Ciao a tutti,

mi sono presentato di recente QUI, questo è il mio primo post perciò chiedo scusa se non avessi scelto la sezione giusta per l'argomento in oggetto.

Qualche giorno fa ho letto su una nota rivista del settore, (per principianti con attrezzatura Canon) che i moderni obbiettivi sarebbero 'tarati' in modo tale che, spostando la ghiera di messa a fuoco a fondo scala in realtà non si mette a fuoco su infinito.

Da quello che ho potuto capire questo non solo non sarebbe un difetto ma una necessità costruttiva necessaria per consentire l'inseguimento automatico della messa a fuoco.

Sul mio 18-55, purtroppo, questo trova riscontro: a voi risulta?

Si spesso non coincide.

Però,

non è cosa da poco, considerando che il sistema di messa a fuoco automatico non funziona in tutte le condizioni. Banalmente per fare una foto di paesaggio notturno diventa indispensabile padroneggiare la tecnica dell'iperfocale, che tuttavia diventa macchinosa senza la scala graduata sull'obbiettivo e/o un ausilio manuale come i microprismi delle care vecchie refles.

Ricordo che era un vecchio problema dovuto alla necessità dei sensori a contrasto di sfocare un pelo anche sull'infinito per trovare la corretta focheggiatura arretrando.

Questo non rappresentava un problema perché l'infinito era comunque marcato correttamente.

Il problema dell'iperfocale notturno, semmai, si presentava (almeno per quello che riguarda kla mia vecchia attrezzatura) con lo zoom 80-200 2.8 prima serie Nikon, perché la marcatura dell'infinito era sensibile alle temperature. I

In sintesi: arrivava a fondo scala come qualsiasi altro obiettivo con temperature invernali estreme, mentre restava più lasca d'estate.

Tuttavia - sempre con l'occhiometro attivato - l'autofocus non falliva. Semmai era fastidiosa la focheggiatura manuale, rallentata dal non poter contare su un fondo scala certo.

Alcuni dei miei obiettivi AF vanno oltre l'infinito, altri no.

Però specialmente con il 18-55 non hai un vero problema: anche se ti appoggi a fondo scala ("verso l'infinito... e oltre!" come Toy Story ), anche alla focale più lunga e a tutta apertura (55mm f/5.6) hai comunque sufficiente profondità di campo per avere lo sfondo nitido.

Fer

Calcolatore online alla mano, con una lunghezza focale di 55 e diaframma f/5.6, focheggianto un soggetto a 10m, avrei una profondità di campo di 8 metri circa (distribuiti con la nota regola un terzo di fronte al soggetto e due dietro). Questo è coerente con quanto credo di aver compreso sulla relazione tra diaframma e profondità di campo.
Lo stesso sito tuttavia dice che, con le stesse impostazioni, ma focheggiando alla distanza iperfocale di 28 metri, avrei tutto a fuoco da 14 metri di distanza a infinito!
Questo effettivamente è coerente con la definizione di distanza iperfocale, cioè la distanza di messa a fuoco che permette di estendere la profondità di campo dall'infinito alla metà di tale distanza.
Applicando quanto sopra, come dice Fer, pur con la distanza focale più lunga e il diaframma più aperto che mi possono permettere il mio 18-55 non dovrei avere difficoltà ad avere lo sfondo a fuoco.

Rimane un problema di natura pratica: come regolare la messa a fuoco manualmente, ad es. a 28 metri (soprattutto senza la scala graduata)??

Non ne hai bisogno se quello che vuoi è lo *sfondo* nitido.
Metti la ghiera a fondo scala (oltre l'infinito, sul tuo obiettivo) e lo sfondo sarà a fuoco.
Certo, se hai bisogno di una profondità di campo più complicata (es. a fuoco da 10m all'infinito) allora devi usare il Live View e mettere a fuoco un oggetto a distanza iperfocale, oppure mettere la ghiera a fondo scala e chiudere il diaframma maggiormente.

Fer

Altra cosa che mi hanno riferito sui forum americani...
gli Zeiss ZE/ZF sono tutti ben tarati su una messa a fuoco precisa su infinito che coincide perfettamente col fine corsa della ghiera. I Samyang no invece. Ti risulta Fer?
Questo penso sia un plus importante per uso paesaggistico

Se non ricordo male, anche qualcuno tra i Nikkor ED a messa a fuoco manuale aveva la possibilità di andare oltre l'infinito marcato sul barilotto. Nikon diceva che serviva in particolari condizioni di temperatura.

A me pare di ricordare che una messa a fuoco sensibilmente oltre il punto di infinito la avessero alcuni teleobiettivi catadiottrici di tanti anni fa, in particolare gli MTO russi, dove appunto si voleva ovviare alle sensibili variazioni che si avevano nelle temperature in Russia tra estate ed inverno ed a cui gli specchi dei catadiottrici erano particolarmente sensibili.

Per lenti fino ai medi teleobiettivi da ritratto (90-105mm) non credo che ci dovrebbe mai essere una messa a fuoco che si spinge oltre il punto di infinito segnato sul barilotto. Per i lunghi teleobiettivi invece, la cosa potrebbe essere plausibile.