da quel certo dio che li ispira». La "téchnai" (cioè l'arte/tecnica), dice Platone, è nulla se non è animata dal soffio miracoloso della "divinità "... ciao. Ale
Inviato: 5/5/2007 13:44
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Re: bettina rheims? |
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8/10/2006 17:44 Da Torino
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Metto ancora l'accento sulla tecnologia. Oggi vediamo attraverso una tecnologia, non vediamo più solo con i nostri occhi, ma la tecnologia guarda per noi e siamo noi ad entrare nel suo mondo, con le sue logiche. Non mi sembra più solo un fatto di arte/tekne.
Per questo motivo credo che il prodotto e/o l'opera sia inseparabile dalla tecnologia, perchè ne deriva direttamente, che piaccia o meno. Fussler in "Per una filosofia della fotografia" esprime un concetto simile, dove sostiene la programmazione dell'operatore da parte della tecnologia. Senza voler spingere troppo su questo acceleratore, voglio solo dire che non si puà non mettere in campo questa dimensione. bs marco
Inviato: 5/5/2007 16:02
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La fotografia non si domina: corre da sola e l'uomo la segue in ritardo e mai come oggi. A. Gilardi www.mbphoto.it www.flickr.com/photos/marcofluens .................. |
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Re: bettina rheims? |
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Utente non più registrato
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Citazione:
C'è una straordinaria consonanza con quanto scrive Galimberti, in un suo saggio: «Nata sotto il segno dell'anticipazione, di cui Prometeo, "colui che pensa in anticipo", è il simbolo, la tecnica finisce in questo modo col sottrarre all'uomo ogni possibilità anticipatrice, e con essa quella responsabilità e padronanza che deriva dalla capacità di prevedere. In questa incapacità , divenuta ormai inadeguatezza psichica, si nasconde per l'uomo il massimo pericolo, così come nell'ampliamento della sua capacità di comprensione la sua flebile speranza». tratto da Umberto Galimberti, "Psiche e techne", Feltrinelli, Milano 1999, (p.48). Lo "sguardo artistico" è, secondo me, uno sguardo anticipatore e portatore di una rivelazione del senso più profondo della realtà in cui viviamo. E' una capacità di visione che, secondo me, è "metafisica" cioè capace di vedere al di là della "fisicità terrestre". E' una visione "poetica" in senso lato , cioè capacità di pre-comprendere intuitivamente le relazioni nascoste che animano, danno vita al contesto in cui viviamo o in cui vivremo. Penso, per fare due esempi tratti dalla letteratura, alla profonda carica "anticipatrice" di due figure femminili come Anna Karenina o Emma Bovary... In questo senso è "fulminante" la conclusione di Floriano, nell'altra discussione, che riassume davvero il rapporto problematico, sempre in divenire, mai risolto o concluso, dell'uomo con la realtà , il linguaggio, l'espressione artistica: "Andando a fare foto vi capiterà di “vederle†belle e pronte, solo il tempo di scattare e ve le ritroverete in una bellissima stampa: in quel momento vi eravate dimenticati di essere artisti…" ciao, Ale
Inviato: 6/5/2007 13:27
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Re: bettina rheims? |
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8/10/2006 17:44 Da Torino
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L'attenzione alla dimensione tecnologica ha per me una sua ragione d'essere nell'assolutà novità della situazione che si é creata nel 900, data dall'espandersi della tecnologia ed in particolare di quelle della visione. Sappiamo anche che visione e tecnologia hanno una lunga storia, ma il 900 gli ha dato un'accelerazione straordinaria, al punto che molte professioni vivono e si sviluppano all'interno di ambienti tecnovisivi che ridefiniscono una realtà e la fotografia non sfugge a queste condizioni. Per questi motivi, allo stesso tempo, temo che alcuni esempi che non siano attuali, non riescano a render conto di questa situazione e intendo la presenza pervasiva della tecnologia. Al di la del pessimismo di Galimberti, a me preme capire, perchè come altri milioni di persone ci sono dentro. Si puà anticipare, svelare, rivelare, ma non siamo vergini, siamo dentro.
bs marco
Inviato: 6/5/2007 20:47
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La fotografia non si domina: corre da sola e l'uomo la segue in ritardo e mai come oggi. A. Gilardi www.mbphoto.it www.flickr.com/photos/marcofluens .................. |
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