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Just snap the picture!

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Inviato: 3/5/2012 13:34
Franz ...Tessera "Bromuro d'argento" C.F.A.O. n. AgBr 31......
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Re: Just snap the picture!

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Inviato: 3/5/2012 13:57
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Re: Just snap the picture!
Utente non più registrato


Fa sorridere, in effetti però dice qualcosa; dall'avvento degli autofocus e delle esposizioni in automatico, si è persa quella fase preparatoria e quella gestualià che facevano entrare in sintonia la attrezzatura e il fotografo con ciò che si fotografava. Quasi un avvicinarsi a piccoli passi meditati al risultato finale. Ho conosciuto degli anziani inglesi in conversazioni (più da parte loro che mia dato il mio inglese) da salotto dopo cena.
Ci sono due modi di dire la stessa cosa, uno con veloci frasi che arrivano subito al dunque, e il loro nel citato salotto, fatto quasi di un sommesso borbottio, con lunghe pause, toni soft quasi nel timore di rompere l'atmosfera del relax davanti ad un boccale di birra.
Una fotografia fatta alla vecchia maniera e con lo spirito di un inglese al Club, è una delle cose più piacevoli che ci siano.

Inviato: 4/5/2012 21:20
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Re: Just snap the picture!
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Mah.. tutto è relativo.
Cartier Bresson e molti altri grandi del passato del fotoreportage impostavano gli obiettivi delle loro Leica sull'iperfocale, e poi credo scattassero con le coppie tempo/diaframma che l'esperienza aveva fatto conoscere adatte alle condizioni di luce (per lo meno, da qualche filmato e da sparse immagini di HCB al lavoro, non mi pare usasse esposimetro).

Weegee the Great che usava addirittura una Speed Graphic 4x5", racconta che usava due sole impostazioni delle distanze (aveva due tacche sulla rotaia di messa a fuoco per ritrovare quelle due posizioni): una adatta a foto a media-lunga distanza ed un'altra per distanze medio-corte. Scattava sempre con la stessa pellicola e con un flash a bulbo e, nel primo caso usava mi pare f 11 e nel secondo f.16. Dopodichè non aveva che da inquadrare e scattare senza più curarsi di altri particolari tecnici.

Avevano certamente più limitazioni dei fotografi venuti dopo: vorrei vedere come se la sarebbero cavata usando per esempio diapositive a bassa sensibilità e scarsa latitudine di posa come le Velvia, per esempio.
Ma pur con quelle grosse limitazioni, erano certamente molto veloci operativamente parlando. E le loro immagini stanno lì a dimostrarlo.

Ansel Adams, grosso modo coevo dei due citati, aveva un modus operandi del tutto diverso e certamente assai più lento e meditato. Certo grazie al fatto che il Parco di Yosemite non dimostrava grandi volontà di spostarsi durante la ripresa, altrimenti probabilmente anche AA si sarebbe dato una mossa


Inviato: 5/5/2012 17:35
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Re: Just snap the picture!

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Io penso che siano differenti forme di "gustarsi" la fotografia, che può essere sia una lenta e meditata composizione, sia il "cogliere l'attimo".

L'essenziale secondo me è che ci sia comunque un'idea dietro, anche quando l'approccio e le necessità operative impongono tempi brevi di reazione...

Inviato: 5/5/2012 18:07
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Re: Just snap the picture!
Utente non più registrato
Luciano, il modo di fotografare che descrivi è esattamente il mio quando sono in giro; dicevo semplicemete che quello a cui accennevo può dare grande soddisfazione nelle sue fasi, lo si fa comunque quando si usa ad esempio un GF.
Federico nella sua risposta dice la stessa cosa.

Inviato: 6/5/2012 9:40
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Re: Just snap the picture!

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Citazione:

luciano ha scritto:
Mah.. tutto è relativo.
Cartier Bresson e molti altri grandi del passato del fotoreportage impostavano gli obiettivi delle loro Leica sull'iperfocale, e poi credo scattassero con le coppie tempo/diaframma che l'esperienza aveva fatto conoscere adatte alle condizioni di luce (per lo meno, da qualche filmato e da sparse immagini di HCB al lavoro, non mi pare usasse esposimetro).

Weegee the Great che usava addirittura una Speed Graphic 4x5", racconta che usava due sole impostazioni delle distanze (aveva due tacche sulla rotaia di messa a fuoco per ritrovare quelle due posizioni): una adatta a foto a media-lunga distanza ed un'altra per distanze medio-corte. Scattava sempre con la stessa pellicola e con un flash a bulbo e, nel primo caso usava mi pare f 11 e nel secondo f.16. Dopodichè non aveva che da inquadrare e scattare senza più curarsi di altri particolari tecnici.

Avevano certamente più limitazioni dei fotografi venuti dopo: vorrei vedere come se la sarebbero cavata usando per esempio diapositive a bassa sensibilità e scarsa latitudine di posa come le Velvia, per esempio.
Ma pur con quelle grosse limitazioni, erano certamente molto veloci operativamente parlando. E le loro immagini stanno lì a dimostrarlo.

Ansel Adams, grosso modo coevo dei due citati, aveva un modus operandi del tutto diverso e certamente assai più lento e meditato. Certo grazie al fatto che il Parco di Yosemite non dimostrava grandi volontà di spostarsi durante la ripresa, altrimenti probabilmente anche AA si sarebbe dato una mossa



a proposito di Bresson ricordo quanto polemicamente disse Jean Claude Lemagny pur senza nominarlo direttamente parlando dell'esperienza del nuovo paesaggio Walker Evans ecc ecc
“ cade la pretesa di cogliere il bell’ordine del mondo in uno di quei fuggevoli istanti in cui sembra cristallizzari”; da allora “il fotografo sa che i momenti
significativi non esistono, che i significati ce li mettiamo noi, e che sorte della fotografia
non è saper sorprendere un mondo in flagrante reato di concordare con le nostre
idee, ma vederlo così com’è in sè, assurdo.

Jean Claude Lemagny "La fotografia insicura di sè 1950-1980"


daccordo con Lemagny non ho mai compreso fino in fondo il senso del gesto, pure presente, predatorio della fotografia

Inviato: 6/5/2012 15:14
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Re: Just snap the picture!

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Io invece non ho mai compreso il fare la guerra ai differenti generi e approcci fotografici

Inviato: 6/5/2012 19:20
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Re: Just snap the picture!
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Citazione:



daccordo con Lemagny non ho mai compreso fino in fondo il senso del gesto, pure presente, predatorio della fotografia


Mah! Può essere. Ma quello che tu e forse anche Lemagny chiamate atteggiamento predatorio - con chiara connotazione negativa/censoria - io lo chiamerei piuttosto atteggiamento inintrusivo.
E non ci vedo nulla di irrispettoso o di predatorio, ma anzi un totale rispetto dello scorrere della vita e una volontà di non voler in alcun modo con essa interferire e perturbarne lo svolgimento.
E' vero che i soggetti ritratti dal Nostro per la maggior parte non si rendevano neppure conto di essere stati fotografati. Ma non credo che si sentissero perciò violati.

Erano anche altri tempi, questo è vero. I rapporti umani che per certi versi erano allora molto più formali e attenti alle regole di buon comportamento di quanto non sia oggi, erano tuttavia per altri versi più semplici, diretti e genuini. E non erano stati distrutti anche dalla presenza di tanti avvocati a spasso che ora sono costretti a inventarsi cause su cause per tirare a campare.
Quindi non credo ci fosse da parte di HCB la sensazione di predare qualche cosa (ma solo quella di cogliere l'attimo significativo), nè da parte dei soggetti ritratti quella di essere stati depredati di un qualche loro fondamentale diritto.
A mio parere è un errore voler giudicare quelle situazioni col metro delle nostre attuali, tristi e talora francamente risibili categorie del politically correct.

Inviato: 6/5/2012 19:42
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Re: Just snap the picture!

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perdonami Luiano ma sei tu che identifichi come fatto negativo il termine predatorio.
come ormai ho da tempo imparato non è internet-forum il luogo per lunghi discorsi che per molti motivi sono impossibili (salvo la pubblicazione di un saggio completo)
Il senso era molto, molto distante da quello che tu dici. per cui dico solo due parole sperando di spiegare meglio, ma in ogni caso non è un problema Luciano
il "gesto" fotografico come "memento morti", il partecipare della mortalità, della vulnerabilità di un'altra persona l'atto perverso mirato al dominio dell'oggetto è un fatto predatorio con l'intenzione stessa che in natura hanno i predatori e quindi naturale. fotografare una persona o anche una cosa è vederla come non potrà mai vedersi, averne una conoscenza ad essa preclusa. predare.
lo diceva la sontag, lo diceva tutto un filone filosofico che non stiamo qui a ricordare.

ciao

Mario

"l'exactitude n'est pas la verité" Henry Matisse



Inviato: 6/5/2012 21:41
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Re: Just snap the picture!
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Perdonami tu se ho frainteso il senso del termine predatorio.
Nel senso che hai cercato di spiegarmi in questo tuo ultimo intervento, è certamente diverso da come l'avevo inteso io.
E' molto più filosofico e teoretico, per cui mi guarderò bene dal commentarlo. Non ne ho le competenze, e neppure l'interesse intellettuale.

Quel tipo di dimensione artistica della Fotografia mi è - per usare le parole di Cioran - più estraneo di un dinosauro estintosi in ere remote.


Inviato: 6/5/2012 22:43
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Re: Just snap the picture!

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Ho sempre ritenuto che il termine "predare" riferito alla fotografia fosse errato o, quantomeno, una forzatura. Anche nell'accezione "non negativa".

Predare ha due significati compiuti:
1. l'atto del cacciare per nutrirsi, riferito esclusivamente a specie diverse (escludendo, quindi, il cannibalismo);
2. l'atto del rubare con dolo beni tangibili.

La fotografia, da chiunque sia scattata e a qualsiasi soggetto, non priva il soggetto stesso di alcunché. E' la diffusione che può interferire, in alcuni ristrettissimi casi, con il soggetto e solo se questi è umano.

Per quanto riguarda l'inintrusivo avrei qualcosa da ridire. la presenza stessa del fotografo, della sua volontà di "catturare" o cristallizzare un istante è di per se intrusiva. Nelle situazioni umane (escludo quindi le fotografie di paesaggi e di oggetti inanimati) e non riprese di nascosto, questa volontà modifica atteggiamenti e azioni dei soggetti. E' inevitabile. Ciò riconduce all'eterno discorso sulla verità della fotografia, ma questa è un'altra storia.

Inviato: 7/5/2012 9:49
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Re: Just snap the picture!

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vedi dovremmo almeno chiarire il piano del discorso e già qui dentro non sarebbe semplicissimo. dovremmo poi spiegare e spiegarlo quantomeno dal punto di vista demo etno antropologico ( e non parlo di Claude Lévi-Strauss e società tribali) ma dell'europa

dove in molti paesini della spagna, della francia e dell'italia fotografare era ed è ancora "rubare l'anima".
"immortalare". pensa a tutta la tradizione e il filo rosso che lega profondamente le culture popolari di questi luoghi.

è molto distante dall'idea di fotografo cattivone e cinico rapinatore. non c'entra nulla in questo discorso.
ma ripeto non è fondamentale e non credo sia irrinunciabile doverci tornare troppo sopra.



ps la verità Franz? avevo appunto lasciato lì una frase di Matisse

Inviato: 7/5/2012 15:23
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