Visto che recentemente abbiamo più volte parlato di Dada ed anche di Surrealismo, vorrei proporre al forum il lavoro di una delle poche fotografe che sono entrare nella storia (a parte ovviamente le "nostre" Deborah, Elisabetta e Cristina ), Claude Cahun...la Cahun ha gravitato intorno al movimento surrealista (da cui il punto di domanda nell'oggetto del topic), anche trovo che spesso il suo lavoro si discosti dai "canoni" estetici e teoretici del movimento, e ha interessato me e Cristina nel nostro percorso di ricerca ed avvicinamento al Corpo senza Organi, in particolare ci ha sempre attratto il suo entrare in prima persona nelle sue composizioni, mettersi in gioco e sperimentare direttamente su di sè, anticipando molte delle intuizioni di Cindy Sherman...

Qui un sito con un discreto numero di immagini (cliccare anche in basso a destra su Claude Cahun Gallery)...

Capisco che non è semplice esprimere opinioni vedendo poche immagini e per di più via web (anche se niente vi impedisce di fare ulteriori ricerche con Google , magari ci sono siti più completi), però mi piacerebbe sapere che ne pensate...

Altro sito...ed un'altro sito ancora...

Ciao Marco,
conoscevo già  qualcosa del suo lavoro.
Sono d'accordo con te sul fatto che anticipi (e forse persino troppo) il lavoro di Cindy Sherman.

La definizione di "surrealista" è certamente restrittiva, ma c'è da tener presente che all'epoca sua era probabilmente l'unica collocazione immaginabile.

In ultimo, devo dirti che rispetto a certi teatrini e autoritratti di Man Ray, quelli della Cahun non sembrano per nulla "invecchiati". Mi pare cioè che reggano molto bene il confronto con operazioni odierne analoghe.

Fulvio

Non la conoscevo affatto. Sembra uno di quei personaggi in cui la vita, più che le stesse opere, ha una valenza artistica. Una persona che sarebbe stato interessante conoscere, ma che quasi sicuramente si sarebbe sottratta ai tentativi di conoscenza.
Uno degli articoli si chiede perchè è rimasta sconosciuta e rimossa, pur essendo stata così attiva. A parte il danno materiale della perdita di gran parte del suo lavoro, per le vicende di guerra, lei stessa afferma di rifuggire i suoi simili ed ha scelto o è stata costretta dalla guerra di andare a vivere in un posto che la sentiva estranea e che quasi certamente non la comprendeva: l'oblio era quasi inevitabile, dati i presupposti.
Quanto alle fotografie in sè... mi ha colpito le minuscole dimensioni di molte di loro. Immagino siano piccole stampe a contatto. Erano solo dei provini? O erano opere già  così concepite? Se fosse vera la seconda, allora anche questo rafforzerebbe l'idea di un personaggio che vuol passare inosservato e celarsi, non solo dietro alle metamorfosi ed ai travestimenti, ma anche dietro l'apparente innocuità  di stampine minuscole, come fossero semplici fotine di famiglia o foto ricordo.
Non so. Queste sono considerazioni di getto, circa una fotografa per me davvero sconosciuta. Mi piace pensare che, avendo gravitato attorno al movimento Surrealista, fosse amica di Bunuel. Mi piace immaginare che tipo di conversazioni potessero intercorrere tra questa strana ed algida francese e l'irruento e visionario catalano. Mì rattrista pensare quanto la maggior parte della gente (mi ci metto per primo) sia oggi spiritualmente omologata, rispetto a quei tempi.

"Ho avuto la ventura di passare la mia infanzia nel Medioevo, quell'epoca "dolorosa e squisita", come scriveva Huysmans. Dolorosa per la vita materiale. Squisita per la vita spirituale. L'esatto opposto dei nostri giorni" (L. Bunuel)

Luciano, lo sai che con Bunuel con me sfondi una porta aperta!

Comunque più mi addentro nello studio della vita di questa artista, e più anche a me risulta incomprensibile tale oblio da parte della storia e della critica ...vabbè, i suoi esperimenti "transagender" sicuramente non erano apprezzati e capiti dai contemporanei, surrealisti compresi che erano piuttosto conservatori sui temi dell'identità  sessuale, però poi i temi che aveva già  anticipato la Cahun con le sue immagini sono entrati prepotentemente nel linguaggio e nella pratica dell'arte moderna, ed in più la Cahun era una scrittrice, ha avuto una intensa attività  politica antinazista (pagata con la prigionia ed una condanna a morte non eseguita), mah!, misteri della cultura, intesa come "colonizzazione" ...

Sono risucito a trivare un libro, penso sia il catalogo di una mostra recente (è in tedesco, lingua che non conosco), devo solo accordarmi con il venditore per il pagamento e poi lo ordino, sono curioso di vedere le sue immagini, se non dal vivo, quantomeno meglio che via web...

Marco ti devo proprio ringraziare perché con conoscevo la Cahun.
Sono attratta dai suoi autoritratti che come gli angeli non hanno sesso.
E' da tanto tempo che sto pensando di provare a mettermi in gioco entrando in prima persona nelle mie fotografie, come una sorta di terapia d'urto alla mia eccessiva riservatezza. E queste fotografie mi hanno stupito e coinvolto perché così differenti dagli autoritratti femminili che sono solita vedere.
Concordo con Fulvio e trovo le sue fotografie molto attuali e non solamente per una certa ambiguità  nell'identificazione sessuale.
Voglio cercare ancora sue notizie e guardare le fotografie con calma perché penso sia ben più complessa di ciò che possa apparire in una prima visione.

Mi ha interessato molto, e sotto più aspetti.
Come fotografa, come surrealista e come persona.
Ed anche non tanto per la sua presunta ambiguità  sessuale, che mi sembra abbastanza palesemente dichiarata, ma quanto per lo stile di vita che certa borghesia anglosassone poteva permettersi, dati i tempi.
Come Virginia Wolf (tra l'altro discendente da Margaret Cameron) e gli spiriti liberi di Bloomsbury.
Ma se avessero dovuto lavorare per vivere avrebbero avuto lo stesso tanti "problemi di identità " ?

Alcune immagini sono effettivamente sublimi ed è vero che sono nettamente anticipatrici nel proporre visioni del corpo quasi contemporanee.

C'è un limite nell'anticipare i tempi, anche nelle avanguardie, e, purtroppo chi supera questo limite ne paga le conseguenze e, a volte, viene pure dimenticato. Ma non mi pare il caso della Cahun che, seppure forse solo in determinati ambienti, è relativamente conosciuta, sicuramente più delle sue immagini.

Certo che una bella mostra non sarebbe male, vedere le immagini dal vivo e non come francobolli in rete o su qualche rivista underground.


Andrea

Citazione:

Del tutto OT: Umberto, la necessità  o meno di lavorare non ha alcuna relazione con i problemi di identità , del tutto trasversali al censo.


Andrea

per me sono immagini di grande poesia e sono stravolta dal vuoto che si è creato all'epoca.Forse una causa si puà cercare nella cultura dominante,la quale ha sempre paura della rottura dei ruoli sessuali assegnati e della minimizzazione della differenza tra i sessi,cosa che alla Cahun riesce molto bene creando immagini di grande effetto teatrale.

elisa

Citazione:

viva la differenza

Alla fine dell'800 si erano avuti sentori di un interesse all'androgino, all'ambiguo.
La serie "Il guanto" di Klinger ne è testimonianza.
L' ambiguità , l'intercambiabilità  dei ruoli, è presente in balletti di Schlemmer e in quadri di Carrà , degli anni '10 e '20.

Dunque Claude si situa in un momento che produceva di queste cose, usando modi formali già  ben consolidati in quel tempo.
Lo stesso Duchamp, mi pare di ricordare, propose più tardi un alter ego di sè al femminile in fotografie scritti.

Per il resto l'idea dominante, che si riscontra in diversi scatti di inizio secolo, a cavallo della prima guerra mondiale; è più un avvicinarsi ai modi maschili di abbigliamento e atteggiamento che ad una androginia.

La Sherman non produsse mai autoritratti, ma usà di sè per proporre situazioni stereotipate della moda, del cinema, della pubblicità , cosa diversa.
Prese i modi del dibattito femminista per come si costruì: non assimilazione ai modi maschili, nessuna ambiguità , denuncia e rivendicazione netta di un essere diverse.

Fino, mi pare, alla mostra Superhuman, che propone una divisione dei ruoli netta, con un uso inquietante del corpo, delle proporzioni, ma non dei ruoli.

Ciao, Claudio.

Segnalo che nel numero 6 di Around Photography (Luglio/Settembre 2005) c'è un ottimo articolo dedicato proprio a Claude Cahun, anzi è la seconda parte di un articolo iniziato in un numero precedente della rivista, di cui però non possiedo altri arretrati e quindi non so darvi maggiori indicazioni sulla prima parte, forse chi acquista Around Photography da sempre potrebbe darci qualche indicazione in merito ...

Citazione:

Ci sono diversi ritratti di Man Ray rappresentanti Duchamp in panni femminili: nelle vesti di una sedicente Rrose Selavy, o, nel contesto di un ready made dello stesso Duchamp, nei panni della Belle Haleine.

Qui e qui.



Andrea

Scusate se "ripesco" questo topic ma questa è la conferma che i miei miti sono veramente dei MITI!!!!!!!


L'High Line Festival 2007, che quest'anno è curato appunto dai uno degli artisti che ammiro maggiormente e che tanto mi hanno influenzato, David Bowie, conterrà  al suo interno una mostra di immagini di Claude Cahun , mmmmmhhhhhhhhhhh che voglia di andare a NY....anche perchè ci saranno pure gli Arcade Fire, Laurie Anderson, gli Air, ma questa è tutta un'altra storia ...