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Sonnar 250mm

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Un saluto a tutti ,
ho intenzione di acquistare un tele per Hasselblad, faccio foto di paesaggio solo B&W e cerco un obiettivo che abbia un buono/ottimo microcontrasto ed una ottima nitidezza, avrei deciso per il Sonnar 250mm, cosa ne pensate?
O forse è meglio il 180?
Meglio i "C" o i "CF"
Grazie a quanti vorranno rispondere
Valgian

Inviato: 3/11/2009 19:15
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Re: Sonnar 250mm
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8/2/2005 19:08
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Ricambio il saluto.
Qui e qui due discussioni che possono esserti utili.

Andrea

Inviato: 3/11/2009 20:27
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Re: Sonnar 250mm

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10/1/2010 10:42
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Se la cosa puà interessarti, oggi pomeriggio in un negozio romano in cui cercavo uno scatto elettrico per la mia K20D mi è capitato di vedere un Sonnar 250/5,6 finitura "bianco alluminio" dall'aspetto molto nuovo, persino nella sua campana originale. Dunque un C; non rammento esattamente il prezzo, ma mi colpì perché mi sembrava esageratamente basso, credo sotto i 300. Ma questo mio parere non fa testo: forse non ho contezza di fino a che punto possano essere crollati i prezzi del materiale Hasselblad "vero".
Centro Fotografico Romano, dalle parti della Laurentina (proprietario un po' scorbutico ma corretto).
Vuoi che controllo esattamente in che condizioni sta?
Io debbo tornarci di passaggio domani per provare lo scatto con la macchina, non mi costa nulla.
Verifica però prima se il modello ti va bene, se deve avere il T* obbligatoriamente per soddisfarti non lo guardo perché se non vado errato tutti quelli "bianchi" hanno il classico trattamento magnesio fluoruro.

Spero possa esserti utile

Inviato: 1/2/2010 21:40
...io non vorrei mai far parte di un club che accettasse uno come me come socio... (Groucho Marx)
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Re: Sonnar 250mm
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Da lombardia
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Nei siti di vendita on line, e specialmente in quelli tedeschi, è possibile ogni tanto trovare dei buonissimi 250 anche CF a 6-700 euro, che mi sembrano buoni prezzi.
Naturalmente stiamo parlando del 250 normale che è già  un buon obbiettivo, ma ben lontano dal 250 Superachromat che spunta prezzi assai più sostenuti.

Secondo me puà essere una scelta appropriata se si è ben consci che andrà  utilizzato quasi costantemente su treppiede. A mano libera lo vedo di uso un pò difficile e personalmente trovo che il 180 è un pò la focale limite per un uso a mano libera relativamente agevole.
Poi naturalmente dipende molto da quale sensibilità  di pellicola e con quali condizioni di luce ti troverai ad operare.


Inviato: 2/2/2010 10:07
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"Tempo fa ero indeciso, ma ora non ne sono più così sicuro" Boscoe Pertwee

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Re: Sonnar 250mm

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23/9/2009 8:41
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Ciao,
grazie a tutti per le risposte.
Grazie anche a VRicciardi per la proposta ma ho già  acquistato un 180 CF
Saluti
Valgian

Inviato: 2/2/2010 11:44
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Re: Sonnar 250mm
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Da lombardia
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Citazione:

....ho già  acquistato un 180 CF




Inviato: 2/2/2010 14:13
Tessera C.F.A.O n. 3

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Re: Sonnar 250mm

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10/1/2010 10:42
Da Roma
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Benissimo; probabilmente l'avrai pagato non poco, ma il 180 è un obiettivo eccellente, direi abbastanza nettamente superiore al classico 250/5,6.

Per inciso oggi son ripassato a provare lo scatto elettrico pe la mia digitale con la macchina (meno male, non andava bene...) e lo aveva già  venduto: 280 euro.
Penso fosse davvero un ottimo affare. Nuovonuovonuovonuovo.
E su un 250 pocpo luminoso, dubito che la presenza del T* avrebbe cambiato radicalmente le carte in tavola quanto a flare.

Gliene è entrato nel mentre un altro, esteticamente bruttino (tanti minuti micrograffietti sulla cromatura esterna, nel solo tratto "rettilineo" fra l'ultima ghiera di comando e il bordo anteriore, ma niente botte e niente segni "sospetti", otturatore sicuro e regolare), a un prezzo da saldo: 160 euro (avete letto bene).

In controluce sembrava che le lenti fossero assolutamente ok, son rimasto allibito. Uno così, non esteticamente gratificante ma efficiente, pochi anni fa costava sul milione e quattro- milione e sei, in lire.

Bé, direi che questo (se dobbiamo comprare e non vendere) è un "regalo" imprevisto che ci ha fatto l'avvento del digitale.

Inviato: 2/2/2010 22:29
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Re: Sonnar 250mm
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Migliore, peggiore, superiore in riferimento a due ottiche, ma cosa vuol dire? Rispetto a cosa? Alla nitidezza? Ci fosse solo quello in un'ottica...

Sono ottiche molto diverse, a parte la focale: il carattere, l'impronta che danno all'immagine è estremamente differente.

Andrea

Inviato: 3/2/2010 0:40
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Re: Sonnar 250mm

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D'accordissimo con Andrea. Se parliamo di "carattere" il 180 sta proprio in fondo alla classifica. Il 250 è un'ottica strepitosa, sia il vecchio cromato, che uso per ritratti, che i più recenti T*. Usati col treppiede producono scatti... in 3D! Per non parlare del SA che è addirittura incredibile. La bellezza delle immagine prodotte con queste ottiche, va secondo me al di la di ogni considerazione tecnica.
Moreno

Inviato: 3/2/2010 23:55
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Re: Sonnar 250mm
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Citazione:

l'impronta che danno all'immagine è estremamente differente.



Non conosco abbastanza i 250 (solo una volta feci una serie di scatti col normale, prestatomi da un amico) , mentre conosco molto bene il 180 ed il 120 (che possiedo) ed abbastanza il 150 (che ho potuto usare in varie occasioni).

Come definiresti questi diversi obiettivi ?

Sono un pò curioso, anche se penso che sulla riuscita di un ritratto la qualità  della luce conta 80 e quella dell'obbiettivo 20, a fare tanto.


Inviato: 4/2/2010 1:04

Modificato da luciano su 4/2/2010 7:12:47
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Re: Sonnar 250mm
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Scusami, Luciano, appena ho un attimo di pace ti rispondo.

Andrea

Inviato: 7/2/2010 21:18
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Re: Sonnar 250mm
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No, bè, Andrea.
Se e quando potrai, si capisce.

Inviato: 8/2/2010 9:27
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Re: Sonnar 250mm
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Eccomi, con grande ritardo: ho avuto settimane così pienei da rendermi impossibile il piacere di dialogare su effeunoequattro.

Anzitutto credo che per la buona uscita di un ritratto siano tante le variabili in gioco: il rapporto tra chi fotografa e il fotografato, la capacità  del fotografo di cogliere e creare la luce, la capacità  del fotografo di sfruttare la sua attrezzatura e sceglierla in base al ritratto che pensa di fare. Trovo che la tua suggestione, Luciano, sia molto interessante e meriti una discussione a parte.

Per quanto riguarda le ottiche di cui si parla (Sonnar 180 versus 250) la differenza principale è nell'ordine della modalità  in cui interpretano lo spazio tridimensionale: il 180 privilegia un certo stacco tra il piano di messa a fuoco - che risulta di una nitidezza eccezionale - e quanto sta al di qua o al di là  di questo piano: è, da un certo punto di vista analogo alla scuola giapponese, tant'è che quando uscì questa lente si parlà di un tentativo di Zeiss di rincorrere la tendenza, tra i fotografi di fashion, a ricercare questo effetto; ricordo che gli anni in cui è stato presentato il Sonnar 180 erano gli anni in cui, nel fashion, la sempre più consistente presenza di Mamiya e Pentax cominciava a intaccare la supremazia di Hasselblad/Zeiss. Il 180 è figlio di questa epoca e ne conserva il sapore.

Il 250, nato negli anni '50, ha caratteristiche opposte: la sua resa è molto tridimensionale, nel senso che lo stacco tra piano di messa a fuoco e i piani fuori fuoco é progressivi, graduale, privo di un forte salto. Ovviamente c'è un certo stacco tra fuoco e fuori fuoco, com'è normale data la focale, ma l'effetto di tridimensionalità  è ben più evidente rispetto al 180. Non a torto, il Sonnar 250 è considerato un campione di plasticità , è una bandiera della scuola tedesca che vede nel primato della tridimensionalità  una caratteristica principe di un progetto ottico.
Un altro aspetto che caratterizza il Sonnar 250 è la particolare saturazione del colore, che dona alle immagini una particolare brillantezza e una spiccata demarcazione tra le più piccole sfumature di colore.
La brillantezza delle immagini puà dare l'impressione di trovarsi di fronte ad un'ottica molto contrastata: in realtà  si tratta di un'impressione, perché è un'ottica che 'legge' molto bene le ombre, anche grazie alla caratteristica di delineare ogni stacco tra le diverse sfumature.
C'è chi mostra insoddisfazione nell'uso di quest'ottica, che, come tutti gli strumenti di alto livello, è necessario sapere usare correttamente. In primo luogo va detto che un 250 f5,6 va usato con cautela a mano libera: è facile lamentarsi della pochezza di nitidezza quando l'immagine è rovinata da un micromosso quasi invisibile ma tuttavia sufficiente a degradare l'immagine. Nelle riprese di paesaggio con un tele il fronte d'aria puà causare perdite di nitidezza estremamente rilevanti e non sarà  certo colpa dell'ottica. Molti 250 hanno molti anni alle spalle di duro lavoro professionale, alcuni possono risentire di trattamenti impropri, magari causati da smontaggi e rimontaggi effettuati da personale poco competente, con una centratura degli elementi fatta a naso e qualche disassamento disastroso. Un altro possibile problema è il flare che in alcune condizioni di luce puà comportare un decadimento dell'immagine: il flare puà essere impercettibile, ma tuttavia presente quel tanto da far decadere la qualità  dell'immagine in modo visibile. Quest'ottica, ancor più del Sonnar 150, dovrebbe essere sempre usata con il proshade e con la sua corretta mascherina.
Differenze tra i vari modelli che nei decenni si sono succeduti di questa ottica, oltre a quelle fisiologiche tra diversi esemplari, vanno ricercate nell'assorbimento differente della luce parassita all'interno del barilotto nei differenti modelli e - cosa ancor più importante - all'interno dei differenti corpi macchina. I primi C sono differenti dai CFi o dai Rollei HFT, PQ o PQS. In casa Hasselblad, un vecchio 250 C darà  il meglio di sé su un corpo CW rispetto che su una 500 C o C/M: il risultato migliore, dal punto di vista del contenimento del flare si avrà  con un un CFi montato su un corpo moderno (dalla Cx in poi), utilizzato con il proshade e la mascherina.

Il Sonnar 150 ha misure lievemente migliori del Sonnar 250 e ne condivide le caratteristiche, sebbene in misura meno decisa. Potremmo dire che il 250 è la versione 'turbo' del 150. Se si apprezza molto quest'ultimo molto difficilmente non si amerà  il primo.

Non conosco troppo il Makro-Planar 4/120 per fare un confronto con altri obiettivi nello specifico del ritratto; ho avuto modo di provare un S-Planar 5,6/120 per un breve periodo e lo considero il miglior (globalmente) macro che ho avuto tra le mani (gli altri però erano per il piccolo formato); non l'ho tuttavia mai utilizzato come ottica da ritratto.

Andrea

Inviato: 28/2/2010 0:32
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Re: Sonnar 250mm
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Notizie e considerazioni molto interessanti le tue, Andrea.
Bisognerebbe evidentemente tenerne conto, nel valutare le qualità  e le caratteristiche di un obbiettivo.
Anche se ho idea che sia più facile parlare in questi termini di alcune ben precise linee di lenti: Leica e Zeiss soprattutto, poi magari anche Schneider. Mentre assai più arduo fare riferimenti analoghi per le ottiche di largo consumo, di prezzo evidentemente assai inferiore, e con controlli di qualità  talmente approssimativi che si correrebbe il rischio di essere smentiti da un qualsiasi secondo esemplare di un obbiettivo in esame
Personalmente non mi addentro a fare distinzioni particolarmente sottili.
Non tanto perchè non riconosca che esistono differenze, ma piuttosto perchè - quasi in automatico, ormai - una volta intuito il carattere di una lente, mi trovo ad adottare a seconda dei casi gli schemi di luce che mi paiono meglio adatti a quel certo obbiettivo.
Voglio dire: a me piacciono gli obbiettivi molto incisi e nitidi. Stop.
Poi ce ne possono essere di più contrastati e di meno contrastati, di più gradevoli nel bokeh e di più aspri, di quelli che suggeriscono meglio la tridimensionalità , ecc. ecc.
Però alcune di queste caratteristiche possono essere in parte esaltate o invece mitigate nelle diverse condizioni di luce. E, tanto per tagliare la questione a pezzi assai grossolani, mi trovo ad usare le ottiche della mia Mamiya RZ67 - nitide , ma fin troppo contrastate - con luci più morbide di quelle che uso con alcune ottiche Hasselblad. Ma tra le ottiche Hasselblad, il 180 si avvicina di più al "tipo Mamiya" di quanto invece fanno i Planar 80 e 120. E quindi anche tra queste ottiche possono essere utili luci un pò diverse tra loro.
E non vale solo per lo studio, dove ovviamente gli schemi di luce sono regolabili e finemente modulabiloi praticamente all'infinito, ma anche in esterni, dove l'uso di pannelli, schiarite, ombraggiature, ecc, possono modificare molto le condizioni date.
E dove proprio si puà influire poco sul contesto, come nella foto di paesaggio, pure si puà intervenire con l'uso oculato di pellicole e trattamenti diversi (per il BN) o di diapositive più o meno contrastate e vivaci o di settaggi e post elaborazione differenziata per le macchine digitali.

Insomma, vari modi per poi raggiungere quel tipo di gradevolezza di immagine che più ci aggrada.

Solo sul parametro nitidezza, trovo che c'è abbastanza poco da fare: perchè un obbiettivo "troppo" nitido (come appunto il mio amato Sonnar 180) potrà  sempre essere reso più morbido con tanti e diversi acorgimenti in ripresa o post ripresa. Ma da un coccio, embè...come si suol dire: " non si cava sangue dalle rape"


Inviato: 2/3/2010 17:08

Modificato da luciano su 2/3/2010 17:49:24
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Re: Sonnar 250mm
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In effetti è vero che alcuni aspetti del comportamento di diverse ottiche possono essere mitigati o amplificati attraverso la scelta oculata dei vari parametri in ripresa e in postproduzione.
Alcuni aspetti, certamente. Altri molto meno, ed è in questo che ha senso occuparsi delle differenze tra un'ottica ed un altra, non certo per dire che il tale obiettivo è migliore dell'altro, ma per sapere cosa ci è più utile utilizzare per dare forma alle nostre visioni.
Naturalmente ognuno di noi nel giudicare la resa di un obiettivo è 'sintonizzato' su un parametro o su parametri differenti. Personalmente, la nitidezza mi interessa meno rispetto alla tridimensionalità  e alla resa nel fuori fuoco, perché vedo meno le differenze di nitidezza tra ottiche di gran classe rispetto alla differenza degli altri due parametri che noto di; naturalmente ammetto che per altri non sia così e va benissimo, ci mancherebbe. Quello che mi fa sorridere è un giudizio del tipo «A è meglio di B perché è più nitido», «ho scelto la tal ottica perché ha le curve migliori» e via andando.

Andrea

Inviato: 10/3/2010 15:59
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