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Di ritorno da Berlino

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Tornato appena da una settimana a Berlino, un breve rapporto di viaggio.

Ho visitato i musei di arte moderna, a cominciare dallo splendido Hamburger Banhof, una vecchia stazione ferroviaria rinnovata a museo. Molti Warhol, un po' di Liechtestein, Rauschenberger, Beuys, alcuni interessantissimi autori giovani tedeschi.

Sulla fotografia due soli commenti. (1) A giudicare da quello che ho visto esistono due tipi di fotografie che meritano di essere appese nei musei, cioe' quelle grandissime e quelle immense Questa tendenza francamente mi infastidisce alquanto perche' lo sappiamo tutti che l'immagine gigantesca fa sempre piu' effetto --- all'occhio meno smaliziato --- di quella piu' piccolina. (2) Ho visto Gursky e Struth appesi ma sopratutto Thomas Florschuetz, un nome a me completamente sconosciuto. Bene, e' quello che mi ha entusiasmato di piu'. Consiglio di fare un po' di ricerche sul Web per conoscerlo meglio; purtroppo le foto che ho visto finora sul Web non sono rappresentative dei lavori che ho visto esposti, ma in mancanza di meglio... alcune sono splendide comunque.

C'e' attualmente una mostra dal titolo "Berlino-Tokyo, Tokyo-Berlino" sull'intreccio di arte ed artisti tra queste due citta' negli ultimi 150 anni. Veramente affascinante. Per la fotografia c'erano parecchi giapponesi, a cominciare dal solito Araki. Per i tedeschi/berlinesi oltre ai soliti noti, Florschuetz ma anche Frank Thiel, altro nome che segnalo perche' alquanto interessante.

Sono venuto a sapere tante altre cose sulla attuale situazione artistica della citta' (eravamo ospiti di amici berlinesissimi), ma magari a voce con qualcuno di voi se mai ci riusciamo a vedere non in cyberspace.



Inviato: 4/9/2006 2:22
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Re: Di ritorno da Berlino

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Ciao Marco,
come sai io di arte moderna capisco poco e forse per questo tendo a storcere la bocca, pero' questo non vieta che possa fare delle riflessioni.
Ma l'arte oggi risiede soltanto nella capacita' di fotografare muri scrosticciati, tralicci, cantieri in disuso, pezzi anatomici, discariche, gru, escavatrici, giochi geometrici cercati tra incroci di muri e porte,....? Perche?
Indipendentemente da piacere o meno questi tipi di soggetti, perche? E' un ribrezzo o malinconia per gli avanzi della civilta' che ci lasciamo dietro e piacere per le architetture scarne e geometriche d'oggi? Perche' chi riproduce un bel paesaggio e' un mestierante e chi fotografa una latrina in una discarica e'osannato, e'un artista?
Tutto questo mi lascia molto interdetto.
Ciao,
Renzo

Inviato: 4/9/2006 10:59
.........

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Re: Di ritorno da Berlino

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Renzo,

questa e' una domanda difficilissima, ed essendo tu un birbante lo sai benissimo

Purtroppo non ho la preparazione culturale/accademica per risponderti in modo "solido", posso solo offrire qualche spunto di riflessione alquanto personale.

Primo: l'arte che vedi oggi non ha subito il filtro della storia, quindi non puoi escludere che quello che oggi viene osannato fra cento anni sia una corrente minore, interessante ma non una colonna portante. Un Salieri e non un Mozart, insomma. Per proporre una (semi-)provocazione, non mi sorprenderei se la scuola di Duesseldorf (intendo il lato estremo dei Becher) o quella di Darmstadt nella musica contemporanea (intendo il lato piu' rigoroso di un Berio o un Nono) facessero questa fine.

Secondo: se ti metti di impegno a capire quello che all'inizio ti verrebbe voglia di rifiutarti di capire, leggi molto, etc con uno spirito il piu' aperto possibile dopo qualche anno cominci a vedere attraverso la nebbia, e ti posso assicurare che e' una sensazione esaltante. Quella foto astratta che ti sembrava cosi' attraente e' invece un fallimento <i> e sei in grado di declinare il perche' </i>. A me e' successo con la musica contemporanea tanti anni fa e mi sta succedendo con la fotografia. Ma e' un impegno severo, che richiede tempo e francamente anche un po' di soldi: visitare mostre, comprare libri, viaggiare un pochino, etc. Deve diventare la tua passione, non e' che hai molto altro tempo (e denaro) da dedicare ad altro (se non sei Rockerduck).

Terzo: c'e' una foto di Thiel, magica, del Reichstag di Berlino, nei primi anni novanta, quando dopo la caduta del muro veniva rinnovato. E' quindi la foto (a colori) di un immenso cantiere, con una decina di gru, bettoniere, operai dovunque, piccole costruzioni temporanee per alloggiare gli operai etc. Cosa posso dirti? E' stupenda, la luce e i colori mi ricordano quelli di Vitali (senza la folla), quasi sognanti, con un certo sovraesposto. Me la appenderei al muro in qualunque momento. Mi appenderei al muro Moonrise di Ansel Adams con molta meno passione. Perche'? E' un fenomeno di empatia: Thiel mi comunica sensazioni che Moonrise non mi comunica. D'altronde c'e' gente che sente i quartetti di archi di Beethoven, a detta dei colti una delle massime espressioni dell'arte musicale di tutti i tempi, io preferisco Gorecky o Aarvo Part.

Quarto: Araki e' famoso per le sue donne nude e tutte legate con spesse corde. In questi casi (come nelle fotografie dei cessi, o in quelle pornografiche di Ruff) ho imparato che il modo migliore per navigare l'universo dell'arte moderna e' di sospendere il giudizio di fronte a queste cose. Perche' se avessi attaccato un giudizio frettoloso sulle prime foto di Mapplethorpe lo avrei stroncato senza speranza...poi ho visto i suoi fiori, oh... i fiori di Mapplethorpe!!!! ... e ho visto il genio. Allora sono tornato indietro ai suoi nudi estremi e li ho visti sotto una luce completamente diversa. No, moltissimi non li appenderei perche' non mi appartengono emotivamente, ma adesso capisco molto di piu' di lui. Questo perche' ho insistito nel capire cosa mai ci fosse di cosi' grande nella sua arte, visto che le prime foto che avevo visto erano per me piu' o meno da studio medico di urologia...

Quinto: nel sospendere il giudizio bisogna anche togliersi dalla mente le considerazioni economiche legate all'oggetto artistico. Trovo che sia un pericolosissimo veleno quello di fare considerazioni mercantili sull'arte. Il modo migliore per capire l'arte moderna e' affrontarla con lo spirito del bambino, assolutamente innocente e senza alcuna considerazione di vendita/soldi/etc. Questo ogni tanto ti frega, perche' c'e' sempre l'artista furbetto che ci marcia, ma e' un prezzo che non ho problemi a pagare perche' trovo che il fare del denaro uno dei riferimenti quando ti metti a guardare una fotografia ti distorce completamente il giudizio e ti prostituisce in cervello. Esempio pratico: e' possibile che ci siano dei fotografi che ci marcino su questa moda delle foto "industriali"? Assolutamente si. E' quindi lecito mettermi su una posizione fortemente dubitativa quando vedo l'ennesimo fotografo industriale? Assolutamente no! Perche' facendo cosi' corro veramente il rischio di non capire che ho davanti il nuovo Gursky. Preferisco "farmi abbindolare" con questo mio atteggiamento innocente dal nuovo venuto che rischiare di non apprezzare la stella nascente. Tanto non e' che si parla di comprare foto (quello sarebbe un altro discorso) e, bada bene, alla fine il marpione che cercava di abbindolarci lo si scopre, eccome se lo si scopre... semplicemente ti ci vuole un po' piu' di tempo che usare l'equazione

fotografo-industriale-nuovo=ci-marcia-di-sicuro

Ecco, questa e' la mia piccola-piccola ricetta. Non so mica se ho risposto alla tua domanda, ma mi ha fatto certo piacere scrivere queste note ...



Inviato: 4/9/2006 12:25
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Re: Di ritorno da Berlino
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Citazione:

Falcopardo ha scritto:
Ma l'arte oggi risiede soltanto nella capacita' di fotografare muri scrosticciati, tralicci, cantieri in disuso, pezzi anatomici, discariche, gru, escavatrici, giochi geometrici cercati tra incroci di muri e porte,....? Perche?
Indipendentemente da piacere o meno questi tipi di soggetti, perche? E' un ribrezzo o malinconia per gli avanzi della civilta'[...] Tutto questo mi lascia molto interdetto.
Ciao,
Renzo


Ciao,
tento di darti una risposta pensando ai miei soggetti: fabbriche abbandonate, muri scrostati, anziani "ospitati" nelle casa di riposo, alberi spesso schiantati e/o recisi dalla mano dell’uomo, ecc...
Personalmente sono attratto da questi soggetti perché esprimono bene, dal punto di vista sociologico, ma non solo, il disagio della nostra civiltà  e dei nostri tempi..
Io sono influenzato dal pensiero e dalla filosofia esistenzialista ed anche quando ho compiuto ricerche sul paesaggio mi sono trovato a "regredire" verso immagini che rappresentassero l’idea (simbolica) della morte e del senso, effimero, della nostra esistenza..
E’ una visione del mondo, pessimistica e melanconica… In alcuni casi, fortemente tragica…
Qualcuno lo pensa (e lo rappresenta) osservando ciò che accade ogni giorno nel mondo..
E’ una linea di tendenza, non certo l’unica possibile..

Ho visto molti lavori, ricchi di gioia, colore e “speranza”…
Una speranza che, ripeto, sempre più mi è difficile trovare…

Circa le grandi foto: personalmente penso che il formato sia in funzione di ciò che si vuol comunicare..
Per dirti questo, penso a due esempi, diversi, ma importanti: ho vista un rassegna, a Palazzo Magnani di André Kertész stampata in formato 20x30 ed una di Josef Koudelka, a Lisbona, con fotografie in formato panoramico di 2 metri per settanta… Entrambe erano comunque splendide… Diversi i soggetti, diversi gli stili, ma “denso”, per entrambe, il significato..
Per il mio lavoro sugli alberi ho scelto stampe di 60x80 montate 70x100 perché volevo che lo spettatore potesse gustare dei tronchi, delle textures, delle situazioni… Volevo trasferire la sensazione di un “viaggio” dentro la materia.. Mi è sembrato che questo abbia avuto, rispetto a quel lavoro, un senso… Forse, le rifarei anche più grandi..
Per la mostra sugli anziani, invece, trattandosi di un itinerario visivo su una specifica condizione sociale, ho trovato fosse meglio rappresentarla in formato più piccolo, 30x40… Come fosse un racconto, seguente il filo logico dello sguardo negli spazi, spesso vuoti ed angusti, di questi “contenitori sociali”..
Credo che il “mezzo” sia in funzione del fine e, nel caso della fotografia, questo fine è solo di tipo comunicativo (nella accezione più ampia con cui si puà intendere questo tema..)…

Ciao,

Luca (Rollo Pyro)

Inviato: 4/9/2006 12:32
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Re: Di ritorno da Berlino

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Grazie Luca, anche se purtroppo non e' molto incoraggiante questa visione della vita.
D'altronde gli artisti hanno sempre "pianto" e se "ridevano" lo hanno fatto in tono sarcastico.
Quello che mi da' da pensare e' che la gente si riconosce in questo modo di vedere o sentire le cose e acclama chi gliele rappresenta, una bella visione della natura non e' consolatrice, e prevale il pessimismo su quello che ci aspetta. Non e' una bella prospettiva ...
Ciao e grazie,
Renzo

Meno male che piacciono anche le terrazze di Ric...

Inviato: 4/9/2006 13:07
.........

......
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Re: Di ritorno da Berlino
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Pensiero al volo simil "a braccio".
Non è vero che gli artisti si sono sempre pianti addosso, penso alle condizioni di vita nel rinascimento e dopo fino a non moltissimi decenni fà , gli artisti rappresentavano con tutta la malinconia possibile anche il degrado e la decadenza, pensate alle struggenti rappresentazioni prefotografiche di un Canaletto (visioni autenticamente fotografiche dipinte da un grande visionario)...non serve rappresentare un muro scorticato per rappresentare il decadimento. pensate alla ricchezza dei quadri e raffigurazioni di vanitas in thanatos è assoluta protagonista, cupi, chiusi, inquietanti eppure ricchi e vivi.......potrei andare avanti ma il punto è che secondo me la pop art pur riconoscendolo come movimento artistico interessantissimo con splendidi autori ha portato il trash a forma d'arte....dai molti non è stata colta come una provocazione (queste le intenzioni iniziali) ma è stata vista come soluzioni......da lì al fotografare una tazza turca con un escremento galleggiante stampata enorme in diasec....il passo è breve.
Trovo più facile battere sentieri battuti che cercare sentieri propri....e vedo che oggi ci sono sempre più affollamenti nei vari sentieri di "tendenza"....paradossalmente vedo tanti sentieri vuoti o addirittura inesplorati....

tdl&tdr 15'

Inviato: 4/9/2006 13:20
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Re: Di ritorno da Berlino
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Citazione:
Quello che mi da' da pensare e' che la gente si riconosce in questo modo di vedere o sentire le cose e acclama chi gliele rappresenta, una bella visione della natura non e' consolatrice, e prevale il pessimismo su quello che ci aspetta. Non e' una bella prospettiva ...


Per quanto mi riguarda, è l'unica prospettiva "vera" possibile: basti pensare a quanta foresta secolare è scomparsa mentre battevo queste righe (circa 500 acri), quante specie animali sono scomparse per sempre, di quanti miliardi di tonnellate sono aumentati i rifiuti tossici liberati nell'ambiente, etc. etc.
E di quanto nel frattempo è aumentata la popolazione della dannata specie dominante che ha causato per il 90% tutto questo disastro.

Quindi per me sarebbe oltremodo strano celebrare la bellezza della natura o del paesaggio: mi sa di fotografare gli animali nello zoo! Il fatto stesso che per fotografare un bel panorama di natura *incontaminata* e senza tracce visibili dell'uomo uno debba farsi ore di viaggio (se non addirittura ricorrere all'aereo) la dice lunga.

Allora sento più mie, più autentiche, più attuali le fabbriche deserte di Marco e Cristina, i depositi di pneumatici di Ric, le file umane di Gursky, le torri di raffreddamento dei Becher, etc. etc. etc.

Sulla terrazza di Ric... piace, certo, ma è deserta: sarà  un caso? Non credo. Ci fosse stata una colorata folla con espressione allegra credo sarebbe piaciuta molto meno (e comunque Ric, giustamente fedele al suo Statement, non l'avrebbe scattata).



Fer

Inviato: 4/9/2006 14:26
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Re: Di ritorno da Berlino

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Ciao Fernando,
ma se una fabbrica chiude perche' e' su una spiaggia che il Comune vuole restituire ai cittadini per uso balneare mi debbo mettere a piangere? Se una cava e' costretta a chiudere perche' stava danneggiando in maniera irreparabile una montagna debbo andare a manifestare la mia solidarieta' fotografandone gli intrecci metallici delle sue strutture?
Lo dice Marco, ed io gli credo, che le fabbriche da lui riprese sono state chiuse a causa della concorrenza insostenibile straniera, ma chi mi dice che tutte le altre che vengono fotografate non siano state abbandonate per essere spostate in zone piu' servite dai mezzi di trasporto?
A volte a me sembra una cosa diversa: C'e' una certa similitudine con chi fotografa la zia morta montadogli d'intorno il parco luci per avere foto ad effetto. C'e' chi e' sincero e sente veramente il disintegrarsi di un mondo che gli e' caro, ma ci sono anche tanti fotografi che truccano questo mondo con lucine colorate o con interventi in PS per renderlo piu' tragico o scenografico. Ed ha successo. Ed ha seguaci. In molti casi non avverto quel dramma a cui tu accenni, vedo invece lo sfruttamento di effetti grafici ottenuti con gli scheletri di strutture che hanno esaurito il loro compito, o di materiale in deposito pronto per essere riutilizzato. Secondo me ha ragione Roberto bavarese quando dice che e' diventata una moda, un filone, una tendenza. Ma guarda bene, io non critico questo genere di fotografia, ammiro moltissimo molti fotografi che lo praticano, anche di questo forum stesso, mi domando soltanto il perche' del dilagare di questo genere di fotografia.
Certo se cerchi la natura incontaminata nei dintorni di Roma sara' dura. E' vero, la trovi spesso ferita ed anche in modo grave, pero' esiste ancora, e spesso e' utile farla vedere, farla conoscere, perche' la gente si abitua a vedere intorno a se' caos e macerie e non immagina che esista ancora e che vada tutelata e protetta. Si puo' e si deve fotografare anche quello che c'e' ancora di bello e non attendere che sia distrutto per andare a piangerci sopra.
Ti aspetto in Garfagnana...
Ciao,
Renzo

Inviato: 4/9/2006 17:47
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Re: Di ritorno da Berlino
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Citazione:
ma se una fabbrica chiude perche' e' su una spiaggia che il Comune vuole restituire ai cittadini per uso balneare mi debbo mettere a piangere? Se una cava e' costretta a chiudere perche' stava danneggiando in maniera irreparabile una montagna debbo andare a manifestare la mia solidarieta' fotografandone gli intrecci metallici delle sue strutture?


Nono, fanno benissimo questi luoghi a chiudere: io chiuderei tutte le attività  umane che sfruttano l'ambiente se fosse possibile!
Mica fotografo una struttura abbandonata perché ho un debole per le cave o le fabbriche, la fotografo perché è come io vedo il mondo, rappresenta la visione che ho dentro di me quando mi guardo intorno.
Non è una celebrazione, un'apologia o un invito a costruire le fabbriche né ad abbandonarle, è il mio modo di rappresentare il mondo per come io lo percepisco.
Credo che questo modo di sentire il mondo stia diventando sempre più familiare, consciamente o no, a tante persone: il che a mio parere è uno dei motivi del relativo successo di questo tipo di fotografia. E' un linguaggio sempre più comprensibile, mentre l'incontaminato altopiano australiano diventa sempre più remoto e idealizzato, sempre meno parte dell'esperienza personale della maggior parte degli uomini.

Citazione:
Certo se cerchi la natura incontaminata nei dintorni di Roma sara' dura. E' vero, la trovi spesso ferita ed anche in modo grave


Ecco, ed è questo che prima fotografavo, perché volevo mostrare le ferite aperte e lo scempio. Non mi interessa sapere che a 300km da qui c'è ancora un bosco intatto, perché è come la riserva degli Indiani d'America o come il Bioparco di Roma...
Ma adesso non mi interessa neanche più mostrare lo scempio, perché fa parte di noi e non fa più neppure notizia, lo abbiamo metabolizzato. Ora mi limito a fotografare quello che sento e che vedo.
Penso che questa trasformazione sia appunto alla base di un cambiamento nei generi fotografici di richiamo... non lo vedo come un seguire la moda, lo vedo come un riconoscersi in un linguaggio comune, un'esperienza quotidiana in cui ci si rispecchia.

Citazione:
Ti aspetto in Garfagnana...


Purché ci siano cave abbandonate, fabbriche in disuso o almeno centrali elettriche in rovina...!

Fer

Inviato: 4/9/2006 18:00
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Re: Di ritorno da Berlino

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Ciao Fer,
purtroppo le cave non sono abbandonate....ho un po' paura per l'auto ad andare a fotografare lo scempio di creste di monte abbassate di decine e decine di metri...
Ciao,
Renzo

Scusa Marco-Mxa, parlavamo di OT...
Comunque, tornando agli artisti da te mensionati, hai visto in che compagnia si trovano nel mercato dell'arte? Picasso, Dalì, Miro....e che prezzi!
http://web.artprice.com/artistdetails ... gzODE0NTcyLQ==&src=3&l=it

Inviato: 4/9/2006 18:27
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Re: Di ritorno da Berlino

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Infatti. Ho fatto qualche ricerca per conto mio e ho comunicato a mia moglie --- che si e' innamorata perdutamente delle foto di Florschuetz --- che lo si puo' comprare per soli 15mila euro.

In fondo paragonato a Struth o Gursky e' un affarone.

La mia teoria, comunque, e' che gli acquirenti siano quasi sempre societa'. Questo giustificherebbe anche le dimensioni imponenti delle fotografie: tipico acquisto per l'ingresso del Corporate Headquarter, dove per una BMW tirare fuori 100,000 euro per l'ingresso principale e' come per me comprare lo zerbino di casa.

In effetti mi piacerebbe sapere da qualche esperto se questa teoria ha valore o invece ci sono tanti privati che spendono queste cifre per una foto (invece che per gioielli, piuttosto che dipinti o statue).

Inviato: 4/9/2006 23:26
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Re: Di ritorno da Berlino
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Non è cosi semplice e banalizzabile.
Diciamo che le corporete acquistano per motivi ben più complessi del concetto "costo zerbino".
Ci sono privati che acquistano e spendono e poi ci sono i mercanti d'arte....anche qui la cosa non è banalizzabile e comunque il fine utile è quello di appenderle alle pareti.

Il mercato dell'arte ha delle logiche e delle regole molto complesse ed articolate che tu birbaccione ben conosci.

Le corporete rarissimamente acquistano loro in quanto corporete, loro staccano l'assegno, loro appendono le opere ma loro quasi mai decidono chi, cosa, come, quando e a quanto.


Inviato: 4/9/2006 23:44
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Re: Di ritorno da Berlino

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Ciao,
io sono comunque perplesso e sconsolato. Si legge spesso come qui
http://www.fotografiafestival.it/2003 ... dreas+Gursky&lng=Italiano

che gli artisti sono usi manipolare le immagini in digitale. Manipolare....Io e' un pezzo che me ne sono accorto e non so se ribellarmi o adeguarmi. Pero' io mi perito perche' mi sento in colpa e "loro" dichiarano apertamente di manipolare le immagini....e fanno soldi. E' evidente che il grullo sono io.
Ciao,
Renzo

Inviato: 5/9/2006 0:01
.........

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Re: Di ritorno da Berlino
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Renzo...parrebbe di sì consolati che non sei il solo, loro fanno i soldi noi no!!!! almeno non come loro.

Scusa ma perchè non dovrebbero/potrebbero manipolare l'immagine? Quello che conta è solo il risultato finale o no?

E come dire che il vero fotografo scatta solo a pellicola con la macchina XXX e stampa solo nelle notti di plenilunio....perchè mai?

Che poi a te non piaccia il ritocco e non lo usi in modo esasperato è un altro discorso, ma questo è un fatto di gusti personali credo che esulano dallìessere artisti o meno.


Inviato: 5/9/2006 0:20
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Re: Di ritorno da Berlino

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Roberto,
io il ritocco lo uso, mi e' indispensabile nel trasportare l'immagine da analogico a digitale e per togliere elementi di disturbo come cartacce e file della luce, ma parlo di stravolgimento di creazione di un'immagine virtuale, perfetta,
bella quanto vuoi ma che non esiste.
Ciao,
Renzo

Inviato: 5/9/2006 0:30
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Re: Di ritorno da Berlino

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Citazione:

ilbavarese ha scritto:
Ci sono privati che acquistano e spendono e poi ci sono i mercanti d'arte....anche qui la cosa non è banalizzabile e comunque il fine utile è quello di appenderle alle pareti.


E' vero, pero' le dimensioni enormi che taluni autori usano limitano dal punto di vista proprio pratico un acquisto. Ci sono persone che i soldi li hanno, ma nonostante tutto hanno poche pareti (e soffitti alti, etc) da dedicare a gigantografie del genere. E non tutti i fotografi rilasciano versioni "piccole". Per quello che ho visto Florschuetz ha molte foto 100x150 in giro. Ma anche qui si torna alle politiche dei galleristi/mercanti. Che evidentemente hanno una loro ragion d'essere, visto che il loro mestiere lo sanno fare.

Citazione:

ilbavarese ha scritto:

Le corporete rarissimamente acquistano loro in quanto corporete, loro staccano l'assegno, loro appendono le opere ma loro quasi mai decidono chi, cosa, come, quando e a quanto.



Questo e' assolutamente vero, grazie dell'avermelo ricordato. Quindi si ritorna per un verso o per un altro ai mercanti d'arte.

Inviato: 5/9/2006 8:46
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Re: Di ritorno da Berlino
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Chiedo scusa se rispondo velocemente e chiedo anche scusa per la mia assenza dal forum nonostante alcune discussioni molto interessanti ed accese ed in cui capisco che sarebbe anche richiesto un mio intervento, però in questi giorni sia per impegni professionali serrati, e sia per questioni personali e familiari, proprio non ce la faccio, quindi ancora chiedo venia, spero domani di riuscire a intervenire in tutti i post in cui vorrei dire la mia (e sono tanti!!)...cmq, giusto per cominciare a "buttare" il sasso ...ma Renzo, guarda il lavoro di questi fotografi/artisti, Witkin e i coniugi Parke-Harrison:


http://zonezero.com/exposiciones/fotografos/witkin2/index.html

http://www.art-forum.org/z_Witkin/gallery.htm


http://www.parkeharrison.com/


queste sono tutte manipolazioni fatte in camera oscura e con mezzi tradizionali, niente Photosop e niente digitale, eppure sono manipolazioni pesantissime, anzi direi che non ho mai visto niente di così tanto manipolato, di così tanto "artificioso" e teatrale, da parte fotografi/artisti digitali, eppure mi sembra che il valore artistico di queste immagini, la profonda ricerca intelletuale ed estetica, sia innegabile ed evidente, non capisco questo tuo parallelo tra manipolazione = disvalore o manipolazione = strada per il facile successo nell'arte contemporanea, le immagini le manipolavano e di brutto già  i dadaisti...così come mi sembra assolutamente normale che, se la fotografia è veramente una forma di espressione artistica, faccia sue le scoperte e le ricerche e le indagini teoretiche dell'arte moderna, quindi che si "mescoli" con la multimedialità , le tecniche miste digitale/tradizionale se non addirittura pittorico, questo sempre se la cosa interessa al fotografo/artista, ci sono fotografi/artisti contemporanei che hanno prodotto lavori straordinari "limitandosi" alla fotografia tradizionale classica, facendo anche una forma di fotografia di paesaggio abbastanza "classica" (vedi Misrach), o si sono ocupati di temi socioligici (vedi Egglestone), e che sono appesi alle pareti delle gallerie d'arte moderna e nei musei (dico questo in riferimento al tuo post sulla fotografia industriale)...cmq domani ci torno, così come torno su altri argomenti ...




Inviato: 5/9/2006 16:05
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Re: Di ritorno da Berlino
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Grande Marco,
sento tantissimo la mancanza dei tuoi interventi!!!!!!

Fer

Inviato: 5/9/2006 16:17
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Re: Di ritorno da Berlino

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Ciao Marco,
Capisco il tuo punto di vista e capisco anche quello di Renzo, però quando si parla di arte la fotografia c'entra relativamente, secondo me serve per arrivare al fine artistico desiderato.
E' come quello che pittura su stampa non riesco ad identificarlo tra i fotografi o i pittori e allora lo metto sugli artisti.
Per me come migliaia di volte detto dare la giusta conotazione alle cose è un bel punto di partenza per capire.
Capisco Renzo perchè a volte gli sembra essere preso per il c..o, è una sensazione che provo anch'io molte volte.
Ciao
Stefano

Inviato: 5/9/2006 16:47

.....................
In un mondo dove tutto cambia rapidamente dedicatevi qualcosa in grado di fermare il tempo........... ...
Tessera C.F.A.O n°1 .........
...
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Re: Di ritorno da Berlino

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Da Toscana
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Ciao Marco,
bentornato, e' vero, sentivamo la tua mancanza.
L'esempio che proponi non fa testo, perche' le immagini hanno volutamente un tema fantastico, di contrasto con quella che dovrebbe essere la normalita'. Io parlo invece di immagini "fotografiche" proposte e vendute per tali, e che invece presentano manipolazioni e aggiustamenti per renderle piu' piacevoli. Non voglio fare nomi perche' e' antipatico, pero' alcuni autori famosissimi presentati da Marco-Mxa si autodichiarano manipolatori di immagini. E sono onesti, perche' uno sa cosa compra. Ma ce ne sono anche tanti che non lo fanno anche se gli interventi sono evidenti, a volte sul colore ( e non si tratta di Velvia ), a volte in modo elementare ( e' evidente l'uso del pennello colorato in overlay ) a volte in modo piu' sofisticato che sfugge all'occhio meno esperto ma che non puo' essere giustificato con uso di filtri o di luci colorate o pelicole per luce artificiale usate di giorno. Bravi, pero' mi sento preso in giro, perche' addolciscono e rendono accattivanti per l'occhio immagini di natura devastata o di ambienti in abbandono. Mi piacerebbe mettere a confronto le tue immagini delle fabbriche abbandonate con quelle di alcuni altri autori e capiresti. Non mi meraviglierei se fossero state fatte anche aggiunte o tagli.
Se le cose stanno cosi' non vi meravigliate se in seguito vedrete qualche paesino "colorato"....
Ciao,
Renzo

Inviato: 5/9/2006 19:07
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