Federico Vender (1901 - 1999) è stato uno dei maestri della fotografia italiana del Ventesimo secolo. Fondatore, nel 1930, assieme a Ferruccio Leiss e altri, del Circolo Fotografico Milanese, è il primo ad affermarsi in campo internazionale con immagini di grande impatto formale e tecnico. La sua iniziale fonte di ispirazione fu, comunque, la fotografia pittorialista inglese basata sulla ritrattistica e il paesaggio a basso tono. Sarà  proprio al concorso del London Salon of Photography del 1934 che, con “Riposo a Camogli”, si affermerà  non solo in Italia, ma anche in altre nazioni europee quali la Francia, la Germania e negli Stati Uniti. Il suo percorso culturale si arricchisce di nuovi stimoli con l’approfondimento della conoscenza della fotografia tedesca, specialmente quella della Neue Sachlichkeit, ma anche dall’esperienza del Bauhaus. La sua professione di creatore di mode lo fa avvicinare al mondo raffinato delle riviste per l'appunto di moda e di conseguenza al ritratto sofisticato e allo studio di figura, com’era chiamato a quel tempo il nudo. Dal 1937 diventa direttore artistico del C.F.M., e vince numerosi concorsi nazionali e internazionali. La sua fama è ormai consolidata, quando conosce Giuseppe Cavalli, che oltre ad essere fotografo del “Chiarismo” è teorico e critico, tanto da creare nel secondo dopoguerra il famoso gruppo della “Bussola”, propugnatore della fotografia idealistica di stampo crociano. Dal 1950 diventa professionista e lavora per gli editori Del Duca e Rizzoli alla creazione dei “Fotoromanzi”, per la Linhof e per alcune case di moda. In seguito ad un gravissimo incidente stradale si ritira a vita privata sulle sponde del lago di Garda, dove vivrà  fino al 1999.
Questi brevi cenni biografici e storici inquadrano sommariamente la sua lunga esistenza e ridanno un’immagine di un uomo dedito totalmente alla sua passione per la fotografia. In ogni caso il settore prediletto da Vender fu il ritratto e il nudo femminile: già  dai primi anni Trenta produrrà  delle immagini e “studi” di eccezionale purezza formale specialmente con due sue modelle alle quali rimarrà  legato per oltre quindici anni. Le sue fonti sono i maestri tedeschi di quegli anni, Herbert Bayer, Herbert List, Raoul Hausmann, il russo Georg Hoyningen Huené, ma anche Florance Henri e, indirettamente Leni Riefensthal, i fotografi di moda Adolf de Meyer, Manassé, Madame d’Orà -Benda, il francese Walery, e il “glamour portrait” al quale si puà riferire il suo gusto sottilmente sensuale.
Federico Vender che io ho conosciuto ormai anziano all’inizio degli anni Novanta, era un antico gentiluomo, dai modi raffinati, scapolo, con poche, ma ricche amicizie, una persona che non ha lasciato scritti teorici, ma immagini selezionatissime (quelle che considerava brutte o sconvenienti le buttava, con mio grande dolore, nelle immondizie): ha voluto lasciare un’immagine “spirituale” di se, lui che aveva sempre cercato, idealisticamente, la perfezione.
Studi recenti su Vender: L. Colombo, G. Turroni, F. Menapace, Federico Vender – Quasi un secolo, Il diaframma, Milano, 1994; F. Menapace, Federico Vender – Photographien, Fotografie, Photographs, 1935 – 1955, Foto Forum, Bolzano, 1997; F. Menapace, Federico Vender – Gli esordi: 1930 – 1937, Comune di Arco, Arco, 2003. Le fotografie principali di Vender sono raccolte nel sito: www.trentinocultura.net /Catalogo/Catalogo dei beni culturali/Fotografico (inserire Vender): le immagini raccolte in questo sito fanno parte di quel vasto lavoro da me organizzato in 26 anni per la creazione di un archivio storico (al dicembre 2003 contava 1.100.000 immagini).
Questo “cammeo” lo dedico al simpatico Roberto “il bavarese”, innanzi tutto per mantenere una promessa fattagli personalmente e per secondo perché gli auguro il successo che Vender ha avuto a suo tempo.
Ciao Candidus,

Grazie mille Candidus per queste interessanti segnalazioni, diventate per me ormai un graditissimo appuntamento settimanale.

Marco(pamar5)

Non ho parole Floriano.......
grazie di cuore.



Roberto

Grazie mille, Candidus...
prezioso anche il link all'archivio

Gaia

Grazie Floriano,
le tue segnalazioni sono gradite e preziose.
Una domanda: perche' nel catalogo alcune immagini sono ripetute due o piu' volte? "La barca " nella ripetizione mi e' sembrata in tonalita' diversa. Sono diversi modi di stampa?
Ciao,
Renzo

Grazie, Floriano, interessantissima e preziosa segnalazione!


Andrea

Grazie Floriano,
spunti preziosi per riscoprire grandi autori italiani e trovare nuove ispirazioni!

Fer

Caro Falcopardo,
nel campo della catalogazione scientifica, quando si incontrano più esemplari dello stesso soggetto, si procede egualmente alla schedatura: misure, tecniche, scritte, ecc. per poter ricostruire la vicenda di quell'immagine e del suo autore e per conoscere quale evoluzione ci sia stata nel periodo riscontrato nell'indagine.
Ogni originale è pertanto preso in esame e ne viene redatta una scheda. Alla fine si puà ricostruire tutto il percorso cronologico dell'attività  di un autore e scoprire, magari, la sua evoluzione, oltre che tecnica, culturale.
La catalogazione è oggi lo strumento principale per uno studio storico - critico e solo così si procede quando si voglia predisporre una mostra e una pubblicazione che abbia valenza informativa solida. Nel catalogatore devono convivere tutte le esperienze sopra descritte per potersi creare "l'occhio del puro visibilista".
Una raccomandazione faccio ai miei lettori, oltre le formali adesioni di rito: incominciate da subito ad archiviare le vostre immagini, per conservarle e per poterne lasciare una memoria (questo invito vale soprattutto per chi usa la tecnica tradizionale: per il digitale tutto è più semplice, ma più astratto).
Sempre a disposizione, Candidus,

Ciao Floriano,
grazie della precisazione. Era una semplice curiosita', ma mi immaginavo che fosse come tu stesso hai precisato, infatti nella foto della barca, pur nella precaria visualizzazione delle immgini via web, mi era sembrato di vedere una diversa intonazione o contrasto, comunque una interpretazione differente.
Ciao,
Renzo

Ciao Floriano
Complimenti e grazie per gli opportuni approfondimenti sugli autori che spesso ci proponi.
Paolo