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Fotoritocco digitale e noia
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Oggi è stata una giornata interamente dedicata al fotoritocco in PS e, vi confesso, una fatica estenuante ed una noia infinita!!!
Fatica e noia perchè l'immagine perfetta ce l'ho già  lì sul vetro luminoso, è la piana 4x5" di cui non faccio altro che tentare di emularne le caratteristiche di tonalità , contrasto e saturazione, fatica e noia perchè le infinite possibilità  di PS ti spingono a tentare tante soluzioni e tante strade diverse con un conseguente dispendio di tempo ed energie e poi la mente torna sempre lì, che l'immagine perfetta ce l'ho già  davanti a me, sul vetro luminoso, noia e fatica perchè la mente va alla eccitazione ed alla esaltazione creativa al momento dello scatto, eh no, per me PS non è un momento creativo, ripeto, è solo un modo efficace e potente per tentare di avvicinarsi il più possibile alla dia 4x5".
Ed allora ti viene spontaneo chiederti se siamo veramente sulla strada giusta, e ripenso allora agli altri metodi di stampa delle dia, il cibachrome, che però so già  che mi permetterebbe di ottenere risultati sicuramente inferiori alle stampe inkjet (a meno che uno si chiami Fatali ) e con un controllo creativo molto meno efficace, a meno che appunto di diventare bravissimi come Fatali, e ci vorrebbero penso 10 anni di impegno e fatica estenuante, anche se sono convinto che di noia neppure un'ombra.
E penso anche alle sostanze chimiche utilizzate, potenzialmente dannose all'organismo...
Poi mi capita di vedere l'ultimo dvd di Reichmann in cui un fotografo spiega come realizza le stampe dye transfer, che è un altro modo per stampare le dia.
E' un metodo che richiede la realizzazione di uno speciale negativo per ogni colore primario, rosso, verde e blu. I negativi vengono utilizzati per produrre dei trasparenti positivi in rilievo, denominati matrici. Ogni matrice viene impregnata di colorante, una di giallo, una di magenta e una di ciano. Dopo la colorazione le tre matrici vengono a turno schiacciate in un registro che permette un preciso allineamento, grazie al quale si forma un'immagine completa.
Nel dye transfer le operazioni in camera oscura sono lunghe, impegantive e complesse, ci vogliono anche qui anni per diventare dei bravi stampatori, e poi Kodak ha anche deciso una decina di anni fa di non produrre più le pellicole da cui si ricavano le matrici.
Eppure anche qui, nonostante la fatica e l'impegno estenuante, non ho mai visto noia sul volto di questo fotografo, ma ho visto passione e febbre creativa.
E poi le stampe dye transfer che questo fotografo ha mostrato sono da mozzare il fiato, molto molto meglio delle ciba ma anche molto molto meglio delle inkjet, hanno una tridimensionalità , una profondità  di colore, una pienezza e saturazione che non avevo mai visto, e le stavo guardando attraverso un monitor televisivo.
E poi questa idea che, fatta una stampa, per farne un'altra bisogna ricominciare un pò tutto daccapo, e che quindi la seconda stampa non sarà  mai perfettamente uguale alla prima, e la terza ala seconda, in un certo senso ogni stampa è un pezzo unico in sè, un approccio così distante dalla "monotona" infinita e sempre identica riproducibilità  dei processi digitali, un modo per inserire idisoncrasia ed casualità , che sono due forndamentali caratteristiche dell'arte, nella stampa fotografica.
E poi scopro che anche l'immenso Egglestone ha spesso utilizzato questo metodo di stampa...
Non so, a volte mi viene spontaneo chiedermi se sono sulla strada giusta, a volte mi è assolutamente necessario avere curiosità , e voglia di indagare e di sperimentare, di mettermi in crisi, di vivere la crisi.
Intanto questo è il sito del fotografo di cui vi ho parlato, le foto secondo me non sono granchè, però è spiegato bene cosa sono le stampe dye transfer, magari qualcuno di voi le ha affrontate in camera oscura (chissà  perchè sto pensando a Falcopardo ):

http://ctein.com/dyetrans.htm

La cosa buffa, ma anche sintomatica da un certo punto di vista, è che questo fotografo usa anche la 2100 e propone in vendita le stampe realizzate con entrambi i metodi!!



Inviato: 7/1/2005 22:05
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Re: Fotoritocco digitale e noia
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Da Tse' Bii' Ndzisgaii
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Marco, io ho visto solo il mini-clip di Ctein a cui ti riferisci su LL , qualche settimana fa, e ti confesso che ho pensato "..se lo vede Marco va giù di testa...", poi gli impegni e il turbinio della vita quotidiana mi hanno fatto dimenticare della cosa.

Beh quel video-clip, associato alla fisionomia da artista "pazzo" dell'autore, è semplicemente entusiasmante.
Come pure quello che segnalasti tu del National Geographic col tipo che gira con la camera oscura nel pick-up e fotografa 8x10" .

Più passa il tempo e più queste cose mi attirano.... certo ci vorrebbero anni, soldi e sacrifici ...sarebbe durissima.... ma la soddisfazioni sarebbero direttamente proporzionali !
D'altronde e' più gratificante scalare l'Everest a piedi o andarci in elicottero??

No, non penso che sei sulla strada sbagliata con la 2100. Assolutamente no, soffri solo i postumi tipici di qualche ora con PS ... sinceramente... niente di più palloso!
Io PS lo uso a piccole dosi, per non generare indigestioni

Inoltre , io e te abbiamo anche un altro problema, abbiamo visto delle Velvia 8x10 stampata in ciba in quel tal paese di nome Springdale..... questo "ha alzato la sbarra" non di poco e tutto il resto ci sembra sempre non all'altezza!

Inviato: 7/1/2005 22:15
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Re: Fotoritocco digitale e noia

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9/12/2004 21:10
Da Toscana
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Ti ringrazio della fiducia, Marco, ma non sono mai arrivato a tanto. Al massimo ho fatto delle stampe su rame, e qualche altro pasticcio, ma le stampe di Ctein sono veramente sbalorditive.
Ho appena scorso qua e la' la sua descrizione del lavoro fatto, ma non ho capito bene che tipo di gelatine colore usa.
Ho osservato le stampe attentamente, e forse ho capito cos'e' che dona loro la grande tridimesionalita' che le fa apparire come la visione da una finestra aperta: E' la straordinaria naturalezza dei colori. Sono fedelissimi, cosa che non avviene, proprio come dice l'autore, attraverso la stampa chimica , dove i colori non sono mai puri e l'occhio li percepisce come qualcosa di innaturale.
Il fatto pero' che questa purezza si possa osservare anche attraverso il video mi fa ben sperare. In teoria anche il Ciba dovrebbe dare dei colori naturali, in quanto la superficie sensibile e' composta dai colori base, ma non so se sono altrettanto puri di quelli che usa lui. Poi, a me, contrariamente al gusto comune, il supporto Ciba non e' mai piaciuto perche' troppo metallico.
Non credi che sarebbe ora di andare in controtendenza e lasciare i colori spinti e ad effetto e di sforzarsi di riprodurre la realta' nel modo piu' fedele possibile? In fondo spesso e' proprio per questo che si passano ore a PS, con il risultato che poi l'occhio si stanca e non riesce piu' a valutare le varie dominanti, si traffica, si tolgono pixel su pixel e poi si riparte daccapo perche' ci accorgiamo che il risultato e' un cesso... almeno per me e' cosi'

Inviato: 8/1/2005 9:52
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Re: Fotoritocco digitale e noia
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Citazione:

Desert ha scritto:
Marco, io ho visto solo il mini-clip di Ctein a cui ti riferisci su LL , qualche settimana fa, e ti confesso che ho pensato "..se lo vede Marco va giù di testa..."


Ed infatti tu mi conosci molto molto bene e così è stato!!!


Citazione:

Più passa il tempo e più queste cose mi attirano.... certo ci vorrebbero anni, soldi e sacrifici ...sarebbe durissima.... ma la soddisfazioni sarebbero direttamente proporzionali !


E' lo stesso per me, pur rendendomni benissimo conto delle enormi difficoltà  tecniche, pratiche ed ecponomiche.
Però ultimamente sento che mi manca parecchio questo aspetto manuale, la componente artigianale in fase di stampa, che poi è anche quella che rende ogni stampa analogica un pò speciale perchè fa si che ognuna sia un pò un pezzo unico...vedere Ctein lavorare in camera oscura è stato affascinante ma mi ha anche spaventato, la complessità  delle operazioni e delle conoscenze tecniche coinvolte è impressionante, così come quello del controllo delle tante variabili, però sono sicuro che lui di certo non si annoia!!!


Citazione:

No, non penso che sei sulla strada sbagliata con la 2100. Assolutamente no, soffri solo i postumi tipici di qualche ora con PS


D'altronde vedere Ctein che afferma senza esitazione nell'intervista che per lui, dopo le stampe dye transfer, l'altro modo più efficace di stampare diapositive è quello di scannerizzarle e stamparle poi con una stmpante inkjet, che lui ha smesso di stampare cibachrome 5 anni fa perchè riesce a controllare meglio l'immagine e ad ottenere risultati più soddisfacenti con il digitale, depone sicuramente a favore della tua affermazione e della mia scelta...però i dubbi rimangono sempre, la voglia di sperimentare strade sempre nuove anche, nonchè il rammarico di vedere un metodo di stampa così straordinario essere destinato a morire perchè Kodak ha smesso di produrre il materiale circa una decina di anni fa e quando Ctein avrà  finito le scorte che ha nel congelatore la possibilità  di realizzare stampe dye transfer scomparirà  definitivamente ...


Citazione:

Inoltre , io e te abbiamo anche un altro problema, abbiamo visto delle Velvia 8x10 stampata in ciba in quel tal paese di nome Springdale..... questo "ha alzato la sbarra" non di poco e tutto il resto ci sembra sempre non all'altezza!


E questo concorre a confondere le già  confuse idee, nessuno puà uscire indenne dalla galleria di Fatali, le sue ciba sovvertono tutto quello che abbiamo sempre pensato su questo materiale!!


Citazione:

Falcopardo ha scritto:
E' la straordinaria naturalezza dei colori. Sono fedelissimi, cosa che non avviene, proprio come dice l'autore, attraverso la stampa chimica , dove i colori non sono mai puri e l'occhio li percepisce come qualcosa di innaturale.


La cosa impressionante è che questa purezza assoluta, questa trasparenza cristallina, la si nota anche a video, non oso neanche pensare l'effetto che possono fare se viste di persona!!
Pensa che lo stesso Reichmann, davanti ad una stampa che Ctein gli stava mostrando in cui c'era un crostaceo sulla sabbia di una spiaggia, è rimasto senza parole ed ha subito affermato, "ecco, questa è LA sabbia, corrisponde perfettamente all'immagine mentale universale che ognuno di noi ha della sabbia, la sua resa fotografica ideale e perfetta in quanto a tonalità  e colore".


Citazione:

Non credi che sarebbe ora di andare in controtendenza e lasciare i colori spinti e ad effetto e di sforzarsi di riprodurre la realta' nel modo piu' fedele possibile? .


Su questo mi trovi abbastanza d'accordo, ed infatti è un pò che io e Cristina stiamo utilizzando una emulsione morbida e pastellata come la Astia 100F, percorso che d'altronde è già  stato intrapreso da molti fotografi che ammiriamo, Burtynsky e Chris Jordan tanto per citarne un paio, ovviamente stiamo parlando di fotografia concettuale e non di fotografia di paesaggio, anche se tra i fotografi di paesaggio Alain Briot è un pò che sta sperimentando in questo senso distaccandosi così dalla moda diffusa dei colori supersaturati.
Però in questo caso penso che la purezza dei colori delle stampe dye transfer sia qualcosa che trascenda il discorso sulla saturazione, anche perchè da quello che ho capito puoi tranquillamente controllare la maggiore o minore saturazione in camera oscura, quello che però sempre rimane è la tridimensionale trasparenza cristallina delle stampe.
Senza considerare che io personalmente ho visto cibachrome "pastellate", prova a dare una occhiata ai lavori di questa artista, è impressionante:

http://www.yossimilogallery.com/artists/lore_lux/




Inviato: 9/1/2005 12:21
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Re: Fotoritocco digitale e noia

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Si, Marco, sono pastellate, ma non sono "reali".
Puo' darsi che mi possa sbagliare, ma non ho mai, dico mai, visto una Ciba con i colori reali.
Per me la fotografia e' la rappresentazione reale della ralta', intesa in termini di colori. Puoi alterarla nella forma, se vuoi, ma i colori debbono essere quelli reali.
Soltanto cosi' il cervello collega l'immagine che ha davanti alla realta'. Davanti ad una fotografia saturata,
magari il colore accende in te delle sensazioni, sensazioni che puoi provare davanti a un bel quadro, ma non ti puoi mai immergere in quella immagine, perche' nei colori non rispetta quello a cui sei abituato.
Ho vissuto in campagna e vagato per i monti, e conosco i colori di erba e fiori in qualunque ora del giorno e con qualunque tempo, non mi possono gabellare mostrandomi delle bacche di rosa canina di un rosso squillante che la rosa canina non ha. Quel rosso acceso magari la fa risaltare nell'immagine e la rende piu' acccattivante a chi non e' mai stato in un bosco, ma a me fa torcere la bocca, perche' io in quel bosco non ci sono mai stato.

Inviato: 9/1/2005 12:57
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Re: Fotoritocco digitale e noia
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Beh si, però il link al lavoro di Loretta Lux l'ho postato più che altro per far vedere che a volte abbiamo una nostra idea magari un pò preconcetta sui risultati che ad esempio un procedimento di stampa dovrebbe dare, e poi magari scopri che la profonda conoscenza dei propri strumenti di lavoro/espressivi e una buona dose di voglia di infrangere qualche regola (detto diversamente, voglia di sperimentare), producono risultati che sovvertono molte coseche pensavamo sulle cibachrome, come in questo caso.
Poi si, questi colori pastellati sono assolutamente innaturali, ma penso che questo sia un effetto voluto dall'autrice, d'altronde anche questi bambini, così come sono state realizzate le composizioni nonchè le scelte dei fondali, sono assolutamente "innaturali" e direi anche piuttosto inquietanti, a me trasmettono un certo disagio , quindi la scelta dei colori innaturali la trovo funzionale all'immagine, una scelta creativa che va quasi ad amplificare il messaggio emozionale e concettuale delle foto.
In questo senso io invece penso che la scelta dei colori debba essere sempre funazionale all'immagine ed a ciò che intendiamo esprimere con essa, sia che questi colori siano naturali, saturati o pastellati, e debba essere una scelta creativa/espressiva, un vero e proprio studio così come effettuiamo uno studio sulla composizione o sulla luce.
E' ovvio che io parto da un presupposto molto diverso dal tuo, per me la fotografia non è solo la "rappresentazione reale della realtà " ma la faccenda per me è un pò più complessa, ci sono degli aspetti di ermeneutica, cioè di interpretazione,"soggettivismo", scelte e cultura (mi scuso per il parolone ma non esiste altro modo di esprimere il concetto) ogni volta che inquadriamo una scena nel mirino, anche se stiamo parlando di fotografia naturalistica.
Non so se hai presente quel quadro di Magritte in cui lui ha dipinto una pipa perfetta, veramente iperrealista, se non sapessi che è un quadro ti verrebbe voglia di afferrarla tanto sembra vera, ma pio Magritte ha scritto sotto la pipa: "Questa non è affatto una pipa", ecco, per me la fotografia è un pò questo ...
Va da se poi che, nel caso in cui lo scopo del fotografo sia quello di documentare nel modo più realistico possibile il mondo o la natura, anche io preferisco ampiamente una foto di un leone nella savana con colori naturali e appunto "reali" rispetto ad una immagine ipersaturata, anzi!, l'immagine ipersaturata rappresenterrebbe addirittura il fallimento del lavoro del fotografo...


Inviato: 10/1/2005 19:39
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Re: Fotoritocco digitale e noia

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Sono daccordo con te che il fotografo puo' servirsi dei colori per esprimere una propria visione artistica del mondo, ma quando ti esalti di fronte alla profondita' di un'immagine mi sembri contraddirti. Con i colori esasperati e irreali crei una tua interpretazione di quanto vedi, esprimi l'esaltazione che provi di fronte ad uno spettacolo della natura, ma non credo che potrai anche pretendere di avere anche una tridimensionalita' della tua immagine. Potrai colpire il cuore dello spettatore, ma non il cervello. Nel senso che potrai trasmettere un'emozione, ma non penso riuscirai a far collimare l'immagine che hai prodotto con quella che il cervello, per esperienza, si aspetta di vedere.
Io effettivamente ho un problema diverso. Quando vedo delle fotografie non colori normalissimi, ma in cui si vede per esempio una roccia in montagna colpita dal sole, io sto male se quella roccia non ha la stessa luce e lo stesso contrasto che io so che ha a quella determinata altezza. Per cui mi ingarbuglio il cervello per ottenere nelle mie immagini la "luce" piu' fedele possibile, e la luce giusta si ottiene con il colori giusti. In passato ho anche dipinto, e la luce e' sempre stato il mio chiodo fisso. Forse perche' non sono mai riuscito a riprodurla bene... infatti poi mi detti al surrealismo, e li' avevo vita piu' facile.

Inviato: 10/1/2005 22:55
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Re: Fotoritocco digitale e noia
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Citazione:

Falcopardo ha scritto:
In passato ho anche dipinto, e la luce e' sempre stato il mio chiodo fisso. Forse perche' non sono mai riuscito a riprodurla bene... infatti poi mi detti al surrealismo, e li' avevo vita piu' facile.


mmmmhhhhh, molto interessante!!
Io non ho mai dipinto ma mi occupo da sempre di arte e posso vantare dei trascorsi dadaisti in ambito poetico ...

Ultimamente sto approfondendo parecchio il lavoro di uno dei pittori che amo maggiormente, Francis Bacon, è un pò che mi ossessiona l'idea di "tradurre" alcuni aspetti del suo lavoro in fotografia anche se al momento il cammino è irto di ostacoli, e quindi continuo a studiare, studiare, studiare ...


Inviato: 11/1/2005 13:20
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Re: Fotoritocco digitale e noia

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Da Toscana
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Ciao Marco,
spero che tu non abbia letto le cretinate che avevo scritto ieri, ma avevo una nevralgia che mi faceva impazzire e non ero respondabile di quello che mi usciva di testa. Non farti illusioni sulla mia pittura, sono stato un autodidatta che poi si e' arreso di fronte alla propria incapacita' di riprodurre certi risultati.
Per quanto riguarda il ricreare fotograficamente il pensiero di Bacon, penso che la cosa essenziale sia entrare nel suo modo di pensare e di vedere, e francamente questo mi farebbe star male, perche' molti suoi quadri sono angoscianti. Personalmente in questo momento non sarei dello spirito adatto..Preferisco una bella vetta innevata, piu' alta possibile e lontana da tutto quello che c'e' in basso. E' un po' la filosofia dello struzzo, lo so, ma e' autodifesa. Basta guardarsi intorno e lo spirito di Bacon lo potresi fotografare in ogni angolo.

Inviato: 11/1/2005 15:03
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Re: Fotoritocco digitale e noia
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Da lombardia
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Ehilà ! Sono appena tornato a casa e vedo che le discussioni sul Forum diventano sempre più "spinose" puntando molto sulla estetica, oltre che sulla tecnica.
Conosco Ctein da qualche anno; da quando mi capità tra le mani, nella fornitissima Libreria Hoepli, il suo libro "Post exposure". Lo acquistai, anche per curiosità , e devo dire che è di un rigore e di una precisione perfino accessive. Ogni tanto il suo nome viene citato in qualche Forum americano, e di solito l'impressione che se ne ricava è quella di un personaggio rispettato per le conoscenze tecniche, ma al tempo stesso anche considerato alquanto stravagante e capace di sollevare molte questioni, ritenute per lo più di lana caprina. Con tutto ciò, devo al suo libro alcune conoscenze che mi hanno aiutato in camera oscura. Le sue stampe Dye transfer sembrano essere effettivamente eccellenti qualitativamente, molto meno sul versante artistico.
La tecnica Dye transfer è comunque di una tale complessità  (al di là  della pratica impossibilità  di reperire i materiali per realizzarla) che neppure nei miei peggiori incubi mi è mai saltato in mente di provarla. Il lancio sul mercato del Cibachrome la mandà rapidamente in pensione, sebbene i risultati non fossero dello stesso livello. Ma non è obbligatorio partire da materiale invertibile. Come dimostra anche lo stesso Ctein nel volume citato, un buon negativo colore, opportunamente trattato e stampato, magari con una maschera di contrasto, riesce ad ottenere, in modo notevolmente più semplice, risultati di assoluto rilievo.
Comunque, per chi volesse ammirare, sia pure solo sul monitor, stampe Dye transfer in cui l'eccellenza tecnica si sposa ad un assoluto valore estetico-artistico, non posso che consigliare di studiare i lavori di Eliot Porter,
ad esempio nel sito http://www.cartermuseum.org/collections/porter/index.php
Bisogna notare che molti di questi lavori sono degli anni 40 e 50 del secolo scorso. Ce n'è a sufficienza per mandare in depressione chiunque.
Ma in alto i cuori !
Ottimi risultati si possono ottenere anche senza perseguire la stessa perfezione formale.
Come nel bianco e nero è ormai raro che qualche artista si impegni a raggiungere le raffinatezze tonali che solo la stampa al Platino Palladio permette, così anche nel colore bisogna ammettere che i nuovi materiali e le nuove tecniche, analogiche o digitali che siano, non riescono, se non raramente, a raggiungere livelli qualitativi che si erano raggiunti, sia pure a prezzo di grandissima fatica e tantissimo tempo, decine di anni fa.
E' già  successo molte volte, nel passato. La storia delle manifestazioni artistiche o anche solo artigianali, è piena di esempi di vette tecniche, in seguito mai più raggiunte (i vasi Ming, certi tappeti orientali del XVIII secolo, le Katane giapponesi di centinaia di anni fa, l'arte di scolpire il marmo di un Bernini o di un Canova, ecc.): non sempre la storia è progresso.

Inviato: 11/1/2005 20:10
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Re: Fotoritocco digitale e noia
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Citazione:

luciano ha scritto:
Conosco Ctein da qualche anno

Ogni tanto il suo nome viene citato in qualche Forum americano, e di solito l'impressione che se ne ricava è quella di un personaggio rispettato per le conoscenze tecniche, ma al tempo stesso anche considerato alquanto stravagante e capace di sollevare molte questioni, ritenute per lo più di lana caprina.


Che sia uno stravagante è certo, quantomeno nel look, nell'intervista con Reichmann sembra una specie di santone indiano con tanto di barba e capelli lunghissimi ed incolti ...quello che traspare sicuramente dall'intervista è una approfondita conoscenza tecnica dei suoi strumenti di lavoro, ma anche un pensiero attivo e curioso, raccontava infatti che si sta confrontando da un paio di anni con il mondo delle stampe inkjet (utilizza una Epson 2200) anche se sembrava meno ottimista di Reichmann sui dati di longevità /archiviazione delle stampe.


Citazione:

Con tutto ciò, devo al suo libro alcune conoscenze che mi hanno aiutato in camera oscura. Le sue stampe Dye transfer sembrano essere effettivamente eccellenti qualitativamente, molto meno sul versante artistico.


Concordo con te...


Citazione:


La tecnica Dye transfer è comunque di una tale complessità  (al di là  della pratica impossibilità  di reperire i materiali per realizzarla) che neppure nei miei peggiori incubi mi è mai saltato in mente di provarla. Il lancio sul mercato del Cibachrome la mandà rapidamente in pensione, sebbene i risultati non fossero dello stesso livello. Ma non è obbligatorio partire da materiale invertibile. Come dimostra anche lo stesso Ctein nel volume citato, un buon negativo colore, opportunamente trattato e stampato, magari con una maschera di contrasto, riesce ad ottenere, in modo notevolmente più semplice, risultati di assoluto rilievo.


E'vero!!
Infatti nel filmato in cui dimostra il procedimento di stampa lui parte da un negativo colore e non da una dia...



Citazione:

Comunque, per chi volesse ammirare, sia pure solo sul monitor, stampe Dye transfer in cui l'eccellenza tecnica si sposa ad un assoluto valore estetico-artistico, non posso che consigliare di studiare i lavori di Eliot Porter,
ad esempio nel sito http://www.cartermuseum.org/collections/porter/index.php


Ti ringrazio del link, magnifici lavori!!!
...


Inviato: 12/1/2005 13:14
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