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D.McCulling

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Nelle vacanze di Natale ho deciso di leggere Donald McCulling, "Un comportamento irragionevole" ed. Contrasto. premetto che trovo McCulling uno tra i massimi fotografi di guerra. Sebbene partissi con queste premesse penso di aver capito una cosa in più, che credo importante, di McCulling: le sue foto, la sua intera vita, disturbano.
E' arrivato alle massime onorificenze, é riconosciuto anche attraverso i premi che ha avuto, ma non viene citato come altri grandi. Provo a spiegarmi. Nel libro si racconta attraverso alcune tappe della sua carriera scorrendo in parallelo la sua vita. Come fotografo - nel libro non si parla mai di tecnica - ha visto l'inferno, scampandola sempre. Nella vita ha conosciuto cosa sono i fantasmi che non lasciano rimarginare le ferite.
Non é epico, alla Capa, ha percorso strade non sempre percorribili, ma la pagina sulla foto del bambino albino biafrano é da groppo in gola. Ma sono le foto che rivedendole più volte mi hanno stupito di nuovo. Sia chiaro, oggi non si fotografa quasi più in quel modo, i reporter, nel bene e nel male, fanno altre cose. A parte i primi piani, le sue foto fatte con il grandangolo restituiscono sempre un centro dell'attenzione e il contesto nel quale il soggetto é inserito. Ed é nella relazione tra il soggetto e le altre persone che sta un elemento della sua estetica (intendo come visione della vita). C'è impotenza o indifferenza in queste relazioni. Impotenza perchè sembra che di fronte alla morte, al dolore non si possa far nulla (la foto fatta a Cipro con la donna che piange il marito e gli altri che guardano impotenti), indifferenza perchè é il nemico che é morto (la foto del gruppo di cristiani-maroniti che cantano e suonano di fronte ad un cadavere). McCulling non racconta solo l'orrore della guerra, ma racconta anche l'impotenza e l'indifferenza. Ed é questo che disturba. Perchè quell'indifferenza e quell'impotenza possono essere anche di chi guarda le foto. Almeno é quello che penso.
Per questo lo trovo straordinario, perchè ci offre una lezione di fotografia altissima mettendoci veramente con le spalle al muro, e perchè sul piano umano ha accettato, consapevole o meno, di vivere sino in fondo la sua vita.
Il libro é anche una testimonianza di come il fotogiornalismo é cambiato tra la fine degli anni 80 e l'inizio dei 90, con l'avvento di Murdoch&Co.
Ci sarebbero molte altre cose, ma diventa lunga.
bs
marco

Inviato: 29/12/2009 16:31
La fotografia non si domina: corre da sola e l'uomo la segue in ritardo e mai come oggi.
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Re: D.McCulling
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Interessante segnalazione; mi riprometto di valutare la cosa con la dovuta calma. Grazie.

Marco

Inviato: 29/12/2009 16:36
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Re: D.McCulling

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Citazione:

samuel ha scritto:
C'è impotenza o indifferenza in queste relazioni. Impotenza perchè sembra che di fronte alla morte, al dolore non si possa far nulla (la foto fatta a Cipro con la donna che piange il marito e gli altri che guardano impotenti), indifferenza perchè é il nemico che é morto (la foto del gruppo di cristiani-maroniti che cantano e suonano di fronte ad un cadavere). McCulling non racconta solo l'orrore della guerra, ma racconta anche l'impotenza e l'indifferenza. Ed é questo che disturba. Perchè quell'indifferenza e quell'impotenza possono essere anche di chi guarda le foto.

Eppure, quanta partecipazione emotiva verso "il nemico" traspare dal magnifico scatto al vietcong caduto sotto il fuoco americano, un nemico che portava con sé i ricordi degli affetti lasciati a casa... Una delle immagini che smosse la coscienza di un giovane di nome James Nachtwey, fino a spingerlo a sua volta a indossare i panni del testimone.

Claudio

Inviato: 29/12/2009 18:49
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Re: D.McCulling

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Forse non mi sono spiegato bene. L'impotenza e l'indifferenza, a mio parere, si rintracciano all'interno della foto, tra i soggetti presenti nella foto. E' questa capacità  di mostrare con una fotografia un fatto, la morte o la sofferenza o altro, e il contesto intorno, con le altre persone, costruendo così una relazione tra il soggetto principale e gli altri. E ad un diverso livello di lettura diventa centrale questa relazione. Non mi riferivo al rapporto tra McCulling e il nemico, o chiunque altro. Anzi, McCulling aveva una sua capacità  di guardare oltre gli schieramenti e semmai si basava sulle proprie convinzioni personali. Concordo sulle considerazioni che fai. Nel libro parla di quella foto, ammettendo di averla in qualche modo ricostruita, con il tono che sottolinei. E' una gran bella foto e posso credere quanto abbia influenzato Nachtwey.
A mio parere le foto di contesto riescono a restituire quel senso di dicevo prima. Gli scatti di dettaglio e i primi piani hanno dalla loro una grnde capacità  simbolica. Come ad esempio quello del soldato in stato di shock.
Spero di essermi spiegato.
bs
marco

Inviato: 29/12/2009 20:40
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Re: D.McCulling
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NEL LIBRO NON SI PARLA MAI DI TECNICA
Questa frase mi ha colpito, molto colpito. Moltissimo. Quante volte basiamo le nostre riflessioni e il nostro giudizio sulla tecnica? Moltissime. Intendiamoci, la fotografia non prescinde dalla tecnica, ma molte volte non pare possibile metterla in secondo piano soprattutto quando vediamo/giudichiamo opere altrui. E'essenziale? Serve sempre? Non c'è qualcosa di maggiormente importante?

Marco

Inviato: 30/12/2009 12:06
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Re: D.McCulling

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ciao Marco,
come sai la questione é vecchia come la fotografia e anche qui ne abbiamo discusso molte volte. Per me la tecnica é fondamentale (sebbene io per primo abbia alcuni problemi in questo senso), ma la qualità  di una fotografia é valutabile solo in parte per la tecnica. Il restante, e cioè la maggior parte, é legato ad una capacità  di trasferire in una fotografia un pensiero, una visione. Se non c'è questo, per me, una foto rischia di valere poco.
Constato poi che é sempre molto diffcile, soprattutto nei forum, parlare di queste cose. Le ragioni sono tante, e tra queste credo che ci sia una scarsa attenzione alla valutazione delle fotografie, alla conoscenza della storia, delle diverse tematiche legate alla fotografia. Spesso ciò che sa di "cultura fotografica" viene visto con sospetto, come se fosse imparentato con atteggiamenti snobistici e intellettuali, fini a se stessi. Non intendo aprire questo file, per carità , ma ad esempio in lingua italiana non esiste un forum/blog nel quale si sappia parlare di questi aspetti. A parte blog come hyppolitebayard o cameraobscura - e qualcun'altro - dove con grande qualità  presentano i lavori di fotografi. Quando dico parlare intendo il confronto. Ci sono diversi altri blog, ma il confronto é aria fritta. Responsabilità ? dei blogger e dei fruitori. I primi spesso non accettano quello che non rientra nelle loro idee (avrei diversi esempi...) gli altri si sperticano in lodi con una capacità  critica veramente molto bassa.
Scusa la tirata, ma la questione la sto seguendo da un po di tempo e...mi é venuta fuori.
Ci sentiamo
bs
marco


Inviato: 30/12/2009 17:40
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Re: D.McCulling
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Come ho detto la tecnica è un elemento fondamentale in fotografia, ma ritengo che nel giudicare un lavoro sia sopravvalutata. Spesso viene messa in primissimo piano a discapito del "contenuto" del lavoro stesso. forse perchè è più facile parlare di tecnica invece che "capire/giudicare" il contenuto ed il significato di un lavoro fotografico (facile passare per intellettualoidi), quello che il fotografo voleva comunicare ed il suo fine e messaggio. spesso è addirittura più semplice per l'autore stesso produrre un'opera perfetta tecnicamente ma vuota concettualmente. Il non plus ultra sarebbe un lavoro con contenuti e messaggio "forte" e pure impeccabile tecnicamente.....penso sia cosa rara. Vero è che l'argomento è emerso più volte sul forum. Vero è che un forum in rete è per forza di cose orientato maggiormente verso tecnica/attrezzature/materiali, vuoi per la maggiore facilità  di trattare tali argomenti vuoi per il maggiore interesse verso tali argomenti voui per la natura stessa di internet e di un forum (diverso da una discussione a quattr'occhi o da una lettura vera e propria).
Mi scuso per avere parlato di argomenti non sempre attinenti a quelli che Samuel aveva introdotto aprendo questa discussione.

Marco

Inviato: 30/12/2009 23:16
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Re: D.McCulling

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Ce la stiamo rimbalzando tra noi due e dunque possiamo anche andare un po OT....e poi non mi sembrano discorsi non attinenti. Hanno a che fare, eccome.
Penso che McCulling in diverse foto raggiunga un grande equilibrio tra contenuto e tecnica fotografica, dove per tecnica si intende (e se ne puà discutere, qui uso un concetto un po allargato) l'esposizione e la composizione. Talvolta la parola tecnica viene usata al posto di tecnologia. McCulling non parla di tecnica (come ha esposto e composto) ne tantomeno di tecnologia (che macchine usa, espedienti tecnologici per migliorare le luci, ecc, ecc). Accenna alla Pentax e alla Nikon (senza spiegare quali) solo per dire che una Nikon si era presa una pallottola al suo posto.
Un libro dove invece si parla di tecnica, sempre intesa come esposizione, composizione, espedienti per fotografare, ma con una grande capacità  di rendere il tutto omogeneo alla visione del fotografo é O.Lugon, Lo stile documentario in fotografia, Electa che racconta la parabola di W.Evans&Co nella definizione di questo approccio alla fotografia, a cui i vari Becher e buona parte della fotografia contemporanea deve moltissimo.
Ci sono anche altri interessanti libri usciti in questi due/tre anni, ma semmai ne parliamo un altra volta.
bs
marco

Inviato: 31/12/2009 12:50
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Re: D.McCulling

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Perché continuate a chiamarlo McCulling?

Inviato: 31/12/2009 16:10
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Re: D.McCulling

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Perchè sbagliavo, capita.
Grazie
bs
marco

Inviato: 31/12/2009 18:17
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Re: D.McCulling
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Citazione:

samuel ha scritto:
Ci sono anche altri interessanti libri usciti in questi due/tre anni, ma semmai ne parliamo un altra volta.
bs
marco


Ti invito invece a citarli ed a parlarne adesso aprendo un topic a loro dedicato, quando ne avrai voglia.
Noto con rammarico che queste discussioni hanno sempre un numero inferiore di visite e partecipanti paragonate ad altre che trattano di materiali o tecnica o strumenti. Peccato. Forse questo è dovuto al timore di fare magre figure.........questo non deve essere; se io dico la mia allora davvero chiunque puà farlo.....
spero che invece non sia dovuto allo scarso interesse per gli argomenti, sarebbe un poco triste.

Marco

Inviato: 1/1/2010 17:16
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Re: D.McCulling

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Intanto buon anno,
sulla questione degli interventi. Sono un po più ottimista. Se guardo alle letture (per quanto possono dire) questa discussione ha più letture di altre discussioni tecniche, come anche quella sulla visione, discussione che non era certo tecnica, ne ha avute più di 1500.
Credo che molta gente legga, ma poi non intervenga per tante ragioni. Tra queste anche la competenza specifica. D'altra parte io stesso leggo molti 3ad tecnici ma non intervengo perchè non sono all'altezza e di altri invece non me ne frega un granchè. Dunque posso immaginare che la stessa cosa accada anche per altre persone. Che poi ci sia nei confornti delle tematiche legate alla storia, all'osservazione delle immagini, alle discussioni teoriche, un minor interesse rispetto ad aspetti tecnici questo é vero, allo stesso tempo questa dinamica riguarda anche altri campi dell'espressione. L'aspetto che a volte mi lascia un po interdetto invece é un altro. Se guardo ad alcuni testi tecnici che si possono vedere in giro, così come a siti/blog pieni di informazioni tecniche spesso non corrisponde un'altrettanta qualità  della fotografia.
Dicendo questo so che si puà aprire un file enorme, che riguarda la definizione di cos'è la qualità  fotografica, ed anche questo tema già  dibattuto...
Diverso ancora invece é un comportamento che ad esempio noto in diversi professionisti, anche nel cinema, che hanno buone e ottime competenze tecniche, molto bravi a fare fotografia, ma non gliene frega nulla della storia, della critica e di quant'altro. (Non sono tutti così i professionisti, sia chiaro). In sostanza, si puà benissimo fotografare, e anche da dio, senza sapere in che epoca storica ha lavorato Evans o che cos'è la dimensione eidetica in una fotografia. Cià mi sembra molto normale, e allo stesso tempo però é cosa molto diversa da quel rapporto un po distorto (a mio parere) tra competenza tecnica e qualità  fotografica a cui accennavo prima.
Di questo passo ci sarebbero molto cose da dire.
Sui libri, vedo. Libri come quello di Lugon, che in raltà  sto finendo, non sono sempre facili da ritradurre in sintesi. Però su questo blog c'è diversa gente con le contropalle che potrebbe scrivere ogni tanto qualche scheda dei libri letti. Si apre una sezione ad hoc...
pensiamoci
bs
marco





Inviato: 1/1/2010 20:09
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Re: D.McCulling
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Dico la mia: la fotografia non è come altre forme artistiche. La fotografia puà anche essere semplicemente documentazione o "fissaggio" di momenti e ricordi. Io penso allora che classificare la fotografia sia un errore. La fotografia puà anche essere una forma d'arte ma non per forza di cose deve e vuole esserlo. Per alcuni fotografi vuole esserlo per altri non vuole esserlo (mi viene in mente la fotografia sportiva per esempio). Forse il volere imporre la conoscienza di basi teoriche a discapito di basi tecniche è in alcuni ambiti inutile (senza voler asserire che un ambito è superiore ad un altro, beninteso); ognuno preferisce ciò che lo attira maggiormente. Le conoscienze tecniche sono basilari, quelle teoriche non sempre. La fotografia è in ogni caso "tecnica"........poi c'è anche altro, ma non in ogni "ambito" e genere quest'altro è essenziale e fondamentale. Voi cosa dite? Come la pensate?

Marco

Inviato: 1/1/2010 21:21
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Re: D.McCulling

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6/2/2008 15:52
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Dipende dalle capacità  e dal livello "qualitativo"
del fotografo come persona: la sua interiorità , la sua umanità , la sua cultura, la sua spiritualità ..and so on.
Molto interessante e istruttivo indagare, approfondire,
imparare a "leggere" da una fotografia lo sguardo degli
occhi della mente e dell'anima di chi l'ha scattata.

Birillosky

Inviato: 4/1/2010 11:24
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