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Bacon e la fotografia
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11/3/2004 9:36
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Ultimamente sul forum abbiamo parlato di questo straordinario pittore, probabilmente il mio preferito, e dal momento che in questi mesi sto proprio studiando i suoi lavori cercando di individuare un eventuale utilizzo delle sue scoperte pittoriche in fotografia, vi voglio proporre qualche link interessante.

Bacon è sempre stato ossessionato dalla fotografia, il suo studio era dissemninato di immagini fotografiche, lui stesso si fotografava nelle macchinette automatiche tutte le volte che poteva.
Sappiamo con certezza che spesso dipingeva partendo da una fotografia, lui stesso in una famosa intervista racconta di una quadro, un ritratto di un suo amico, dipinto e sviluppato osservando la fotografia di un rinoceronte, perchè lui voleva trasformare il viso della persona ritratta nella pelle del rinoceronte.
Pur essendone ossessionato Bacon aveva però un rapporto conflittuale con la fotografia, non le riconosceva cioè lo stesso statuto e valore artistico della pittura, le sue motivazioni sono troppo lunghe e complesse per poter essere sintetizzate qui, magari ne parleremo in un'altra occasione ...
Tra i suoi fotografi preferiti c'era Eadweard Muybridge, uno dei maestri della fotografia, famoso anche perchè è stato il primo a sperimentare con le sequenze di fotogrammi in modo da creare immagini in movimento:

http://www.masters-of-photography.com/M/muybridge/muybridge.html

http://web.inter.nl.net/users/anima/chronoph/muybridge/index.htm


In questo link viene bene bene esemplificato come le immagini fotografiche di Muybridge abbiano influenzato profondamente il lavoro di Bacon (scorrete sotto l'immagine del quadro e troverete le foto a cui Bacon si è ispirato):

http://www.francis-bacon.cx/figures/emptying.html

(l'immagine della donna che svuota la brocca d'acqua, che in questo link non si visualizza per qualche oscura ragione, la potete vedere qui:

http://shadowplayimages.com/Pages/nudes/Muybridge.html)




Inviato: 18/1/2005 11:12
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Re: Bacon e la fotografia

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Ciao Marco,
non sara' facile seguirti su questo cammino...
Personalmente non ho lo spirito adatto ad apprezzare a fondo l'opera di Bacon, cui per altro riconosco una certa originalita' nel dividere le immagini con tendagi e simili, ma quel suo maciullare la figura umana mi fa star male. Ma Bacon per me e' in buona compagnia, perche' di Picasso, salvo alcune eccezioni, amo solo i quadri giovanili.Tanto per farti un esempio, mi contorce piu' l'animo, e non poco, un cipresso di Van Gogh.
Secondo me, esprime piu' la propria rabbia, le proprie angoscie, la propria impotenza una voce tremante che un grido disperato. Il grido e' gia' liberatorio, da' sollievo. Eppure,un quadro di Van Gogh mi fa star male, ma lo guarderei a ore; uno di Bacon mi fa star male ugualmente, ma non vedo l'ora di volgere lo sguardo. Non tutti, ovviamente, ma quelli piu' esasperati si.
Bacon si serviva delle foto.. Da quando c'e' la fotografia, credo che la maggior parte degli artisti se ne serva. Ma solo per avere gia' servita in due dimensioni quella realta' che poi imiteranno, dilateranno o dilanieranno secondo il loro stato d'animo. E la fotografia non potra' mai essere grande come la pittura.
Perche' un dipinto nasce dentro, nel cuore e nella testa, scivola fino alla mano e dalla mano al pennello o alla matita. E' una creazione umana. La fotografia e' la rappresentazione, piu' o meno piacevole, secondo l'abilita' del fotografo, di una realta' esistente, della natura, della creazione, come ciascuno la vuole chiamare.
La pittura non e' mai uguale alla realta', al massimo le somiglia.
Si puo' prendere l'immagine fotografica di un viso e distorgerla attraverso riflessi e manipolazioni, ma non sara' mai un calcio basso come in una pittura di Bacon.
Mi sono sfogato, sto meglio. Forse Bacon non e' poi cosi' tanto male....

Inviato: 18/1/2005 15:50
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Re: Bacon e la fotografia
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"intensamente viventi, i personaggi di Bacon lasciano a volte vedere i propri denti,pezzetti di scheletro, stalattiti e stalagmiti rocciose che spuntano davanti alla caverna della bocca......perchè per conoscerla meglio e gustarne tutte le bellezze, non si potrebbe esplorare la vita con accanimento senza arrivare a metterne a nudo - almeno a sprazzi - l'orrore che si nasconde dietro i paludamenti più sontuosi"

1966 Michel Leiris. Scrittore surrealista e amico di Bacon.

"Ho usato la polvere dello studio per fare quei dipinti.......Bè la polvere sembra eterna, sembra essere la cosa che dura per sempre, ciò che tra l'altro ho notato con grande piacere è che pare non sia per niente cambiata; sembra essere fresca come quarant'anni fa, quando l'ho messa sulla tela.......Ma è successo che ho usato la polvere perchè mi chiedevo: come posso rendere quella caratteristica un po' pelosa di un abito di flanella? E poi d'un tratto ho pensato: bé, prenderà un pò di polvere."

da un' intervista a Bacon.

Inviato: 19/1/2005 0:07
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"I'm not a photographer the moment I pick up the camera.
When I pick one up, the hard work's already been done"

“To photograph reality is to photograph nothing.”

Duane Michals


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Re: Bacon e la fotografia
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Falcopardo ha scritto:
Ciao Marco,
non sara' facile seguirti su questo cammino...


E ti capisco benissimo, anche io a volte non riesco a seguire me stesso ...

Cmq il 3ad l'ho lanciato più che altro perchè mi sembrava una buona occasione per mostrare a chi non lo conosceva il lavoro sia di un grandissimo pittore come Bacon e sia di un grandissimo fotografo come Muybridge la cui capacità  ed influenza viene spesso dimenticata o sottovalutata, e di come a volte il rapporto tra pittura e fotografia sia più complesso di quello che sembri, di come in generale il concetto stesso di "immagine" sia dannatamente complesso, lasciando poi ad ognuno di noi le proprie personali valutazioni e riflessioni...ora non è questo il luogo adatto per disquisire della pittura di Bacon, e poi se lo facessi mi sa che non ne usciamo più fuori , però ti dico velocemente cosa mi interessa al momento della pittura di Bacon e che vorrei riuscire in qualche modo a trasportare nella nostra fotografia: la sua straordinaria capacità  di dipingere le Forze invisibili, cioè di rendere visibili delle forze invisibili, alla fine la famosa formula di Klee "non bisogna rendere il visibile ma bisogna invece rendere visibile" forse non significa che questo...quindi niente deformazioni di facce o manipolazioni varie, sono attratto da qualcosa di più "oscuro" e "sommerso"...e si parte da molto lontano, si parte da Cezanne, e poi si arriva ad una delle più straordinarie scoperte del secolo scorso, una scoperta fatta da pochissimi artisti (3 forse 4), una scoperta talmente rivoluzionaria che è costata molto molto cara a chi l'ha fatta, e cioè quella del CsO, Corpo senza Organi, il Corpo che rifiuta l'organizzazione organica, il Corpo che non è un organismo, una scoperta fatta da Artaud e poi "condivisa" da Bacon in pittura, Burroughs in letteratura, Deleuze in filosofia, Carmelo Bene nel teatro...ok, vi sarà sembrato un pazzo furioso, adesso mi fermo ...

A te che piace Van Gogh, che amo anche io immensamente e che riguardo al fatto di dipingere Forze invisibili ne sapeva sicuramente qualcosa , voglio consigliare un testo, forse già  lo conosci, scritto proprio da Artaud, e che io considero il testo più straordinario che sia mai stato realizzato sulla pittura di Van Gogh, è un saggio di una sessantina di pagine ma ogni riga è come lava fusa sulla nostra pelle, ghiaccio bollente nelle nostre teste, si intitola Van Gogh - Il suicidato della società , è edito da Adelphi...


PAMAR5, grandi grandi citazioni, grazie !!!
Anzi, colgo l'occasione per segnalare un libro a chi voglia magari approfondire il discorso su Bacon, è una edizione recente e molto curata, si intitola Interviste a Francis Bacon, autore David Sylvester, edito da Skira...




Inviato: 19/1/2005 14:25
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Re: Bacon e la fotografia
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13/5/2004 17:25
Da lombardia
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Non sapevo di questi rapporti così stretti tre Bacon e la fotografia, con quella di Muybridge in particolare. Molto interessante. Per la verità  conosco poco di Bacon, mentre invece i lavori con illuminazione stroboscopica di Muybridge mi sono famigliari.
Ma avevo sempre ritenuto, solo per quel che vedevo, non per aver letto sue dichiarazioni, interviste o simili, che l'intento di Muybridge fosse essenzialmente scientifico, piuttosto che artistico. Che il suo interesse e la messa a punto del suo metodo fosse rivolto al desiderio di svelare i segreti della cinematica di uomini ed animali (la famosa questione del trotto del cavallo). E che le implicazioni estetiche ed artistiche dei suoi lavori non fossero il suo obiettivo iniziale, ma piuttosto fossero scaturite a posteriori "per forza di cose", magari non particolarmente neppure desiderate . Si sentiva e si riteneva Fotografo, Scienziato od Artista? O una miscellanea di tali figure?

Al di là  dell'interessante caso specifico che Marco ci ha segnalato, è comunque sempre significativo saltabeccare tra pittura (e arti figurative in genere) e fotografia, alla ricerca di reciproci influssi ed influenze. Ed anche per cercare di capire quanto del linguaggio visivo che ormai appartiene al nostro tempo, con le innumerevoli immagini che ci vengono proposte ad esempio in Pubblicità  o nei Videoclip, sia dovuto alle scoperte che derivano da Pittura, Cinema, Fotografia, Architettura, ecc. ecc.(o viceversa ?).

Inviato: 19/1/2005 20:01
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Re: Bacon e la fotografia

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Grazie Marco per gli spunti, a cui faro' riferimento senz'altro, anche perche' non ho una conoscenza approfondita di pittura, conosco un po' le opere e la personalita' degli artisti ma mi fermo lì, e faccio le valutazioni un po' "a pelo", ma rimango senz'altro molto in superficie.
So che non e' questa la sede, ma mi piacerebbe molto discuterne. Spero ne avremo l'occasione in seguito e di persona.
Il fatto e' che sono molto prevenuto nei confronti degli artisti che sembrano grogiolarsi nel dolore e lo esprimono in forme esplicite con corpi martoriati per fare colpo sul pubblico. Munch, che pure di angoscia ne aveva, e ne aveva anche il motivo, la sua sofferenza la fa trasparire, e si limita solo ad un urlo disperato.
E' questo che volevo dire in sintesi, ma ora m'informo, e poi..parleremo di fotografia.
Ciao, poi mi spiegherai come intendi espletare in fotografia il pensiero di Bacon. Capisco che non e' una cosa semplice.

Pero' la proposta di Luciano non e' male, e' vero quello che dice sul rapporto tra la fotografia e la pittura, e ci da' la possibilita' di espandere il discorso.

( accidenti, non mi vengono piu' le faccine...ho del casino con l'antivirus che mi limita anche il respiro.
Roberto, perche' non mi si ripristina la pagina dopo avere immesso il messsaggio? )

Inviato: 19/1/2005 20:08
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Re: Bacon e la fotografia
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Personalmente sono convinto che pittura e fotografia hanno molti punti di contatto. Inoltre l'una è servita e serve da sprone all'altra e viceversa. Prima della nascita della fotografia la pittura aveva, salvo eccezioni eclatanti, anche una funzione documentaristica. Basta pensare agli innumerevoli ritratti commissionati a questo o quel pittore dai vari nobili o signorotti. Chi se lo poteva permettere si faceva fare il ritratto. Oppure se si pensa alla pittura paesaggistica anteriore al 1800 si nota che il suo intento principale era quello di rappresentare il più fedelmente possibile il mondo circostante. E poi è nata la fotografia, ed è stata una piccola rivoluzione. Con minor tempo e denaro divenne possibile ottenere gli stessi risultati della pittura, o almeno di quel settore della pittura più legata al concreto. Il mondo della pittura venne a trovare uno dei suoi "territori di caccia" invaso e spodestato dalla neonata fotografia. Ma la pittura non è morta, Anzi! Da questa crisi di identità  sono fiorite rigogliose correnti a partire dall'impressionismo, passando per la pittura metafisica di De Chirico fino all'astrattismo. La pittura si è in molti casi slegata dalla rappresentazione "fotografica" della realtà  cercando in varie e diversificate maniere di rappresentare sentimenti, emozioni, paure, angoscia.....di "grattare via il concreto e il conosciuto" per indagare e rappresentare la complessità  dell'animo umano e della vita. La fotografia a sua volta si è probabilmente sentita messa in secondo piano da questa esplosione creativa della pittura ed ha affiancato alla sua funzione più classica una vena innovativa cercando di andare oltre la semplice "bella immagine". Da quì il sorgere di una generazione di artisti della fotografia che cercano e vogliono ampliarne gli orizzonti più classici.
L'intreccio tra le due arti è quindi a mio parere molto profondo. Si è arrivati addirittura al mescolarsi dei due ambiti. Come non considerare per esempio Warhol? O tutta una serie di artisti contemporanei che amalgamano fotografia e pittura? ( a questo link si possono trovare alcuni esempi http://www.caldarelli.it/fotografia/fotografia.htm )
Che poi la commistione contemporanea fra fotografia e pittura possa piacere o meno è tutto un altro discorso.
Scusate il polpettone


ciao
Marco

Inviato: 19/1/2005 23:58
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Re: Bacon e la fotografia
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Si Luciano, le informazioni in tuo possesso sono corrette, le immagini in sequenza di Muybridge sono nate per scopi più scientifici che artistici, però alcuni fotogrammi o alcune sequenze sono così suggestive che non si puà fare a meno di pensare che lui avesse comunque delle ambizioni estetiche, e mi riferisco soprattutto alle immagini in cui sono ritratti esseri umani, poi fino a che punto ne fosse consapevole o autocosciente questo è tutto da verificare...però la cosa interessante è vedere la profonda influenza che le sue immagini hanno avuto sullo sviluppo del linguaggio pittorico di Bacon, e forse la cosa è tanto più affascinante proprio se si pensa che negli intenti di Muybridge sono nate con scopi documentaristici/scientifici, a controprova del fatto che nel momento che inquadriamo il mondo in un obiettivo, anche solo per fotografare un cavallo in movimento o una volpe o un'auto da corsa, stiamo sempre e comunque "interpretando" il mondo, stiamo creando cioè una "visione" che poi si trasmette inevitabilmente a chi la osserva e così libera altre visioni...c'è un'altra immagine, questa volta cinematografica, che ha profondamente influenzato Bacon, un fotogramma tratto dal famoso film di Eisenstein di fantozziana memoria, La Corazzata Potiomkin, un fotogramma che era presente dovunque ed in vari formati nel caoticissimo studio di Bacon, ed è il fotogramma del primo piano della donna che urla nella scena della carrozzina che cade dalla scalinata...quella bocca che urla è stato l'inizio di tutti gli studi sulle bocche o i quadri con le Figure che urlano, studi e quadri che poi, ad onor del vero, Bacon ha poi via via rinnegato e disconosciuto, affermando che erano tutti tentativi fallimentari di replicare chissà  quali forze invisibili e mute che lui aveva visto nel fotogramma di Eisenstein, lo stesso famosissimo quadro "Study after Velazquez's Portrait of Pope Innocent X" (http://www.francis-bacon.cx/popes/innocent_X.html ), ha fatto la stessa fine e se non fosse stato per il suo gallerista, che glielo ha strappato dalle mani, Bacon lo avrebbe certamente distrutto...

Renzo, sinceramente non so ancora esattamente come tradurre anche io in fotografia queste forze invisibili e mute, l'idea di partenza sarebbe di recuperarle e liberarle partendo dai recessi di immagini che niente hanno a che fare con i temi di Bacon, anzi io e Cristina vorremmo proprio entrare ancora più a fondo nei recessi e nei golfi d'ombra delle immagini industriali, abbiamo già  scorto qualche bagliore in lontananza che potrebbe essere una strada da percorrere, capita nelle aree industriali abbandonate dove sentiamo fortissima la presenza degli uomini e delle donne che una volta lavoravano in questi luoghi, come se fossero fantasmi che attraversano le nostre menti ed i nostri occhi, sussurrando parole che riusciamo a malapena ad interpretare...cmq appena ci avrà capito qualcosa di più lo condividerà sicuramente con te , attento perchè questa è una minaccia ...

Ecco, forse il link che ci ha suggerito Marco è quello che meglio esemplifica cosa stiano vivendo una certa fotografia ed un certo modo di dipingere oggi, la sua frase "La fotografia a sua volta si è probabilmente sentita messa in secondo piano da questa esplosione creativa della pittura ed ha affiancato alla sua funzione più classica una vena innovativa cercando di andare oltre la semplice "bella immagine". Da quì il sorgere di una generazione di artisti della fotografia che cercano e vogliono ampliarne gli orizzonti più classici." mi trova totalmente d'accordo...e da questa ricerca sono nate e stanno nascendo cose veramente rivoluzionarie, tanto quanto poteva essere considerato rivoluzionario un pittore cubista all'inizio del secolo scorso, che stanno sicuramente facendo molto molto bene alla fotografia, ma siamo ancora lì, fotografia e pittura si sono e si stanno continuamente influenzando a vicenda, provocandosi e reagendo l'una nei confronti dell'altra, in uno spasmo ed un abbraccio apparentemente indissolubile...ecco perchè secondo me ha ragione Luciano quando dice che un fotografo dovrebbe studiare o quantomeno prestare meggiore attenzione alle altre arti visive, qualsiasi sia il tipo di fotgrafia praticata, ma le radici profonde della composizione e della visione (anche per ritrarre un cavallo in corsa) sono lì, e se vogliamo una maggiore consapevolezza e controllo su quello che fotografiamo dobbiamo rivolgere il nostro sguardo, oltre che agli aspetti tecnici, anche a quelli più "artistici"...


Inviato: 20/1/2005 15:19
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Re: Bacon e la fotografia

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Marco ha scritto:...cercando in varie e diversificate maniere di rappresentare sentimenti, emozioni, paure, angoscia.....di "grattare via il concreto e il conosciuto" per indagare e rappresentare la complessità  dell'animo umano e della vita.

Il mio timore, corroborato da numerose esperienze, e' che prenda campo una categoria di "artisti" che con la pittura non ha niente da spartire, in quanto non sono capaci di fare una "O" con il bicchiere, e che, dotati di fantasia e parlantina sciolta, ( e magari di amicizie al posto giusto ) gabellino per arte pasticci che sono delle vere prese in giro. D'altronde dei critici d'arte e' meglio non parlarne. E' rimasta famosa la burla livornese, ma nel suo piccolo mio padre, passando un foglio di carta in un ciclostile senza matrice, si diverti' a consultare i critici intervenuti ad una mostra, in cui aveva appeso, debitamente incorniciata, la sua "opera d'arte". Non ti dico cosa venne fuori. Mio padre dovette stentare a far credere ai numerosi esperti che non si trattava di una xilografia su pietra e altre amenita' condite da tormenti atroci dell'autore.
Perche' per capire il significato di un'opera ci dev'essere il libretto d'istruzioni? Tornando al solito Van Gogh, anche chi non ne conosce i significati reconditi, comprende di trovarsi ad una forza pittorica straordinaria. E se vai ad analizzare da vicino la sua pittura vedi come ha applicato il divisionismo per creare certe sfumature, vedi che aveva l'idea, ma anche i mezzi per esprimerla.
Quando usi una fotografia al posto di un viso, e poi ci dipingi sopra..e poi ci attacchi un foglio di giornale...e ci dipingi ancora sopra... magari l'idea ce l'hai, ma non sai dipingere. E sei un artista? di cosa?
E' una nuova forma d'arte? Puo' andare....ma non e' pittura. .
L'idea che hai di riprodurre fotograficamente il pensiero di Bacon e' interessante....mi hai scatenato una serie di lampi nella mente...capisco cosa volete dire, ma non e' facile trovare il posto giusto.
Io ho provato delle sensazioni simili quando sono tornato a vedere delle vecchie case di campagna ormai abbandonate e mezze diroccate in cui da ragazzo ho visto e condiviso la vita, dove ho visto attivita' frenetiche di trebbiature e vendemmie, e dove ho trovato pochi oggetti che mi hanno fatto rivivere tutto in un turbinio di emozioni.

Inviato: 20/1/2005 15:22
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Re: Bacon e la fotografia
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Renzo, il tuo avatar è magnifico, finalmente so cosa è un Falcopardo!!!!

Solo per dovere di "cronaca"...il Marco che hai citato è Pamar5, che non sono io, ti dico questo solo perchè dalla tua risposta sembra che ci hai accomunato in una unica persona, il che per me non è assolutamente un problema in quanto mi sento molto vicino alle sue idee ed al suo modo di vivere l'arte, però magari Marco/Pmar5 potrebbe non gradire che le sue affermazioni vengano attribuite a me...

Guarda, ho avuto anche io esperienza di quello a cui ti riferisci tu, tanto che sono arrivato alla conclusione che quello di parlarsi e sproloquiarsi addosso, sbrodolando paroloni sconosciuti ai più, sia uno degli sport preferiti degli artisti mediocri, quelli le cui opere non hanno probabilmente la forza di "parlare" da sole, oppure da una certa critica che usa forse queste armi per "elevarsi" al di sopra del volgo ...detto questo ci sono però artisti il cui pensiero ed il cui lavoro è molto complesso, che a volte tocca aree di difficile comprensione perchè sono concetti nuovi, rivoluzionari, innovativi, ed allora non è proprio possibile "ridurre" l'analisi del loro lavoro in concetti semplici...certo, la potenza e la suggestione di un quadro di Van Gogh è comprensibile a tutti, ma per quelli che hanno la forza, o il coraggio, di farsi crosta e pennellata, di entrare nel cielo basso e rutilante del Campo di grano con i corvi e smarrirsi lì, in quei vortici di materia e luce, tanto da sentire riecheggiare nell'aria l'esplosione, il colpo d'arma da fuoco che si è tirato in pancia, il calore del sangue, beh per quelli la vita non sarà  più la stessa, questa esperienza gli cambierà  la vita per sempre, però per arrivare fino a lì l'analisi e la riflessione deve essere necessariamente più rigorosa...cmq io mi convinco sempre di più che quello che "fa" il lavoro di un pittore o di un fotografo è solo il portfolio, l'insieme delle sue immagini, il pensiero, o il non pensiero, che ne traspare, l'accanimento della ricerca che si travasa da immagine in immagine, le scelte tematiche e compositive che ne trasudano...cioè una foto o un quadro non possono "fare" il pittore o il fotografo, ma è solo il complesso del suo lavoro che conta, e per complesso del suo lavoro non intendo solo l'area concettuale, ma intendo anche analizzare come stampa, che supporti utilizza, che materiali ama, quali le misure con cui propone i suoi lavori...


Inviato: 20/1/2005 17:44
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Re: Bacon e la fotografia

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In effetti ho fatto un po' di confusione....
Stavo pensando, e mi domandavo perche' molti grandi artisti sono o pazzi, o mezzi criminali, o un po' sadici...ecc ecc.
Forse intimamente lo siamo tutti ma loro hanno il coraggio o la spudoratezza di lasciarlo vedere?
Oppure la loro grande sensibilita' li fa sentire marziani in una civilta' apatica, crudele, egoistica, insensibile e chi piu ne ha piu' ne metta, e li porta alla disperazione?


Ehi Roberto, tu che conosci bene Marco, come mai tiene la Cristina nascosta dietro le spalle?
Mi piacerebbe qualche volta sentire anche il Cristina-pensiero.....
Cos'e' questo, un forum maschilita?
Cristinaaaa fatti avanti...

Inviato: 20/1/2005 18:06
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Re: Bacon e la fotografia
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Falcopardo ha scritto:
Il mio timore, corroborato da numerose esperienze, e' che prenda campo una categoria di "artisti" che con la pittura non ha niente da spartire, in quanto non sono capaci di fare una "O" con il bicchiere, e che, dotati di fantasia e parlantina sciolta, ( e magari di amicizie al posto giusto ) gabellino per arte pasticci che sono delle vere prese in giro. D'altronde dei critici d'arte e' meglio non parlarne.


Non posso darti torto. In particolar modo nella società  d'oggi, basata sull'apparire, anche il campo artistico ne è uno specchio fedele delle brutture, distorsioni e mode.
Niente di più facile che uno pseudoartista senza idee e capacità  si conquisti un posto in primo piano. Ma io personalmente sono convinto di una cosa. Il tempo è un giudice inflessibile e che non si puà imbrogliare. Tu pensi che oggi si parlerebbe ancora di Van Gogh a distanza di più di 110 anni dalla sua morte se fosse stato un mediocre o un ciarlatano? o che ogni giorno centinaia di persone visiterebbero la Cappella Sistina per vedere gli affreschi di un pittore del 1500 se non fosse stato un genio artistico come Michelangelo? Io non credo. La fama basata su mode del momento è appunto labile e transitoria. Il vero genio e le vere capacità  artistiche attraversano gli anni senza subirne il peso. La porcheria finisce nel dimenticatoio nel giro di pochi anni.

PS no problem se mi hai confuso con Marco, mica mi hai confuso con uno qualunque!

Ciao
Marco (pamar5)

Inviato: 20/1/2005 18:34
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Re: Bacon e la fotografia
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Falcopardo ha scritto:

Stavo pensando, e mi domandavo perche' molti grandi artisti sono o pazzi, o mezzi criminali, o un po' sadici...ecc ecc.
Forse intimamente lo siamo tutti ma loro hanno il coraggio o la spudoratezza di lasciarlo vedere?
Oppure la loro grande sensibilita' li fa sentire marziani in una civilta' apatica, crudele, egoistica, insensibile e chi piu ne ha piu' ne metta, e li porta alla disperazione?


E chi puà dirlo?
Personalmente propenderei per la tua seconda ipotesi. Non so se conosci "L'Albatro" di Baudelaire (tratta da "I Fiori del Male"). In questa lirica Baudelaire descrive come è goffo l'albatro quando è costretto a camminare, impacciato dalle sue enormi ali. Le stesse ali che gli permettono di essere così maestoso e regale quando si libra nell'aria. Baudelaire paragona il volatile in questione all'artista che, così è grande quando si immerge e dedica al suo lavoro, così si sente inetto, incompreso e "a disagio" quando viene calato nel mondo e nella vita di tutti i giorni. E se questo lo ha scritto un artista....qualcosa di vero deve pure esserci. Forse la ragione per cui molti scrittori, pittori ecc sono stati dei disadattati, pazzi, criminali è quella che tu hai descritto con queste parole: "la loro grande sensibilita' li fa sentire marziani in una civilta' apatica, crudele, egoistica, insensibile e chi piu ne ha piu' ne metta, e li porta alla disperazione"

a questo link potete leggere se vi interessa la lirica a cui mi riferisco http://www.poesie.it/poesia.php?id=137&lang=it


Inviato: 20/1/2005 20:35
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Re: Bacon e la fotografia

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E' bella e significativa, quella lirica...
Baudelaire e' un'altro artista allegro....Lui e Pavese mi piacevano da matti, quando avevo vent'anni e attraversavo crisi amorose. Poi mi sono un po' staccato, forse perche' ho incominciato a realizzare un mondo un po' diverso. Ho incominciato a pensare che tutte le delusioni che capitavano loro addosso forse se l'andavano a cercare...
"Verra' la morte e avra' i tuoi occhi..." e quella a fare gli scongiuri...non doveva essere tanto allegro per le donne stare al loro fianco, se vero e' che cercano gente allegra e simpatica...
Ma ora sto degenerando e prima o poi verro' sculacciato.


Inviato: 21/1/2005 0:02
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Re: Bacon e la fotografia
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"Verra' la morte e avra' i tuoi occhi..." e quella a fare gli scongiuri...non doveva essere tanto allegro per le donne stare al loro fianco, se vero e' che cercano gente allegra e simpatica...
Ma ora sto degenerando e prima o poi verro' sculacciato.



Effettivamente..........non penso abbia mai rimorchiato più di tanto con questa tecnica!

Inviato: 21/1/2005 0:49
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Re: Bacon e la fotografia

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A parte certe facezie, forse secondo me e' vero il contrario, e cioe' che e' la sofferenza a "fare" i poeti. Il mondo e' bello, e finche' dura uno se lo gode, ma quando incomincia a sentire male incomincia anche a pensare, e visto che sta soffrendo non vengono certo alla mente pensieri allegri.
Pero' a pensarci bene, molti artisti che vedono un'esistenza tanto nera, a parte queli che ( Munch) l'esistenza l'hanno avuta davvero nera, molti di questi artisti avrebbero bisogno di un lettino da psicanalisi.
Ho bestemmiato? non importa, io la penso cosi'. Molti di loro non hanno superato i problemi dell'adolescenza, e continuano a dibattersi nel dramma di essere "brutti", di non essere capiti, di non essere accettati. E poiche'il "pubblico" ama i drammoni, queste persone divengono eroi, mentre altri artisti altrettanto validi rimangono piu' nell'ombra. Tanto e' vero che in certi periodi il piangersi addosso e' divenuta una "moda". D'altronde anche oggi le telenovele si vendono bene, guarda alla televisione....

Ho una filosofia piu' "francescana" della vita, e si', il sentimento e' indispensabile, ma il piangersi addosso e vedere nero dappetutto non e' molto costruttivo.
"La nebbia agli irti colli..." anche fotograficamente rende meglio... Ma intendiamoci, non voglio togliere niente agli artisti che abbiamo citato sopra, sono grandissimi, immensi, e' solo un tentativo di capire il perche' del loro eterno tribolare al di la' delle loro stesse motivazioni, che non vanno certo prese alla leggera, se hanno portato molti di loro addirittura al suicidio.

Ma abbiamo deviato abbastanza, e tornando a Bacon, penso che il suo insegnamento sia validissimo e interessante, anche perche' niente ci vieta di applicarlo in senso opposto al suo modo di vedere. Le "forze invisibili" possono essere interpretate anche in positivo, e questo mi da' una carica notevole e una forte spinta a seguirlo..

Inviato: 21/1/2005 8:32
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Re: Bacon e la fotografia
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Falcopardo ha scritto:
Stavo pensando, e mi domandavo perche' molti grandi artisti sono o pazzi, o mezzi criminali, o un po' sadici...ecc ecc.
Forse intimamente lo siamo tutti ma loro hanno il coraggio o la spudoratezza di lasciarlo vedere?
Oppure la loro grande sensibilita' li fa sentire marziani in una civilta' apatica, crudele, egoistica, insensibile e chi piu ne ha piu' ne metta, e li porta alla disperazione?


Per alcuni, come ad esempio il mio poeta preferito, Rimbaud, è semplicemente una scelta, una scelta artistica, di vita, di ricerca...d'altronde, come ho già  avuto occasione di dire, esistono realtà  che sono tenute nascoste dagli strumenti conoscitivi della nostra cultura, penso ad esempio agli eschimesi che hanno venti modi diversi di nominare la neve, noi invece solo uno, questo significa che per loro esistono realmente, vedono e distinguono realmente, venti tipi diversi di neve perchè uno degli strumenti conoscitivi della loro cultura, il linguaggio, gli permette di conoscere, vedere (fusicamente), interpretare e distinguere venti tipi diversi di neve, a noi invece questa opportunità  è preclusa, per noi esiste solo un tipo di neve, e non perchè le venti nevi deglieschimesi non esistono e loro siano dei visionari, ma solo perchè i nostri strumenti conoscitivi, quelli che utilizziamo per interpretare e codificare il reale, in questo caso sono più limitati rispetto a quelli degli eschimesi, e quindi c'è una realtà  che esiste, di fatto, ma che noi non riusciamo a vedere, e potrei citare centinaia di esempi simili a questo, gli studi di antropologia ne sono zeppi...però, una volta che si è consapevoli di questo fatto, come si fa a resistere alla tentazione di tentare almeno di avvicinare e comprendere gli strumenti conoscitivi delle culture altre, in modo tale da scoprire realtà , orizzonti di senso, che a noi sono sconosciuti, in una parola esplorare l'ignoto, cioè quella realtà  che è tenuta nascosta dagli strumenti conoscitivi della nostra cultura, anche se qesto potrebbe significare perdere la ragione, schiantarsi, smarririsi? Io personalmente faccio molta molta fatica a resistere ...c'è una lettera di Rimbaud molto bella in cui, con il linguaggio un pò romantico, appassionato, presuntuoso ed idealista di un ragazzo di 17 anni (l'età  in cui l'ha scritta), e quindi da prendere un pò come l'espressione formalmente acerba di teorie però rivoluzionarie, esprime la nascita di questa scelta di cui parlavamo prima...te ne cito alcuni passaggi:

"Però si tratta di rendere l'anima mostruosa: alla maniera dei comprachicos, insomma! Immagini un uomo che si pianti e si coltivi le verruche sul viso.
Dico che bisogna essere veggente, farsi veggente.
Il Poeta si fa veggente mediante un lungo, immenso e ragionato sregolamento di tutti i sensi.
Tutte le forme d'amore, di sofferenza, di follia; cerca se stesso, esaurisce in se stesso tutti i veleni, per conservarne soltanto la quintessenza. Ineffabile tortura nella quale ha bisogno di tutta la fede, di tutta la forza sovrumana, nella quale diventa fra tutti il gran malato, il gran criminale, il gran maledetto, - e il sommo Sapiente! - Poiché giunge all'ignoto! Avendo coltivato la propria anima, già  ricca, più di ogni altro! Giunge all'ignoto, e anche se, sbigottito, finisse col perdere l'intelligenza delle proprie visioni, però le avrebbe pur viste! Crepi pure, in quel balzo tra le cose inaudite e ineffabili: altri lavoratori orribili verranno; cominceranno dagli orizzonti sui quali l'altro è crollato! (...)

...se quello che riporta da laggiù ha forma, darà  forma; se è informe, darà  l'informe. Trovare una lingua..."

Citazione:

Ehi Roberto, tu che conosci bene Marco, come mai tiene la Cristina nascosta dietro le spalle?
Mi piacerebbe qualche volta sentire anche il Cristina-pensiero.....
Cos'e' questo, un forum maschilita?
Cristinaaaa fatti avanti...


Hai ragione, ho trasmesso il tuo messaggio a Cristina, vediamo se stasera troverà  il tempo di partecipare anche lei, perchè il "problema" è solo di tempo, putroppo gli impegni professionali la assorbono per buona parte della giornata e alla sera è dura mettersi davanti al computer quando tutto quello che sogni è il letto...certo che questo marito così "chiaccherone" a volte è una scusa per un pò di pigrizia, adesso però le rompiamo le scatole ...


Inviato: 21/1/2005 10:49
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Re: Bacon e la fotografia

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Ciao Marco,
purtroppo, e ne faccio ammenda, non conosco Rimbaud.
Ma non comprendo, non riesco a comprendere questa fissa di volere scendere nel male per trovare la verita'. E perche' non si cerca di salire verso il Bene?
E per quanto riguarda il male, non sono sufficienti le facce e gli sguardi che vediamo quotidianamente in tv e sui giornali di genitori che portano i figlioletti nelle fosse comuni, di madri che piangono i loro figli uccisi dalle bombe intelligenti? C'e' male piu' male di questo?
Cos'e' questa mania di procurarsi stigmate sempre piu' profonde? Qual'e' il risultato? Il godere di avere sofferto? Ma non e' mostruoso?
E per tornare al punto di partenza, a Bacon, non pensi che le facce di coloro di cui ti ho parlato all'inizio siano ben piu' efficaci dei suoi quadri?
Aspetto Cristina, e' un esemplare raro di donna, non ho mai avuto il piacere di conoscerne una appassionata di banchi ottici..

Inviato: 21/1/2005 13:11
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Re: Bacon e la fotografia
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No Renzo, il bene ed il male non c'entrano niente, si tratta invece proprio di andare aldilà  del bene e del male, bene e male sono solo le due categorie su cui si regge la nostra cultura che è sostanzialmente dualistica, cioè il nostro modo di percepire ed ordinare il reale avviene attraverso coppie oppositive, bene/male - sublime/volgare - giusto/sbagliato - alto/basso - sofferenza/piacere, ma appunto questi tentativi vanno proprio nella direzione di smantellare le coppie oppositive e tentare invece di avvicinarsi a linguaggi che fondano la percezione del reale su altre regole, cosa che però non sarà  mai completamente possibile perchè cmq il nostro linguaggio, la nostra cultura (che deriva etimologicamente da "colonizzazione", non dimentichiamocelo mai) che sono un pò la nostra "prigione", sono anche il nostro limite invalicabile, quindi noi non potremo mai interamente capire e comprendere i 20 modi diversi di dire neve dell'esquimese, però nel tentativo di avvcinarci ai suoi "giochi linguistici", alle sue "forme di vita", avremo avuto la possibilità  di smuovere, ampliare, smantellare, sgambettare le coordinate conoscitive con cui noi normalmente pensiamo la realtà , e questo tutto a vantaggio della nostra sete di conoscenza...ripeto, a questi artisti/filosofi non c'è niente che mi interessi di meno del concetto di male e del bene o, in generale, dell'etica, tantomeno di matrice cattolica, però, come ti dicevo, il linguaggio di Rimbaud è quello di un diciassettenne che sta intraprendendo una strada difficile e cerca di spiegare il suo cammino utilizzando il linguaggio che al momento aveva a disposizione, quello appunto dualista, mescolato con l'idealismo di un adolescente che adora Baudelaire, il primo dei poeti maledetti, in un'epoca conservatrice e puritana (stiamo parlando della fine dell'800), e quindi le sue parole devono essere relativizzate, ecco perchè ho premesso di "prenderle" con cautela ...infatti alla fine dice: trovare una lingua, non si puà più descrivere quello che si è visto/scoperto con le categorie del nostro linguaggio, male/bene-sofferenza/piacere ecc.ecc., così come noi non possiamo più giudicare questi sforzi con il normale e condiviso "buonsenso", ma è necessario rifondare i propri strumenti conoscitivi...alla fine è un metodo di ricerca oserei dire "scientifico", molto poco romantico e molto rigoroso...in questo senso se ascolterai il mio consiglio, e ti comprerai il libro di Artuad su Van Gogh, penso che ti sorprenderà  la sua interpretazione di due gesti eclatanti del pittore, sto parlando dell'amputazione del lobo dell'orecchio e di quando si è fatto arrostire una mano sul braciere...tra l'altro Bacon penso si sentisse vicinissimo a Van Gogh, a lui ha dedicato tantissimi studi, qui ne trovi qualcuno, anzi la ricerca di Bacon probabilmente a molto più a che fare con Van Gogh che con Rimbaud, diciamo che Rimbaud è più un mio "pallino :

http://www.francis-bacon.cx/1956_57.html

http://www.francis-bacon.cx/1958_59.html


Ho appena sentito Cristina, mi sa proprio che stasera ti dedicherà  un saluto "speciale" ...

Inviato: 21/1/2005 13:42
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Re: Bacon e la fotografia

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mamma mia quanti compiti mi hai dato da fare per il giorno festivo...
Sei grande Marco, quasi quanto io sono ignorante.
Vedro' di impegnarmi di piu' in seguito..
Grazie dei suggerimenti, aspetto Cristina con piacere, e speriamo che una voce femminile incoraggi le altre fotografe a farsi avanti.

Inviato: 21/1/2005 17:03
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