Per la gioia di alcuni (vero Renzo? )un nuovo articolo che riprende e ribadisce le differenze che esistono tra la corretta esposizione su film e quella su sensore digitale.

Per farla breve, molte immagini (parlo ovviamente di scatti in RAW) ci appariranno alquanto sovraesposte se viste sul piccolo monitor del dorso della macchina, e di qui l'importanza di valutarle soprattutto con l'istogramma, evitando di sconfinare nel clipping delle alte luci, ma tenendosi tuttavia sulla destra per quanto è possibile (alte luci al limite del pelato).

Poi i giusti toni di dovranno regolare in postproduzione...ed anche qui immagino l'esultanza di qualcuno

Ma piaccia oppure no, pare che solo a quel punto dai pelati di possa arrivare al ragù

Grazie Luciano, è un articolo interessante (anche se su qualche passaggio non ci ho capito un ca..volo). Mi chiedo anch'io perchè questo vantaggioso spostamento a destra della esposizione in RAW non venga implementato automaticamente come opzione utilizzabile (se ho capito bene). Non avrei preclusioni nell'uso esclusivo del digitale se mi avvicinasse alle immagini che si ottengono oggi con una pellicola in Medio Formato (e oltre); evitare le incognite dello sviluppo, anche se poche, sarebbe un bel vantaggio oltre ad evitare che lo stesso sviluppo sia applicato in modo univoco a tutte le 12 immagini di un rullino. Mi piacerebbe provare le Full Frame di ultima generazione ma credo che dovrò aspettare un bel po' prima che per me diventino accessibili (spero non i 50 anni che ho aspettato prima di permettermi la Leica IIIf che ho appena acquistato perchè non ci arriverei, ma forse neanche 20).

A questo proposito, vorrei chiedere una cosa, nella remota ipotesi di potermene permettere una prima o poi: oggi se porto un obiettivo di quelli che piacciono a me su una digitale, la sua focale agli effetti pratici raddoppia circa, se fosse su un Full Frame questo non dovrebbe succedere. E' così?

Ciao

L'articolo contiene qualche imprecisione (per assurdo era migliore il precedente del 2003:
http://www.luminous-landscape.com/tutorials/expose-right.shtml ) ma vale senz'altro la pena leggerlo.

Ed è molto condivisibile l'appello ai produttori affinché si decidano a ottimizzare automaticamente l'esposizione sfruttando la gamma dinamica al meglio possibile (con compensazione automatica durante la conversione raw).
Altrettanto importante l'osservazione che l'istogramma non andrebbe calcolato e mostrato sulla "JPEG risultante" ma sul raw dopo la sola interpolazione Bayer.

Pino purtroppo è difficile mettere a confronto le immagini digitali con quelle catturate da pellicola, sia pure scansionate.
Hanno caratteristiche diverse, diverse qualità e diversi limiti.

Sulla praticità e velocità e sul risparmio operativo non discuto, ma ti riporto il mio caso personale: nato con la pellicola, ho provato a lasciarmela alle spalle e ho preso vari corredi Canon comprese due full frame (5D e 5DmkII).
Ho preso obiettivi validi, ho studiato bene le caratteristiche delle immagini, provato vari software di conversione e algoritmi vari, ma ho finito con il chiuderle nell'armadio.
Le uso con grande vantaggio in certe situazioni (eventi, documentazione, gite "non fotografiche"), ma quando fotografo per mio piacere uso la RB67 caricata a dia.

Per rispondere alla tua ultima domanda: la "focale equivalente rapportata al 35mm" (termine sbagliatissimo, ma tanto per capirci) sarà 2x se gli obiettivi sono montati su un sensore "Quattro Terzi", 1.5x-1.6x su sensore "APS-C" e rimarrà quella nominale se montati su full frame 24x36.

Però è un ragionamento rozzissimo e pieno di approssimazioni , casomai se ne riparla su un thread apposito quando avrai dei casi pratici specifici.

Fer

Grazie per la risposta Fernando, mi sono accorto anch'io, dopo aver preso in mano un anno fa il Medio Formato, che le foto hanno un fascino particolare, non perchè le ho fatte io, prchè non posso essere diventato bravo da oggi al domani, ma evidentemente i formati dal medio in su hanno degli aspetti unici, non saprei neanche dire di preciso quali e quanti, di sicuro in bianco e nero la gamma tonale e quindi la "ariosità" e la tridimensionalità della scena. Se ricedevo dei complimenti, li giro a ciò che sto usando e a cui sono grato, e pensare che per decenni ho tenuto in armadio la Rolleiflex 2.8F di mio padre! Ma i professionisti sapevano bene il divario che c'era anche con le reflex nel 24x36 che ho usato per una vita (una vita sprecata).

Spero che non vi offendiate se in futuro a meno di non rispondere come ora, non ringrazio ai vostri post, perchè per me il nome che compare nella risposta è una referenza che non voglio coprire con il mio.

ciao,
Pino

mi sono stancato subito, l'inglese tecnologico proprio non lo digerisco.
Forse ho capito male, ma mi sembra che affermi che il grano di argento e' come una unita' digitale, o esposto o non esposto. E non e' vero. Il granulo d'argento, che potrebbe rappresentare un pixel, ha pressoche' infinite possibilita' di rappresentare una tonalita' di grigio, mentre l'unita' di un sensore al massimo arriva a 16, raramente di piu', almeno per ora. E io mi sono rassegnato, tanto non c'e' rimedio, hai voglia di esporre a destra, in certi controluce non ci sono compromessi, il sensore sfonda. E allora doppia, tipla esposizione....
Neppure la pellicola ce la fa, magari sul negativo si, ma spesso non a livello sfruttabile. Un rimpianto che ho nella pellicola e' che non si sia mai riuscito a trovare una carta ( bianco e nero o colore ) che riuscisse a tirare fuori tutto quello che c'e' sul negativo senza mascheraggi al limite dell'acrobazia. Ho tanta roba in frigorifero...speriamo che quando saro' in grado di poterla utilizzare ci sia ancora in giro qualcuno che sia in grado di sviluppare il colore.
Ciao,
Renzo

Io credo che il singolo grano di argento metallico è una cosa diversa da quella che chiamiamo grana, che è composta da agglomerati di numerosissimi singoli grani.
Trattandosi di molecole, la loro dimensione è talmente minuscola che risulterebbero ancora invisibili anche ingranditi di 20-30 volte come al massimo facciamo con l'ingranditore.
Per gli agglomerati invece, il discorso è diverso e questi possono essere evidenziati anche da ingrandimenti moderati.
Per il singola granulo di argento, penso che l'articolo abbia ragione: o è sviluppato, o non lo è.

Però chiederei conferma a qualcuno più ferrato di me, in fatto di chimica fotografica.

No, no...i singoli grani con un ingranditore a condensatori si vedono, eccome....ovviamente a forti ingrandimenti.
Addirittura alcuni sono fioccosi.
Pero' qualcosa non mi torna, probabilmente ha ragione lui, perche' durante il fissaggio un granulo non puo' essere sbiancato ( eliminato )a meta'....

Falcopard, i singoli grani non si vedono, sono troppo piccoli (tra 0.1 e 1 micron).
Riesco a vederli a malapena con il microscopio (100x).

Nessuno ha mai visto i singoli cristalli. Anche con l'ingranditore più strafigo del mondo, tutto quello che puoi vedere sono gli agglomerati; che sembrano grana, ma non lo sono.

Fer

Nel frattempo...scattando sempre con alte luci pelate, noto che sul raw i cieli bruciati, anche quando sono recuperati completamente in ACR, hanno sempre una sorta di posterizzazione/slittamento di dominante, cioè pur recuperati completamnete, non sono mai come se l'esposizione fosse stata corretta sul cielo. Questa cosa la noto solo sui cieli...su altri dettagli, quando si recupera tutto non noto artefatti. Vi risulta?

Ciao,
io ci ho rinunciato....mi sembra inutile degradare tutte le altre informazioni per salvare un cielo che comunque non sara' mai decente ( a meno che non sia blu ). Meglio esporre per il soggetto, poi fare un secondo scatto per il cielo e fondere le immagini. Cosi' in tutti i casi in cui ci sia un forte squilibrio tra luci ed ombre. Ci si guadagna in salute...
Ciao,
Renzo

Citazione:


eheheheh.. se intendi negativo colore, magari ci sarò io )))
Ormai che ho la Jobo devo solo partire.
Per il momento ci ho sviluppato solo il BN, ma per avarizia o meglio per odio agli sprechi.
Infatti i chimici colore C-41 non durano tantissimo una volta preparati, e la confezione da 5 litri, che è la più piccola disponibile, basta per sviluppare un bel pò di roba. E dato che non la regalano, non voglio neppure che vada sprecata; sicchè non inizierò fino a quando non avrò accumulato materiale colore sufficiente (ma ho scattato parecchio MF questa Estate e spero di poterci aggiungere qualche 4x5" al più presto)...
Poi ti farò sapere se il gioco vale la candela )))

I kit Digibase C41 vanno benissimo e permettono di sviluppare un numero di rulli più alla portata dell'artista, del fotoamatore, del piccolo analogista in erba: cinque litri sono un esagerazione,che fai, ci sviluppi 100 rulli?

Andrea

Ho provato la scorsa settimana il kit c-41 da 1 litro della Tetenal. Naturalmente ho sbagliato tutto: ho abbinato una pellicola Portra VC 160 (che avevo disponibile) con un Tessar del '60 trattato dal contrasto intrinseco elevato, con una giornata limpida quasi da montagna alle 11 di mattina. Quindi contrasti paurosi, ho lavorato a 30 gradi +/- 2 (la tolleranza sarebbe 0.5) in una mastella da bucato termostatata a secchiate di acqua calda o fredda.

Nonostante tutti i miei sforzi per distruggere il negativo (a cui comunque non tenevo) qualcosa è uscito, anche se c'è una dominante verdina che ancora è evidente nella foto dei due gondolieri. Penso che la prossima volta lavorando seriamente sarà accettabile.

A questo proposito vorrei chiedere se qualcuno sa dirmi se il bagno di sbianca è meglio usarlo con i 6' indicati per i 30 gradi o prolungarlo un po' (e anche se in agitazione continua o saltuaria).

Allega:

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  Ikoflex34.jpg (433.63 KB)


  Ikoflex35.jpg (459.57 KB)


  Ikoflex41.jpg (366.83 KB)

Interessantissimo (e risultati già molto buoni, quelli di Pino, a mio modesto parere).
Però - per colpa mia, sia chiaro - finiamo dritti dritti OT.

Propongo di aprire un altro topic se ci preme di parlare del trattamento C-41 e dei relativi kit.